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Nora antiqua. Atti del Convegno di Studi (Cagliari, 3-4 ottobre 2014)
Ancora una volta Nora ci regala una bella pagina di collaborazione nella ricerca archeologica in Sardegna: o, per meglio dire, di pagine ce ne regala ben 286, tante quante ne sono quelle che compongono il volume collettivo ""Nora Antiqua"""". Un volume che Simonetta Angiolillo, Marco Giuman, Romina Carboni ed Emiliano Cruccas hanno curato raccogliendo i contributi dei relatori del convegno di studi tenutosi a Cagliari nell'ottobre del 2014 e rapidamente (grande merito!) editato per essere immediatamente disponibile ai molti che operano nel sito ormai da decenni. Non poteva esserci esordio migliore nella rinnovata collaborazione tra l'Università degli studi di Cagliari e il gruppo """"storico"""" di atenei che da molti anni condivide le sorti della ricerca in una delle più importanti e ampie palestre per la ricerca archeologica sulla Sardegna di età romana, punica e fenicia."" -
Dall'inferno alla luna. Puzzle memoria
Dall'inferno alla luna (De l'enfer à la lune), secondo l'autore, parte dalla rappresentazione del destino del padre dell'autore e di altri deportati, nel Campo di concentramento di Dora. Si assiste alla rievocazione delle condizioni e delle vicende atroci delle vittime, in forma di gioco teatrale. Con ironia e paradossale comicità, si partecipa alla parabola di Von Braun, dalla costruzione del razzo V2 per il regime nazista alla realizzazione negli Stati Uniti della navicella spaziale che ha condotto alla conquista della luna. Due generazioni a confronto (i perseguitati e i loro figli) affinché non si dimentichi la lezione storica suscitata dal nazismo. In Puzzle memoria (Puzzle Mémoire), cinque episodi autonomi intrecciano le vite di tanti personaggi diversi in una sorta di puzzle che, a distanza di tempi e luoghi, si trovano accomunati dalla Memoria. Cinque atti brevi, in cui nel lampo dei ricordi si confrontano differenti generazioni. Ancora il ""teatro nel teatro"""" (rivelato in conclusione) è cifra strutturale nella messa in scena di vicende personali, alimentate dall'immaginario cinematografico e teatrale del XX secolo."" -
Tales... & ...Favole
Molto ci sarebbe da raccontare, ma le parole a volte non sono sufficienti per descrivere un infinito, a volte limitano la grandezza e la profondità di un'anima piena di cose diverse e in apparenza contrastanti. È una storia strana la nostra, nata in un luogo e in un periodo della vita molto particolari. La prima volta che l'ho vista è entrata nell'aula dell'università con quella che ho scoperto essere una delle sue caratteristiche: una velocità di movimenti, di parole, di gesti non casuali ma sempre pensati. Nulla le scorre via, nemmeno quel sorriso rincuorante, quel sorriso di mamma che mai le scompare. Mi ha insegnato, con una discrezione disarmante, a guardare le cosa in modo diverso, con una profondità di cui non ricordavo l'esistenza e con un nuovo coraggio, a non essere mai sazia di vita e di scoperte, buone o dolorose che siano, a succhiare quella linfa vitale che un occhio poco attento non distingue, a non accontentarsi di un poco a cui a volte ci aggrappiamo per paura di perdere l'equilibrio, a guardare in grande e in alto perché possiamo provare a raggiungere quelli che sono i nostri desideri più nascosti, e ad amare senza sconti. Età di lettura: da 12 anni. -
Tra progetto e architettura. Strumenti e temi di ricerca
Il libro si divide in due parti: strumenti e temi di ricerca. Gli strumenti rappresentano la cassetta degli 'attrezzi'. In particolare si è tentato di attribuire al disegno (inteso come progetto) il significato di programma, proposito, intenzione progettuale che, oltre ad essere quello di maggiore interesse nei confronti dell'architettura, costituisce anche il più importante fondamento della sua origine storica. In tal senso si è voluto mettere in evidenza come nel Movimento Moderno il disegno architettonico torni ad essere la forma di uno scrivere progettuale che, strutturandosi come atto di continua esplorazione del testo architettonico, apre la strada attraverso le numerose variazioni e manipolazioni all'invenzione di nuove spazialità e forme architettoniche. I temi riassumono le attività di ricerca: dalle questioni strutturali a quelle energetiche, dalla rigenerazione urbana alle sistemazioni paesaggistiche, dall'integrazione con le nuove tecnologie abilitanti ai sistemi innovativi per la mobilità sostenibile, in una logica architettonica in cui tutto si 'risolve' nella forma architettonica e nella concezione tipo morfologica dell'architettura. -
Bagliori dal Centro Italia
La Toscana, Perugia, Ponte Pattoli, Porto Recanati, L'Aquila, Trevi, il Trasimeno, Gubbio: su queste infinite colline, fondovalli e montagne, l'autore fa leva, come in un salto con l'asta, sulla verticale della memoria raggiungendo facilmente gli universali di sempre, l'infanzia e l'adolescenza, il sé e gli altri, il mondo, i popoli, le persone, i giovani e i vecchi, le nonne e le mamme, la dignità dei campi e l'orgoglio delle città. Emergono autentici bagliori di vita che, nel dormiveglia di un pomeriggio assolato, suggeriscono a chi legge il consiglio più umano, l'augurio più sincero: il miglior destino di un uomo è rimanere ragazzo. -
Il grifo. Potere simbolico, mito e storia. Una ricerca interdisciplinare dalle origini ad oggi
In questo saggio, l'autrice ricostruisce, in un quadro unitario e interdisciplinare, i diversi aspetti del grifo e il lungo viaggio spazio-temporale che esso come simbolo sta ancora compiendo, da millenni, attraverso la Mesopotamia, l'Egitto, la Siria, la Palestina, l'Anatolia, la Grecia, il mondo romano, etrusco e, ancora, quello perugino. In un tessuto concettualmente omogeneo, in effetti, il testo affronta, discipline e prospettive diverse, sottolineando l'interazione che esiste tra il mito, le evidenze archeologiche, storico-letterarie da un lato e l'antropologia, la psicologia e la comunicazione visiva di massa dall'altro. Oltre a far conoscere le origini di un simbolo assai diffuso, questa ricerca - la prima che affronti il mitologema del grifo nel suo complesso, senza pretese di esaustività - vuole anche dimostrare fino a che punto, i meccanismi psicologici e mentali della percezione umana siano soggetti al potere simbolico e quali possano essere gli effetti di esso sulla coscienza collettiva. -
Giuseppe Giusti-Alessandro Manzoni. Carteggio e lettere non spedite (1843-1850)
Quando si accosta via lettera a Manzoni nel 1843, Giuseppe Giusti cerca un riconoscimento al valore, un'investitura ufficiale, una patente di poeta, un battesimo letterario. L'autore dei ""Promessi sposi"""" lo saluta come una neonata stella nel firmamento della poesia italiana, usando un'immagine (""""veder nascere una gloria italiana"""") che è uno sbilanciarsi veramente degno di nota nel misurato e composto lessico manzoniano della sobrietà e della onestà, senza incantesimi e funambolismi verbali formali o d'occasione. Ma l'autore dei """"Promessi sposi"""" indica anche due gravi colpe, ai suoi occhi: """"in quelle poesie che, da una parte, amo e ammiro tanto, deploro amaramente ciò che tocca la religione, o che è satira personale"""". Quelle di Giusti sono un'arguzia sottile e una scrittura efficace - per di più in una lingua toscana né troppo dotta né troppo popolare - che Manzoni vedrebbe volentieri arruolate tra i sostenitori della utilità sociale della morale cattolica. La satira di Giusti non trascende, storicizza: un punto di distanza da Manzoni, un'altra idea di letteratura."" -
Titubabat enim ingenium. Le qualità di Coluccio Salutati scrittore
Il punto di partenza della riflessione qui delineata s'incentra, nella sua più genuina sostanza, attorno alla chiara fama acquisita da Coluccio Salutati come scrittore e da più parti attestata e confermata e posta alla base di una prestigiosa carriera di tipo politico-diplomatico, venutasi via via a caratterizzare e realizzare, ed in maniera per certi versi quasi inaspettata dall'autore stesso, nel corso degli anni, ovvero quanto risulta in base a più elementi evidentemente spalmati all'interno dell'Epistolario. Che, dunque, Coluccio godesse di una stima unanime e consolidata, tanto presso quanti lo avevano conosciuto in qualità di fervoroso e zelante umanista che nel suo ruolo di uomo delle istituzioni civili e pubbliche, non pare possa esservi dubbio, così come si può agevolmente comprendere dalle parole del Bruni appena lette, in cui Coluccio è definito addirittura, e senza mezzi termini, parens, dalla cui morte, appunto, il Bruni si definisce orbatus, trattandosi, inoltre, di un talis parens. -
Ragazzo. Ediz. critica
Nell'operazione di profondo rinnovamento della cultura e della letteratura italiana di primo Novecento, di cui la rivista ""La Voce"""" fondata e a fasi alterne diretta da Giuseppe Prezzolini fu la principale promotrice, posto di primo piano occupa Piero Jahier (Genova, 1884 - Firenze, 1966). In Ragazzo Jahier rievoca i momenti più significativi della propria giovinezza, il suicidio del padre, la povertà della famiglia, le origini valdesi, tramite uno stile che, quando non giustappone, mescola costantemente prosa e poesia. Insieme con Il mio Carso di Scipio Slataper e Il peccato di Giovanni Boine, Ragazzo rappresenta l'esito più felice della stagione letteraria dell'autobiografia lirica. Il volume, che riproduce il testo dell'edizione definitiva, dà conto della totalità del processo variantistico, dalle prime stesure manoscritte alle edizioni a stampa. In chiusura è offerto al lettore il repertorio bibliografico degli scritti d'autore, frutto dello spoglio di riviste e quotidiani dell'epoca, che ha permesso il recupero degli scritti dispersi, molti dei quali successivi al secondo dopoguerra."" -
Fronde di memoria
Più di 50 racconti di storie minori, tratte dal vero fra le mille esperienze di una vita straordinaria, ricca e seducente. Nella variegata scenografia di avvenimenti e situazioni che emergono dalle fronde della memoria, entrano in scena, con l'autore, personaggi felliniani fortemente caratterizzati e sorprendenti nei loro comportamenti. Se gli episodi si sviluppano in contesti sempre diversi con esiti spesso imprevedibili, costante è l'attenzione per il comportamento umano dei protagonisti; così che c'è spazio per l'analisi psicologica come per quella storica e di costume, per il sentimento e la poesia come per gag divertenti e, soprattutto, per tanta ironia. Fronde di Memoria è un libro da leggere davanti al caminetto o sotto l'ombrellone, in viaggio o in sala d'aspetto; per adulti e giovani di tutte le età. Non offre soltanto una lettura vivace e distensiva, ma anche frequenti spunti di insegnamento. -
Zampilli. Epistolario dagli oceani
"Durante i miei viaggi ho sempre sentito una profonda nostalgia della mia casa. E allora perché partivo? Non lo so. Una forza misteriosa mi costringeva a salpare. Ogni tanto faccio autocritica e introspezione. Mi sento quasi colpevole. Ma di cosa? Di aver assecondato la voce che mi spingeva a 'sficcanasare' per il mondo intero?""""" -
Fiori de campo
"Con questo lavoro l'autore prova a trasmettere questa sua visione della vita attraverso la poesia. Se, però, gli parlate di poesia vi sentirete rispondere: 'Se la Poesia è Champagne, la mia è acqua fresca'. Questo accostamento lo trovo molto significativo, le sue poesie sono, infatti, molto spontanee e genuine, declamando la leggerezza e la semplicità del mondo contadino. Accezioni che vengono usate in maniera screditante ma che lui invece enfatizza, focalizzandosi sul valore filosofico spicciolo, ma vero, concreto ed efficace. Lo fa in maniera anche scanzonata, ma sempre piacevole e ironica e in dialetto perché quel mondo che viene rappresentato si esprimeva in quel modo e solo in quel modo può essere raccontato in maniera completa."""" (dalla prefazione di Marsilio Marinelli, Sindaco di San Venanzo, Terni)" -
L' insavio. Smarginature dell'esistenza tra Kant e Deleuze
Da una contemporaneità inquieta, da un cedere dell'umano alle mistificazioni della iper-realtà, da una norma sempre più aggiogante seppur ben celata dai dispositivi di controllo, ancora con forza affiora la figura del folle: l'insavio. Per alcuni farsene carico significa inabissarsi, ad altri questo viaggio ""fuori da"""" può apparire realmente come una forma del conflitto, da gestire altresì sobriamente. Con questo volume l'Autore si prefigge di attraversare i nodi chiave che hanno segnato la problematica immagine della follia in alcuni passaggi salienti del pensiero moderno e contemporaneo (da Kant a Baudelaire, da Jaspers a Binswanger, da Starobinski agli americani, passando per Canguilhem fino a Foucault e Deleuze), nell'intreccio di filosofia, politica, storia, psicoanalisi, scienze umane, arte e letteratura, al fine di intraprendere una traversata nel non detto di luoghi che, al contrario, dimorano in noi da tempo. Follia e ragione non sono distinte, compartecipano di questo particolare divenire chiamato umanità. Il pensiero non può esimersi dal confrontarsi con questo binomio dal momento che, a ben guardare, è ad esso costitutivo."" -
Maurice Halbwachs. Un sociologo della complessità sociale
Esponente di spicco della sociologia francese de l'entre deux guerre e della cerchia dei durkheimiani, Maurice Halbwachs (1877-1945) è soprattutto conosciuto in Italia per i suoi studi pioneristici sulla memoria collettiva; ancora oggi, un'ampia parte della sua monumentale opera rimane patrimonio di una ristretta cerchia di specialisti, se non sostanzialmente sconosciuta. Attraverso le voci di sociologi francesi e italiani di diversa generazione che trovano in Halbwachs un autore che parla alla società di oggi - il volume offre per la prima volta al pubblico italiano uno sguardo unitario su una sociologia complessa e innovativa nel panorama delle scienze sociali francesi della prima metà del Novecento. Pur nell'ampia varietà dei temi affrontati (consumi, classi sociali, memoria, suicidio, morfologia sociale...), Halbwachs ha sempre mantenuto fede al suo proposito conoscitivo fondamentale: sistematizzare, fondare empiricamente e, se del caso, revisionare gli apparati concettuali della ancora giovane sociologia del suo tempo. -
Il compromesso dello sguardo. Cornelis Gijsbrechts e le ossessioni barocche
L'ipotesi che guida il presente lavoro è che il Barocco abbia costruito il proprio spazio vitale intorno a due esigenze: quella del compromesso e quella della riflessione sulla visione, declinate lungo tre assi principali, tre grandi ""ossessioni"""" della società seicentesca: la rappresentazione, il carattere pervasivo della morte, la messa in scena teatrale. Tutte sono collegate al senso della vista, nella misura in cui essa assicura la sintesi dell'esperienza. Una volta identificato il Barocco con un campo di forze contraddittorio, Gijsbrechts è sembrato l'artista che forse più di tutti condensasse nelle sue opere le ossessioni che diedero la forma, e insieme rappresentarono la risposta, agli assilli dell'uomo del Seicento. Così i suoi trompe-l'oeil portano alle estreme conseguenze la fascinazione per gli inganni della visione, nonché il suo ruolo predominante nei processi conoscitivi; le sue nature morte hanno approfondito il senso di costante disfacimento che pervade il Barocco; tutte le sue invenzioni hanno esplorato il carattere teatrale che ha segnato ogni aspetto della vita del XVII secolo."" -
Musica in Umbria
I protagonisti della Musica in Umbria dal tardo Medioevo ai nostri giorni restituiti attraverso l'occhio di un Maestro che, in virtù dei suoi oltre ottant'anni di attività, ha con loro intessuto rapporti significativi e fecondi. Non un volume dal taglio accademico-enciclopedico ma una vasta, personale rassegna di luoghi, personaggi, immagini e aneddoti scolpiti nella memoria dell'autore. Perché, come ama dire il Maestro: ricordare è come rivivere! -
Il leader etico
"C'è bisogno di tanti leader etici, per una leadership che sia democraticamente credibile e eticamente ispirata."""" In questo nostro mondo, complesso e globalizzato, c'è bisogno di una nuova leadership, consapevole della necessità di maggiore cooperazione e corresponsabilità, in ogni ambito sociale e a tutti i livelli. Si devono poter formare tanti leader etici, attendibili moralmente e legittimati socialmente. Un leader etico sorge da attive comunità esemplari, aventi al centro l'interesse per il bene comune e il rispetto per le persone. Bisogna offrire ai giovani tante genuine e arricchenti opportunità di esperienze socio-culturali e politiche, sulle quali poter confrontarsi e riflettere, coniugando prassi e teorie, modelli di vita e principi di valore. La rigenerazione socio-politica della nostra società lo esige e i giovani ne hanno diritto. Questo testo è uno strumento, che vuol costituire una traccia, per farsi consapevoli e formarsi, sperimentando, discutendo, considerando situazioni e ispirandosi a questo nuovo modello etico." -
Post war dream(s). L'informale e l'utopia della comunicazione
Il volume ricostruisce il rapporto dinamico e conflittuale tra lo sviluppo dell'utopia della comunicazione e le coeve esperienze artistiche. Secondo Philippe Breton, la comunicazione si afferma come valore dopo le tragedie della seconda guerra mondiale; un valore post-traumatico dunque. Il modello proposto dal gruppo cibernetico, all'origine dell'utopia comunicativa, è ispirato all'ordine, al controllo dell'entropia, basato su un modello di uomo trasparente e disposto a cedere lo scettro alle macchine ""razionali"""". Gli artisti dell'Informale propongono negli stessi anni un modello conversazionale, aperto e indefinito, edificato sulla comunione empatica e sull'accettazione dell'indeterminatezza. Una volta esaurita la tensione utopistica, gli artisti si adeguano al modello della produzione capitalistica, con l'innesto dei processi comunicativi nella catena di montaggio. Essi portano gli oggetti quotidiani tali e quali al centro delle opere, rinunciando a una più complessa elaborazione. Ciò fa dell'Informale l'ultima avventura artistica che ha tradotto in forme, con un linguaggio proprio, la riflessione sulla realtà."" -
Martedì 17. Non sento nulla
Un amore ritrovato, che si trasforma in un idillio. Un sogno, divenuto realtà, in cui si muovono il vampiro Lazare, Master del clan dei Mutanti e la bella Viola, irresistibile nella sua nuova natura di cacciatrice di sangue. Il loro è un amore eterno che è luce di speranza, nel profondo buio del Mondo delle Tenebre. Tra i luoghi di una Perugia notturna, Lazare e Viola si muovono insieme per affrontare nuove avventure in cui si vedranno entrare in scena personaggi enigmatici sconosciuti e qualche vecchia conoscenza: Susy la simpatica amica di Viola, il pirata Barbanera, la bella strega Fabiola... Nulla sembra poter infrangere il sogno dei due protagonisti, eppure qualche forza oscura è in agguato, pronta a spezzare l'incantesimo. Credere nell'impossibile, rimarrà l'unico modo per non perdere la speranza. -
Il tramonto dell'umano? La sfida delle nuove tecnologie
Con lo sviluppo delle nuove tecnologie, il primato dell'uomo e della sua autonomia ha subito una profonda erosione. Si è fatta strada l'idea che il confine stesso tra umano e non umano sia ormai superato e che si debba parlare di una dimensione umana come fondamentalmente ibrida. Oltre che la sua preminenza epistemologica, è stata messa in dubbio anche la sua specificità sul piano ontologico. Il postumano si fa interprete di questa nuova temperie culturale, dichiarando come ormai imminente l'avvento di un pensiero e di un approccio alla realtà che intende prescindere dall'uomo. È indubbio però che, siccome questo esito è riposto nelle mani dell'uomo, spetta a lui assumersene la responsabilità e conferirgli un orientamento diverso.