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Scritti scelti. 1965-2015
Per Giorgio Grassi la riflessione teorica e l'attività progettuale, pur legate da vincoli di stretta dipendenza e di reciproca influenza, possiedono entrambe un'autonomia propria e un elevato grado di generalità. Destinati a studenti e giovani architetti - come Grassi stesso ha più volte sottolineato - i suoi scritti affrontano diversi temi di architettura, mantenendosi sempre rigorosamente all'interno della disciplina. Dai primi saggi, dedicati ad alcuni aspetti dell'architettura moderna e ad alcuni dei suoi protagonisti, le riflessioni di Grassi si spostano verso una visione più ampia ponendo al centro la questione del rapporto che l'architettura intrattiene con se stessa e con la sua storia, fino alla constatazione della sua forse inesorabile fine. Il rapporto dell'architettura con la sua storicità costituisce uno dei cardini del pensiero di Grassi e sarà via via sviluppato fino a diventare un punto fermo, imprescindibile e inconfondibile, della sua elaborazione teorica. Da qui deriveranno poi gli altri elementi distintivi che struttureranno gli scritti e motiveranno i progetti - inutile ricordare che i suoi progetti, in parte qui illustrati, presentano tutti le stesse inconfondibili stimmate dei suoi scritti, la loro autenticità, chiarezza e profondità. Questo libro raccoglie gli scritti teorici elaborati nell'arco di cinquant'anni da una delle personalità più impegnate e coerenti dell'architettura contemporanea. Introduzione di Luca Ortelli. -
VKhUTEMAS 100. Spazio, Progetto, Insegnamento. Space, Project, Teaching. Ediz. bilingue
A 100 anni dalla fondazione della Scuola del VKhUTEMAS a Mosca, il suo programma didattico e di ricerca nelle discipline progettuali rimane ancora uno dei capisaldi del pensiero contemporaneo nell'arte, nel design, nell'architettura e nell'urbanistica. Il seminario ""VKhUTEMAS 100. Spazio, progetto, insegnamento"""" della Scuola di Dottorato dello IUAV, in collaborazione con le istituzioni moscovite che hanno ereditato il lascito intellettuale del VKhUTEMAS - ha sviluppato diverse linee di ricerca: un ciclo di lezioni sulle molte identità disciplinari della Scuola e il loro intreccio in una comune visione progettuale e formativa; un seminario progettuale di ricerca sulla forma e il tipo di un'istituzione specifica, che restituisca la presenza del VKhUTEMAS nella città di Mosca, allora crocevia di idee di progresso civile, artistico e insediativo per l'umanità; un """"edificio web"""" di documentazione della sua produzione di idee e progetti e delle sue intersezioni con le altre tradizioni delle avanguardie del Novecento. Nell'arco di circa due anni di incontri tra alcune scuole di dottorato di grande tradizione - Venezia, Roma, Napoli e Bari - si è sviluppato un dibattito fondato sul confronto tra ipotesi progettuali sulla forma di quello che abbiamo voluto denominare MIVKh - il Museo dell'Idea del VKhUTEMAS - per il progetto del mondo contemporaneo."" -
I modelli abitativi di Backström e Reinius tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta. Un'alternativa al funzionalismo scandinavo. Ediz. italiana e inglese
Sven Backström e Leif Reinius dopo la laurea in architettura al KTH di Stoccolma nel 1929 e un lungo periodo di viaggi, dal 1936 danno il via a un sodalizio professionale che li vedrà impegnati in particolare nel settore del social housing. Fin dai loro primi progetti e dai loro testi critici, è chiara l'intenzione di superare i vincoli del linguaggio funzionalista contaminandolo con riferimenti diversi a partire da tematiche proprie dell'architettura organica. Le punkthus di Danviksklippan e le stjärnhuas del quartiere di Gröndal a Stoccolma o il Baronbackarna a Örebro diventano presto dei riferimenti iconici in molti paesi europei impegnati nella ricostruzione dopo le devastazioni causate dalla seconda guerra mondiale. A sua volta l'opera dei due architetti svedesi trae spunto da molteplici riferimenti internazionali tra cui anche l'Italia che è sicuramente il paese in cui più si discute sull'operato non solo di Backström e Reinius ma del diverso approccio svedese alla costruzione della città contemporanea. -
Marco Petreschi
Marco Petreschi (1944), professore ordinario di Composizione Architettonica. Nel 2001 ha fondato il primo corso di laurea in Italia in Architettura degli Interni presso la Facoltà di Architettura. Visiting professor in varie università europee, americane e asiatiche. La sua attività di ricerca teorica e applicata si esplica attraverso pubblicazioni e progetti nazionali e internazionali di importanti opere pubbliche quali il restauro e l'ampliamento della Banca Centrale di Albania e dell'Hotel Dajti a Tirana, il Polo culturale di Pomezia, l'allestimento per il Grande Giubileo a Tor Vergata e il Centro Direzionale del Ministero della Difesa, la Chiesa di San Tommaso e quella di Santa Teresa di Calcutta a Roma. Una serie dei suoi disegni sono depositati presso il Gabinetto della Grafica della Biblioteca Apostolica Vaticana, mentre alcuni dei suoi progetti sono stati acquisiti dal MAXXI. -
La coltura promiscua ad alberate. Conversazioni su un paesaggio
“Lo studio dei paesaggi rurali italiani deve affrontare anzitutto il problema della coltura promiscua ad alberate, che caratterizza una delle più belle campagne che esistano al mondo, e certamente una delle più originali e complesse” (H. Desplanques, 1959). L’antica alberata rappresenta oggi non solo un paesaggio agrario storico residuale, ma una testimonianza viva di una pratica agricola tradizionale ricca di significati e funzioni. In certe campagne ancora le alberate segnano la trama su cui si intessono le tessere a coltura specializzata, costituiscono corridoi di biodiversità e in genere di servizi eco-sistemici. Il libro propone una raccolta di brevi saggi emersi dal seminario “La coltura promiscua ad alberate” organizzato nell’ambito del dottorato di ricerca in Paesaggio e Ambiente di Sapienza, Università di Roma, che vogliono portare l’attenzione su un sistema di paesaggio tradizionale tanto circoscritto, quanto vulnerabile. I contributi raccolti nel volume propongono una lettura altamente interdisciplinare che restituisce la complessità sistemica di questo peculiare paesaggio. -
L'Illa Diagonal di Moneo e Solà-Morales. Un isolato urbano a Barcellona
L’Illa Diagonal a Barcellona, per chi conosce l’intera opera di Rafael Moneo e Manuel de Solà-Morales, è certamente frutto di una grande sinergia, esito di un’amicizia personale che, iniziata per interesse e curiosità reciproca, si è consolidata grazie ad alcune esperienze didattiche e professionali. Un’intesa che emerge chiaramente dai documenti d’archivio sul progetto, in cui vengono definite idee, trovate strategie di confronto con la proprietà o l’amministrazione pubblica, costruite occasioni di studio e lavoro nel continente europeo o in quello americano. Questo volume continua ad attribuire un ruolo primario all’edificio affacciato all’Avenida Diagonal, ma concentra la descrizione sul progetto dell’isolato, sugli spazzi collettivi, sui modi di declinarsi dell’architettura in rapporto a essi, nella convinzione che il principale interesse di questo progetto risieda nella sua dimensione urbana, nella sua capacità di gestire la trasformazione di un pezzo strategico di città. -
Gli Iblei nella casa. Sei case di Messina e Infantino in Sicilia
Il libro è dedicato alle case realizzate da Bruno Messina e Francesco Infantino nell'ambito del paesaggio ibleo della provincia di Siracusa. L'antropizzazione millenaria di questa porzione di Sicilia vive un momento di intenso sviluppo a partire dall'Ottocento quando, completata l'abolizione del latifondo, si innesca un fenomeno di capillare insediamento delle campagne a scopo agricolo. Negli ultimi decenni, in seguito al generalizzato abbandono produttivo di questi luoghi, si determina una nuova spinta insediativa in cui l'architettura della casa assume un ruolo di primo piano. All'interno di tale scenario, la ricerca progettuale dei due architetti siciliani cerca di invertire una tendenza speculativa che ha già compromesso vaste aree e importanti manufatti di questo territorio. Il loro lavoro porta alla luce e mette in pratica un modello insediativo sostenibile, attuale e, allo stesso tempo, rispettoso della tradizione. -
Territori interni. Dilatazioni e interferenze nel periurbano
Il quadro di generale declino dei territori interni del Gargano, acuito dagli effetti di processi di lunga durata (contrazione demografica e abbandono dello stock edilizio) e di visioni territoriali incapaci di cogliere i differenziali di contesto e di ri-orientare l'azione sulla base delle tendenze in atto, si dà come condizione per riflettere su nuove prospettive per questi contesti con l'obiettivo di stimolare una maggiore consapevolezza su trasformazioni mal governate, incisive sulla qualità del paesaggio e sull'assetto socio-economico, e riflettere così su scenari futuri orientati verso una diversa crescita a partire dalle risorse e dai materiali disponibili sul territorio. -
Ecologie rurali. Pratiche e forme della coesistenza
La ruralità è una condizione al tempo stesso delimitata e sconfinata, attiva e ricettiva, prodotta e produttiva, pacificata e conflittuale. Rendere esplicita la consistenza politica e ontologica del rurale, significa ridefinire i modi attraverso i quali, come architetti e urbanisti, ci confrontiamo con questa particolare dimensione operativa. Il rurale è un luogo spesso concepito come spazio da addomesticare, da proteggere, da sfruttare o da far fruttare: uno spazio subalterno. È tempo allora di politicizzare il nostro pensiero sul rurale, di decoloniarne il senso e il progetto, mettendo in discussione i tanti immaginari e approcci teorici, quasi sempre semplificanti, cioè ossificanti, attraverso cui oggi è pensato. Ciò che si cerca è una tensione cognitiva volta ad individuare e porre in relazione una complessa e spesso opaca varietà di ecologie sociali e spaziali al di fuori di qualsiasi operazione. Decolonizzare il pensiero rurale, significa farlo vibrare costantemente, dal momento che in campagna, più che altrove, il potere è ortopedico. -
Opera in quattro parti. Letture del Campus di Pesaro
Il Campus di Pesaro, forse il più didattico dei progetti di Carlo Aymonino, è qui l'oggetto di un esercizio sperimentale basato sulla scomposizione analitica dell'opera e sulla sua trasfigurazione, in un'ottica operativa, finalizzata alla realizzazione di un piccolo artefatto da esibire in una mostra. Obiettivo latente del seminario è quello di tornare a considerare il progetto (collettivo) come spazio di ricerca teorica, ma anche come grande momento formativo, dove il progettista/studioso si confronta con la logica relazionale dello spazio del e per l'apprendimento. -
Giovanni Maciocco. Abitare il territorio
Il libro parte dall'assunto che oggi il mondo urbano è diventato una città territorio, in quanto i fattori insediativi, come le condizioni ambientali e infrastrutturali, sono territoriali. Su questo tema, sin dagli anni Settanta si è sviluppato il filone di ricerca del progetto ambientale. In questa ricerca, avviata da Fernando Clemente a partire dal 1975 e portata avanti da Giovanni Maciocco sino ad oggi, vengono esplorate sotto il profilo concettuale e operativo i requisiti del progetto dello spazio, che traguardano il futuro territoriale della città. La dilatazione dell'urbano porterà nel futuro a un atto di responsabilità degli abitanti per riconoscere, nel contesto ambientale, una nuova dimensione dell'abitare il territorio per prendersene cura. -
Transforming public spaces
Il volume raccoglie un percorso professionale e di ricerca sul tema dello spazio pubblico. Tema di indagine sono soprattutto le piazze e i luoghi della collettività in cui l'autore, attraverso un'esperienza di sperimentazioni pluri trentennale, definisce un proprio personale approccio al progetto di Architettura. Il Municipio, la sede Universitaria, l'Aeroporto, il viale, le piazze sono interpretati progettualmente ponendo particolare attenzione al contesto, alla matericità del costruire, alla ""sostenibilità"""", ai fruitori, ai temi di indagine. I progetti che si susseguono si manifestano insieme nella loro appartenenza al contemporaneo e nel superamento dello stesso. Rifuggono alle mode. Sono, esplicitamente, Architetture Civili."" -
Archè. Architettura contemporanea e archeologia in Calabria
Giuseppe Arcidiacono raccoglie, in questo volume, scritti e progetti per la Calabria meridionale, elaborati nell'ambito dell'Ateneo reggino, quali occasioni di nuove narrazioni e di conoscenza del territorio: perché - come scriveva Corrado Alvaro - «i Calabresi vogliono essere parlati». A questo fine, Arcidiacono indaga le azioni del progetto contemporaneo rivolto a restituire alla Calabria quel posto che le spetta nel panorama nazionale e internazionale, tracciando una meta che parte anzitutto da un ritorno all'origine: un progetto culturale per una nuova Magna Grecia, capace di promuovere e rifondare studi ed azioni sui siti archeologici che ne segnano l'archè, il principio originario e l'originale essenza di luogo mediterraneo. -
Pensieri e progetti dal Rione Sanità. Nove anni di terza missione del Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi di Napoli Federico II
Questo libro racconta il lavoro condiviso tra un folto gruppo di studenti, dottorandi e docenti del DiARC (Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi Federico II di Napoli) coordinati dall'autore, le diverse cooperative sociali che ne hanno trasformato in meno di due decenni il destino, oggi radunate sotto il manto di Fondazione di Comunità San Gennaro, e tante persone comuni di questo rione incredibile dove l'umanesimo, per non morire, si sta trasformando in umanità, come sperava un uomo mai dimenticato da questa terra: padre Rassello. Con un ricco apparato di fotografie di cantiere - ma anche di pregio come quelle scattate da due giovani architette-fotografe come Sara Arnese e Roberta Barberino - e di disegni fatti per costruire, si mostrano le diverse istallazioni, spazi urbani, interni di diversa natura, giardini e molto altro, costruiti in quasi dieci anni di lavoro esaltante, per chi vi ha preso parte. E se il lettore avrà la pazienza, come speriamo, di passeggiare dentro questi luoghi, e nel Rione Sanità in generale, scoprirà come anche queste piccole opere, qui documentate, abbiano contribuito a dare forma a quel cambiamento radicale che questa comunità ha realizzato a partire dall'adozione delle Catacombe di San Gennaro nel 2008. Sulla spinta morale di padre Giuseppe Rassello e sotto la guida visionaria e controcorrente di padre Antonio Loffredo, che ne ha colto il bandolo facendolo fruttificare in un ventennio che difficilmente le persone qui dimenticheranno, anche la forma costruita dell'architettura, dell'allestimento e del design raccontano storie di trasformazioni fisiche di luoghi piccoli e meno piccoli, ma specialmente di incontri tra persone. Esperienze intense, pur se minime, che se incoraggiate ulteriormente porteranno ancora più lontano: e allora sì che potremo affermare che ""l'umanesimo si è trasformato in umanità"""" anche grazie all'architettura pensata e realizzata dai figli di questa città."" -
Senshome. Architettura e sensibilità atipiche
Il libro presenta gli esiti di una ricerca internazionale finanziata dall’Unione Europea, sull’abitare delle persone con diagnosi di autismo, proponendo alla riflessione della progettazione architettonica un tema finora affrontato prevalentemente da altri ambiti del sapere e del progetto. Accogliendo non solo i presunti deficit ma anche le competenze e capacità di creazione di significato e narrazioni delle persone nello spettro autistico, la relazione tra architettura, autismo e neurodivergenze in generale, si rivela l’occasione per espandere punti di vista e possibilità dell’architettura più che limitarli, trascendendo convinzioni e convenzioni prevalenti. -
*giannilatino
Gianni Latino nato a Siracusa nel 1976. Progettista grafico, insegnante e autore. È uno dei nomi più affermati nel panorama del graphic design italiano. Dal 2000 si occupa di progettazione grafica per enti pubblici e privati, progettazione di libri e cura di mostre. -
Diario delle Periferie 2020 2021. G124, Renzo Piano al Senato
Missione arborea e micro-cantieri, il quartiere Crocetta a Modena, lo Zen e Medaglie d'Oro a Palermo e a Padova il quartiere Guizza. Sono questi i nuovi terreni di sperimentazione per i giovani progettisti selezionati quest'anno per lavorare al programma del G124, il gruppo di lavoro impegnato sulle periferie, creato da Renzo Piano da quando nel 2013 è stato nominato senatore a vita. Parte attiva anche quest'anno sono le Università, con il coinvolgimento degli Atenei di Bologna, Padova e Palermo, ciascuno dei quali, attraverso un bando pubblico, ha selezionato quattro neolaureati le cui borse di studio, come nelle passate esperienze del G124, sono interamente finanziate da Piano con il suo stipendio da senatore. Quest'anno i micro-cantieri andranno di pari passo con il tema della riforestazione urbana. -
Riabitare i paesi. Strategie operative per la valorizzazione e la resilienza delle aree interne
La questione delle aree interne va oggi affrontata superando la tradizionale dicotomia tra sistemi territoriali forti (urbani e metropolitani) e deboli (rurali e montani) e riconoscendo il ruolo cruciale dei territori interni nel favorire la transizione verso modelli di sviluppo capaci di stabilire relazioni riparative tra sistemi naturali e sistemi antropici. Solo in tal modo sarà possibile delineare politiche integrate mirate ad affrontare unitariamente le complesse interdipendenze che connettono aree interne e sistemi urbani all'interno di più ampi ambiti territoriali. -
Casa Rebus
L'immaginario della casa corrisponde a uno standard fortemente radicato e difficile da scalfire; se le nostre abitudini, comportamenti, attività sono in continua e vertiginosa trasformazione, le nostre case no. Casa Rebus osserva la composizione classica degli ambienti domestici e immagina nuovi scenari dell'abitare. Partendo dai limiti che ci siamo imposti nella definizione degli ambienti della casa comune, il percorso prende avvio dalle prime riflessioni sull'alloggio minimo e si muove liberamente tra suggestioni d'autore e nuove soluzioni nel tentativo di tratteggiare il profilo di una casa comune contemporanea libera da vincoli rigidi. Tra le quattro mura domestiche, gli autori propongono una serie di esercizi di scomposizione e ricomposizione spaziale, a dimostrazione delle innumerevoli e variabili configurazioni della casa che abitiamo. -
Luigi Vietti e Venezia (1946-61). Modernismi e tradizioni
Attraverso le numerose occasioni progettuali veneziane, Luigi Vietti riflette su come dare concretezza ad un possibile dialogo con le tradizioni artigianali e artistiche locali e, al contempo, su come contribuire al rinnovamento del volto della Serenissima. Nel cuore di Venezia o alle sue porte, per un incarico privato o pubblico, con una nuova costruzione o riutilizzando il patrimonio edilizio esistente, egli si confronta con il fragile tessuto della città, offrendone una personale e inedita interpretazione.