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Palinsesto architettonico
Fare architettura significa mettere al centro il processo del progetto. L'architetto trasforma lo spazio fisico secondo un modello pedagogico in cui i ""saperi"""" dell'innovazione e della tradizione si coniugano. Un approccio """"rinascimentale"""" che sviluppa il rapporto tra tecnica e cultura, che interpreta la conoscenza e che non rinuncia mai alla dimensione poetica. Un modello che, se disancorato dal progetto come ricerca, come approccio unitario fondato su utilitas, firmitas e venustas, rischia di essere pura sperimentazione tecnologica. Fare architettura è fare ricerca, costruire percorsi, elaborare e sviluppare le idee. La bellezza dell'architettura non è una dimostrazione matematica, bensì l'intreccio di profonde conoscenze del mestiere e dell'arte di costruire. Un'opera di architettura non è pura creazione, piuttosto una costruzione dove si conservano le virtù del processo metodologico e la tendenza a ricercare ininterrottamente oltre l'opera stessa. Come Enea, Alberto si fa carico della storia e del futuro senza rifugiarsi in ciò che conosce già. Unisce le storie, i maestri, in un unico processo di modificazione per evitare che false illusioni possano indurre a pensare di poter, da soli, inventare il futuro."" -
Delinking. Lo spazio della coesistenza. Ediz. illustrata
Delinking è un concetto coniato all'interno degli studi economico-sociali e poi ridefinito come dispositivo epistemologico da alcuni esponenti latinoamericani del pensiero sociopolitico decoloniale. Questo termine è qui utilizzato per indicare una torsione progettuale utile ad identificare composizioni e assemblaggi tra differenze spaziali, sociali, ecologiche, articolata attorno ai concetti di 'separazione relazionante' e 'dipendenza' intesi come affetti politici operativi. I caratteri e le possibilità progettuali del delinking vengono messe alla prova attraverso ragionamenti progettuali sulla foresta considerata come il luogo più interessante per la messa alla prova delle nostre ipotesi. La foresta è luogo di conflitti, di interdipendenze e di relazioni parassite. È il luogo dell'intreccio ma soprattutto della divergenza, della dipendenza, dell'opacità. In questa situazione, più che in altri ambienti, si perde la presunzione che tutto sia controllabile. -
Nuove forme dell'abitare nella ricerca progettuale di ARW
Architectural Research Workshop è una società di architettura fondata dagli architetti Camillo Botticini e Matteo Facchinelli nel 2015. Negli anni più recenti lo studio ha affrontato numerosi progetti di abitazione, spaziando dalla casa d'abitazione singola ai grandi complessi residenziali, nei contesti più svariati. La sensibilità site-specific che contraddistingue l'operato dello studio ha permesso di proporre, testare e realizzare molteplici modalità di abitare, accompagnando al disegno una costante ricerca teorica sul tema. Questo libro, arricchito dall'importante contributo di alcuni noti ed apprezzati professionisti e docenti universitari italiani, vuole costruire attorno all'abitare e alle sue forme un momento di riflessione che, muovendo dall'esperienza maturata da ARW, ne possa definire natura, problematiche e prospettive. -
Risalire le città. Percorsi pedonali meccanizzati per i centri storici
«Questo volume traccia una sorta di storia particolare delle risalite urbane, da quelle più antiche e pedonali a quelle meccaniche, e della loro capacità, specificatamente italiana, di affrontare, con arte, topografie impervie spesso sfruttando e integrando preesistenze storiche importanti. (...) Basato su esperienze dirette e su di una sensibilità di progettista che conosce a fondo la città, il testo è, di per sé, un progetto; esso ci mostra l'ampio spettro delle possibilità in un ambito in cui non solo il vecchio e il nuovo possono coesistere con reciproco vantaggio, producendo nuova bellezza, ma il riuso di centri e periferie può accompagnarsi a quelle tematiche di sostenibilità e inclusività ineludibili in ogni progetto contemporaneo.» (Alberto Ferlenga) -
John Hejduk. Costruire caratteri-Building characters. Ediz. illustrata
John Hejduk è conosciuto dalla critica come teorico, insegnante, poeta e disegnatore di straordinarie architetture, ma è stato soprattutto un architetto e un costruttore nel senso più profondo. Le sue architetture realizzate sono state raramente indagate ma rappresentano la prova che il suo lavoro trova finalità nell'atto costruttivo. Questo libro tenta di dare un'interpretazione completa alla sua opera costruita, che conta alcuni edifici e installazioni architettoniche realizzate tra il 1980 e il 2000, attraverso l'analisi di documenti d'archivio, ridisegni analitici e un vasto apparato fotografico, mostrando il valore tangibile del pensiero di Hejduk sull'architettura e l'importante ruolo svolto dalle sue opere nella trasformazione della città. -
Stepwells. Architetture per l'acqua nel Gujarat. Tra valorizzazione, progetto e recupero
Scoprire le architetture per l'acqua nel nord del Gujarat, in India, significa descrivere un'architettura ipogea, affascinante e nascosta, come quella degli stepwells. Questo volume racconta di un viaggio fatto di continue scoperte e disvelamenti. Il viaggio esplora un'architettura, ne studia i caratteri tipologici e spaziali, si interroga sulla sua possibile attualità. Rani ki vav, Adalaj ni vav, Bai Harir vav, Amritvarshi vav sono i quattro stepwells dell'India scelti per raccontare il rapporto tra acqua, infrastruttura e architettura, in particolare ad Ahmedabad, città che conserva il maggior numero di questi tesori. I pozzi, anticamente utilizzati per la raccolta dell'acqua, sono edifici introversi e preziosi, oggi protagonisti di una stagione di recupero e valorizzazione. La comparazione degli esempi selezionati è un modo per descrivere e individuare le principali caratteristiche formali e tipologiche, le dimensioni, i dettagli costruttivi e gli usi che definiscono questi manufatti. Oggi, il futuro degli stepwells è incerto e aperto, in bilico tra conservazione e distruzione; alcuni sono diventati monumenti da preservare, altri si sono trasformati in spazi di integrazione sociale o luoghi di culto. -
Un altro pianeta Terra-Another planet Earth. Ediz. illustrata
Questo libro definisce un'altra posizione teorica in architettura, una posizione radicalmente diversa da quelle che hanno segnato lo scorso secolo e gli inizi di questo nuovo millennio. Questa teoria viene illustrata, attraverso il lavoro di gambardellarchitetti fondato sull'arte dell'accomodare. L'architettura deve essere confortevole, riempire gli occhi attraverso una notevole potenza iconica, deve evitare di provocare danni all'ambiente e per questo non deve produrre scarti e rifiuti edilizi trasformando e non aggiungendo altra materia, deve cercare una bellezza fondata sull'impiego di forme e materie comuni combinate in modo non comune. Deve accettare l'imprecisione e non deve prefigurare il futuro ma estendere il tempo presente raccogliendo le suggestioni della memoria. Gambardellarchitetti prova, allora, a delineare le tracce incerte di un altro pianeta Terra costruito da trentacinque anni di architetture imperfette. -
Fogli di architettura. Il tempo estetico di Roma
"Per formazione e per deformazione professionale sono solo capace di pensare come un architetto. Per questo motivo disegno a mano libera. Lo faccio per intercettare quelle immagini di pensiero che non sono ancora diventate ostaggio della ossessione corrente per il presente e il futuro. Ovvero quelle ossessioni imposte dalla tecnologia digitale che vogliono cancellare il fatto che, se vogliamo dire le cose come stanno, esiste solo il passato. Esiste solo il passato quando pensiamo, quando sogniamo, quando realizziamo di aver percepito qualcosa attraverso un senso. O, per gente come Marcel Proust, attraverso una Madeleine""""." -
Spazi ignobili. Brevissimi racconti sulla casa. Ediz. illustrata
Questo libro raccoglie una serie di scritti brevi che hanno un unico comune denominatore, la casa, che a volte viene riosservata nel suo insieme come episodio eccezionale, contenitore di storie di personaggi fuori dal comune, mentre in altre occasioni l'attenzione si sofferma su aspetti più particolari, restringendo il campo d'indagine ad uno specifico ambiente domestico. Se, come ricorda George Perec, ""vivere è passare da uno spazio all'altro, cercando il più possibile di non farsi troppo male"""", """"Spazi Ignobili"""" può essere interpretato come un'opportunità per guardare da un diverso punto di vista luoghi e oggetti che affollano il primo e più significativo archetipo dell'architettura, la casa. Prefazione di Alfonso Giancotti."" -
Lo spazio della soglia. La lezione dei viaggi nell'opera di Louis I. Kahn
Per Louis I. Kahn il viaggio e la necessità di registrare quanto osservato attraverso il disegno, le cui tecniche dominava con maestria, si rivelano determinanti non solo per affinare le proprie conoscenze, ma soprattutto per re-indirizzarle verso nuove scoperte. Dall'analisi di alcuni schizzi significativi dei suoi viaggi in Europa risulta evidente l'importanza del punto di vista prescelto, sempre volto alla relazione fra architettura e contesto, ombra e luce, interno ed esterno. Il tema della soglia, già presente nel progetto giovanile della Morton and Lenore Weiss House di Philadelphia, diventa centrale nei progetti dell'età matura, opere in cui la ""soglia"""" acquisisce una dimensione inaspettata, offrendosi come un vero e proprio spazio capace di avvolgere il manufatto prefigurando nuove antiche rovine."" -
Generare pensiero progettante
Un dialogo sul tema dell'educazione al design e all'architettura, a partire dalle proprie esperienze personali, per tentare di arrivare a capire se, e come, una scuola di design possa avere un ruolo trainante nei processi di evoluzione della società odierna. Un piccolo viaggio nel tempo, che ha inizio nel contesto della facoltà di architettura di Firenze della seconda metà degli anni '60 e traccia un percorso che passa dritto al centro della storia del design italiano contemporaneo: la nascita del movimento Radical, le vicende dei suoi protagonisti principali, l'esperimento della Global Tools, il successo di Domus Academy, poi il lavoro nella grande istituzione politecnica milanese, ed infine il ragionamento sul significato di insegnare creatività e design nel mondo sempre più liquido e digitale in cui stiamo vivendo. -
Sperimentare per ri-abitare le aree interne. Con sperimentazioni progettuali per il dismesso nei piccoli comuni molisani di Riccia, Jelsi e Gambatesa
Le persone devono essere misura e ragione del fare architettura, che resta sempre un mezzo per la vita, essendo le persone stesse il vero fine. Questo è particolarmente vero per quelle che oramai conosciamo come aree interne: aree fragili, su cui molto si è detto, ma molto resta da fare, specie attraverso l'architettura, che è un mezzo meraviglioso, potente, per aiutare ogni comunità a trattenere memorie e storie. Con la visionarietà che gli è riconosciuta, da uomo di impresa e al tempo stesso di umanista di profonda religiosità, Adriano Olivetti ha scritto che «solo nelle comunità, l'intelligenza sarà veramente al servizio del cuore, e il cuore potrà finalmente portarsi al servizio dell'intelligenza. Ed ecco perché l'avvenire e la difesa di una piccola patria, quella dove sono nati i vostri figli, quella dove avete passato la vostra infanzia, dove avete trascorso anni di sofferenza come anni di letizia e di pace, è un compito ben degno al quale si accinge, in piena solidarietà con i singoli centri e singoli comuni, l'intero movimento Comunità. La natura, il paesaggio, i monti, i laghi, il mare creano con i nostri fratelli i limiti della nostra comunità». Questo volume prova a dare seguito a questo auspicio con il contributo di molti studiosi, architetti, studenti e comunità vicini ai tre piccoli paesi molisani di Riccia, Jelsi e Gambatesa. -
Siracusa città di luce. I luoghi di Santa Lucia. Percorsi d'arte e spettacolarità barocca
Questo volume presenta i contributi del Ciclo di Seminari su Siracusa città di Luce. I luoghi di Santa Lucia. Percorsi d'arte e spettacolarità barocca, promosso dal Centro Internazionale di Studi sul Barocco e dalla SDS di Architettura di Siracusa (dicembre 2021 - aprile 2022). I Seminari hanno avviato una riflessione non agiografica, e pur attenta agli aspetti devozionali, sull'arte, la festa e il culto ispirati a Lucia martire e patrona di Siracusa. Figura identitaria per la città, ha lasciato un segno forte nella produzione artistica di tutti i tempi, a partire dalla transizione dal mondo pagano a quello cristiano, testimonianza nella sua città d'origine di un culto assai radicato fin dagli inizi del V secolo d.C. Attraverso un approccio multidisciplinare, il volume raccoglie i contributi di vari autori con l'intento di far luce su aspetti poco indagati, o del tutto misconosciuti, che riguardano il ruolo incarnato da Lucia nel corso dei secoli, dalla letteratura all'archeologia, dalla pittura alla scultura, dall'architettura alla festa, al significato ""urbanistico"""" dei percorsi processionali, senza trascurare il necessario inquadramento nel contesto del tempo in cui visse colei che sarà definita """"santa eroina"""" di Siracusa. Il simbolismo della luce e dell'occhio, attributi di Lucia fin dal nome stesso, costituisce il fil rouge che unisce i vari contributi, da cui si comprende l'importanza e la fortuna delle arti che hanno tratto ispirazione dalla storia e dalla figura di Lucia."" -
Lebbeus Woods experimental architecture. Tra immaginazione figurativa e decostruttivismo linguistico
Nell'ampia produzione dell'architetto americano Lebbeus Woods (1940-2012), alcuni progetti risalenti alla prima metà degli anni Novanta del secolo scorso sono particolarmente rappresentativi del suo impegno nel ridefinire il ruolo politico dell'architettura nei processi di trasformazione della società. I tre progetti per le città di Zagabria, Sarajevo e L'Avana si distinguono per la ricerca originale e innovativa svolta dall'architetto su concetti quali freespace, free-zone, heterarchical city, fino ad arrivare a temi progettuali di più ampia portata. Lo studio di questi progetti attraverso l'uso della rappresentazione dell'architettura come strumento di analisi compositiva, permette di addentrarsi nelle procedure ideative e grafiche del progettista, e di chiarire i punti di contatto e le distanze rispetto alle tendenze architettoniche di quegli anni. I lavori grafici sono qui considerati espressioni di un pensiero teorico critico sull'architettura, elaborato attraverso l'uso esplorativo simultaneo del disegno e della scrittura, intrecciati tra loro su più livelli semantici in una catena di invenzioni figurative. Questo permette di riconoscere nell'opera di Woods l'uso del disegno come progetto, e di capire aspetti non conosciuti del suo linguaggio architettonico, approfondendone la genesi compositiva all'interno di un quadro culturale caratterizzato da temi a lui vicini, come quello della experimental architecture, il Decostruttivismo, la trasformazione. Prefazione di Agostino De Rosa. -
Smiljan Radic. Archetipi fragili. La costruzione in tre opere dell'architetto cileno
I progetti di Radic presentano l'intrecciarsi di pensieri, immagini, storie e tradizioni che danno vita a un racconto a tratti autobiografico, a una trama fatta di ricerche di origini, di archetipi e riproposizioni radicali che restituiscono un linguaggio unico dettato da una fragile e continua sperimentazione. È nel traslare e rovesciare i concetti abituali e quotidiani che Radic innesta una nuova dialettica tra tradizione e innovazione. Questo operare comporta una continua alterazione e un continuo porsi in contraddizione con i luoghi con cui le opere si trovano a interagire. Le architetture diventano dispositivi in grado di ricercare tensione non solo strutturale e materica, ma sovrastrutturale, legata alle dicotomie tradizione/innovazione, memoria/immaginazione, divenire/attesa. Premessa di Carlo Magnani. -
Correzioni. Esercizi di riprogettazione delle scuole
Dispositivi di progetto per il rinnovamento dell'edilizia scolastica esistente. Scuole ordinarie di una città media esemplificano condizioni e potenzialità di trasformazione del patrimonio scolastico italiano: costruite negli ultimi cinquant'anni con struttura a telaio in cemento armato, rispecchiano la diffusione nel Paese di costruzioni generiche disponibili a manipolazioni; appartenenti al patrimonio comunale, evidenziano la dotazione pubblica di edifici dal potenziale ruolo urbano; carenti dal punto di vista delle dimensioni, della sicurezza, della sostenibilità e delle funzioni, riflettono le domande attuali di efficientamento e innovazione; sregolate, alterate, obsolete nella concezione e nell'articolazione, offrono negli errori dell'architettura lo spazio per invenzioni progettuali. Mentre il dibattito sull'edilizia scolastica è principalmente incentrato sugli aspetti prestazionali, uno sguardo centrato sul progetto interpreta la correzione non come eliminazione dell'errore, ma come liberazione delle sue potenzialità creative. Il quaderno presenta, tramite esercizi di riprogettazione, dispositivi di reinvenzione dello spazio della scuola. Condotti come correzioni di progetti ancora aperti, gli esercizi lavorano su aggiustamenti distributivi, compositivi o funzionali degli edifici, ma soprattutto sulla rivelazione di possibilità spaziali. Presentati in sequenza e raccolti in collezioni, compongono un catalogo di azioni ed esempi progettuali. -
Giuseppe Terragni. Una biografia critica
Una biografia critica che comprende in un discorso denso e unitario, insieme al lavoro dell'architetto, l'analisi della sua formazione culturale, dell'impegno intellettuale e politico e anche, il rilievo tragico assunto dalla sua esistenza negli ultimi anni. Accanto all'illustrazione della maggior parte dei progetti nei grafici e nelle foto d'epoca, il libro è arricchito dalle straordinarie fotografie di Dennis Marsico che fanno vivere le architetture di Terragni insieme ai fruitori in una inedita e umanissima relazione. «Uno dei migliori testi sull'architettura italiana contemporanea». Francesco Tentori «Dopo i convegni, le commemorazioni, i numerosi saggi critici degli ultimi decenni sembrava che su Giuseppe Terragni non ci fosse più nulla da dire. Invece la monografia di Saggio riapre il tema». Bruno Zevi. -
Asili design. Ediz. illustrata
«Fino all'alba dell'attuale millennio, quando si sono diffusi i corsi di laurea in Visual Design, uno dei tratti distintivi della progettazione grafica italiana era una formazione analoga a quella di Peter Behrens, antesignano del Corporate Design, che riduceva la sua biografia, con signorile understatement, a ""Geboren am 14. April 1868 in Hamburg. Im Übrigen Autodidakt"""", nato il 14 aprile 1868 ad Amburgo, per il resto, autodidatta. Nato il 18 febbraio 1963 a Cagliari, Stefano Asili ha conseguito una giovanile laurea in Fisica e in seguito un dottorato in Architettura, ma rientra appieno nel tutto sommato rassicurante mainstream storico nazionale per quanto riguarda la progettazione grafica, una delle rare arti contemporanee, fortunatamente senz'aura e programmaticamente senz'unicità, che manifesta piena realizzazione e tutt'altro che svilimento nella riproduzione meccanica. Confidando come Paul Klee che """"Nur der Schein trügt nicht"""", soltanto l'apparenza non sia ingannevole, negli artefatti grafici di Asili si possono scorgere di tralice, in un gioco tacito tra la mano di chi traccia segni e gli occhi di chi li guarda, sia memorie attive della sua educazione superiore (il fascino per il concerto compositivo, come l'amore per l'alfabeto ambiguo dei numeri e la rigorosa magia della ricorsività), sia bagliori raffinati del retaggio visivo del Novecento razionale, che ha interrogato a lungo, sia eco latenti di altre sue esperienze vitali, dal volo alla vela. Scorrendo l'antologia dei lavori di Asili, una """"scelta di fiori"""" che però inibisce la visuale estesa del terreno e del suo humus, in questo nitido volumetto (""""Pro captu lectoris habent sua fata libelli"""", sosteneva Terenziano Mauro molti secoli fa), si scopre come una primigenia riuscita adesione all'etica spartana della """"minima forma, minimo materiale"""" sia stata temperata col tempo, in specie da una felice e originale sperimentazione di tramature di segni e tessiture di testi, ove si intrecciano motivazioni personali e portati profondi della cultura della Sardegna. Il florilegio degli artefatti si connota in particolare per un fitto dialogo di iconismo sorridente e cromie saporose, espressività frugale e reversibilità sfondi/figure, ambiguità percettiva ed economie segniche; non mancano abili sperimentazioni di immagini coordinate, programmaticamente disciplinate quanto flessibili. Si palesa infine così come la pacata arguzia discorsiva dei dettati visivi di Asili, di frequente accompagnati da un gusto sottile per l'enimma da decrittare in seconda lettura, si associ alla coppia di peculiari tratti pertinenti della progettazione grafica italiana: energia ed eleganza, Verdi e Bodoni - per riprendere la fulminante definizione di Massimo Vignelli.» (Sergio Polano)"" -
Tombini d'Italia. Dal progetto grafico al design del prodotto. Ediz. illustrata
Il tombino è uno dei prodotti più diffusi, ma anche meno approfonditi negli studi di design. Tombini d'Italia attraverso una descrizione completa e una corposa documentazione grafica, si rivolge a un ampio pubblico di lettori, dagli addetti ai lavori agli appassionati di design, con approfondimenti sugli aspetti storici, grafici e progettuali. Una prima parte racconta il ruolo del tombino all'interno delle dinamiche di trasformazioni urbane seguite alla rivoluzione industriale e il rapporto con la cultura progettuale sino ai giorni nostri. La seconda parte presenta un catalogo ""numismatico"""" di 248 pezzi accuratamente ridisegnati, in un'inedita collezione di segni grafici e marchi. Il libro raccoglie infine le immagini di alcuni tra i più importanti fotografi e artisti del Novecento, che hanno utilizzato i tombini per le loro ricerche espressive."" -
La muratura alla romana ed altre murature di fine Ottocento. La casa d'affitto della Roma umbertina
Il libro contiene l'estratto di una tesi di dottorato che nel suo complesso ha indagato le tecniche costruttive di tutti gli elementi architettonico-costruttivi dell'organismo edilizio della casa d'affitto - un tipo molto diffuso nei quartieri romani di espansione di fine dell'Ottocento. Estrapolando dalla trattazione completa il capitolo sull'elemento costruttivo di base, ossia la muratura in elevazione, si pubblicano studi condotti con i metodi della storia delle costruzioni, basati su un riscontro tra rilievi di murature e fonti bibliografiche storiche, che nella tesi rappresentano la base per il successivo approfondimento prestazionale dal punto di vista termo-fisico/energetico. Mirando all'indagine delle prestazioni inerenti alle costruzioni storiche, la presente ricerca è finalizzata a fornire indicazioni per un recupero tecnicamente compatibile e rispettoso dei valori architettonici dei beni storico-culturali. Inoltre si è voluto evidenziare così la rilevanza dello studio al di là dei confini della tesi. La cosiddetta ""muratura alla romana"""", fatta di pietrame di tufo con ricorsi di mattoni, non è stata utilizzata solo per la casa d'affitto. Tale tecnica si ritrova infatti anche in altri tipi edilizi coevi (residenziali, industriali etc).e, con leggere differenze di apparecchiatura, anche in periodi antecedenti e successivi, per esempio nel molto più ricco patrimonio edilizio romano dall'inizio fino alla metà del Novecento. Il denominatore comune delle murature premoderne fino a quelle dei primi decenni del Novecento rimane sempre l'uso dei materiali locali da costruzione (il pietrame di tufo, il mattone e la malta a base di calce e pozzolana), le cui caratteristiche dipendono dalle materie prime naturali, che per secoli sono state estratte intorno alla città.""