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La città di supporto
L'evoluzione della società liberal democratica, nel nuovo millennio, ha sancito la necessità di un cambiamento radicale nelle strategie di ricerca e produzione del benessere. Infatti il welfare state tradizionale, così come le iniziative di libero mercato, non sono più sembrate in grado di garantire l'accessibilità e soddisfare le esigenze emerse con l'atomizzazione della società. Tale condizione ha aperto al diffondersi di pratiche di condivisione in grado di offrire contromisure all'insicurezza sociale, alla crescente precarietà ed alla contrazione del sistema pubblico. A Torino questo cambiamento ha sedimentato sul territorio esperienze in grado di testimoniare nuove connessioni fra i cittadini e di promuovere nuove strutture di supporto al benessere tanto quanto nuovi usi e forme dello spazio: le Case di Quartiere. -
Light and the city. Fabrizio Crisafulli and the RUC students at Roskilde Lysfest-Fabrizio Crisafulli e gli studenti della RUC al festival della luce di Roskilde. Ediz. bilingue
Che relazione c'è tra buio e democrazia? E tra educazione e cosmo? Sono due dei tanti quesiti che questo volume, che mette in relazione tra loro pedagogia, urbanistica, lighting design e performance, pone in maniera più o meno implicita. Il libro riguarda la Lysfest, il ""festival della luce"""" di Roskilde, l'antica capitale danese oggi parte della Grande Copenhagen, svoltosi negli anni 2013-2017, e in particolare il lavoro realizzato nel suo ambito dagli studenti di Performance Design dell'Università di Roskilde (RUC), a contatto con i loro docenti e con gli amministratori della città, fortemente ispirato allo straordinario lavoro con la luce di Fabrizio Crisafulli, l'artista italiano che ha svolto un ruolo-guida nel progetto e realizzato delle opere nel suo ambito: un'esperienza-pilota che ha riunito nel buio, davanti alle installazioni luminose create nella città storica, migliaia di persone; ed ha suscitato la collaborazione tra università e città, e concrete soluzioni di rigenerazione urbana. Un progetto - scrive Joy Mogensen, sindaco di Roskilde negli anni della Lysfest, e poi Ministro della Cultura danese - «creato da precursori che vi hanno fatto convergere conoscenza, visione culturale e dibattito democratico»."" -
Progettare antico pensare contemporaneo. Architetture per l'antico, su l'antico, con l'antico. Due progetti per la città di Kroton
Il titolo del testo è una provocazione. ""Progettare Antico"""" vuole proporre la possibilità/necessità di stabilire un confronto paritetico tra reperti del passato e progetti del presente. Con ciò si vuole affermare l'opportunità non solo di recuperare una continuità tra antico e nuovo, ma di fare in modo che le espressioni costruttive odierne possano riconquistare, proprio dal rapporto con quelle passate, la dignità di Opere: manifestazioni elevate del proprio tempo, meritevoli di permanere nella storia quali testimonianze di civiltà. Il testo ha origine dalla convinzione che, proprio da un rinnovato confronto con il patrimonio storico, l'architettura possa vedere riconosciuta una legittimazione al proprio essere una manifestazione costruttiva rilevante anche del tempo attuale. Un testo che non la veda più relegata nella condizione di un'espressione formale inessenziale e superflua, alienata nei territori di una """"contemporaneità"""" soggetta alla possibilità di essere rimossa e sostituita da espressioni altrettanto inessenziali e superflue, ma parte attiva e propositiva degli scenari di sviluppo delle civiltà future. Introduzione di Orazio Carpenzano."" -
Le dimensioni del tempo. Metasemie tra memorie, strutture, frammenti ...e altre manipolazioni dello spazio
Nella pratica tra pensiero e progetto, siamo spesso chiamati a ricomporre parti, a rileggere frammenti da risignificare e tessere - tra loro - una nuova rete di funzionamenti e di relazioni. L'immagine che si ricompone abbandona i limiti del passato e si fluidifica nella condizione contemporanea, a partire dal tempo che eredita dal presente, senza cancellarne l'accaduto. In queste strutture temporali si rintracciano radici e significati che tengono insieme lo spazio e il tempo. Un multiversum, una visione ""dialettica a più strati"""" composta da differenti """"dislivelli spaziali e temporali"""", regolati da tempi plurali e ritmi della natura, della storia e dell'attività dell'uomo. Alcuni corpi hanno come dote una predisposizione della struttura dello spazio al mutamento: una metamorfosi che si attiva senza stravolgere il senso più profondo originario e senza scardinarne i propri caratteri identitari, come innata propensione alla trasmutazione del corpo, legata alla capacità dello spazio e della materia di accogliere le modificazioni. Rappresentano delle possibili metasemie dello spazio, nel tempo. Questo è il caso dell'ex Monastero benedettino di San Nicolò l'Arena a Catania, nel progetto di Giancarlo De Carlo."" -
Progètto pluràle. Parole e immagini della scuola di architettura di Pescara
Esiste un terreno comune a tutti i corsi di composizione e progettazione attivi nella scuola di architettura di Pescara? Esiste un insieme di opinioni, intenzioni e modalità operative comune a tutti i docenti responsabili di quegli insegnamenti? Nel dubbio che così possa non essere, il presente volume propone una ricognizione nei saperi, nei concetti, nelle immagini e nei progetti di quei docenti stessi, nella convinzione di poter riconoscere una condizione plurale e di potere istituire tale pluralismo come valore. Ma anche nella convinzione di poter intravvedere, tra tutti i materiali raccolti e presentati, aree di coincidenza e sovrapponibilità più o meno estese, o, quanto meno, alcune contiguità. Progetto Plurale, infine, intende fornire agli studenti e a qualunque osservatore interessato una sorta di vademecum pescarese, utile per frequentare i vari corsi di composizione e progettazione con il più alto grado possibile di consapevolezza disciplinare e per avviare una discussione allargata sui temi e sulle questioni delineate. -
Alfredo Lambertucci. Autoritratto di una generazione (1920-1950). Professori di Composizione della Facoltà di Architettura della Sapienza
La serie ""Autoritratto di una generazione (1920-1950). Professori di Composizione della Facoltà di Architettura della Sapienza"""" raccoglie l'elaborazione editoriale di un progetto di ricerca intrapreso alla fine degli anni Novanta da Lucio Barbera con Marta Calzolaretti sulle figure degli architetti che si formarono e insegnarono Composizione Architettonica e Urbana nella Facoltà di Architettura della Sapienza. Utilizzando lo strumento dell'autoritratto (l'intervista autobiografica) o del ritratto (l'intervista agli allievi e ai colleghi), indagando la vita intellettuale e le opere dei maestri intervistati, successori - dunque """"diadochi"""" - dei grandi maestri della prima generazione (Giovannoni, Fasolo, Milani, Magni, Piacentini, ecc.) e della seconda (Muratori, Libera, Quaroni, Ridolfi, ecc.), la collana intende soprattutto restituire una """"folla di figure"""", come si addice alla rappresentazione di una Scuola che voglia tramandare le proprie luci, le proprie ombre alle future generazioni di studiosi e di architetti. Ogni volume della collana comprende, oltre ai saggi critici e alla trascrizione dell'autoritratto del maestro intervistato, anche due suoi progetti e tre suoi testi particolarmente rappresentativi del pensiero e dell'architettura del maestro, selezionati e presentati criticamente dagli autori."" -
Segni urbani. Design della comunicazione visiva e scrittura nello spazio pubblico
Il luogo è il centro di questa riflessione e con questa parola identifichiamo un sito con una precisa identità, sempre riconoscibile, con caratteri che possono essere eterni o mutevoli. Ma il senso di un luogo contiene al suo interno la storia delle proprie trasformazioni che continuamente si intersecano in una sorta di palinsesto, un sistema composto di progressive iscrizioni e cancellature che delineano così le modalità di vita nei luoghi stessi. Ogni intervento operato da parte dell'uomo che sia volto alla preservazione, o alla implementazione dell'ambiente costruito, interviene sul senso stesso del luogo modificando gerarchie di valori, usi e percorsi. Un forma continua di interazione e dipendenza fra spazi e esseri umani, fra soggetti e oggetti, dove non è detto che il soggetto sia sempre l'essere umano e l'oggetto lo spazio, poiché a volte è proprio lo spazio ad agire sull'uomo, imponendo percorsi, suggerendo pratiche e forme di vita, stabilendo valori pragmatici ed economici, ma anche estetici. Attraverso una breve ricognizione storica che mira ad individuare le caratteristiche che da sempre hanno caratterizzato la relazione uomo, città e segni, vengono poste in evidenza le peculiarità e le interdipendenze di questo rapporto attraverso anche l'analisi di alcuni casi studio, emblematici a livello internazionale, opera di progettisti indiscutibilmente autorevoli quali Ruedi Baur e Gordon Young per arrivare alle sperimentazioni locali curate dall'autore nell'ambito dello spazio pubblico. Conversazione con Ruedi e Vera Baur. -
Decoloniare l'urbanistica
Questo libro è un libro, forse, ottimista che prova a riscrivere alcune narrative che oggi definiscono il discorso progettuale occidentale attraverso nuovi miti rivolti alla costruzione di un futuro compassionevole e di coesistenza. Attraverso un discorso costruito collettivamente, a più tracce, il libro riconcettualizza il progetto urbanistico e architettonico nella sua dimensione intima, relazionale, riparativa, amplificando certe possibilità del pensiero spaziale attraverso strategie che suggeriscono un movimento e un'azione animalesca e straniante. In una situazione instabile, quale quella attuale, tali qualità e dimensioni progettuali possono avviare relazioni migliori tra differenze, tra diversi collettivi, soggetti, immaginari. E, infine, favorire una maggiore solidarietà tra forme di vita. Coesistenza, vale a dire progetto dell'intimità radicale. -
Abitare l'opacità. Gli spazi rurali di Borgo Mezzanone
Borgo Mezzanone è un territorio articolato da continue sovrapposizioni. Tra i tracciati regolari della bonifica fascista degli anni trenta, il borgo storico, i campi coltivati, si trova uno degli insediamenti informali più estesi del paese, sicuramente della puglia. Qui l'intensità della presenza dei migranti pone la questione del rapporto tra ruralità, etnicità, conflitto e azione pubblica. Ciò che sostiene corpi, merci, scambi può sembrare privo di qualche forma di ordine, ma non è mai casuale. Genera costellazioni di situazioni ambientali, ecologiche, economiche e sociali specifiche, non semplici da interpretare. Ripensare a questo territorio con un'attitudine progettuale sfida in modo radicale le competenze che possiamo mettere in campo come ricercatori, urbanisti e progettisti. ""Abitare l'opacità"""" apre una discussione nella forma di un testo che raccoglie riflessioni critiche, discorsi, immagini, testimonianze di una forma radicale dell'abitare contemporaneo. Introduzioni di Cristina Bianchetti e Antonio di Campli."" -
Transizioni abitabili tra urbano e rurale. Spazi aperti e linee d'acqua come elementi progettuali strategici
La maglia periurbana dilatata e prossima alla campagna risulta spesso soggetta a logiche di frammentazione, laddove invece il rafforzamento delle dinamiche di ""prossimità"""" dovrebbe scongiurare fenomeni di marginalità e il proliferare di ambiti residuali. Ciò che il volume discute sono i presupposti di un'azione progettuale legata allo spazio aperto e alla presenza di corsi d'acqua, spesso sottovalutati nelle loro potenzialità di riconfigurazione spaziale e ambientale. Considerato nella duplice veste di paesaggio ma anche di """"interno periurbano"""", lo spazio aperto diventa terreno fertile per sperimentare strategie di rigenerazione legate alla ricucitura dei tessuti di relazione - da attuarsi anche attraverso le linee d'acqua - e alla riconfigurazione della loro """"misura"""": la ricerca di una possibile condizione di """"internità"""", declinabile in termini periurbani, si pone tra le azioni imprescindibili per costruire prospettive progettuali anti-fragili. Prefazione di Gabriele Pasqui."" -
L' infrastruttura della città. Il sistema dell'edilizia scolastica a Torino attraverso i suoi modelli
Gli edifici scolastici in Italia hanno un'età media che supera i 50 anni e sono tra le strutture pubbliche più capillarmente diffuse sul territorio. Questo libro propone una lettura della straordinaria infrastruttura esistente nel caso torinese: il racconto delle sue forme, della sua consistenza materiale, della sua distribuzione urbana è una delle condizioni per supportarne la rigenerazione. -
Mi hai lasciato senza fiato. Racconto illustrato tra design e scenari anfibi. Ediz. a colori
Oggi è il trentuno ottobre duemilacinquanta. In una metropoli affacciata sul mare, nel palazzo avvolto dal verde verticale di mandarini e oleandri, si festeggia il compleanno di Fibio Montidoro. -
Strade di città. Letture interpretative dello spazio del tra nella città occidentale
La strada è quell'elemento urbano in grado di contenere la qualità, l'essenza e l'aura di un luogo: parti distinte tenute insieme da una philía, quel legame che si esplicita nelle forme fisiche e immateriali, negli spazi del tra. Studi e ricerche - condotti nel dibattito architettonico della seconda metà del Novecento - hanno tracciato l'articolata evoluzione dello spazio della strada nella città occidentale giungendo a diverse riflessioni teoriche, poi, tradotte nel progetto di architettura. Le osservazioni e i punti di vista raccolti, interpretano le strade di città come sequenze spaziali descritte da permanenze e variazioni, assonanze e oscillazioni: un apparente caos urbano che esplicita quella interazione inscindibile tra le forme costruite e gli aspetti sociali e culturali che costituiscono l'ambiente delle città. -
UniverCity. Il campus universitario come esperimento urbano
Le università sono istituzioni chiave nello sviluppo dei territori e giocano un ruolo multiforme rispetto alle comunità che le ospitano. Con una prospettiva di studio che assume la dimensione fisica dei campus universitari come punto di partenza, nel libro sono esplorate le potenzialità del progetto architettonico e urbano come terreno per la discussione collettiva e dispositivo di interfaccia tra i diversi interessi e attori in gioco nei processi di trasformazione urbana. -
Il palazzo del Ministero della Pubblica Istruzione
Il presente volume raccoglie gli esiti del progetto di aggiornamento degli studi sul palazzo che ospita a Roma il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca: una nuova impresa editoriale finalizzata ad aggiornare e incrementare quanto si conosceva della storia e del percorso ideativo del palazzo, opera di uno degli architetti-ingegneri più attivi e di fama dell'Italia del primo Novecento: Cesare Bazzani (1873-1939). I saggi che compongono il volume sviluppano tematiche che costituiscono tappe di un percorso finalizzato a indagare l'edificio nel suo contesto storico, urbano, stilistico, partendo da questioni a largo raggio, per poi affrontare aspetti specifici. Presentazione di Orazio Carpenzano. Introduzione e curatela di Nicola Santopuoli. Saggi di: Clementina Barucci, Orazio Carpenzano; Federico Cinquepalmi; Anna Irene Del Monaco; Paolo Marcoaldi; Federica Nava; Nicola Santopuoli; Luigi Sorrentino. Schede di Rossella Leone. Tavole di Valentina Mancini. -
The affective city. Vol. 2: Abitare il terremoto.
Per capire, era necessario camminare. Lo spazio del terremoto non si vede da lontano, non si vede dall'alto: si avverte solamente quando lo si incontra, in una sorta di impatto frontale. È necessario camminare, andare a cercare lo spazio e poi tornarci, annusare l'aria e ascoltare il movimento del proprio corpo. È necessario guardare ed essere guardati, anche se spesso non c'è nessuno: sono gli edifici stessi, le case svuotate, i terreni incolti, le rovine puntellate ad ospitare gli sguardi. Abbiamo incontrato viventi ma anche spettri, presenze ormai abituate le une alle altre, capaci di coabitare. Non con serenità, perché non c'è nulla di sereno nello spazio del terremoto. Un racconto di atmosfere, di sentimenti incontrati nell'aria, di corpi che si agitano e risuonano, di distruzione e ricostruzione. È la storia dei paesaggi e delle case, delle finestre affacciate al sole e delle rovine, dei cieli sopra il Gran Sasso e anche del nostro sguardo, che ha incrociato quello delle montagne. -
Spazi per il sacro
Lo spazio, più che la forma in sé, deve essere il vettore di un discorso architettonico che non si limiti a descrivere o raffigurare il mistero, ma che sia piuttosto capace di suscitarlo incarnandolo. Uno spazio con queste caratteristiche non è già uno spazio che rappresenta qualcosa ma lo è a tutti gli effetti; esso si realizza con un atto dell'abitare che si fa critico e riflessivo e, come tale, non può compiersi se non attraverso la presenza e l'esperienza. Prefazione di Renato Bocchi. -
Terremoti e strategie di ricostruzione. Il sisma in Centro Italia 2016
I temi che un evento catastrofico come il terremoto chiama in causa sono molteplici e assai complessi. Al di là della fase di emergenza, le questioni coinvolte sono di matrice molto diversa e tra loro fittamente intrecciate: questioni di natura economica, che riguardano la base produttiva, agricola, industriale, commerciale del contesto colpito, e la connessa rete infrastrutturale; questioni di pianificazione urbanistica, dal livello territoriale a quello comunale e dei piani attuativi di singoli comparti edilizi; questioni più strettamente architettoniche, di storia urbana e assetto morfologico, tipologico, formale, che a loro volta necessariamente coinvolgono problemi di ingegneria antisismica e il punto di vista del restauro e della conservazione. Temi insieme teorici e operativi, da far convergere unitariamente nel progetto di ricostruzione, che deve essere realistico e conoscitivamente fondato. il libro raccoglie gli esiti di una pluriennale esperienza di ricerca universitaria avviata dopo il sisma in Centro Italia dell'estate-autunno 2016, con specifiche analisi storico-critiche e relative sperimentazioni progettuali. La prefazione di Giovanni Carbonara arricchisce il volume con considerazioni di respiro teorico generale e di commento ai lavori didattici e di ricerca oggetto della pubblicazione. -
Crash. Peter Eisenman. IUAV Venezia 1986-87. Ediz. italiana e inglese
Peter Eisenman, uno dei più grandi architetti contemporanei, ha insegnato in Italia nel 1986, all'Università IUAV di Venezia. Questo libro, curato dalle sue studentesse Raffaella Laezza e Shuli Beimel, vuole essere testimone lucido di un periodo di grande cambiamento culturale nel progetto di architettura internazionale che trova allo IUAV, nell'anno accademico 1986-87, al corso di Composizione Architettonica III di Peter Eisenman, uno dei momenti più significativi. Venticinque studenti, selezionati dal professore americano, hanno conosciuto un nuovo pensiero e un nuovo metodo progettuale che si confrontava con i concetti di ""time / site / space"""" in modo completamente innovativo. Questo ha provocato in ogni giovane studente un vero e proprio 'crash'. Ma tale 'crash' non era già un'onda inarrestabile, internazionale? Il libro ci invita ad entrare nel pensiero dell'architetto americano che nell'intervista dichiara: «Ho sempre amato l'Italia, la cultura, il cibo, le persone, quindi realizzare questo libro è stato molto importante per me»."" -
What if? Prove di futuro della moda in Italia
Il libro sfida la comprensione dualistica dominante della moda come fantasia al servizio dell'industria e indaga, per la prima volta in Italia, il panorama emergente delle mode sperimentali e speculative, termine con cui si intendono le mode votate più all'indagine e alla conoscenza che al prodotto e che rispondono alla domanda What If? del titolo. Nel volume sono documentati e analizzati gli esiti del ciclo di conversazioni collaborative e del workshop svolti nell'estate del 2020 all'Università luav di Venezia nell'ambito della ricerca Fashion Futuring e delle attività del corso di Laurea magistrale in Arti visive e Moda. Al ciclo hanno preso parte in qualità di relatori fashion designer emergenti e portatori di una visione radicale della moda, curatori, professionisti ed esperti di sostenibilità ambientale, di mode digitali e di intelligenza artificiale. Come la maggior parte delle domande, anche quelle lanciate durante gli incontri di What If? non prevedevano una risposta univoca, lasciando ai partecipanti del workshop, e ai lettori del libro, la possibilità di immaginare la propria risposta.