Sfoglia il Catalogo feltrinelli020
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 501-520 di 10000 Articoli:
-
A Bologna c'era il mare. Foto e parole
Questo libro è una passeggiata. Sotto portici, lungo vicoli, all'ombra di giardini e soffitte, nel sole pieno delle vie e delle piazze di Bologna. Questo libro è un viaggio tra immagini in bianco e nero, ma come tutti i viaggi ha una meta. Ed è a colori. Perciò questo libro è anche una storia. O, se si preferisce, una favola. È un libro fatto di foto e parole. Le prime sono di Paolo Miccoli, fotoreporter di lungo corso per giornali, libri e mostre. Le seconde di Gianluigi Schiavon, giornalista e scrittore, che interpreta le immagini in forma di poesie o racconti in miniatura. Lungo un ideale cammino il lettore-viaggiatore incontrerà così personaggi veri, che si faranno attori per offrire una battuta o un'idea. E indicheranno la strada giusta. Chi legge e guarda ascolterà frammenti di discorsi, inciamperà nei ritagli di vite altrui, li confronterà con i propri ricordi, indovinerà amori e delusioni, rimpianti perduti e speranze rimesse a nuovo, dubbi tramutati in certezze, scoprendo che certe volte il cambio non conviene. Foto e parole possono essere lette assieme o separatamente, a piacimento: chi viaggia è libero. Il libro raccoglie 100 immagini più una, quella della meta. Lungo la strada, per tre volte, comparirà Nettuno in persona a suggerire il traguardo dell'ultima pagina. E ricordare che a Bologna c'era il mare. -
Il portale di luce
Le ragazze, arrivate in una radura, trovarono una capanna: contente che ci fosse qualcuno, entrarono dentro. Che sciocche che erano state, dovevano tornare subito fuori. Un animale di grosse dimensioni si avventò su di loro ululando. Eleanor, arrampicandosi sull’albero per sfuggirgli, mise la mano su una cosa dura e viscida, alzò gli occhi e vide di fronte a sé un teschio con le orbite vuote. Età di lettura: da 9 anni. -
La grata magica
Età di lettura: da 8 anni. -
La mia vita in grembiulino
«Ma pensiamo a questo libro. In tanti anni di Massoneria mi sono accorta di quanti, troppi libri in libreria, nelle biblioteche tutti tristemente uguali che parlano di date, rituali, simbologia, storia della Massoneria che ovviamente non cambia mai e così ci ritroviamo ad avere polvere su libri tutti uguali, noiosi e retorici. Mai nessuno che si metta in gioco parlando della propria esperienza personale massonica. Bene, dal momento che amo le sfide, i confronti e mettermi in gioco, allora… Eccomi qua». (Daniela Bonati) -
Il gioco della sedia
Gustavo Fellini, ""Gus"""" per gli amici, Soldato Biancaneve in rete, ha trent'anni, un cane (Tea) che gli fa da """"sorella, amica, fidanzata, madre, figlia, confidente"""", una fidanzata appena lasciata (e altre innumerevoli storie da dimenticare), una quasi-laurea in Giurisprudenza, un (ex)lavoro come insegnante di tennis per bambini e delle passioni, che prendono spesso le tinte amare delle dipendenze: il poker, Facebook, gli antidepressivi, le droghe, il sesso disincantato e consumato velocemente, tra una partita e l'altra, tra un cambio di """"stato"""" e l'altro. Gus racconta in prima persona le storie delle sue ossessioni quotidiane, drammatiche e divertenti nel contempo, intense, sofferte e grottesche, surreali; le stesse storie che ha scritto su Facebook, sotto forma di note, di stati, condividendo link musicali, pensieri estemporanei e riflessioni profonde sul senso della vita. Si racconta districandosi tra le aspre pieghe dei vizi, del gioco compulsivo, delle scommesse, della ricerca di sensazioni forti e devastanti, ma lo fa con tanta ironia, tra canzoni di De André e Gaber e citazioni dal Piccolo Principe e Johnny Cash."" -
La tenacia
Perché un bambino, adottato da umili contadini rinchiusi in una masseria nella completa ignoranza, ha l'opportunità di andare a scuola e imparare tutto il Sapere? Perché va in giro ben vestito, mentre i suoi genitori vestono abiti stracciati, come gli altri contadini? Come mai queste e altre cose gli vengono concesse dal Marchese, proprietario terriero delle tenute? -
Come il grano a giugno
Come il grano a giugno è la storia di un gruppo di amici. Libero, Anna, Fabio, Davide e Luciano vivono la loro infanzia in provincia, nella Romagna degli anni Trenta. Per loro i venti di guerra che già si addensano sull'Europa sono lontani. La loro guerra personale è legata ai giochi dell'infanzia e alla piccola realtà di paese che li circonda. Crescendo, la vita li allontanerà. La guerra, quella vera, vedrà gli amici di un tempo combattere su fronti opposti. Per un beffardo gioco del destino, tutto finisce nei luoghi della loro infanzia, tra le macerie di una nazione devastata. Un'epica sommessa, che nasce da cose semplici, da vicende comuni, nella quale ogni personaggio assurge a un ruolo emblematico, quasi simbolico. I personaggi del romanzo sono di fantasia, ma sono ispirati a persone realmente esistite e le vicende di ognuno sono il frutto di un'appassionata ricerca storica dell'autore, che qui ci presenta un'affascinante epopea italiana, di guerra, di amicizia, di amore, dallo spiccato taglio cinematografico. -
Le avanguardie del romanzo. Un dialogo tra Italia e Francia
Questo non è solo uno studio molto approfondito sui rapporti tra la narrativa sperimentale italiana degli anni Sessanta, il Nouveau Roman francese e il Gruppo 63, che nel 2013 festeggia il suo ""mezzo secolo"""". È anche un saggio altamente """"creativo"""", in quanto Francesca Falchieri è convinta che ogni critico letterario, come lei, sia soprattutto uno scrittore. Così, Falchieri vede il Romanzo come una persona, sì, proprio un uomo sempre «indeciso», che non sa scegliere fra tradizione e avanguardia, e il cui cammino accidentato dà logica e senso a ogni capitolo di questo lavoro. Si tratta poi di un saggio un po' """"rosa"""", perché frutto dell'amore platonico, forse non corrisposto (non si sa), della sua autrice per un uomo, simbolo del suo grandissimo amore per la scrittura, la letteratura e, prima di tutto, la Parola. Infatti, con un ludismo verbale tipico della Neoavanguardia italiana, ampiamente trattata in questo libro, Francesca afferma, in una delle lettere riportate all'inizio del volume e scritte al suo amato professore: «Dio è Parola, il mio vero nume, veicolo di contenuti spirituali. Sì, Dio è Parola: come tutti sanno, in principio era non il """"Verri"""" [""""il Verri"""" è la nota rivista dei primi sperimentali italiani, alla quale è dedicato un capitolo di questo libro], ma il Verbo»."" -
Conosco un posticino
Un viaggio tra storie e tortellini, borghi antichi e tagliatelle. Percorsi culinari attraverso luoghi insoliti e personaggi curiosi. Per conoscere posti dove si mangia bene e si spende poco (forse). «È un libro sulla buona cucina, ma non è un ricettario. Segnala dei locali dove andare a mangiare, ma non è una ""guida ai ristoranti"""". Narra di paesi, aneddoti e battaglie storiche, ma non è una guida turistica. Parla un po' di me, ma anche di personaggi immaginari che trovano nella tavola il gusto di vivere. Sapori che legano ad un filo invisibile eventi, fatti e curiosità su luoghi insoliti, nascosti, a volte semisconosciuti, a volte banali, e dei loro migliori punti di ristorazione». Affondo la forchetta nella carne succosa, ma ben rosolata, e prima di portarla alla bocca provvedo a raccogliere un ciuffo di rucola: """"Sarebbe bello riunire in un libro tutti i buoni posti che ho frequentato finora..."""" Sto ancora masticando il tenero manzo che mi allungo verso il vassoio dei contorni ad agguantare una grossa fetta di melanzana alla griglia. La alzo e una perla d'olio d'oliva scende dalla fetta e cade nel piatto: """"...però non la solita banale guida dei ristoranti..."""" Dal cestino di fronte a me prendo e spezzo un triangolo di piadina, morbida e ancora calda: """"...e neanche un ricettario. Casomai racconti che parlano dei luoghi e delle curiosità legate ai locali..."""" Dalla caraffa il vino rosso scende nel bicchiere, fluido, corposo e profumato: """"...e devo ricordarmi di mettere anche questo ristorante!"""""" -
Piccole varianti sulla fine di un amore
Piccole varianti è un romanzo di speranza. Non sembra quando si viene in contatto con il dolore e il rimpianto di Sarah, ma, pian piano, impariamo con lei come si sopravvive, dopo la fine di qualcosa che si credeva eterno e immutabile. Tante piccole ipotesi, tante varianti differenti, altri amori, viaggi, la volontaria reclusione, l'analisi, e, infine, la musica e l'osservazione delle confluenze dei fiumi con l'acqua che si mischia e procede inesorabile. Questo permetterà alla protagonista di non soccombere. Sarah, che non credeva di potercela fare, Sarah che non riesce a dimenticare quando lui la strinse a sé nell'albergo di Milano, quando si sentì unita a lui come non mai, Sarah che voleva morire col suo amore, Sarah che torna nella stessa città con temeraria tenacia, pian piano ritrova il controllo della sua vita, e ci trasmette un forte messaggio di speranza che ci consente di identificarci nella sua storia. Le sue varianti sono una lezione di coraggio femminile, sono come i brani preferiti di un'ideale playlist da ascoltare in tanti modi, magari dalla fine all'inizio, a seconda dei momenti. -
Partitura per la mia bocca, per la tua pelle
Leonardo e Marie, il desiderio, il bisogno, la passione. Una storia d'amore che si svolge fra la Francia e Zurigo, due persone legate da qualcosa di intimo, segreto e fondamentale, colpi di scena che si svelano all'improvviso. -
Il tempestario
Un gracile tempestario vorrebbe con filtri d'olio rabbonire i mari, tradurre il vento nell'acqua che scolpisce radente, insufflare scirocco nelle ossa, costruire dammusi d'argilla e di sabbia, cupolette a cuscussiera, in veste di luna e marea fecondare uova di ricci negli scogli profondi; sfrega i cerini dei ginocchi su pelle di zolfo per riaccendere passioni dissanguate, ma tutto il sangue ne riperde, come l'emorroissa, in flussi e riflussi, immersioni e affioramenti, metamorfosi animalesche, evocazioni sciamaniche, antiche favole ammutolite e vini inaciditi in otri spellati; la sfolgorante Zisa in rovina è antro dei venti, nel giardino selvatico la menta è folle, ubriaco il basilico, il tempestario si perde in fondo al labirinto saraceno, sullo scoglio più esposto, sulla zattera marcita in balia della tempesta, a mani vuote, anzi squarciate, come da stimmate: nulla sanno trattenere di ciò che le accarezza, neppure la grazia intermittente di parole pronunciate ed ascoltate per la prima e l'ultima volta, formule magiche, preghiere, mozziconi di madrelingua perduta, mai scritta mai salvata, rubacchiata in bocca d'altri, orale e smemorata come il vento – decadimento radioattivo della lingua, di bocca in bocca, di madre in figlia; ma le lingue, come le ossa, durano più dei ricordi. Nella poesia italiana d'oggi, in cui va di moda un cibo scipito fabbricato in pulitissime cucine di città settentrionali, il canzoniere siciliano di Rino Cavasino fa irruzione come un demone in abiti sgargianti... Una poesia portuale, fatta di transiti e miraggi, di cattivi odori e contaminazioni sonore, di percorsi intricati che non possono che perderci... dalla Noterella sul canzoniere di Isacco Turina -
A casa di Yvonne
Yvonne e Serenella, due donne, due età diverse. Nonna e nipote legate da un sentimento che vince il tempo e la malattia. Una, spesso rinchiusa a doppia mandata nella torre dei suoi ricordi, l’altra entrata da poco nelle stanze dell’adolescenza, eppure complici, amiche come due bambine. Condividono l’amore per la danza classica, per la neve, per la Francia. Insieme a loro si muovono tanti personaggi con i propri mondi, le proprie fragilità e passioni. Età di lettura: da 6 anni. -
Ultime notizie dal mondo sparito
La voce narrante, in un dialogo interiore e nello stesso tempo rivolto a una misteriosa figura femminile, è quella dell'ultimo uomo rimasto sulla terra, in un paesaggio urbano surreale e riconoscibile (Bologna) ma svuotato improvvisamente di ogni forma di vita umana e animale a causa di un misterioso evento ""sparente"""". Una proiezione forse dell'ossessione amorosa del protagonista per la sfuggente e misteriosa donna, che è l'altra unica persona rimasta al mondo, e che lui continua a desiderare dopo un fuggevole approccio sentimentale, subito trasformato da lei in tiepida amicizia ma rimasto drammaticamente irrisolto. Lui è un uomo complicato e contraddittorio, è animato da pulsioni sadiche che nel precedente contesto """"sociale"""" usava in un innocente gioco erotico con donne consenzienti; ora invece, caduta ogni forma di etica e di controllo, usa il sadismo istintivamente come unico strumento per farsi """"sentire"""" da lei, che anche nel nuovo scenario rimane lontana e ostile, come se questo atteggiamento la facesse restare legata a un """"prima"""" dal quale non vuole staccarsi. I due si muovono in asincrono, seppure insieme, nel deserto improvviso che si è creato: l'uomo accogliendo la nuova realtà con pratico realismo e concentrando le proprie aspettative e attenzioni sulla ragazza, la donna continuando a rifiutare ciò che è accaduto e a volersi muovere per esplorare il mondo alla ricerca di altri sopravvissuti o di perpetui """"altrove"""". La tensione degli opposti che si instaura tra i due sopravvissuti fa sì che succedano eventi e si sviluppini situazioni imprevedibili."" -
Solitario bolognese. La luna e la neve e altri racconti
Solitario bolognese è un libro di racconti, un campionario di storie di uomini bolognesi, di solitudini che si aggirano per la città cercando di sopravvivere ai propri errori, al proprio destino. Uomini qualunque in una Bologna affascinante, surreale e ricca di contraddizioni e lati oscuri. Racconti brevi affilati, taglienti, che ci riportano uno spaccato preciso di una certa miseria umana quotidiana: il momento esatto del fallimento, della caduta, della debolezza, del rimpianto, del rammarico della vita di ogni giorno, sempre a un passo dal fatale sbaglio, dalla scelta che cambierà irrimediabilmente la vita dei protagonisti. Sono ritratti di vita famigliare, alle prese con il lavoro, le riunioni scolastiche, le cene tra amici, nuovi innamoramenti e infatuazioni, e tante frustrazioni in ogni ambito privato e sociale. Fagnoni, abilissimo nella narrazione breve, ha una scrittura asciutta, esatta, minimalista, onirica e realistica al contempo, raccoglie in questo libro delle indimenticabili short stories che rientrano nella migliore tradizione di questo genere letterario. -
Il mio nome è Giovanni
Un passato apparentemente dimenticato è tornato. Da quel momento la vita di Giovanni, ex killer delle Brigate rosse, ne è stravolta. Un racconto che scende fin nel più profondo dell'animo umano per catapultare l'uomo in una dimensione a lui sconosciuta. Un conflitto interiore che si snoda fra amore per la famiglia e desiderio profondo di espiare le proprie colpe. Un conflitto dove, apparentemente, non vi sono né vinti né vincitori. Un conflitto che può essere risolto solo con l'aiuto di quell'ex magistrato che avrebbe dovuto essere la sua nona vittima. Giovanni Salvini era nato alla periferia di Genova il 7 febbraio del 1953, ma non era quello il passato da nascondere. In quel suo passato, che apparteneva solo a lui, non c'era una data o un luogo di nascita, non c'era neppure un nome o cognome: tutti lo conoscevano solo come ""Giano"""", anzi, per la precisione """"compagno Giano""""."" -
Il problema dell'umorismo in Pirandello
A cavallo tra Ottocento e Novecento, si assiste ad una improvvisa fioritura di riflessioni sul comico: un difficile, insondato aspetto dell'uomo e dell'arte (è del 1900 ""Il Riso di Bergson""""; del 1905 """"Il motto di spirito di Freud"""" e del 1908 """"L'umorismo di Pirandello""""). L'umorismo è la forma essenziale attraverso cui Pirandello vuole tradurre la sua visione della condizione umana nelle sue opere. Miccichè ne tratta il problematicismo, caratteristico del """"moderno"""", esaminando il saggio """"L'umorism""""o e confrontandolo con le precedenti opere di Pirandello, a partire dal 1896, in particolare """"Il fu Mattia Pascal"""" del 1904, il più significativo per l'analisi dei concetti di umorismo e disgregazione della personalità. Pirandello svolge la sua teoria dell'umorismo come forma tipica particolarmente significativa di un momento di crisi, in cui gli antichi ideali sono crollati e si è sospesi fra vecchio e nuovo. L'umorismo nasce proprio da scissione, contrasto, ambivalenza, doppio, contraddizione, frantumazione, bifrontismo di riso e di pianto. Molti gli aspetti e i temi trattati in questo saggio (tra cui il rapporto Pirandello-Freud) in relazione al clima letterario e intellettuale di inizio Novecento in Italia e in Europa."" -
Cercando la parola... si trovano i pensieri
La vita nettare di miele se ami l'ape se ami veramente: conchiglia che risucchia il mare per poi chiudere le sue valve ad una sola perla! «Mallarmé sosteneva che non è con le idee che si scrivono poesie ma con le parole. Una parola poetica che illumina, condensa e abbrevia, la parola che prende forma da una profondità e un'energia interna che come un vulcano esplode, trasformandosi quasi involontariamente in pensieri e parole d'amore, che riaffiorano come ""fantasmi di ieri ancora vivi"""" (cit. dalla poesia """"Tutto un mondo""""). E' con questa premessa che si dovrebbero leggere le poesie di Francesca, perché riflettono le nostre ombre, le nostre luci, il nostro amore»."" -
L'inferno dantesco. Ediz. illustrata
«L'Inferno dantesco ha sempre rappresentato per me una grande tentazione. Alcuni dei personaggi, confinati dal sommo poeta in quel luogo di disperazione, escono dai versi con una tale forza espressiva da apparire reali, tangibili, tali da indurmi a tradurli subito in immagine, in un disegno. Penso ai vituperati ""ignavi"""", esclusi persino dal regno dei dannati """"ch'alcuna gloria i rei avrebber d'elli"""", condannati a rincorrere un'insegna bianca, punti da vespe e mosconi; penso a Paolo e Francesca, trasportati nel vortice della bufera di fuoco assieme agli altri lussuriosi, ma pur sempre teneri amanti, avvinghiati quasi in una danza """"e paion sì al vento esser leggieri""""; penso alla stoicità di Farinata degli Uberti, che si alza imperioso, incurante delle fiamme che lo tormentano """"com'avesse l'inferno in gran dispitto""""; alla ferocia del Conte Ugolino, che rode con rabbia il cranio di colui che lo ha fatto morire di fame nella torre assieme ai suoi figli, """"la bocca sollevò dal fiero pasto"""". Penso al """"contrappasso"""" esemplare di certi peccatori: come gli indovini, che hanno la testa rivolta all'indietro; gli scismatici, che vengono fatti a pezzi a colpi di scure, perché in vita hanno creato divisioni nelle loro religioni; gli avari e i prodighi, che rotolano enormi massi (i loro averi) gli uni contro gli altri, poi , quando si incontrano, si accusano a vicenda """"perché tieni?"""" e """"perché burli?"""" e tornano indietro ripetendo la loro inutile fatica; gli ipocriti, confinati sotto pesantissime cappe di piombo """"che Federigo le mettea di paglia"""". Penso infine ai """"gestori"""" del regno dei dannati, mostruosi e crudeli: Caronte """"con occhi di bragia"""", il quale """"batte col remo qualunque s'adagia""""; Minosse """"stavvi Minòs orribilmente, e ringhia""""; Cerbero """"fiera crudele e diversa, con tre gole caninamente latra""""; il Minotauro """"l'infamia di Creti""""; Gerione """"quella sozza imagine di froda""""; infine Lucifero, imprigionato dal ghiaccio di Cocito, maestoso nella sua drammaticità. Da tanti anni quindi ho rappresentato queste ed altre immagini dell'Inferno di Dante, usando il disegno a china, perché ritenevo il bianco e nero più adatto a tradurre la crudezza dell'ambiente e dei vari personaggi. Soltanto adesso mi sono risolto a riunire le mie opere in un unico volume, scegliendo anche i versi che ritenevo più forti e adatti alle varie situazioni»."" -
I segnati
Il libro si sviluppa sullo sfondo cupo dell'Appennino, sprigionandosi dalla terra che ribolle di vapori della ""Romagna toscana"""", dove si consuma una catena di omicidi misteriosi. La narratrice, con tono asciutto e lapidario, guida il lettore alla scoperta degli intrighi e dei segreti dei personaggi che popolano l'ambiente delle terme e introduce il lettore alla sua ossessione per i """"segnati"""". Abbandonandosi al gusto dell'investigazione, tramite le riflessioni e i dialoghi con un improbabile commissario di polizia dal nome altrettanto improbabile, accompagna il lettore lungo una serie di piste alternative, finché il commissario, spesso stigmatizzato per l'inettitudine, rivela un intuito da """"detective"""" di razza e giunge alla soluzione del caso. Ma qualcosa sfugge ancora al lettore: un particolare dagli inquietanti risvolti psicologici, che verrà chiarito con un colpo di scena nell'ultima pagina del libro.""