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Pasolini, amore senza fine
«""Pasolini Amore senza fine"""" è il secondo approccio oggettivo (si badi alla parola: """"oggettivo""""), in carta stampata, alla figura del celebre scandalista (parola nuova derivata dal sostantivo """"scandalo"""" (""""che scandalo!"""") cinematografaro degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, divenuto tristemente famoso, per aver comprato a metà degli anni Cinquanta un romanzo verista da un Coatto di Genio. Pasolini si diceva """"sperto"""" (uomo d'esperienza, di furbizia) in alcune altre cosucce, la poesia, per esempio (era un poeta? macché!). In vero, nel descrivere Pasolini, una reale oggettività si è avuta al cinema, in quel cinema italiano, che è luce sempre più fioca, che bisognerebbe cionondimeno preservare (...)» (dalla premessa)"" -
Aldo Moro. Alle radici del centro-sinistra. Discorso al Congresso di Napoli
Oggetto di questo libro è certo uno dei più importanti interventi politici di tutta quella che è stata definita la Prima Repubblica. È il discorso che sostanzialmente dà l’avvio al centrosinistra di governo in Italia pur essendo ancora nel pieno della Guerra Fredda. Ma è anche un metodo, tipico proprio di Aldo Moro anche se non solo suo, che ha nell’argomentazione e nel tentativo del convincimento il proprio peculiare carattere. Con dovizia di spiegazioni, non lesinando parole, verbi, aggettivi. E gli incisi, quelle frasi poste fra due virgole che tendono a sottolineare alcuni aspetti, a motivare alcune apparenti contraddizioni, a tranquillizzare l’ascoltatore via via preoccupato dal procedere della riflessione, insomma quella caratteristica della lingua italiana che la rende così affascinante ma anche, spesso, oscura per chi non è uno specialista del ramo di cui tratta il relatore. -
Il libro di tutti e di nessun. Elena Ferrante, un ritratto delle italiane del XX secolo
Fenomeno tutto italiano ma diventato presto mondiale, l’opera di Elena Ferrante – autrice “invisibile” eppure sempre più presente nel dibattito culturale e letterario – rivela un universo complesso che mescola tradizione ed ipermodernità, realismo e immaginazione. Lavorando sulle relazioni e sulle sfumature, sul dicibile e l’indicibile delle vite dei suoi personaggi – soprattutto quelli femminili – sulla lingua e le architetture concrete e simboliche dei suoi romanzi, Ferrante ha trascinato la produzione letteraria italiana a firma femminile fuori da un cono d’ombra mettendola al centro della scena. Questa monografia – un lavoro critico utile per studiosi e appassionati, ma anche per semplici lettori e lettrici – segue i temi, le trame e il linguaggio dei romanzi, dall’Amore molesto alla quadrilogia dell’""Amica geniale"""" – anche in versione serial TV – e ancora fino al recentissimo """"La vita bugiarda degli adulti"""". Basato su un ricchissimo apparato bibliografico italiano e internazionale, e senza trascurare anche interviste e testi non narrativi di Ferrante, il volume ha il respiro e lo spessore sia di una accurata messa a punto del dibattito critico su un’autrice e i suoi testi, sia delle ragioni di un successo senza precedenti."" -
Autopsia di una felicità mancata
Un’autopsia senza cadavere, questo è l’inusuale incarico che Arianna D., anatomopatologa alle soglie della pensione vede affidarsi da Giovanna Docra, antropologa di 47 anni, trasferitasi a Stoccolma, con marito e due figli gemelli, in cerca di realizzazione professionale. Si tratta d’indagare quel “qualcosa” che Giovanna sente sia morto a causa di una mancata storia d’amore con un giovane svedese, innesco della propria crisi esistenziale. L’autopsia è svolta con strumenti della biblioteca anziché con quelli consueti del gabinetto medico legale. In un doppio io narrante, è di Giovanna la cronaca dei fatti amorosi che Arianna mette a verbale mentre è quest’ultima che racconta la relazione che si sviluppa tra le due donne. La dettagliata ricostruzione delle vicende impone alla verbalizzante la stessa discesa agli inferi e spasmodica risalita vissute da Giovanna, come in un vero e proprio rito iniziatico. Le 15 settimane di ascolto sempre più partecipato sfociano in una sorellanza grazie alla quale Arianna individua il bandolo della matassa che le consentirà di stendere il rapporto autoptico finale. Identità della vittima, circostanze e cause della morte – in un colpo di scena – trasformano l’autopsia in una sorta di manovra ostetrica aprendo a una rinascita. È un romanzo che parla d’amore e di come la nostra civiltà abbia preteso di normarlo. Parla di lingua e linguaggi, di confini e sconfinamento tra nazioni, culture, età, convenzioni sociali e stagioni della vita. Ma anche tra razionalità e follia. -
Il verde orizzonte s'infiamma
Nove racconti come tasselli di un puzzle che compongono una narrazione che ha il sapore dell'inattualità, del fuori tempo massimo, “vintage” appunto. Perché l'americano David, uno dei due principali protagonisti di questa storia, è un quarantenne professore americano pieno di domande, che decide di trascorre il suo anno sabbatico in Italia nei mesi subito successivi alla caduta del Muro di Berlino. È lui il filo rosso di vicende scandite da una colonna sonora che predilige il blues e in cui si intrecciano le vite, i dubbi e le speranze di una generazione sospesa tra un prima e un dopo l'89. Il titolo Verso Ovest il verde orizzonte s'infiamma, è una citazione dal Pierrot Lunaire di Schönberg. Il Pierrot, infatti, è un'apparizione che si manifesta inaspettata all'inizio e, continuamente inseguita e sognata, ritorna alla fine del libro: figura simbolica in un'epoca della vita in cui un gruppo di quarantenni si trova in bilico tra due mondi e tra le loro riconfigurazioni geopolitiche, tra gli ideali della prima giovinezza e le ambizioni della maturità, tra l'amore reale e quello sognato, tra chi è un puro esteta e chi invece la bellezza non si limita a osservarla, ma la produce. -
L'albergo o Del delitto perfetto
Non è per trovare il divertimento sfrenato. E nemmeno per il lusso. In quell'albergo di montagna si va per riposare. Per la tranquillità. O anche per allontanarsi da qualcosa come il professore, o da qualcuno come il signor Scotti, che va e viene dal paese due volte al giorno, “per affari” dice lui, ma nessuno ci crede. L'albergo non è luogo di novità, ma di routine; e quando ci si abitua a una routine, è facile perdere l'equilibrio di fronte all'arrivo di un nuovo ospite: soprattutto se giovanissimo. E affascinante. E appena colpito da un lutto gravissimo. Samantha Lucetti – donna alle porte della mezz'età che gestisce l'albergo di famiglia insieme a suo marito Umberto e che ne ha viste e sentite di tutti i colori in tanti anni di attività, finisce per invaghirsene; ma ben presto comincia a nutrire i primi sospetti: perché l'uomo non solo sembra essere diverso da quel che vorrebbe far credere, ma pare abbia un talento naturale per ferire chi gli si avvicina oltre il limite di guardia. Come fermarsi prima di arrivare al punto di non ritorno? “L'albergo”, romanzo noir la cui storia si muove tra investigazioni private, sottrazione di fascicoli riservati, patti stretti con delinquenti abituali e uomini e donne disposti a fare tutto ciò che è necessario, affronta il tema della violenza psicologica di genere e della manipolazione affettiva, mettendo in luce che l'amore che uccide non è amore. E che la parola – detta, gridata, suggerita – può essere un'arma. E delle più affilate. -
Altre strade. Itinerari sulle strade bianche fra Lazio, Umbria e Toscana. Storie di resistenza rurale
Tre itinerari da percorrere in macchina e a piedi nel territorio compreso tra l’Alto Lazio, la Bassa Toscana e l’Umbria Occidentale, in un’area dove i confini si percepiscono solo dalle tabelle lungo le strade o dalle carte geografiche. Itinerari da percorrere attraverso strade poco conosciute... e se qualche volta vi perdete prendetela bene... tornando indietro tutto assume un altro aspetto. Itinerari da percorrere parlando con chi incontrate, vi squadreranno un po’ all’inizio ma poi cominceranno a raccontarvi leggende di quei luoghi. Itinerari con inconvenienti: la polvere d’estate, il fango d’inverno, le buche, il fondo difettoso, ma tutti inconvenienti che hanno un infallibile rimedio: andare piano. Andando piano non si alza polvere, si schizza poco fango, si evitano le buche, ma soprattutto ci si guarda intorno. Avvicinarsi, contaminarsi, percorrere con empatia e curiosità i tracciati suggeriti, godere da vicino e con lentezza di colori e panorami, conoscere i “resistenti”, gli attori dell’affresco, per sperare che, amandolo, si possa anche noi continuare a salvare questo angolo di mondo e, con esso, il mondo intero. A ogni itinerario è associata una playlist di canzoni che sembrano fatte apposta per i paesaggi che attraversiamo; potete utilizzare queste playlist o organizzarvene una vostra, ma un po’ di musica in sottofondo ci sta sempre bene. -
Prima e dopo. La street art romana e il Coronavirus
Dal poster di Harry Greb con la famiglia in gabbia osservata da un panda, diventato un po' l'emblema del lungo periodo di isolamento, al murale di Tom & Jerry sulla distanza sociale realizzato da Maupal, nella sua Borgo Pio. E poi Laika e la solidarietà con la comunità cinese, le aste di beneficienza, le mascherine, i lavori rimasti a metà. C'è un prima e un dopo nei racconti che emergono dai muri di Roma, prima e dopo la pandemia con gli artisti a creare nelle case, senza fermarsi mai. E c'è un prima e dopo anche per molti lavori cancellati repentinamente perché considerati offensivi: alcune opere di Tvboy, Maupal e Sirante. Perché l'arte urbana ha colto la confusione politica e l'incertezza di un periodo storico raccontandolo in modo incisivo. -
Ascolta nel vento. The Rokes
«Sono passati cinquant'anni dallo scioglimento dei Rokes, ma il loro ricordo continua a essere sempre molto presente nella memoria collettiva del nostro Paese. Basta un'apparizione in televisione di Shel Shapiro per far riemergere dai ricordi ciò che significavano i Rokes per gli adolescenti degli anni Sessanta e per quanti dopo di loro continuarono a scoprire e ad apprezzare la loro musica. Significavano capelli lunghi, chitarre a freccia, una lingua italiana irresistibilmente piegata all'accento anglosassone, dischi in classifica, Piper Club, televisione in bianco e nero e caroselli pubblicitari. Insomma, una perfetta icona pop degli anni Sessanta e non a caso all'inizio del nuovo decennio si sciolsero, quasi volessero discretamente abbandonare una scena musicale che forse cominciavano a sentire non più consona al loro modo di essere artisti, per lasciare il posto ad altre canzoni, ad altre musiche, ad altri protagonisti. Ma quella scena musicale non l'hanno in realtà mai lasciata, non solo perché Shel Shapiro, il loro leader, continua a calcare i palcoscenici italiani dopo essere stato per tre decenni un autore e produttore discografico di grande successo. Ma anche perché, immancabilmente, alla radio ogni tanto spunta l'inconfondibile frase iniziale di chitarra elettrica di C'è una strana espressione nei tuoi occhi o il ritornello di Bisogna saper perdere, e visto che questo succede ormai da molto tempo, forse è arrivato il momento, visto che nessuno ancora lo ha fatto, di raccontare la storia di quei dischi, di quelle canzoni, di quelle chitarre. Attraverso l'analisi di tutti i 45 e 33 giri realizzati dal gruppo ;con la riproduzione di tutte le copertine), delle pubblicazioni effettuate dopo il loro scioglimento, dei numerosi inediti sparsi qua e là e soprattutto attraverso le testimonianze dei quattro componenti dei Rokes - Johnny Charlton, Bobby Posner, Shel Shapiro Mike Shepstone rese in prima persona oppure estrapolate dai libri e dalle interviste pubblicate in tutti questi anni.» (Francesco Coniglio) -
Automi
Gli automi sono tra i pochi manufatti costruiti dall’uomo capaci di unire in un solo oggetto il talento artistico, l’inventiva dell’ingegno e un movimento programmabile, prevedibile e controllabile. Automi è il primo libro completo su questo argomento edito in Italia, e ripercorre la storia di queste invenzioni e dei loro autori, dall'Egitto dei Tolomei ai nostri giorni, con una descrizione dettagliata di vari progetti. Agli automi sono state affidate, nel corso del tempo, funzioni diverse: così, oltre che per intrattenere un pubblico, gli automi sono stati usati per fare, come si direbbe oggi, ricerca e sviluppo in ambito naturalistico, per misurare il tempo in modo condiviso, per sperimentare la meccanica e la pneumatica, per personificare gli dei, per fare musica, per mescere bevande, per predire gli spostamenti degli astri, per mettere in movimento scene teatrali, attori e a volte il teatro stesso, per imitare il verso degli animali, per dar vita ai simboli del potere laico e religioso, per spaventare e intimorire un pubblico, per consolare un re intristito o per regalargli dei fiori, per rallegrare un giardino o una tavola principesca, per servire il tè, per offrire un dono pregiato a un sultano, per studiare strumenti e protesi ortopediche, per contribuire ad affermare l’idea di scienza, per sperimentare la programmazione e il controllo delle macchine, per costruire gioielli meccanici, per fare arte, per insegnare letteratura e meccanica e in ultimo, ma non per importanza, per ironizzare, fantasticare e giocare. Prefazione Eugenio Lo Sardo. -
Il reportage. Vol. 43
Trimestrale di scrittura, giornalismo e fotografia. -
Senza aprir bocca. Il dizionario dei gesti-Gesture dictionary-Dictionnaire des gestes. Ediz. illustrata
Il libro vuole raccogliere quanti più gesti possibili. È questa la sua missione. Documenta con immagini e racconti come questi gesti si usano nel quotidiano, come variano, quanti ce ne sono per dire un’unica cosa, perché si fanno in quel modo. 329 gesti totali, tra gesti “normali” e una parte volgare a luci rosse. E ce ne sarebbero ancora altri... Introduzione di Arianna Lodeserto. -
Leggendaria. Vol. 143: Mixtopia
Ancora un numero di 100 pagine per riprendere le fila di molti discorsi in un autunno che si annuncia pieno di incertezze: col fiato sospeso per la riapertura delle scuole, il bilancio giornaliero dei contagi da coronavirus in Italia ma anche in Europa e nel mondo, le incombenti difficoltà economiche annunciate da più parti, l'attesa per gli esiti delle elezioni presidenziali di novembre negli Stati Uniti, che molto ci riguardano e le molte contorsioni sulla scena politica italiana, che a brevissimo dovrà fare i conti anche con le elezioni in alcune regioni abbinate al referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari. E intanto le donne bielorusse vestite di bianco sfilano per le strade di Minsk contro una ormai intollerabile dittatura. Tutti temi di stringente attualità. -
Nathan. Il sindaco di Roma dalla parte del popolo
"Non c'è trippa per gatti"""" è uno degli aneddoti legati alle gesta di Ernesto Nathan. Un libro che racconta uno dei più prestigiosi sindaci di Roma, che agli inizi del Novecento, nonostante le forti resistenze della nobiltà romana e del Vaticano, ipotizzò e realizzò importanti cambiamenti nella città, stimolando anche un piano regolatore che avrebbe concorso a mutare il volto di Roma, di cui ancora oggi, quartieri come San Saba e Prati, ce ne danno un'idea. In un'epoca in cui la capitale d'Italia sembra affondare nel degrado, in cui il traffico deve fare i conti con vie rese difficili da un asfalto con continue buche e avallamenti, marciapiedi dissestati, in cui l'incuria ha fatto sì che siano a rischio anche gli alberi e in genere il verde, riscoprire il sindaco ebreo e massone, inglese di nascita, fautore della scolarizzazione, convinto della necessità di dare casa agli strati meno ricchi della popolazione, può ricordare a tutti che una città altra è possibile. Nel centenario della sua morte ricordiamo il divulgatore di Giuseppe Mazzini, ma anche l'uomo che sapeva guardare al futuro e che lavorava per una grande capitale, aperta a chi avesse volontà di impegnarsi per la sua vivibilità, senza chiusure preconcette." -
Gli anni diversi
La generazione di coloro che sono stati “concepiti in guerra e partoriti nella pace” testimonia dei cambiamenti forse più rapidi e spettacolari dell'Italia post-bellica. Questo memoir di Alessandra Marzola racconta solo i primi 13 anni della sua vita ma lo fa in modo straordinario, calandosi in un sé bambina e poi adolescente con la freschezza, le incertezze e gli interrogativi di cui sono portatori i figli e le figlie di famiglie passate faticosamente negli anni di guerra e nel primo periodo della ricostruzione. Il racconto di ferma alle soglie del boom economico che negli anni Sessanta avrebbe investito l'Italia. La datazione non è casuale: il 1959 è l'anno della morte del padre, quello che per l'autrice segna un prima e un dopo. Ma intanto la narrazione cresce nel tempo, dall'ingenuità di una bambina che poco comprende non solo di cosa sta accadendo nel Paese ma anche delle dinamiche complesse e a volte molto faticose della sua grande famiglia, fino alla maggiore consapevolezza che le fornisce l'accumulo dei tasselli costituiti da frammenti di ricordi, storie riportate, testimonianze casuali e incomplete. Milano è sullo sfondo, colta nelle sue rapide trasformazioni, protagonista e scenario di un racconto coinvolgente e commovente che, nella minuzia dei particolari, nei piccoli eventi e nelle emozioni, trova un suo significato storico e universale. -
Una guida all'architettura organica. Ediz. italiana e inglese
«Che cosa è l'architettura organica? Pur non offrendo una definizione precisa, questa guida prova a dare una risposta analizzando una serie di casi studio e offrendo al lettore un suggestivo apparato di immagini. L'intento non è quello di essere enciclopedici o esaustivi. Piuttosto si è cercato di stimolare una riflessione sui concetti chiave dell'architettura organica, che non sono sintetizzabili nell'opera di un solo architetto o di uno singolo progetto. In particolare, si è voluto evidenziare il fatto che i confini dell'architettura organica non sono limitati a un preciso periodo storico o una specifica area geografica. I principi organici permeano le opere di architetti che hanno operato in contesti culturali differenti e caratterizzano numerosi interventi di ""architetture senza architetti"""". Il lettore informato noterà probabilmente qualche assenza tra i progettisti o i casi studio elencati, ma dovrà convenire sull'utilità del messaggio didattico sprigionato da queste pagine. Da qui l'attenzione verso esempi di edifici costruiti, capaci di esprimere la varietà di significati che si cela dietro un approccio organico all'architettura. Per la generazione di architetti che ha operato nella seconda metà del Novecento, l'architettura organica era sinonimo di Frank Lloyd Wright e delle sue teorie. I seguaci delle idee di Wright hanno poi contribuito ad allargarne l'orizzonte. Tuttavia. l'architettura organica non è uno stile e non impone dogmi. Essa è sostanzialmente un inno all'architettura fatta dall'uomo per l'uomo, concepita come spazio vissuto e in armonia con la natura...» (Giovanni D'Ambrosio, Luca Guido)"" -
Aquilone sulla Garbatella. Una storia nel racconto del grande quartiere di Roma
Questo Aquilone sulla Garbatella. Una storia nel racconto del grande quartiere di Roma, ultimo libro di Adelio Canali, si rivela un'alternanza continua, ben cadenzata tra storia e memoria: la prima per illustrare avvenimenti e personaggi importanti, date fondamentali tra gli anni Trenta e l'immediato dopoguerra; la seconda, invece, per riportare vicende minori, familiari o personali, di uomini, donne della Garbatella nel loro viaggio attraverso la grande storia di quello stesso periodo. Così, l'autore fissa con obiettivo imparziale i vari scenari storici e, al tempo stesso, recupera la memoria più intima delle emozioni, dei sentimenti individuali e collettivi. Addirittura Canali concilia l'affresco della grande storia, quella con la S maiuscola, con la minuta, dettagliata memoria dei tanti commercianti che allora costituivano il tessuto commerciale della Garbatella e rappresentavano un riferimento importante nella vita quotidiana di tante famiglie del quartiere; altrettanto efficacemente, accanto a grandi protagonisti della storia nazionale e romana contro la dittatura fascista, Adelio colloca la narrazione più segreta, personale dei suoi due indimenticabili amici: Maurizio Arena e Giorgio Cecilia, come lui desiderosi di volare verso nuovi spazi con la leggerezza di un colorato aquilone nel cielo del quartiere. -
Ultimo Vangelo di Giuda
Perché Giuda — dopo tanto tempo trascorso insieme e consuetudine — tradì Gesù? Il Vangelo di Giuda ne spiega i motivi. -
I ragazzi della casa del cedro 1920-1946
Una programmista della Rai viene, per caso, in possesso di documenti, fotografie e appunti che un anziano professore ha raccolto durante la sua attività di pubblicista e ricercatore. La donna convince l’insegnante a ricostruire, insieme a lei, le vicende che emergono dal voluminoso materiale per ricavarne uno sceneggiato a puntate. Allo sviluppo del racconto, contribuiscono, occasionalmente altre voci. Sono i Narratori, una sorta di coro che interviene commentando e talvolta aggiungendo ricordi e vicende personali. La storia si svolge in un piccolo centro del viterbese. Nell’arco temporale 1920-1946 microstorie di gente comune si intrecciano con episodi e situazioni che hanno caratterizzato la storia d’Italia e non solo: l’opposizione clandestina a Roma negli anni ‘30, i sistemi di controllo e di repressione della polizia fascista, la guerra d’Etiopia, la guerra civile spagnola, le leggi razziali, la Seconda guerra mondiale, la resistenza jugoslava in Venezia Giulia, l’occupazione tedesca a Roma e nel viterbese, la Liberazione. Fra i personaggi nascono storie d’amore anche tormentate o comunque rese difficili dalle vicende di guerra. Un ruolo fondamentale ricoprono le donne: capiscono le cose istintivamente prima dei loro compagni, fanno scelte coraggiose rispetto ai tempi, si oppongono al fascismo e ai tedeschi, ma si oppongono soprattutto alla guerra, difendendo non solo i propri uomini ma anche tutti gli altri perché difendono la vita e lo fanno con i loro mezzi come Antigone, l’eroina di Sofocle citata più volte nel romanzo. -
Non sono una donna
Francesca è nata con attributi sessuali femminili ma si sente un uomo. I ricordi degli anni trascorsi con i fratelli e gli amici di scuola che ridono di lei perché si veste come un uomo fino a deriderla e a chiamarla gay. Francesca subisce ma non molla: nel corso di tutta la sua vita lei affermerà di essere un uomo nel corpo di una donna. Ma i problemi di Francesca sono soprattutto con le donne di cui si innamora che non vogliono altro che sesso occasionale. Una lunga relazione con una donna a cui non avrà il coraggio di spiegare, per oltre 15 anni, chi è davvero Francesca. E finalmente la forza di andarsene per intraprendere la transizione ormonale e chirurgica, per potersi riconoscere finalmente nel nome e nel corpo di Daniele.