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Cultura dotta e cultura folcrorica nei testi medievali
Gli otto saggi che qui si presentano - nati dalla collaborazione di un gruppo di studiosi di letteratura medievale - sono intesi alla riflessione, oggi ben viva e promettente, sulla formazione e linterazione di alcune delle culture (comportamenti, rappresentazioni, determinazioni dell'immaginario, nel senso inteso da storici come Jacques Le Goff) attive sul territorio europeo nei secoli fra XII e XIV, riflessione condotta mediante l'analisi di un ampio numero di testi letterari. Sono analizzati apporti che sono rintracciabili nella cultura medievale partendo da una base di letteratura romanza (soprattutto francese, di lingua d'oïl e d'oc) estesi verso diverse epoche e per diversi paesi e lingue: dalla relazione con culture-letterature contemporanee di ambito 'bretone' (il mondo del romanzo cortese), germanico (leggende alto-atesine), anglo-sassone (Layamon), orientale (letteratura lirica ed epica), sino alla relazione tra letteratura in volgare e letteratura latina contemporanea (Walter Map). Tali incontri sono osservati nel reperimento di dati in gran parte perduti nel tempo, che le attuali tecniche di ricerca - e certo la passione degli indagatori - (...)'. -
Per Aleksander Naumow. Edizione italiana e slovena. Ediz. critica
"Il presente volume raccoglie ventitré studi in onore di Aleksander Naumow, Professore ordinario di Slavistica all'Università «Ca' Foscari» di Venezia, vera «figura poliedrica», come sottolinea Krassimir Stantchev nel profilo biografico che gli dedica. I ventitré autori - Simonetta Pelusi, Cristiano Diddi, Vittorio Springfield Tomelleri, Alessandro Maria Bruni, Marco Scarpa, Barbara Lomagistro, Maria Chiara Ferro, Lucia Baroni, Francesca Romoli, Margarita Zivova, Giovanna Brogi, Persida Lazarevic Di Giacomo, Mario Enrietti, Anna Vlaevska, Aleksandra Mladenovic, Sara Mazzoni, Marija Mitrovic, Ljiljana Banjanin, Daniela Rizzi, Nicoletta Cabassi, Alessandro Scarsella, Marija Bradas e Sanja Roic - rendono omaggio a questo «veneziano d'elezione», secondo la definizione di Giorgio Ziffer nella sua lettera aperta, maestro al quale sono legati da gratitudine e stima e da una medesima passione per gli studi nel campo della slavistica.""""" -
Philobarbaros. Scritti in memoria di Gianfranco Gaggero. Ediz. critica
La miscellanea raccoglie i saggi dedicati da colleghi, amici e allievi alla memoria di Gianfranco Gaggero, professore di Storia del Vicino Oriente antico all'Università di Genova, prematuramente scomparso; i temi affrontati, nel rispetto degli interessi scientifici dei contributori, coprono discipline diverse ma non fra loro aliene, un arco cronologico vasto e un orizzonte geografico esteso fino ai limiti dell'ecumene antica. L'esito è un vero mosaico di indagini e di riflessioni, un coro di voci la cui inevitabile polifonia non guasta, sia perché testimonia della varietà degli studi di Antichistica, lato sensu, svolti nell'Ateneo genovese, sia perché rende omaggio alla grande curiosità intellettuale e al ""relativismo culturale"""" di spirito erodoteo (da qui il titolo del volume) che hanno sempre contrassegnato l'approccio di Gianfranco all'insegnamento e alla ricerca."" -
Scritti linguistici e filologici. Ediz. critica
"Il volume raccoglie alcuni fra i principali contributi che testimoniano il frutto delle ricerche in ambito storico-linguistico e filologico di Luisa Mucciante, a lungo docente di Glottologia presso l'Università """"G. d'Annunzio"""" di Chieti-Pescara. Classicista di formazione, perfezionatasi alla scuola di glottologia dell'Università Cattolica di Milano, l'Autrice ha lasciato alcune significative monografie, come quella dedicata al Glossario di Aelfric (1984, con Loredana Lazzari), il Contributo allo studio dei latinismi nell'inglese antico (1995), e poi ancora Apodix.i.socia. Il glossario del ms. London British Library Royal 7.D.II come contributo alla conoscenza del latino nell'Inghilterra Medievale (2002), sino a La sezione del glossario Harley 3376 contenuta nei fogli di Oxford e Lawrence (2012). I saggi qui riproposti si affiancano idealmente a tali monografie e testimoniano in particolare due filoni scientifici: lo studio dei testi micenei e la glossografia latina e latino-inglese di area anglosassone.""""" -
L' estetismo nella poesia di Giovanni Pascoli. Con una lettura ritmica, morfologica, fonica, metrica, sintattica e logico-formale
"Il testo di Michele Bianco, ampio, per estensione multidisciplinare (dalla linguistica alla semiotica, dalle teorie metriche alle correnti fenomenologiche), profondo, per densità concettuale (dall'interpretazione di estetismo e decadentismo alla ricognizione del dibattito critico-filologico), è introdotto da un saggio di Carlo Santoli che, ripercorrendo le linee ermeneutiche tracciate da Renato Aymone, ne anticipa il centro esegetico fondamentale, costituito dal rapporto dialettico fra tradizione e innovazione, tra punti di approdo delle raffinate indagini di uno dei nostri maggiori studiosi della poesia di Giovanni Pascoli e gli apporti analitici successivi, volti a individuare le componenti autenticamente innovative dello sperimentalismo lirico-musicale e simbolico-allusivo pascoliano, ricco di suggestioni per i poeti del Novecento e contestualmente collocato in una dimensione culturale italiana ed europea""""." -
Gioie della vista. Ediz. spagnola e italiana
"Le poesie di 'Gozos de la vista', scritte da Dámaso Alonso in contemporanea a quelle di 'Hombre y Dios' (1955), sono state edite nel loro insieme solo nel 1981, a ridosso di un'altra impegnativa raccolta come 'Duda y amor sobre el Ser Supremo' (1985). Queste vicende editoriali hanno causato, negli studi dedicati ad Alonso, una certa qual sottovalutazione della raccolta, ritenuta abbastanza significativa, ma non centrale nel percorso creativo del poeta. Il vero motivo di questa sottovalutazione sta però in un equivoco di fondo, quello di considerare 'Gozos de la vista' come un testo puramente 'percettologico', dedito a una semplice esaltazione del senso della vista. Una lettura più approfondita, condotta in parallelo a 'Hombre y Dios', mostra invece come la «vista» di Dámaso Alonso sia propriamente la vista del poeta, cioè lo sguardo della poesia. Non a caso, infatti, la raccolta tematizza e mette in atto tutte le caratteristiche proprie di tale sguardo: il suo essere contemporaneamente scoperta e creazione, atto di attenzione e amore per il mondo, spazio della pietas, luogo di un'intensa gratitudine creaturale"""". Postfazione di Alejandro Duque Amusco." -
Il gergo dei canapini di crissolo
Sino allinizio del Novecento, in alta Valle Po, uno dei mestieri stagionali che vedeva impegnati gli uomini durante l'inverno era quello dei pettinatori di canapa. A gruppi di tre, scendevano in Piemonte e in Liguria o si dirigevano in Francia per cardare la fibra grezza. Come nel caso di altre maestranze itineranti (spazzacamini, ramai, calzolai, muratori, ecc.), nel corso del tempo acquisirono e contribuirono a elaborare uno speciale gergo, chiamato pantòis a Crissolo e grapiét a Ostana. Si tratta di un linguaggio dal forte valore identitario, al quale essi facevano ricorso anche a scopo di difesa. Quella che viene pubblicata qui è parte della tesi di laurea di Gustavo Malan dedicata al pantòis; essa si basa su dati raccolti negli anni '40 del XX secolo, intervistando alcuni degli ultimi gerganti di Crissolo (in particolare Claudio Perotti, il «patriarca delle guide del Monviso») e presenta un ricco glossario corredato da alcuni testi introduttivi e da ipotesi di interpretazione etimologica dei singoli termini. A questo nucleo originario, sono stati aggiunti alcuni testi e un repertorio italiano-gergo che contribuiscono a valorizzare il lavoro, sia come documento (...)'. -
Studi sulla letteratura cavalleresca in Francia e in Italia (secoli XIII-XVI). Ediz. italiana e francese. Vol. 2
Come si era detto nella presentazione del primo dei volumi dedicati alla letteratura cavalleresca in Francia e in Italia (2017), è attualmente molto sentito e ben vivo linteresse per questa parte delle letterature dei due paesi, intese in se stesse e nei reciproci rapporti (ivi comprese le sezioni dei testi in langue d'oc e franco-veneti), con qualche osservazione estesa a letterature anche prossime. Con il volume che qui si offre, una seconda tranche è proposta, ricca di spunti su opere sovente poco conosciute o indagate, di cui si danno rivisitazioni approfondite, su testi e argomenti che in qualche caso si possono dire mai veramente analizzati prima di queste rivisitazioni, dal mythe familial della chanson dei figli di Aymeri de Narbonne, alla tradizione del Gui de Nanteuil e del Girart de Vienne, alla circolazione di canzoni come Foucon de Candie e Bataille d'Aliscans, ai rapporti tra l'Orlando Furioso nella versione del manoscritto Med. Pal. 78 della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze con il Morgante (...)'. -
Sulla lealtà (or. 73)
"Conviene a un uomo di alto profilo impegnarsi in politica nella propria città? Ne riceve qualche vantaggio? O perde invece pace e patrimonio? E se finisce poi trascinato in tribunale dai propri amministrati? A queste domande, di stringente attualità per sé e per un pubblico civico greco di età imperiale, Dione di Prusa (I-II d.C.) cerca di rispondere con il discorso Sulla lealtà (or. 73). In un testo di breve respiro ma di ampi orizzonti, retoricamente molto curato, di cui si presenta qui la prima traduzione commentata in lingua italiana, Dione offre ai suoi ascoltatori una riflessione sul tema della scelta di vita. Sulla lealtà, richiamandosi all'antica sapienza dell'Antiope di Euripide e del Gorgia di Platone, propone una nuova risposta al dibattito: accettare un impegno attivo al servizio dei concittadini porta con sé danni sicuri, ma è una forma di filosofia militante a cui un aner pistos, un uomo «leale», non può in coscienza sottrarsi.""""" -
Unibos il versipelle
C'è uno sconosciuto - quanto onirico - villaggio dell'Europa dell'XI sec., capace di essere, proprio per la sua tipicità e indeterminatezza, comunità e metafora scalare del mondo al contempo. C'è uno strano, anonimo contadino «certificato», che, a causa di un accanito quanto misterioso gioco del destino, «perde», continuamente, i suoi buoi. Ci sono, poi, un preposto, un borgomastro e un prete ovvero i simboli del potere costituito, che con quel contadino interagiscono, dipanando, progressivamente, una sapida e rocambolesca fabula, ricca di colpi di scena e non priva di finale moralisatio. I Versus de Unibove sono l'unica testimonianza latina di un plot - quello del «contadino ingannatore» - che è attestato in tutt'Europa in ben ottocentosettantacinque versioni differenti: questa singolarità non è poco. -
Auctores latini pedemontani. Un'antologia degli scrittori in lingua latina in Piemonte fra Ottocento e Novecento. Ediz. critica
Questo libro ha unorigine duplice, quasi Giano bifronte. Da un lato costituisce uno dei due risultati della ricerca nata all'interno di un progetto finanziato sui contributi della cosiddetta linea B da parte del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Torino, dall'altro rappresenta il frutto di una serie di lavori seminariali ormai pluriennali avviati da chi scrive con laureandi, amici e simpatizzanti e aventi come oggetto il latino ""post-classico"""", da Petrarca al Novecento. Il volume prende in esame per la prima volta il fenomeno della prosa e della poesia neolatina in Piemonte fra l'Ottocento e il Novecento, proponendo una scelta antologica che si concentra su autori letterari di testi poetici e storici, di epigrammi e di racconti tutti in lingua latina, segno della ricchezza di un campo non ancora sufficientemente indagato e non limitato certo alla produzione pascoliana, che pur ne costituisce il vertice. (...)'."" -
Snorri Sturluson. «Heimskringla»: le saghe dei re di Norvegia. Ediz. critica. Vol. 5
Questo volume, integralmente dedicato alla Óláfs saga Helga, costituisce la quinta parte della traduzione in lingua italiana della Heimskringla di Snorri Sturluson a opera di Francesco Sangriso. La Óláfs saga Helga è, per ampiezza e complessità, la saga più importante allinterno della Heimskringla e ne è protagonista colui che diventerà il 're santo' della Norvegia, Óláfr Haraldsson. Il testo dell'opera di Snorri viene presentato nel contesto della produzione letteraria sorta intorno alla figura di re Óláfr e costanti sono i riferimenti alle altre fonti, soprattutto di matrice cristiana, in particolare la saga definita Saga Leggendaria per il suo carattere spiccatamente agiografico. In tal modo viene evidenziato l'approccio critico di Snorri alla figura di un sovrano che, più di ogni altro, lascerà una traccia indelebile nella storia e nella società norvegesi. Nella sua rigorosa progettazione narrativa Snorri delinea la figura di un condottiero che diviene sovrano, non di un santo destinato a un glorioso martirio.' -
Lingue e migranti nell'area alpina e subalpina occidentale
La lingua è comunicazione, possibilità di incontro, condivisione e strumento di pace: nelle lingue e nei dialetti si conservano le tracce di incontri (a volte di scontri) che si sono susseguiti nella storia. Innovazioni e nuove parole ci sono state portate dagli ""altri"""", insieme a cose e pensieri, in una dinamica di arricchimento continuo. A essere implicate in questa dinamica sono le comunità con le loro storie, la loro struttura sociale, le regole che si sono date per gestire la presenza dello straniero. Questa la prospettiva nella quale è stato concepito il convegno """"Lingue e migranti nell'area alpina e subalpina occidentale"""" organizzato a Torino (25-26 gennaio 2018) nel quadro delle attività previste dal progetto di ricerca SALAM (Subalpine and Alpine Languages And Migrations). Il centro di interesse del progetto sono state le Alpi, divenute nuovamente linea di confine invalicabile per alcune persone, dopo essere state nel tempo luogo di incontro e scambio, in stretta relazione con le pianure circostanti e le città, ma il convegno ha offerto anche l'occasione per conoscere realtà più distanti, unite dal comune denominatore della migrazione. Di quell'incontro il presente volume offre un resoconto puntuale e, al contempo, ne amplia le prospettive di ricerca accogliendo anche contributi che non sono stati presentati in tale occasione, in un'analisi del rapporto tra migrazioni e spazio alpino che dal Medioevo giunge fino al presente."" -
Raccontare l'indicibile. Il volto della guerra
Il volume raccoglie i risultati di un progetto di ricerca finanziato dall'Ateneo torinese e intitolato Guerra e letteratura nell'Età moderna (2017-2019), che conclude una serie di progetti (avviati nel 2013) volti a indagare sotto vari aspetti (storici, tecnici, artistici, letterari) il tema della guerra in un periodo magmatico, segnato da grandi e decisivi cambiamenti (politici, culturali, tecnologici), che mutano non soltanto il modo di condurre i conflitti bellici ma anche la mentalità e l'atteggiamento con cui sono affrontati ed elaborati all'atto della loro trasfigurazione artistica e letteraria. La vastità e la difficoltà implicite nell'oggetto complessivo della ricerca hanno richiesto, ma anche consentito, di sviluppare gli argomenti privilegiando di volta in volta punti di vista particolari. I frutti di questa lunga indagine sono stati consegnati a cinque volumi (di cui questo è l'ultimo), ciascuno dei quali ha messo a fuoco specifici aspetti: Guerre combattute e guerre raccontate tra medioevo ed età moderna; Il prezzo della guerra. Italia e Penisola iberica nei secoli XIII-XVI (2018) e, in questa stessa (...). -
Microdiatopia periurbana. Variazione fonetica e altri aspetti strutturali di sei dialetti dell'entroterra barese
Questo volume intende fornire un esempio della sorprendente variabilità geografica, anche a minime distanze, della realtà dialettale italiana, attraverso lanalisi puntuale e approfondita di una microarea a ridosso del capoluogo pugliese; la ricerca si basa interamente su materiale di prima mano, raccolto sul campo dall'autore. Rispetto agli altri studi esistenti sui dialetti comunemente definiti apulo-baresi, la specificità di quest'indagine, che insiste sugli aspetti fonetico-fonologici e morfologici di maggiore eterogeneità microareale, consiste nella strettissima maglia delle località, tale da costituire un continuum privo di lacune, e nella contiguità con la città. Tre dei centri indagati infatti, Carbonara di Bari, Ceglie del Campo e Loseto, già comuni autonomi, sono oggi quartieri di Bari; il comune di Valenzano e quello di Adelfia - che raccoglie le due località, un tempo autonome, di Canneto di Bari e Montrone - confinano entrambi col territorio del capoluogo. I dialetti di questi sei centri sono indagati uno per uno nei primi capitoli, con particolare attenzione ai sistemi vocalici tonici, che costituiscono l'ambito in cui maggiormente (...)'. -
Capitoli di storia della punteggiatura italiana
Il volume, costituito da un insieme di 29 capitoli, si articola in due parti ben distinte. La prima parte comprende i lavori di un gruppo di ricercatori basilesi - Angela Ferrari, Letizia Lala, Fiammetta Longo, Alessandra Monastra, Filippo Pecorari, Benedetta Rosi, Roska Stojmenova Weber - relativi alla storia della punteggiatura italiana, con analisi che riguardano sia la norma sia l'uso. Imperniati attorno all'opposizione tra usi sintattici e usi comunicativi dell'interpunzione, gli interventi sono omogenei dal punto di vista teorico e spaziano dal Cinquecento al primo Novecento. La seconda parte riunisce studi su vari aspetti della punteggiatura che rielaborano le presentazioni proposte nell'ambito di un convegno organizzato a Basilea nel febbraio del 2019 e intitolato ""La punteggiatura nella storia della lingua italiana. Norme e usi"""". Gli autori sono Luisa Amenta, Paola Baratter, Roberta Cella, Rosario Coluccia, Silvia Demartini, Francesca Dovetto, Simone Fornara, Gianluca Frenguelli, Elena Pistolesi, Domenico Proietti, Enrico Roggia, Morena Rosato. Anche in questo caso, si va dal Cinquecento al Novecento e si affrontano tutti i segni interpuntivi."" -
Spagna controrivoluzionaria. Il «Manifesto de los Persas» (1814)
Fra le motivazioni politico-istituzionali che indussero Ferdinando VII, rientrato da poco sul suolo spagnolo nella primavera del 1814, a rifiutarsi di giurare la Costituzione del '12 e a mettere così in atto il ""golpe"""" assolutista, vi è da annoverare la presentazione di un lungo documento, sottoscritto da 69 deputati realisti alle Cortes Ordinarias, guidati da Bernardo Mozo de Rosales, che invitava il sovrano a cancellare immediatamente l'operato del Parlamento di Cadice, annullandone ogni deliberazione ed effetto, per poi procedere, come primo atto della sua restaurata sovranità, alla convocazione di nuove Cortes secondo le modalità tradizionali. Il documento, così come fu poi dato alle stampe nel maggio dello stesso anno, riportava una lunga titolazione, ma passò immediatamente alla storia come il """"Manifiesto de los Persas"""" (e quindi i suoi firmatari furono rinominati """"Persas"""") per l'esplicito riferimento, proprio all'inizio del testo, ad una presunta usanza politica vigente nella Persia antica che prevedeva - per riprendere le parole del testo - di far «trascorrere cinque giorni in anarchia dopo la morte del loro re, in modo che il ripetersi di assassini, ruberie, e altre disgrazie li obbligasse a maggiore fedeltà verso il successore». Il Manifiesto nell'edizione originale del maggio 1814 è un pamphlet di 56 pagine, diviso in 143 paragrafi numerati, di lunghezza assai diversa fra di loro. Al termine dello scritto, prima delle 69 firme dei suoi sostenitori, vi è una breve, ma accalorata petizione in cui si riassumono i motivi che avevano spinto i Persas a rivolgersi direttamente al sovrano per """"salvare"""" le tradizioni politico-religiose spagnole in un momento in cui, nonostante la vittoria militare sulle armate francesi, il quadro generale della nazione pareva lo stesso compromesso, date le nuove istituzioni politiche sortite dalla Costituzione gaditana che rendevano Ferdinando un sovrano costituzionale. Si propone in questa occasione una traduzione in lingua italiana, preceduta da una contestualizzazione storica, politica e storiografica, del """"Manifiesto de los Persas"""", il quale riprende o anticipa - e qui sta il suo interesse in una prospettiva riferibile non solamente alla storia spagnola - temi e battaglie caratterizzanti la polemica reazionaria europea del tempo quali la totale avversione nei confronti dei temi portanti della Rivoluzione francese, esplicitati nel famoso trilema Liberté-Égalité-Fraternité."" -
Cinque studi sul racconto medievale
Tutti gli studi che, specie negli ultimi vent'anni, hanno preso in esame il racconto medievale ne hanno messo in luce la molteplicità e ricchezza, e la novità di soluzioni retoriche. Tra i generi della letteratura europea dei secoli tra XII e XVI, il racconto si distingue dagli altri generi a vario titolo indicati come 'narrativi' - canzone di gesta e romanzo (ma anche opere a fondamento storico) - per la versatilità con cui vengono a esserne declinate le proposizioni, sia lungo un asse diacronico, temporale, poiché prove di racconto si possono intendere già quasi formate nei secoli tardo-latini (come i ""Dialogi"""" di Gregorio Magno), sia su un asse sincronico, poiché i racconti medievali, anche - se non soprattutto - nella loro accezione più compiuta, la novella, traggono materiali e vitalità da ogni comparto, storico, geografico, culturale, letterario. E, insieme, nel racconto si sperimentano, più che in altri generi, forme di scrittura variate per configurazione, per intento, per pubblico. I cinque studi che sono qui riuniti tornano a esaminare, talora precisandone la definizione, alcuni tipi di racconto, prodotti nelle letterature medievali romanze, francese, occitana..."" -
Il mistero del raggio verde. Ediz. numerata
Siamo nel 1914; la guerra tra Germania e Gran Bretagna è appena stata dichiarata. Ronald Ewart, giovane avvocato inglese, si concede qualche giorno in Scozia per salutare la fidanzata Myra prima di arruolarsi. Ma, mentre stanno pescando, Myra diventa improvvisamente cieca. Cosa sarà mai stato? I più grandi luminari dell'oculistica non sanno pronunciarsi. Se si tratta solo di un fenomeno naturale, perché il cane di Myra viene rapito dopo essere diventato cieco a sua volta? E chi è il misterioso americano, appassionato di fotografia, che vive a pochi chilometri dalla fidanzata di Ronald? Una storia di spionaggio con in più un elemento fantascientifico, il misterioso ""raggio verde""""."" -
La selva di Farsadon
Una spedizione di routine è quella che Valak il cacciatore si aspetta mentre si dirige verso Koo. Non sa che questa volta gli eventi prenderanno una piega inattesa, perché l'Autarca della Città Bianca gli affiderà una missione di vitale importanza: la ricerca dell'Uovo di Luce. L'impresa si presenta però irta di pericoli perché la strada di Valak si incrocia con quella dello spietato Elmhed, che a cavallo di un gigantesco cigno nero è giunto nei pressi della stessa città per recuperare la pastiglia dei ricordi, in cui sono riposte le informazioni necessarie per ricattare i suoi avversari. Dall'incontro casuale in una taverna le loro vite si intrecciano più volte in un susseguirsi di colpi di scena. Ma il più grande dei misteri si annida nell'enigmatica selva di Farsadon: se occorre un giorno di cammino per attraversarla, com'è possibile perdersi per mesi nei suoi meandri? E qual è il destino di chi vi si smarrisce? Il segreto si cela dietro le Cortine dell'Aurora, nello scintillante palazzo di cristallo... là dove tutti mormorano che risiedano gli dei stessi, ma da cui nessuno è mai tornato per confermarlo.