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L' igiene in etè tardo-antica. Oribasio di Pergamo. Ediz. critica
"Occuparsi di letteratura medica del mondo tardo-antico e in particolare di Oribasio, medico dell'Imperatore Giuliano, non significa semplicemente esaminare una raccolta di prescrizioni e ricette, sia pur ricca e varia, ma vuol dire anche definire i rapporti con la tradizione e far emergere i paradigmi di pensiero del IV secolo d.C. Per indagare il tema dell'igiene in Oribasio viene condotta un'analisi selettiva dei primi dieci libri della sua opera principale, le Collectiones Medicamentorum, e di alcune altre sezioni correlate presenti nel corpus del medico pergameno. Diversi sono i temi trattati in questo libro: la medicina intesa come insieme di teorie e proposte applicative, ma anche come relazione fra il medico, l'individuo e la dimensione sociale, politica e culturale. L'igiene, infatti, più marcatamente di altre discipline mediche, pone in primo piano il soggetto e, trattando di regime di vita salutare, risente più che mai degli eventi della storia e delle condizioni sociali.""""" -
Décimas. Ediz. critica
Escluse dai commenti degli antichi e assai neglette anche da quelli moderni, le décimas di Luis de Góngora (1561-1627) formano un corpus a tuttoggi poco indagato, anche a causa dell'ingeneroso giudizio che ne dette, a suo tempo, Jorge Guillén. Composizioni brevi, forgiate sul metro della décima espinela e di tonalità perlopiù giocosa, esse abbracciano un periodo ventennale della produzione del grande poeta di Cordova e ne forniscono una sorta di controcanto arguto e mondano. La distribuzione simmetrica dell'argomento, la condensazione semantica, la concettosa pointe caratteristiche del repertorio si prestarono a registrare, commentare e giudicare la piccola e la grande storia. Ne emerge il ritratto di una personalità vivace che, ritagliato sullo sfondo di una società variegata, interessata, a volte impietosa, offre numerosi spunti di riflessione sia allo storico che al letterato. Poesia apparentemente minore, lontana dallo stile sublime del Polifemo e delle Soledades, le décimas gongorine costituiscono in realtà uno dei tanti tasselli dell'eclettica produzione lirica del cordovese, oltre che uno strumento particolarmente utile per comprendere aspetti ed episodi (..)'. -
Itinerari estetico-musicali. Studi sul moderno e contemporaneo
È tuttora aperta la riflessione sulla fine o meno della modernità, su una categoria quale il post-moderno, sul carattere del contemporaneo. Quale che sia l'approccio riguardo tali questioni, resta una costante di fondo, inaggirabile: il pensare il contemporaneo nella sua specificità non può esimersi dal pensarlo nella sua lunga provenienza, di cui la più prossima è il moderno. Ogni cesura, ogni passaggio - anche radicali - non possono essere adeguatamente compresi se non in riferimento a ciò a cui si oppongono o che sviluppano. In questo volume collettaneo si indaga il rapporto di continuità/opposizione fra moderno e contemporaneo osservandone i processi nell'ambito estetico-musicale. Riflessione teorica e analisi storica si intrecciano in un itinerario volto a ricostruire e ricomporre il percorso che conduce dalla musica rinascimentale alle avanguardie musicali contemporanee, mantenendo ferma la specificità di ogni fase e al contempo comprendendola in un ambito più ampio - quello del continuum storico -, che le conferisce il suo senso più proprio. -
Posse civitas. Asti e il suo territorio tra XI e XIII secolo
La costruzione politica del territorio astigiano - il posse civitatis secondo la definizione dei libri iurium comunali - restituisce la progettualità di lunga durata di una classe dirigente urbana che nella strutturazione di un contado dipendente proietta la peculiare centralità di Asti rispetto a snodi di comunicazione di valenza sovraregionale tra litorale ligure, area alpina e Pianura padana. Si delinea un processo - articolatosi tra XI e XIII secolo - nel quale convivono una solida visione d'insieme e una strutturale duttilità nei modi di raccordo, basata sulla sperimentazione di forme giuridico-documentarie adeguate alla concretezza sempre variabile delle relazioni politiche. A differenza di altri comuni, infatti, Asti non cerca di imporre un modello unico di sottomissione a soggetti differenti, ma elabora un sistema flessibile di connessioni con singoli signori e comunità. L'esito è costituito dallo strutturarsi di un organismo territoriale complesso, gravitante su Asti, in grado di controllare l'area subalpina centro meridionale e destinato a mantenere persistente vitalità anche dopo la fine dell'epoca comunale. -
Dalle lezioni di Teodoro Gaza sull'«Anabasi» di Senofonte: le «recollectae» ferraresi. Ediz. critica
Le recollectae delle lezioni di Teodoro Gaza sullAnabasi di Senofonte, tenutesi a Ferrara fra il 1446 e il 1449, furono trascritte da Ludovico Carbone nel cod. 692 della Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova: vengono edite per la prima volta in questo volume. Esse testimoniano la prassi concreta dell'insegnamento del greco da parte del maestro bizantino Teodoro Gaza a una platea di studenti ferraresi, ansiosi di apprendere l'antica lingua attraverso un testo affascinante come l'Anabasi di Senofonte, che veniva letto per la prima volta in Europa. Il dettato delle recollectae restituisce l'immagine di un professore attento, capace di delucidare le asperità del testo, emendarlo ove fosse scorretto e parafrasarlo in un latino letterale ma comprensibile.' -
Elea. Un profilo storico. Vol. 1: Dalle origini alla fine del V secolo a.C..
Il lavoro si propone di offrire un profilo storico di Elea, colmando una lacuna negli studi sulla città. La ricerca è articolata in due parti: la prima, che vede la luce ora, è dedicata alle origini e all'età classica, limitatamente al V secolo a.C., periodo nel quale le sue vicende si inquadrano in un orizzonte basso-tirrenico e magno-greco; la seconda si occuperà invece del periodo comprendente i secc. IV-II a.C. La fondazione di Elea si inserisce nel quadro della presenza dei Focei nel Mediterraneo occidentale nel VI sec. a.C. e delle loro vicende dopo la conquista di Focea. Circa due generazioni dopo la nascita, da collocarsi intorno al 540 a.C., la città vive, nella prima metà del V sec. a.C., una fase di profonda e radicale strutturazione. In questo periodo si colloca anche l'attività del filosofo Parmenide, protagonista, con il suo allievo Zenone, della vita politica della città, sia interna (Parmenide legislatore, Zenone oppositore della tirannide) sia estera (relazioni con gli ambienti della Atene periclea). -
L' origine dei plurali italiani in «-e» e «-i»
"L'origine dei plurali italiani - e più precisamente l'individuazione delle desinenze latine da cui si sono sviluppati i morfemi vocalici -e e -i (rose, lupi, monti) - rappresenta senza dubbio una delle questioni più controverse e dibattute della linguistica storica italo-romanza. Il volume riconsidera le due principali ipotesi in campo - nominativale e sigmatico-accusativale - da diverse angolazioni. Si tiene conto, ovviamente, di quanto consente di ricostruire l'analisi prospettica e retrospettiva dei dati documentari mediolatini e romanzi; ma si esamina approfonditamente anche la diacronia di alcuni tratti fonomorfologici le cui evoluzioni, investendo i morfemi desinenziali, offrono pur esse elementi utili alla definizione del problema. Un problema che non manca, infine, di essere valutato in chiave morfosintattica: alla luce, cioè, dei complessi processi di ristrutturazione che nel volgere di alcuni secoli favorirono il passaggio dal sistema pluricasuale latino a quello (generalmente) acasuale romanzo.""""" -
Corone di spine. Letterarietà e narrazione nelle agiografie di Pietro Aretino
Il volume si presenta come la prima monografia dedicata al corpus agiografico di Pietro Aretino (Vita di Maria Vergine, Vita di Santa Caterina, Vita di San Tommaso). Abile manipolatore dei generi tradizionali, Aretino si cimenta nello schema dellagiografia imprimendovi un forte marchio di letterarietà, di cui sono prova per esempio le interferenze con gli altri suoi scritti, più chiaramente letterari: le Sei giornate e i poemi cavallereschi, tra gli altri. La lettura che qui si propone illumina le dinamiche letterarie delle tre opere, tanto più interessanti quanto maggiori sono i vincoli impliciti nelle prose agiografiche. La voce dell'autore non può risuonare né attraverso i personaggi inventati dei dialoghi e del teatro, né attraverso il personaggio autobiografico delle lettere. L'inventio è costretta entro il perimetro dei fatti noti della vita del santo. Il debito verso il marchese d'Avalos impone che si trovi modo di tessere l'encomio della sua casata all'interno dell'opera.' -
Sparta e i suoi navarchi. Ediz. critica
Nell'arco di tempo tra la fase iniziale della guerra del Peloponneso e quella finale dell'egemonia spartana (più esattamente tra il 430/29 e il 373/2 a.C.) troviamo nelle fonti antiche la maggiore concentrazione di riferimenti all'esistenza di navarchi in attività come comandanti della flotta spartana. Questo arco cronologico corrisponde con la fase di massimo potere per la polis peloponnesiaca ed è interessante evidenziare come scorrano in parallelo la parabola del potere dei navarchi e quella dell'egemonia da parte di Sparta, polis dalla vocazione certo preminentemente terrestre, ma non in modo esclusivo. Si intende dunque con questo lavoro cercare di approfondire questa parabola, esaminando in dettaglio le occorrenze e le attività dei navarchi sopravvissute fino a noi, per poi elaborare riflessioni più accurate e generali sulle discusse caratteristiche della navarchia. -
Il signore degli animali. Un repertorio iconografico tra antico e moderno
"Il Signore degli animali è una composizione in cui una figura centrale è collocata come asse di simmetria, ora rigorosa ora più libera, tra due animali che la fiancheggiano. Il significato di questa figurazione araldica muta in funzione della valenza simbolica dell'icona, che è affidata all'atteggiamento del Signore e degli Animali, e che varia a seconda delle civiltà e delle epoche in cui gli artisti hanno elaborato il motivo. Sia il Signore sia gli Animali assumono identità diverse. La figura che domina gli Animali può essere un personaggio divino, umano, mitologico oppure un altro Animale, o anche apparire in una forma aniconica che realizza nel modo più evidente il senso simbolico della figurazione. Ma il rapporto tra Signore e Animali può rovesciarsi, e questi ultimi minacciano allora il Signore. L'icona ha diffusione universale. Le sue norme iconografiche fondamentali sono definite nella Mesopotamia protourbana alla fine del IV millennio a.C., ed esprimono in origine il complesso rapporto, ora positivo ora negativo, della società civile con la natura.""""" -
Saggi di grammatica «laica». Ediz. critica
Si propongono 13 saggi su problemi teorici e descrittivi dellitaliano, organizzati in 5 sezioni: a) ""Per una teoria 'laica' del linguaggio"""", b) """"Per una teoria dell'errore"""", c) """"Sintassi"""", d) """"Varietà dell'italiano"""", e) """"Lessicografia d'eccellenza"""", accomunati tutti da un approccio """"laico"""", ovvero descrittivista e anti-purista, in cui il problema della """"norma"""" e dell'""""errore"""" definito 'uso linguistico, con proprie regole, variamente diffuso, ma giudicato errato', non è però scartato, ma affrontato sulla base di criteri espliciti, in fitta interazione e confronto con analisi alternative, tenendo conto degli usi reali, scritti e parlati, dei parlanti. L'approccio 'laico' è teorizzato, oltre che nel cap. I con gli eserghi/epigrafi degli autori della sezione a), soprattutto nella sezione b) """"Per una teoria dell'errore"""", nei capp. II (""""Grammatica 'clericale' vs Grammatica 'laica'""""), III (""""La grammatica degli errori"""", esemplificata col periodo ipotetico nelle lingue romanze), IV (""""Errori dei parlanti ed errori degli insegnanti""""), V (""""L'insicurezza linguistica degli italiani""""). L'ottica 'laica' è quindi al centro delle analisi negli altri capitoli della sezione (...)'"" -
(As)saggi di grammatica «laica»
«I 18 capp. di grammatica italiana, alcuni più ampi (""saggi""""), altri decisamente più brevi (""""assaggi""""), sono organizzati in due sezioni - """"Il genere grammaticale"""" e """"Lessico e formazione delle parole"""" - tra loro variamente interrelate. Tutti i testi condividono un approccio """"laico"""", ovvero descrittivista e anti-purista, che privilegia gli usi reali, scritti e parlati, dei parlanti, in fitta interazione e confronto con analisi alternative in testi istituzionali (soprattutto dizionari e grammatiche). Accanto a saggi di carattere generale (cap. I """"Il genere femminile""""; cap. II """"la teoria sessista della lingua""""; cap. XI """"Gli avverbi di modo o maniera""""; cap. XV """"Rianalisi""""), altri prendono le mosse dall'analisi di singoli lessemi o sintagmi apparentemente anomali, per affrontare quindi problemi di carattere generale, così nel caso di Sosia (cap. III), Diabete (cap. IV), Casa del diavolo (cap. V), Architrave (cap. VI), Errata(-)corrige (cap. VII), Grillotalpa (cap. VIII), Fine settimana / weekend (cap. IX), Palcoscenico (cap. X), (...).»"" -
L' eroe imberbe. Les enfances nelle chansons de geste: poetica e semiologia di un genere epico medievale
Come nasce e cresce un eroe? Quali sono gli esordi della sua carriera? Spinti dallappetito narrativo del pubblico feudale-cortese, i trovieri delle chansons de geste cercarono di rispondere a queste domande componendo poemi sulle primissime imprese degli eroi più popolari del Medioevo francese. Ma la nascita e la gioventù dell'eroe divennero presto temi pressoché obbligatori in tutte le chansons che raccontavano la biografia degli antichi cavalieri di Carlo Magno: un'infanzia travagliata, spesso più fiabesca che epica, diventa segno e sinonimo di eroismo. Questi racconti sull'iniziazione dell'eroe sono noti al pubblico medievale e ai filologi moderni come enfances. L'eroe fanciullo o alle prime armi si presenta in varie forme nell'epica francese medievale: come tema generico, come motivo episodico, come protagonista di testi interamente dedicati a lui. I fini dell'eroe imberbe sono principalmente tre - l'investitura cavalleresca, la conquista di un feudo e quella di una donna (...)'. -
Il participio russo. Teoria ed esercizi con soluzioni
Il volume è concepito come uno strumento di lavoro per gli italiani che studiano la lingua russa: gli studenti universitari di Laurea Triennale (classi L-11 e L-12) e di Laurea Specialistica e Magistrale (classi L-37 e L-38) in Lingua russa; e può essere adottato anche per la preparazione alla Certificazione Internazionale di Lingua russa (????) dei livelli B2 e C1. Il libro si apre con un'agile introduzione teorica alla formazione e all'uso dei participi, a cui seguono cinque capitoli di esercizi, uno per ciascuna forma participiale più uno di riepilogo finale. Gli esercizi contenuti in ogni capitolo presentano difficoltà gradualmente crescenti, dai più semplici (formazione dei participi e costrutti participiali), all'analisi dell'uso talvolta anche peculiare del participio nella frase russa, giungendo fino alla traduzione di periodi complessi nei quali il participio può essere reso in più modi, dall'italiano in russo e viceversa. Il manuale può essere usato sia con il docente, sia per la preparazione indipendente: alla fine del volume sono fornite le chiavi per gli esercizi ""tecnici"""" il cui scopo è sviluppare le capacità di formazione e uso di base del participio."" -
L' altro io. Alfieri. Autobiografia e identità
"Il volume raccoglie alcuni saggi, gravitanti attorno al problema dell'autobiografia e dell'identità, elaborati in anni precedenti per le occasioni fornite dalle celebrazioni alfieriane 1999-2003 e solo in parte pubblicati. Il primo, Il personaggio della 'Vita', analizza la costruzione dell'identità intrapresa da Vittorio Alfieri fin dalle giovanili notazioni diaristiche. L''Io' per Alfieri non esiste in sé prima di essere analizzato e dunque costruito: l'autoconoscenza è per lui, in termini modernissimi, sempre autocostruzione. I termini della sua riflessione sono Montaigne da una parte e Rousseau dall'altra. Il secondo saggio ('Autre d'un autre. Maschera e identità in Alfieri e in Montaigne') tenta di ricostruire il rapporto complesso e decisivo intrattenuto dal poeta con il pensatore di Bordeaux, maestro di una visione dell'Io fondata sulla compresenza di 'forme maitresse' e di oscillazioni e variazioni continue dell'Io. Rousseau (Contro Rousseau) costituisce il polo negativo dal quale Alfieri prende le distanze per tutta la vita, dopo aver subito come tanti giovani intellettuali del suo tempo il fascino del pensiero rousseauiano""""." -
Polis ekkletos. Scritti scelti su Atene antica
In occasione del suo ritiro dallinsegnamento, questo volume vuole essere omaggio a Silvio Cataldi, titolare della cattedra di Storia greca dal 1986 al 2017 presso l'Università di Torino e fondatore di questa collana. Sono qui raccolti venti saggi scelti, e curati nella riedizione, dall'editore e dai suoi allievi, che ora li propongono organizzandoli intorno ad alcuni nuclei molto significativi delle ricerche di Silvio Cataldi su Atene antica. Anzitutto i rapporti interstatali fra poleis, rispetto ai quali lo studioso ha contribuito a dimostrare come questi fossero connotati da una precisa forma giuridica, intesa non soltanto in termini di trattati di alleanza, ma anche di accordi economici e di procedure per la gestione dei contenziosi connessi, soprattutto in materia creditizia. Da questo angolo di visuale Silvio Cataldi ha quindi condotto studi sull'imperialismo dell'Atene del V secolo a.C., sul tentativo di sviluppo di una sua egemonia verso Occidente e in particolare in Sicilia, sull'esperienza democratica anzitutto intesa come espressione del potere del demos e sulla storiografia che ne è testimonianza.' -
«Spossato dalla bellezza». L'Italia nella scrittura di Jaroslaw Iwaszkiewicz. Ediz. critica
In linea con la più genuina tradizione umanistica, per Jaroslaw Iwaszkiewicz - uno dei maggiori intellettuali polacchi del Novecento - il viaggio in Italia non rappresentò soltanto unesperienza totale, occasione per plasmare la propria individualità artistica ed educarsi a conoscere ed esprimere il mondo. Dai piccoli centri come San Gimignano e Monreale alle grandi capitali culturali (Roma, Firenze, Venezia, Palermo), l'Italia costituì per lo scrittore il tentativo di un radicamento nello spazio mitico di una patria di adozione, dove poter affermare, attraverso la rievocazione dei luoghi e delle età della propria vita, l'unità indissolubile dell'Europa e la fondamentale europeità della cultura polacca. Attraverso le Novelle italiane, le pagine dei Diari, le tante poesie composte nell'arco della sua lunga esistenza, le traduzioni della lirica italiana, il libro propone un'analisi approfondita dell'immagine e del mito dell'Italia nella multiforme scrittura di uno dei protagonisti della letteratura polacca del XX secolo.' -
La Calisto
Cieco dai primi giorni di vita, Luigi Groto (1541-1585) fu uno scrittore infaticabile, tuttora poco studiato. Poeta lirico e celebre oratore, fu molto attivo nell'ambito teatrale, con commedie e tragedie (famosa è l'Adriana). Come attore interpretò, fra l'altro, il ruolo di Edipo nell'Edipo tiranno che inaugurò il Teatro Olimpico di Vicenza nel 1585. Interessato alla magia naturale, compensava la cecità con la profezia: nel 1569 suggerì ai Veneziani il punto esatto dove scavare un canale (oggi Taglio di Po) per deviare il corso del Po, che inondava di continuo campagne e paesi. Qui si pubblica una sua pastorale, che la lunga gestazione e le precoci messe in scena prima della stampa nel 1583 rendono precedente all'Aminta tassiana. Groto riprende, ibridandolo pesantemente con l'Amphitruo plautino, un mito ovidiano pochissimo frequentato nella letteratura volgare, il solo che alluda all'amore fra donne. -
Max Aub: apocrifi e maschere letterarie
"Max Aub (Parigi 1903 - Città del Messico 1972), spagnolo d’adozione, è stato narratore, drammaturgo, poeta, critico e sceneggiatore cinematografico. La sua ingente e diversificata produzione letteraria abbraccia un ampio ventaglio di testi apocrifi, tra cui figurano monografie d’arte, biografie, sillogi poetiche, raccolte di racconti e di microracconti, pièces teatrali e falsi opuscoli. Con queste ‘maschere letterarie’, l’autore coniuga la perenne militanza politica e sociale che emerge nelle sue opere realiste – si ricordi, fra tutte, il ciclo narrativo de 'El laberinto mágico' – con una vocazione ludica e ironica, solo all’apparenza disimpegnata, che si rivela invece una modalità alternativa per esprimere quanto veicolato dalla produzione più ‘seria’. I falsi creativi di Max Aub non si esauriscono mai nel puro divertimento ma contemplano una molteplicità di strategie letterarie derivanti da un complesso lavoro di sperimentazione formale e semantica, di ibridazione dei generi e di manipolazione del reale. Ciò le rende opere aperte e suscettibili di sempre nuove interpretazioni. [...]"""". Prefazione di Veronica Orazi." -
Le vite de' più eccellenti pittori scultori e architettori. Vol. 2
La presente edizione delle Vite, prevista in cinque volumi, ripropone al pubblico il testo della «Giuntina» del 1568 accompagnandolo con un nuovo commento. Questo secondo volume riproduce le vite degli artisti che Vasari comprese sotto la periodizzazione di seconda parte o età, gli artisti che intorno al XV secolo risolsero i maggiori problemi di rappresentazione dando delle regole classicistiche alle arti. Dopo l'importante Proemio, sono presentate le biografie degli artisti da Iacopo della Quercia a Luca Signorelli; all'interno di questo percorso più vasto, Vasari traccia altre linee di sviluppo: se scarse sono le notizie che riesce ad avere delle scuole veneta e ferrarese del Quattrocento, risulta chiara la sua volontà di individuare in Brunelleschi, Donatello e Masaccio i fondatori di quella scuola toscana del disegno che avrà il suo culmine in Michelangelo. Di fronte a questa linea risulta minoritaria e perdente quella che guarda all'eredità del gotico internazionale (da Gentile da Fabriano a Pisanello) e che trova in Toscana.