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Di stelle e di misteri
Durante la sua lunghissima carriera, Mino Milani ha avuto modo di occuparsi di opere destinate ai ragazzi. Western, storici... e anche fantascienza. Per la prima volta dopo quasi sessant'anni riproponiamo queste sue tre opere: un romanzo e due romanzi brevi, pubblicati originariamente a puntate sul ""Corriere dei Piccoli"""". """"La Luna Nascosta"""": nebbia e mistero nei pressi di Pavia... ma non si tratta di un intrigo qualunque. A partire da un paesino dell'entroterra, si dipana una vicenda che porterà il protagonista prima intorno al mondo, e poi addirittura sulla Luna. """"Stella 1001"""": l'umanità ha collocato basi nello spazio profondo, ma si stanno perdendo i contatti con alcuni di questi avamposti. Cosa sta succedendo? I nostri eroi saranno i primi a comprenderlo, e questa consapevolezza scatenerà la lotta per la sopravvivenza della Terra. """"Lo strano viaggio di Tommaso Rampin"""": un enigmatico veterano della seconda guerra mondiale chiede di imbarcarsi su una nave diretta nelle misteriose terre orientali. Ma è ossessionato da sogni angoscianti, e non ha rivelato tutto a coloro che lo stanno aiutando. Qual è il suo incredibile segreto?"" -
L' onda che si infrange
Una donna approda in un aeroporto sconosciuto: il luogo o meglio, il ""non luogo"""" è un """"posto perfetto per gente senza radici o disgustata dall'assurda entelechia dell'identità."""" Così inizia """"L'onda che si infrange"""", di Reina Roffè, scrittrice argentina, versatile, accattivante, avvolgente. La storia della donna verrà """"ricostruita"""" attraverso un narratore anonimo, qualcuno che rappresenta la funzione riparatrice della memoria, quella funzione che cerca di neutralizzare l'oblio attraverso i meccanismi del ricordo. Il narratore verrà in possesso del diario che sta scrivendo la donna ed in quell'atto narrativo vedrà la variazione di un romanzo infinito."" -
Uccelli rari ed esotici. Cinque racconti di donne straordinari
Le cinque storie di ""Uccelli rari ed esotici"""" poggiano sulla straordinaria capacità dei personaggi di vivere intensamente le loro vite. Un caleidoscopio dove i personaggi vivono realmente, autenticamente tra l'assurdo, il sordido, il """"non detto"""", animati da intense passioni e da insanabili contraddizioni. María R. è mossa da forti pulsioni prodotte dalle ferite del passato e percepisce la vita come un deserto in cui prevale anche l'isolamento e il buio. Teresa immagina un mondo alternativo composto da forti desideri di libertà e di silenzio. """"Il ruffiano malinconico"""" è un racconto sull'impostura e sulla violenza del potere contro le donne. Denuncia della violenza e dell'impunità della realtà. È una sorta di """"inferno così temuto"""", dove l'umanità esiste in funzione della sua """"contronarrazione"""" piena di desiderio, frustrazione, solitudine, esilio, incomunicabilità, violenza, insoddisfazione. Reina Roffé vuole farci vedere e restituire il senso dell'utopia che credevamo perduto, attraverso il suo modo di narrare."" -
Io non ti ho mai promesso l'eternità
"Io non ti ho promesso l'eternità"""" è la storia della persecuzione e della diaspora di una famiglia ebrea inseguita dall'aggressione nazista. Attraverso questa storia la Mercado, costretta più volte all'esilio (1966-1971 in Francia, 1974 in Messico), per la feroce dittatura istaurata in Argentina, ricostruisce numerosi spazi della memoria narrativa attraverso Germania, Francia, Spagna, Messico, Israele,in una prospettiva che potremmo ben definire """"transatlantica"""". Il fine del progetto letterario della scrittrice è quello di prevenire l'oblio, evitarlo benché questa operazione richieda un consistente supplemento di dolore. La trama della narrazione sminuzzata con ramificazioni, affluenti e rizomi, recupera tutta intera la memoria per proporre un meccanismo salvifico, mettendoci in guardia sui pericoli della strategia dell'oblio che in Argentina, come durante la dittatura hitleriana, ha legittimato le barbarie. """"Io non ti ho mai promesso l'eternità"""" racchiude la volontà di vedere oltre la rigidità dei dogmi e della gratuita mistificazione della negazione di valori, diritti, culture e umanità." -
La mia vita accanto a Michele che non si sveglia mai
Vivere per Isa è conservare a lungo la salute, vivere è per lei non poter invecchiare perché c'è un figlio di cui prendersi cura per sempre. Un figlio che dorme affianco a lei da dieci anni, senza mai svegliarsi. Michele, il cui corpo è sano negli organi vitali che continuano a funzionare, è morto alla vita o ha una vita parallela che è difficile e doloroso indagare. Il reale del trauma incombe su Michele, egli è ormai oggetto del trauma non più soggetto della sua vita. Ma ritorna ad essere soggetto, pur con tutti i limiti che la condizione del coma comporta, solo perché c'è una madre che ne suppone la soggettività, non di quello che è stato, ma di quello che è oggi. Michele non parla, ma sua madre gli parla, non si attende da lui una parola, ma gli si rivolge come soggetto di parola e di sofferenza. Questo figlio vive dunque, non solo per le cure di una madre ma anche, e soprattutto, perché lei lo attende come soggetto, non di una parola, che non verrà, ma perché sa che Michele ha qualcosa di indicibile da dire. La storia di Isa è la Storia unica di una donna che prova a dare senso alla sua vita perché solo così può tentare di restituire senso a quella di Michele. -
Il dono dell'occhio
Alfonso Guida ingaggia un continuo corpo a corpo con gli alberi, le pietre, le averle, il cielo e le parole cadono come oggetti naturali su questo mondo stratificato: una esatta civiltà italiana dei paesini limitrofi a Matera, piena di incontri bruschi, spicci, ardenti e insieme il tempo vuoto e sospeso dei mistici e ancora, avanti, la lingueggiante desolazione dei reparti psichiatrici, il tremendo dolore umano che si poteva evitare. Quello di Guida è uno stare dentro le macerie del linguaggio e dell'anima, un osservare la catastrofe fino a che si compia un nuovo ordine, fino a che i successivi svelamenti e accensioni si compongano nel consueto ""stile"""". Il solo ponte sopra le rovine, l'arco altissimo che porta Alfonso Guida da una riva all'altra del fiume di sangue è questa liturgia della lingua anch'essa nuda e indifesa nel chiedere lo sforzo a noi lettori di prenderla per mano e andarle dietro, nel suo mondo bombardato e sotterraneo e primordiale e illogico, come seguissimo una nuova specie di """"Alice"""", una variazione bellica della """"Alice"""" di Carroll. Ecco che il tempo che ci voleva è stato e le macerie si sono organizzate nello stile di un rinato."" -
I giorni di piazza Tahrir. Un popolo in piedi per la sua democrazia nel racconto di uno dei protagonisti
Una narrazione effervescente, propulsiva, da parte di uno dei protagonisti de ""I giorni di Piazza Tahrir"""", la piazza nel cuore del Cairo che ha saputo sorprendere il mondo con la sua rivoluzione pacifica e non violenta che Mohamed Shoair, brillante giornalista egiziano, non esita a chiamare """"rivoluzione che ride"""" poiché: """"Per la prima volta assistiamo a movimenti di protesta o rivoluzioni che abbattono il dittatore cantando e ballando, ascoltando musica e declamando poesie"""". Così questo piccolo libro di Shoair ci fa entrare direttamente nel fuoco percussivo di piazza Tahrir, ci riporta le voci, i desideri, le strategie, le attese, il coraggio di """"Giovani e vecchi. Uomini e donne. Musulmani e cristiani."""" che insieme hanno abbattuto a mani nude il regime autorizzato di Hosni Mubarak. In queste settimane di rivolte i giovani del mondo arabo si sono mossi in una luce nuova che smentisce tutti i luoghi comuni a proposito dell'impossibilità dei musulmani di accedere a una propria idea di democrazia. Probabilmente il mondo di paura e terrore diffuso a partire dall'11 settembre 2001 è finito nella gioiosa macchina di piazza Tahrir che ha fatto tacere persino il terrorismo."" -
I giardini segreti di Mogador
Quello che le donne chiedono. Essere dentro il loro giardino segreto. Germogliare insieme nel corpo. Parlare con la stessa voce. ""I Giardini segreti di Mogador"""" di Alberto Ruy Sanchez, scrittore messicano, raccontano quanto impossibile sia prestare le parole per dissetare Hassiba, novella Sherazade, cui il suo uomo ogni notte deve descrivere un nuovo giardino per avere accesso al suo amore. Sorta di piramide rovesciata delle Mille e una notte, dove al centro della scena non sono i desideri dell'insoddisfatto signore, ma i fantasmi labirintici, senza entrata né uscita, in cui il giardiniere si deve aggirare per immedesimarsi in ogni possibile cosa. Ci misi del tempo a capire che dovevo trasformare completamente i movimenti, il modo di ascoltarla, lo sguardo; doveva essere un'altra la musica del sangue, la pazienza del tatto. L'eros stesso deve trovare un suo linguaggio per descriversi senza mediazione. """"I Giardini segreti di Mogador"""" segnano così, una spirale dopo l'altra, l'avvicinamento incantato alla stanza dorata dei desideri."" -
Scritto dentro
Nell'esilio dal mondo che si trova a vivere da troppi anni, per nulla pacificato, Saetta viene improvvisamente visitato dai fantasmi del passato, quegli anni Settanta che lo videro confuso e innamorato tra le nebbie di una stagione con cui neppure lui ha mai fatto i conti fino in fondo. Solo e malato, recluso nella casa natale trasformata nella scena campestre delle sue visioni, Saetta è l'involontario custode di una memoria scomoda, la sola che potrebbe chiarire un'intricata vicenda giudiziaria riaperta come una ferita dalle accuse di un pentito. Andrà a deporre la sua verità? Quale verità? Tra necessità dell'oblio e dovere della testimonianza, il ritratto di questa ""piccola vita che non quadra"""" diventa anche una riflessione sulla scrittura e sui suoi """"cari inganni""""."" -
Jazz degli ulivi
Inquieta, ostinata, audace, fragile come una foglia, sempre con la valigia in mano, questa è Samira Negrouche, giovane poetessa algerina ma anche espressione della migliore gioventù di Algeri. Allieva prediletta del grande poeta algerino Djamal Amrani, Samira evoca e invoca nella sua raccolta Jazz degli ulivi la presenza del padre, anzi dei padri, mancanti e presenti: Amrani, Rimbaud, Pier Paolo Pasolini, Jean Sénac, René Char: questo l'albo genealogico e geografico della vita e della biografia letteraria di Samira Negrouche. Ne è l'indicazione culturale del suo essere ponte fra l'Europa e il Mediterraneo. Inquietudine e indicazione di uno stato d'animo. Bagaglio e direzione del viaggio. Sicché le parti più toccanti dei suoi versi sono nel grido che si alza forte per lo svuotarsi della santa Madre Africa che approda dal deserto al Mediterraneo in cerca di pane, libertà e diritti. Partenze. Esilii. Nella seconda parte del suo movimento Jazz Samira Negrouche ricompone la scrittura nell'istante di una parola d'amore. Amore senza ritegno. Amore come libertà e liberazione. Nel grido, nel canto, nell'oblio, per andare oltre l'interdizione della parola che nel corpo trova la sua umanità. -
Nerella pecorella e altre storie
"C'era una volta Nerella la Pecorella"""" questo l'attacco classico di una delle preziose fiabe contenute in questo libro. Le favole per millenni hanno rappresentato i sentimenti del proprio tempo e anche i sentimenti di chi le scriveva. Non fa eccezione """"Nerella Pecorella e altre storie"""". Traspare in queste fiabe, che sanno parlare a piccoli e grandi, l'idea di una tenacia malinconica. La malinconia è amore per il mondo, è un guardarlo con premura. Per questo Nerella, emarginata dal gregge perché nera, impiega tutto il suo coraggio per superare il disprezzo delle altre. Mentre Gocciolina ce la mette tutta per spiegare al duro Diamante che spesso il potere con la sua arroganza ha oscurato il cuore degli uomini. E che dire della farfalla Buly consumista e vanitosa che lascia il suo prato colorato in cerca di notorietà e cade miseramente nel buio infernale di una fogna, dove è costretta a riconoscere la propria umanità e quella degli altri? E che tenerezza la disperata generosità di Stellina, che si precipita dal cielo pur di ridare felicità al suo bambino. Commuovono queste piccole storie di Antonella Ligorio insieme al tocco funambolico, ironico, poetico dei disegni di Michele Maranò. Età di lettura: da 6 anni." -
Cielo, il cielo
La poesia di Özdemir si colloca in quel luogo in cui ci si sveglia dopo un lungo sonno, si aprono gli occhi e la prima cosa che ci viene in mente è amare, amare forte, amare senza tirarsi indietro, viaggiare e in ogni città e ogni giorno vedere il mondo con gli occhi della prima volta. Prendendone tutta l'essenza. Così si sente il profumare della poesia di Ince, si inizia girovogando con lui di contrade in contrade fra Istanbul, Parigi, Marna, Roma, Sofia, a seguire gli echi di ciò che passa, la musica, i suoni, quasi in un volo, un po' alla Chagall. ""Sono sumero, ittito, turco, greco, arabo - dice Özdemir Ince - e tanto di più... Perciò sono ricco... Nello stesso tempo sono mediterraneo. La cultura mediterranea contiene tutti i paesi che questo mare bagna e anche i popoli emigrati da questi paesi"""". Sicché la stessa storia letteraria di Ince è un costruire ponti fra il Bosforo e l'Europa. Nella poetica di Özdemir Ince la poesia non deve riflettere soltanto la vita del poeta ma anche le sue idee, le nostalgie, le cose che vuole fare e cambiare. Egli dice che la poesia è la miglior politica. Il miglior senso per stare accanto alle persone e alle cose."" -
Irpinia
"Una visione che nell'accadere del terremoto tocca le cose e ne è toccata diventando il luogo che è incontro tra noi e quanto succede (è successo), mediante il linguaggio e le sue leggi e attraverso un'alchimia che solo i (rarissimi) veri poeti conoscono e mettono in pratica: trasformare il linguaggio e le sue leggi (che Alfonso Guida conosce incredibilmente bene) in cose, e le cose in poesia. In questo processo sapienziale il caleidoscopio di tutto tutto avvolge per fare emergere la singolarità tragica del dettaglio, per restituirla a noi enunciata, afferrata e infine capita, quasi per fatale esorcismo consumata. Il caleidoscopio delle nostre esistenze c'è se un occhio lo guarda e l'Irpinia di Alfonso Guida spaventa per precisione e rassicura per la fermezza della voce che ce la dice e sa reggerne la tragedia, enunciandola. Dopo e durante il compimento dello spavento restano le forme che l'entropia universale sta per cancellare e Guida """"tiene ferme"""" come scattando un'inesorabile fotografia di nostri insondati procedere che hanno a che fare con la vita e la morte, specchio di tutto esattamente come si manifesta ma che noi non abbiamo il coraggio di vedere. Per noi, lo vede il poeta.""""" -
Il libro dei ricordi. A Buenos Aires perché la vita è così
Al Libro dei ricordi mancano alcune pagine. A volte le foto sono sbiadite. I personaggi non sono d'accordo su come si siano svolti i fatti. L'uno smentisce l'altro. E le prospettive sulle vicende cambiano, si accavallano, man mano si modificano, prendono altre pieghe, e rivoli, e direzioni. La saga famigliare di Ana María Shua, scrittrice argentina, - inizia dal capostipite nonno Gedalia partito dalla Polonia devastata da guerre e pogrom e approdato come venditore di stoffe in un quartiere di Buenos Aires. Poi si apre ai fratelli Rimetka (Judith, Silvestre, Pinche, Clarita) infanzia, adolescenza, una mitica partita di calcio, nonché negozi, affari, amori, matrimoni, amanti, assegni a vuoto. Il fiume dei ricordi va avanti in maniera indisciplinata e caotica, e ognuno dei personaggi guarda il fiume da una sponda improbabile e sua, poiché come scrive l'autrice: ""Questo è il problema di osservare i fatti da lontano, voltandosi in dietro, guardando in faccia il ricordo"""". Si tratta di un romanzo sulla memoria dettata dalla coralità dei personaggi, un diario che nel modo stesso della sua scrittura vuole essere una simbolica salvaguardia del passato e dell'identità famigliare."" -
Il sogno di Ursula
"Il sogno di Ursula"""" è un romanzo epico al femminile: Ursula anela e rivendica la propria indipendenza e, insieme, il proprio diritto a vivere l'amore. Il conflitto spesso irrisolto, essere libere e indipendenti senza che ciò comporti la rinuncia all'amore, è rappresentato mediante la storia di ognuna delle vergini che intraprendono il viaggio lungo il Reno, in un'epoca di smarrimento esistenziale in cui il mondo si rivela pieno di pericoli e di rischi: le carestie, le malattie infettive mortali, ma anche le tortuosità del desiderio e l'ambivalenza tra l'odio e l'amore e/o il timore suscitato dal desiderio di amare ed essere amate per ciò che si è (e non per il ruolo che si dovrebbe rivestire). Una rivendicazione di emancipazione per la quale allora come ora le donne pagano spesso il prezzo più alto, la propria vita, a una società che continua a volerle sottomettere con la forza. Non a caso già nella leggenda di sant'Orsola era stata enfatizzata la santità della donna che pur di non cedere alla violenza sessuale subisce il martirio." -
Verso il mare che tace
Nel candore aureo di due corpi che bruciano, nella distanza febbricitante dell'attesa, ""Verso il mare che tace"""" racconta di un viaggio di due amanti alla ricerca instancabile di un senso e di un dove per l'esistenza. La storia di un uomo, Sisifo, e di una donna, Pavoncella, che non possono limitarsi a guardare con occhi muti e indifferente, l'orizzonte finito del mondo che si consuma nella sua prigione. Cos'è l'amore, l'amarsi, se non spezzare catene e catene imposte da piccoli e grandi inquisitori che impediscono, ogni giorno, lo sguardo di luce che si posa su di noi? Negare ciò che vorremmo sapere, nella consapevolezza che conoscere è anche soffrire. Le due voci narranti, sotto forma della novella poetica, si rincorrono senza sosta fino allo sfinimento, per ritrovare il significato ultimo dell'amore e del dolore, il cercarsi e la necessità del cercarsi, tendere verso la luce del desiderio, verso uno spazio che non può appartenere ad altri, se non a loro stessi. Pavoncella decide di liberarsi del silenzio impostole e accettare lo specchio della parola offerta da Sisifo."" -
Le voci di piazza Tahrir. Scrittori, artisti, bloggers, raccontano la primavera egiziana fra speranze e disillusione
Un racconto coinvolgente ed entusiasmante dei primi giorni della rivoluzione egiziana, un personale resoconto degli avvenimenti contestuali e successivi alle dimissioni di Mubarak. A parlarne è un giornalista che vive dal 2006 a Il Cairo. Un quadro complesso e realistico viene dipinto dalle voci dalla gente di piazza Tahrir, scrittori, artisti, bloggers ma anche politici, i protagonisti della Primavera araba. Emblematica è l'intervista all'allora non ancora Presidente della Repubblica, Mohamed El Morsi, che mostra la mediazione e la sagacia politica dell'intera organizzazione dei Fratelli Musulmani. La post-rivoluzione con i suoi interrogativi e i suoi attori politici prende forma nell'analisi sviluppata da Vincenzo Mattei che, con estrema lucidità, trae le somme di una situazione ancora in bilico. La valutazione socio-politica delle forze in campo, dagli Shabab, i ragazzi della piazza, ai Fratelli Musulmani, relativi vincitori, fino ai militari, inizialmente alleati della Rivoluzione e successivamente abili destabilizzatori sociali, evidenzia quanto l'Occidente non abbia realmente compreso cosa si urlava nella piazza della capitale egizia. -
Ferite di parole. Le donne arabe in rivoluzione. Mille fuochi di voci, di gesti e di storie di vita
"Ferite di parole"""" è uno dei libri più lucidi e determinati per entrare nel mondo delle società arabe dalla parte delle donne, senza pregiudizi e senza stereotipi, per ragionare sulle rivoluzioni in atto da due anni nel Mediterraneo." -
Nel mio paese d'argilla. L'esilio e il ritorno a Baghdad di uno scrittore iracheno. L'Iraq a dieci anni dalla guerra
In questo libro si racconta con impronta personale e dolorosa l'Iraq della dittatura e dell'esilio, della guerra e degli anni successivi fino ai giorni nostri. Ma è anche un grande atto d'amore dell'esule per la sua terra. -
Siria in fuga. L'emergenza umanitaria dei profughi siriani in Libano o in Giordania
Un racconto di viaggio. Anzi due brevi racconti. Laura Tangherlini, inviata di Rainews24, in questo reportage ci dice, con forza e immediatezza, il dramma dei profughi siriani e attraverso loro, quello che succede in Siria, di cui nulla sappiamo.