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Tra due porte
Tra due porte è un romanzo ricco, denso, che affronta il tema dell'identità e della ricerca di sé in modo innovativo e intrigante. Attraverso l'espediente della perdita della memoria, il protagonista inizia un viaggio nei meandri della propria mente e nelle ombre di un passato oscuro, sanguinoso. L'amnesia non è altro che il risultato di un profondo trauma psicologico: una tragedia durante l'infanzia, talmente insopportabile da essere cancellata dalla mente, seguita dalla costante partecipazione alle guerre di tutto il mondo arabo, dal Libano, alla Palestina, all'Iraq. -
Dopo. Storie da un terremoto negato
Tra l'agosto del 2016 e il gennaio del 2017 una serie devastante di scosse di terremoto ha raso al suolo la zona appenninica dell'Italia centrale, con trecento morti e decine di paesi completamente distrutti. Il tempo si è fermato e non è più ripartito: dopo il lutto e lo sconforto, dopo i riflettori dei media e le attenzioni internazionali, il territorio a cavallo tra le Marche, l'Umbria, il Lazio e l'Abruzzo ha continuato a sopravvivere nell'ombra. Racconto, reportage, inchiesta: in questo libro si racconta un «dopo» che, come scrive Silvia Ballestra nella sua introduzione, è in realtà «l'eterno durante di un paese senza». Amatrice come simbolo di un'umanità forse sconfitta ma mai arresa, l'Abruzzo dimenticato tra i dimenticati, lo scandalo del centro commerciale di Castelluccio. Una collezione di istantanee catturate in presa diretta dal cronista in due anni e mezzo passati ad attraversare in lungo e in largo i luoghi del terremoto, alla ricerca di volti e luoghi che si nascondono. -
Sana'a e la notte. Il tempo fra l'incanto e la distruzione
Un giorno si dice pentita perché ora è a quel figlio che deve quotidiane cure amorose, a quel figlio a cui cucina poco cibo, che porta a scuola con sé perché non saprebbe a chi lasciarlo; e poi, se quel figlio mai dovesse morire, lo vuole avere con sé, che almeno questo accada tra le sue braccia. La guerra ti porta a fare pensieri orribili, e nulla è più inaccettabile dell'immaginare la morte di un figlio. Ma l'averlo messo al mondo in guerra è già segno che sangue, polvere e immondizia, se non fertili quanto il letame, comunque alimentano il pensiero del futuro. -
Nelle voci del mare perdute. L'ala di chi arriva e l'ala di chi deve farsi riva
Raccontare il tempo presente: uomini, donne e bambini in fuga senza più terra e città, esseri umani inabissati dalla specie fra le rive del Mediterraneo. Il poeta pare voglia pensare, ripensare, scendere, ridiscendere nella sostanza poetica del mondo. Toccare l'idea dell'erranza e del naufragio della specie. L'acqua, culla di chi nasce, diventa il precipizio estremo di chi è lasciato nel gorgo mortale della solitudine. Non c'è acqua nel deserto per chi ha sete e non c'è approdo nelle acque di chi alza un muro invalicabile di menzogna e di empietà. Non rimane che un murmur of maternal lamentation come nell'Europa desolata di T. S. Eliot. L'illusione che qualcuno ci sia nella caduta dell'angelo ad accompagnare la sorte della specie, come una carezza che scende, il gemere immenso della Madre delle acque ai piedi del Golgota che emette la sua voce dolorosa mentre annega: ""È questo il modo in cui finisce il mondo//Non già con uno schianto ma con un lamento"""" (T. S. Eliot). Nello strazio la poesia che aspetta: l'ala di chi arriva e l'ala di chi deve farsi riva."" -
La vedova scrive lettere in segreto
L'unica cosa che veramente le premeva era mantenere il segreto. Temeva che quel costante via vai in casa sua destasse qualche sospetto. Il numero delle studentesse era presto aumentato, le stanze del suo appartamento assomigliavano sempre più a delle aule scolastiche, affollate di giovani innamorate, che riempivano il corridoio di lacrime di dolore. Temendo lo scandalo, anche le ragazze esigevano la massima segretezza poiché il contrario avrebbe segnato inequivocabilmente la fine per tutte loro. -
Intervista a Fellini. Un sognatore per vocazione
In questa intervista-conversazione protrattasi nel corso di diversi incontri tra il 1990 e il 1992, Fellini narra episodi della sua vita e del suo lavoro soffermandosi su ricordi e riferimenti inediti a riguardo dei suoi film, viaggi, sogni e delle sue inquietudini esistenziali, nonché su alcune particolari esperienze 'iper-reali' che avevano segnato sin da bambino il suo mondo percettivo e immaginario e che elaborerà nella sua opera cinematografica. Un contributo essenziale per la comprensione delle sue motivazioni profonde, la sua ricerca di risposte ai limiti dell'esoterico e la grande umana e fabulatrice curiosità che ha determinato le sue scelte, il suo operato di regista e la sua resa cinematografica di una realtà nel contempo lucidamente osservata e traslata in metafore visionarie e simboliche. -
La settima sigaretta
La trentenne Nadia riflette sulla propria infanzia e adolescenza in un momento molto particolare della sua vita e del suo Paese, un periodo storico alquanto instabile ed incerto. Attraverso i ricordi della protagonista l'autrice ci accompagna pian piano nella quotidianità del piccolo mondo di Nadia: dalle ore trascorse a cucinare assieme alla nonna quando era una bambina, per arrivare agli uomini che ha amato e perso, fino alla relazione con il padre e la madre assente, ed alla cauta partecipazione alla rivoluzione egiziana. In una narrazione dai toni intimi e intervallata dalla cronaca della partecipazione di Nadia ai 18 giorni di Tahrir, l'autrice riesce a focalizzare la provenienza e il background dei giovani che hanno fatto la rivoluzione del 2011, portando il lettore a vivere insieme a loro le grandi speranze che li hanno guidati, la tragica frustrazione che li ha colpiti e la sensazione di aver lasciato qualcosa di incompiuto, da terminare. -
Il soggetto lacaniano. Tra linguaggio e godimento
Questo libro presenta la teoria del soggetto radicalmente nuova che Jacques Lacan ha sviluppato nella sua opera. La profonda conoscenza del lavoro teorico e clinico di Lacan consente a Bruce Fink di guidare con sicurezza il lettore nel labirinto fatto di nozioni come L'Altro, oggetto a, l'inconscio strutturato come un linguaggio, alienazione e separazione, metafora paterna, godimento e differenza sessuale. Attraverso il riferimento costante della teoria lacaniana alle questioni cliniche, Fink offre una prospettiva equilibrata, complessa e acuta, di grande valore per gli esperti come anche per coloro che si avvicinano per la prima volta a Lacan. -
Donne e caporali
Il Laboratorio della Memoria è uno dei ""luoghi di incontro"""" dell'Università Popolare Auser di Cisternino. Concepito per creare un ponte fra le generazioni, consente un importante interscambio culturale. I Testimoni del tempo raccontano le loro storie e le loro esperienze, di cui si fa tesoro, traendone pubblicazioni per preservare la memoria e trasmettere la consapevolezza delle proprie radici."" -
Le margherite gialle. La pazzia che alberga in noi
Un drammatico intreccio tra il dolore altrui e il proprio. Tra la vita andata in frammenti dei pazienti e la propria: questo è il nucleo essenziale de ""Le margherite gialle. La pazzia che alberga in noi"""" di Elena Ciciolla. L'autrice, di professione psichiatra, tenta con la scrittura di questo libro un'immersione totale nella vulnerabilità della condizione umana. Le storie qui narrate, riprese dalla sua pratica clinica, sono in tutti i sensi diverse: troviamo i cosiddetti """"casi disperati"""" o quelli che inventano soluzioni ingegnose e divertenti ai loro deliri, o quelli purtroppo che si chiudono con il suicidio. Elena Ciciolla si può dire non faccia quasi niente per tenersi a distanza dai pazienti che cura. Tanto da ritrovarsi in un drammatico intreccio tra il dolore altrui e quello proprio."" -
Sidecar. In viaggio con Pessoa, l'ultimo eteronimo
Quando il portiere dell'hotel della Porta lo chiama per dirgli che un signore portoghese lo cerca, il misterioso narratore pensa che fosse Braulio, un vecchio amico portoghese conosciuto a Barcellona. Non era lui. Braulio era il mandante. Il signore con cui parlava al telefono era niente meno che Fernando Pessoa. Chi scrive, si presume, Ugo Amati, si presenta dopo un paio d'ore davanti all'hotel con il suo Sidecar spaziale e invita Pessoa a salire. Il poeta di Lisbona non fa una piega, come se andasse da sé che l'altro si mostrasse a lui in quel modo. È solo l'inizio di un viaggio iniziatico che cambia la vita del narratore. Tutto a causa di un tiro mancino del poeta che aveva un precedente. Ne era stato protagonista e ispiratore Aleister Crawley, un esoterista inglese recatosi a Lisbona in compagnia di una giovane donna per incontrarlo. La Grota do Inferno era stato il luogo prescelto dove ordire uno scherzo di cui parlò tutto il mondo. Ora toccava al narratore trasformarsi di scorribanda in scorribanda, nell'ultimo eteronimo di Pessoa.. -
Profumo francese
Il romanzo di Amir Tag Elsir ci racconta con umorismo le avventure di Ali Jarjar, un abitante del quartiere popolare di Ghaib, situato in una grande città del Sudan. Al protagonista è affidato il compito di accogliere nel rione una visitatrice francese, incaricata di condurre uno studio sul Paese. L'attesa della donna, della cui immagine Ali s'innamora, si trasforma in un'ossessione dai risvolti ora grotteschi, ora esilaranti. La vicenda si svolge in una città senza nome, ai confini tra mondo arabo e universo africano, un ambiente dai contorni indefiniti, composto dei vari luoghi in cui il protagonista si muove: le strade gremite di folla, l'ufficio governativo di un funzionario corrotto, le botteghe traboccanti di merci, le case degli abitanti di Ghaib. Davanti agli occhi del lettore sfila una variopinta galleria umana, composta di emarginati, mendicanti, truffatori, scrocconi, reietti, dipinti in tutti i loro pregi e difetti, suscitando il sorriso del lettore e, contemporaneamente, focalizzando l'attenzione sulla miseria e durezza della vita della popolazione. -
Voci smarrite. Godimento femminile e sublimazione
La voce umana non è solo un suono che supporta la parola ma, nel suo timbro unico, è allo stesso tempo metafora della pulsione e metafora dell'invenzione, pensata come strutturalmente capace di sublimazione, perché ciascuno può dar voce a qualcosa di soggettivo che abbia valore di scambio. È questa la tesi che Laura Pigozzi vuole sostenere: quella di un legame preciso, stretto, implicito tra il valore etico del gesto vocale e il dispositivo psichico della sublimazione. Sublimare è aver a che fare con l'inconscio, è creare: sta qui il suo valore di legame sociale, di produzione di arte e pensiero, di nodo simbolico con l'altro che passa attraverso un'invenzione soggettiva che crea legame. Ma questo come trova la sua articolazione oggi, in un'epoca in cui il soggetto appare in dissolvenza in un mondo conformistico che distrugge le singolarità e in cui si impone l'ideale anestetico (sfavorevole all'estetica, alla sensibilità, alla creazione) della omologazione? È quello che l'autrice interroga seguendo le diverse vicende della voce umana - dagli stonati ai dislessici, dalla muta maschile alla complessità del godimento del e nel corpo femminile, dai rantoli di Tom Waits e di Antonin Artaud alle death voices - per comprendere il senso della anestesia che attraversa la civiltà attuale e la clinica contemporanea, e di cosa resta, nel congelamento della vita psichica del soggetto, del destino pulsionale e vivo di cui ogni scambio inventivo è fatto. -
Animal amour
Fips, Aletheia e Philia: sono loro che hanno insegnato a Hélène Cixous come amare. Fips, il cane di quand'era bambina; Aletheia e Philia, le sue amate gatte con i loro nomi che significano ""Rivelazione"""" e """"Amore"""". Come tracciassero una storia, questi nomi riassumono una parabola di vita vissuta sempre accanto agli animali, e come essi possano e debbano influenzare la crescita di noi uomini sin dall'infanzia. Hélène Cixous sente di essere nata in un mondo di «ingiustizie e odio cieco», in cui avrebbe voluto spiegare al suo cane Fips, da bambina, che la libertà da lui sempre cercata non può sopravvivere. Attraverso un racconto amaro, ma anche estremamente dolce, trova come soluzione per i bambini proprio gli animali, col fine di «non ritrovarsi senza pelo, nudi, spogliati di fratelli e sorelle»."" -
La vita degli alberi
Vivi, autonomi, umili, necessari: questo sono, secondo Francis Hallé, gli alberi. Egli li umanizza e li contempla con ammirazione, non dando mai per scontato quanto siano fondamentali per la vita dell'uomo. Invita tutti a farlo, anche solo a guardarli, a non considerarli meri oggetti inanimati e decorativi. ""L'albero è un organismo talmente generoso da offrire la sua ombra a chi viene per abbatterlo"""": sono esseri viventi disinteressati, ed evidente è il divario tra il poco di cui hanno bisogno e l'enormità dei benefici che producono per l'uomo. Affiancando le sue parole di ammirazione a dati e studi scientifici e darwiniani, Hallé vuole far comprendere quanto stretto sia il rapporto tra uomini e alberi anche a livello relazionale: la nascita della società affonda le radici proprio nell'esistenza degli alberi, così come la vita stessa dipende dalla loro tutela."" -
Verità della menzogna
Parlare di menzogna e farlo con verità: è questo l'impegno ambizioso di cui Jean-Luc Nancy si fa carico nella sua conferenza. Partendo dalle bugie borbottate tra i banchi di scuola o ai propri genitori, Nancy è riuscito a dimostrare quanto i meccanismi sottesi alla menzogna siano sempre diversi, sebbene inquadrati nella verità di ogni età. La possibilità di mentire esiste perché esistono i rapporti tra gli uomini, ma non sempre essa rappresenta un male: lungi dal rimproverare a priori la scelta di mentire, Nancy spiega come la menzogna faccia parte della crescita, in quanto meccanismo spesso involontario e collaterale. Essa risulta essere, dunque, uno dei migliori modi per imparare ad interpretare i rapporti con gli altri e capire «cosa significa stare con gli altri»: parlare di menzogna attraverso la fiction della letteratura, mentire per imparare a non farlo. -
Il sogno del cosmonauta
Lacan ha scritto che “i nostri angeli sono i cosmonauti”, li abbiamo visti in televisione sfondare il soffitto, attraversare le pareti, mettere piede sulla Luna e realizzare così il sogno di uscire da questo mondo ed entrare in un altro, senza gravità e nel vuoto. Gennie Lemoine, riprendendo le parole che un amico rivolse a Freud, afferma invece che “l’uomo non può uscire da questo mondo”, gli uomini hanno infatti desiderio di un altro spazio, ma ricostruiscono, una volta che lo toccano, il vecchio spazio. Fin dalla nascita infatti, da questo primo passaggio nel vuoto, il bambino è precipitato in un punto di rottura in cui nasce anche il grido che fa sì che l’altro lo afferri, che non cada; il grido dona il segno di presenza dell’Altro, che pone fine all’angoscia e che costituisce lo spazio del linguaggio e dello scambio, portando il soggetto a entrare nel simbolico. È lo stesso grido che si ripeterà in altri punti di rottura, come il godimento e la morte, in cui viene a lacerarsi lo spazio immaginario e l’organizzazione simbolica, e in cui si annuncia la vicinanza di quello che Bataille definiva il sacro e Lacan reale impossibile. Gennie Lemoine coniuga in questo testo le sue diverse anime, in particolare quella di femme de lettre e di psicoanalista, in un intreccio di riferimenti letterari, poetici e filosofici che si strutturano coerentemente a casi clinici reali, portando alla luce la vivacità e l’attualità di una donna che affascina e che conduce con franchezza nei tragici dilemmi umani. Un’abilità di cui anche in questo libro ci dà testimonianza. -
Via con te
Il mondo della musica brulica di pop star dal passato spesso oscuro e travagliato. I loro fan sono affascinati dal successo, dagli eccessi, dal denaro che scorre a fiumi sui conti in banca di queste nuove divinità. Ma come si arriva al successo, cosa si è disposti a perdere per entrare nel mito? Una cantante di successo come Liu Ruoying consegna senza veli la sua vita al lettore, in questo romanzo autobiografico in cui racconta per episodi le sue esperienze più intime. -
Songster, cosmografia di un vagabondo
Un racconto sulla condizione degli afroamericani, le radici della musica nera e l'importanza di una tradizione orale che nel racconto di Bunny, il protagonista, si contrappone all'avvento della modernità. Vi si trova il leitmotiv del viaggio alla ricerca della fortuna, impersonato da Abel, allievo di un grande bluesman e possessore di quell'etica del vagabondo, vero testamento dello status del blues. Vanno intesi in questo senso i riferimenti testuali ai grandi maestri del genere ""rurale"""": Skip James, Blind Willie Mc Tell, Furry Lewis. Dal punto di vista storico il romanzo si situa agli inizi del Novecento, affrontando tutte quelle dinamiche che precedettero il secondo conflitto mondiale, la situazione razziale, l'avvento del Ku Klux Klan, la grande depressione. Nel racconto orale di Bunny risiede la memoria e la salvezza non solo di Ruth e Abel, ma quella di un intero popolo che ha cantato il dolore nel blues."" -
Anima navigante. Racconti dal Portogallo
Il Portogallo è paese di molti navigatori, qualche santo famoso e, in ambito letterario, soprattutto di poeti e di romanzieri. Questa è almeno l'immagine più comune fra i lettori di Pessoa e Saramago. La presente antologia cerca di esplorare un ambito meno noto della letteratura portoghese: gli sviluppi e le tendenze recenti dello scriver breve, anche brevissimo. I racconti qui presenti sono stati pubblicati in volumi nel corso di quindici anni (1990-2005), ma non si tratta di una selezione generazionale. Vi compaiono autori trentenni e ottantenni, vivi o nel frattempo deceduti, uomini e donne, rappresentanti stili diversi e diverse visioni tanto del mondo in cui agiscono (o hanno agito) come del piccolo Paese da cui provengono. Quindici anni della vita di una nazione concentrati in quindici piccoli pezzi letteratura. Con due saggi di José Saramago e José Gil.