Sfoglia il Catalogo feltrinelli021
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 2621-2640 di 10000 Articoli:
-
Un colle, un transatlantico e un nome. Tre storie sul porto di Genova
Tre storie sul porto di Genova, tre storei che parlano del margine di porto di Genova, quella ""fortissima soglia simbolica"""" che da decenni sutura la città con il porto, e soprattutto raccontano alcune delle evoluzioni che la segnarono a partire dal 1875. """"Un colle"""" è la storia di una demolizione. Quella del promontorio di San Benigno, spianato a partire dalla fine dell'Ottocento per realizzare la ferrovia lungomare. """"Un transatlantico"""" è la storia di due metamorfosi legate alla realizzazione del Rex, il più grande transatlantico mai costruito in Italia. """"Un nome"""" è la storia di un errore. Quello che attribuiva al terminal contenitori l'appellativo di Voltri Terminal Europa (VTE)."" -
Luigi Colombo 1921-2016. Un conoscitore e un mercante d'arte nella Milano del secondo Novecento
Luigi Colombo (Carate Brianza, 1921-2016) è stato un mercante d'arte, gallerista e collezionista di pittura del secondo Ottocento, del Novecento Italiano, di astrattismo internazionale e di arte contemporanea, attivo a Milano nella seconda metà del XX secolo e nel primo decennio del XXI. Il libro racchiude gli atti del convegno dedicato a Luigi Colombo, avvenuto all'Accademia di Brera, a Milano, il 16 gennaio 2018. -
Ghiaccio a babordo
Luca Spina genovese, classe 1963, si mette a nudo in quello che ritiene il più alto dei sentimenti: l'amore. Ne scaturisce una raccolta di poesie e aforismi che a 360° ripercorrono passioni e sofferenze dell'animo umano. -
Opera analogica
Così come l’analogia si pone da mediatrice tra segno e segno, l’architettura dell’analogia agisce tra sociale e personale, o, ancora, tra individuo e individuo. E se da un lato l’analogia richiama una famiglia di concetti, problemi e pratiche che ruotano intorno a un nucleo inafferrabile, un principio interno di analogia, dall'altro la componente analogica dell’opera architettonica appare la più evidente, quella che si fatica di più a nascondere, a mascherare. Così, tra le altre conseguenze, l’analogia tende a sottrarre le architetture dal loro naturale stato di abbandono e, fattasi racconto, volendo parlare del già noto finisce per parlare dell’ignoto. -
Di molo in molo. Mezzi attrezzature edifici. Un percorso di archeologia industriale nel porto di Genova
Un'agile guida alla scoperta delle tracce di ciò che è stata per Genova l’area del Porto Antico, che da spazio operativo portuale è diventata, con le grandi trasformazioni degli anni Novanta del secolo scorso, parte integrante e vitale del tessuto urbano. Il porto otto-novecentesco, con i suoi edifici, i mezzi e le attrezzature, senza trascurare quanto è ancora conservato della città antica, passeggiando fra calate e vecchi moli per vedere quei manufatti che hanno connotato la vita di lavoro e di fatica della più grande fabbrica della città. -
Il parco nascosto. Villa Pallavicini a Pegli
I significati esoterici, filosofici, simbolici, iniziatici e massonici del parco di Villa Pallavicini a Pegli (Genova). Un'insolita visita al parco, presentato come luogo di meditazione, come giardino che si presta a mille significati e simboli. Un viaggio alla scoperta delle bellezze filosofiche intrinseche in quello che nel 2017 è stato considerato il ""parco più bello d'Italia""""."" -
Acqua di fiori d'arancio amaro. Ediz. italiana e inglese
La distillazione di acqua di fiori d’arancio amaro pare fosse conosciuta, nell'estremo Ponente Ligure, già nel XVIII secolo: non c’era giardino, viale o terrazzamento che non ospitasse filari di melangoli. I fiori freschi vengono ancora oggi distillati, così come allora, per produrre sia acqua profumata che olio essenziale, il neroli. La storia dei sensuali e inebrianti fiori bianchi si snoda qui tra cosmesi, cucina e farmacopea, in un confronto tra i popoli del Mediterraneo Settentrionale e di quello Arabo, con particolare attenzione alla realizzazione dell'aiga nafra, l’acqua di fiori d’arancio, vero oggetto di questo viaggio. -
Théodore Strawinsky. La trasfigurazione poetica. Ediz. italiana e francese
La mostra di Domodossola, dedicata alla pittura di Théodore Strawinsky, ci invita a ripercorrere le principali tappe della lunga carriera dell’artista con uno sguardo critico, contestualizzando le varie fasi del suo stile. Il testo fornisce alcuni punti di riferimento che consentono al visitatore di orientarsi all’interno del prolifico percorso dell’artista. -
Eraldo Pizzo. Caimani come me. Il mito Pro Recco
Racconto (inevitabilmente epico) di un campione unico dello sport più duro, della squadra più vincente al mondo e di una città rinata grazie alla pallanuoto. Prefazione di Dino Zoff. -
Dopo la guerra. Gli anni grami della ricostruzione
Fu il tempo del ritorno alla normalità, ma anche della pace e della armi nascoste nei cassetti; fu l’era della rinascita della democrazia, vissuta tra grandi slanci ideali e pragmatismo politico, e della paura di nuovi autoritarismi. Fu la stagione della Costituzione e, insieme, quella angosciante della Guerra fredda. -
I monumenti Spinola
Il volume pubblicato in occasione del sessantesimo anniversario della donazione da parte dei marchesi Paolo e Franco Spinola (31 maggio 1958), raccoglie un insieme di contributi che, partendo dallo studio delle personalità di Giacomo Spinola (1780-1858) e Francesco Gaetano Spinola (1819-1905), si sono concentrati sull’analisi dei monumenti realizzati per la famiglia Spinola da Filippo Solari e Andrea da Ciona e da Francesco Baratta il Giovane, con particolare riferimento alle vicende legate al loro recupero (1826) e ricollocazione (1867) negli ambienti del palazzo di Pellicceria. La sistemazione nell’atrio e nello scalone del palazzo delle immagini dedicate al senatore Francesco Maria Spinola (1607ca.-1661), al Cardinale Giulio Spinola (1612-1691) e all’eroe di Gaeta Francesco Spinola di San Luca (m. 1442) fu una scelta compiuta nel corso del XIX secolo dalla famiglia per celebrare i propri avi. Inoltre tale recupero documenta come gli Spinola fossero legati a due realtà cittadine quali la chiesa di san Domenico e il complesso di Santa Caterina di Luccoli, entrambe distrutte nel corso dei primi dell’Ottocento. -
Dalla Val Bisagno a San José de Flores. E l'arte del tornare
Chi emigra, se non è disperato, deve avere un progetto. Non è essenziale il gruzzolo di denari a disposizione. Vitale invece è possedere un'idea, un sogno da trasformare in realtà. Solo così le cose procederanno per il verso giusto. E se poi per le più imprevedibili giravolte della sorte si dovesse rinunciare a quel sogno, l'arte di fronteggiare gli eventi è ancora una volta quella che guiderà i passi del ritorno. Tornare, ma non da vinti. Tornare per mettere a frutto ciò che con grande sforzo si è imparato, in un gioco continuo del fare e rifare, senza arrendersi. Questo ci insegna la storia di una famiglia della Val Bisagno, vissuta a cavallo di due secoli e di due continenti, protagonista di una vicenda umana paradigmatica dell'emigrazione ligure, ma non per questo più speciale di altre, perché tutte le vite sono un piccolo romanzo che prima o poi varrebbe la pena di raccontare. -
Il silenzio sulla tela. Natura morta spagnola da Sánchez Cotán a Goya
Bozar di Bruxelles e Musei Reali di Torino si uniscono per costruire un omaggio alla Spagna attraverso il racconto della nascita e dello sviluppo della natura morta, genere nel quale i due paesi vantano una consolidata tradizione artistica. Ma proprio il caso spagnolo, con la sua commistione di influenze fiamminghe e italiane, rappresenta una peculiarità nel panorama europeo. Intorno alle prove di grandi artisti come Cotán, Velásquez, Meléndez e Goya, la mostra traccia il percorso di sviluppo di questo genere attraverso due secoli di produzione. Dalla silente concentrazione delle tele del Seicento, con l’indagine accurata e preziosa degli oggetti della vita quotidiana e della natura, attraverso le trionfanti composizioni barocche, ricche di decorazioni floreali e intrise di significati simbolici, si arriva all’età delle accademie e alla consacrazione del genere all’interno dei canoni artistici. Un itinerario che attraversa 35 opere provenienti da grandi musei d’Europa e d’America e da importanti collezioni private, suddivise in sette sezioni che marcano le fasi salienti della storia: le origini; i bodegones; i floreros; tavole e cucine; le vanitas; il primo Settecento... -
Il convento e la quadreria. Vita e cultura cappuccina a Voltaggio
Un'agile guida al convento dei Cappuccini di Voltaggio, perla dell'Oltregiogo Ligure. Il convento dei Cappuccini di Voltaggio è noto oggi soprattutto per la pregevole raccolta di quadri che custodisce al suo interno. Questo fatto ha contribuito a determinare una sorta di divisione fra convento e pinacoteca, quasi fossero due corpi distinti, due entità separate, mentre la collezione di quadri, seppure giunta in epoca tarda nel convento di Voltaggio, è stata per molti decenni parte integrante della vita cappuccina, quindi destinata a un uso più privato che pubblico e funzionale a precisi programmi di comportamento, a coscienti tensioni di impegno ascetico e di personale perfezionamento dei monaci. -
L'inquietudine del baricentro
Genova. Due spazi temporali distinti e paralleli: 1972 e 1997. A distanza di venticinque anni si dipana la storia di Rocco e delle donne che entrano nella sua vita, lasciando impronte indelebili, e vuoti che improvvisamente vengono colmati. Volti e amori diversi, uniti dal filo conduttore della musica. -
Maioliche di Savona e Albisola a Firenze (1650-1700)
La maiolica ligure ha conosciuto nel Seicento, e soprattutto nella seconda metà del secolo, un successo straordinario, non solo in Italia. Firenze ha mostrato una grande ammirazione nei confronti di questo vasellame dalla delicata colorazione azzurra, uscito dalle fornaci dei vasai di Savona e Albisola. Negli archivi fiorentini si è conservata una documentazione particolarmente ricca, che ha consentito di ricostruire i canali di rifornimento, i prezzi di mercato e l’uso di quel vasellame. Non di rado le prime famiglie della città hanno commissionato interi servizi, decorati spesso con il proprio stemma. Eccezionali rimangono le ordinazioni dei granduchi, dei principi e dei cardinali di Casa Medici, a cominciare dalla granduchessa Vittoria. -
La cucina delle feste
Questo libro nasce dalla voglia di ripercorrere la storia, la tradizione e le diverse declinazioni del menù classico delle feste dei genovesi, prima fra tutte il Natale. Partendo dall’Ottocento, con l’aiuto dei versi di poeti e scrittori dell’epoca, racconteremo come la città viveva l’aria di gioiosa aspettativa dei giorni precedenti la vigilia, preparandosi a celebrare la tavola della festa, fino ad arrivare a proporre, riletto in chiave attuale, un menù completo adatto ai nostri giorni. Non solo ricette quindi, sapientemente illustrate con la tecnica dell’acquarello, ma tutto ciò che ancora oggi dà un senso alla solennità del pranzo natalizio, tra rispetto della tradizione, sapori della memoria e identità regionale. -
Schiavi. A Genova e in Liguria
Gli schiavi sono gli uomini e donne di condizione servile che svolgono i lavori più pesanti nell'agricoltura come nell'artigianato e, nelle dimore private, le mansioni di serve domestiche, balie, badanti, concubine del padrone e oggetto delle attenzioni degli altri uomini della casa. Vittime di guerre, razzie e povertà, provengono dalle coste saracene, dalla Sardegna, poi dal grande mercato del mar Nero: sono tartari, russi, abkhazi, circassi, zichi, magiari, ungari, bulgari, greci, mingreli, lazi, più tardi albanesi, bosniaci, valacchi, mori di Malaga e Granada, ebrei della diaspora sefardita, turchi. Sono la ""merce umana"""", voce primaria nell'economia della Genova medievale. Come schiavi non hanno diritti; se liberati, si integrano nella società, formano una famiglia, diventano a tutti gli effetti cittadini di Genova..."" -
War is over? Arte e conflitti tra mito e contemporaneità. Catalogo della mostra (Ravenna, 6 Ottobre 2018-13 Gennaio 2019)
Il catalogo si collega idealmente al centenario della conclusione della prima guerra mondiale, proponendo un percorso che, attraverso l’arte di due secoli, riflette sui conflitti non a livello puramente storico ma in maniera più ampia, artistica e poetica, personale e collettiva, estetica ed etica. Si tratta di un itinerario che suggerisce e testimonia letture molteplici sulla guerra: uno (e non l’unico) tra gli esiti possibili verso cui spinge la necessità antropologica della relazione tra diversi; il più crudele e distruttivo, ma anche il più potente creatore di mitologie. L’arte si è da sempre misurata col tema del conflitto – o ne è stata condizionata – non solo attraverso la sua rappresentazione ma, spesso, anche attraverso il rifiuto, la rimozione, l’introiezione. Le opere scelte intendono illustrare, con media diversi, la tensione che esiste da sempre tra la creatività individuale e l’urgenza di misurarsi con un tema così pervasivo e onnipresente alle coscienze più vigili. -
Sestri Levante. Botteghe storiche e locali di tradizione. Ediz. italiana e inglese
Guida alle botteghe storiche e i locali di tradizione di Sestri Levante.