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Teatro Cargo 1994-2017. Fuori dal centro, fuori dagli schemi
Dal 1994 al 2017 a Genova è nato e cresciuto un teatro anomalo e indipendente che ha dato vita a spettacoli ed esperienze pilota uniche e irripetibili. È stato fondato da un gruppo di donne ed è stato sempre ad alta percentuale femminile. Il Teatro Cargo dopo anni di vita raminga, si insedia a Voltri, periferia genovese, dove apre due sale: la prima in un ex cantiere navale sulla spiaggia; la seconda è il più antico teatro storico ligure, nella Villa Duchessa di Galliera. Mentre continua a produrre spettacoli che girano l'Italia e l'Europa, il Cargo mantiene salde le radici nel territorio, dove forma un pubblico che prima non c'era, coinvolgendo spettatori dai 3 anni in su. Produce spettacoli memorabili per l'identità cittadina come ""Donne in guerra"""", a bordo dello storco trenino Genova-Casella, o """"Partenze"""" sulla Gru Maestrale """"Langer Heinrich"""", ancorata nel Porto Antico di Genova. Coinvolge centinaia di artisti, spesso giovani, prediligendo storie di donne e di memoria, di eroi dimenticati e viaggiatori intercontinentali di oggi e di ieri. Lungo i rocamboleschi anni della sua storia, Teatro Cargo resta fuori dagli schemi, sfugge alle etichette e non si omologa a nulla."" -
Maraglianeschi
Il volume affronta, con l'apporto di specialisti e di giovani studiosi, il tema della 'grande scuola di Anton Maria Maragliano' tentando un affondo negli accadimenti successivi al 1739. Le linee di indagine hanno seguito un doppio binario: da un lato l'approccio alle varie generazioni di allievi di Maragliano, con una serie di approfondimenti sulla diffusione e persistenza dei modelli, sulle scelte iconografiche e sulle tipologie produttive, dall'altro la distribuzione sul territorio, per mappare la fortuna delle iconografie ma soprattutto per constatare il monopolio esercitato dagli eredi diretti della bottega del maestro, i cugini Agostino Storace e Giovanni Maragliano, con 'isole' di predilezione per l'uno o per l'altro. La quantità della loro produzione, e di quella dei loro allievi, è consistente fino alla fine del secolo non tanto sulla piazza genovese, per certi versi satura, ma soprattutto nelle due Riviere, alle estremità dei confini e in ogni più profonda vallata. Un esito nuovo, dunque, che apre inattesi campi di indagine e che ribalta, in questo caso, il giudizio di Alizeri per il quale ""vediamo de' seguaci scarse produzioni""""."" -
Gli Staglieno. Origini, ritratti e protagonisti di una famiglia patrizia genovese
La storia di Genova può essere letta anche come un insieme di intrecci familiari e il volume ricostruisce la lunga vicenda storica degli Staglieno, una famiglia patrizia, originaria dell'omonima località della Val Bisagno dalla quale trasse il proprio casato, nell'immediato Levante della città di Genova, oggi nota per il cimitero monumentale, uno dei maggiori d'Europa, ma sino alla metà del XIX secolo luogo di villeggiature e di produzioni agricole importanti nel panorama locale. Gli Staglieno, che sempre hanno rivendicato la propria discendenza da Caio Elio Staleno, senatore romano e tribuno della Plebe nemico di Marco Tullio Cicerone, si affermano certamente nel tessuto sociale ed economico urbano tra XIV e XV secolo, prendendo anche parte ai commerci internazionali nel Mediterraneo come consuetudine dei membri del ceto dirigente genovese... -
A lume di candela. Cristo davanti a Caifa di Luca Cambiaso. Due notturni a confronto
Il ""Cristo davanti a Caifa"""" di Luca Cambiaso dell'Accademia Ligustica, uno dei più celebri notturni del pittore genovese, è posto a confronto con l'inedita versione di collezione privata, presentata per la prima volta all'attenzione degli studiosi e del pubblico. Quasi la soluzione di un 'giallo', poiché le due opere furono confuse l'una con l'altra. Nella loro pionieristica monografia sul pittore di Moneglia, Bertina Suida Manning e William Suida ritennero di poter identificare la tela oggi alla Ligustica col dipinto dello stesso soggetto ricordato da Carlo Giuseppe Ratti (1780) nel palazzo genovese di Giacomo Gentile. Solo in seguito i documenti hanno rivelato che il quadro della Ligustica proviene dalla collezione romana di Vincenzo Giustiniani. Restava da identificare la tela già di proprietà Gentile. Ritrovata in una collezione privata da Tiziana Zennaro, essa torna alla visione del pubblico, in un confronto che si avvale anche di nuove indagini diagnostiche sulle due tele, condotte con la collaborazione dell'Università degli Studi di Genova - DIRAAS."" -
Museo Nazionale di Ravenna
Situato nel complesso monumentale di San Vitale, il Museo Nazionale di Ravenna raccoglie importanti reperti archeologici, tra cui stele sepolcrali ed epigrafi romane, e collezioni di arti minori. Il nucleo primitivo del patrimonio museale fu costituito nel Settecento dalla paziente ricerca e cura dagli eruditi monaci delle grandi abbazie cittadine. Al primo piano sono esposti, nell’ordinata architettura benedettina, i leggiadri bronzetti rinascimentali, una pregevole raccolta di avori, un ricco nucleo di icone, una sezione dedicata alle ceramiche e un’affascinante collezione di armi antiche. Tra i reperti di maggior prestigio si annoverano capitelli in marmo orientale, sarcofagi decorati e altri manufatti di V e VI secolo. I più noti sono quelli provenienti dai monumenti paleocristiani e bizantini Patrimonio dell’Umanità Unesco, tra cui le transenne e la croce da San Vitale e la sinopia preparatoria al mosaico di Sant’Apollinare in Classe. All’interno del museo si trova anche l’importante ciclo di affreschi del Trecento, capolavoro di Pietro da Rimini, staccato dall’antica chiesa di Santa Chiara in Ravenna. -
Giovanni di Pietro da Pisa. Un polittico da ricostruire
Un progetto di restauro e di valorizzazione nato dalla collaborazione virtuosa di tre istituzioni museali (Palazzo Madama - Museo Civico d’Arte Antica di Torino – Museo Diocesano di Genova – Musei Civici di Pavia - Pinacoteca Malaspina), in collaborazione con il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” (CCR). Il volume racconta un itinerario a ritroso nel tempo: un percorso che prende avvio da quattro dipinti su tavola attribuiti al pittore quattrocentesco Giovanni da Pisa, per giungere alla ricostruzione virtuale del polittico proveniente da una chiesa genovese e poi smembrato nel XIX secolo, e insieme la ricostruzione della produzione dell’artista pisano. -
History of the future. Vol. 2: Dear prudence.
"Dear prudence"""" è il secondo capitolo delle cronache di History of the Future, viaggio nel diorama architettonico del XX e XXI secolo. Il progetto didattico raccontato nella presente pubblicazione si è svolto durante l'anno accademico 2016-2017, nell'ambito del 'Laboratorio di Progettazione Architettonica 2A' diretto da Valter Scelsi, con la collaborazione di Francesco Bacci, Elisabetta Canepa e Angelo Torre, e offerto dal Dipartimento Architettura e Design (dAD) della Scuola Politecnica dell'Università di Genova. A ogni gruppo di studenti è stata affidata una porzione della città di Genova, divisa longitudinalmente in quattordici settori. All'interno di ogni porzione gli studenti hanno progettato, anche tramite il ricorso allo strumento della demolizione, un tracciato continuo da percorrersi a piedi. L'unione dei frammenti ha generato un unico percorso." -
Giovanni Boldini. Opere su carta. Ediz. illustrata
Il volume offre un ampio tracciato della produzione grafica di Giovanni Boldini (Ferrara 1842-Parigi 1931), ponendo particolare attenzione alla sua virtuosa capacità espressiva nell'arte del disegno e dell’incisione. Quella del disegno è una tecnica sperimentata da Boldini fin dalla tenera età, al punto che una leggenda di famiglia racconta che l’artista imparò a disegnare ancora prima di leggere. Aneddoto a parte, il disegno fu per lui regola quotidiana di vita, un imperativo categorico che gli consentì di indagare, analizzare e riprodurre tutti i particolari della realtà circostante e che lo lasciava libero di sperimentare, lontano dal suo pubblico, nuovi motivi, nuove soluzioni compositive e approcci stilistici. Boldini era un disegnatore compulsivo; aveva la mania di schizzare con guizzo da spadaccino, e senza mai sbagliare nulla, tutto quello che cadeva sotto il suo sguardo: un bicchiere o un tozzo di pane sopra una tovaglia di un anonimo caffè parigino, il profilo vezzoso di una fanciulla alle corse di Longchamps, gli occhi stanchi dei cavalli del fiacre, la ragazzina con il tutù alla sbarra, e così via... -
La Sindone e la sua immagine. Storia, arte e devozione
La Sindone è una realtà misteriosa, oggetto di devozione secolare, storicamente documentata per la prima volta alla metà del 1300 nella attuale regione Grand Est della Francia. Dal momento del suo arrivo a Torino nel 1578 per volere di Emanuele Filiberto di Savoia, il sacro lenzuolo diventa protagonista di immagini celebrative e devozionali, opere prodotte con tecniche diverse - incisioni, disegni e dipinti, lavori su carta, su seta o su pergamena, intarsi, ricami e insegne processionali. In voluta concomitanza con la riapertura della Cappella della Sindone di Guarino Guarini - restaurata dopo il devastante incendio dell'11 aprile 1997 - Palazzo Madama ripercorre con La Sindone e la sua immagine quasi cinquecento anni di storia del sacro lino dalla metà del XVI secolo all'età moderna. Il volume presenta una selezione di circa ottanta piccole e grandi opere d'arte provenienti dalla collezione sindonica dell'ultimo Re d'Italia Umberto II, oggi divisa tra il Castello di Racconigi e la Fondazione Umberto II e Maria José di Savoia che ha sede a Ginevra, dalle raccolte dei Musei Reali di Torino, del Museo della Sindone e di Palazzo Madama, e dal patrimonio del territorio piemontese. -
I Fieschi. Feudalità e istituzioni. Il liber privilegiorum (1227-1465). Vol. 2
Questa raccolta di documenti, pubblicati per la prima volta, rappresenta un unicum nella storia genovese. Si tratta di un manoscritto conservato in un archivio privato che raccoglie diplomi imperiali e bolle pontificie emanati fra XIII e XV secolo in favore dei conti di Lavagna e, particolarmente, dei Fieschi, famiglia tra le più eminenti appartenente al clan, oltre ad accordi tra questi e il comune di Genova e il ducato di Milano, sentenze di arbitri e giuristi per il riconoscimento dei privilegi goduti da questo antico casato. Un viaggio attraverso i secoli che porta il lettore a seguire il complesso rapporto di incontro/scontro tra le nascenti istituzioni comunali genovesi e le signorie territoriali pronte a difendere i loro diritti e privilegi, in quella differenziata dialettica che mette a confronto le autonomie fiscali di prerogativa signorile con l’affermarsi delle autonomie locali. -
La Cappella di Nostra Signora delle Vigne a Genova
Nella prima intenzione, il presente volume avrebbe dovuto trattare dei lavori di restauro condotti fra la fine del 2012 e il maggio 2014 nella cappella di testa della navata destra della chiesa delle Vigne, cosiddetta dell'Incoronata, vero e proprio santuario all'interno di una delle chiese più eminenti della città: un atto dovuto a conclusione di un intervento articolato e complesso, finanziato dalla Compagnia di San Paolo, diretto da Claudio Montagni con Elena Leoncini, e svoltosi sotto l'alta sorveglianza delle allora Soprintendenze per i beni architettonici, storici e artistici. Le strettissime e spesso imprescindibili relazioni fra la cappella-santuario e la chiesa, tuttavia, così come l'assoluta importanza dei committenti e degli artisti a vario titolo coinvolti, nel volgere di almeno due secoli, nel dare forma, decoro e restigio al sacello, le stesse abbondanti testimonianze delle fonti letterarie e archivistiche, hanno convinto i promotori dell'iniziativa della necessità di estendere gli studi, celebrando, in modo più consono, una fondazione che rappresenta, a tutti gli effetti, uno dei cardini della storia artistica e religiosa di Genova... -
Io sono una poesia. Parole sui muri e le arti negli anni Sessanta tra Modena e Reggio Emilia
Con un’ampia selezione di opere, il volume offre uno spaccato inedito del clima artistico e culturale che ha caratterizzato Modena e Reggio Emilia in una stagione cruciale della nostra storia contemporanea: gli anni sessanta. Curata da Stefano Bulgarelli, Francesca Piccinini e Luciano Rivi, la mostra ""Io sono una poesia. Parole sui muri e le arti negli anni Sessanta tra Modena e Reggio Emilia"""" costituisce un’indagine volta a restituire il clima culturale e artistico tra Modena e Reggio Emilia negli anni ‘50 e ‘60, un periodo particolarmente fertile sotto questo punto di vista per entrambe le città e caratterizzato da continui scambi e relazioni molteplici. Sullo sfondo di un benessere diffuso, di significativi cambiamenti nella società e negli stili di vita, il variegato fermento creativo è evidente in tutti i campi del fare artistico e la convergenza tra volontà istituzionali e ricerche individuali produce un evento come quello organizzato nel 1967-68 a Fiumalbo, la prima manifestazione nazionale di avanguardia diffusa alla quale partecipano decine di artisti italiani e stranieri."" -
Castel del Monte. Andria e il percorso federiciano
Castel del Monte possiede un valore universale eccezionale per la perfezione delle sue forme, l'armonia e la fusione di elementi culturali venuti dal nord Europa, dal mondo musulmano e dall'antichità classica. È un capolavoro unico dell'architettura medievale, che riflette l'umanesimo del suo fondatore Federico II di Svevia. Queste le motivazioni con cui il Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO ha inserito il monumento federiciano nella World Heritage List. La guida, riccamente illustrata con splendide fotografie, accompagna il lettore nella visita di Castel del Monte e contiene anche un percorso attraverso il centro storico di Andria e la Murgia. -
Castel del Monte. Andria and the federician route
Castel del Monte possiede un valore universale eccezionale per la perfezione delle sue forme, l'armonia e la fusione di elementi culturali venuti dal nord Europa, dal mondo musulmano e dall'antichità classica. È un capolavoro unico dell'architettura medievale, che riflette l'umanesimo del suo fondatore Federico II di Svevia. Queste le motivazioni con cui il Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO ha inserito il monumento federiciano nella World Heritage List. La guida, riccamente illustrata con splendide fotografie, accompagna il lettore nella visita di Castel del Monte e contiene anche un percorso attraverso il centro storico di Andria e la Murgia. -
Vetri da laboratorio e farmacia nella produzione della S.A.V. di Altare. Ediz. italiana e inglese
La produzione vetraria di Altare, piccolo borgo nell’entroterra savonese, si caratterizza per essere da sempre legata alla vita di ogni giorno e soddisfare con il vetro le esigenze del quotidiano. Oltre quindi a bottiglie, bicchieri, vasi, contenitori per i dolci e per l’olio, anche di dimensioni davvero straordinarie, nonché ai famosi acchiappamosche, acchiappapesci, al gancio per appendere le carni, ai beverini per gli uccelli... Altare ha prodotto oggetti per la farmacia e strumenti da laboratorio. Un settore che vedeva coinvolti i maestri vetrai più esperti, in grado di realizzare oggetti affascinanti nella forma, ma soprattutto funzionali e declinati, in molti casi, in dimensioni e capacità differenti: vera espressione di un design ante litteram, che rende la vetraria altarese un caso straordinario nel panorama della cultura e della tradizione artigiana e protoindustriale italiana. Se Altare è sinonimo di vetro da oltre mille anni con moltissime fornaci dislocate sul suo territorio, è la S.A.V. (Società Cooperativa Artistico Vetraria) a sviluppare questo settore, i cui articoli erano particolarmente apprezzati per la maestria esecutiva. -
Bernardo Strozzi. Allegoria della pittura
Al consistente nucleo di opere di Bernardo Strozzi già in essa presenti, si affianca l’""Allegoria della pittura"""", acquistata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali per la Galleria Nazionale della Liguria. Il volume consente di entrare in contatto diretto con la suggestiva esperienza pittorica di Bernardo Strozzi, uno dei protagonisti della cultura figurativa ligure, e non solo, del primo Seicento: una sfaccettata panoramica della sua produzione, dai suoi precoci anni genovesi, sino agli esordi dell’attività veneziana, di cui l’Allegoria della Pittura è felice espressione. Testi di: Gianluca Zanelli, Manuela Serando, Paolo Antonino Maria Triolo, Matteo Moretti e Marie Luce Repetto."" -
Il servizio Spinola. Il tè fra Oriente e Occidente
L’acquisizione del MIBAC per la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola di un prezioso servizio di porcellana cinese commissionato a fine Settecento da un raffinato esponente della prestigiosa famiglia degli Spinola è l’occasione per approfondire l’affascinante storia del tè e dell’origine del suo uso, prima in Cina e poi in Giappone, dove divenne protagonista del rigido e complesso rito della “cerimonia del tè”. Sviluppandosi l’importazione in Occidente grazie ai commerci delle Compagnie delle Indie, con il tè si diffuse la necessità di oggetti per servirlo prima anche essi importati dall’Oriente, poi prodotti dalle manifatture europee che dall’inizio del Settecento riuscirono a produrre porcellana. Il libro ricostruisce questo viaggio, dalle terre della Cina ai salotti dell’Europa settecentesca, e attraverso i documenti dell’aristocratica famiglia degli Spinola e la presentazione dei servizi a essa appartenuti offre un quadro del diffondersi della moda del tè anche nella società genovese. -
La città (con)divisa. Manuale di convivenza urbana nell'epoca del conflitto
Questo volume testimonia il lavoro di ricerca su Naba'a, enclave alla periferia di Beirut, e ha come obiettivo la definizione di Città [Con]divisa, luogo nel quale i conflitti si neutralizzano o addirittura valorizzano per garantire la convivenza ai suoi abitanti. Naba'a, è l'esempio paradigmatico di un sistema urbano [Con]diviso, luogo in cui conflitto, autosegregazione, solidarietà e partecipazione si sovrappongono e alternano nello sviluppo delle dinamiche sociali. Ma il tema del conflitto è cruciale per la nostra epoca e riscontrabile in numerose realtà metropolitane, dall'Europa all'Asia. La ricerca allarga e restringe continuamente la sua focale, da Berlino a Istanbul, da Baghdad a Johannesburg, per comprendere le dimensioni globali del fenomeno trattato e verificarne le ricadute alla scala architettonica. La realtà del Libano è complessa, l'equilibrio di questo paese è instabile e si sorregge su un delicato compromesso nel quale identità religiosa, appartenenza territoriale e struttura urbana sono variabili indivisibili. La storia del Libano fatta di conflitti, emigrazioni e immigrazioni ha contribuito a costruire una società che per sua stessa definizione è auto segregata. -
Paesaggi di carta. Iconografia e cartografia di Isola del Cantone e dell’Alta Valle Scrivia
Dall’Ottocento a oggi il paesaggio di vaste aree della Liguria ha subito radicali cambiamenti: le aree rurali e interne, tra cui parte della Valle Scrivia, hanno risentito dello spopolamento delle campagne e dell’abbandono dei campi. Le terre un tempo destinate a pascolo o caratterizzate da terrazzamenti a fini agricoli hanno visto un progressivo avanzamento del bosco seminaturale, con la conseguente perdita delle tradizionali pratiche agro-silvo-pastorali. Parallelamente si è assistito alla nascita dell’industria e allo sviluppo di nuove infrastrutture, strade, ferrovie e autostrade, che in particolare in Valle Scrivia hanno modificato in modo incisivo il territorio. Paesaggi di Carta – ""Iconografia e cartografia di isola del Cantone e dell’Alta Valle Scrivia"""" si propone di esplorare come la cartografia storica e il vedutismo, a opera di artisti professionisti e dilettanti, possa contribuire a riscoprire la diversità dei paesaggi culturali che sono stati oscurati da questi cambiamenti."" -
Caravaggio e i Genovesi. Committenti, collezionisti, pittori. Catalogo della mostra (Genova, 14 febbraio-24 giugno 2019). Ediz. a colori
Il volume presenta il complesso argomento della ricezione dell’arte di Caravaggio a Genova. Inoltre approfondisce gli studi sull’Ecce Homo di Caravaggio, custodito a Palazzo Bianco, dal punto di vista della tecnica esecutiva, della storia critica e della vicenda collezionistica. I saggi ripercorrono il variegato panorama artistico della città, nella periodo di suo massimo splendore, il Seicento, nel quale la Repubblica e il suo patriziato ne hanno determinato le sorti, anche nel campo dell’arte. Dagli studi sull’Ecce Homo si approda al rapporto tra Caravaggio e i collezionisti genovesi (Ottavio Costa, Giovanni Andrea I Doria, Marcantonio Doria e Vincenzo Giustiniani) tessendone i rapporti con le città di Roma e Napoli e della sua influenza su pittori come: Bernardo Strozzi, Domenico Fiasella, Luciano Borzone, Gioacchino Assereto e Orazio De Ferrari. Un altro capitolo riguarda i Caravaggisti “forestieri” presenti a Genova o nelle collezioni locali: Bartolomeo Cavarozzi, Simon Vouet, Orazio Gentileschi, Gherardo delle Notti e Matthias Stom. Prefazione di Lauro Magnani.