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I patriarchi. La spada e la croce. 15 secoli di storia
Quasi mille anni di storia dell'umanità sono stati convenzionalmente definiti ""medio evo"""", ponendo come date di riferimento il 476, caduta dell'Impero romano d'Occidente, e il 1492, scoperta dell'America. Questa sequenza di secoli, a lungo vituperati per essere oscuri, riserva ancora delle sorprese a chi desideri conoscerne personaggi e vicende. Il medio evo di una vasta regione d'Europa, senza riferimenti agli attuali confini politici o nazionali e, persino, a quelli geografici, è il Patriarcato di Aquileia. Il cristianesimo, nato e diffuso in questa città, una della più grandi e fiorenti dell'Impero romano e collocata in una posizione strategica nell'alto Adriatico, nel suo raggio di """"conversione"""" ha creato un vero e proprio """"governo delle anime"""", presto divenuto """"governo delle terre"""". Dopo che, nel 452, Attila con i suoi unni ha distrutto Aquileia, condannandola a essere sepolta, gli scavi archeologici ne hanno rivelato la straordinaria ricchezza culturale, già mantenuta viva dal Patriarcato come preziosa eredità. La leggenda fondatrice, il probante sangue dei martiri, la coraggiosa difesa di una identità teologica, hanno fatto dei patriarchi i protagonisti di un'utopia, la """"res publica christiana"""". Un incancellabile segno nella storia."" -
Povertà in Friuli
Povertà è il quadro del Friuli nell'Ottocento, come non era mai stato narrato prima; la fame atavica e la terra madre e matrigna assieme, la quotidianità di donne, uomini, bambini e animali costretti alla continua e coraggiosa lotta per il pane; le usanze e le credenze d'una fede antica, gli amori e le gioie d'infanzia; la vita, quella legata alla natura e ai suoi tempi, qui nella nostra piccola Patria. «Il grande libro storico di una delle più importanti scrittrici dell'Ottocento, racconti e novelle dedicati a un popolo, quello Friulano.» -
Castelli friulani. Vol. 2
Storie di Dame, Cavalieri e sanguinose guerre combattute nei Castelli di Caneva, Cordovado, Pinzano, Polcenigo, Porcia, Sesto al Reghena, Spilimbergo, Toppo, Torre, Valvasone e Zoppola. Dopo aver abitato per alcuni anni a Valvasone, i discendenti di Giovanni Francesco si stabilirono a Pordenone con un'ottima posizione sociale e una discreta ricchezza. Ciò fino al 1560, con un Francesco il cui padre aveva sperperato tutto lasciandogli solo cinquanta ducati. Egli allora si trasferì a Cormons dove le cose gli andarono di male in peggio. Perciò accolse l'oscena proposta, ma ben pagata sotto forma di dote, del nobile Giacomo de Casali di Udine: sposarne la figlia Francesca già ingravidata dal canonico Nicolò de Cassinis, a sua volta figlio illegittimo del canonico Leonardo e di una monaca di S. Nicolò di Udine, suor Soave. Francesca, definita dai più gentili come 'donna impudica', partorì da li a poco una figlia cui fu dato il nome di Leonarda; ma anche a far nascere la seconda figlia, Costanza, ci pensò il canonico Cassinis così come il terzo ed unico figlio maschio, Enea, nato quando il povero Francesco era già morto. Enea, a sua volta, scoperto dal padre naturale Nicolò de Cassinis a svuotargli il forziere, fu da questi assassinato a pugnalate nel 1546. Allora il boccaccesco canonico venne rinchiuso nella prigione di Gradisca dove tentò il suicidio. Trasportato a Cividale, morì poco dopo assistito dalla sua amante Francesca. -
Castelli friulani. Vol. 1
Lotte fratricide, scorrerie, guerre e pestilenze, atti nobili e ignobili dentro e fuori le mura dei castelli friulani. Qui si narrano le vicende e le storie di Ahrensperg, Ariis, Artegna, Cassacco, Castelmonte, Colloredo di Monte Albano e Mels, Cucagna e Zucco, Moscarda, Osoppo, Partistagno, Ragogna, Rive d'Arcano, Rosazzo, Strassoldo, Udine, Villalta. Il 4 novembre del 1431, dopo una tenace resistenza degli assediati, Rosazzo venne ripresa dalle milizie ungheresi le quali, trascorsi ben quattro secoli dalle terribili scorrerie che avevano portato in Friuli, non dovevano aver perso certe abitudini: tagliarono infatti la mano destra a tutti i sopravvissuti e saccheggiarono e devastarono l'intero complesso abbaziale. Alcuni giorni dopo l'esercito veneziano le affrontò fra Manzano e Cormons, sconfiggendole. A quel punto scattò la terribile vendetta dei serenissimi, raddoppiata in quanto a crudeltà: vennero infatti mozzate entrambe le mai agli ungari catturati, e cavati loro gli occhi. Poco prima che questo fiume di sangue si riversasse nei territori abbaziali, i monaci benedettini avevano preso la sofferta decisione di abbandonare il complesso. La politica e le guerre avevano soffocato il desiderio di dedicarsi a Dio in serenità. -
Piccole patrie
«Le piccole patrie sono molte, in una vita girovaga. Sono un giornalista per caso, e mi ha sorpreso trovare tra le carte che stavo rovistando per mettere assieme questo libro un biglietto di mio padre. Accompagnava il dono di una stilografica Pelikan e conteneva un augurio: ""Al futuro giornalista, il papà, con tanti affettuosi auguri, offre il ferro del mestiere"""". La mia risposta, con una grafia e una firma ancora infantile (Tonino) era vaga: """"Con tante grazie al mio adorato papà inizio a usare il dono con la speranza che mi porti fortuna"""". Era il regalo per il mio quattordicesimo compleanno, nel 1962... Avrei impiegato molti anni - e molti lavori - per accorgermi che il giornalismo poteva pagare le due mie passioni: viaggiare e scrivere. Un battesimo del fuoco - alla lettera, perché era il tempo della fallita insurrezione sandinista in Nicaragua - mi ha segnato per sempre. E ovunque andassi, dal quotidiano dei miei esordi Lotta Continua a Panorama Mese, da Epoca ai telegiornali Mediaset, sono stato un reporter di guerra, anche se non ho mai amato la definizione, perché mi sembra iettatoria e povera, insieme. In """"Piccole Patrie"""" ho raccontato tutto quello che mi ha incuriosito: viaggi e persone, guerre e catastrofi naturali, piccole storie e cronache nere, amori e avventure... Sono friulano e mi sono sentito a casa in tante parti del mondo, da Roma a Sarajevo, dall'America Latina al Golfo: piccole patrie.»"" -
Sinagoghe italiane. Raccontate e disegnate. Ediz. a colori
Sono quarantadue le Sinagoghe che vi presentiamo. Raccontate storicamente, illustrate a colori. Tante storie di donne e uomini. Vicende, dolori e gioie hanno accompagnato la costruzione e la vita delle Sinagoghe Italiane. Dal Nord al Sud d'Italia le raccontiamo e disegniamo anche come omaggio agli Ebrei nostri fratelli maggiori. Le Sinagoghe di: Trieste, Gorizia, Venezia, Verona, Padova, Merano, Torino, Casale Monferrato, Vercelli, Alessandria, Asti, Biella, Carmagnola, Cherasco, Cuneo, Ivrea, Mondovì, Saluzzo, Milano, Mantova, Sabbioneta, Genova, Ferrara, Bologna, Modena, Parma, Carpi, Reggio Emilia, Soragna, Firenze, Livorno, Pisa, Siena, Pitigliano, Roma, Ancona, Pesaro, Senigallia, Urbino, Napoli, Trani, Palermo. -
A guardare il nord
Cinquant'anni d'Italia. Dai ruggenti anni Ottanta ad un ipotetico Duemilatrentacinque, passando per gli anni delle speranze e quelli delle disillusioni, fino a una stagione non attesa, che ha segnato tutti... Un volume che raccoglie il lavoro ventennale d'uno dei maggiori scrittori realisti italiani, con ampi testi inediti, una scrittura che muta col mutare della nazione, di decennio in decennio. ""A guardare il Nord"""" è il libro per leggere l'Italia, come è cambiata lei, come siamo cambiati noi."" -
Il longobardo
Regnum Longobardorum - VII secolo d. C. Rotari è il figlio del duca di Brescia. È imponente, ribelle, sicuro di sé. Nelle sue vene scorre sangue di re. Ma, nell'Italia divisa tra Longobardi e Bizantini, la strada per la corona è irta di insidie... tra agguati, viaggi avventurosi, vendette, intrighi e tradimenti. Alla corte della regina Teodolinda, la lealtà è una merce rara e la sete di potere non risparmia nessuno... -
Madre natura. I quattro libri
Il guardiacaccia scrittore ci riporta nei luoghi dei suoi quattro libri più amati, tra le storie che lo hanno reso celebre, per l'impegno a difesa del creato. Ho visto piangere gli animali: ""Sono nato e vissuto a contatto con la terra, gli alberi e gli animali. Ho scoperto che la natura è un grande libro, ma ho imparato che, per leggerlo, bisogna prima conoscere il suo alfabeto e le sue leggi: ho cominciato la prima pagina e so che non mi basterà la vita per leggere la seconda. Ho visto e sentito quanto e come l'animale uomo, negli istinti, possa essere simili alle altre creature... Ho sentito il grido dell'aquila Ho ascoltato le voci della montagna, il cantare dei ruscelli e dei ghiaioni, ho provato a correre sui sentieri dei camosci e mi sono arrampicato sui posatoi dell'aquila. Vivo la montagna come gli animali, andando sui loro sentieri in tutte le stagioni... Il suicidio del capriolo. Ho visto animali braccati, li ho visti abbandonare la vita, per fuggire alla morte. Le pallottole o i pallini, quando escono dalla canna, possono colpire indistintamente chiunque e qualsiasi cosa senza provare assolutamente nulla, loro uccidono e basta... Lo sguardo del lupo. L'uomo è l'essere più arrogante e distruttore che sia mai esistito sulla terra, eppure si autodefinisce razionale, spirituale, etico e morale... Si ritiene al di sopra degli istinti, producendo comportamenti distruttivi verso la natura, che è la prima madre."" -
Castelli piemontesi. Vol. 1
Lotte fratricide, scorrerie, guerre e pestilenze, atti nobili e ignobili dentro e fuori le mura dei castelli piemontesi. Qui si narrano le vicende e le storie di Avigliana, Ivrea, Malgrà di Rivarolo, Masino, Mazzè, Montalto Dora, Piobesi, Piossasco, Reano, Rivara, Rocca Canavese, San Giorio, Santena, Settimo Vittone, Sparone, Susa, Ternavasso, Vinovo. -
Castelli piemontesi. Vol. 2
Lotte fratricide, scorrerie, guerre e pestilenze, atti nobili e ignobili dentro e fuori le mura dei castelli piemontesi. Qui si narrano le vicende e le storie di Barolo, Clavesana, Fossano, Guarene, Lagnasco, Magliano Alfieri, Manta, Mombasiglio, Moretta, Roccolo, Serralunga d'Alba, Sommariva Perno. -
Castelli piemontesi. Vol. 3
Lotte fratricide, scorrerie, guerre e pestilenze, atti nobili e ignobili dentro e fuori le mura dei castelli piemontesi. Qui si narrano le vicende e le storie di Casaleggio Boiro, Casale, Castelnuovo Bormida, Lerma, Rocca Grimalda, Cisterna, Costigliole, Incisa Scapaccino, Passerano, Cerrione, Gaglianico, Roppolo, Vigliano. -
Castelli piemontesi. Vol. 4
Lotte fratricide, scorrerie, guerre e pestilenze, atti nobili e ignobili dentro e fuori le mura dei castelli piemontesi. Qui si narrano le vicende e le storie di Galliate, Invorio, Novara Orta San Giulio, Cànnero, Vogogna, Buronzo, Crescentino, Rovasenda, Vercelli. -
Tredici alberi. Racconti di uomini e di radici
"Ho ascoltato e raccontato tredici amici alberi. L'Abete rosso e quello bianco, la Robinia, il Frassino, il Cirmolo, la Betulla, il Faggio, il Larice, il Pino mugo, il Carpino, il Tasso, il Nocciolo e l'Acero, le loro storie, sentite e vissute sulla corteccia e sui rami e sulle foglie rivolte al cielo...""""" -
Liguria. Città, borghi, piazze e tante storie. Vol. 1
Liguria e liguri, raccontati e disegnati -
Liguria. Città, borghi, piazze e tante storie. Vol. 2
Liguria e liguri, raccontati e disegnati -
Liguria. Città, borghi, piazze e tante storie. Vol. 3
Liguria e liguri, raccontati e disegnati -
Liguria. Città, borghi, piazze e tante storie. Vol. 4
Città, Borghi, Piazze, raccontate da Paola Pettinotti e disegnate da Pierfranco Fabris. Qui si narrano le tante storie, alcune liete altre meno, avvenute nei secoli dentro le piazze, le chiese, i palazzi che costituiscono l'anima ligure. In questo volume: Imperia, Apricale, Ceriana, Dolceacqua, Triora, Sanremo. -
Piccole storie a Padova
Padova è per tradizione la città del ""Santo senza nome"""", del """"Caffè senza porte"""", del """"Prato senza erba"""", anche se sant'Antonio un nome ce l'ha, il Prato della Valle è ricoperto di manto erboso e il Pedrocchi si è dotato di enormi porte di vetro. E qualcuno aggiunge ai tre """"senza"""" anche un quarto: il bue senza corna che è quello dello stemma della celebre Università. Dietro a ognuno di questi detti c'è una storia. Come dentro a ogni pietra c'è qualcosa da scoprire e in ogni frammento si annida un pezzo di passato. E così ogni muro ci tramanda un racconto. Ma Padova è fatta anche dai padovani: geniali ingegni studiarono qui, molti artisti diedero il meglio di sé, molte esistenze si sono intrecciate e si intrecciano tuttora perché occorrono tante vite per fare una Città."" -
Storia di Lecco dalle origini ai giorni nostri
Questa è la millenaria storia della città degli ""antri ardenti"""" dove tanti oscuri Efesti grondanti sudore battevano il ferro, della piccola città ingegnosa e laboriosa che badava al sodo, della città poco incline alle grandi e rabbiose passioni politiche, della città apparentemente ignara della propria bellezza e del proprio fascino singolare, stretta tra le acque a volte amichevoli e a volte ombrose del lago e le immense pareti rocciose di calcare sulle quali sono cresciute generazioni di scalatori diventati celebri in tutto il mondo con i loro maglioni rossi e lo stemma del ragno a sette zampe. È inoltre la storia di un luogo benedetto e condannato al tempo stesso dalla sua posizione strategica, dal suo trovarsi fin dall'antichità sulle rotte commerciali ma anche - sfortunatamente - su quelle degli eserciti invasori, alcuni dei quali lasciarono tragici e immortali ricordi, che così contrastano con la pace e la serenità trasmesse dalla distesa blu del lago e dalle case affacciate sulle rive.""