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La lunga guerra del soldato Remo (8 gennaio 1941-6 aprile 1946)
"La lunga guerra di Remo"""" è la testimonianza reale, diretta, di ciò che ha vissuto un giovane soldato italiano nella sua lunghissima odissea: traversie, angosce, speranze, sofferenze, prigionia e il ritorno. Dal 1941 al 1946. Il viaggio nella Seconda guerra mondiale e nelle drammatiche scelte che tanti giovani soldati italiani hanno dovuto fare per poter continuare a vivere. L'8 gennaio 1941 partiremo da Trieste per raggiungere Milano e far parte del Battaglione reclute del 7° Fanteria, Divisione Cuneo. Assisteremo dal porto di Bari alla partenza per la Grecia e approderemo nelle isole Cicladi. Nel settembre del 1943 saremo ad Atene al seguito del 18° Reggimento Gebirgs Polizei. Nel 1944, lasciata la Grecia, seguiremo la ritirata della Wehrmacht lungo le strade che attraversano il cuore della Jugoslavia. Nel dicembre del 1944, con il freddo e la neve, ci troveremo per mesi nei pressi di Sarajevo a presidiare un passo alpino. Dal 1945 sentiremo i passi di una marea di soldati prigionieri, sospinti a ritroso verso il confine con l'Ungheria. Nel 1946, a guerra ampiamente terminata, dopo una lunga e sofferta odissea, saremo sulla strada del ritorno. Infine, il 6 aprile 1946, finalmente respireremo l'aria di casa." -
La storia di tante storie. Giornali e giornalisti del Veneto
Uno sguardo sul passato, sui giornali e i giornalisti che hanno fatto grande la tradizione del Veneto, per offrire una chiave di lettura del presente, per affrontare le sfide e gli epocali cambiamenti del mondo dell'informazione all'insegna dei valori del buon giornalismo. Questo volume ""La storia di tante storie"""" è un' operazione della memoria, nata per valorizzare un patrimonio umano e culturale, per sollecitare il dibattito su libertà di cronaca e di critica. Un'opera collettiva per non dimenticare, per difendere il diritto dei cittadini a essere informati correttamente."" -
Storia di Zara dalle origini ai giorni nostri
Ogni tanto il nome di Zara riappare nei giornali e la sua storia è oggetto di studi e di ricerche nelle Università, non solo italiane o croate. Parlando della Dalmazia, si deve ricordare per forza la sua città più antica e contesa, che ne è stata capoluogo, o modesta capitale di un regno mai esistito se non sulla carta. Perché nella realtà storica, dopo Roma e Bisanzio, è stato dominio della Corona d'Ungheria, della Repubblica Veneta, degli imperi napoleonico e Austro-Ungarico, malgrado la corona regale inalberata sul suo stemma con i tre leopardi in campo azzurro. In origine il campo era rosso. Fu Venezia a volerne cambiare il colore per non confonderlo con la porpora del gonfalone della Serenissima. Città importante da essere contesa nei secoli da potenze continentali e marittime: gli Imperi romano e bizantino, quello carolingio, il Regno croato e ungherese, gli Angiò di Napoli, gli Imperi di Napoleone e degli Asburgo, l'Italia unita e la ex Iugoslavia. E prima fra tutte la Repubblica di San Marco, che di questa Zara non sapeva fare a meno. C'è una marea nelle cose umane per usare le parole di Shakespeare - che ha i suoi flussi misteriosi e gioca con il destino di uomini e comunità. E di questa antica comunità, la liburnica Idassa, la romana Iadera, la bizantina Diadora, l'italiana e veneta Zara, la croata Zadar, si racconta in questo libro. -
Storia del Piemonte dalle origini ai giorni nostri
La regione che chiamiamo ""Piemonte"""" è un territorio vario, che spazia dalle vette alpine del Monviso e del Gran Paradiso alle risaie del Vercellese, dalle colline delle Langhe e del Monferrato al Lago Maggiore; regione di produzione industriale, di coltivazioni di pregio, di eccellenze enogastronomiche, di turismo sportivo, ma soprattutto regione di storia. Gianni Oliva ripercorre il lungo cammino attraverso cui il Piemonte ha definito la sua identità e tratteggia con prosa fluida le diverse stagioni che hanno lasciato testimonianza: ne risulta il racconto di una vicenda lunga due millenni, strettamente intrecciata alla grande storia europea, per secoli frammentata in esperienze territoriali diverse, dal XVIII aggregata attorno alla dinastia sabauda che ne stabilisce i contorni geopolitici. Protagonista del Risorgimento, poi dell'industrializzazione, poi ancora del boom economico del secondo dopoguerra, il Piemonte è oggi una regione dal profilo variegato, dinamicamente protesa (come la sua capitale Torino) a """"reinventarsi"""" una dimensione, ma solidamente ancorata alle ricchezze della sua tradizione e del suo passato."" -
Era mia nonna. Storia di una donna veneta del Novecento
Il Novecento è stato un secolo che ha corso veloce: cent'anni di grandi personaggi, rivoluzioni, eventi, tragedie e invenzioni che a stento si potrebbero contenere in un millennio. Allo stesso modo le figlie di quel secolo avevano imparato a vivere di fretta, quasi timorose di non avere abbastanza tempo. Ada Favero, ""dinamica e furibonda"""", ha camminato su questa Terra per quasi centosette anni, dal 1902 al 2009. Ha visto tutto: dai cavalli all'uomo sulla Luna; dai centesimi di Lira a quelli dell'Euro; dai lumi a petrolio all'accensione dei lampioni elettrici. Ha vissuto due Guerre; è sopravvissuta alla febbre Spagnola; ha vissuto il dramma del profugato. Di tempo ne ha avuto tanto, forse troppo. Ma non lo ha mai sprecato. Ada ha visto, vissuto e raccontato quel secolo fino alla fine, godendo del dono straordinario della presenza di sé e vivendo appieno la stagione della sua maturità sino alla consapevolezza di una vecchiaia che cercò di vivere nel modo più dignitoso possibile. Con saggezza e con serenità. La sua storia è stata la storia di tante donne di quel Novecento """"dinamico e furibondo"""" come riuscì a essere lei, e questo libro racconta, tra le pieghe di questa grande Storia, la """"Grande Piccola Storia"""" di una persona di straordinaria normalità."" -
1516. Il primo ghetto. Storia e storie degli ebrei veneziani
In una Venezia dove convivono razze, fedi, mestieri, tipi umani e stili di vita diversi, il Ghetto rappresenta un singolare universo limitato nello spazio ma affollato nelle situazioni. All'inizio lo abitano in 700 persone, ma già un secolo dopo sono diventate quasi 5mila: una media di due metri quadrati a testa. Il che dà vita a un'edilizia che altera lo sky-line di Venezia: le case arrivano fino a sette piani. Dentro quel ristretto recinto di poche migliaia di metri quadri le convivenze tengono assieme dotti e ignoranti, banchieri e bottegai, medici e facchini, ma anche uomini e bestie; come le 1.500 oche che conferiscono una singolare colonna sonora all'ambiente, ma anche un appetitoso contributo alla tavola. Uno spazio dove si prega e si fa festa, si studia e si sgobba, si osservano i riti e si ricevono visite di tutti i tipi: turisti famosi, e veneziani in cerca di spasso. Dove si trasgrediscono le regole, ma non si sfugge al Serenissimo quanto implacabile fisco, che fa degli ebrei una sorta di bancomat vivente. E dove neppure l'Ultimo Viaggio è esente da rischi. -
Memorie di un marciatore
Due fratellini che scappano da casa, all'alba di un giorno di settembre del 1947. Non è una marachella di due bimbi vivaci. La loro è una fuga verso un tempo migliore. Nella loro amata città, Fiume (oggi la croata Rijeka), l'occupazione delle truppe di Tito ha spento la luce della libertà. Quei due bambini marciano verso l'Italia, passando per quella Trieste che accoglie migliaia di profughi provenienti dall'Istria, dalla Dalmazia, dal Quarnero. I fratellini si chiamano Giovanni e Abdon. Il primo è diventato un eccellente chirurgo, il secondo non ha mai smesso di marciare. Nemmeno quella volta a Tokyo, quando un mal di pancia rischiò di compromettere la finale olimpica. Ma Abdon vinse anche quella sfida d'oro e mille altre ancora. Questa è la storia di Abdon Pamich, il campionissimo dal sorriso triste e dal cuore colmo di nostalgia per la sua Fiume. -
Storia di Brescia. Dalle origini ai giorni nostri
Chi viene a Brescia per la prima volta (e non è raro perché non è una delle mete preferite dal turismo di massa) rimane stupito nel trovare una città così ricca di storia e di arte. Il destino che negli ultimi duecento anni l'ha legata allo sviluppo industriale ha fatto in modo che nell'immaginario collettivo Brescia fosse considerata una città di ferro, di fabbriche e di commerci. Che questa vocazione risalga alle sue origini è cosa vera: strategicamente collocata al crocevia dei commerci tra nord e sud è diventata presto città di importanza fondamentale per i Romani e, più tardi, per i Veneziani che ne facevano uno degli avamposti della Terraferma. Questo passato importante ha lasciato molte tracce nella città: il sito di Brescia romana e longobarda è tra i più vasti e importanti della penisola; i palazzi e le chiese costruiti nel Rinascimento sulla falsariga di quelli di Venezia e del suo territorio, scandiscono ancora oggi il tessuto urbano che è cresciuto inglobando il passato e reinventandolo. L'espansione, pianificata dopo il secondo dopoguerra, ha ridisegnato anche lo skyline della città, con i nuovi grattacieli che sfidano la mole della cupola del Duomo Nuovo, fino a cent'anni fa unico edificio - come in molte altre città d'Italia - che osava ergersi al di sopra delle case e dei palazzi che definivano l'intrico delle vie della città antica. Brixia si definisce ""fidelis"""" nei confronti di quelli che pretendono di averne il possesso o conquistarla manu militari. E una fedeltà che tuttavia non è pacifica sottomissione prima a Milano, poi a Venezia e quindi all'Austria, ma che diventa rivolta e volontà di indipendenza, pagata a caro prezzo nella storia del Risorgimento italiano, durante le dieci giornate del 1849, che le hanno meritato il titolo di """"Leonessa d'Italia"""" da parte di Giosuè Carducci e Aleardo Aleardi. A metà strada tra Venezia e Milano, Brescia ha continuato per secoli ad essere il punto di passaggio privilegiato, e il terreno di scontro di eserciti e di regnanti. Questo forse ha fatto in modo che il suo destino fosse quello di essere città contesa e di costruirsi una storia di relativa autonomia, non priva delle animosità interne che hanno caratterizzato tutti i campanili d'Italia, in barba ai poteri forti e ai signori che si sono affacciati sullo scenario della sua lunga storia."" -
Venezia. Il Canal Grande
Dalla sua nascita ai giorni nostri, il Canal Grande è il polo più attrattivo di Venezia. Più volte chiamato ""La strada più bella del mondo"""", rappresentava le due anime dei veneziani: splendido corso fiancheggiato da ricchi palazzi e al tempo stesso porto globale su cui si affacciavano magazzini, fondachi, mercati. Per 3200 metri Fabris ha disegnato il lato sinistro e il lato destro e Zorzi, usando prezioso inchiostro, ha narrato la storia e le storie di ben 106 palazzi. In più, se ciò non bastasse, trovate in bianco e nero il lavoro del Moretti, eseguito nel 1827, che consente di capire le trasformazioni avvenute negli ultimi due secoli. In quest'opera, autori ed editore, hanno messo tutta la passione possibile perché il Canal Grande è una continua emozione."" -
Racconti di campagna e di cucina. Una casa chiamata Santa Caterina
In un'epoca in cui il cibo è un'ossessione sia per chi lo mette al centro della propria esistenza sia per chi lo rifiuta, questo libro ne riporta una visione più equilibrata. Attraverso racconti e storie vere, l'autrice ci mostra come il cibo sia importante per accompagnare e migliorare le relazioni umane e, elemento naturale di vita, sia occasione per dimostrare interesse e cura, per offrire affetto, riconoscenza, per dire grazie, per fare festa a fine giornata. Racconti che si snodano in un percorso che vede una grande casa, Santa Caterina, al centro degli eventi, nel susseguirsi delle stagioni e dei personaggi. Un libro per conoscere o ricordare momenti di vita quotidiana della campagna friulana spesso irrimediabilmente cambiati. Un modo per rivivere ciò che abbiamo perduto, ma con uno sguardo al futuro che dà vitalità, perché in fondo, alle persone, in qualsiasi epoca si trovino, possono bastare una tavola accogliente e il profumo di una pietanza preparata con amore per ritrovare un po' di gioia. -
Storia di Genova dalle origini ai giorni nostri
Così scrive Giuseppe Gorani nel XVIII secolo: ""Di tutte le repubbliche mercantili, quella di Genova è la più invidiata, la più denigrata e la meno conosciuta"""". Soprattutto nella sua ultima parte l'affermazione è ancora valida oggi. Eppure conoscere la storia di Genova non riveste solo un interesse localistico, ma molto più ampio: non a caso Braudel ha definito la città """"il sismografo ultrasensibile di ciò che accade nel Mondo"""". Emporium romano, Repubblica marinara, incontrastata Signora del Mare: la storia della Superba si snoda in una rete di commerci e battaglie, crociate e arditi intrallazzi che ne fanno una delle grandi potenze medievali del Mediterraneo; poi ecco la città della finanza, il """"secolo d'oro"""" dei Genovesi, grandi banchieri e splendidi palazzi; il decollo ottocentesco come porto industriale infine, e l'evoluzione più recente in Polo siderurgico. Se tutti conoscono la magniloquente descrizione data dal Petrarca: """"Vedrai una città regale, addossata ad una collina alpestre, superba per uomini e per mura, il cui solo aspetto la indica Signora del Mare"""", pochi citano però le righe immediatamente successive: """"La sua stessa potenza, come è già accaduto a molte città, le nuoce e le reca danno, perché offre materia alle contese e alle gelosie cittadine"""". Al poeta non era sfuggito come le difficoltà insite in un territorio serrato tra il mare e la montagna avessero finito per influire pesantemente sul carattere dei suoi abitanti. Genio degli affari e spirito di indipendenza: la storia di Genova è infatti quella dei Genovesi, popolo attento al portafoglio ma al tempo stesso indomito, dagli antichi Liguri alle rivalità medievali fra fazioni, passando per complotti e rivolte fino al grido di libertà del Balilla, quindi alle lotte operaie, e alla Resistenza. In questo libro l'autrice ha cercato non solo di rievocare in modo chiaro ed esaustivo i momenti salienti di questa millenaria storia, ma di dar voce anche a personaggi a prima vista secondari, a notai e anonimi poeti, e non ultimo alle donne, che raramente appaiono in prima persona nel volgersi ufficiale degli eventi ma che al pari degli uomini ne sono state partecipi. Città di mercanti e di cantautori, di eroi piccoli e grandi, splendide ville affrescate e buia umidità dei """"caruggi"""": in queste pagine Genova rivive in una narrazione ricca di aneddoti e curiosità, che in tono lieve fa scoprire ai Genovesi come ai """"foresti"""" quella che a detta dello storico contemporaneo Edoardo Grendi è """"una città bellissima, ma che, per una ragione o per l'altra, non si scopre mai""""."" -
Storia di Milano dalle origini ai giorni nostri
Una storia dalla fondazione della città fino al Novecento. La parte del libro relativa agli ultimi decenni si stacca nettamente da quella precedente: Castellaneta aveva dato una progressione cronologica al suo scritto, Marzo Magno ha suddiviso l'aggiornamento per argomenti, anche per non rischiare di scimmiottare quanto scritto in precedenza. Ripercorrere la storia di Milano non è solo importante, deve anche essere godibile, perché tutti abbiano consapevolezza di quanto abbia contato e continui a contare questa città. -
Storia di Como dalle origini ai giorni nostri
La piccola Como e l'omonimo lago sono da secoli, e meritatamente, tra le mete più gettonate del turismo culturale. Stendhal, Flaubert, Listz, Bellini, Rossini, Foscolo e tanti altri scrittori e artisti hanno intensamente amato questi luoghi per la loro bellezza e per la frenesia della vita sociale nei palazzi del centro e, soprattutto, nelle celebri ville suburbane che decorano le rive del lago. La città di Como è patria dei due Plinii, che tanto diedero alla scienza e alle arti. Fu soprattutto Plinio il Giovane a lasciarci toccanti testimonianze su Como: spesso lontano per lavoro e stressato dal ritmo frenetico della sua vita di antico romano, egli ci ha più volte trasmesso la nostalgia che provava per la sua terra e per la bella vita che si faceva a Como e nelle celebri Ville di Delizia sparse per il Lago. Como fu la città di Alessandro Volta, il pacifico rivoluzionario che ha completamente trasformato, con le sue scoperte ed invenzioni, la vita delle generazioni venute al mondo dopo di lui. Como e il lago, seppure così famosi, stupiscono ogni volta il visitatore, perché riescono a superare le sue aspettative non appena egli ne incontri la Storia, iniziata tremila anni fa, così coinvolgente, piena di ritmo e colpi di scena. Como è città piccola: eppure, fin da tempi remotissimi, osò tener testa alla sua scomoda vicina, la prepotente e fagocitante Milano, arrivando nel medioevo persino a sfidarne la grandezza. E una storia appassionante quella di Como e del suo lago: essa cattura i lettori in un susseguirsi di intrighi e alleanze, tradimenti e lotte, distruzioni e rinascite, che superano l'immaginazione dei più abili sceneggiatori cinematografici. -
Storia delle Alpi
Le Alpi sono una catena di milleduecento chilometri di cime che si alzano tra i 600 e i 4800 metri di altezza nel mezzo della vecchia Europa. Nonostante l'aspetto selvaggio sono state lungamente trasformate dal pensiero e dalla mano dell'uomo fino alla soglia dei ghiacciai, e ancora oggi sono la catena montuosa più abitata al mondo. Alla stupefacente ricchezza degli ambienti naturali distribuiti tra valli, laghi, foreste, praterie, rocce e nevi perenni, si affianca un'analoga ricchezza di ambienti umani, insediamenti, architetture, coltivazioni, pascoli, culture, tradizioni e lingue. Si tratta della plurimillenaria colonizzazione di ambienti difficili nel cuore verde del continente, il più riuscito adattamento dell'uomo all'alta quota. In ripetute epoche storiche le Alpi hanno accolto le genti della pianura ispirando vere e proprie forme di civiltà. -
Il tempo di Narciso. Memorie del Novecento veneto
L'autore ha riannodato i fili della memoria famigliare, ha scartabellato archivi e giornali così da accompagnare il lettore nel Novecento veneto ormai scomparso. ""Il tempo di Narciso"""" intreccia vicende quotidiane e grandi avvenimenti storici, vissuti dentro una corte contadina veronese, palcoscenico dove si celebravano i riti domestici: le nascite, i matrimoni, la lissia, l'impasto del pane, l'uccisione del maiale, il filò e quelli del lavoro dei campi: l'aratura, la semina, i raccolti; le fiere del paese; e infine la guerra e l'inizio di una nuova epoca."" -
Storia di Roma. Vol. 1: Dalle origini alla fine dell'impero.
Nella storia dell’umanità non c’è esempio di pari grandezza, splendore e decadenza come gli undici secoli della Roma antica. Al di là del mito felice, su quei sette colli è stata scritta la storia di una Città-Stato del tutto inedita e lungimirante, capace di aggregare i Popoli conquistati per farli concittadini nel nome del suo dirittornrnrnLa storia di Roma, straordinaria e lunga oltre un millennio, ha portato un piccolo insediamento a diventare un grande impero, grazie alla guida di personaggi di eccezione e alla capacità di aggregare politicamente popoli così differenti, nel segno dei suoi valori pubblici e attraverso nuove suddivisioni del potere, vicendevolmente controllate. Nutrita dalla lingua e dalla cultura greca, Roma si racconterà magistralmente nel latino delle storie di Tito Livio e della letteratura di Catullo. Oltre l'urbanistica e l'ingegneria. Paolo Scandaletti racconta quel milione di abitanti, soprattutto poveri, di una città ricca e gaudente fattasi stato, guidata da re agrari e mercanti, e con una classe dirigente aristocratica per lo più saggia e lungimirante. Imperatori immortali come Cesare e Augusto, Costantino e Giustiniano; vestigia diffuse su tutta Europa, l'Africa e il Medio Oriente. -
Caporetto. La grande battaglia. 24 ottobre-19 novembre 1917
Alle 2:00 del 24 ottobre 1917 ebbe inizio una delle più grandi battaglie della Prima guerra mondiale: Caporetto. 257.000 soldati con 1.342 cannoni per l'Italia. 350.000 soldati con 2.518 cannoni per l'Austria. Oltre 40.000 furono i morti e feriti italiani. Oltre 50.000 furono i morti e feriti austriaci. Più di un milione i profughi civili. Ecco il racconto di quei terribili giorni. -
I senzastoria. Il Friuli dalle origini a noi
"Per tutta la nostra vita, dalla nascita alla morte, noi siamo dentro la storia. Quando veniamo al mondo abbiamo già una storia e quando ce ne partiamo lasciamo ai nostri figli una storia. La storia dell'uomo è innanzitutto la storia delle sue condizioni di vita: la pioggia che cade abbondante in Friuli è importante come la spada di un Patriarca, la patata, arrivata in Friuli alla fine del '700, è sullo stesso piano del trattato di Campoformido, i boschi che cadono sotto le scuri o sotto le alluvioni, non sono inerte materiale per navi o per case o mobili, ma sono strumenti che generano cambiamenti nel suolo e nel clima e quindi agenti attivi sulla vita dei nostri antenati. Nella storia, i buoni e i cattivi non hanno nessun senso. Barbari, invasori, civilizzatori, tribù e popoli. Quando si studiano le tradizioni dei nostri popoli, si dà il nome di folklore, se si studiano quelle di popoli lontani, di un diverso grado di civiltà (non incivili, solo diversi) si deve chiamare quegli studi antropologia."""" (Titto Maniacco)" -
Trieste. La città imperiale
Se le lingue del passato a volte scompaiono, sepolte sotto metri di oblìo, lo stesso non si può dire dei palazzi, delle anime urbane e del sonno rumoroso degli abitanti che musicano le città. Esse sono immagini che vediamo ogni giorno mentre ci mettiamo in cammino tra le vie dell'urbe, nei vicoli nascosti, nelle periferie del centro. Sono gli incensi nelle chiese, il vento che accarezza i capelli, le vele del mare. Profumano di caffè, raccontano di quando le automobili inquinavano e di come si pescava un tempo. A volte, se dimostriamo attenzione, si tramutano in epifanie, nuvole di vapore nei mercati del Levante. Quando meno te l'aspetti ti chiedono precisione, oppure ti invitano a prendere il sole. Sono gli occhi di questa città. I palazzi e le piazze, i templi e le voci dal sottosuolo, i cimiteri dove riposano le genti di questo bazar che fu, di quel futuro che potrà palesarsi. E una parte di Trieste. Piccola ma disegnata con lo stesso amore di quando s'era bambini. Di quando insomma si guardano le cose per quello che sono. -
Sogni d'acciaio
Quando ha spiegato che prima di pagare le tasse aveva retribuito fornitori e collaboratori il giudice di Pordenone non ha avuto un attimo di esitazione: lo ha assolto dall'accusa perché il fatto non costituisce reato. L'ultimo capitolo della densa e forte storia di Diego Lorenzon - erede di una famiglia di imprenditori veneti - è questo; ed è apparso nelle prime pagine di tutti i quotidiani d'Italia che lo hanno citato come un simbolo dei nostri tempi. Diego, partendo dagli antenati ""carradori"""" abituati a usare legno, fuoco e ferro, racconta come l'azienda del nonno """"moro"""" (nero perché bruciato dal sole e dalla fucina), del padre Giannino diventi - anche con il suo contributo e quello dei fratelli - una delle realtà metalmeccaniche internazionali importanti del Nordest. """"Ma voglio anche che si sappia della mia discesa all'Inferno - ha insistito l'imprenditore che è stato Vicepresidente dell'Associazione Industriali di Venezia e Presidente dell'Associazione Piccole e Medie Imprese - della crisi che ha sconvolto la mia azienda, una regione e migliaia di famiglie."""" Quelle ferite sono narrate dall'imprenditore in un rosario di continue emozioni e fatti. Un'analisi lucida, a volte spietata che comprende inquietudini, errori, solidarietà, senso dell'impresa. Tutti elementi che assieme all'etica, l'educazione, il valore delle radici e della famiglia permettono ad un giovane uomo di rialzarsi in piedi. """"Ma senza fratelli, amici, collaboratori, mia moglie non ce l'avrei mai fatta: racconto tutto, mi metto a nudo per condividere il senso di futuro che la crisi mi ha consegnato"""". La sua azienda oggi è salva e dà lavoro a una quarantina di persone. Diego, forse anche per la cruda battaglia che ha dovuto combattere, è morto a metà del 2017. Aveva 54 anni e stava lavorando a questo libro.""