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John Henry Newman e l'idea di letteratura. Con due saggi tradotti e commentati
San John Henry Newman (1801- 1890) è stato uno dei più grandi pensatori nell’ambito della cultura di lingua inglese. Uomo di Chiesa, Anglicano convertitosi al Cattolicesimo nel 1845, ha lasciato una solida eredità intellettuale per il pensiero teologico e filosofico, eredità formata attorno a capacità e conoscenze letterarie spiccatissime. Questo volume, composto da un saggio introduttivo e da una nuova traduzione annotata di due saggi newmaniani curati dall’autrice, vuole concentrarsi sugli aspetti letterari dell’opera di Newman, mirando, da un lato, a sottolineare la lungimiranza teorica e la reciprocità fra questa e il pensiero teologico del Cardinale e, dall’altro, a definire i tratti della sua straordinaria influenza sulle lettere vittoriane e moderniste. -
Umbrarma
La poesia di Marino è poesia di discrezione appartenente all’uomo prima ancora che al poeta. La scelta o l’elezione dialettale trova così naturaliter il proprio habitat; un calabrese asciutto di scrittura, e davvero essenziale. Un orto coltivato liricamente quasi in segreto fin dal lontano esordio di Umbri (1992), ma ora tanto più consapevolee si direbbe definitivo, grazie alla profonda sensibilità di un orecchio avvertitissimo. Il libro di un poeta raro e rado, che dà vita a un mondo di ombra e di luce, di sentimenti e di affetti, di carne e di anima (parola-chiave): quotidianità colte e restituite nelle loro piùintime e domestiche risonanze. -
I manoscritti non bruciano. Ponzio Pilato e Bulgakov
I manoscritti non bruciano parla sia del “personaggio” Ponzio Pilato che agisce nel libro di M.A. Bulgakov il maestro e margherita sia della vera figura storica del “giudice della giudea”, inquadrata con più esattezza di quanto si è fatto sinora dal punto di vista storico, umano e religioso. L’autore, sulle figure di Gesù e Ponzio Pilato, ha scritto una storia tutta sua, a tratti anche commovente, con l’intento di colmare un’indegna lacuna storica, letteraria e, se si vuole, anche religiosa, con l’obiettivo, seppure ardito, di gettare un po’ di sole sulla figura del giudice romano rimasta per troppi secoli nel buio della storia e del giudizio umano. Quello che nelle intenzioni dell’autore doveva essere un saggio, si è poi trasformato in una narrazione serrata e avvincente. Non poteva essere altrimenti. -
Finché c'è il merlo e altre poesie
Fu Gianfranco Contini a raccomandare a Scheiwiller il primo libro poetico di Roberto Luciano Tàpparo, Finché c’è il merlo. Sistemate in questa scelta oculata di Margherita Cassani, dalle poesie che Tàpparo ha scritto negli anni (fino alle poesie inedite raggruppate nell’ultima sezione) emerge la figura di un poeta defilato, ma concretamente domiciliato nel suo terroir, sia perché sempre in lui l’”ispirazione” procede dall’occasione, sia perché vi si mantiene vivissima la “crepuscolare” e ironica necessità di muoversi su registri che innervano il poetico nel prosastico, traendo dalla radice emblematica delle cose le parole che ne mantengono – pur nelle proiezioni analogiche – la terrestrità allegorica, la loro umile quota di realtà. -
I miei occhi mi lasciano partire
Il viaggio e il ritorno, storie d’amore abbandonate come mozziconi in un posacenere; partenze, addii rappresi come lacrime sulle ciglia; autobus, traghetti, bar, strade, stazioni, taverne untuose, divani slavati, musica, tanta musica e colline spruzzate di viola; sbronze di vino in camere ammobiliate, molto ridere e piangere insieme, meste bevute tra lenzuola sfilacciate come le nuvole nel cielo; dischi jazz spaccati sul pavimento, frammenti, istantanee, profumi, sigarette spente e accese, vorticare e bruciare di amori brevi come il tempo; bottiglie, pagine mucide, spasmodici roghi nei cuori e sogni di una vita insieme. Dodici racconti brevi, uno per ogni mese dell’anno. Perché d’altronde, quel che resta del tempo e di noi, è solo una dolce nostalgia da bere scrutando la vita nel fondo di un bicchiere abbandonato su una tavola sparecchiata. -
Il tocco delle muse
Una storia avvolta nella luce pervadente del dio Apollo sul carro, nella via tra la Terra e il Cielo, su sfondi paesaggistici realistici, a tratti fantastici o mitici, che si librano nel cosmo. La scrittura si insinua tra quei rami di varie specie arboree che segnano lo sfondo collinare con cangianti tonalità di verde. Tacciono le foglie di prima, e rispondono le altre che inizialmente dormivano. La scrittura è un po’ così: parte, dà avvio all’opera, poi si ferma e si riposa per lasciare spazio ad altri moti dell’esistenza, a pause più o meno lunghe, ad una forma architettonica mai perfetta, in divenire sempre. Una danza di novelle da accendersi nei nostri momenti di sospensione dal tutto, quando ci si proietta nel pluriverso dei sogni. Una lettura emozionale dello spettacolo della vita, che dà voce unanime alle infinite, ma fragili, sfaccettature della persona umana. -
Memorie di un ottuagenario
Alice è una ragazzina curiosa e molto intelligente che chiede al nonno ottantenne di raccontarle com'era la vita tanti anni fa, quali giochi facessero i ragazzi, come si divertivano, se andavano a scuola e se erano felici. -
Santa Maria Maggiore a Lanciano. Dal palinsesto ai restauri
Santa Maria Maggiore a Lanciano è uno degli edifici più emblematici nel panorama artistico non solo abruzzese, ma anche nazionale. Attraverso l'indagine storico-archivistica e la lettura diretta del manufatto architettonico, che porta i segni di demolizioni, ricostruzioni, ampliamenti e sottrazioni, il volume ricompone la complessa storia della chiesa. -
Verità e finzione nelle rappresentazioni discorsive della modernità e della contemporaneità
Il volume raccoglie una serie di indagini letterarie che interrogano la scrittura nel suo intrecciarsi con i mondi della storia, con i discorsi della scienza, con le proiezioni della psicoanalisi o della sociologia per esplorare il nesso vero/falso e verità/menzogna. Nell’esperienza narrativo-finzionale – a prescindere dal medium comunicativo che la veicola – i due poli di “testimonianza” del reale e “fabulazione” del possibile si intrecciano costantemente come emerge dai vari saggi presentati che documentano alcuni esempi significativi, provenienti da diversi contesti linguistico-culturali. Introduzione di Elena Ricci. Interventi di Alessandra Calanchi, Valerio Maria De Gregorio, Giovanni Di Iacovo, Michela D’Isidoro, Emanuela Ettorre, Lorella Martinelli, Ugo Perolino, Elena Ricci, Adrian Tait, Sara Trabucco. -
Sull'uomo e sul mondo. La filosofia di Pietro Pomponazzi
Eric Weil nacque nel 1904 nella cittadina di Parchim, in Meclemburgo. Ebreo-tedesco, si laureò con una tesi sulla filosofia di Pietro Pomponazzi sotto la guida di Ernst Cassirer all’Università di Amburgo, riuscendo a entrare in contatto con i maggiori esponenti dell’intellettualità tedesca degli anni Venti grazie alla frequentazione della celebre Biblioteca di Aby Warburg. Emigrato in Francia nel corso del 1933 durante l’avvento del regime hitleriano, Weil diventò uno dei protagonisti della famosa Hegel renaissance francese, assistendo ai seminari sulla Fenomenologia dello spirito tenuti da Alexandre Kojève a Parigi dal ’33 al ’39. Sopravvissuto a un campo di prigionia tedesco, in cui fu recluso dal ’40 al ’45, dopo il secondo conflitto mondiale Weil riuscì a proporre non solo interpretazioni innovative e originali di Aristotele, Kant, Hegel e Marx, ma anche a elaborare un pensiero filosofico capace di rimanere sistematicamente aperto alle sfide cruciali del proprio tempo. Prefazione di Giulio A. Lucchetta. -
Frammenti di storie minime. Enrico Deaglio tra giallo politico e non fiction
Giornalista di straordinaria esperienza – dal talk show televisivo Milano, Italia alla direzione del settimanale «Diario» – Enrico Deaglio ha interpretato nel modo più personale la non fiction italiana. I saggi raccolti in questo volume costituiscono quattro puntuali case studies su alcune delle opere che ne hanno segnato il percorso: Besame mucho (1995), Bella ciao (1996), i tre volumi di Patria (2017-2020) e le due storie italo-americane, Storia vera e terribile fra Italia e America (2015) e La zia Irene e l’anarchico Tresca (2018). Interrogando analiticamente la tecniche della scrittura, sono evidenziate due linee lungo le quali si sviluppa la produzione di Deaglio: da un lato la controstoria, la memoria, l’inchiesta, dall’altro la narrazione d’invenzione, che si avvale della forma romanzo per raccontare storie vere e rivelarne la trama nascosta, perché, come spiega ironicamente uno dei personaggi, la libertà è quando «possiamo scegliere quale verità ci piace di più». -
Storia, memoria, romanzo. Reinventare la Storia con le storie
Romanzi di invenzione e non fiction vanno inaspettatamente nella stessa direzione, facendo evolvere la narrazione in direzione esatta e contraria a quelle posizioni estreme che sostengono che storia e romanzo non siano altro che due tipi di racconti intercambiabili. In ogni romanzo, la linea di discrimine fra il vero e l’inventato è variabile e frastagliata. Gli studi qui raccolti sui romanzi di Valerio Evangelisti, Antonio Moresco, Antonio Scurati e Umberto Eco, sono altrettanti esempi di come gli scrittori sappiano interrogare il nostro rapporto col passato e con la verità. -
Wittgenstein 100 anni dopo. La filosofia come forme di vita
Qualunque cosa sia stato, Wittgenstein fu certamente qualcosa ""di più"""" (Brian McGuinness). Il punto in cui Heidegger comincia a filosofare è esattamente quello in cui Wittgenstein smette di filosofare. Poiché, come dice la proposizione finale del Tractatus: «Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere» (Ingeborg Bachmann). Una grande filosofia si riconosce dal fatto che essa introduce una problematica nuova. È esattamente questo il caso di Wittgenstein. Dopo il Tractatus è impossibile non prendere posizione nei confronti dell'""""insormontabilità"""" del linguaggio, dell'""""irrappresentabile"""" e dell'""""inesprimibile"""". Il problema della Trascendenza deve essere anch'esso formulato dal punto di vista del linguaggio (Pierre Hadot)."" -
Albergo Vittoria. Ovvero l'internamento dell'alta società tra il 1940 e il 1943
Durante la Seconda guerra mondiale un piccolo albergo di provincia venne utilizzato per ospitare internati e confinati dell’alta società. Nobili, diplomatici, manager, ex parlamentari, imprenditori e ricchi commercianti. Come in un romanzo si aprono via via le stanze dell’albergo, prendono vita storie di spionaggio e di controspionaggio, di servizi segreti e di lotta partigiana che raccontano il dramma della guerra e della dittatura fascista. -
Dalla parola al silenzio
Raccolta di poesie. -
Il viaggio sulla terra della signora C.
Nella schietta dizione di Maria Gabriella Canfarelli si scorgono i barlumi di un senso segreto, di un’altra vita, di un’altra navigazione d’anima, ricca – nella sua corporalità – di un mistero che fluttua in “equoreo seno”, per dirla con Leopardi. Versi che incidono un percorso di quotidianità assalita, lancinata, periclitante, cui fanno almeno a tratti da riparo “due dita di fede”. La storia allusiva - nobilmente lirica - di un venir meno, di un levare, di una dimagrita dimensione di vita, cui versi nitidamente casti e confessionali danno voce dolce e dolente. -
Fantini e Bartali
Una graphic novel ispirata ai due grandi ciclisti Alessandro Fantini e Gino Bartali, illustrata e scritta da Ernesto Carbonetti. -
Aspettando l'Apocalisse. Pretesti e diversivi della vigilia
L’apocalisse oggi è di moda, entra nelle cronache annunciandosi per date ancora malcerte ma, dicono tutti, senza più scampo. Tutt’al più il discorso può spostarsi di qualche grado approdando alla domanda: come avverrà la ormai prossima fine del mondo? Sarà a produrla un unico siluro mare-aria-terra, o quali altre armi? E che siano fatte ad arte perché si potenzino e si esaltino? Il dato di fatto assodato sembra che tutti dovremo andarcene, pur se è tuttora oggetto di complicati calcoli il tempo che dovrà trascorrere prima che l’universale esodo si compia. Intanto la necessità d’inventarci in che modo aspettarlo: facendo che, dicendo che, occupando la mente come, per ingannare – così si dice – l’attesa. Questo libretto intende venire incontro al lettore eventuale, suggerendogli brevi e brevissimi testi, per il caso che voglia leggerne qualcuno nei giorni che si destinino ad essere ancora nostri. Ricordandoci magari che Socrate se ne stette a parlare del più e del meno con discepoli e amici aspettando l’effetto della cicuta, che intanto veniva senza fretta sorseggiando. -
Amor sui. Nell’epoca dei narcisisti che non si amano
Un racconto di viaggi e del viaggio, attraverso le stagioni dell’amore di sé. Uno spiraliforme itinerario vissuto con occhi, mente, sensi a cui i luoghi, le storie, la Storia appaiono così angusti da doverne oltrepassare gli asfittici confini. Originale e unico – come lo sono tutti i viventi – N accetta di esistere senza finalismi di alcun genere. Accoglie, né fuggendola né vergognandosene, la senilità. Che, mentre allontana e avvicina ogni cosa, dissolve il narcisismo giovanile e lo trasforma in compassione per l’esistenza altrui e propria, in sincera e melanconica ironia, ma pure in lucida nonché spietata analisi di sé e dell’epoca in cui gli è toccato in sorte di vivere. -
La musica di una sera. Libro d’istruzione, emozione, realtà e persuasione
Durante una cena, due amici affrontano varie tematiche musicali, in una dialettica narrativa che oscilla tra la dimensione spontanea e conviviale e il rigore scientifico-pedagogico. Il silenzio, la forma, l’educazione musicale, ogni capitolo diventa il pretesto per scoprire e analizzare il “fenomeno sonoro” in chiave soprattutto educativa.