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Per giungere e per restare. La formazione dei migranti nei contesti di origine a di approdo
Questo libro si rivolge agli studenti di Scienze della Formazione, con l’intendimento di contribuire alla riflessione critica sul ruolo assegnato a un segmento particolare di attività formativa rivolta a cittadini stranieri. Per partire, rispondendo alle promesse d’occupazione delle imprese italiane; per rimanere, come titolari di un permesso di soggiorno, futuri lungo-soggiornanti e, forse, futuri cittadini. -
Potere operaio. La storia. La teoria. Vol. 1
La storia di Potere operaio fu segnata dalla tradizione teorico-politica dell'«operaismo». E al tempo stesso dal tentativo di aggiornare e adattare quel bagaglio di idee e di concetti alla realtà dello scontro dí classe emersa alla fine degli anni Sessanta. La sua formazione come gruppo politico nazionale avvenne sulla base della convinzione che la forza dei movimenti di classe fosse «cresciuta al punto tale da porre direttamente la questione del potere e l'esigenza dell'organizzazione per il potere». E a quella convinzione restò fedele sino all'ultimo, tentando di capire come fosse possibile trovare uno ""sbocco politico"""" rivoluzionario allo straordinario ciclo di lotte di quegli anni. Se per un verso, quindi, Potere operaio rappresentò «la teoria operaista che si fa politica di massa», per l'altro le sue vicende vanno viste come parte di quella fase della storia del Novecento in cui sembrò possibile una rottura profonda, radicale, degli equilibri complessivi del sistema capitalistico. Perché fu attorno a quel """"nodo"""" politico che il gruppo consumò la propria breve parabola d'organizzazione, senza venire a capo del problema ma contribuendo in misura non irrilevante (al di là della portata delle sue forze, che furono sempre alquanto limitate) a disegnare gli scenari dello scontro sociale degli anni Settanta. In questa ricostruzione della storia di Potere operaio si tengono insieme i fatti e le idee, i protagonisti e la dimensione collettiva del gruppo, quest'ultimo e i contesti in cui agiva. Perché il significato più profondo di un'esperienza come quella di Potere operaio sta forse proprio nella sua contraddittorietà, nel suo carattere irrisolto, in ultima analisi nel suo stesso fallimento come organizzazione. Nel suo essere stata, in altre parole, parte di una storia molto più grande. Questo primo volume ricostruisce le vicende di Potere operaio a partire dal suo processo di formazione negli anni Sessanta sino agli inizi del 1971. Il secondo volume tratterà del periodo compreso fra il 1971 e la dissoluzione del gruppo, avvenuta tra il '73 e il '75."" -
Marx oltre i luoghi comuni
Marx ha più ragioni oggi di quando scrisse ""Il capitale"""". Nel duecentesimo anniversario della nascita del filosofo di Treviri, l'alternativa tra socialismo o barbarie si palesa in tutta la sua evidenza. Le contraddizioni del modo di produzione capitalistico stanno generando un processo di vera e propria regressione del genere umano: sfruttamento generalizzato, distruzione di diritti, razzismo, guerre, devastazione della natura. Il capitalismo ha esaurito la sua spinta propulsiva, ora si tratta di superarlo. A partire dalla stridente contraddizione tra capitalismo e umanità, questo libro offre un contributo alla conoscenza della figura e del pensiero di Marx. Il libro è diviso in tre parti. La prima offre un profilo della vita di Marx e introduce alcuni elementi della sua opera. La seconda delinea una sintesi del suo pensiero. La terza si confronta con una serie di fraintendimenti che sono cresciuti nell'ambito dei marxismi."" -
Alfabeta. Materiali. Almanacco 2019. Cronaca di un anno
Furio Colombo, ""L'accoglienza e il rigetto. Le immagini di Uliano Lucas""""; Vincenzo Ostuni, """"Poesia italiana. Una rassegna""""; Andrea Cortellessa, """"Narrativa. Una cosa impossibile""""; Valentina Valentini, """"Prospettiva teatro""""; Manuela Gandini, """"Arte. La sopraelevata spezzata""""; Mario Gamba, """"Cosa conta la musica oggi""""; Roberto Silvestri, """"Cinema. Avengers, ancora uno sforzo per essere rivoluzionario!""""; Lelio Demichelis, """"Sociologia. Populismo e bullismo come autobiografia del capitalismo (e della rete)""""; Andrea Fumagalli, """"Economia. Ricostruire il futuro dalle macerie della sinistra""""; Giorgio Mascitelli, """"Populismo. I vincitori parlano la lingua dei vinti""""; Letizia Paolozzi, """"Femminismo. Le donne prendono la parola; la censura mette a tacere""""; G.B. Zorzoli, """"Luci sulle scienze e ombre sulle tecnologie""""; Maria Teresa Carbone, """"Editoria senza lettori""""; Nanni Balestrini, """"Perché non ci fanno scendere? Racconto""""."" -
L' arte che non dorme. Memorie e fantasie di un viaggio infinito
L'intrigante titolo di questo secondo libro di Mario Palma non cela un saggio accademico di critica d'arte. Tutt'altro. È la narrazione, curiosa e avvincente, delle emozioni e riflessioni che tante inedite espressioni di creatività umana hanno provocato nel cuore e nella mente dell'autore. Innanzitutto, l'arte è per Palma - diplomatico di origini contadine che fin da ragazzo ha avvertito l'urgenza di spingere lo sguardo oltre il familiare orizzonte delle colline del suo Molise - godimento estetico e strumento privilegiato di conoscenza del mondo e dell'altro. Ma è l'arte «che non dorme», o meglio quella, per usare le parole di Emilio Isgrò, che ha la «nobile missione di risvegliare il mondo che dorme», a galvanizzarlo. Quella per l'arte così declinata è, infatti, la sua passione. Ed è appunto la passione, e la conseguente irruenza, a guidare la sua penna, dalla quale la scrittura sembra uscire immediata e spontanea, ma nello stesso tempo temperata, perché colta e raffinata. Le due cose stanno miracolosamente insieme determinando, come si dice, uno stile. E, nel caso, lo stile è del tutto originale. Perché scanzonato, spumeggiante, vorticoso, provocatorio, irrituale. Un volo radente velocissimo e travolgente su una elencazione ininterrotta di emozioni visive. Un viaggio infinito. Un trip, avremmo detto una volta. -
Kritik. Prontuario di sopravvivenza all'agonia del capitale
"Contro l'abuso la convenzione lo svuotamento di senso non più dominanti e dominati ma forza contro forza rendere partecipe il lettore azzerando il linguaggio sequenza di immagini sparate come slogan l'attacco va minuziosamente preparato secondo una prospettiva rivoluzionaria secondo una prospettiva rivoluzionaria un altro mondo sta apparendo l'attacco va minuziosamente preparato non più dominanti e dominati ma forza contro forza si può sentire lo strappo sonoro scorrere il sangue la nuova vita che arriva.""""" -
Poetica della zappa. L'arte collettiva di coltivare giardini
«Le opere costituite dai giardini realizzati attraverso l'invito all'opera hanno la seguente peculiarità: sono di natura performativa, sono esecuzioni dal vivo e non fanno distinzione tra pubblico e artista. Riflettono la stessa complessità che ci restituiscono le arti dal vivo o performative, oltre all'assenza di separazione tra i momenti della creazione e della prova e i momenti della rappresentazione. Sono arti difficili da riprodurre e da registrare, ma in cambio rappresentano un vero sistema vivente che non è la mera traccia di una performance: non sarà niente di più e niente di meno che un giardino. Con queste note non ho inteso fare altro che darvi qualche indicazione e, soprattutto, instillare il desiderio di lanciarvi nell'impresa, diventando a vostra volta giardinieri. Perché è proprio adesso che si sta svolgendo lo scontro tra progetti radicalmente avversi che per posta in gioco hanno l'umanità, e mi piace pensare che l'esito non sia scontato in partenza». Prefazione di Gilles Clément. Postfazione di Enrico Falqui. -
Feste fuori controllo. Corpi ostili e tecniche di repressione psicopolitica
L'obiettivo di questo libro è dimostrare come tutte le concezioni della festa finora esposte dai grandi autori (Bachtin, Rousseau, Jesi...) non tengano mai conto della festa come magnifica barbarie originaria: baldoria senza ritegno, pura «cagnara», carnalità e deboscia, crudeltà e ferocia, ozio e inoperosità, banchetto e cornucopia, danze sfrenate e corteggiamenti sfrontati. Chi ha vissuto le feste fuori controllo sa che non si tratta di custodire soltanto un senso di festività, si tratta di spassarsela sempre come fosse la prima volta, senza rituali, senza simulazioni, senza formalità, perché il contesto è solo un pretesto; si tratta di mandare alla malora il senso di civiltà e abbandonarsi alla baldoria e all'abiezione. E contro lo scetticismo dei tantissimi autori che negano che la festa possa diventare rivoluzione, l'autore dimostra, al contrario, come essa si sia sempre rigenerata in nuove forme, anche segrete e clandestine: barricata per barricata, quartiere per quartiere, città per città. -
Salute, partecipazione, democrazia. Manifesto per un'autentica casa della salute
«Nato per creare valore nel confronto tra esperienze, il Gruppo interregionale aderente a ""Il Manifesto per un'autentica casa della salute"""" riflette da anni sulla sinergia potente tra salute e comunità. Al centro una salute che non è solo sanità, motore di una nuova identità comunitaria. La Casa della salute è uno strumento di coesione sociale e di benessere oltre le culture regionali, è una sperimentazione collettiva generata da operatori creativi che non temono il connubio tra necessità della cura e sostenibilità»."" -
I giardini e il tempo
Il giardino è spazio ma anche tempo. Nel giardino il tempo si spazializza, si rende visibile nei cambi di colore delle foglie, si annuncia nei profumi delicati che emana la rosa centifolia nel suo sfiorire, nel trepidante pallore della sera che si indovina tra i rami invernali. Il tempo, «grande scultore», trasforma e plasma le cose che «vivono di morire», e rende il giardino soggetto a continue fioriture ma anche alla rovina. Ciò obbliga «il giardiniere appassionato» ad avere cura delle piante e dei fiori, per far sì che la bellezza del giardino, di ogni giardino, continui a illuminare lo sguardo e l'animo degli uomini. Questo volume raccoglie glí interventi al Convegno ""La pazienza e il tempo. Conoscenza, tutela e valorizzazione dei giardini storici della Campania"""", tenutosi a Salerno nel maggio 2017."" -
Sovranismi. Stato, popolo e conflitto sociale
Il conflitto tra sostenitori del sovranismo e dell'europeismo è sempre più aspro e sempre più attuale. Le tesi più diverse si accavallano, si confrontano e si combattono. Questo libro disegna il profilo di un possibile sovranismo declinato da sinistra. Un sovranismo pienamente democratico da contrapporre al sovranismo autoritario proposto dalle destre europee. Le società in balìa dei mercati reagiscono naturalmente per ripristinare il primato della politica sull'economia e per riaffermare la propria dimensione nazionale. Questo può avvenire da destra, con gli Stati nuovamente impegnati a combattersi per la conquista dei mercati e a riscoprire identità violente e premoderne. Ma può realizzarsi anche da sinistra, con la dimensione nazionale recuperata per combattere i mercati e per riattivare la sovranità popolare cui rinvia il costituzionalismo antifascista e il conflitto sociale indispensabile a ripoliticizzare l'ordine economico. L'Unione europea, in quanto presidio dell'ortodossia neoliberale, è irriformabile. La sinistra deve finalmente riconoscerlo per sottrarre alla destra la gestione di questo passaggio epocale e per consentire alla dimensione nazionale di ripristinare il primato della democrazia sui mercati. -
Governare la crisi dei rifugiati. Sovranismo, neoliberalismo, razzismo e accoglienza in Europa
Di fronte alla crisi economica assistiamo quotidianamente a una crescente razzializzazione della politica e delle questioni sociali, rispetto alla quale le teorie e le politiche antirazziste sembrano gravemente impotenti. Attraverso l'analisi della progressiva trasformazione del sistema di accoglienza europeo in una macchina neocoloniale di sfruttamento di migranti e rifugiati, il testo propone un ripensamento del ruolo del razzismo all'interno dei dispositivi neoliberali di governo tanto nell'ambito dell'Unione europea, e dei suoi alleati nazionali, che dei populismi reazionari. Questo libro è un prezioso strumento di riflessione su un possibile governo dell'immigrazione diverso da quello in corso nel nostro paese e in Europa. «Neo-ordo-liberalismo» e «sovranismo», nella loro attuale disputa egemonica per lo spazio istituzionale europeo, ci appaiono, più che come due reali alternative di «governo della Crisi», come un'unica hydra dalle due teste. Ciò che mostra l'attuale congiuntura politica e la sua «Crisi di egemonia» è qualcosa di più profondo e trasversale alle diverse versioni di queste due formazioni politiche, ovvero l'estroiezione di una pulsione razziale che affonda le radici nel rapporto storico dell'Europa con i suoi altri «coloniali»: proprio per questo ci appare politicamente insufficiente concentrare il fuoco politico sul sovranismo senza porre in discussione la «colonialità» della stessa costituzione della UE come progetto politico ed economico. -
Football holiganism. Calcio e violenza operaia
John Clarke - coniugando la ricostruzione storica a un'acuta osservazione dello stile di vita della classe operaia - in questo libro racconta il gioco del calcio e il problema della violenza negli stadi. Clarke descrive i princìpi di questo sport e i suoi interpreti sociali, suggerendo la tesi della violenza come pretesto per un crescente numero di gruppi di giovani (soprattutto Skinhead, ammiratori delle passioni della classe operaia bianca) intorno a una particolare concezione della mascolinità. Essi riaffermano in questa direzione i valori di una classe e il senso di territorialità in una logica tutta operaia di «presa» simbolica di uno spazio (come lo street corner, o la piazza del quartiere). Nel secondo dopoguerra il gioco del calcio rappresenta per i figli della working class britannica il pretesto per l'esplosione di un sentimento di frustrazione e di un generale malcontento nei confronti della società. Il football hooliganism si afferma così in nome di una volontà di esprimere un rifiuto all'imposizione di un modello-calcio che si sposta verso la professionalizzazione, l'imborghesimento e la spettacolarizzazione. Il volume è arricchito dalla prefazione di Andrea Ferreri e da una sezione sulle culture giovanili, il calcio e l'hooliganismo. -
Stare al gioco. Intermezzi ludici e replicabili tra parola e immagine
Quanto conta il gioco nel paesaggio contemporaneo? Molto, moltissimo. E non solo perché di gioco ci si può ammalare e perfino morire, come purtroppo ci raccontano le cronache, si tratti della ludopatia legata all'azzardo o di sfide letali, dalla roulette russa al ""blackout""""; ma perché la dimensione ludica permea i più diversi aspetti della quotidianità : """"giochiamo"""", spesso senza rendercene conto, quando rispondiamo a un questionario online o quando inseriamo i rifiuti per la raccolta differenziata nei cassonetti di diverso colore. Stare al gioco significa quindi da un lato renderci consapevoli, e dunque attivi, in queste pratiche che scandiscono la vita di ogni giorno, dall'altro ritrovare nelle regole del gioco una insperata libertà espressiva, accentuata dal continuo dialogo tra parole e immagini. Intorno a questi temi si articolano i saggi dei curatori Antonella Sbrilli e Marco Dotti. Il volume si apre con la trascrizione di una conversazione fra Umberto Eco e Andrea Cortellessa, a seguire un testo storico di Charles-Maurice de Talleyrand-Pàrigord, un intervento di Paolo Fabbri e un'intervista a Sam Havadtoy. Completa l'opera una selezione riveduta e rielaborata dei testi e delle immagini che dal 2016 al 2018 sono stati proposti nella rubrica quindicinale Alfagiochi. Anagrammi di nomi d'artista, rinvenimenti di lettere nelle opere d'arte, passaggi tra scritture e figure affiancati da alcune delle risposte più interessanti ricevute dai lettori di """"alfabeta2"""" diventano così una specie di prontuario per tutti coloro che vorranno replicarli, e magari reinventarli."" -
I giardini di Betz. Ediz. critica
Diverse sono le ragioni che hanno spinto il curatore a tradurre due poemi di Giuseppe Antonio Giocchino Cerutti sui giardini. La prima ragione. I due poemi richiamano l'attenzione sul giardino come spazio del tempo e della pazienza: della cura, cioè, che ogni giardino richiede se non lo si vuole condannare alla distruzione e alla scomparsa, ma restituirlo allo stupore dello sguardo e al fremito del sentimento. Cerutti osserva che camminare in un giardino è come passeggiare nel tempo, che porta con sé uomini e cose, idee e bellezza. È filosofare «sulla instabilità dell'architettura e dell'umanità», «sulle rovine del mondo e della razza umana». È comprendere che «ogni piacere porta in sé il lutto». È vedere (per un istante, fermo negli occhi e nella mente) ciò che è prossimo a trascorrere, e che, proprio per questa sua caducità, merita attenzione e premura. La seconda ragione. Quelli di Cerutti sono due poemi che pensano al giardino come a un meta-spazio che rende possibile réver, termine considerevolmente polisemico. -
Miti e magie delle erbe. L'aura di piante e fiori tra mitologia e letteratura
Alberi, piante, fiori sono da sempre presenti nell'immaginario e nei rituali delle più diverse culture. Cibo dell'anima e del corpo, ciascuno è portatore di un'aura particolare. Ci sono fiori prediletti dagli Elfi e altri amati dalle fate. Nella tradizione greco-romana la quercia è sacra a Zeus, mentre il mirto lo è a Venere. Alcuni danno vita e amore, come le rose e le viole, altri celano insidie mortali, quali l'iris portatore di sonno. Vi sono poi piante legate alle grandi religioni, quali il loto, importante per il buddismo, o il vischio, a lungo ritenuto un dono degli dèi, o la mandragora, la cui forma umana la riconduce al Paradiso terrestre. Il libro di Maria Immacolata Macioti è un lungo viaggio storico e culturale nelle narrazioni mitiche che hanno accompagnato l'uso e la diffusione delle piante dalla classicità ai giorni nostri nella loro funzione curativa tanto del corpo quanto dello spirito, passando per le loro connessioni religiose. Nel rapporto che gli umani hanno stabilito con le piante, facendo di esse l'oggetto di riti e racconti e attribuendo loro specifiche qualità, si è dato loro l'abilità di fare da tramite con ciò che le diverse culture hanno immaginato di un aldilà. Le piante traducono l'incanto magico e simbolico che accompagna la nostra permanenza sulla terra. -
Europa alla deriva. Una via d'uscita tra establishment e sovranismi
Lo spazio politico europeo è interamente conteso tra gli oligarchirndi Bruxelles, custodi dell’ortodossia del pareggio di bilancio,rnda una parte, e forze politiche variamente populiste, sovranisterne nazionaliste dall’altra. Uno scontro tanto acceso dal punto di vistarnmediatico quanto privo di conflitto politico reale.rnrnrnInfatti, nessuno dei contendenti mette in discussione la strutturarndelle politiche liberiste, e la competizione è solo sui luoghirndel comando da cui realizzarle. Di fronte al peggioramentorndelle condizioni di vita di una gran parte di popolazionerne alla perdita di appartenenza sociale provocata da decennirndi politiche di austerità, la risposta nazionalista appare a moltirnun percorso possibile. Anche perché occupa uno spazio lasciatornvuoto per decenni da una sinistra variamente articolata che,rngrazie alla completa interiorizzazione della narrazione liberista,rnha minato alle fondamenta il proprio blocco sociale,rnfino a determinare la propria scomparsa dalle istituzionirne la propria ininfluenza nella società. Questo saggio indica le traccerndi un percorso capace di riaprire l’orizzonte di una «via d’uscita»:rnstracciare il trattato di Maastricht e sottrarsi alla trappola del debitornnon per rinchiudersi nei confini nazionali, ma per costruirernuna nuova casa europea basata sull’uguaglianza, sul diritto al redditornper tutti, sulla riappropriazione dei beni comuni e della ricchezzarnsociale prodotta, sulla riconversione ecologica della produzione,rnsulla democrazia partecipativa. -
Gli autonomi. Autonomia operaia vicentina. Dalla rivolta di Valdagno alla repressione di Thiene. Vol. 5
Negli anni Settanta, grazie agli «autonomi», l'alto vicentino smette di essere il dormitorio all'ombra delle chiese del Veneto tradizionale. Il territorio cambia di segno e diventa un luogo dove si desidera e si pratica una vita diversa, ci si conosce e si creano legami di solidarietà che poi resisteranno anche a una dura repressione. Qui nascono i «Gruppi sociali», dove la militanza è amicizia e l'amicizia è militanza. E per tutte le ventiquattro ore della giornata si è militanti, in quelle periferie che invece di essere i luoghi della riproduzione dì una vita venduta alla fabbrica diventano i luoghi dove prendersi quello che serve a una vita degna di essere vissuta. Nella sostanza, si è trattato della prima generazione di giovani, e giovanissimi, che hanno scelto ogni mezzo utile a evitare il lavoro di fabbrica a cui i loro padri erano stati incatenati; la prima a dimostrare che si poteva essere comunisti senza passare per l'inferno della fabbrica. Tant'è che per sottrarsi al suo destino quei giovani «scansafatiche» e pieni dì desiderio, come migliaia e migliaia di loro coetanei in tutta Italia, arrivarono a imbracciare il fucile. Ma in quella scelta così radicale ci sono aspetti che meritano attenzione: nessuna deriva militarista e nessun «pentitismo». Perché non si è passato il confine della «porta stretta» dell'omicidio politico, ma soprattutto perché il radicamento sul territorio, i rapporti amicali, una militanza modulata sulla profonda conoscenza dei luoghi della lotta hanno permesso un'intelligenza dell'agire politico - caso unico - che è riuscita poi ad attraversare il secolo portando con sé la voglia di continuare a lottare. -
Pensare la rivolta. Un percorso storico e filosofico
Rivolte sociali sempre più frequenti si diffondono per il pianeta con tratti «anonimi e tremendi». Anonimi perché non sono governati da alcuna direzione e rappresentanza politica univoca. Tremendi perché hanno per espressione una furia distruttrice dei poteri costituiti. Da Occupy Wall Street a Black Lives Matter, dalle insurrezioni arabe all'occupazione di Gezi Park in Turchia, dalle giornate indipendentiste barcellonesi ai gilet jaunes francesi si assiste a una sorta di globalizzazione anche delle rivolte. Nei loro confronti l'ambito teorico e politico marxista ha sempre risposto nello stesso modo: esse rappresentano l'irrazionale e il contingente nella storia che vanno superati con l'azione organizzata, razionalizzata e proiettata nel tempo. Ma è questo l'atteggiamento giusto? O non si dovrebbe invece cercare di mettere in dubbio questa valutazione e ripensare la rivolta per sottrarla a un'idea di pratica e di storia vincolate a uno sviluppo lineare? -
Abusi in divisa. Vademecum per la difesa legale
Questo vademecum è una critica alle norme di legge che negli ultimi dieci anni hanno segnato nel nostro paese una deriva «securitaria». Provvedimenti razzisti e repressivi che deformato il nostro Stato di Diritto, creando sacche di soggetti destinatari di una «giustizia minore». Infatti, nelle nostre città si gioca quotidianamente una lotta contro i soggetti poveri o ribelli, con abusi messi in campo dalla «divisa di sindaci-sceriffi» cui si attribuiscono poteri inediti per la tutela della «sicurezza urbana». In questo quadro di criminalizzazione imperante, di potenziamento dei poteri punitivi e di smantellamento progressivo dei diritti e delle garanzie costituzionali, trova terreno fertile l'abuso in divisa delle forze dell'ordine, conseguenza di un assetto normativo che lascia spesso a costoro ampia discrezionalità, non ponendo in essere quelle minime forme di tutela che porterebbero a una maggiore tutela del cittadino dinanzi a chi detiene il monopolio della forza. Davanti a tutto ciò è essenziale un lavoro di informazione e formazione che offra alle persone strumenti legali per potersi difendere da eventuali abusi. A tale obiettivo mira questo vademecum: la spiegazione, in forma chiara e semplice, della normativa che riguarda le identificazioni, le perquisizioni, le misure preventive e cautelari, evidenziando per ciascuno di questi istituti i diritti di cui ognuno di noi è titolare, i presupposti di applicazione, i limiti che le forze dell'ordine non possono in ogni caso mai superare.