Sfoglia il Catalogo feltrinelli022
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 2721-2740 di 10000 Articoli:
-
Tagliare i rami secchi. Catalogo dei dogmi del marxismo da archiviare
Questo libro si inserisce nell'animato dibattito sulla necessità di rivitalizzare le teorie marxiste, a fronte di un neoliberismo che sostiene che non esistono alternative alla propria gestione dell'economia e delle risorse naturali. Secondo gli autori, le sconfitte che le sinistre hanno subito in tutto il mondo negli ultimi decenni sono dovute sia all'incapacità di analizzare cause ed effetti delle mutazioni del modello di produzione capitalista, che all'abbandono delle speranze di una trasformazione radicale dell'esistente. Incapacità, rassegnazione e opportunismo non sono frutto di tradimento bensì di alcuni limiti immanenti all'impianto teorico marxista, che vanno superati attraverso la potatura dei rami ormai inutilizzabili al fine di una sua rivitalizzazione. -
Reietti e fuorilegge. Antropologia della violenza nella metropoli americana
"Reietti e fuorilegge"""" è una documentazione etnografica sulla vita di un gruppo di eroinomani homeless di San Francisco. È il frutto di una ricerca durata oltre dieci anni, durante i quali gli autori hanno seguito i protagonisti del racconto nelle loro attività quotidiane e documentato le loro strategie di sopravvivenza - dai furti all'elemosina, dal lavoro a giornata alla raccolta dei rifiuti. A dispetto delle condizioni di insicurezza e precarietà imposte da una feroce politica di gestione punitiva della povertà estrema, ciò che emerge dalle pagine di questo lavoro è il quadro di una comunità strutturata, con le proprie gerarchie ed economie di scambio, amicizie e abusi, meschinità e amori. Questo libro trascina il lettore nei devastanti e sconvolgenti meandri della vita quotidiana di una comunità di persone costretta a vivere in quella che Primo Levi avrebbe definito una """"zona grigia"""". L'abilità narrativa degli autori è una descrizione a tutto tondo della vita di questi """"reietti"""" della metropoli: dai matrimoni ai funerali, dagli accampamenti urbani al carcere, passando per i reparti di terapia intensiva e i centri di disintossicazione, a emergere è un quadro di dickensiana memoria che non lascia al lettore alcuna scappatoia sulle ragioni di una vita condannata a tale ignominia. L'apparato fotografico, composto dalle oltre sessanta fotografie di Jeff Schonberg, costituisce parte integrante della documentazione." -
Non è il vino dell'enologo. Lessico di un vignaiolo che dissente
Non è il vino dell’enologo è un libro spartiacque per la nascitarndi una sensibilità oggi diffusa che, a partire dal vino e dallarncritica del gusto, ha proposto nuove forme di agricoltura e dirnrelazione con l’ambiente. Questa ne è la nuova edizione.rnrnCorrado Dottori è un vignaiolo che produce Verdicchio e non solo sulle colline marchigiane. È approdato alla vigna dopo essersi licenziato da un posto garantito in una grande banca internazionale. E oggi fa il contadino. Cosa significa fare ed essere un agricoltore agli albori del Terzo millennio? Come si fa agricoltura? Cos'è un ambiente? Quali sono le relazioni tra un coltivatore e un sistema vivente quale la vigna? Quale vino produrre? Con quali tecnologie e per ottenere quale gusto? Questo lessico per un'altra ""contadinità"""" ne è la risposta. Un viaggio dentro il mondo della vigna e dentro la vita di chi se ne prende cura. Che passa per la cantina e gli scaffali di vendita. Per la critica del gusto e la storia della produzione viti-vinicola nel Novecento. Per l'enologia e Luigi Veronelli. Per le grandi fiere del vino e i terroir. Una riflessione lungo i sentieri che partono dalla """"natura"""" e sfociano in un prodotto di """"artificio"""" quale una bottiglia di vino. Articolato nella forma di un lessico, questo libro è anche il racconto di ciò che definisce il mondo del vino ma che non trova spazio nelle guide o nei manuali sul bere. E per leggerlo, non serve essere esperti, conoscitori, bevitori o sommelier, basta lasciarsi andare alla linfa che scorre in queste pagine e che ci trascina da un tralcio di vite a una diversa visione dell'ambiente e della natura, a un'ecologia tutta da costruire."" -
Tutto in una mano. Il disegnare come pratica quotidiana. Ediz. a colori
Riprendendo tra le mani i molti scritti e disegni che Antonello Sotgia ha lasciato, è apparso ben presto evidente che il tema del disegnare, e il suo esito, il disegno, rappresentano un lungo filo rosso che accompagna la sua riflessione e produzione nel corso dei decenni. Disegnare, per Antonello, è prima di tutto una pratica quotidiana, propria del suo essere architetto. Porta il quadernetto nella tasca, lo tira fuori appena può. Usa parole e disegni per prendere appunti, lasciare traccia, cercare di capire, descrivendo. Gira le pagine, come a voler viaggiare nel tempo e negli spazi che ha attraversato recentemente. Mostra i disegni, raccontando situazioni, storie, luoghi. Per Antonello, disegnare è un atto che si svolge nello spazio del foglio o delle diverse superfici che incontra: un tovagliolo di carta, il ciottolo di una spiaggia, una strada che diventa lavagna, la tovaglia di carta di un ristorante, un biglietto dell'autobus. Tutto sembra buono per permettere alla mano di occupare uno spazio in un tempo definito, racchiuso tra la «stretta» della penna e l'energia scaricata dalla mano stessa che ha riempito il foglio. I suoi disegni rendono visibile il suo dialogo con la mente. Attraverso le sue mani rappresentate nell'atto di disegnare, questo dialogo sembra prendere forma e uscire all'esterno. La sua idea esce allo scoperto e diventa patrimonio collettivo. Il disegnare è l'atto che si compie per conoscere se stessi e il mondo, un atto intimo quindi, ma che Antonello riesce sempre a rendere condiviso, nella convinzione che solo insieme agli altri la conoscenza diventa un atto rivoluzionario. -
Marte oltre Marte. L’era del capitalismo multiplanetario
Su in alto, oltre la biosfera, c’è vita! Ma essa ricalca sempre più, nella forma e nelle consuetudini, quella terrestre. Analizzando i fenomeni d’accesso delle imprese private allo spazio extra-atmosferico, i trattati internazionali che salvaguardano gli interessi economici oltre la troposfera, nonché l’ingegnerizzazione di una specifica forza lavoro, emerge la forma della new economy spaziale, post-globale: il NewSpace. Esso è caratterizzato da innovazioni in campo tecnologico che rendono oggi possibile un capitalismo di tipo multiplanetario, attratto dalle risorse allocate su altri corpi celesti. Questo ciclo del capitale si accompagna con propri, specifici, set culturali che vanno dalla dimensione della biologia cosmica come generale terreno del conflitto, all’esobiologia come incubatrice biopolita, passando per la terraformazione come tattica d’espansione. Il contesto di studi di matrice sociale, antropologica e di costruzione sociale della tecnologia, relativo allo sviluppo del NewSpace transita, in questa analisi, per la rielaborazione di concetti come Antropocene e Transumanesimo. Inoltre definendo un nuovo ciclo del capitale il libro individua un repertorio di nodi cosmopolitici, tanto per ciò che riguarda l’approccio critico quanto per ciò che concerne lo sviluppo di mondi possibili. -
Elogio dello spettatore. Teatro, musica, cinema, arti visive
Dal punto di vista empirico, estetico e politico la figura dello spettatore pone domande cruciali per il teatro, il cinema, la musica e l'arte contemporanea, ma è anche un rivelatore della condizione politica dell'individuo nella società. Chiedersi quali ruoli l'arte di una società assegna allo spettatore significa anche domandarsi quale ruolo quella società assegna o vorrebbe assegnare all'individuo, significa indagare i modi in cui quella società declina le possibilità di partecipazione alla vita pubblica. Il volume si confronta con tali questioni spaziando in ambiti diversi, dalle arti per-formative al nuovo teatro musicale, a un cinema che si trasforma assumendo forme interattive nello spazio digitale. Prospettive metodologiche e saperi differenti - la critica genealogica e l'antropologia storica, la filosofia e la teoria della perfomance, ma anche la fotografia, oppure l'esperienza scenica di un testimone d'eccezione come Giorgio Barberio Corsetti - vengono mobilitati per interrogare le molteplici figure spettatoriali che le arti hanno prodotto o implicato, le loro dimensioni estetiche, come pure la loro valenza storica e politica. I ruoli che l'arte assegna allo spettatore, la «libertà» che gli concede, la possibilità dell'imprevisto che lascia aperta sono sempre sintomi o indici rivelatori della condizione etica e politica di una società, della sua capacità di criticarsi e di guardare oltre se stessa. -
L' utopia possibile. Appunti libertari
Un'appassionata rivisitazione delle esperienze di democrazia consiliare, sia storiche (dalla Comune di Parigi del 1871 all'esperienza anarchica in Spagna del 1936-38) che recenti (il World Social Forum, Occupy Wall Street, gli Indignados). Ma anche una puntuale analisi sugli spazi di dibattito e autogoverno assembleare, sulle azioni di resistenza e solidarietà nella lotta contro ogni criminalizzazione dei processi migratori, delle Ong, dell'intellettualità critica. Per l'autore - contro i pochissimi che detengono la gran parte della ricchezza del pianeta, e il potere di determinare il suo destino - un'altra democrazia è concretamente possibile a partire da una gestione collettiva delle risorse pubbliche, dalla fuoriuscita dalle politiche incensate di austerity, dalla riconquista di una decisionalità estranea al potente circuito corrotto e corrompente degli interessi delle banche e delle finanziarie multinazionali. Per rilanciare un piano di massicci investimenti pubblici. Per una convinta ripresa di programmazione di un nuovo welfare. -
L' operaismo politico italiano. Genealogia, storia, metodo
Il volume raccoglie la storia di quella straordinaria prassi rivoluzionaria degli anni Sessanta e Settanta conosciuta a livello internazionale come «operaismo politico». Scava nella sua genealogia, mette in rapporto la produzione dei concetti con lo sviluppo delle lotte, ne analizza ricchezze e limiti, ne evidenzia attualità e metodo. -
Sull'autogestione della vita quotidiana. Contributo all'emergenza di territori liberati dall'impresa statale e mercantile
Raoul Vaneigem è l'autore del ""Trattato del saper vivere ad uso delle giovani generazioni"""" (1967), scritto che non fu estraneo a quel che il Movimento delle occupazioni del maggio 1968 ha sviluppato di più radicale. Da allora, la maggior parte delle sue opere è impegnata a difendere la vita contro la morbosità e la dittatura del profitto. Le sue riflessioni sull'autogestione della vita quotidiana gettano le basi di una civiltà umana chiamata a soppiantare la civiltà mercantile che impoverisce milioni di uomini e donne rovinando le risorse naturali e la vita. Scritto prima dell'apparizione in Francia dei «gilets jaunes», il libro trova nell'evoluzione radicale di questo Movimento la conferma delle sue tesi principali."" -
La nuova ragione del mondo. Critica della razionalità neoliberista. Nuova ediz.
"La nuova ragione del mondo"""", opera magistrale del filosofo Pierre Dardot e del sociologo Christian Laval, è stata la prima esaustiva analisi del «neoliberismo» inteso come razionalità economica e di governo, diventando ben presto un riferimento imprescindibile del dibattito critico e politico internazionale. Con un approccio a cavallo tra diverse discipline (economia politica, filosofia, sociologia del lavoro...) i due autori hanno ricostruito le premesse teoriche delle dottrine liberali ripercorrendo le molteplici strade intraprese dal liberalismo per imporsi oggi come vera e propria «ragione del mondo». Nell'erigere la concorrenza a norma universale dei comportamenti, nel fagocitare ogni ambito dell'esistenza, nel produrre nuove dinamiche di subordinazione, la razionalità neoliberista ha finito con l'erodere le premesse della stessa democrazia, ponendo le basi per la crisi dei sistemi politici e l'ascesa del populismo. Solo la comprensione e l'analisi di questa specifica razionalità - che ha ormai pervaso tanto l'ambito del lavoro quanto quello delle relazioni intersoggettive, tanto le forme di governance dell'Unione Europea quanto le narrative dei modelli politici cosiddetti progressisti, e che si è attuata attraverso un complesso strategico di pratiche di controllo e dispositivi di governo dell'individuo - può consentire di aprire una strada per un diverso avvenire." -
Generazione di rimessa. Amicizie e resistenze negli anni '80
Un memoriale fluido e appassionato, che muove dal blocco della centrale nucleare di Montalto di Castro del 9 dicembre 1986. Il viaggio a ritroso nel tempo che si spinge fino all'infanzia, riletta scavando tra le pieghe dei sentimenti forti per i genitori, di ricordi reali fuggenti come flashback. Dagli anni trascorsi tra le mura domestiche al progressivo contatto con il mondo esterno, dai primi lavori in cantieri e ristoranti alla scoperta dei sentimenti e dell'amore, dall'intesa forte in bande giovanili e squadre di calcio all'impatto deflagrante di eroina e acidi, dalla sfera privata all'impegno politico, dalla gioia della vita alla tristezza inconsolabile delle morti precoci, la storia minuta viene collocata dentro il contesto della Storia ufficiale del Novecento, vista prima da un piccolo paese della provincia a nord di Roma e poi dai quartieri della metropoli. Si compone così, gradualmente, un quadro inedito degli adolescenti degli anni Ottanta, unanimemente descritti come individualisti ed egoisti: al contrario, in questo affresco sono combattivi e irriducibili, fino a scoprire l'orgoglio di sentirsi quella che l'autore definisce una «generazione di rimessa», capace di slanci continui e reazioni coraggiose rispetto alla corrente dominante. -
Non si ruba sul latte versato. Sullo sciopero dei pastori sardi
Sardegna, febbraio 2019: inizia uno sciopero durissimo dei pastori isolani che non conferiscono più il latte ovino da loro munto agli industriali, i «trasformatori» che detengono il monopolio del mercato caseario. I pastori chiedono che il loro latte venga pagato almeno 1 euro a litro, cioè almeno quanto costa produrlo. È uno sciopero durissimo, il più violento nella storia delle lotte dei pastori sardi. Nasce spontaneo, rompe con le vecchie rappresentanze sindacali, attacca direttamente gli interessi dei padroni, coinvolge intere comunità. Per più di un mese i caseifici dell'isola sono presidiati; ai porti i pastori perquisiscono i camion; ogni strada della Sardegna è battuta dagli allevatori a caccia di autocisterne del latte da assaltare. Questo libro analizza un grande conflitto, e prova a raccontarlo con le parole di chi è stato protagonista ponendo alcuni quesiti fondamentali: c'è stato uno scontro di classe in Sardegna? E se di questo si tratta, quale significato assume nel contesto politico e sociale che stiamo vivendo? Gli autori di questo libro sono militanti di base che partecipano in varie forme al progetto di InfoAut, portale di comunicazione antagonista. -
Figli dell'officina. Da Lotta continua a Prima linea: le origini e la nascita (1973-1976)
Questa testimonianza è un documento fondamentale per la ricostruzione storica di una componente di quella conflittualità politica e sociale che ha infiammato il nostro paese negli anni Settanta dello scorso secolo. Galmozzi apre la sua narrazione con un'affermazione perentoria: Prima linea ha le proprie radici in una storia operaia o, per meglio dire, nella storia di un estremismo operaio le cui lotte, iniziate nei reparti delle fabbriche, hanno prodotto una radicale e per lungo tempo indelebile trasformazione sociale. La rivendicazione di una piena internità alle vicende della conflittualità operaia di quel decennio risulta ancora oggi scomoda alla ricostruzione storica operata dalla sinistra politica e sindacale ufficiale. Ma a quarant'anni da quegli accadimenti il confronto tra i diversi giudizi andrebbe comunque operato, e a tal fine questo libro contribuisce in modo fondamentale. -
Il tramonto della città. La metropoli globale tra nuovi modelli produttivi e crisi della cittadinanza
Di fronte alla crisi dello Stato-nazione assistiamo a un nuovo «protagonismo» delle metropoli. La città diventa metropoli globale non solo quando supera il milione di abitanti, ma quando gli interessi economici prevalgono sul controllo politico; quando nuovi «soggetti urbani» subentrano ai cittadini; quando nasce il dualismo tra centro e periferie e la lotta al «degrado» viene utilizzata per favorire le speculazioni; quando la storia della città diventa brand per le agenzie del turismo globale; quando la «valorizzazione» delle vecchie borgate aumenta il costo della vita e fa impazzire il mercato immobiliare. Ma la metropoli si scopre viva nelle pratiche di resistenza urbana, nell'innovazione sociale «dal basso», persino nei conflitti, spesso ignorati in periferia ma duramente repressi nella vetrina del centro storico. In transizione verso una forma-ibrida che modifica il concetto di cittadinanza, la metropoli oggi è senza voce. Non più fabbrica, non più macchina, non solo supermarket, spesso lunapark: il libro ne tratteggia gli elementi essenziali dal punto di vista socio-economico e culturale, illuminando il percorso che porta alla progressiva abolizione della città pubblica. -
Il bambino come nemico. L'eccezione humboldtiana
Questo libro vorrebbe avviare una riflessione che muove dall'invito a dare importanza alla storia di vita, al passato, di ogni bambino. Vorrebbe prenderne sul serio l'incidenza e la complessità sul terreno sia descrittivo sia morale, in relazione cioè alle responsabilità degli adulti, nei confronti dei figli e, più in generale, della società, con tutto il suo portato di violenza. La violenza sociale ha molto a che fare, molto più di quanto non si immagini, con le biografie dei bambini, con il modo in cui essi vengono (mal)trattati, (mal)educati, (mal)visti. Di norma la violazione dell'integrità fisica e di quella psichica dei minori viene annoverata insieme alle altre violazioni dei diritti, tutte deprecabili. E di norma essa viene poco osservata, poco gridata, troppo ignorata. -
Come vignaioli alla fine dell'estate. L'ecologia vista da una vigna
Si può parlare di ecologia partendo da una vigna? È ciò che fa con questo libro Corrado Dottori, vignaiolo marchigiano i cui vini «naturali» sono noti in tutto il mondo. In un «quaderno di campagna» che raccoglie un anno di lavori agricoli - dall'assaggio dei vini alle analisi dei terreni, dalla meteorologia alle vinificazioni, dalle acidità alle fermentazioni -si fa largo un'interrogazione sulla natura e su quel complesso sistema chiamato «vita» all'interno del quale si colloca il lavoro di ogni agricoltore. Le più stringenti questioni del dibattito ecologico contemporaneo - dal riscaldamento climatico all'impatto delle attività umane sul pianeta, dall'esaurimento delle risorse alla capacità di adattamento della vita vegetale - si intrecciano a una narrazione quotidiana fatta di osservazione e meraviglia per un ambiente naturale con il quale la tecnica e il sapere umani della coltivazione interagiscono e che contribuiscono a creare. Questo luogo è qui semplicemente una vigna. E da questo punto di osservazione privilegiato, Corrado Dottori saprà condurre il lettore lungo una strada capace di guardare con grande poetica alla natura. Nel tentativo di ridurre lo scarto che da essa ci separa, spunteranno i vini «di un vignaiolo che dissente»: con la loro estetica ci ricordano che un altro mondo è davvero possibile. -
Cibum nostrum. Mito e rovina della dieta mediterranea
L'alimentazione mediterranea è cultura alimentare profonda, elaborata attraverso i millenni da riti, tecniche agricole e gesti. Eppure, affermare che l'alimentazione mediterranea è una realtà acquisita è una menzogna. La società che aveva generato quella cultura non c'è più, tramontata dall'orizzonte della storia, cancellata da un presente di immagini televisive. Oggi quel vecchio modello alimentare si riduce a un luogo comune, alle molte varianti delle «diete mediterranee», calibrate a misura del consumatore. Cosa resta dunque di quell'estesa e millenaria cultura del cibo che ha accomunato il Mediterraneo? Restano scoperte casuali e selezionate nel tempo che oggi chiamiamo «tradizioni», pillole di saggezza e di benessere che il nostro mondo ha conservato. Restano paesaggi reali e immaginati, ricreati attraverso gli alimenti e la cucina. -
Genere e capitale. Per una rilettura femminista di Marx
Questo libro è rivolto soprattutto alle migliaia di donne che animano le straordinarie manifestazioni dei movimenti femministi in corso.rnrn«La rivoluzione comincia nella casa e parla il linguaggio della lotta delle donne». Questo ci dice Silvia Federici, una delle intellettuali femministe più stimate del panorama internazionale, figura centrale del movimento globale Non Una di Meno. L’incontro proficuo e conflittuale tra femminismo e marxismo è la traccia di questo libro, che raccoglie gli scritti che Silvia Federici ha prodotto nel corso di un lungo percorso teorico e militante, internazionalmente riconosciuto. Partendo dalla rivendicazione degli anni ’70 per il «salario al lavoro domestico», l’autrice sviluppa una serrata discussione con Marx che arriva fino ai nostri giorni, riproponendoci l’attualità e i limiti del suo pensiero. Passando per la critica della concezione di un soggetto universale della storia e seguendo le tracce della produzione di valore, ricchezza e sfruttamento nella sfera della riproduzione, Federici ci spinge a un superamento del marxismo e a cercare nel femminismo contemporaneo gli strumenti per l’emancipazione di tutti. -
Oltre Heidegger. Percorsi tra fenomenologia materiale e idealismo
"Oltre Heidegger"""" non è un'illustrazione storica delle posizioni filosofiche attuali, o del recente passato, di altri pensatori che, dopo Heidegger, hanno trattato la questione dell'essere nell'epoca della """"fine della metafisica"""". Si tratta piuttosto di raccogliere l'eredità dell'ontologia fenomenologica per condurla fuori da quell'impostazione che ad Heidegger è debitrice. Spunto per questa lettura è la fenomenologia materiale di Michel Henry. Dispiegata attraverso il confronto con la fenomenologia di Hegel e la """"filosofia berlinese"""" di Fichte, essa costituisce tuttavia solo il primo riferimento per mezzo del quale interrogare e spingere più a fondo il problema dell'""""autonomia dell'essere"""" e del suo concreto """"agire"""": del suo destinarsi nella storicità della prassi. Sotto questo profilo, le difficoltà e le aporie della filosofia di Henry risultano ben più significative della compiutezza del suo pensiero, per pensare oltre Heidegger la soglia di quest'incontro tra fenomenologia e idealismo." -
Capitalismo linguistico e natura umana. Per una storia naturale
Il mondo contemporaneo si caratterizza per l'aumento esponenziale dello sfruttamento: il lavoro è progressivamente sottopagato fino a diventare gratuito. Allo stesso tempo, oggi produrre significa sempre più parlare. Dai rider in bicicletta fino agli operatori di borsa, le nuove forme di produzione richiedono l'attivazione completa della nostra capacità di agire e pensare con le parole. Solo parlando con gli altri (e con se stessi) è possibile trovare strategie per convincere un cliente, scommettere contro il debito di uno Stato nazionale o individuare il percorso più veloce per consegnare una cena giapponese. Mazzeo chiama «capitalismo linguistico» la coppia formata da sfruttamento estremo e lavoro basato sulle capacità verbali degli esseri umani. Il suo testo ricostruisce il modo nel quale il capitalismo impiega le facoltà tipiche della specie, provando a tracciarne quella che una volta si sarebbe chiamata la sua «storia naturale». Solo distinguendo il linguaggio dall'asservimento comunicativo, l'infanzia cronica dal comportamento puerile, la capacità umana di modificare gli habitat dalla distruzione ecologica sarà possibile dare una nuova chance ai sapiens e alle altre forme di vita.