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Gli autonomi. Le storie, le lotte, le teorie. Vol. 1
Con questo libro si ripercorrono le tappe della costruzione delle matrici teoriche di quell’estesa galassia chiamata «autonomia», rintracciabili nella tradizione del pensiero «operaista», nelle riviste «Quaderni rossi» e «Classe» operaia», nell’esperienza militante di Potere operaio… E, ancora, si analizzano le specificità di un’esperienza rivoluzionaria di massa che ha segnato profonde differenze rispetto alle organizzazioni extraparlamentari e a quelle armate. Ma soprattutto, ci si chiede cosa, in questa storia, vi sia di ancora potentemente vivo e attuale.rnEstremisti», «violenti», «provocatori», «mestatori», «prevaricatori», «squadristi», «diciannovisti», «fiancheggiatori», «terroristi». Questi sono solo alcuni degli epiteti coniati nel corso degli anni Settanta da illustri opinionisti, intellettuali, dirigenti di partito e di sindacato per definire gli autonomi, una variegata area di rivoluzionari attivi in quegli anni nel nostro paese. Il giorno 7 aprile 1979 un’imponente iniziativa giudiziaria imputò a decine di dirigenti e militanti autonomi di essere a capo di tutte le organizzazioni armate attive in Italia e il cervello organizzativo di «un progetto di insurrezione armata contro i poteri dello Stato». L’accusa, dimostratasi col tempo del tutto infondata, fece da iniziale supporto a ulteriori arresti di massa, detenzioni preventive nei carceri speciali, processi durati anni e condanne a lunghe pene. Ma gli autonomi erano davvero solo un coacervo di estremismo irrazionale, violento e disperato? -
1969: quando gli operai hanno rovesciato il mondo. Sull'attualità dell'autunno caldo
A cinquant’anni dall’«autunno caldo», il grande rimosso dalla storia del paese.rnrnDa Battipaglia a Mirafiori, da Porto Marghera alla Pirelli, da Avola a Valdagno il 1969 è stato l’anno della rivolta operaia. Contro lo sfruttamento disumano della catena di montaggio, il paternalismo feudale degli agrari, la repressione della polizia. Non una fiammata isolata ma l’apertura di un lungo processo di liberazione di centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici, e punto di convergenza di tante storie e memorie: dalle lotte contadine nel Mezzogiorno d’Italia all’esperienza dei quadri sindacali e politici della sinistra di classe, dall’incontro con gli studenti del ’68 alle esperienze di presa di coscienza maturate nell’ambito del mondo cattolico.rnUna rivolta che ha radicalmente cambiato volto al paese, contro la volontà delle classi dominanti: non a caso il ’69 si chiude con le bombe di Piazza Fontana a Milano e la nascita della «strategia della tensione», che però non riesce a fermare quel ciclo di lotte. Questo libro vuole essere un contributo per una comprensione dell’«autunno caldo» – il grande rimosso dalla storia del paese – nella convinzione che quel gigantesco processo sociale, politico e culturale di tipo rivoluzionario ci fornisca proprio oggi insegnamenti fondamentali nella lotta contro le destre e il liberismo. -
Abecedario di Andrea Camilleri. 2 DVD. Con Libro in brossura
"L'abecedario di Andrea Camilleri"""" è l'incontro con uno dei protagonisti indiscussi della letteratura contemporanea italiana e non solo, con la sua biografia, con la sua vita precedente e successiva alla fama come scrittore. Con la sua lingua romanzata e parlata, con la tonalità della sua voce. Con l'immancabile fumo delle sue sigarette. Con il suo pensiero tutto, non solo quello che prende forma nella parola scritta, ma anche quello che vortica nella mente di un uomo instancabile. Andrea Camilleri parla, e lo spettatore viene trascinato da un fiume in piena di parole e di immagini, catturato da un'intelligenza acuta. Da una carica vitale che non teme la franchezza. Da un'ironia e una capacità critica raffinate. Non una semplice intervista dunque, un'opera in video piuttosto, il cui protagonista è appunto Andrea Camilleri. Accompagna la video-intervista un «abecedario parallelo» che trascrive le voci registrate non incluse nel montaggio finale del film." -
Biosfera, l'ambiente che abitiamo
La Biosfera è quel luogo singolare dell'Universo dove è nata e si è sviluppata la vita. È un prodotto del Sole. Noi, insieme a tutte le altre specie viventi, siamo l'esito di una sua lunga evoluzione durata milioni di anni nel corso dei quali sono nate e poi si sono estinte diverse specie di animali e vegetali, creando la meravigliosa biodiversità che ci circonda. L'equilibrio delicato di questo ecosistema è oggi a rischio e con esso la sopravvivenza della nostra specie, a causa dei cambiamenti climatici prodotti dall'eccesso di gas serra che stanno alterando equilibri millenari. Occorre invertire rapidamente i presupposti di questo sviluppo, se non vogliamo che la Terra torni a essere quell'ambiente inospitale precedente alla comparsa della vita. Per farlo occorre imboccare da subito la via della riconversione ecologica del nostro modello di sviluppo. Un cambiamento che presuppone di mettere in discussione i modelli di vita e il modo di pensare alla natura; in sostanza l'intera civiltà occidentale, fondata sul dominio della natura e delle sue leggi. Ma in ecologia non esistono scorciatoie: la tecnologia non può risolvere quei problemi che la tecnologia stessa ha creato. È infatti l'entropia a insegnarci che più consumiamo, più l'energia libera che ci resta a disposizione diminuisce. Un principio inesorabile destinato a prevalere su qualunque altro indicatore economico e sull'economia stessa, e dal quale ripensare il nostro modo di abitare questo pianeta. -
Coltiviamo il nostro giardino. Osare nuovi paesaggi, prendersi cura, inselvatichire il mondo
Oggi più che mai l'emergenza climatica denuncia il ruolo degli esseri umani nel mondo vivente e l'inderogabile urgenza di occuparsene. I cittadini si mobilitano, si riappropriano della questione ambientale, sono disposti ad agire, a «farsi giardinieri» del pianeta, a prendersene cura. Restano però in attesa di nuove narrazioni collettive che rendano comprensibile e praticabile la transizione ecologica da compiere. Dal rinnovo dell'agricoltura urbana alla diffusione dei giardini condivisi, passando per il greenwashing dell'architettura e le sfide della «città selvatica», emergono nuove categorie di nature urbane, sullo sfondo di un rapporto più fertile tra città e natura, che chiama a ridiscutere le articolazioni tra centri, periferie, campagne, incolti. Gli autori italiani e francesi - paesaggisti, architetti, urbanisti, geografi, sociologi, filosofi, artisti - che dialogano in questo libro, esprimono attitudini e sensibilità diverse, ma condividono tutti una medesima convinzione: la necessità di inventare un modello di città che emerga dall'interazione responsabile e gioiosa tra tutte le forme del vivente, umanità compresa, in un ambiente - dal suolo al cielo, ai fenomeni atmosferici - nel quale siamo tutti collegati. «Bisogna coltivare il nostro giardino»: prendiamo alla lettera la metafora di Candide che conclude il famoso racconto di Voltaire, è tempo di osare nuovi paesaggi. -
Bayer contro aspirina. L'umorismo che resiste ai diserbanti
Una storia paradossale ma vera: l'attacco del colosso chimico Bayer alla rivista umoristica e femminista Aspirina. Una lotta satirica e creativa contro l'estinzione, in cui la sproporzione di potere dà origine a indagini, risate, inedite metamorfosi, fino alla nascita del progetto ecoumorista Erbacce. www.erbacce.org. -
La natura dell'economia. Femminismo, economia politica, ecologia
Dalle mobilitazioni per il salario al lavoro domestico degli anni Settanta alla ripresa della questione della riproduzione sociale su scala planetaria, la critica femminista dell'economia politica, attingendo alle prospettive aperte dalle mobilitazioni e dalle pratiche dei movimenti delle donne, aiuta a comprendere la «natura» attuale dell'economia, tanto nei suoi aspetti ideologici che strutturali. L'analisi della natura dell'economia mostra, infatti, come i processi di valorizzazione capitalistica sottopongano le attività umane e le risorse naturali a un regime di visibilità e invisibilità strumentale: dalla disponibilità incondizionata della cura assegnata alle donne al consumo illimitato di quel che rende possibile la vita, fino alle falsificazioni del capitalismo green. I contributi presenti nel volume non si limitano a ricostruire la parte delle donne in questi processi, ma concorrono a una ridefinizione del campo economico e delle sue intersezioni con l'ecologia. -
Gli autonomi. Storia dei collettivi politici veneti per il potere operaio. Vol. 6
La storia dei Collettivi politici veneti per il potere operaio narrata da due tra i suoi principali protagonisti. Una vicenda che prende avvio nell'autunno del 1974, dopo l'esaurimento dell'esperienza di Potere operaio. Un progetto fondato sui presupposti strategici di un forte radicamento territoriale, l'unità politico-militare della militanza e una direzione che poteva vantare una ricca e raffinata formazione teorico-culturale di provenienza operaista. Infatti, in quel laboratorio, che si poteva avvalere di un forte presenza in ambito universitario, di una radio (Sherwood) e di un periodico (Autonomia), furono elaborate inchieste e analisi sui processi della ristrutturazione produttiva in atto che coniarono il concetto della «fabbrica diffusa» produttrice dell'«operaio sociale», la figura del moderno precario destinato a occupare un ruolo centrale nei conflitti politici di classe. I Collettivi organizzarono in vaste aree della loro regione azioni politico-militari di massa contro fascisti, responsabili della gerarchia di fabbrica e della repressione potendo contare su una serie di sigle, ognuna corrispondente a un determinato livello d'organizzazione. L'accumularsi di quelle pratiche sfociò nelle famose «notti dei fuochi»: decine di attacchi in contemporanea in varie città della regione. L'operazione repressiva del 7 aprile 1979, e quelle degli anni successivi, ebbero a mira la distruzione anche di quella specifica rete organizzativa e del suo progetto rivoluzionario, tra i più forti, consolidati e intelligenti della galassia autonoma. -
Dollari e no. Gli Stati Uniti dopo la fine del Secolo Americano
Per leggere gli Stati Uniti degli ultimi decenni, occorre capirne l'attuale fisionomia socioeconomica e politica, quella di un paese diviso e disuguale come mai prima. Occorre analizzare le dinamiche che hanno portato all'elezione di Donald Trump, ripercorrere le discussioni intorno sulla sua figura di autocrate e ricostruire tanto la ripresa della partecipazione elettorale del 2018 che le risposte diffuse e di massa alla sua politica. Fino all'impeachment del 2020. Per leggere l'America dopo la «fine del secolo americano», occorre tracciare le linee dell'evoluzione interna che hanno portato alla situazione attuale: dalle insorgenze sociali e la «crisi generale» degli anni Sessanta e Settanta alla svolta reazionaria veicolata dalla deindustrializzazione e la globalizzazione neoliberista. Una svolta in atto da oltre quarant'anni, iniziata sotto la presidenza Reagan negli anni Ottanta, che non ha mai smesso di rendere i ricchi più ricchi, i poveri più poveri e ridotto i ranghi della middle class. Occorre, dunque, capire che se il lavoro è cambiato con esso sono cambiate le geografie delle città: dalla Silicon Valley a San Francisco, da Manhattan a Seattle, le «classi creative» convivono con le degradate Detroit, Flint, Akron e Youngstown. Dei nuclei urbani protagonisti dell'American Century ciò che resta sono le rovine, tra le quali la fatica di resistere porta a riformare tessuti solidali e nuove esperienze di comunità di base. -
Critica della ragione razzista
Si fa di tutto per non vedere e non capire che le manifestazioni di intolleranza che accompagnano le migrazioni dall'est europeo e dal sud del Mediterraneo non sono reazioni accidentali; che le eruzioni antisemite - le profanazioni, gli insulti, le intimidazioni, le aggressioni - sono sintomi di una patologia profonda, cronica e grave: segni di una malattia congenita della modernità che va correttamente diagnosticata e ricondotta alla sua genesi. Del razzismo, in quanto figli della modernità, siamo tutti in qualche modo eredi e partecipi e non possiamo chiamarci fuori dalla sua storia solo perché proviamo nei suoi confronti ripugnanza. Né possiamo illuderci che sarà facile liberarcene. Il razzismo risponde a un bisogno etico radicato nella coscienza moderna: sbarazzarsene non è soltanto questione di buon senso o di buona volontà. -
Marx e il conflitto. Critica politica e pensiero della rivoluzione
«Questo residuo del vecchio mondo, la regolazione dello scambio delle merci sulla base dell'eguaglianza del lavoro impiegato a produrle, resta ""nell'angusto orizzonte giuridico borghese"""", e dovrà essere superato nella fase compiutamente comunista della società, quando, accanto all'estinzione dello Stato, saranno """"cresciute le forze produttive e tutte le sorgenti delle ricchezze sociali"""" potranno «scorrere in tutta la loro pienezza». Solo allora la rivoluzione avrà fatto il suo corso. Ciascuno non avrà secondo quanto avrà prodotto: motto dell'umanità sociale sarà """"a ciascuno secondo i suoi bisogni, ciascuno secondo le sue possibilità""""»."" -
Estetica del malessere. Il nero, il punk, il teschio nei paesaggi mediatici contemporanei
Il teschio è l’icona pop più diffusa del nostro tempo. Vampiri, zombie, junkie sono al centro delle scene urbane. Cinema, fotografia e reti sociali celebrano da un secolo l’immaginario dell’anomia e del disagio: il nero è la tonalità della nostra epoca! Attraverso gli studi visuali e la mediologia, questo libro ne indaga l’iconografia nel solco della schiavitù dei neri, che funge da tragica origine. Mentre cresce il movimento #blacklivesmatter occorre interrogarsi sulle dinamiche che investono darkness e blackness, lusso e sporco, lutto ed estasi. Grace Jones, Charlotte Rampling, Siouxsie Sioux sono alcuni dei protagonisti di quel processo che ha integrato il male nel quotidiano, rendendolo innocuo e banale, ovvero di «estetizzazione del malessere». Con postfazione di Massimo Canevacci. -
Oltre le bande. Saggi sulle culture giovanili
Questo libro raccoglie cinque saggi sulle culture giovanili scritti negli ultimi trent'anni. Dalle «tribù urbane» nella Spagna degli anni Ottanta alle «bande transnazionali» degli anni Duemilaventi, passando per i chavos banda nel Messico e le «bande latine» a Barcellona, il testo fornisce indizi teorici, percorsi metodologici ed esperienze etnografiche per ripensare le culture giovanili contemporanee. In un momento in cui i membri delle bande, soprattutto se giovani e migranti, emergono come il capro espiatorio di molti problemi politici e sociali, lo sguardo antropologico ci permette di leggere questo fenomeno senza pregiudizi e con empatia, favorendo politiche più inclusive in grado di rendere i protagonisti del problema parte della soluzione. -
Ero straniero. Seminare accoglienza, raccogliere futuro
L'immigrazione è la questione sociale che, negli ultimi anni, è emersa con sempre maggiore urgenza nella nostra società. Affrontarla come fenomeno strutturale e non come emergenza o fattore di pericolo offre un'occasione per ripensare ai diritti e alla dignità delle persone, per incidere sulla qualità della vita di tutti e per creare un tessuto sociale nel suo complesso più coeso. «L'accoglienza è un seme di coesione sociale» - si scrive in questo libro, riconoscendo che il valore della solidarietà e dell'inclusione vanno a beneficio non solo dei diretti interessati, ma dell'intera comunità. Le voci raccolte in questo libro, Ero straniera Seminare accoglienza, raccogliere futuro, ci invitano a ricostruire, da angolazioni diverse, il tema dell'immigrazione nella sua complessità. Una lettura che, attraverso autorevoli contributi, aiuta ad acquisire una consapevolezza critica e si propone come strumento per far fronte a una delle sfide più urgenti a cui oggi siamo chiamati a rispondere. -
C'era una volta il popolo. Storia della cultura popolare
Un libro dedicato alla cultura del popolo, quella cultura «dal basso» che ritroviamo nelle espressioni della vita popolare e negli stili di vita, nelle forme di comunicazione (dalla predicazione religiosa alla propaganda politica) e nei modi attraverso i quali si è dato forma e rappresentazione a quell'insieme sfuggente e mutevole che è il popolo. Un libro scritto da un grande amante e frequentatore della cultura popolare: un autore che ha saputo farla vivere nei suoi grandi racconti musicali, letterari, televisivi e a fumetti. -
Eolie enoiche. Racconti di vini, di isole, di vignaioli sensibili alla terra
Isole Eolie, un arcipelago da sogno ma anche un luogo che rischia di trasformarsi in puro simulacro offerto al turismo stagionale. Eppure la bellezza dei luoghi non può diventare la condanna della loro vitalità. Sono le idee attive e chi le porta avanti che rigenerano i territori. rnC’è chi è nato qui, tra la barca da pesca, la vigna e il dialetto, e poi è andato via, a studiare. Al ritorno, trova turismo e abbandono delle terre coltivate, vigne disperse e una vita agricola trascurata, ma ci vuole scommettere. Ha vissuto la grande città, e sa che queste terre sono patrimonio dell’umanità.rnÈ questa la storia di Nino Caravaglio, vignaiolo dell’isola di Salina, protagonista della viticultura eoliana, che da oltre trent’anni lavora al recupero di vigne e vitigni, contribuendo a ridare forma a un paesaggio agricolo fatto di vecchie tecniche e nuove pratiche, relazioni umane solidali e sensibilità ambientale. rnLe vigne di mare delle isole Eolie – quelle di Caravaglio e di altri coraggiosi precursori, le cui storie si intrecciano in questo libro – hanno le radici nei crateri dei vulcani o negli appezzamenti a strapiombo sul mare, ma i loro occhi sono puntati sulla Terra. Perché nelle storie di chi torna ad abitare con vitalità aree impervie dell’Italia e del pianeta stanno le premesse non solo di nuove agricolture, ma anche di nuove ecologie e forme di vita. -
Architetture del dopo. Costruire con le piante. Salice, canna, bambù, paglia, terra
Anche nelle metropoli occidentali si diffondono costruzioni realizzate utilizzando piante: salice, canna, bambù, paglia. Tecnologie naturali che sono rielaborazioni di tecniche legate alle prime costruzioni dell'uomo: architetture ""del prima"""", ma soprattutto """"del dopo"""", di come dovremmo costruire per rendere sostenibile la nostra presenza su questo pianeta. Riprendere la cultura del saper fare con le mani ci riporta al tempo profondo del Paleolitico. Gli allarmi della comunità scientifica ci spingono infatti a guardare a un tempo lontano come a un bacino di conoscenze da approfondire. Da circa vent'anni le """"architetture del dopo"""" attraggono un numero sempre maggiore di estimatori per le loro caratteristiche di sostenibilità, di eco-compatibilità e di rimando a pratiche di coesione sociale. Usare questi materiali è una scelta ecologica e insieme politica, mentre torna centrale la dimensione del gesto e del saper fare, in alternativa ai metodi di produzione industriale."" -
Paesaggio ambiente. Natura, territorio, percezione
Esistono paesaggi meramente decorativi, cartoline consolatorie pronte a diventare merce. Ma esiste anche un altro paesaggio, che l’autore di questo libro definisce «profondo, essenziale, necessario». Si tratta di quel paesaggio che da sempre è il riflesso delle aspirazioni, delle pratiche e dei desideri umani di continuare ad abitare il mondo. Mentre si moltiplicano i segnali della ricerca di altri rapporti tra città e campagna, mentre si sperimentano forme di vita diverse e compaiono nuove geografie, il paesaggio – ben oltre la sua dimensione estetica – è qui interrogato nelle sue relazioni con l’ambiente, con l’insieme dei viventi che lo abitano e che lo costituiscono. Riflettere sul paesaggio, sul suo essere un elemento connaturato dell’esistenza umana, significa pensarlo come qualcosa di diverso dalla natura, dall’orizzonte, dal territorio, scoprendo – grazie a questo libro – che il paesaggio è il modo in cui diamo forma alle relazioni vissute con ambienti attraversati dalla vita dei quali siamo attivamente parte. ""Paesaggio ambiente"""" è un libro di ecologia e filosofia, architettura e antropologia, che nella forma di un lemmario fa la sintesi, semplice ed esaustiva, di decenni di dibattiti sulla natura del paesaggio e la sua conservazione. Si tratta della prima traduzione italiana dell’opera di un autore che, al pari di Gilles Clément o altri autori francesi, ha dato un contributo fondamentale al rinnovamento del pensiero ecologico globale."" -
Lettera a mio padre
"Lettera a mio padre"""" parla di lavoro, così cambiato dall'epoca delle mitiche tute blu, di quel lavoro operaio e delle mani che oggi sembra scomparso. Con la progressiva diminuzione del lavoro artigiano ciò che è andato perduto è, infatti, un immenso patrimonio di conoscenze e di pratiche, di gesti e di attività via via incorporati nelle macchine. Il racconto di Barbara Balzerani - autrice conosciuta, certo, per le vicende legate alla sua militanza politica, ma amata anche per la sua poetica capace di tradurre in forma letteraria temi complessi - è un dialogo immaginario tra una figlia e un padre, alla ricerca di una via di uscita dal nichilismo dell'astrazione delle merci che sovrasta le relazioni sociali contemporanee. Una rilettura dei cambiamenti che il capitalismo ha indotto nel mondo del lavoro e, in contraltare, di quelle forze vive che continuano a contrapporsi." -
L' anarchismo. Teoria, pratica, storia
L'anarchismo è stato e continua a essere molte cose. Una dottrina, certo, sebbene piuttosto controvoglia. Ma anche, e anzi soprattutto, un ideale, una speranza, un insieme di pratiche (spesso creative e nonviolente). E, prima ancora, un precipitato di principi ed esperienze, di molto varia natura, che intendono delineare e inseguire la prospettiva di una esistenza libera dal dominio, anche a costo di evidenti contraddizioni, il più delle volte consapevolmente assunte. Ma l'anarchismo è, più ancora di tutto questo, un complesso di ragioni, tanto solide quanto meditate, per la salvaguardia di un'autonomia di giudizio, strenuissimamente difesa, che è forse il lascito più prezioso in tempi di compiaciuto e irenico conformismo.