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Preraffaelliti. Ediz. illustrata
Il volume riunisce una scelta di saggi, scritti in vari momenti per riviste, libri, mostre, tuttora attuali nell'impostazione scientifica e nell'orientamento critico, testimoni di una passione per argomenti ""extravaganti"""", affrontati con intensità e gusto dell'approfondimento. Quasi una sfida nel dedicare tempo e ricerche certosine a temi da noi poco praticati. Emergono le personalità di Dante Gabriel Rossetti, """"grande italiano tormentato nell'inferno di Londra"""" secondo una definizione di John Ruskin, e di Edward Burne-Jones, artefice di un recupero intensamente evocativo di moduli del passato. Accanto a loro le singolari presenze del belga Fernand Khnopff, dell'americano J. McNeill Whistler, di Albert Moore, artisti legati all'Aesthetic Movement, e sullo sfondo i Nazareni e il loro influsso nella genesi del movimento preraffaellita."" -
Viterbo. La macchina di Santa Rosa
La Festa di Santa Rosa rappresenta una delle principali tradizioni del panorama popolare italiano che ogni anno coinvolge migliaia di persone di ogni ceto sociale, attori e spettatori di una unica e globale celebrazione che ha tutti i contenuti di una grande manifestazione culturale da preservare, tutelare e valorizzare al pari delle altrettanto preziose testimonianze materiali le cui origini antichissime risalgono al 4 settembre del 1258 quando papa Alessandro IV (1254-1261) dà il suo consenso al trasferimento del corpo della vergine Rosa, morta di fame e proclamata santa a furor di popolo, dalla Chiesa di Santa Maria del Poggio (ora Crocetta) a quella di San Damiano (ora Santa Rosa). Ed in memoria di questo avvenimento, alle 21 del 3 settembre, Viterbo viene completamente oscurata e la macchina inizia a muoversi da Porta Romana dopo che 170 facchini addetti al trasporto si sono posizionati nell'ordine stabilito e nel silenzio generale attendono di effettuare la mossa dopo l'ultimo ordine del capofacchino, ""Per Santa Rosa, avanti"""". Presentazioni di Giulio Marini, Stefania Massari, Daniela Porro."" -
Santuari d'Italia. Roma. Ediz. illustrata
Il volume relativo alla città di Roma fa seguito a quello sul Lazio; entrambi sono frutto della ricerca specifica coordinata dalle Università di Roma Tor Vergata e di Roma Tre all'interno della più generale ricerca sui santuari cristiani d'Italia. Pur nella rispettiva autonomia, è opportuno considerare i due volumi nella loro complementarità e nelle loro interferenze, di cui i saggi introduttivi danno ampiamente conto. Il presente volume, in sintonia con una definizione ampia di santuario, fondata essenzialmente su tre elementi, oggetto di culto considerato miracoloso (reliquia o immagine), devozione che si manifesta in forme spontanee, pellegrinaggio in occasione di una festività peculiare rispetto al normale calendario liturgico, comprende 460 voci, relative a luoghi, in cui si potessero ravvisare, nel passato o nel presente, questi elementi: dai santuari tardoantichi, nati dalla venerazione alle tombe degli apostoli e dei martiri, seguendone le vicende fino alle trasformazioni dal medioevo all'età contemporanea, a quelli legati a devozioni promosse dai nuovi ordini religiosi che si sono nei secoli insediati nella città dei pontefici, e ancora i santuari mariani, e infine quelli nati dopo che Roma è diventata capitale d'Italia, per esigenze di promozione religiose o di vera e propria ricristianizzazione. Ogni santuario è così presentato nella sua identità storica (l'oggetto di culto e la nascita del monumento), artistica (le espressioni architettoniche, pittoriche, o scultoree). -
Ricordi in micromosaico. Vedute e paesaggi per i viaggiatori del Grand Tour
Esiste una Roma del micromosaico o mosaico ""minuto"""", di quella miniatura perfetta, nata nell'ultimo quarto del Settecento, che ha ridotto in scala non solo l'immagine ma anche e soprattutto la tecnica? Pare proprio di sì e questo volume lo dimostra attraverso immagini e documenti, memorie, annuari, almanacchi e manuali del periodo 1806-1855 (Maria Grazia Branchetti), spulciando nei libri di viaggio e nelle guide di autori inglesi della prima metà dell'Ottocento, con particolare riguardo a un episodio della vita di Michelangelo Barberi (Giuliana Franzini Musiani), analizzando quell'Italia in miniatura costruita, tra Sette e Ottocento, per l'industria del souvenir (Chiara Stefani), dandoci notizie precise sulle invenzioni e le tecniche (Roberto Grieco) o sulla tavolozza di Giacomo Raffaelli (Alessia Birri), fornendoci nominativi e indirizzari dei mosaicisti (Maria Grazia Branchetti) e lo stesso glossario (Roberto Grieco). La storia del procedimento o di quella microtecnologia concepita dai contemporanei come apice virtuosistico della tecnica musiva, ne esce a tutto tondo."" -
Gastone Novelli e Venezia-and Venice. Catalogo della mostra. Ediz. italiana e inglese
Nel 1964 e nel 1968 Gastone Novelli, tra gli indiscussi protagonisti dell'arte italiana degli anni '50 e '60, viene invitato a partecipare alla Biennale di Venezia con una sala personale. Entrambi gli anni segnano un momento importante nella storia dell'arte del Novecento: alla XXXII edizione del '64, anno in cui Novelli ottiene il Premio Gollin, trionfa l'arte americana e Robert Rauschenberg vince il Gran Premio di Pittura, mentre la XXXIV Biennale del 1968 si contraddistingue per l'appoggio di molti artisti alle proteste studentesche, proteste a cui aderisce lo stesso Novelli, che si rifiuta di esporre le proprie opere voltandole polemicamente contro il muro, gesto con cui la sua pittura e il suo personaggio vengono consegnati a una vicenda storica divenuta leggendaria. Il presente volume, pubblicato in occasione della mostra ""Gastone Novelli e Venezia"""", curata da Luca Massimo Barbero alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia e realizzata in collaborazione con l'Archivio Gastone Novelli di Roma, ricostruisce la storia del profondo rapporto che l'artista instaurò con la città lagunare. Un saggio di Luca Massimo Barbero ripercorre le vicende che hanno legato l'artista a Venezia a partire già dal 1960, fino al suo definitivo trasferimento in laguna nel 1967 e alla sua partecipazione alla Biennale della contestazione. Il volume e la mostra raccolgono un ampio nucleo delle opere realizzate da Novelli proprio nello studio alla Giudecca per la Biennale del '68."" -
Villa Poniatowski
"In questo volume sono illustrati e riportati i risultati della recente fase integrativa di un impegno del Ministero che ha avuto inizio centoventi anni or sono, tra il 1889 data della istituzione del Museo Nazionale Etrusco e il 1892 data della sua inaugurazione. Impegno dello Stato che, dopo ripetute operazioni di ampliamento degli spazi espositivi disponibili, sia mediante la costruzione di nuove ali, sia mediante nuovi allestimenti, si è specificamente orientato verso l'estensione del museo ad una nuova adeguata ulteriore sede aggiuntiva a partire dal 1972 anno in cui è stata avviata l'azione economica e amministrativa necessaria per l'acquisizione della villa Poniatowski, esercitata poi nel 1988. Si riportano qui, sinteticamente ma riccamente illustrati, i risultati del lavoro di due funzionarie, la Soprintendente e la Direttrice del museo, alle quali il volume è dedicato: Anna Maria Moretti Sgubini e Francesca Boitani. Quest'opera esce in loro onore [...]. La nuova sede della villa Poniatowski è la naturale estensione del museo nato entro villa Giulia, in quanto fin dall'epoca di Giulio III, in pieno Rinascimento, il fabbricato allora destinato agli ospiti e ai parenti del Papa e variamente denominato, anche come """"casa di Baldovino"""", costituiva un'articolazione del complesso di villa Giulia."""" Prefazione di Luciano Ornaghi." -
I francescani in Liguria. Insediamenti, committenze, iconografie. Atti del convegno
Il volume, curato da Lauro Magnani e Laura Stagno, raccoglie gli atti del convegno organizzato presso l'Università degli Studi di Genova nell'ottobre 2009: iniziativa mirata ad andare oltre il contesto ligure indagato, creando un momento di confronto con studiosi di diversa provenienza attivi su tematiche di soggetto francescano. Così William R. Cook (State University of New York), riconosciuto esperto di arte francescana medievale, discute le origini di ""quasi otto secoli"""" di produzione artistica legata all'ordine, mentre altri studiosi - tra i quali Bert Treffers, Giorgio Leone, Andrea Spiriti, Mario Alberto Pavone, Mimma Pasculli Ferrara, Francesca Sinagra presentano in questa sede i risultati delle proprie ricerche sul tema, con analisi di complessi decorativi e letture iconografiche condotte in una varietà di contesti geografici. Una serie ampia ed articolata di contributi incentrati sull'ambito ligure - proposti da autori legati all'ateneo genovese, alle Soprintendenze e ai musei della regione - ricostruisce poi insediamenti, architetture, committenze artistiche delle comunità francescane, e approfondisce caratteri e significati delle scelte iconografiche delle diverse famiglie dell'ordine in un territorio che, generalmente trascurato dalle precedenti indagini sull'argomento, si rivela invece, sotto questo profilo, particolarmente ricco."" -
Vanitas. Percorsi iconografici nell'arte genovese tra Cinquecento ed età Barocca
Al tema della Vanitas rimanda una molteplicità di iconografie diverse, ""di oggetti"""" (le nature morte moralizzate) e """"di figure"""" (allegorie ed immagini di santi), che in modi differenti declinano la riflessione sui concetti fondanti del tempo che trascorre, dell'inconsistenza dei beni terreni e della centralità della morte ineluttabile. Questo studio, dopo aver analizzato le radici del concetto, propone un'analisi sistematica dei percorsi iconografici che nel Cinquecento e poi in età barocca traducono visivamente i diversi versanti di questa complessa tematica, focalizzando l'attenzione sul contesto genovese, nel quale una serie di fattori concorre a radicare una visione del mondo sensibile ai motivi dell'instabilità della fortuna e ai moniti del memento mori. Ne danno testimonianza gli esiti pittorici di artisti importanti quali Luca Cambiaso, Bernardo Strozzi, Giovanni Benedetto Castiglione, Valerio Castello e Domenico Piola."" -
Caravaggio o della Vulgata
Come la ""Vulgata"""" di San Girolamo - che non fu solo una traslitterazione testuale, ma un'ampia esegesi e commento del tradotto - questo libro non si limita esclusivamente a trattare la vicenda artistica del pittore Caravaggio, ma interviene filosoficamente su due grandi questioni storiografiche. La prima è l'analisi del metodo e delle finalità della """"storia dell'arte"""" argomento sul quale l'autore si intrattiene nei prolegomeni; la seconda è lo studio del rapporto tra la cultura gesuita-iberica e il patrimonio controriformato post-tridentino. In tale secondo tema, che costituisce il fulcro dell'intero volume, l'autore analizza il mondo dei diversi ordini religiosi (gesuiti, carmelitani scalzi, domenicani, oratoriani) in relazione a tematiche quali penitenza, estasi e ratto, mettendo poi questi aspetti in connessione con i quadri di quel periodo. Se ne evince un Caravaggio che sceglie la """"via secca"""", intellettuale, interiore, intima; vive la riforma cattolica transitando da un paganesimo estetizzante ad un misticismo corporeo - strettamente legato con la più solida tomistica - che aprirà la strada a Zurbaran, Bernini e Velàzquez. Ma le incongruenze sono insite proprio in questo processo: tradurre e tradire la Bellezza per giungere al Sacro. La crisi morale ed epistemologica che tanto condizionò il Caravaggio e la società di quel tempo, appare, agli occhi del lettore, estremamente attuale, foriera di una necessaria nuova """"Vulgata""""."" -
Magnificenze a tavola. Le arti del banchetto rinascimentale. Catalogo della mostra (Tivoli, 15 giugno-4 novembre 2012)
Nella splendida cornice della cinquecentesca Villa d'Este a Tivoli si vuole celebrare il Banchetto rinascimentale in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue migliori arti, quale culmine della celebrazione conviviale. Una mostra di ampio respiro internazionale ospitata all'interno di uno spazio che può essere considerato un'icona del Rinascimento italiano. Parola d'ordine è il coinvolgimento; i visitatori devono sentirsi parte di un evento che non richieda solo la loro attenzione, ma sia in grado di sucitare emozioni e divertimento intorno al tema centrale della conoscenza della tavola. In poche parole, ""far assaporare con gusto il piacere della cultura"""". A documentare la mostra un ricco catalogo, dove sono ampiamente indagati e illustrati i vari aspetti del banchetto: vasellame prezioso, vetri diafani, ceramiche istoriate, posate in lapislazzuli fino ai tessuti e agli arazzi, indispensabile complemento dell'allestimento delle feste. Non è tralasciato anche l'aspetto scenografico del convivio: per la prima volta viene tentata una ricostruzione delle diverse tipologie dei trionfi di zucchero, sculture eccezionali, massima espressione della bellezza """"effimera"""" e del potere del principe. I contributi sono a cura dei massimi esperti di quest'arte come Carmen Ravanelli Guidotti, Rosa Bariovier Mentasti, Anna Martellotti, June di Schino, Roberto Valeriani, Angela Adriana Cavarra, Marina Cogotti, Lorenzo Lorenzini e Anna Alberati."" -
Rodi 1912. Un antico amore
In un mattino di maggio del 1912 le navi della Marina Italiana compaiono davanti alla spiaggia di Faliraki. Inizia, in quel momento, con lo sbarco dei nostri soldati, la liberazione di Rodi e di tutto il Dodecaneso dal dominio ottomano. È anche l'inizio della nostra storia, dell'incontro fra Antonio, giovane e brillante ufficiale del Regio Esercito Italiano e la giovanissima e bella Anastasia nativa di Kalithies, il piccolo paese che dalla collina di fronte domina dall'alto quella spiaggia incontaminata. La storia d'amore fra Antonio ed Anastasia si dipana attraverso le drammatiche vicende storiche di due guerre mondiali: gli amanti si perdono e si ritrovano più volte schiacciati dagli avvenimenti ma mai domi. Cent'anni dopo lo sbarco delle truppe italiane, sull'isola sventola la bandiera greca, ma quell'antico legame fra gli abitanti di Rodi e l'Italia, iniziato già millenni prima con l'Impero Romano, continua a rinnovarsi ancora oggi e sembra arricchirsi sempre di nuova linfa. -
Santuari d'Italia. Puglia
Questo primo tomo del volume sulla Puglia è incentrato su cinquantasei santuari dedicati a santi e beati, con esclusione di tutti i santuari mariani che saranno illustrati in un secondo tomo a cura di Maria Stella Calò Mariani. Gli schedatori hanno effettuato ricognizioni sul territorio per acquisire dati non sempre disponibili in pubblicazioni scientifiche e per verificare de visu lo stato dei santuari. La loro indagine ha riguardato l'oggetto o gli oggetti di culto; la pratica cultuale e le differenti manifestazioni rituali; i racconti di fondazione santuariale, talvolta basati su testi scritti, talaltra solo di tradizione orale; i mutamenti di intitolazione; gli eventi ritenuti miracolosi dal popolo dei credenti; la storia delle strutture architettoniche con le loro trasformazioni nel corso dei secoli; la presenza e lo stato di conservazione di ex voto, reperti e opere d'arte, di cui i santuari, soprattutto quello terapeutici, sono ricchi. L'attenzione si è soffermata anche sui rapporti tra i santuari, le istituzioni civili, quelle ecclesiastiche e gli Ordini religiosi, che nella maggior parte dei casi li custodiscono. Ne è emersa una realtà viva che, a parte pochissimi casi di santuari rurali, evidenzia una intensa devozione popolare, la quale si esprime nella partecipazione corale alle tante manifestazioni cui i santuari danno vita. Il volume è arricchito, oltre che da una bibliografia specifica, da un imponente apparato fotografico. -
Santuari d'Italia. Trentino Alto Adige-Südtirol
Nel volume ""Trentino-Alto Adige-Südtirol """"della collana Santuari d'Italia sono raccolte le informazioni relative ai santuari della regione, suddivise per ciascuna delle due province e disposte secondo l'ordine alfabetico dei singoli comuni. Per ogni santuario si presenta nella sua identità storico-artistica l'oggetto di culto intorno al quale si è sviluppata la devozione e si seguono le vicende istituzionali e rituali del luogo, dalle sue origini sino ai nostri giorni. Il testo è arricchito da un ampio apparato di immagini, a colori e in bianco e nero, che danno conto della varietà degli edifici, delle caratteristiche degli oggetti di culto e delle svariate forme della devozione. L'ampia sezione introduttiva fornisce, attraverso saggi di carattere storico e storico-artistico, una serie di elementi utili a una migliore comprensione delle informazioni fornite per ciascun santuario, e permette una visione complessiva del fenomeno altrimenti difficile da raggiungere tenendo conto solo o preferenzialmente dei luoghi sacri più eminenti."" -
Antonio Sicurezza. Paesaggi
Antonio Sicurezza (Santa Maria Capua Vetere 1905-Formia 1979) si è diplomato in pittura all'Accademia di Belle Arti di Napoli. A 29 anni si è trasferito nel territorio di Formia, nel Lazio meridionale. Qui ha portato avanti la sua ricerca, allontanandosi dalla tradizione pittorica napoletana per approdare ad un realismo poetico ed al contempo vigoroso, basato sull'uso della spatola nei dipinti ad olio. Nella sua ricca produzione ha spaziato dalle pale d'altare ai paesaggi, dai ritratti alle nature morte, dalle composizioni complesse con più figure ai nudi. Questo volume, dedicato al paesaggio, è il primo nell'ambito del progetto di catalogazione tematica dell'opera dell'artista ed è stato affidato a Giuseppe La Mastra che proprio al tema del paesaggio ha consacrato parte dei suoi studi. -
Vincenzo Balsamo. L'astrazione lirica 1987-2012
Catalogo della doppia mostra al Chiostro del Bramante di Roma, curata con la solita maestria dal Professor Giovanni Faccenda e dal titolo ""L'astrazione lirica 1987-2012"""", nel ripercorrere gli ultimi 25 anni di produzione pittorica del Maestro Vincenzo Balsamo (Brindisi 1935) racchiude quello che si può definire il suo periodo dell'astrazione lirica. Ma per comprendere al meglio il lavoro di questi ultimi 5 lustri bisogna guardare al passato e scoprire come negli anni '50 e '60 egli fosse un pittore figurativo dove le sue chiare origini mediterranee sposavano quelle che erano le tendenze nord-europee e i paesaggi, soprattutto quelli di fine periodo, profumavano già di un chiaro messaggio astratto. Il decennio successivo, abbandonato il figurativo, rappresenta per il nostro artista quello che si può definire il periodo delle Analisi e Sperimentazioni dove la ricerca del segno, della luce e del colore passa prima attraverso le analisi di opere astratto-geometrico, per addentrarsi, poi, in quello che diverranno le """"Decomposizioni"""" dove la materia/colore - prevale sulla forma analitica. Mentre le """"Nebulose"""", che vengono subito dopo le """"Decomposizioni"""", sono un chiaro intento dell'artista di analisi sul segno che domina lo spazio-superficie alla ricerca del suo giusto bilanciamento. A seguire un periodo più onirico chiamato """"Evocazioni"""" dove Balsamo usa l'aerografo per fermare la sua memoria espressiva sulla tela."" -
Santuari d'Italia. Umbria
La collana ""Santuari d'Italia"""" nasce da un progetto internazionale, """"Il censimento dei santuari cristiani d'Italia dall'antichità ai giorni nostri"""", coordinato da Sofia Boesch Gajano, Giorgio Cracco, Gabriele De Rosa, Giorgio Otranto, Andrè Vauchez, frutto di una lunga e approfondita indagine collettiva, condotta da numerose università ed enti di ricerca, in collaborazione con le istituzioni centrali dello Stato. Nel volume sono raccolte le informazioni relative ai santuari della regione, suddivise per ciascuna delle province e disposte secondo l'ordine alfabetico dei singoli comuni. Per ogni santuario si presenta l'oggetto di culto, intorno al quale si è sviluppata la devozione, nella sua identità storico-artistica e demo-antropologica, seguendone le vicende istituzionali e rituali dal periodo delle sue origini sino ai giorni nostri. Il testo è arricchito da un ampio apparato di immagini, a colori e in bianco e nero, che danno conto della varietà degli edifici, delle caratteristiche degli oggetti di culto, delle svariate forme della devozione. Alcuni saggi introduttivi forniscono una serie di elementi utili a una migliore fruizione complessiva delle esaustive informazioni fornite per ciascun santuario."" -
Salvator Rosa e Giovanni Battista Ricciardi attraverso documenti inediti
Nel volume si rende noto un nucleo di lettere davvero ingente ed uniforme, indirizzate da alcuni letterati, amatori d'arte, musicisti e artisti amici di Salvator Rosa (1615-1673) a Giovan Battista Ricciardi (1623-1686), conservate presso la Biblioteca Estense di Modena. Grazie al ritrovamento di questi carteggi inediti siamo ora in grado di recare nuova luce su un ambiente di amici estremamente coeso facente capo alla figura dell'erudito pisano, fraterno amico di Salvator Rosa nel corso di tutta la vita. Le missive provengono dall'immensa raccolta di lettere che conta circa centomila pezzi denominata ""Autografoteca Campori"""" che il bibliofilo e cultore di arte e letteratura modenese Giuseppe Campori (1817-1887) raccolse nel corso della sua vita. Esse si presentano in forma disomogenea, notevoli sono le lacune cronologiche poiché comprate e acquisite in maniera sparsa dallo studioso sul mercato antiquario, provenienti da nuclei dismessi e smembrati di archivi privati di famiglia dove si conservavano in origine. Le lettere rinvenute, qui pubblicate in forma integrale, sono ordinate secondo il nome del mittente e grazie a questa indicazione è stato possibile rintracciare più di cinquanta lettere che coprono un arco cronologico compreso tra il 1640 e il 1675, dalle quali si ottiene un quadro più nitido delle relazioni intessute dal Rosa con Pisa e la Toscana, nell'arco della sua vita e al contempo ha permesso l'acquisizione di nuovi dati circa la biografia e la produzione pittorica."" -
Contesti magici-Contextos magicos. Atti del Convegno internazionale. Ediz. italiana, inglese, spagnola e francese
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno internazionale intitolato ""Contesti Magici / Contextos Mágicos / Contextualizing Magic"""" tenutosi dal 4 al 6 novembre 2009 presso la sala Conferenze di Palazzo Massimo alle Terme di Roma. I lavori del Convegno, che si sono svolti principalmente in inglese e in italiano (ma anche in spagnolo, tedesco e francese), hanno visto un totale di quarantotto interventi, tra relazioni di illustri specialisti del tema e contributi di partecipanti selezionati tramite un call for papers organizzato su Internet. Il progetto internazionale del quale questo Convegno è una tappa fondamentale, ha come obiettivo la mappatura delle attività magiche nelle province occidentali dell'Impero romano, una ricerca innovativa mai affrontata prima, realizzata prendendo in considerazione non solo i contesti archeologici o materiali, ma anche i contesti sociali o intellettuali di quelle azioni, indispensabili per comprendere l'inevitabile rapporto tra le autorità e i rituali ritenuti """"magici"""", che a nostro parere sono da intendere in generale come quelle attività religiose non sancite come tali dal potere costituito. Con questo volume si aggiunge un'altra pedina alla comprensione delle complesse dinamiche religiose e magiche del mondo antico."" -
Karel van Vogelaer. Un fiorante di Maastricht nella Roma barocca
Karel van Vogelaer da Maastricht (1653-1695) fu artista di fama internazionale. Poco prima del 1674, dopo aver compiuto importanti viaggi di studio nelle Fiandre ed in Francia, il pittore giunse in Italia, dove formulò un'originale interpretazione del genere floreale, offrendo una felice sintesi tra il lenticolare naturalismo nordico e la nuova moda barocca romana, portata ai massimi livelli artistici e professionali da Mario Nuzzi, detto de' Fiori. Il pittore olandese seppe guadagnarsi nella capitale papale l'attenzione e l'ammirazione di collezionisti, committenti e mercanti, divenendo anch'egli, in breve tempo, Carlo de floribus. La sua bottega, situata nei pressi di piazza di Spagna e frequentata da giovani allievi e diligenti copisti, divenne il luogo d'incontro abituale per numerosi colleghi ""oltremontani"""", tra i quali Jan Frans van Bloemen, Christian Reder e Anthoni Schoonjans. Con alcuni di questi artisti Vogelaer instaurò fruttuosi sodalizi professionali, collaborando altrettanto frequentemente anche con affermati pittori di figura, come Carlo Maratti, Giovan Battista Gaulli e Luigi Garzi. Gli anemoli, i tolipani, le viole doppie, le rose damaschine, i fiori di persico e di sambuco, i papaveri, i gigli, i narcisi bianchi doppi, i garofoli d'India, le siringhe, i fiori di velluto e quelli di passione del Perù, sono solo alcune delle essenze floreali ritratte nei circa ottanta dipinti descritti con sorprendente precisione botanica nell'inventario post mortem di Carlo."" -
Giorgio Caproni. Roma la città del disamore
A cent'anni dalla nascita l'attenzione verso la poesia di Caproni non accenna a spegnersi. Sono pochi i poeti del Novecento a poter vantare un simile interesse ed è grazie agli studi sulle sue carte che oggi è ancora possibile esplorare territori fin qui sottovalutati o negati dalla critica. Uno di questi è il controverso e mai scontato rapporto con la città di Roma, ""la città del disamore"""", come suona il titolo di questa mostra. Perché un titolo così problematico e inusitato per rappresentare una scelta di vita che, con il passare del tempo, si è rivelata per Caproni ineluttabile e fatale? Esiste una Roma dei grandi scrittori 'romani d'origine' che è quella di Moravia e della Morante: ed esiste una Roma altrettanto indiscutibile che ha attratto a sé molti giovani talenti destinati a diventare grandi narratori e grandi poeti. È anche questa la Roma che ha concepito il Novecento letterario: quella dei 'romani d'adozione'. Tra loro c'erano Bassani, Bertolucci, Betocchi, Gadda, Gatto, Pasolini, Penna. E tra loro c'era Caproni. La Roma di Giorgio Caproni """"non è una città, è un mondo"""", una meta segreta tutta da esplorare: è qui che il poeta ha scritto la maggior parte delle sue opere in prosa e in versi ed è qui che ha stretto le amicizie più forti. Intrecciando i preziosi materiali cartacei conservati nel Fondo della Biblioteca privata di Giorgio Caproni con le poesie e le prose dell'autore, questo catalogo è un omaggio di Roma Capitale al poeta che l'ha abitata.""