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Grafia musicale e segno pittorico nell'avanguardia italiana (1950-1970)
Nelle avanguardie del secondo dopoguerra si è registrata una rivoluzione del segno sia nelle notazioni musicali che nelle opere di arte visiva, spesso tangenti tra loro dal punto di vista strutturale. Durante il ventennio 1950-70 il fenomeno è stato tema di dispute e di discussioni che hanno dato luogo ad un affascinante dialogo tra specialisti che col tempo è andato scemando. Questo studio intende riportare alla luce questo momento storico vivacissimo, mettendo a confronto alcuni esempi reali di partiture musicali di tipo post-weberniano con opere su carta di tipo astratto-informale. Un'opera di grande suggestione, che svela, nel suo procedere, avvincenti percorsi artistici e scenari di grande intensità che non mancheranno di stimolare curiosità ed interesse non solo tra i conoscitori ma anche tra il pubblico più vasto e meno smaliziato. Con un saggio introduttivo di Gino Dorfles. -
Lettere di Pieter de Witte. Pietro Candido nei carteggi di Antonio Maria Graziani (1569-1574). Ediz. critica
Soggetto principale del libro è un inedito carteggio che coinvolge tre personaggi in viaggio per l'Europa tra il 1568 e il '74: un giovane e promettente artista fiammingo, un influente diplomatico della corte di Roma e un nobile studente polacco. Sei anni di fitte corrispondenze e d'incontri, tra Roma, Venezia, Padova, Vienna, Praga, le Fiandre e la lontana Moravia. Sullo sfondo, le sensibili trattative politiche condotte dal cardinal Giovan Francesco Commendone (1523-1584), legato papale e abile organizzatore della lega cattolica contro il sempre più vicino e aggressivo impero Ottomano. Qui pubblicate per la prima volta, le lettere del pittore Pieter de Witte e del giovane umanista polacco Nicolò Tomicki ad Antonio Maria Oraziani, segretario e diplomatico al servizio del potentissimo Commendone, sono epistole private, confidenziali, intense, drammatiche o divertite, che descrivono situazioni amene o perigliose nella vita di una ""famiglia"""" cardinalizia itinerante. Tipiche di quell'autunno del Rinascimento, si ritrovano in queste missive le istanze classiche dell'umanesimo romano, riaffermate poco più tardi dal nuovo slancio artistico e culturale della Riforma cattolica: dibattiti letterari e filosofici, ragionamenti accademici, riflessioni sulla creazione pittorica e musicale alle corti di papi, granduchi, dogi e imperatori."" -
Antonio Sicurezza. Temi sacri e religiosi
Antonio Sicurezza (Santa Maria Capua Vetere 1905 - Formia 1979) ha trovato nel territorio di Formia, nel Lazio meridionale, l'ambiente ispiratore che gli ha consentito di evolvere, non senza una laboriosa ricerca, dalla tradizione pittorica napoletana al caldo e vigoroso realismo dei suoi olii costruiti con la spatola. Il riferimento ai luoghi ed alla loro popolazione semplice e laboriosa, sempre presente nei lavori del pittore, è particolarmente vivo nei dipinti di un tema sacro che numerosi arricchiscono le chiese della zona. -
La Roma degli antiquari. Cultura e erudizione tra Cinquecento e Settecento
Gli ""antiquari"""" costituiscono una classe di eruditi per molto tempo sottovalutata. Tra le numerose discipline in cui dovevano essere esperti vanno annoverate la filologia, la paleografia, la numismatica, la geografia, la mitografia, il diritto e molti altri settori del mondo classico. Attraverso gli scavi, rimasti a lungo in loro mano, hanno contribuito a cambiare la faccia di Roma. A loro spettava anche l'ornamento dei palazzi e l'arricchimento delle collezioni aristocratiche. Questo libro - che copre il periodo tra la nascita della figura dell'antiquario nel Rinascimento e la prima crisi durante l'Illuminismo - fornisce un amplissimo panorama dei campi di attività, degli approcci metodologici e dei rapporti degli antiquari coi mecenati e gli artisti."" -
Alla corte di Valentino. L'ultimo imperatore della moda e dello stile. Ediz. illustrata
La passione per la moda di Sebastiano Di Rienzo ha scandito tutte le tappe della sua vita. È poco più che adolescente, quando inizia a lavorare per l'atelier Valentino a Roma, esperienza che ha deciso di condividere con tutti raccontandola in questo libro. -
Artemisia. La musa Clio e gli anni napoletani. Catalogo della mostra (Pisa, 23 marzo-30 giugno 2013)
A seguito delle due mostre monografiche dedicate alla pittrice a Milano (2011) e a Parigi (2012), l'esposizione pisana, si concentra sulla ""Clio, Musa della storia"""", dipinto ascrivibile al 1632. La rassegna di Palazzo Blu studia la tecnica e le variazioni stilistiche praticate da Artemisia a Napoli grazie al confronto con altri dipinti eseguiti nella grandiosa e popolosa bottega montata dalla Gentileschi in quegli anni. Tra questi, oltre al prestigioso """"David inedito """"(1631) proveniente da un'antica collezione napoletana, saranno presentate altre opere certe di quegli anni, quali l'""""Annunciazione"""" del Museo Nazionale di Capodimonte (1630), la """"Minerva"""" delle Gallerie Fiorentine (1635), restaurata per l'occasione, l'""""Autoritratto"""" della Galleria Nazionale di Palazzo Barberini (1635-37)."" -
Giovinezza di Rembrandt. La committenza mennonita
C'è una fase della vita di Rembrandt particolarmente felice negli esiti artistici, e, ci è consentito supporre, nella sfera privata. Si tratta degli anni della giovinezza, che coincidono con il trasferimento ad Amsterdam (fine del 1631 o primi mesi del 1632) e si chiudono con la morte di Saskia Uylenburg, la bella moglie immortalata in tanti radiosi ritratti. Una analisi incrociata fra le opere di quegli anni (come il Ritratto del predicatore mennonita Cornelis Claesz. Anslo e di sua moglie) e i documenti ci fanno intravvedere l'importanza per l'artista della committenza delle minoranze religiose, in particolare i mennoniti, che nell'Olanda del Seicento vivevano a latere del Calvinismo ufficiale: come è noto, questa setta religiosa aveva fatto rinascere l'eresia anabattista, ferocemente repressa nel secolo precedente. Caratteristica saliente degli Anabattisti, come dei Mennoniti è la somministrazione del battesimo in età adulta (scrive Filippo Baldinucci, nella sua vita di Rembrandt, ""non usano battezzarsi, che di 30 anni""""). C'è un'opera di Rembrandt che centra il tema del battesimo dell'adulto come catarsi salvifica dopo la conversione: Il Battesimo dell'Eunuco (1626, Utrecht, Rijksmuseum, Het Catharijneconvent). È indubbio l'interesse di un singolare tipo di collezionisti verso tali tematiche. Questo, e altri interrogativi vengono discussi nel volume di Silvia Danesi Squarzina."" -
Cacce principesche. L'arte venatoria nella prima età moderna
Espressione del potere e dell'eleganza delle élites di tutta Europa, la caccia fu, sin dal medioevo, uno dei più importanti momenti di aggregazione sociale. Rituale complesso, svago raro e costoso, la caccia principesca doveva esaltare la grandezza del padrone di casa e dei suoi ospiti - dame incluse -. Le battute di caccia erano organizzate con mesi di anticipo ed erano spesso regolate da un rigido cerimoniale diretto da personaggi chiave della Corte. Durante le fastose cacce, dal Rinascimento al Barocco, si arrivava addirittura a risolvere questioni politiche e diplomatiche. Tra i generi pittorici dedicati alle venationes, le vedute di caccia furono presto considerate presenze obbligatorie nelle grandi quadrerie europee e proprio in quegli anni raggiunsero il loro massimo splendore. L'esposizione trova una sede eccezionale a Villa d'Este, decorata con temi venatori nei primi decenni del Seicento dalla scuola di Antonio Tempesta. La villa, il suo parco e i boschi circostanti furono sin dall'inizio del Cinquecento, i palcoscenici delle leggendarie cacce degli Estensi e dell'aristocrazia papale. La mostra raccoglie dipinti, sculture ed oggetti provenienti da musei pubblici, tra i quali Palazzo Corsini, Palazzo Venezia, la Galleria Colonna e i Musei Capitolini, e da prestigiose collezioni private. -
Il presepe napoletano del '700 e la pittura. La natura morta
L'autore ha voluto dedicarsi allo stretto rapporto esistente fra la pittura napoletana del XVII e XVIII secolo e le figure presepiali del '700 e viceversa: all'influenza che taluni personaggi, animali, accessori del presepe hanno avuto su correnti di pittura nei secoli successivi. In questo volume la natura morta, composizione ""a tutto tondo"""" realizzata in cera, in terracotta, in legno e in altri materiali, anche preziosi, comunemente definita """"finimento"""" o accessorio, per la prima volta assurge al ruolo di protagonista. Un cestino di frutta, un fascio di ortaggi oppure un insieme di più elementi non è altro che la versione """"plastificata"""" di quelle nature morte di cui furono maestri: Luca Forte, Giovanbattista Ruoppolo, Giuseppe Recco, Baldassarre De Caro e altri valenti pittori del '600 e '700 napoletano e non, un genere di pittura di cui il Caravaggio nel secolo XVI fu considerato il precursore. Numerose sono le illustrazioni presenti in questo lavoro provenienti da collezioni private che evidenziano l'affinità fra le opere dipinte e quelle """"a tutto tondo"""" e in scala, che rappresentano quella miriade di accessori che caratterizzano il presepe napoletano. Gherardo Noce Benigni Olivieri affronta queste tematiche grazie a una conoscenza del Presepe a 360 gradi, da collezionista, da studioso ma anche da mercante d'arte."" -
Santuari d'Italia. Romagna
Ci sono luoghi in cui le persone si recano in momenti speciali della loro vita. Luoghi in cui si ricerca un contatto più diretto con il sacro. Questi luoghi, nella tradizione cristiana, sono i santuari. Partendo da una definizione flessibile di santuario, considerato come luogo sacro che sorge e si sviluppa in dialogo con esperienze religiose di singoli o di collettività, esperienze non sempre strutturate nelle istituzioni ecclesiastiche, e che viene gestito e fruito in forme e momenti diversi da quelli previsti dal calendario liturgico, si sono cercati questi luoghi speciali, caratterizzati dal ricorrere di pellegrinaggi, feste locali, processioni. Luoghi privilegiati, oltre che per la storia religiosa, per la storia sociale e culturale di un territorio, i santuari della regione Emilia Romagna sono inseriti nel panorama artistico e culturale, ma anche turistico e economico del territorio: la ricostruzione di flussi di pellegrinaggio e di devozioni fa risaltare l'importanza rituale e cultuale di aree non toccate direttamente dalle grandi rotte del turismo artistico, ma non meno interessanti per quello culturale e religioso. Il volume si presenta come uno strumento di agile lettura, utile sia per lettori che intendano approfondire le proprie conoscenze sui singoli siti cultuali, sia per studiosi che vogliano sviluppare ulteriori ricerche. Si compone di saggi introduttivi, per un'interpretazione in chiave pluridisciplinare del fenomeno.. -
Gemme dell'impressionismo. Dipinti della National Gallery Art of Washington
Fu uno scambio di lettere tra il Presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt e il magnate e collezionista d'arte Andrew W. Mellon a dare il via, nel dicembre 1936, all'affascinante storia del più importante museo nazionale d'America: la National Gallery of Art di Washington. Mellon scriveva al Presidente per offrire la sua grandiosa collezione d'arte allo stato americano e dopo soli 4 giorni Roosevelt rispondeva dichiarandosi incredulo e felice per la straordinaria proposta. La mostra degli Impressionisti all'Ara Pacis raccoglie 68. Sarà un excursus tematico ma anche temporale, a partire da Boudin - precursore dell'Impressionismo e maestro di Monet, celebre per aver raccontato la vita mondana dell'epoca - fino all'apertura dell'Impressionismo al nuovo secolo con Bonnard e Vuillard. Dagli assolati prati di primavera di Alfred Sisley alle affascinanti nature morte di Edouard Manet e Paul Cézanne, agli interni ""Nabis"""" intensamente composti di Pierre Bonnard e Edouard Vuillard, ai colori saturi e vibranti di Pierre-Auguste Renoir, la collezione comprende capolavori che raccontano l'ispirata innovazione nel colore, nel tocco e nella composizione, che hanno reso la pittura francese di fine '800 uno dei momenti fondamentali della storia dell'arte."" -
Gusto romantico. Opere del XIX secolo dalla Collezione di Alessandro Marabottini
Mario Praz (1896-1982) conobbe e frequentò Alessandro Marabottini ( 1926 -2012) a Roma, a partire dagli anni '50: entrambi clienti degli stessi antiquari, spesso si trovarono a competere amichevolmente per acquistare opere d'arte del XIX secolo. Ancora negli anni 90' quando ormai Praz era scomparso da anni e la sua dimora era divenuta un museo, Alessandro Marabottini, mostrando ai frequentatori della sua casa un dipinto od una miniatura neoclassica appena acquistata, amava dire ""questa... sarebbe piaciuta al Professore, a Mario Praz"""". Proprio nel ricordo di queste sue parole il Museo Mario Praz, grazie al fondamentale contributo ed alla disponibilità della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, può presentare una ragionata selezione di arredi e dipinti, scelti tra quelli che la generosità di Alessandro Marabottini ha voluto idealmente legare agli studenti perugini, affidandone intelligentemente alla Cassa di Risparmio di Perugia, assieme alla proprietà, la gestione e la valorizzazione."" -
Carlo Saraceni. Un veneziano tra Roma e l'Europa (1579-1620)
Si tratta della prima mostra antologica sul pittore veneziano, giunto a Roma attorno al 1598-1600 e attivo nella città pontificia e nel Lazio, per poi rientrare a Venezia dove morirà a meno di quaranta anni in casa Contarini degli Scrigni nel 1620. L'esposizione è curata da Maria Giulia Aurigemma nota studiosa del Quattrocento romano, con il supporto di un comitato scientifico internazionale, costituito da studiosi dei principali musei e istituzioni mondiali. Le circa 70 opere, alcune delle quali restaurate e rese più visibili nei loro caratteri stilistici in occasione della mostra, provengono da chiese, musei e varie collezioni. Alcune di queste verranno viste per la prima volta soprattutto quelle provenienti dalla collezioni straniere, ed inoltre verrà favorita l'opportunità di riesaminare le opere da vicino, ammirare il riemergere delle puliture in tutto il loro splendore cromatico, ed offrire nuove opportunità di lettura dei vari aspetti dell'opera. -
Ottavio Leoni (1578-1630). Les portraits de Berlin. Ediz. francese
Una nuova ricerca che ha potuto definitivamente far luce sui disegni inediti e non del grande protagonista del primo seicento Ottavio Leoni. Pittore e incisore, membro e anche presidente, dell'Accademia di San Luca. A lui dobbiamo una collezione di ritratti di pittori a incisione, tra cui quello di Michelangelo Merisi da Caravaggio, unico ritratto del grande pittore firmato da un altro artista. Oltre che nelle chiese di Roma, le sue opere sono esposte, tra l'altro, presso Palazzo Ruspoli a Roma, il Fine Arts Museums of San Francisco, il Museum of Fine Arts di Boston. Lo studio è stato condotto in collaborazione con il CNR francese e il Kupferstichkabinett di Berlino. -
Un lungo gioco
Questa raccolta di poesie riunisce l'intera produzione poetica della nobildonna Sandra Caracciolo, dai suoi esordi nel 1972 ad oggi. A corredo del volume sono state selezionate 25 opere dell'artista Beatrice Caracciolo, che vive e lavora a Parigi. -
Continuare il tempo
Quasi niente è banale nella convivenza con un artista: non i ritmi, gli umori, i colori, i silenzi, le parole; non gli amici o i nemici, e le abitazioni o i viaggi. E quasi niente è scontato: tutto può accadere e divenire. Tutto può cambiare o restare, o fissarsi o ruotare. -
Villa Monticello. L'ambasciata di Svizzera in Italia
Sede dell'Ambasciata di Svizzera a Roma dal 1937, Villa Monticello è un complesso restaurato negli anni Venti del secolo scorso dal barone Alberto Fassini su progetto iniziale di Carlo Maria Busiri Vici; le sue origini sono tuttavia assai più remote, risalendo ai tempi in cui, al di là delle mura Aureliane, si estendeva una campagna silenziosa e quasi deserta, disegnata dal rigore geometrico delle vigne alternate ai pascoli e ai canneti. Di questi Parioli antichi, la Villa Monticello costituisce una delle ultime testimonianze rimaste, e tra le più significative. Il volume risale perciò alle origini cinquecentesche del complesso, e restituisce per la prima volta su basi documentali le sue intere vicende dai primi del Settecento a oggi: l'evolversi delle forme insediative e architettoniche della villa e dei suoi annessi e giardini rivelano allora l'avvicendarsi delle diverse culture cui appartennero i successivi proprietari, spinti nei loro interventi da esigenze e interessi diversi, talora materiali, spesso curiosi, mai gratuiti. Si dà altresì conto, in parallelo, delle drastiche trasformazioni territoriali subite al principio del secolo scorso dai Monti Parioli, mutatisi da paesaggio rurale ad area urbana nel breve volgere di qualche decennio. A questa ricostruzione storica si aggiungono nel volume la descrizione analitica degli edifici e dei giardini che costituiscono la villa odierna, e una rassegna delle opere d'arte che vi sono attualmente conservate. -
La nuova moda tra '500 e '600. Catalogo della mostra (Tivoli, 8 maggio-19 ottobre 2014)
La mostra è dedicata ad un momento cruciale nella storia del costume europeo tra fine Cinquecento e Seicento quando cambia lo stile degli abiti di corte e di quelli di uso comune. Dipinti e costumi di scena vengono messi a confronto per evidenziare questo mutamento sociale dell'abito sia maschile che femminile. -
Castel Sant'Angelo e la grande guerra. Ediz. illustrata
In occasione delle commemorazioni per il Centenario della Grande Guerra, il Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo e il Museo Centrale del Risorgimento espongono una selezione di armi e cimeli di guerra che, insieme alle testimonianze archivistiche e figurative, raccontano la Prima Guerra Mondiale lontano dai luoghi di guerra. Per l'occasione verrano riaperte due sale, la cui moderna decorazione a tempera del soffitto si lega all'istituzione del Museo di Castel Sant'Angelo (1925), originariamente destinato ad accogliere i cimeli dell'Esercito italiano. La rappresentazione naturalistica a 'trompe l'oeil', ispirata a temi patriottici e di guerra, si deve a Duilio Cambellotti. -
Antonio Sicurezza. Ritratti. Ediz. illustrata
Antonio Sicurezza (Santa Maria Capua Vetere 1905 - Formia 1979) ha dipinto con tecniche diverse restando però sempre fedele al figurativismo. Tra i suoi lavori più significativi emergono Pellegrini al santuario della Civita del 1960 e La sposa formiana del 1978, entrambi esposti nella sala del palazzo municipale di Formia a lui intitolata. Nei suoi numerosi ritratti alla padronanza nella descrizione delle figure e in particolare dei volti, si aggiungono l'indagine psicologica e la comunione dei sentimenti.