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Il viaggio
...Un viaggio metafisico, dopo la fuga da un pianeta morente, ove l'intreccio dei ricordi produce realtà e la realtà genera sogni. Tutto si svolge all'interno di una incredibile astronave, che come un camaleonte simbiontico rigenera Onig, il protagonista. È un gioco di specchi introspettivi, un guardare il sé come oggetto distaccato, avulso, per poi ricondurlo verso la vera umanità. Le innumerevoli clonazioni avvengono nella Sala Lazzarus, qui il miracolo della nuova vita si compie, la farfalla esce dalla crisalide. È la rigenerazione sublimata dall'impegno sino alla vittoria sulla logica. Le stelle dello spazio infinito sembrano brillare di fredda luce, ma... non è così. Come la fondazione di Roma si erse dal solco del sacro aratro e dai vaticini degli Aruspici, il viaggio di Onig prosegue, tra le spire insondabili del tempo... (Antonio Pozzi) -
Populonia, dalle origini alla fondazione di Piombino. Nuova ediz.
Populonia storia politico sociale dalle origini alla fondazione di Piombino. Nuova edizione aggiornata con numerose schede tratte da ""Populonia"""" di Antonio Minto. Questa storia di Populonia a metà tra il divulgativo e il saggio storico narra la storia di una delle città etrusche molto importanti dal lato mineralogico, metallurgico ed economico. Purtroppo le varie distruzioni della città compiute prima dai romani poi dai barbari hanno disperso i caratteri originali della città sepolti sotto le macerie, insieme a varie opere d'arte, per la maggior parte trafugate dai conquistatori dai templi e dalle piazze della città. Tra le opere di valore sfuggite poi ai tombaroli ci piace ricordare l'Apollo di Piombino, il cui originale è al Louvre, e un anfora d'argento di epoca romana ora al museo archeologico di Piombino. Partendo dalla preistoria si è cercato di dare al lettore una visione d'insieme tenendo conto del principio che la storia è tutto quello che succede attorno a noi e non solo quella di alcuni aspetti o personaggi. La storia è come la vita: scorre lentamente e quasi anonima le piccole azioni quotidiane la costruiscono; e i grandi fatti (quando accadono), sono il frutto di questa somma di piccole azioni, come la goccia, che fa traboccare il vaso: solo allora ci accorgiamo che qualcosa è cambiato. Così attraverso i piccoli fatti politici sociali e ambientali abbiamo ricostruito la storia della città attraverso i secoli cercando di essere più esaurienti possibile. Numerose note e schede suggeriscono approfondimenti per chi vuole saperne di più, insieme alla bibliografia di cui ci siamo serviti per approfondire i periodi storici e documentare le ultime ricerche sul territorio. Nel libro sono presenti dei collegamenti al WEB tramite l'App QR utili per approfondire i periodi storici e documentare le ultime ricerche sul territorio."" -
Nave traghetto Garibaldi & Porto Venezia. I problemi della navigazione a Venezia e nella sua laguna
Il primo cenno ufficiale di una linea di navi-traghetto delle Ferrovie dello Stato tra continente e Sardegna fu fatto alla Camera dei Deputati il 24 ottobre 1955, durante il dibattito sul bilancio dei Trasporti. Nel luglio 1957 il Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno decise l'istituzione della nuova linea sotto la gestione delle Ferrovie dello Stato. Nel presente libro viene tracciata la storia della realizzazione della menzionata linea, dall'impiego delle prime due navi-traghetto (Tyrsus ed Hermaea) alle ultime unità costruite (Garibaldi e Logudoro), nonché delle numerose navi-traghetto che nel tempo da Messina furono inviate in sussidio al servizio della rotta sarda. Riteniamo opportuno articolare il presente libro in due parti. Nelle prima parte ci soffermiamo sulla particolare tecnologia della nave-traghetto ""tuttomerci"""" Garibaldi, prima e unica unità ad alta tecnologia della flotta delle Ferrovie dello Stato. Nella seconda parte tracciamo la storia completa delle navi-traghetto delle Ferrovie dello Stato in servizio tra Civitavecchia e Golfo Aranci. La storia di Venezia è legata alla tradizione del suo porto, documentata fino al VI secolo d. C. Questo porto è posto allo sbocco della pianura padana, non lontano dai valichi alpini che conducono ai paesi dell'Europa centrale. Per secoli la principale via d'accesso alla laguna fu il canale di San Nicolò. Dalla metà del secolo XVI tutti i canali, e in particolare quello di San Nicolò e lo sbocco del Lido furono interessati da un processo di interramento, che nel 1726 richiese lo scavo del canale di Santo Spirito al fine di consentire alle navi di giungere al porto, da tempo collocato nel Bacino di San Marco. I traffici marittimi si espansero verso l'Oriente e il Mar Mediterraneo occidentale. L'intera città divenne un grande porto. La seconda parte del libro, che tratta degli attuali problemi della navigazione marittima a Venezia, si compone di quattro parti, nelle quali ci soffermiamo, con criteri di proporzione, sugli argomenti seguenti: il porto di Venezia dalle origini fino agli anni '30 del ventesimo secolo; l'epoca delle grandi navi da crociera; navi-traghetto e """"general cargo ships"""" problemi concernenti la navigazione nei canali cittadini."" -
Il primo panda
Il racconto ""Il primo panda"""" dà il titolo a questa serie di fiabe sugli animali """"dedicate ai suoi nipoti e pronipoti"""" ma anche a tutti i bambini del mondo che Aldo amava profondamente, non cessando mai di scrivere per loro storie divertenti e anche istruttive. Sempre con una piccola morale che non guasta, specialmente in questo mondo tecnologico privo di sentimenti. Aldo aveva compreso che per rendere il mondo più vivibile e """"ecologico"""" era necessario iniziare ad educare i lettori fin da piccoli quando ancora i loro spiriti non sono induriti dagli egoismi, possessioni, e narcisismi. Età di lettura: da 6 anni."" -
Il gatto robot
Vespertino, il gatto protagonista di questo racconto, è un vero gatto in tutti i sensi tranne che è composto di transitori e latta e manda dei strani bip, bip che spaventano i topi, le blatte e gli scarafaggi, con grande piacere della sua padrona la baronessa Eufemia che è anche allergica ai gatti! Il gatto procura l'invidia della sue amiche che tentano pure di rapirlo... Ma il bello succede poi quando incontra la bellissima Chicca, una gattina snob e con la puzza al naso... Questo racconto, scritto nel 1981, anticipa i tempi della comparsa nella nostra vita quotidiana dei robot e dell'intelligenza artificiale. Età di lettura: da 7 anni. -
Pozzi, cisterne e fontane a Piombino. Nell'antica città murata
Nei secoli passati si verificarono lunghi assedi che i piombinesi seppero superare anche grazie alla presenza di una vasta rete idrica interna all'antica Città. In particolare furono due i luoghi che garantirono l'acqua: le Fonti o Canali di Marina, dentro le mura, e la Fonte del Bottaccio che esisteva fuori le mura ad est, nei pressi del dismesso mattatoio comunale; ma erano numerose anche le cisterne per la raccolta dell'acqua piovana ed i pozzi con falda propria. Purtroppo non esiste uno studio specifico sulle vene idriche naturali sotterranee del promontorio di Piombino, ma è comunque certo che dalle profondità del monte Massoncello presso Populonia, la vetta più alta (mt 286), si dirama una grande falda che investe tutto il promontorio stesso. Naturali fuoriuscite d'acqua si hanno a Fosso alle Canne, a Spiaggialunga, a Calamoresca, mentre sulla spiaggia di Salivoli si avevano, fino a poche decine di anni fa, abbondanti rivoli d'acqua dolce; nel viale Amendola, lato mare, si trova tuttora una grande vasca con la stessa acqua, che viene ancora usata per l'irrigazione di orti e giardini; dalla scarpata a mare fortificata della Cittadella fino in prossimità della Fonte di Marina, dove si trova la massima fuoriuscita, l'acqua filtra in abbondanza; la stessa Fonte naturale di Baratti è alimentata dalla medesima vena idrica. Negli anni Cinquanta del nostro secolo, quando ci fu una grande espansione edilizia, le imprese costruttrici ebbero non poche difficoltà al momento dell'escavazione delle fondamenta, che venivano continuamente allagate e soltanto con idrovore si riusciva a mantenere relativamente asciutte per il tempo necessario alla gettata di cemento armato. Il problema fu sentito particolarmente nella zona di via Petrarca, piazza della Costituzione e strade limitrofe. -
La bertuccia malandrina
La bertuccia malandrina, conigli lepri, galline, elefanti, ranocchie e pesci sono i protagonisti di queste divertenti storie scritte tanti anni fa da Aldo Zelli, per i bambini che amava molto, e a cui dedicava tanto tempo, sia a scuola che in vari incontri in biblioteca o in altre sedi. La sua simpatia era l'arma principale con cui espugnava i cuori anche dei più coriacei. Sapeva suscitare l'amore per la lettura attraverso le sue meravigliose storie e romanzi che rimangono tutt'oggi attuali. Età di lettura: da 7 anni. -
Attraverso gli occhi di biancaneve
Quando nacquero le Fiabe? Chi cerchi la risposta tra queste pagine resterà sorpreso poiché la loro origine è ignota... si perde, infatti, nella notte dei tempi. Ma nulla vieta di ritrovarle nella forma originaria nella quale furono concepite. Questo lo scopo della presente opera. Colui che fosse alla ricerca di un nutrimento non contaminato dalla imperante realtà virtuale potrà vivere e ri-vivere profonde esperienze interiori attraverso gli occhi di una fra le più famose protagoniste: Biancaneve. Sarà lei a prendere per mano il lettore per accompagnarlo a vedere ""oltre""""... Quell'oltre che nelle fiabe indica sempre il luogo che sta """"dall'altra parte"""" e che, come il mistero manifesto di Goethe, è assolutamente palese, ma che troppe volte non riusciamo a vedere... Cosa si fa nella Firenze del 1348 devastata dalla peste? Boccaccio, nel suo Decameron, offre ad un piccolo gruppo di persone la possibilità di sfuggire al contagio. Lo riunisce in campagna dove il tempo viene scandito dalla narrazione di novelle... Aldo, Anna, Erica e Mariarosa, rispettivamente un veterinario, un'assicuratrice, una pedagogista ed una dottoressa, vivono un'esperienza simile durante il lockdown del 2020... Ne derivano riflessioni a 360° sul mondo della fiaba ed in particolare su Biancaneve. La ricerca del buono, del bello e del vero, anche in una quotidianità sacrificata come quella della pandemia, consente agli autori, al di là dei diversi ambiti formativi e professionali, di con-dividere uno sfondo integratore di ispirazione antroposofica che, come una nota di pedale, resta sotteso a tutta quanta l'esposizione. Cosa hanno visto Aldo, Anna, Erica e Mariarosa attraverso gli occhi di Biancaneve? Non resta che leggere per scoprirlo..."" -
Le avventure di Pinocchio
Età di lettura: da 6 anni. -
La santa Vergine nella devozione piombinese attraverso i secoli. Piombino: disegno storico della città
"A trent'anni esatti dalla pubblicazione de """"La santa Vergine nella devozione Piombinese attraverso i secoli"""" mi piace riproporne la ristampa aggiungendovi il seguente sottotitolo: Piombino: Disegno Storico della Città. Perché tale aggiunta? Semplicemente per il fatto che alcuni di coloro che hanno letto il libro con interesse e discernimento mi hanno significato di aver trovato """"riduttivo"""" il titolo originario. Il lavoro infatti non è solo una monografia sul passato ecclesiastico di Piombino, e sull'accentuata devozione popolare alla Santa Vergine, ma anche una storia tutta intrecciata, con spaccati di vissuto ordinario in una sorta di disegno storico sui generis della città. Un secondo motivo che mi ha indotto alla ristampa, devo dire brevemente, è che la sostanza del libro è frutto di ricerche archivistiche, le quali non perdono mai d'importanza, e qui, in alcune parti, restano degli interrogativi da sciogliere e da definire. Parlo, in particolare, della mitica antichissima Abbazia di San Giustiniano di Falesia, scomparsa, la cui ubicazione ignota io ritengo di avere individuato. Inoltre rimane, altresì, ancora in sospeso l'ultima parola sull'Autore della Madonna del Latte della Sala Consiliare del Palazzo Civico; Autore che io riconosco nel pittore piombinese Giovanni Maria Tacci, vissuto nel Cinquecento, riscontrando, tuttavia, diverso parere da altri. In definitiva, ciò che può giustificare la ristampa di un libro di storia locale, dal taglio insolitamente religioso, sono proprio le risultanze archivistiche che danno risalto alle mutazioni apportate nella società locale nei secoli passati e specialmente durante il regno di Elisa Bonaparte, che enorme importanza ha avuto nell'Ottocento piombinese, costituendo le premesse della società attuale""""." -
Aiuto!!! La befana ha perso.... Ediz. illustrata
Dalle ricerche in Biblioteca si è evidenziato che libri a tema ""Befana"""" ce ne sono pochissimi; infatti, mentre la letteratura per l'infanzia sul tema """"Babbo Natale"""" è molto ricca, non lo è altrettanto sul nostro personaggio. Ecco dunque che, senza azzardare ipotesi (Befana come strega? Vecchietta brutta e quindi paurosa per i bambini? Befana che giudica i buoni ed i cattivi, portando ai primi i dolci e agli altri il carbone), ma data questa necessità, una lettrice volontaria ha riscoperto la sua vena di scrittrice e, coinvolgendo un'amica che si è resa disponibile a realizzare le illustrazioni, insieme si sono cimentate a produrre racconti a tema; un altro amico ha curato l'impostazione grafica. Ecco così che sono nate ben 5 storie con la nostra protagonista e questa che pubblichiamo di seguito, dal titolo """"Una insolita Befana"""", è la seconda nata, ma prima ad essere stampata; ogni libro racconta, comunque, un'avventura completa in cui ritroviamo gli stessi personaggi con qualche piccola aggiunta. Naturalmente questi libri sono già stati """"testati"""" sui bambini al Museo nelle varie ricorrenze della Befana e dobbiamo riconoscere che sono piaciuti, da qui la decisione di stamparli per poterli distribuire e farli leggere anche ad altri piccoli lettori. """"La befana ha perso..."""" ci permette di avvicinare i bambini con una trama semplice ma coinvolgente, ben comprensibile, che si dipana fino alla soluzione finale grazie alla presenza di piccoli animali amici che la rendono poetica e ricca di risvolti emotivi. Le immagini sono collegate al testo verbale in modo da permettere al bambino di associare lo scritto ai disegni estremamente dettagliati e intercalati da sonorità che specificano quanto viene letto. Buon divertimento, dunque, a tutti i bambini e a tutti gli adulti che vorranno leggerla! Età di lettura: da 5 anni."" -
Pensieri in ordine sparso. Riflessioni di un musicista
«Questo libro nasce dall'idea di fermare su carta pensieri affidati al web. Una sorta di raccolta epistolare del terzo millennio. Pagine di un diario che parlano di quotidianità e di futuro, di difficoltà e possibilità. Una riflessione sul senso della connessione non intesa come vita virtuale, ma come recupero di un dialogo tra discipline. La possibilità di restituire all'uomo una visione di sé come unità inscindibile. Corpo, mente e anima sono parti fondamentali di uno stesso individuo. La malattia e il dolore, paradossalmente, ci ricordano la nostra complessità e come ogni parte del nostro essere sia strettamente connessa l'una all'altra. Non si cura il corpo se prima non ci prendiamo cura della nostra anima. Coltivare le passioni, prendere consapevolezza del bello che abbiamo intorno, proteggere l'amore che ci circonda è il primo passo verso la guarigione. Emerge chiaro il concetto di cura, non inteso come attività strettamente medica, ma come principio umano. Citando Battiato, la cura è ciò che protegge l'uomo dalle paure, dai turbamenti, dalle ingiustizie, dagli inganni. È ciò che ci solleva dal dolore, sia esso del corpo o dell'anima. Emerge chiaro un nuovo concetto di tempo, un tempo recuperato, che la malattia ci restituisce. Un tempo per coltivare passioni, per dire ciò che non si è mai detto, per riflettere su ciò che davvero conta per noi. Un viaggio dentro l'anima alla scoperta di nuove possibilità. Un messaggio per quelli che Alberto chiama ""fratelli delle stanze del sole"""". Quei fratelli che condividono l'esperienza del male nelle stanze della cura, le stanze che diventano officine di speranza, dove medicina e anima si incontrano e dialogano fra loro. Questo libro è un viaggio tra ironia e poesia, tra realtà e spiritualità, che mette in mostra tutte le sfumature della personalità di Alberto. A fare da sfondo a tutto la musica, una compagna di vita irrinunciabile. Le pagine si presentano come un dialogo aperto tra chi scrive e chi legge, come la partitura di una musica che si compie e si completa solo con l'incontro tra chi la scrive e chi, leggendola, la suona.» Chiara Raugi"" -
Elisa Bonaparte. Elisa Baciocchi in Italia. Bonaparte e l'Arcipelago toscano. Viaggio di Napoleone ed Elisa a Venezia
Questo libro, a più mani parla di Elisa Bonaparte, e della sua famiglia: ""I Bonaparte appartengono a una famiglia patrizia, di origine italiana..."""" della sua nascita della sua educazione, della sua giovinezza, poi (quando la stella di suo fratello Napoleone inizia a brillare) del suo matrimonio, e degli eventi passo dopo passo singolarmente ricchi nei quattro anni di consolato; della sua venuta in Italia, nei suoi principati di Lucca e Piombino; della sua semi-sovranità a Firenze quando ha ricevuto il titolo e le prerogative di granduchessa della Toscana. Donna molto attiva, seppe amministrare con prudenza e lungimiranza, ma la popolazione dei territori da lei retti, nostalgica, e fedele agli aristocratici, non ebbe mai grande simpatia nei suoi confronti, diffidando soprattutto dei suoi sforzi. A Lucca realizzò anche importanti interventi urbanistici ed economici. Altra iniziativa fu l'acquisto della villa Orsetti, che fu trasformata in residenza dei principi con il nome di Villa Reale di Marlia; qui fu realizzato un parco che conservò però alcune parti dei bellissimi giardini barocchi preesistenti. Durante il dominio Baciocchi-Bonaparte fu emanato, il Codice rurale del Principato di Piombino Introdusse nuove piante nel suo territorio e la coltivazione del cotone a Piombino dove creò anche un grande parco giardino, vi costruì un ospedale moderno. Introdusse la vaccinazione antivaiolosa nel suo principato. Amò le arti e l'architettura, si circondò di una corte sfarzosa e fu amica di Nicolò Paganini. Soggiornava con piacere a Piombino per il clima mite e fece costruire una piccola """"reggia"""" nella cittadella sul mare, al posto degli edifici dei principi Boncompagni Ludovisi."" -
Un pomeriggio di fine estate e altri racconti
Nel primo racconto: ""Un pomeriggio di fine estate """" che da il titolo al volume, vi è la testimonianza che l'amore non ha età specialmente, oggi con l'allungarsi della vita. I personaggi di questa vicenda riscoprono ciò che credevano ormai sepolto, e di cui non si può mai fare a meno finché abbiamo vita... """"Stille di sangue"""" secondo racconto, è una storia sui soprusi che ancora la società e la famiglia attuano verso le donne, negando loro il diritto di scelta, e nello stesso tempo è anche la testimonianza dell'amore di madre che va oltre la morte. Seguono altri racconti brevi, da notare """"L'inganno di Pietro"""", storia dei nostri giorni sulla """"leggerezza"""" dei sentimenti che sta attraversando questo secolo, dove l'amicizia e l'amore lasciano il tempo che trovano. Non manca anche una piccola storia Horror """" I lupi dei Carpazi""""."" -
Il territorio costiero livornese. Storia e patrimonio paesaggistico-culturale
Il libro, frutto di una lunga ricerca svolta nelle conservatorie e sul terreno, presenta un essenziale profilo geostorico e storico-territoriale d'insieme dell'intero litorale livornese tra tempi medievali e contemporanei, approfondendo (mediante utilizzazione della letteratura esistente e soprattutto delle fonti documentarie originali, a partire dalla cartografia dei secoli XVI-XX) alcune tematiche paesistico-culturali che danno corpo ai valori patrimoniali del territorio considerato: quali il sistema delle fortificazioni e delle strutture di controllo della costa, il sistema degli opifici siderurgici granducali di Caldana di Campiglia Marittima (con le appendici piombinesi di Cornia di Suvereto e di Montioni) e il sistema, assai variegato, delle miniere e dei siti di trattamento metallurgico delle colline campigliesi. Le vicende di lungo periodo dei singoli beni culturali - fortificazioni, opifici e miniere - sono tratteggiate in specifiche schede monografiche: i loro contenuti si prestano ad una agevole utilizzazione per finalità didattico-educative e per eventuali piani e progetti di recupero e valorizzazione, anche in funzione di itinerari turistico-culturali. -
Perchè noi no? Una storia tra 7 miliardi di storie. Giochi filosofici
Siamo alla partenza di un nuovo viaggio letterario; forse coraggioso definirlo ""letterario"""", ma questo è. Noterete delle ripetizioni al precedente libro, ma solo se leggerete in superficie, addentrandovi e magari soffermandovi, avrete altri significati da cogliere, leggere sfumature solo in apparenza, che vi condurranno verso ciò che vorrei accadesse... che vorrei tanto che accadesse. L'auspicio del """"nuovo"""" è, però, davvero sentito, l'amore per dichiararsi e mettere tutto nero su bianco è molto simile ad un assolo jazz. Non sai cosa accadrà anche se conosci il tema, il tempo, gli spazi che avrai. Qui, tra le pagine bianche del mondo da scrivere, spazi ve ne sono all'infinito. Un assolo invece deve essere condiviso con altri, rientrare in un contesto ben preciso, ma questa è la legge della musica. Un libro non ha questi confini, non oggi per come lo possiamo cogliere. Forse esiste una nuova libertà letteraria che ci concede di spalancare quella parte di noi verso l'altro. Ve ne è anche un profondo bisogno; l'esigenza di """"uscire"""" fuori senza timore di contaminazioni, né di fraintendimenti. Ciò che è scritto è scritto, sta a chi legge volersi fare archeologo e con la piccozza della sua curiosità spaccare la pietra. Oggi però è anche tempo di grandi superficialità e, nostro malgrado, siamo annichiliti nelle paure di emergere e porgere il fianco alla critica, temiamo il giudizio, l'etichetta, l'essere sotto-valutati. In parte è retaggio culturale, se non hai una carta, come per gli acquisti, non sei e se in questa """"bollatura"""" non appare il tuo nome, non sei."" -
L' ascesa di Piombino al declino della Repubblica di Pisa
Questo volume, pur con tutti i suoi limiti di contenuto, vuole essere un contributo alla ricerca storica piombinese, alla quale, apre insospettate e appassionate vie da percorrere. Se il presente testo, infatti, scuote e ribalta molte fondamentali cognizioni storiche acquisite, è ben lungi naturalmente dal dire quanto sarebbe necessario sull'argomento che tratta, e tutto ciò che dice potrà, forse, non essere esente da ulteriori messe a punto. Piombino nel Trecento, era in una fase di pieno sviluppo commerciale e di espansione demografica; pertanto i cittadini vi godevano di buone condizioni economiche e sociali. Come vedremo Piombino contava forse più di 8.000 abitanti nei primi decenni del Quattrocento, ma dobbiamo constatare che già a cavallo del Due-Trecento la sua consistenza demografica era eccezionalmente alta. Ma la Piombino tanto florida, promettente e popolosa del Quattro-Cinquecento si ridusse ai minimi termini demograficamente nel corso del Sei-Settecento, nei secoli del dominio dei Principi assenteisti Boncompagni Ludovisi, tipicamente rappresentativi dell'arretrata alta aristocrazia romana e dell'ancien régime europeo. -
Il popolo delle colline
Erano passate forse cinquanta stagioni delle nevi da quando il popolo delle colline si era stanziato sulle sponde della Grande Acqua e si era fuso con i resti della tribù del lago, semidistrutta dai feroci invasori mangiatori d'uomini. La tribù di Zagus e Haris, gli antichi capi di allora, era stata costretta a lasciare le comode grotte sulle colline e sui costoni rocciosi nelle vicinanze del largo fiume e fuggire al di là del fiume stesso, oltre la foresta e la fascia collinosa, sino a giungere alla Grande Acqua. L'improvvisa comparsa dei temibili assalitori l'aveva scacciata dall'antica dìmora. Questi uomini belluini, seguiti da compagne non meno feroci e da torme di figli, possedevano però un'arma che il popolo delle colline non conosceva: l'arco. Un'arma micidiale che consentiva agli assalitori dì colpire da distante e di decimare le inermi tribù incontrate durante le loro eterne migrazioni... -
Il Palazzo della comunità e le origini di Piombino
Le origini di Piombino sono tuttora ricordate più da leggende, che non da notizie certe, e non è facile tentare di ricostruirle, anche se per grandi linee, facendo riferimento a dati sicuri. La prima parte di questo lavoro vuole essere un contributo alla conoscenza degli avvenimenti che determinarono la nascita di questa Città che, in seguito, sarà Principato e Stato indipendente per oltre quattro secoli, fino agli inizi del sec. XIX, con un ruolo importante nel quadro politico, economico e strategico-militare dell'Italia centrale e dell'alto Tirreno. Qui in primo piano si parla del palazzo del Comune, che risale alla metà del secolo XV, una sede comunitaria dei Consoli o degli Anziani doveva pur esistere in precedenza, dal momento che è certa l'esistenza della Città di Piombino, con le sue fortificazioni, torri ed edifici e un organizzazione legislativa, fin dalla seconda metà del sec. XI. Nel volume si parla poi delle origini dello stemma del Comune, della Casa delle Bifore e dei Sindaci della Città -
Genova e gli ultimi Appiani-La spedizione dei lomellino contro il principato di Gherardo di Appiano (1401)-La morte di Alessandro Appiani principe di Piombino
L'opera raccoglie tre testi distinti ma uniti da un filo logico quello della famiglia Appiani, signori di Piombino. Il primo riguarda l'interesse di Genova verso il Principato di Piombino, di cui perse l'occasione di acquistare da quel signore nel momento in cui era in crisi di potere e di denaro. Gli Appiani vissero in Genova per un lungo periodo in concreta amicizia con la Repubblica tanto da essere considerati loro pari. Il secondo tratta della spedizione dei Lomellino conto Gherardo D'Appiano nel 1401. Il terzo della morte di Alessandro Appiani principe di Piombino, un complotto politico e passionale per togliere agli Appiani il loro principato.