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Dieci azioni per zero rifiuti. Una strategia operativa per comuni, aziende e cittadini
La gestione rifiuti oggi deve fare i conti con condizioni del tutto nuove. Fino a cent'anni fa ogni prodotto utilizzato dall'uomo era biodegradabile realizzato con un composto chimico semplice già presente nell'ambiente. I problemi di inquinamento erano dunque temporanei, dovuti a un eccesso di concentrazione locale, destinata a risolversi da sé con il diminuire della pressione antropica. La chimica di sintesi ha poi aperto la strada a prodotti non biodegradabili, bioaccumulabili e tossici a lungo termine. In più, i rifiuti oggi sono pervasivi e si diffondono rapidamente in tutto il pianeta attraverso fiumi, laghi, oceani, emissioni in atmosfera... Ciò che ""buttiamo"""" nell'ambiente dura migliaia di anni e produce danni irreversibili. Decisamente una scomoda eredità per le generazioni future. Occuparsi di una strategia """"rifiuti zero"""" è più che mai un atto di profonda responsabilità e di assoluta necessità. Forse stupirà il lettore sapere che l'Italia è la prima nazione al mondo per numero di amministrazioni, realtà territoriali e movimenti impegnati nel cammino verso """"rifiuti zero"""". """"Dieci azioni per zero rifiuti"""" racconta alcune delle migliori esperienze italiane nel campo della gestione dei prodotti, dall'impegno delle amministrazioni locali a quello di un'industria che sempre più sta puntando sul recupero di materia come opportunità di rilancio per superare la crisi economica. Presentazione di Luca Mercalli"" -
L' acqua che mangiamo. Cos'è l'acqua virtuale e come la consumiamo
In un mondo di risorse limitate porsi degli interrogativi riguardo i nostri stili di vita e i nostri consumi è non solo auspicabile, ma anche necessario. L'Italia è il terzo paese importatore netto di ""acqua virtuale"""" al mondo. Cosa significa? Perché è importante parlare di acqua e cibo? Per produrre un chilogrammo di pasta secca sono necessari circa 1.924 litri d'acqua. Poco minore è l'impronta idrica di una pizza da 725 grammi: 1.216 litri. Con """"acqua virtuale"""" si intende proprio questo: il quantitativo di acqua necessario a produrre cibi, beni e servizi che consumiamo quotidianamente. Applicando questo concetto, scopriremo che consumiamo molta più acqua di quella che vediamo effettivamente """"scorrere"""" sotto i nostri occhi. Non riusciamo a percepirla come tale semplicemente perché è acqua che letteralmente """"mangiamo"""", contenuta in maniera invisibile nel cibo che consumiamo e che proviene da ogni parte del mondo. """"L'acqua che mangiamo"""" spiega, con un approccio multidisciplinare, la problematica idrica e le sue implicazioni economiche, sociali e politiche. Vuole agire idealmente da ponte tra chi svolge ricerca accademica e scientifica e chi si interessa alle grandi questioni della sostenibilità ambientale. Offre molteplici chiavi di lettura attraverso il lavoro dei più grandi esperti italiani e mondiali."" -
La terra che vogliamo. Il futuro delle campagne italiane
Mangiare: per la maggior parte di noi, si tratta di una cosa da fare alla svelta, pagando poco e senza farsi troppe domande. In realtà, l'agricoltura, cioè il settore che produce il cibo di cui ci nutriamo, è al crocevia di una serie di questioni che ci toccano molto da vicino. Oggi il settore agricolo è responsabile di una quota importante delle emissioni di gas serra che riscaldano il clima ed è una delle principali cause della perdita di biodiversità. Complici anche noi consumatori italiani che, con un paradosso inaccettabile in un mondo in cui un miliardo di persone non ha da mangiare, buttiamo a mare la dieta mediterranea e contribuiamo a generare quantità scandalose di sprechi alimentari. Insomma: al di là dei proclami di chi sostiene che la soluzione deve essere basata sulla tecnologia (e in particolare attraverso l'impiego massiccio degli Ogm), la strada è un'altra, e passa per un'alleanza tra cittadini consapevoli e una nuova agricoltura. Un'agricoltura già all'opera, praticata da molti produttori italiani ed europei, attenti ai processi naturali e capaci di innovare. La terra che vogliamo individua i problemi che condizionano il sistema agricolo e propone delle soluzioni credibili, delineando una risposta efficace a quella che è una delle domande fondamentali della nostra epoca: ""Nel volgere di pochi anni saremo in nove miliardi. Riusciremo a sfamare tutti?""""."" -
Ecomafia 2013. Le storie e i numeri della criminalità ambientale
Dal 1993, ogni anno, il rapporto Ecomafia racconta i numeri e le storie della criminalità ambientale. Se qualcuno provasse ad affiancare i volumi, si accorgerebbe che, dalla prima edizione, il loro spessore è cresciuto costantemente. Da un lato, questo aumento testimonia che l'azione delle forze dell'ordine si è intensificata, diventando sempre più puntuale nel contrastare i crimini contro l'ambiente. Dall'altro, è indice del fatto che gli ecocriminali si sono fatti via via più numerosi e agguerriti. I reati ambientali sono molto redditizi, e prevedono, nel caso vengano scoperti, pene assai lievi. In più, la crisi che stiamo attraversando è un potente incentivo a calpestare le regole più elementari e a barare a più non posso. Perciò, ancora una volta, il rapporto Ecomafia ci restituisce l'immagine di un paese nel quale le attività degli ecocriminali continuano a registrare il segno più, a prescindere che si tratti di smaltire illegalmente rifiuti tossici, di costruire interi quartieri abusivi, con manodopera in nero che impasta cemento scadente, di truffare i consumatori spacciando intrugli velenosi per commestibili... E se qualcuno si illude che comunque a lui non succederà niente, forse dovrebbe considerare i costi per la collettività dei reati contro l'ambiente: è difficile immaginare che chi costruisce una villa abusiva si metta poi a pagare l'Imu e le altre imposte. -
Il patto dei sindaci. Le città come protagoniste della green economy
Una scommessa tra la Commissione europea e le autorità locali: il Patto dei Sindaci nasce nel 2008 per creare animazione sui territori e favorire il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di contrasto ai cambiamenti climatici. Da allora il numero degli enti coinvolti è in costante aumento: 4.600 Comuni europei che assommano in totale oltre 175 milioni gli abitanti. A cinque anni dal lancio, il Patto prosegue senza sosta la marcia verso il 2020 e per le sue singolari caratteristiche è considerato dalle istituzioni europee come un eccezionale modello di governarne multilivello. Il testo si propone come ""manuale di orientamento"""" e strumento di divulgazione al tempo stesso, traccia un bilancio di quanto accaduto in Italia nei primi cinque anni di attività del Patto dei Sindaci e ne costituisce un momento identitario (i Comuni italiani aderenti sono oltre 2.200 e questi, sommati a quelli spagnoli, rappresentano l'80% del totale). In chiusura al manuale un decalogo rivolto al prossimo governo, affinché valorizzi il ruolo degli enti locali nella lotta ai cambiamenti climatici e ascolti le richieste che giungono dal territorio. Perché ogni azione ben attuata a livello locale contribuisce al raggiungimento degli obiettivi nazionali assunti in sede europea e internazionale. Presentazione di Gianni Silvestrini, prefazione di Luca Mercalli."" -
Corporation 2020. Trasformare le imprese per il mondo di domani
L'attuale modello economico scricchiola. Come dimostrano le vicende degli ultimi anni, è esposto al rischio di recessione, e crea disoccupazione e sottoccupazione. Allarga le diseguaglianze tra ricchi e poveri. Sfrutta e degrada gli ecosistemi da cui dipende, ed è il principale responsabile dei cambiamenti climatici in atto. È chiaro che occorre cambiare con urgenza il modo in cui funziona. Ed è sempre più evidente che per farlo è indispensabile partire dai suoi attori principali, le aziende. Pavan Sukhdev, che con il rapporto The Economics of Ecosystems and Biodiversity ( Teeb) ha ridefinito il modo in cui diamo valore agli ecosistemi e ai loro servizi, in Corporation 2020 distingue tra il modello tradizionale d'impresa, la Corporation 1920, e la Corporation 2020. La prima definisce priorità e strategie sulla base dell'interesse degli azionisti, e punta a una crescita infinita sostenuta da un crescente indebitamento. Spende somme enormi in pubblicità, e in lobbying, per far modificare a proprio vantaggio le regole del gioco e ottenere sussidi perversi e trattamenti fiscali di favore. Sfrutta le risorse e scarica gli scarti delle sue attività sui più deboli. La Corporation 2020 si sforza invece di incorporare le proprie esternalità, dando loro un prezzo adeguato. Allinea i suoi obiettivi con quelli della società, genera ricchezza reale e non solo spazzatura finanziaria. Fa crescere i propri dipendenti e produce capitale sociale senza saccheggiare il capitale naturale. -
Ambiente in Europa. Economia verde: Italia-Germania è sempre 4 a 3?
"Ambiente in Europa"""" è diviso in due parti. Nella prima vengono individuate le ragioni storiche e culturali che hanno portato alla (quasi) totale sparizione dei Verdi dal panorama politico italiano, in un momento in cui in Europa le formazioni ecologiste riescono spesso a raggiungere percentuali elettorali a doppia cifra. La risposta alla domanda """"perché in Italia i Verdi no"""" è molteplice, e lascia comunque spazio a un certo ottimismo visto che, come si legge in uno dei contributi ospitati nel volume, """"la crisi economica conferma che l'ambientalismo ha ragione"""". La seconda parte si concentra sulla conversione ecologica dell'economia italiana, un processo che sta avvenendo nonostante l'indifferenza (o peggio, l'ostilità) della politica. Il nostro paese ha infatti """"un'economia che consuma meno risorse, meno energia, e ha meno emissioni di CO2"""" rispetto alla Germania, tradizionalmente considerata il campione delle politiche ambientali. Tuttavia, l'Italia centra questo risultato sorprendente in modo quasi inconsapevole, prigioniera com'è di una classe politica che in larghissima parte è rimasta culturalmente ferma a metà del Novecento. """"Ambiente in Europa"""" indica quindi i percorsi possibili per collocare il nostro paese sulla strada di un futuro promettente, a dispetto di un declino dato troppo spesso per scontato." -
L' acqua intelligente. Una gestione sostenibile ed economica è possibile
In una smart city, anche l'acqua ha diritto di cittadinanza. Così come l'energia e i trasporti, l'acqua può beneficiare di nuove tecnologie e innovazioni che consentono di razionalizzarne l'uso, il riuso e la gestione nelle nostre città, sempre più spesso allagate per colpa dei cambiamenti climatici, certo, ma anche di un'urbanizzazione sconsiderata e miope. È ora infatti di smettere di credere alle favole: l'acqua è un bene limitato di cui l'umanità sta assurdamente abusando. Preleviamo con poco criterio, perdiamo lungo la via, usiamo, sprechiamo e sporchiamo a piacere per poi gettare a mare, inquinando a cuor leggero. L'Italia, purtroppo, con tutti i suoi cervelli e le sue competenze tecnologiche, nella pratica della gestione delle acque brilla poco ma può migliorare perché anche da noi ci sono già belle esperienze di alto livello di cui fare tesoro. E se contemporaneamente noi, come cittadini, impareremo a distinguere problemi reali da allarmismi e consiglieri da venditori, avremo già compiuto metà dell'opera. -
Car sharing. Come la sharing economy cambia la nostra mobilità
Quella del car sharing pare davvero un'idea vincente. Economica: le tariffe sono variabili, in ogni caso però inferiori ai costi di gestione e di mantenimento di un'auto di proprietà. Sostenibile: l'auto in car sharing elimina dalle strade circa 10 vetture private e la città riguadagna spazio da destinare alla mobilità pedonale, ciclabile oppure al verde. In più, i veicoli utilizzati sono spesso a ridotto impatto ambientale. Last but not least: il cliente percepisce il costo reale di ogni suo spostamento in auto e tende a limitarne l'uso. Il car sharing riesce in un obiettivo impossibile, almeno agli occhi di chi vive in una grande città: vivere senza automobile. Se non è rivoluzione questa... Presentazione di Charlie Gnocchi. Prefazione di Gianni Silvestrini. -
Un' altra Europa. Sostenibile, democratica, paritaria, solidale
Contro la crisi economica e la deriva euroscettica oggi c'è bisogno di un'altra Europa. Con uno sguardo lungo, che va oltre la scadenza elettorale di maggio 2014 per il rinnovo del Parlamento europeo, questo libro intende offrire - attraverso le voci di alcuni autorevoli protagonisti del dibattito sul futuro dell'Europa - materiale su cui riflettere e una nuova prospettiva in cui rilanciare l'obiettivo di un'Europa diversa: sostenibile, democratica, paritaria, inclusiva, solidale, fuori dalla crisi economica, sociale e generazionale. Un'Europa impegnata nella lotta ai cambiamenti climatici e che promuove le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica, che combatte ogni forma di discriminazione delle donne, che riduce le spese militari a favore della spesa sociale, che è più vicina ai cittadini. Un'Europa che riparta dal disegno originario di un'Unione politica solidale, per migliorare davvero le condizioni di vita di tutti noi. -
Abitare biotech. Valorizzare la qualità dell'abitare nei condomini
25 milioni di condomini abitati da quasi 15 milioni di famiglie. Bastano questi due numeri per far capire quanto sia importante migliorare le condizioni degli immobili condominiali con azioni rivolte alla sostenibilità ambientale, economica e sociale. ""Abitare biotech"""" esplora nel dettaglio queste tematiche. Dopo l'analisi delle tecnologie per la valorizzazione energetica dell'esistente, delle metodologie di diagnosi e certificazione energetica e dei vari regimi incentivanti, sono definiti i profili giuridici e le responsabilità dei soggetti coinvolti, con particolare attenzione alla sicurezza dell'abitare. Il volume illustra poi i contenuti del sistema di rating BRaVe, messo a punto dal Laboratorio GestiTec del Politecnico di Milano per determinare con precisione la qualità complessiva degli edifici. Vengono presentate anche le linee guida del Protocollo Abitare Biotech, il primo protocollo semplificato con procedure e indicazioni rivolte agli amministratori di condominio, ai professionisti e agli operatori del settore per consentirgli di individuare interventi che possano migliorare il comfort e la sicurezza dei condomini ottimizzando i loro consumi energetici."" -
Bioeconomia. La chimica verde e la rinascita di un'eccellenza italiana
Il cambiamento in corso oggi è radicale: passando dalla petrolchimica a processi produttivi che utilizzano materie prime vegetali la chimica sta ridisegnando la propria identità. Biopolimeri, biocarburanti, biocombustibili, biolubrificanti: il prefisso ""bio"""" dimostra che l'economia può (e deve) rapportarsi alla società e al territorio in cui colloca le proprie attività e da cui trae le risorse di cui ha bisogno, creando occupazione, profitti e innovazione. Le risorse della bioeconomia offrono tre vantaggi cruciali: sono potenzialmente non esauribili, in genere inquinano molto meno dei loro omologhi fossili e, infine, sono producibili sul territorio e possono quindi garantire maggiore autonomia economica. Mettendo le risorse rinnovabili e i rifiuti alla base dei prodotti di domani si apre una straordinaria sfida economica ed ecologica. Esiste dunque un'alternativa tra corsa alla distruzione di risorse e decrescita. È quella indicata da Nicholas Georgescu-Roegen, l'inventore del termine bioeconomia, osservando che l'energia libera a cui l'uomo può accedere proviene da due fonti distinte: """"La prima è uno stock, lo stock di energia libera dei giacimenti minerari nelle viscere della Terra. La seconda fonte è un flusso, quello delle radiazioni solari intercettato dalla Terra"""". Prefazione di Gunter Pauli."" -
State of the world 2014. Governare per la sostenibilità
Secondo Lester R. Brown, che quarant'anni fa ha fondato il Worldwatch Institute, la governance, intesa come l'insieme dei processi di governo, è l'elemento che più di ogni altro si frappone alla creazione di un futuro sostenibile. ""Governare per la sostenibilità"""" affronta proprio questo nodo fondamentale, che da decenni condiziona le possibilità di realizzare un diverso modello di sviluppo, equo dal punto di vista sociale e rispettoso dell'ambiente. Chi oggi può agire per raggiungere questo obiettivo? Ha ancora senso aspettarsi che lo facciano i governi nazionali? Esistono ancora istituzioni internazionali in grado di approvare politiche che, necessariamente, devono avere anche una dimensione globale? O è meglio ammettere che l'idea di una governance globale - che non sia quella dei mercati o della finanza - può essere messa in soffitta? In realtà, come lasciano intendere gli autori di questa edizione dello """"State of the World"""", è probabile che le speranze emigliori vadano riposte a livello locale. Negli ultimi anni, le azioni più importanti sul clima, a tutela della biodiversità e contro le diseguaglianze, sono infatti venute da movimenti di base che si sono opposti alle agende di governi e aziende. Governare per la sostenibilità racconta queste iniziative, offrendo una serie di prospettive innovative."" -
Open data e ambiente. Una rivoluzione digitale per la sostenibilità
"Questo è un libro sulla sostenibilità ambientale. È un libro sulla collaborazione tra individui e sulla sostenibilità degli ecosistemi umani nell'era della conoscenza digitale. Parla di impatti sulla salute, di responsabilità e consapevolezza sociale. È un libro sui rischi e sulle opportunità che derivano dall'aver interposto un'interfaccia digitale tra noi e il mondo. È un libro sul territorio, sulla solidarietà tra le persone e sulla qualità della vita, ma anche sul degrado, l'alienazione sociale e le ingiustizie. Ma soprattutto questo è un libro sulla speranza e sull'idea che la consapevolezza di essere tutti connessi in un unico ecosistema renderà i nostri comportamenti più sostenibili per l'ambiente e per la nostra vita.""""" -
Ecologia letteraria. Una strategia di sopravvivenza
Se la letteratura è parte di una strategia evolutiva, può orientare consapevolmente quest'evoluzione? E come può farlo oggi, mentre la crisi ambientale si fa più pressante? Quali strumenti ci offre? In queste domande risiedono la sfida e il senso di questa nuova edizione di ""Ecologia letteraria"""". Serenella Iovino riprende gli assunti teorici dell'ecocriticism, metodo interpretativo nato in Stati Uniti negli anni Novanta, e propone un'interpretazione delle opere letterarie come veicolo di una """"educazione a vedere"""" le tensioni ecologiche del presente. Il risultato è un invito a pensare la letteratura come una strategia di sopravvivenza che ci aiuti a superare """"evolutivamente"""" le sfide poste dalla crisi ecologica. Prefazione di Cheryll Glotfelty. Con uno scritto di Scott Slovic."" -
Blue economy 2.0. 200 progetti implementati, 4 miliardi di dollari investiti, 3 milioni di nuovi posti di lavoro creati
A ben vedere, quelli che vengono celebrati come trionfi dal pensiero economico, che li allinea nelle statistiche sul Pil e sulla crescita, di frequente si rivelano fenomeni del tutto irrazionali. Utilizzando i rasoi usa-e-getta buttiamo ogni anno centinaia di tonnellate di titanio, estratte in miniere dall'altra parte del mondo e lavorate a temperature altissime con costi energetici e ambientali enormi. Quando beviamo un caffè diamo valore solo a una frazione minima della biomassa da cui è stato prodotto: il resto lo gettiamo nella spazzatura dove genera gas serra e danneggia i suoli. Per potabilizzare l'acqua spesso scarichiamo nei fiumi e in mare sostanze chimiche dannose per la vita acquatica. Tagliamo milioni di alberi per soddisfare i nostri fabbisogni di carta, e quando l'abbiamo usata ne ricicliamo comunque una frazione minima... Gli esempi potrebbero continuare, ma è chiaro che l'umanità spreca troppa energia e materiali, e nel farlo emette troppi gas serra. Il principale responsabile di questo stato di cose è il modello economico dominante, basato su una logica lineare di incremento dei consumi. Serve una svolta, e questa può arrivare dalla blue economy teorizzata e applicata da Gunter Pauli. Incentrata sull'imitazione degli ecosistemi e la circolarità dei flussi di materia; negli ultimi vent'anni ha ispirato migliaia di imprenditori. Prefazione di Catia Bastioli e Giuseppe Lavazza. -
Muoversi in città. Esperienze e idee per la mobilità nuova in Italia
Nel 1991 scattano nelle principali città italiane i primi provvedimenti antismog, che impongono il blocco del traffico nei giorni più inquinati. L'auto, che ha promesso libertà, si ferma proprio a causa del suo successo, ed è la paralisi. Bisogna ripensare a come muoversi in città e si avviano progetti per invertire la tendenza: Piani urbani del traffico, ZTL, Aree pedonali, percorsi ciclabili, nuove reti tramviarie e metropolitane, controlli telematici. Di recente - grazie alla rivoluzione digitale - sono arrivati nuovi servizi di car sharing e car pooling, che stanno ottenendo un grande successo. Si affaccia il concetto di uso dell'auto e non di proprietà. La ricerca per l'auto elettrica, superconnessa e senza guidatore è partita: magari è la volta buona per mandare il motore a scoppio in soffitta. Ma restano molti punti critici: mezzi di trasporto collettivi vecchi e obsoleti, taglio delle risorse, carenza di investimenti per reti tramviarie, metropolitane e ciclabili, distribuzione ""selvaggia"""" delle merci. Ancora non si punta davvero sulla bicicletta per gli spostamenti nelle città. PUMS e area vasta, ITS, serviziper i pendolari, bicicletta, veicolo pulito, servizi in sharing, città a 30 km/h, logistica delle merci, risparmiare traffico e urbanistica: sono le parole del futuro per la mobilità nuova. Prefazione di Gianni Silvestrini. Postfazione di Maria Rosa Vittadini."" -
Anatomia di una grande opera. La vera storia della Brebemi
La direttissima Brescia-Bergamo-Milano, meglio nota come Brebemi, doveva essere la prima grande opera in completo autofinanziamento. Dopo pochi mesi dall'inaugurazione, mentre le previsioni sui flussi di traffico si rivelano clamorosamente sbagliate e di macchine ne passano poche, lo Stato stanzia 320 milioni per evitare la chiusura e garantire i profitti ai soci, che portano nomi blasonati come Intesa Sanpaolo e Gruppo Gavio. Tutto questo in un contesto, la Pianura Padana, ai primi posti al mondo per densità di veicoli per abitante e livelli di inquinamento. Questo libro fa luce sui processi decisionali, sui personaggi, sugli intrecci, sui flussi di denaro e sulle vicende meno note che stanno dietro l'infrastruttura e che hanno attraversato politica, industria e finanza negli ultimi quindici anni. -
Eating planet. Cibo e sostenibilità: costruire il nostro futuro
Pubblicato per la prima volta nel 2012, ""Eating Planet"""" rappresenta le proposte del Barilla Center for Food & Nutrition per vincere la sfida della sostenibilità del sistema agroalimentare globale. Si tratta di uno scenario complesso, caratterizzato da tre paradossi - lo spreco di cibo, la coesistenza di malnutrizione e obesità, le distorsioni nell'uso delle risorse - a cui è urgente dare risposta. Scritta con il contributo di un panel di esperti di fama internazionale - Pavan Sukhdev, Gianfranco Bologna, Barbara Buchner, Paolo De Castro, Danielle Nierenberg, Paul Roberts, Carlo Petrini, Riccardo Valentini, Hans R. Herren, Tony Allan, Ricardo Uauy, Sara Farnetti e Camillo Ricordi, Gabriele Riccardi, Marion Nestle, Aviva Must, Alexandre Kalache, Shimon Peres, Jamie Oliver, Ellen Gustafson, Michael Heasman, Vandana Shiva dei membri del BCFN Advisory Board e dei giovani ricercatori del BCFN, """"Eating Planet"""" dà conto degli sviluppi più recenti del dibattito e della ricerca in tema di cibo e alimentazione. Questa nuova edizione presenta inoltre una serie di iniziative che decisori, operatori economici e cittadini dovrebbero attuare nei molteplici ambiti implicati, tra cui le piattaforme di azione del Milan Protocol e dello Youth Manifesto, elaborate nel quadro delle attività di BCFN e per dare concretezza all'eredità di Expo 2015."" -
Leadership in green building. Ediz. italiana e inglese
Promossa in Italia dal 2008, con la fondazione di Green Building Council Italia, la certificazione ambientale LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) ha conquistato in pochi anni un ruolo di spicco nel settore delle costruzioni. Questo volume raccoglie una selezione degli edifici certificati LEED più rappresentativi del nostro paese. Propone inoltre un percorso inedito nell'architettura italiana, che nell'ultimo decennio ha portato la sostenibilità nella pratica fornendo risposte concrete a una domanda di qualità in costante crescita. Anche se alcune delle opere qui presentate sono molto note, spesso le loro caratteristiche ambientali ed energetiche sono poco conosciute. Questi valori sono invece al centro dei diversi protocolli di certificazione LEED, e rappresentano i criteri fondamentali con cui sono state analizzate le architetture.