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La conciliazione. Strumenti di deflazione del contensioso giudiziario in materia di lavoro, civile e commerciale
L'opera, dal taglio tecnico-pratico, si propone di essere un valido strumento di analisi delle forme di risoluzione alternativa delle controversie che rappresentano, maggiormente, un valido ""strumento deflattivo"""" delle controversie. Le esperienze conciliative che sono state, in particolare, oggetto di studio sono quelle introdotte dall'art. 11 del D. Lgs. 23 aprile 2004 n. 124, che disciplina la conciliazione monocratica finalizzata alla risoluzione delle controversie in materia di lavoro e di previdenza sociale, e dal D. Lgs. 4 marzo 2010 n. 28, finalizzata alla conciliazione delle controversie civili e commerciali, che hanno tra loro molti elementi di somiglianza."" -
Aiuto... sarò papà! Suggerimenti pratici per non perdere il controllo
Perché nelle librerie non sono presenti molti libri sulla paternità? Eppure un padre, come succede per una madre, vive con la nascita di un figlio un cambiamento radicale del proprio stile di vita, degli usi e delle abitudini. Chi vede nella paternità un periodo di felicità, deve sapere che tale felicità sarà raggiunta dopo notti insonni, salassi monetari, l'abbandono dei propri hobby e delle proprie passioni, gite più simili a traslochi e deprimenti visite a negozi per l'infanzia, discussioni incentrate su pannolini e cacche, l'abbandono del sogno di acquistare una coupé sportiva. L'avventura di un neo-padre sarà costituito da alti e bassi, da sconforto e da gioia, così come succede sulla giostra delle montagne russe: prima di salirci per la prima volta (avere il primo figlio), si ha solo una vaga idea di quello che succederà; quando si sarà imprigionati nel trenino (il periodo della gravidanza) si capirà che qualcosa cambierà; quando il trenino veloce precipiterà dalla vetta della giostra giù per le discese ripide e si sarà sballottati senza alcuna possibilità di controllo (la nascita del bebè), si vivrà sulla propria pelle il cambiamento. -
La tela di Narciso. Innamoramento nostalgia e melanconia
L'innamoramento, la Nostalgia, la Melanconia. Tre stati d'animo familiari che qui vengono analizzati sul sottile filo che separa la normalità dalla patologia. Con un'analisi psicoanalitica, ma al contempo alla portata di tutti, si toccano confini inaspettati fino a sfiorare le intricate maglie del narcisismo. Ed è così che questi stati d'animo, reazione umanissima di fronte alla paura della perdita, possono ostacolare il corretto rapporto con la realtà, proponendo al soggetto la via meno dolorosa dell'immaginario e dell'illusione, via però che, inevitabilmente si rivela illusoria anch'essa. -
La sinfonia dell'Ottocento
"Per poter enunciare opinioni e concezioni artistiche diverse non mi sembrò disdicevole inventare personaggi artistici contrastanti, di cui Florestan ed Eusebius erano i più importanti, mentre Meister Raro fungeva da mediatore fra di loro. Questa Lega di David percorre tutta la rivista come un filo rosso collegando verità e poesia in modo umoristico."""" Così Robert Schumann descrive, nel 1833, finalità e scopi della Lega di David, comunità di amici nati dalla fantasia letteraria del musicista, sulla scia di opere quali Die Serapionsbrüder (I Fratelli di San Serapione) di E.T.A. Hoffmann o i Flegeljahre di Jean Paul; dalla Lega di David, la cui finzione poetica ci presenta lo stesso Robert (Eusebius e Florestan), l'amata Clara (Chiarina), il collega Mendelssohn (Felix Meritis) e tanti altri compagni, il cammino che porta alla Neue Zeitschrift für Musik (Nuova rivista di musica) è breve. Dalla sue pagine Schumann conduce un'appassionata lotta contro i """"filistei"""", termine che nell'Ottocento designa i """"borghesi"""" e quindi i """"mercanti dell'arte"""", in nome del patrono David, nome ispirato ad uno dei personaggi dei Maestri cantori di Norimberga o forse dall'uso studentesco di assegnarsi uno pseudonimo (l'eroe biblico che sconfigge i Filistei)." -
Il suono rivelato. Una storia della musica
La storia della musica raccontata come un romanzo. Questo libro rivela ciò che i manuali non dicono: simboli, intrecci tra le arti, sottintesi spirituali e allusioni cifrate. Sotteso a tutto questo, un approccio rivoluzionario basato su tre prospettive parallele: tre portali da cui accedere all'avventura del linguaggio più misterioso mai elaborato dalla civiltà umana. Che cosa dice la musica? Come se ne decifra il senso più riposto? Come può, il genio, rendere universale la propria esperienza di uomo? E soprattutto: perché, ad un certo punto, ciò che era nato per descrivere l'Armonia del mondo, si è allontanato dalla natura? La morte della musica nell'èra moderna, è il ""basso continuo"""" sulle cui funebri sequenze si sviluppa questo gigantesco teatro dei suoni. Al centro della vicenda, Beethoven, con la sua smania di assoluto. La musica elevata a rito, officio di un umanesimo che aveva nel proprio slancio ideale i germi della sua progressiva corruzione. Le """"voci interiori"""" dei Romantici, e la visionaria utopia wagneriana di fare dell'opera d'arte totale la redenzione dell'anima alla sua patria d'origine. Oggi che tutto ciò è memoria, e stele funebre, questo libro cerca la chiave per riportare una civiltà ormai morente alla linfa che un giorno diede ali al suo volo di luce. Il tutto, in una forma tanto più didattica quanto meno è sistematica. Nella convinzione che solo il contrappunto delle idee, sia vera """"storia""""."" -
Le seduzioni di Bach
Forse non lo sapevi. Ma anche in te, lettore, si nasconde un ""piccolo Bach"""" o qualcosa di suo, una sorta di traccia subliminale. Avresti mai pensato che quel parruccone di musicista barocco (così almeno vuole il luogo comune) fosse nascostamente in agguato nella vita quotidiana, praticamente a contatto con molti aspetti della nostra esperienza e vicenda umana? Questo saggio cerca di spiegartelo. Infatti qui si svela un Bach come ancora non s'era visto. Come attraverso un caleidoscopio aperto a 360 gradi. Un Bach psicologico, o meglio, che può avere qualcosa in comune con la psicologia, ma anche con la psicanalisi e la medicina, con l'architettura e il cinema, con il teatro, l'amore e l'eros. E anche con tutti gli strumenti musicali, perché la sua musica è come un'onda d'urto capace di esprimere ed avvolgere la vita di tutti i giorni. Dunque un Bach non solo classico ma anche jazz, pop, rock. L'autore ci conduce per mano lungo la vita e la musica di questo compositore così inaspettatamente attuale e moderno, con esempi, riflessioni e analisi intriganti. Per concludere che lui è per tutti e fruibile per ogni pubblico: Johann Sebastian!"" -
Charles Marie Widor. La Francia organistica tra Otto e Novecento
" L'orgue parle en philosophe """": l'organo di Charles-Marie Widor (Lione 1844-Parigi 1937) parla il linguaggio dei filosofi. Il tipo di strumento in questione è l'organo sinfonico francese di Aristide Cavaillé-Coll, primo fra tutti quello di Saint-Sulpice a Parigi, il più grande costruito dall'organaro francese e il più grande allora esistente al mondo, del quale Widor fu titolare per 63 anni. La forza, la grandezza, la maestà, il ritmo inesorabile costituiscono le caratteristiche del modo esecutivo professato da Widor, che si vuole erede della """"Santa tradizione"""": trasmessagli da Jacques-Nicolas Lemmens, essa viene addirittura fatta risalire a Bach. Widor, negli scritti pubblicati sull'arco di più di cinquant'anni, ci offre un variegato percorso attraverso il mondo dell'organo francese a cavallo tra XIX e XX secolo: dalla disamina dei vari contributi - l'integrazione al trattato d'orchestrazione di Berlioz, l'edizione dell'opera organistica di Bach (a quattro mani con Albert Schweitzer) e di Mendelssohn, la ripubblicazione del metodo d'organo di Lemmens, le numerose prefazioni e gli articoli sui periodici - emerge una concezione raffinata dell'interpretazione musicale e della prassi esecutiva. A un passo dalle """"leggi d'esecuzione"""" proclamate da Marcel Dupré, la posizione di Widor lascia ancora spazio a una visione nobile e retorica dell'evento musicale." -
Guida al teatro d'opera
Selezionando un'ottantina di autori, illustri o meno (da Adams a Zimmermann), questa guida ha il compito di offrire uno stuzzicante florilegio di titoli del teatro d'opera. Ne sono stati scelti circa 150, con criteri di obiettiva rilevanza quanto di personale sensibilità del curatore; ma per ciascuno di essi è stata chiara la mira: esplorare le fonti e le trame di ogni opera, stabilirne il background storico e il grado di ""contemporaneità""""; ma insieme esaminarne aspetti collaterali, che vanno da un'ampia rassegna delle voci critiche agli aneddoti, talora divertenti, in grado di alleggerire il percorso e stimolare la curiosità del lettore. Abbiamo la convinzione che tutto ciò renda assolutamente unica la nostra Guida nell'attuale paesaggio editoriale: essa offre infatti una complessità di articolazione del tutto nuova e, insieme, la possibilità di fruire di una specie di fil rouge nel giudizio dei titoli, che attiene all'unicità della voce """"narrante"""". Ogni scheda è corredata da consigli discografici, frutto di oltre un trentennio di esperienza critica dell'autorevole rivista """"Musica""""."" -
Aaron Copland. Pioniere della musica americana
Compositore poliedrico, intellettuale raffinato, pioniere della nuova musica classica americana, Aaron Copland ha percorso quasi interamente un secolo travagliato e ricco di cambiamenti come il Novecento. Il libro ripercorre la lunga e straordinaria vita del compositore statunitense, consacrata alla creazione di un nuovo linguaggio musicale che incarnasse lo spirito americano, mettendone in evidenza opere e pensiero estetico. L'influenza della musica di Copland sui compositori americani a lui successivi è indiscutibile, quanto palesi sono la sua originalità e il suo stile musicale unico e immediatamente riconoscibile. Divenuto ben presto leader e guida per la nuova generazione di musicisti americani, i suoi scritti e la sua attività di direttore d'orchestra e interprete hanno contribuito alla promozione ed alla diffusione della musica americana in tutto il mondo. Conclude il libro una trattazione ricca di esempi sulla sua musica, che offre al lettore un'utile traccia per comprendere il suo linguaggio compositivo e i periodi stilistici che caratterizzano la sua opera. -
Ottorino Respighi. Un'idea di modernità del Novecento
Raccontare la modernità di questo inizio secolo italiano è anche narrare la rinascita musicale di una nazione alla ricerca di una nuova e originale identità, di una nazione che vuole oltrepassare - senza rinnegarlo - il proprio recente passato in cui il melodramma era l'espressione della cultura musicale. Narrare la modernità significa raccontare la vita e le opere di compositori che hanno rappresentato l'eccellenza in Italia e nel mondo, in sintonia con i gusti del pubblico e della critica, e che hanno saputo, con il loro lavoro, porre le basi di una imponente rinascita musicale e di una riqualificazione del glorioso passato italiano. Raccontare la vita e le opere di Ottorino Respighi è tutto questo: è ricordare l'umile cammino di un maestro che il mondo ci ha invidiato. -
Musica maledetta. Il trionfo della non musica
"Musica maledetta"""" non è solo quella imposta banalmente dalla liturgia corrente, ma anche quella impressa dall'avidità del guadagno nel codice genetico dei suoni. Quanto sia ignobile e diseducativo che nelle scuole e nelle chiese insegnino ad apprezzare le schitarrate di infimi cantautori più o meno media-diffusi non appare evidente nelle società dei consumi. I ragazzi crescono imparando a usare la musica, nel miglior dei casi, come """"ansiolitico ecologico"""". Sarebbe lecito aspettarsi dalla chiesa l'attaccamento al suo irrinunciabile ruolo storico di promotrice delle arti, ma questo negli anni va scomparendo. I sacerdoti non sono più i colti amanti di una cultura universale, insieme agli imperatori, ai Gregorio Magno. I gran signori di Toscana, i papi quali Leone X o Urbano VIII non proteggono più Michelangelo o Monteverdi. Durante le celebrazioni in chiesa si è immersi in uno sciatto e profano livello di ascolti musicali e ciò crea una decadenza della convivialità sacrale. Si offre anche a Dio il peggio, solo perché è più noto, più facile e propagandato e magari perché """"piace ai giovani"""". Tutto questo è un invito alla superficialità. La gioia intima si muta in condivisione primitiva e dissennata. La dimensione del ricordo musicale nel silenzio è uccisa. Il pattume sonoro ha vinto."""" Presentazione di Lorenzo Arruga." -
Guida alla musica da camera
La musica da camera rappresenta senza dubbio la parte più cospicua e raffinata dell'intero repertorio musicale occidentale, percorrendo da cima a fondo la storia della musica dalla fine del '500 all'età contemporanea e dando vita ad opere di fondamentale importanza, tali da rappresentare nel modo più completo le varie fasi e i vari movimenti succedutisi nell'arco di ben quattro secoli. Anche per questo tanto più indispensabile diventa una Guida che permetta di orientarsi con efficacia nel mare magnum di questo repertorio, selezionando gli autori più rappresentativi ed analizzando le loro opere più importanti, permettendo di penetrare nel loro interno e offrendo una conoscenza approfondita dei generi, delle forme adottate, dei più svariati organici (dal duo, al trio, al quartetto, con e senza pianoforte, fino alle formazioni comprendenti dieci e più strumenti). Tanto più necessaria diventa una tale Guida nel nostro Paese, data l'assoluta mancanza di un testo di questo tipo, organico ed esauriente, concepito per soddisfare l'interesse dei semplici appassionati, senza per questo trascurare il bisogno di approfondimento di chi è, invece, più addentro nelle conoscenze e nella pratica della musica. Se i primi troveranno gli autori più amati e la presentazione e l'analisi delle opere più celebri e frequentate in sede concertistica e discografica, i secondi potranno incontrare anche i personaggi meno noti, le analisi più ricche, i riferimenti più approfonditi e capillari. -
Isabella Colbran, Isabella Rossini. Cofanetto
Anche nella più moderna saggistica la figura di Isabella Colbran è stata sempre studiata esclusivamente attraverso le informazioni fornite dalla letteratura dedicata a Rossini. La Colbran fu invece la cantante che più d'ogni altra influenzò il melodramma italiano, potendo annoverare nel suo curriculum, al di là delle dieci opere composte per lei da Rossini, il maggior numero di compositori che a lei si ispirarono per la loro produzione: primo tra questi Johann Simon Mayr, riconosciuto come il più accreditato autore di opera seria attivo in Italia prima dell'avvento di Rossini. Questo libro intende restituire alla cantante una sua autonomia artistica, alla luce di documentazioni recuperate con un'accuratissima ricerca svolta in archivi spagnoli, francesi e italiani. Si sono così potute delineare le fasi degli studi in patria e della formazione professionale a Parigi, sotto l'egida di musicisti quali Luigi Cherubini, Girolamo Crescentini, Rodolphe Kreutzer, nel clima fervido d'iniziative dell'incoronazione di Napoleone. Fonti mai prima investigate rivelano i particolari dei rapporti privilegiati della Colbran con i reali di Spagna e poi con la famiglia Bonaparte. Lo spoglio della stampa europea, che s'interessò di lei a cominciare dal 1804, ha reso possibile la ricostruzione della carriera, giorno per giorno, fornendo precisi riscontri anche sul repertorio concertistico affrontato agli esordi. -
Custodi del suono. Un secolo e mezzo di storia della riproduzione sonora
Un secolo e mezzo di storia della riproduzione sonora.rnrn1877: Edison consegna alla storia il primo fonografo. Ma non sa che il francese Charles Cros lo ha anticipato di un anno con un fonografo a disco piatto che non verrà mai prodotto. Il fonografo di Edison porta la musica ovunque. Ma non amando la musica l'inventore spenderà tempo e risorse per convincere che la sua creatura serve ad altro. Anni '40: il film ""Fantasia"""" anticipa di vent'anni la stereofonia. Ma il trasporto dei macchinari fa impazzire i costi e la pellicola viene convertita in un comune film. Vienna, 1946. La musica risorge dalla guerra e il produttore Walter Legge coinvolge un giovane Karajan in registrazioni che faranno epoca. Ma la benzina per i generatori scarseggia: Legge dovrà procurarsela tra i taxi della città aspirandola con un tubo. Anni '60: la tecnologia dilaga in sala d'incisione e Glenn Gould, insofferente all'esibizione dal vivo, elegge il disco a modello di una nuova estetica. Anni '80: il digitale manda in pensione il vinile. Ma dopo qualche tempo ci si accorge che quel disco suonava meglio del Cd. La scienza conferma. Oggi: mentre la musica si consuma via internet, le navicelle Voyager lanciate nel '77 navigano nello spazio interstellare con a bordo il Voyager Golden Record, un disco che contiene Bach, Mozart, Beethoven, Stravinskij e Louis Armstrong. Queste sono solo alcune tra le centinaia di tappe attraverso cui il libro accompagna il lettore lungo un percorso affascinante e misterioso."" -
Sostakovic. Continuità nella musica, responsabilità nella tirannide
Difficile trovare una vita più turbinosa di questa, arduo interpretarla. E le interpretazioni sono perciò tutt'altro che univochernrnIl libro nasce dal proposito di analizzare e spiegare il significato complessivo della lunga vicenda esistenziale e creativa di Dmitrij Šostakovič, nato suddito dello zar in una famiglia di intellettuali di sinistra, formatosi come musicista negli anni che seguono immediatamente la Rivoluzione d’Ottobre e che vedono scoppiare la guerra civile, affermatosi come compositore nel momento di una battaglia ideologica fra sostenitori di opposte visioni di quello che si doveva fare per creare la nuova musica “sovietica”, tenuto poi a seguire l'interpretazione che di questo problema veniva raggiunta non attraverso il libero dibattito ma secondo le precise direttive del Partito Comunista, accusato di deviazionismo sulla Pravda, riabilitato, diventato durante la guerra il portavoce musicale della nazione in armi, nuovamente accusato insieme con molti colleghi e nuovamente riabilitato, insignito delle più alte onorificenze di stato, iscritto tardivamente, a quarantaquattro anni, al Partito Comunista, inserito come elemento di spicco nella ufficialità di regime, morto a sessantanove anni dopo una lunga malattia ed esaltato in morte come il più perfetto rappresentante nella musica dell'homo novus sovietico.rnContrariamente a quanto si sostiene comunemente — e cioè che Šostakovič conducesse in pratica una doppia vita, apparendo da un lato come uomo dell’apparato e riservando dall’altro alla confidenza di pochi amici i suoi veri sentimenti di radicale antistalinista e anticomunista, ma manifestandoli invece in modo criptico nella sua musica — l’Autore ritiene che Šostakovič riuscisse a mantenere integri la sua coscienza e i valori fondamentali nei quali credeva e che lo guidavano, navigando attraverso gli scogli della sua esistenza di uomo pubblico in un paese totalitario e di musicista alle prese con una crisi del linguaggio che sconvolgeva la storia dell'arte alla quale si era votato, e dando a se stesso e a tutti le risposte sui cinque problemi fondamentali — Verità, Amore, Creazione, Morte, Immortalità — che aveva affrontato in profondità negli ultimi anni di vita. -
Don Giuseppe Fini. Compositore e organista. Maestro di Cappella delle cattedrali di Urbania e Urbino
"Il Maestro Cav. Don Giuseppe Fini, preposto alla Cappella, è senza dubbio all'altezza del suo compito, vuoi per l'ammaestramento dei cantori, vuoi per le abilità tecnico-artistiche. Ed anzi i meriti suoi, non solo nei riguardi sopra indicati, ma altresì come compositore di musica sacra, ne fanno un Maestro di Cappella preziosissimo, e non facilmente uguagliabile"""". Queste poche parole ci descrivono chiaramente chi sia il personaggio qui raccontato: don Giuseppe Fini, vissuto tra fine '800 e metà '900, stimatissimo musicista, fecondo compositore ed organista, tanto rispettato e conosciuto in vita quanto dimenticato dopo la morte. Urbania - l'antica Casteldurante - ridente città marchigiana in riva all'alto Metauro che produsse, oltre che alcune delle più belle ceramiche del Rinascimento, anche copiose schiere di musicisti, fu patria e campo d'azione di don Giuseppe, assieme al gioiello rinascimentale per eccellenza, Urbino: un ambiente fatto di piccoli centri, ma ricco di arte e di storia, che attraverso la vita e l'opera di don Giuseppe Fini torna per noi ad essere vivo e presente." -
Gli inni nazionali del mondo
Un tempo relegati alla singola nazione e alle sue cerimonie, con il diffondersi della televisione e dei grandi avvenimenti sportivi, gli inni nazionali sono diventati ormai noti a un vasto pubblico. Però questi brani, che per gli abitanti dei rispettivi paesi sono familiari e dati per acquisiti, sollevano delle domande precise. Perché sono stati composti? E da chi? E la loro musica a cosa si ispira? E che genere di musica sono? Valida, non valida, bella, brutta, mediocre? A un pubblico abituato alla musica classica, molti inni evocano immediatamente paragoni evidenti: la musica operistica italiana del primo Ottocento, ma anche il grande sinfonismo tedesco. E questa lunga e complessa ricerca, frutto di più di quaranta anni di ricerche, dà la risposta a tutti questi interrogativi, collegando ovviamente l'esistenza degli inni alla storia delle singole nazioni, ma anche rilevandone lo stretto rapporto con la musica classica, sia perché in molti casi gli autori sono celebri compositori, sia perché, al contrario, i temi vengono citati, parodiati, variati in partiture classiche. Questo libro affronta anche questo aspetto e analizza tutti i brani collegati con gli inni nazionali; non si limita alla pubblicazione degli inni per finalità pratiche, ma li inquadra anche nel loro contesto storico e culturale. -
Giulio Litta Visconti Arese. Musicista, mecenate e patriota nella Milano dell'Ottocento
"Riescì uno dei migliori compositori dilettanti che vantasse l'Italia"""": così Carl Schmidl giudicò Giulio Litta Visconti Arese (Parigi 1822-Vedano al Lambro 1891) nel suo Dizionario universale dei musicisti. Ma chi fu il conte, poi duca Giulio Litta? Ormai dimenticato dai più, al suo tempo fu uno dei più stimati e popolari personaggi della Milano risorgimentale e degli anni dell'Unità d'Italia. Questo lavoro si prefigura di presentare Giulio Litta nella sua ecletticità: fervente patriota, generoso mecenate ma soprattutto nobile compositore di musica. Attraverso la lettura e l'analisi di un'ampia disponibilità di documenti d'epoca tolti dalla pubblicistica del tempo, da documenti di famiglia e lettere autografe (che formano un ampio corredo del libro) e da partiture, viene ricostruita la biografia volutamente intrecciata con la storia delle sue composizioni musicali - durata un quarantennio cercando di ricostruire nella mente del lettore, a mo' di mosaico, il brulichio di eventi, accadimenti, racconti, esecuzioni, ma anche curiosità, personaggi e quant'altro abbia caratterizzato la vicenda biografica, artistica e di mecenate di Giulio Litta Visconti Arese. Illustrazioni, elenco cronologico delle composizioni, catalogo delle opere e apparato bibliografico completano e arricchiscono il lavoro." -
Martha Argerich. L'enfant et les sortilèges. Ediz. italiana e francese
“Genio del pianoforte”, “miracolo della natura”, “ciclone argentino”, o ancora “leonessa della tastiera”: non mancano certo le definizioni per evocare la personalità di Martha Argerich. Nata nel 1941, la leggendaria pianista argentina, applaudita sulle scene internazionali da vari decenni, affascina per la potenza delle sue esecuzioni e per il mistero della sua personalità. Il suo temperamento indomabile, il carattere libero e indipendente ne fanno un personaggio davvero atipico nel mondo della musica classica. In una narrazione costellata di aneddoti inediti e di sorprendenti rivelazioni, Olivier Bellamy dipana le fila di una vita ricca di eventi e di sviluppi imprevedibili: dall’infanzia in Argentina, quand’era bambina prodigio a Buenos Aires, passando per gli studi di perfezionamento dapprima a Vienna con Friedrich Gulda e quindi ad Arezzo e Moncalieri con Arturo Benedetti Michelangeli, per arrivare all’esplosivo debutto ad Amburgo, ai trionfi del Premio Busoni di Bolzano e del Concorso “Chopin” di Varsavia, fino agli anni più recenti, caratterizzati anche da momenti di crisi, da rinunce ai concerti e ancora da trionfali ritorni... Di città in città (Buenos Aires, Vienna, Bolzano, Amburgo, New York, Ginevra, Bruxelles, Londra, Rio de Janeiro, Mosca...), attraverso i suoi colleghi musicisti, gli amori, le amicizie, il libro delinea il ritratto intimo di un’artista dalla profonda umanità. -
La scuola del respiro. Antologia commentata delle testimonianze sulla respirazione nel Belcanto
Antologia commentata delle testimonianze sulla respirazione nel BelcantornrnÈ opinione condivisa che la respirazione sia il fondamento del canto, eppure gli insegnamenti che possiamo leggere al proposito in alcuni metodi di canto tra i più antichi e famosi, sono molto diversi da quelli diffusi attualmente. Dobbiamo considerarli errati, rifiutando il confronto con i princìpi basilari di quella che fu definita “La scuola del respiro”? O, più ragionevolmente, dobbiamo supporre che, nel corso della storia, i cantanti di scuola italiana abbiano utilizzato diverse maniere di respirare? La questione non è di poco conto se, appunto, si dà importanza alla respirazione nel canto, e si considera che il repertorio del Settecento e del primo Ottocento è tornato prepotentemente ad appassionare il pubblico. Questo libro offre l’occasione di guardare alla respirazione del canto da una prospettiva inedita; per farlo raccoglie e commenta le principali testimonianze sulla respirazione riconducibili alla didattica della vocalità fiorita, ne delinea i caratteri fisici, le motivazioni pratiche, e propone alcune plausibili ipotesi sul motivo per cui essa fu progressivamente abbandonata. Un percorso che si snoda fra storia, prassi esecutiva e didattica, ponendo al centro l’esperienza viva del cantante che, oggi come due o trecento anni fa, si avvicina al Belcanto.