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Uno sguardo dal palco. Tante voci tra cronaca, romanzo & realtà fin sull'orlo degli abissi della storia
Un florilegio di racconti biografici su tante voci della lirica, al limite di romanzo breve o anche non più che flash su squarci di vita fin qui ignoti, quando mantenuti entro invalicabili confini di privacy, quando emersi da fortuite ricerche. Sotto il comune denominatore dell’eccezionalità di eventi che ne hanno governato o mutato il corso esistenziale, leggeremo di figure musicali soltanto apparentemente intoccabili in una loro umanissima essenza, di giovani creature coinvolte e travolte da maternità (e paternità) fatali od anche da intrecci avviluppati. Troveremo meteore niente affatto labili nei mutevoli cieli dello spettacolo e, infine, creature vittime di tempi che non furono affatto felici come si contrabbanda: Mafalda Salvatini, Beniamino Gigli, George Gershwin, Anita Cerquetti, i Ricci, le due Marchisio, le tre sorelle Stolz ed ancora altri memorabili, nemmeno ignorando Tebaldi e Callas, Verdi, Puccini, Caruso e la Ponselle, sovrane e granduchi, non senza colpi di pistola e segreti di stato, reinventati dal vero, fin sugli abissi della storia, dove tutto è talmente vero da sembrare inventato, e tutto è talmente ben inventato da sembrar vero, come si usa dire anche dei fiori finti e di quelli creati in serra, di vite intere o di squarci esistenziali, vere realtà romanzesche per l’incredibile fantasia con cui la vita ne ha connotato l’essenza. -
Manuale wagneriano per la disabilità. Ideologia e metodo per una didattica inclusiva
È possibile insegnare a disabili gravi senza saperli immaginare diversamente? Si può parlare a un bullo senza avere la capacità di proiettarlo fuori dalle dinamiche di gruppo? E ad un ragazzo geniale, come rivolgersi? Quali parole usare? Lorenzo da Mestre, professore di sostegno di Ricky, un ragazzo disabile grave, con il ""Manuale wagneriano per la disabilità"""", riesce a creare un percorso di vita nel quale il suo alunno viene coinvolto in un'incredibile metamorfosi. Solo la sensibilità wagneriana di Lorenzo da Mestre consente questo passaggio. Per Giuseppe Sinopoli “Wagner è la resa di Freud in musica”. Nel wagnerismo c'è tutta quella filosofia della vita che, partendo da Schopenhauer e passando per Nietzsche, permette di comprendere gli archetipi interiori dell'uomo moderno. Gli attributi divini degli eroi wagneriani, potrebbero essere diagnosticati come patologie, come disabilità se non interpretati attraverso uno sguardo filosofico-estetico. Tutti noi siamo disabili ed è la nostra percezione degli altri che ci consente di vederci diversamente. L'esperienza wagneriana è un'esperienza molto forte, una vera e propria droga, una malattia — dice Nietzsche — da cui è affetto lo stesso Lorenzo da Mestre. Quale diagnosi per un wagneriano? Dopo la lettura di questo libro sarà ancora possibile non essere wagneriani?"" -
Il canto e la grazia. L'universo delle cantate di Bach
Stando al necrologio pubblicato dopo la morte di Johann Sebastian Bach, il musicista avrebbe realizzato cinque cicli completi di Cantate sacre. Quelle che noi conosciamo fanno parte di tre cicli non del tutto completi, mentre un quarto ciclo è ridotto a pochi titoli e del quinto non c'è più nulla. Nonostante le gravi perdite, le Cantate bachiane costituiscono un corpus di musiche di eccezionale qualità artistica, oltre che la testimonianza di una spiritualità altissima, secondo la quale “dove c'è della musica devota, Dio è sempre presente con la sua Grazia” (Bach). Ciò che colpisce di questo repertorio è la varietà dell'ispirazione, la complessità della scrittura, la ricchezza della strumentazione, la traduzione musicale della parola sacra attraverso un percorso retorico di inedita valenza, valori posti al servizio di creazioni che avevano lo scopo di commentare attraverso la musica i testi di ispirazione religiosa utilizzati, fornendo nel contempo un percorso esegetico ed etico impareggiabile. Questo libro vuole fornire ad un lettore interessato alla musica - anche se non competente o storicamente agguerrito - una lettura di tutte le Cantate sacre giunte fino a noi disposte in ordine cronologico, fornendo tutti i dati necessari per inquadrare ogni composizione nel suo contesto religioso, formale, stilistico, linguistico e retorico, inserendo un'ampia Appendice dedicata alle Cantate profane, anch'esse disposte in ordine cronologico e selezionate allo scopo di fornire una gamma esauriente di tipologie, di stilemi, di soluzioni espressive. -
Il mito e il sacro in Richard Wagner. Sacrificio e redenzione nell'opera d'arte totale
La musica ci emoziona, cura, aizza, incita e ipnotizza. Perché? È la religione, nata dallo spirito di un sacrificio, compiuto dagli uomini in cerchio attorno alla vittima. Il teatro è un cerchio, che circonda l’attore. Il gesto mima il rito; il testo è una preghiera e la musica la ritma. La musica è una religione. Richard Wagner aveva capito tutto e ancora oggi il suo rito si rinnova. Dall’antico Egitto alla Grecia, per le strade di Roma e più su verso i ghiacci del Nord, l’Occidente ha maturato una consapevole identità di sé, che questo libro tenta di svelare attraverso la lettura dei miti che l’hanno saputa edificare passo dopo passo. Siamo in un laboratorio con un microscopio in grado di osservare i filamenti del nostro DNA. È stato René Girard a costruirlo per primo a cavallo tra XX e XXI secolo al quale il libro è dedicato assieme a Richard Wagner, che un secolo prima l’aveva messo in musica coi suoi Drammi. L’ultimo capitolo osserva come questo ideale laboratorio continui a mostrarsi valido anche sul palcoscenico del Bol’šoj nel 1940, quando ad Ejzenštejn fu commissionata la regia della Valchiria, secondo capitolo dell’Anello del Nibelungo di Wagner. -
Il flauto di Mozart. Trattato su tutte le opere per flauto di Wolfgang Amadeus Mozart
Wolfgang Amadeus Mozart in una lettera del 14 Febbraio 1778, indirizzata al padre, riferendosi al flauto, scrive “divento abbastanza impotente quando sono obbligato a scrivere per uno strumento che detesto”. Questa frase, spesso ripetuta senza contestualizzarla nel particolare momento in cui fu dettata, è divenuta come una sorta di sentenza senza appello sulla considerazione di Mozart nei confronti dello strumento. Tuttavia la silloge delle opere scritte per flauto contiene capolavori e soluzioni geniali così come funzionale ed efficace, anche da un punto di vista tecnico, appare il vasto utilizzo dello strumento nelle compagini orchestrali mozartiane. Nel presente lavoro ho raccolto una serie d'informazioni, che potranno riuscire utili sia ai flautisti i quali si avvicineranno per la prima volta a Mozart sia a quelli maggiormente esperti. Dall'ipotizzata insofferenza per il flauto alla genesi delle composizioni conosciute e quelle andate perdute. Dall'apporto di Brahms alla prima realizzazione del Concerto in Re Maggiore K314, all'intenso rapporto che Mozart ebbe con il flautista Johann Baptist Wendling. Dagli aspetti concernenti gli abbellimenti, alle Cadenze per i concerti, alle esecuzioni e incisioni storiche di riferimento. La musica di Mozart ha necessità d'essere affrontata avendo la consapevolezza che la capacità di restituirla nel miglior modo possibile muterà in relazione alle nostre acquisizioni culturali. Considerando comunque che qualcosa, della profondità e del magico gioco di proporzioni, continuerà sempre ad affascinarci. -
Recitar suonando. La didattica pianistica del Duemila
Nel corso dell'Ottocento piovvero sul mercato centinaia di metodi per lo studio del pianoforte. Metodi che venivano banalmente intitolati Metodo. Charles Hanon, nato nel 1819, da piccolo genio della psicopubblicistica ebbe invece l'idea di intitolare il suo metodo “Il Pianista virtuoso”. Il messaggio subliminale era che con i metodi si diventava pianisti e che con Hanon si diventava virtuosi. E così i metodi dell'Ottocento, anche i più reputati come quelli di Clementi, di Hummel, di Czerny, di Lebert e Stark fanno oggi parte della storia, mentre il Pianista virtuoso è ancora ben radicato nell'attualità e i suoi esercizi vengono martellati da legioni di principianti e di professionisti. I metodi sono trattati di tecnica pura, cioè della morfologia e della sintassi che in passato precedevano e condizionavano lo studio delle lingue straniere. Oggi l'apprendimento delle lingue non inizia più con la morfologia e la sintassi ma con la conversazione, come avviene del resto nell'apprendimento della lingua materna, e la morfologia e la sintassi sono riservate a un momento successivo dello studio. La tecnica pura continua invece a precedere o per lo meno ad accompagnare cocciutamente l'apprendimento della musica. E questo è un segno della mancata evoluzione della didattica, un segno che non è il solo ma sicuramente uno dei motivi della progressiva rarefazione dei dilettanti che la musica dovrebbero studiarla da dilettanti. In una didattica del pianoforte che volesse scrollarsi di dosso un po' della polvere che la ricopre e che la soffoca il Pianista virtuoso di Hanon non sarebbe in realtà del tutto inutile ma costituirebbe un punto di arrivo, un testo di perfezionamento, non di base. E lo stesso sarebbe per il legato, per le posizione della mano, per l'andare a tempo, ecc. ecc. ecc. “Recitar suonando” propone un approccio allo strumento basato su questo principio. Non è però un metodo di diverso conio. È una raccolta di materiali che, sgombrato il campo dalle credenze e dalle superstizioni, invita i catecumeni a creare per loro uso, cercando e sperimentando, un metodo personalizzato, un cammino che permetta loro di raggiungere i risultati alla loro portata e di godere della musica senza farsi martirizzare dalla tecnica pura (e dal solfeggio parlato) sul cui altare la didattica tradizionale brucia ancora incensi e profumi. -
E fia ver?... Improbabili logiche in libretti d’opera
E perché? Perché, sostiene l’autore, nella lirica a suscitare emozioni e sentimenti conta soltanto il fascino incommensurabile e sovrastante della buona musica... Esplicitamente paradossale, questo libro indica con bonaria ironìa una serie di scarse o del tutto assenti carenze di logica individuabile — in termini di tempi, o spazio, o situazioni — nei testi di parecchi libretti di opere liriche tra le più note sulle quali hanno composto musica autori che vanno da Mozart a Verdi, da Puccini a Wagner, da Mascagni a Leoncavallo a Cilea. Un esempio per tutti? Nel Don Giovanni del grande salisburghese nel giro di poche ore risulta per l’assassinato commendatore già realizzata una statua con relativa iscrizione mortuaria... Ciò non toglie che il libro poi si concluda con una appassionata dichiarazione d’amore per le opere liriche che pure di incongruenze del genere ne ospitano in abbondanza. -
La misteriosa dedicataria. Il mistero del Concerto in Mi bemolle maggiore K 271 di Mozart
Le circostanze che hanno portato alla composizione del Concerto per pianoforte in Mi bemolle maggiore K 271 di Mozart sono avvolte nel mistero. L'identità della dedicataria è discussa, come lo è il suo nome, che non è identico neanche nelle lettere dei Mozart (padre e figlio). L'autore sposa la tesi che lei sia stata una valente strumentista del fortepiano, negli anni in cui questo strumento si stava affermando. La dedica rappresenta l'occasione per fantasticare, fra realtà e immaginazione, storia e fantasia, l'incontro con lei a Salisburgo del ventenne Musicista, la creazione di un'opera eccezionale come il Concerto e l'innamoramento del Musicista, non ricambiato dalla ragazza. L'autore “fantastica” addirittura che questo rifiuto sia stato alla base della creazione del mirabile Andantino. Dopo il racconto del loro rincontro a Parigi l'anno successivo e delle sfortunate vicissitudini del Musicista in questa città, la narrazione si snoda con l'incredibile sorpresa che la sconvolge da vecchia, non ritrovando a Vienna la tomba del Musicista, e con l'incontro, che l'autore immagina avvenga fra lei e la più nota dedicataria di una Sonata di Beethoven. Le due donne sono accomunate, con il loro “povero nome” a quello imperituro dei due grandi compositori. I dolci ricordi della giovinezza, della frequentazione con il Musicista, dell'amore inattuato e perduto si alternano nell'ultimo scorcio della sua vita londinese a rimpianti e dubbi, interrogativi e riflessioni, gioie e delusioni. Ma lei non smetterà mai di amare il suo strumento e l'opera che le era stata dedicata. Il lettore è portato a riflettere e meditare sul sentimento della memoria, su quello che nella propria vita si è o non si è fatto, si è voluto o non si è voluto fare ed è coinvolto in un crescendo di attesa e di curiosità della conclusione, che giunge quasi ineludibile, se si pensa alla psicologia del personaggio. -
La visita. Storia di un viaggio agli estremi confini della musica
A metà del ’700 un giovane musicista tedesco, promettente organista del Duomo di Milano, riceve il misterioso invito per una convocazione da tacere a tutti, rivoltagli in gran segreto da un grande maestro dell’epoca. Sorpreso ed onorato attraverserà tutta l’Europa e, giunto a destinazione, conoscerà il motivo di tanta prudenza. Il grande maestro, frugando tra i sofferti rimandi della sua memoria, giungerà alla fine a rivelare un inconfessabile segreto rimasto celato dietro le note di alcuni fogli di musica ormai ingialliti. Il giovane ospite verrà così a conoscenza della genesi inquietante e tormentata di quella musica misteriosa e incompiuta, le cui radici affondano sorprendentemente nella sua stessa integerrima famiglia. Lo scontro irrisolvibile tra il sacro e il profano diventerà, alla fine, l’angoscioso turbamento che pervaderà l’animo dei due musicisti. E in ultimo il racconto porterà il giovane maestro ad approdare alla sconvolgente rivelazione finale, dopo la quale lo assillerà il dubbio: rivelare o meno al mondo il contenuto di quella confessione e il suo sconcertante segreto? -
La lirica, scusate, non è una cosa seria. Maestri, cantanti, orchestrali e tecnici all'Opera
L'opera lirica vissuta e ritratta da dietro le quinte. Un racconto inizialmente serio, poi comico, visionario, surreale dei suoi artisti, eternamente sospesi “tra estasi e inferno, tra sublime e patologia”. Attraverso una serie di bozzetti psicologici saldamente ancorati alla vivacità e alla attualità del lavoro quotidiano, l’odierno mondo della lirica affiora nella sua variopinta complessità.rnTutto sommato, una impertinente dichiarazione d’amore dell'autore, che di quel mondo è parte. -
Un ponte di musica. Itinerari dell'opera italiana in America-A bridge of music. Itineraries of Italian Opera in America. Ediz. bilingue
Testi di: Claudio Orazi, Paolo D'Achille, Barbara Faedda, Francesco Zimei, Emanuele Senici, Marco Targa, Ignazio Macchiarella. Con testimonianze di Frank Alfieri e Martin Scorsese. -
Reynaldo Hahn. Compositore, interprete, critico
In questo libro, articolato in Vita, Scritti e Opere, Giuseppe Clericetti continua l'esplorazione del mondo musicale francese tra Otto e Novecento, e ci accompagna in un'esemplare e opportuna rivalutazione di un musicista di classe, elegante e raffinato, dotato di talento e sagacia, per troppo tempo negletto. Compositore, cantante, pianista, direttore, critico, conferenziere, saggista, traduttore: Reynaldo Hahn (Caracas 1874-Parigi 1947) è tutto ciò. Compone in vari generi, dalla musica da camera a quella concertistica, dal pianoforte alle mélodies (più di cento), opere e operette, raggiungendo vette qualitative che stiamo oggi apprezzando; è un brillante esecutore, con registrazioni che testimoniano una raffinatezza e una libertà ancora non scalfite dall'appiattimento interpretativo instauratosi a partire dal secondo dopoguerra; nei suoi scritti troviamo una vivacità che ce lo rende vicino, oltre a una consapevolezza storica e stilistica ante litteram. -
Il suono rosso
Un romanzo musicale sul filo della memoria, dove un vecchio violoncellista la cui esistenza si è spezzata nell’orchestra di Auschwitz passa il testimone a un giovane collega alla ricerca del senso perduto della musica. -
Il respiro del suono. Riflessioni sulla scrittura compositiva e la poetica musicale di Daniele Venturi. Ediz. bilingue
Cinquanta interviste a cinquanta interpreti della sua musica.I tre piani d'indagine dell'opera sono stati: il lavoro concettuale, artistico e artigianale di Daniele Venturi, la decifrazione della sua notazione musicale e il suo stretto rapporto con gli esecutori. Per far ciò si sono raccolte cinquanta interviste a cinquanta interpreti della sua musica. Tramite il confronto diretto con l'autore, ho analizzato una serie di composizioni di Venturi appartenenti a varie fasi compositive. L'indagine si è focalizzata, in particolare, sulla poetica musicale del compositore emiliano, artista particolarmente impegnato nella ricerca e nella sperimentazione musicale. Lo studio, infine, ha voluto mantenere centrale il rapporto tra la profonda spiritualità di Venturi e la sua musica, nella quale si fondono, in stretta simbiosi, misticismo, lirismo e un forte lavoro artistico e artigianale sulla materia sonora [Renzo Cresti]. -
Lettere da Sanremo (1877-1878)
Introduzione di Valerij Sokolov. -
Chopin: i valori traditi e riconquistati. Con altri nuovi saggi di musisociologia
Prefazione di Domenico De Masi. -
Sessant'anni insieme, mano nella mano
"Giuseppina e Bettino come i due alberi di ovidiana memoria, lei il tiglio ormai radicato nei giardini del cielo, lui la quercia ancora aggrappata a questa terra matrigna, continuano tenacemente a intrecciare le loro fronde, avviluppati in un abbraccio che attraversa il tempo e vince la morte. Le ragioni del cuore non conoscono confini, si fanno sospiro, parola, musica, diventano poesia, respiro di un'anima""""." -
Girasole e altre storie
Piccole storie di prodigi che nascono dai sogni ribelli e dai desideri dei bambini; racconti di personaggi lunatici, a volte incongrui, di oggetti dimenticati dalla pigrizia e dall'ignavia degli adulti, che prendono vita e parola; storie scritte col tocco leggero degli acquerelli, narrate con delicatezza e titubanza. Nello stile narrativo della fiaba, Anna Rosa trova una chiave per scorrazzare in un mondo liberato dalla storia ufficiale, per una sorta di congenita inimicizia con il potere da cui si arguisce abbia per lei origine l'infelicità del mondo. Storie sommessamente autobiografiche, ma con tentacoli che si allungano su trame generazionali, scritte per dare speranza ai nuovi adolescenti, perché possano fuggire dalla città dei cattivi. Come in una fiaba, per l'appunto. -
E poi? Mangeremo bulloni! Le follie degli uomini nella gestione dell'ambiente
Scrive l'autore in apertura del suo libro: ""Un giorno, in epoca non troppo remota, mangeremo bulloni, e, anziché sangiovese, ci berremo dietro un bel bicchiere di minio. E poi? Non vi dico come andrà a finire, perché già lo potete immaginare da soli. [...]. La risposta viene dalla riflessione di un capo indiano risalente al 1850: Quando l'ultimo albero sarà stato abbattuto, l'ultimo fiore avvelenato, l'ultimo pesce pescato vi accorgerete che non si può mangiare il denaro"""". A partire di qui, Luciano Baruzzi, per una vita insegnante di geografia, affronta in un denso giro di pagine i problemi più rilevanti dell'ambientalismo contemporaneo (i terremoti, le centrali nucleari, le energie rinnovabili, lo stretto di Messina, i prodotti transgenici...) e insieme mostra la centralità delle discipline geografiche oggi colpevolmente emarginate nella formazione dei giovani e di una coscienza civica consapevole della casa planetaria dell'uomo."" -
Signore di Romagna. Le altre leonesse. Dame, amanti e guerrieri nelle corti romagnole
Si propongono qui le vicende delle figure di donna che, presso le corti romagnole, si fecero protagoniste di una storia insieme splendida e sanguinaria. Passano così nel libro: gli amori tragici di figure immortali come Francesca da Rimini e Parisina Malatesta; i tradimenti finiti nel sangue, nei quali le donne furono ora vittime come Barbara Manfredi, ora implacabili congiurate come Francesca Bentivoglio; gli eroismi di Signore entrate nel mito, capaci di ergersi al modo di impavide guerriere, come nel caso di Cia degli Ordelaffi, e di Diamante Torelli; le raffinate figure di Isotta degli Atti e di Violante Malatesta, testimoni e forse ispiratrici dei due capolavori del Rinascimento romagnolo: il Tempio Malatestiano di Rimini e l'aurea Biblioteca Malatestiana di Cesena, ""memoria del mondo"""".""