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La strage di piazza Fontana
17 morti e 88 feriti. Furono queste le terribili conseguenze dell'ordigno collocato nella sede milanese della Banca dell'Agricoltura, a piazza Fontana. Della terrificante esplosione, il 12 dicembre del 1969, si disse inizialmente che fosse dovuta allo scoppio di una caldaia... poi si urlò alla pista anarchica, senza preoccuparsi di arrestare persone completamente estranee ai fatti, né di essere causa – vedi quanto accaduto nei locali della questura a Giuseppe Pinelli – della morte di altri innocenti. La realtà, a lungo taciuta tanto dalle istituzioni quanto dai mezzi di informazione, parla di una mano fascista e di finanziatori in doppio petto: ma chi aveva interesse, cinquant'anni fa, a insabbiare le indagini? Chi, ancora oggi, preferisce censurare quello che resta l'episodio-cardine della lunga stagione della strategia della tensione? Con il rigore che contraddistingue il suo lavoro, Saverio Ferrari torna sulla scena della strage per svelare i nomi e i cognomi nascosti dietro le conventicole fasciste e le associazioni padronali che progettarono ed eseguirono la carneficina di piazza Fontana, alla ricerca di una verità che i poteri forti e le istituzioni deviate continuano a insabbiare. -
Una vita intera. Memorie di un operaio internazionalista
Qual è il filo rosso che, dalle piazze del '77, si dipana unendo in un'unica storia di amicizia e di lotta il Nicaragua della rivoluzione sandinista e la Palestina? Qual è stata la spinta che ha portato lo stesso gruppo di persone – lavoratori dei cantieri romani – a imbracciare chitarre e microfoni con la Banda Bassotti e a portare la solidarietà concreta della Carovana Antifascista ai ribelli del Donbass? David Cacchione, fondatore della stessa Banda Bassotti, non ha dubbi e risponde tirando in ballo la determinazione – innata nella classe operaia – e la forza del collettivo: protagonisti assoluti di un libro in cui, mettendo nero su bianco le memorie di un operaio internazionalista, Cacchione dà voce alla straordinaria esperienza di un gruppo di amici che, partendo dai cantieri romani, sale sui palchi di tutto il mondo, raccogliendo ovunque la voce dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati e restituendo il senso di una storia al tempo stesso personale e collettiva. -
La compagna P38. Ascesa e caduta della Brigata Primavalle
Quattro giovani, sul finire dei tormentati anni Settanta, compiono un percorso politico radicale che - all'indomani del sanguinario e spettacolare sequestro di Aldo Moro - li porta a ""entrare"""" nelle Brigate Rosse. Animati più da un sentimento di giustizia e di ribellione che da una fede nella dottrina marxista-leninista, Ermes e compagni saranno coinvolti nella spirale di cieca violenza che coinvolge le organizzazioni armate a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta. Impareranno a loro spese di potersi fidare solo gli uni degli altri, dormendo ogni sera in case diverse, la pistola letteralmente sotto al cuscino. Leader riconosciuto della sua «colonna», nel 1980 Ermes entra a far parte della direzione strategica delle Br. Per gli altri brigatisti """"storici"""" Ermes e compagni sono come fumo negli occhi, considerati poco più che cani sciolti, più preoccupati di contrastare gli uomini della Banda della Magliana e la diffusione dell'eroina, che di colpire """"il cuore dello Stato"""". Il loro pane quotidiano non sono gli infiniti pedinamenti degli uomini politici del pentapartito o la riscrittura calibrata di cervellotici comunicati stampa, quanto l'eliminazione degli uomini del racket o la distruzione a colpi di tritolo del commissariato di quartiere."" -
Teologia dell'insurrezione. Thomas Müntzer e la guerra dei contadini: una rivolta di popolo nel cuore dell'Europa moderna
Ai tempi della Riforma protestante, tra il 1524 e il 1526, mentre la predicazione di Lutero e lo stesso ruolo del monaco agostiniano si rivelavano perfettamente compatibili con lo status quo, nei territori di lingua tedesca del Sacro Romano Impero masse crescenti di diseredati iniziarono a recepire in modo assolutamente nuovo il senso delle Sacre Scritture. Fu così che, se ogni uomo è stato creato uguale, come il cristianesimo dice di insegnare, quell'uguaglianza iniziò a essere pretesa sul serio, accendendo una rivolta senza precedenti nel cuore dell'Europa. Alla testa dei ribelli, un pastore originario della Bassa Sassonia, Thomas Müntzer, secondo cui era possibile spiegare ogni ingiustizia commessa sulla pelle del popolo e ogni sofferenza a cui lo stesso popolo era costretto con la demoniaca alleanza che, nel nome del profitto, aveva sottratto agli ultimi persino la parola di Dio. La Riforma, in questo modo, si trasformò ben presto in Rivoluzione: una guerra dei contadini a cui Martin Freiberger rende il giusto tributo storiografico, esplorando quel terreno misconosciuto in cui, insopprimibili, affondarono le radici teologiche della rivolta. -
Federico Ovunque. Dal sangue sul selciato agli striscioni rimossi dagli stadi: il caso Aldrovandi e la storia di una battaglia per la giustizia, la memoria e la verità
"Federico Aldrovandi aveva solo diciotto anni la notte in cui, per le strade di Ferrara, incrociò il suo destino con quello di una pattuglia della polizia. Era il 25 settembre del 2005 e, da quel momento in poi, mentre Federico - picchiato a morte - veniva costretto a restare un ragazzo per sempre, un'incredibile macchina del fango provò in tutti i modi a screditare la sua figura, aggiungendo dolore al dolore già immenso che i rappresentanti dello Stato avevano provocato ai genitori e agli amici di Federico, come a tutti i familiari delle tante vittime degli abusi in divisa in Italia. Contro questa particolare razza di speculatori, la storia di Federico Aldrovandi viene raccolta, protetta e raccontata dal basso. In modo particolare, negli stadi di mezzo mondo il volto di Federico diventa un vessillo capace di sfidare il cielo insieme ai divieti con cui la polizia tenta di rimuovere le bandiere che ricordano l'atroce delitto. Federico ovunque nasce per raccontare questo ennesimo scandalo ma anche per festeggiare la determinazione con cui una parte importante del movimento ultras ha sfidato la legge in nome della giustizia e della verità"""". Prefazione Lino Giuliano Aldrovandi." -
Skinhead nation
Dopo aver scritto ""Spirit of '69. La bibbia skinhead"""", pubblicato da Hellnation Libri, George Marshall torna sul luogo del delitto per dare voce, rigorosamente dall'interno, al culto skinhead così come questo si presentava al mondo tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta. Non solo Regno Unito, dunque, ma Europa e Stati Uniti sono il contesto in cui vive la nazione skin raccontata da Marshall con la sua proverbiale sincerità e la nota voglia di fare i conti con i luoghi comuni allarmistici che, fin dai primordi, hanno trasformato lo skinhead nel capro espiatorio perfetto: il folk devil buono per tutte le stagioni nonché il bersaglio preferito dai sepolcri imbiancati di ogni risma. Perché il tempo passa ma, mentre gli skin continuano a calcare con i loro scalponi una scena sempre più ampia, resta valido il detto secondo il quale «esistono tre generi di bugie: le bugie, le dannate bugie e le bugie sugli skinhead»."" -
La guerra nascosta. L'Italia nella crociata contro la Russia sovietica (1918-1920)
Sebbene il centenario della conclusione della prima guerra mondiale abbia stimolato numerose pubblicazioni, il rinnovato interesse sull'argomento non è riuscito a misurarsi con un tema come quello riguardante la Russia sovietica e la guerra civile che, dopo la rivoluzione d'Ottobre, costrinse la neonata Armata Rossa ad anni di sanguinose battaglie. In modo ancora più preciso, la ""guerra nascosta"""" di cui parla Francesco Giliani riguarda la straordinaria ondata di mobilitazioni che, ovunque, salutò la nascita della Repubblica dei Soviet con tumulti e - per quanto riguarda gli eserciti dei paesi imperialisti - ammutinamenti. Perché anche se i bollettini ufficiali restituirono un'immagine oleografica della vita dei battaglioni inviati contro il paese dei Soviet, la parola d'ordine «fare come in Russia» fu adottata spesso dagli stessi soldati italiani. Inoltre furono molte centinaia i coscritti che scelsero di disertare pur di non combattere contro i sovietici e che, addirittura, finirono per passare direttamente nelle file dell'Armata Rossa, diventando i protagonisti misconosciuti di una straordinaria epopea internazionalista a cui questo libro vuole rendere il giusto tributo storiografico."" -
Il lavoro della talpa. Percorsi rivoluzionari in Italia dalla fine degli anni Ottanta ai giorni nostri
Nella grande maggioranza delle opere dedicate all'analisi del periodo compreso tra la fine degli anni Ottanta e i nostri giorni, le parole ""riflusso"""" e """"disincanto"""" risuonano con ossessiva ripetitività, come se in questi decenni non fosse esistita alcuna prospettiva alternativa al vigente ordine delle cose. Ciò è ancora più vero se lo sforzo è funzionale a una narrazione in cui il migliore dei mondi possibili resta quello in cui già viviamo: il capitalismo. Si tratta di una situazione paradossale, considerando che la generalizzata condizione di devastazione ambientale e impoverimento della popolazione sta alimentando una ripresa delle lotte in molte zone del pianeta. Nella realtà dei fatti, quindi, la storia appare tutt'altro che """"finita"""". A testimoniarlo, i diversi progetti capaci di proseguire l'impegno con coerenza e coraggio: posizioni politiche demonizzate dai media e represse dallo Stato proprio perché, nella società come nelle carceri, hanno mantenuto aperta la prospettiva rivoluzionaria. A questi percorsi, valorizzandone gli aspetti problematici e vitali, """"Il lavoro della talpa"""" è dedicato."" -
Il bisturi e la spada. La storia di Norman Bethune. Dalla Spagna della guerra civile alla Cina della rivoluzione, la vita straordinaria di un medico in lotta contro la pandemia del capitalismo
Un'impeccabile ricerca storica dedicata alla vita di Norman Bethune: sostenitore convinto della necessità di un sistema sanitario pubblico e, in qualità di chirurgo, attivo sia nei quartieri popolari canadesi che sui campi di battaglia della guerra civile spagnola e della rivoluzione cinese. Parte di quell'avanguardia internazionalista in grado di riconoscere immediatamente la gravità della minaccia fascista, Norman Bethune approdò al comunismo osservando come fosse impossibile portare avanti un discorso sulla salute pubblica senza mettere radicalmente in discussione ciò che impedisce il dispiegarsi di una vera sicurezza sociale. Impegnato in prima persona nella durissima lotta contro la tubercolosi, Bethune ebbe modo di toccare con mano i perversi legami tra malattia, disoccupazione, condizioni abitativa e, quindi, appartenenza di classe. Per questo non tardò a mettere la sua vita al servizio di una sfida ancora più grande: la sconfitta della stessa pandemia capitalista che, ovunque, subordinava i più elementari diritti umani al profitto di pochi. Introduzione di Enrique Ubieta Gomez. Postfazione di Cristiano Armati. -
Privatizzare la democrazia. Il capitalismo globale e l'alienazione del Diritto nell'Unione Europea
«La sola cosa che sappiamo, a monte, è che l'ugua-glianza non “succede”, l’uguaglianza si promuove, si costruisce, si impone». Al giorno d’oggi, di cosa ha bisogno una comunità politica per potersi realmente dire “democratica”? Una simile domanda è tutt’altro che “innocente” conside-rando che, per rispondere, è necessario partire esat-tamente da ciò che nega una simile eventualità e, di conseguenza, procedere a una serrata analisi delle teo-rie e, soprattutto, delle pratiche del capitalismo glo-bale. Ed è esattamente questo il percorso seguito da Jule Goikoetxea Mentxaka: una ricerca votata alla sco-perta delle modalità con cui si sta completando una vera e propria privatizzazione della democrazia. A li-vello di Unione Europea e, con un particolare riferi-mento allo stato spagnolo, in territori come il Paese Basco e la Catalogna, dove l’esproprio violento della stessa volontà popolare avviene sotto gli occhi di tutti, negando il presupposto stesso della democrazia: la possibilità di incidere collettivamente sul presente per determinare dal basso il proprio futuro. Cionono-stante, avvisa la Goikoetxea, è esattamente nella natura incompiuta della democrazia la chiave di un possibile superamento dello stato di cose presente. Perché è in una simile, tragica, mancanza che si genera il conflitto che, permanentemente, obbliga tutte le generazioni a lottare per la loro emancipazione. -
L' amore è un accollo. Poesie (quasi) romantiche
"Erotiche e ironiche, tenere e al tempo sferzanti, innamorate persino nella disillusione e dolci anche quando piangono e, nel sorridere, riflettono, commuovono e feriscono... Così sono le parole cantate da Giulia Ananìa: romane come la lingua universale che fu di Pier Paolo Pasolini e di Gabriella Ferri, stradaiole per vocazione girovaga di un'autrice dalle radici capaci di estendersi da Trastevere a Bombay; e, come uno scalpello, capaci di cesellare in un tempo via via crudele e indifferente quegli attimi di assoluto stupore a cui si dà il nome di Poesia"""" (dall'introduzione di Carlo Verdone)." -
Con il pallone tra i piedi e la musica a cannone. Racconti contro il calcio moderno
Novara. Una città boriosa al centro del famigerato Triangolo Industriale, nel cuore della Pianura Padana. Nebbia, zanzare, risaie, la Cupola Antonelliana e il tedio tipico della provincia italiana. Scenario di tante storie, diverse eppure unite dal pallone - «la rappresentazione sacra del nostro tempo», come lo definì Pasolini - e, in questo libro, una lente di ingrandimento con la quale mettere a fuoco le ipocrisie di un territorio ricco, burbero e molto spesso noioso. Dai campetti sterrati allo Stadio ""Silvio Piola"""", dai quartieri dormitorio alle strade prese in ostaggio dalle pattuglie della polizia, gli autori riconnettono i pezzi di una storia generazionale, fatta di partite giocate in ogni luogo possibile, sortite allo stadio, gruppi punk e militanza politica. A sinistra di qualunque perbenismo. Sempre e comunque con il pallone tra i piedi e la musica a cannone. Introduzione di Davide Ravan. Postfazione di Francesco Berlingieri."" -
Vivere la tempesta. In lotta contro il cancro
Giulia ha tante sicurezze. Il suo lavoro da giornalista, gli affetti e l'appartenenza a una comunità politica che continua a cercare nuovi orizzonti per il destino del mondo. Questo finché, durante una visita di pochi minuti in un'anonima stanza di ospedale, i risultati delle analisi restituiscono un verdetto che sembra essere inappellabile: il cancro. Invece che restare intrappolata nell'attesa della fine, Giulia si apre a una nuova vita. Un viaggio sospeso tra sé stessa e un paese, l'Italia, in cui la malattia non è l'eccezione, ma la regola che domina l'esistenza di un numero altissimo di persone. La protagonista lo scopre nella Taranto dell'Ilva e delle polveri irrespirabili, la città in cui la necessità del lavoro dispensa quotidianamente morte. Ma anche il luogo dove trovare la forza per scoprire, insieme al coraggio di vivere la tempesta, una straordinaria prospettiva di riscatto. -
I ribelli della collina. Biografia di una banda di punk (Roma, 1980-1987)
"Probabilmente gli anni Ottanta restano il periodo meno compreso della storia italiana contemporanea. Travolti dall'avvento della televisione privata e dagli inni all'individualismo esasperato, vengono prevalentemente raccontati come anni in cui il fermento delle piazze finì per essere rinchiuso nei centri commerciali e nei fast food. Il libro di Valerio Lazzaretti racconta un'altra storia. Una lunga avventura nell'underground romano che parla di violenza nelle strade, di rifiuto del bigottismo imperante e di una ribellione per nulla intenzionata a erigere steccati tra la musica rigorosamente punk e la politica di estrema sinistra, tra uno stile ostinatamente provocatorio e la volontà di esprimere una ribellione tanto esistenziale quanto sociale. Protagonisti assoluti del racconto, i membri di una banda di punk romani - i famigerati Los - capaci di attraversare tutti gli anni Ottanta tra concerti epici e risse con i fasci, viaggi più o meno lisergici e impegno nelle lotte condotte dai lavoratori. Il risultato è una Roma diversa, vitale, a tratti selvaggia, di sicuro mai raccontata"""". Prefazione di Simone Lucciola." -
Messico in fiamme. Pancho Villa e l'insurrezione dei contadini vissuta e raccontata in prima persona da un giornalista rivoluzionario
Messico in fiamme è la testimonianza autentica e coraggiosa di un giornalista rivoluzionario, disposto a donare la sua stessa vita alla causa della verità.Paese meraviglioso, ma anche regno di contraddizioni e di ingiustizie insopportabili, il Messico dei primi anni del Ventesimo secolo è già una nazione in cui, come un sol uomo, milioni di contadini invocano il cielo pronunciando le parole ""terra"""" e """"libertà"""". Una miscela esplosiva di rivendicazioni sociali che non tardò a sfociare in aperta rivoluzione, fucina di personaggi memorabili - e ancora vivi nella memoria popolare - come Francisco """"Pancho"""" Villa ed Emiliano Zapata. John Reed partecipa in prima persona alla """"guerra dei peones"""" e, con autentica passione, consegna al futuro un libro di rara sensibilità. Avvincente come un romanzo,"" -
Fedeli alla linea. Dalla nascita al PCC: la storia delle Brigate Rosse raccontata attraverso i documenti dell'organizzazione
"Travisata, calunniata, mistificata e, infine, sciolta nel generico calderone del 'terrorismo', quella delle Brigate rosse è una storia molto raccontata ma pochissimo compresa. Malgrado i fiumi di inchiostro versati sul cosiddetto """"fenomeno della lotta armata"""", infatti, complice la precisa volontà dell'informazione mainstream di confinare la proposta politica, di classe e rivoluzionaria nei territori della criminalità comune, non è ancora semplice rispondere alle domande 'chi sono le Brigate rosse?', 'cosa hanno detto in rapporto agli scenari politici nazionali e internazionali che hanno attraversato?' e, soprattutto, 'cosa hanno fatto?'. Questo libro traccia una linea precisa, che si definisce all'interno dei molteplici percorsi intrapresi dalla lotta di classe in Italia, raccogliendo lungo un asse temporale che va da Mara Cagol a Mario Galesi una serie di documenti, vale a dire il nucleo teorico intorno al quale ha preso effettivamente corpo e si è definita l'organizzazione delle Brigate rosse. Un libro che, rifiutando di imporre al lettore l'ennesimo punto di vista sugli 'anni di piombo', offre finalmente la possibilità, come scrivono i curatori, di consultare 'informazioni non manipolate sull'elaborazione teorica della principale organizzazione rivoluzionaria italiana'. I caduti ricordati non sono casuali: i nomi citati li racchiudono e rappresentano tutti in quel corpo politico unico che è la loro Organizzazione. 'Fedeli alla linea', dunque.""""" -
La lotta per la difesa del PCI
"Per la borghesia è necessario, oggi (per scopi presenti e futuri), convincere che tutta la storia del PCI convergeva verso l'esito effettivo che conosciamo e i suoi sviluppi successivi. Sarebbe molto pericoloso, di fronte alla crisi strutturale e soprattutto di egemonia della borghesia imperialista e alle incertezze e alle divisioni che la scuotono, se le masse avessero coscienza che in Italia è esistito un Partito Comunista molto forte, anche militarmente nei momenti storici dovuti, un Partito che ha trasformato gli operaie i contadini in da servi a classe in lotta per il potere, capace di incalzare la borghesia su tutti i piani e anche di contribuire in modo incisivo alla lotta di classe sul piano internazionale. [...] La garanzia di costruire un partito che raggiunga il suo fine, sta nel recuperare appieno l'insegnamento, i valori e le prospettive del PCI con Pietro Secchia e i suoi compagni, senza opportunisti e liquidatori, come avrebbe potuto fare anche Interstampa e tutto il processo che l'ha preceduta Sono queste esperienze, per noi, un faro della storia che rischiara la strada del futuro""""." -
Il marxismo di Gramsci. Note sui «Quaderni del carcere»
Sulla scia di una crescente attenzione internazionale, i ""Quaderni del carcere"""" di Antonio Gramsci sono diventati un punto di riferimento per chiunque voglia affrontare in modo critico la realtà dei rapporti di classe. E, da questo punto di vista, i Quaderni continuano a rappresentare la volontà di superare il modo di produzione capitalistico, trovando riscontri anche in spazi e tempi lontani rispetto a quelli che contennero la vita del comunista sardo. A partire da un approccio che evidenzia la coerenza del lavoro di Gramsci, Dal Maso si concentra sui suoi capisaldi, rileggendo la questione dell'egemonia alla luce dei rapporti con la teoria della rivoluzione permanente e nell'ambito di un dialogo serrato con figure come quelle di Lenin e Trotsky, in uno sforzo di ricucitura del legame tra il pensiero gramsciano e le coordinate strategiche dell'Internazionale Comunista figlia della rivoluzione d'Ottobre. Scritto con rigore teorico e stilistico, il libro di Dal Maso parla ai vecchi e ai nuovi lettori di Gramsci, offrendo spunti in grado di rintracciare nella sua opera i presupposti per continuare a pensare la necessità di cambiare lo stato di cose presente."" -
Alla fine dell'estate. Gli anni Ottanta della lotta armata in Italia
Il lavoro è poco. Nocivo. Malpagato. I desideri, al contrario, non si contano. E come i sogni abbracciano orizzonti illimitati. Parlando di un mondo in cui gli uomini e le donne sono davvero nati uguali. E mostrano come la felicità sia un’incredibile forza collettiva. Una forza che niente e nessuno può avere il diritto di negare, nemmeno quando ci si ritrova a vivere alla fine dell’estate, nella stagione che coincide con gli anni Ottanta della lotta armata in Italia: il luogo da cui prende le mosse il romanzo-verità di Carlo Frattini, dedicato a un tempo in cui «la vita si confondeva con la storia e la storia con la vita» e ogni cosa sembrava ancora possibile. Persino la rivoluzione. -
Proiettili a stelle e strisce. Il libro nero dell'imperialismo
"Proiettili a stelle e strisce"""" parla di come, nell'interesse del grande capitale, il governo degli Stati Uniti ha perpetrato massacri, ordito omicidi, organizzato colpi di Stato, saccheggiato continenti e impedito l'emancipazione dei popoli in tutto il mondo. Vijay Prashad racconta con dovizia di particolari le storie dei tanti leader socialisti eliminati per ordine di Washington e svela le violente repressioni a cui, a partire dal secolo scorso, sono andati incontro i movimenti antimperialisti. Dal golpe del 1954 in Guatemala ai fatti del Vietnam del Sud, dai tentativi di rovesciamento dei governi in Venezuela, Bolivia e Brasile agli assassinii di Patrice Lumumba in Congo (1961), Mehdi Ben Barka in Marocco (1965), Che Guevara in Bolivia (1967) e Thomas Sankara in Burkina Faso (1987), Vijay Prashad mostra chiaramente come e perché ai popoli del Terzo Mondo: «Non è mai stato concesso di vivere nello stesso tempo dei propri contemporanei occidentali» (Prefazione di Evo Morales)."