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Scritto sotto la forca. Memorie di un condannato a morte della resistenza antinazista
II volto di Julius Fucik, come la sua firma, spesa per fomentare la ribellione contro l'invasione nazista della Cecoslovacchia, erano ben conosciuti dalla polizia hitleriana. Un motivo che avrebbe convinto molti ad abbassare la testa, a cercare di nascondersi, a fuggire, a fare qualunque cosa pur di non ritrovarsi tra le mani della Gestapo. Fucik, però, fa una scelta diversa. E in qualità di responsabile della stampa clandestina moltiplica i suoi sforzi a vantaggio del Partito Comunista e della resistenza cecoslovacca, convinto che nulla, nemmeno la propria vita, poteva essere più prezioso di un futuro dove la distruzione del nazismo sarebbe stata identica a una necessaria rivoluzione sociale. Arrestato a Praga dalla Gestapo nel 1942, il giornalista-partigiano viene torturato a lungo e brutalmente, viene ridotto in fin di vita eppure non parla. Altri continueranno la lotta dopo di lui, fino alla vittoria, mentre per Fucik lo spettro della forca si avvicina. All'eroe della resistenza cecoslovacca non resta molto da vivere, ma può contare su un mozzicone di matita e su un mucchietto di sottilissimi fogli di carta velina. Ed è a questi fogli che Fucik consegna il suo capolavoro: un libro terribile e meraviglioso; un atto di amore nei confronti dell'umanità futura e, allo stesso tempo, per il nazismo, una condanna a morte senza appello. Prefazione di Franco Calamandrei. -
Hasta la victoria siempre. Il libretto rosso di Ernesto «Che» Guevara
Da qualche parte è scritto che il comandante Ernesto ""Che"""" Guevara, caduto in un'imboscata, sarebbe stato assassinato il 9 ottobre del 1967 dai reparti anti-guerriglia dell'esercito boliviano assistiti da agenti speciali della Cia. Eppure, in qualunque parte del mondo, basta gettare un occhio tra chi continua a combattere la causa della giustizia sociale e dell'emancipazione dalla schiavitù del lavoro salariato per rendersi conto di come Che Guevara sia una presenza tutt'altro che simbolica. Per dirlo con le stesse parole usate dal rivoluzionario argentino in uno dei suoi memorabili discorsi, Che Guevara vive ovunque si continua a credere che chi lotta può perdere, ma che chi non lotta ha già perso. Hasta la victoria siempre! - diceva il comandante. E il suo grido, raccolto da questo """"libretto rosso"""", risuona ai quattro angoli della terra, mentre chiunque si sorprenderà a tremare di fronte alle ingiustizie continuerà a trovare nel Che il compagno eternamente capace di «essere duro senza perdere la tenerezza». Con il discorso di commemorazione della morte di Che Guevara pronunciato da Fidel Castro e una vita del comandante scritta da Filippo Petrocelli."" -
Gli ammutinati del Bounty. Una storia vera
Sono passati oltre duecento anni dai giorni in cui i marinai del Bounty, posti di fronte al bivio che separa la libertà dalla disciplina, scelsero di rinnegare non soltanto gli ordini di un capitano, ma anche le regole reputate sacre dalla civiltà occidentale. Per questo, ancora oggi, l'ammutinamento di quel vascello, con il suo corollario di amore libero a Tahiti ma anche con l'ansia drammatica con cui i superstiti tentarono di imporre un proprio ""ordine"""", resta l'evento più famoso della marineria di ogni tempo e di ogni paese. Un evento che se all'epoca dei fatti, nel 1789, poteva commuovere un'opinione pubblica pronta in molte zone d'Europa a scalzare dal trono i tiranni, ha continuato a suscitare la stessa sorpresa che il lettore prova di fronte a libri come """"Il signore delle mosche"""", quando si scopre che non sempre un naufragio può davvero tagliare i ponti con i fantasmi del proprio passato... a scoprirlo, insieme a """"Gli ammutinati del Bounty"""", è lo stesso John Barrow: autore di un libro da sempre definito romanzo per lo stupore suscitato dalla scoperta di una storia incredibile, ma assolutamente vera."" -
Fuori dall'Unione europea o fuori dal capitale? Note sulla crisi del capitale e sul polo imperialista europeo
Che cosa sta succedendo ai luoghi che abitiamo o che crediamo di abitare? Davvero quella porzione di Occidente detta ""Europa"""" può cullarsi nell'illusione di rappresentare """"il migliore dei mondi possibili""""? O non è piuttosto la realtà a dimostrare come il feticcio della democrazia, la fede nel capitalismo e l'illusione dei diritti di cittadinanza siano tramontati, mentre il Vecchio Continente raccoglie il frutto amaro della sua scriteriata e deprecabile politica di sfruttamento e aggressione ai danni delle attuali """"zone calde"""" del pianeta? Affrontando questi e altri temi cruciali in rapporto all'attualità, il Centro di Documentazione """"Wacatanca"""" mette in connessione un ciclo economico e politico di lunga durata con gli avvenimenti che stanno facendo parlare di un nuovo conflitto mondiale, ma anche con un'opportunità storica: quella di risolvere la crisi dell'Unione Europea uscendo dal Capitale."" -
Essere skinhead. Birra, boots e oi!
"Testa rasata, jeans stretti, polo Fred Perry e, ai piedi, immancabili, un paio di solidi anfibi è il look inconfondibile di uno skinhead cioè, al di là di qualunque pregiudizio e a dispetto della disinformazione, di un militante antifascista, fedele ai valori della strada, alla sua crew (Dusty Boots Brigade) e, prima di tutto, alle radici proletarie e antirazziste della musica Oi! Ambientata nel cuore antagonista del meridione italiano, 'Essere skinhead' è un'avventura fatta di musica, birra e noie molto serie con la polizia. Un libro scritto durante la detenzione domiciliare da uno dei protagonisti di una sottocultura che, in ogni caso, preferisce la concretezza delle azioni a una vita fatta solo di parole. Ma anche un manifesto generazionale. E un invito a non abbassare mai la testa, perché neppure la repressione può nulla contro l'arma della solidarietà e al cospetto di uno stile poco avvezzo ad accettare i compromessi""""." -
Rivoluzionaria professionale. Autobiografia di una partigiana comunista
Ci sono vite che con il loro stesso dispiegarsi bastano da sole a incarnare il senso di un'epoca e a illuminare il significato di un'esperienza come quella della militanza nelle organizzazioni di classe all'interno del movimento partigiano europeo. La vita di Teresa Noce è una di queste: stiratrice, sarta, tornitrice e, già nel 1921, fondatrice del Partito comunista. Costretta all'illegalità dal fascismo, dirige la ""Voce della Gioventù"""" prima di espatriare in Urss e, tornata in Italia, di essere alla testa degli scioperi organizzati nelle fabbriche torinesi. Quando scoppia la guerra civile in Spagna, Teresa Noce è tra i membri delle Brigate Internazionali, poi è tra i Francstireurs-et-partisans nella resistenza francese. Arrestata, viene rinchiusa in un lager bavarese, dove viene liberata dall'avanzata sovietica, in tempo per essere una delle 21 donne elette all'Assemblea Costituente. Una biografia eccezionale, che Teresa Noce in """"Rivoluzionaria professionale"""" restituisce alla normalità della vita quotidiana di una donna forte e generosa, capace sempre e comunque di trovarsi dalla parte giusta della barricata (in collaborazione con Edizioni Rapporti Sociali)."" -
Cento anni. Storia e attualità della rivoluzione comunista
Nel 2017 l'orologio della Storia segnerà un passaggio epocale. Nel mese di Ottobre, infatti, sarà passato un secolo da quando, nello sterminato ex impero zarista, un'incredibile forza popolare riuscì a trasformare in realtà quella che sembrava un'impresa impossibile: prendere il Palazzo d'Inverno e portare così a compimento il sogno di una rivoluzione comunista. Nel secolo trascorso da quel momento, tutto sembra cambiato, fuorché la necessità delle masse di tornare a recitare un ruolo di primo piano sul palcoscenico degli eventi mondiali, rovesciando il capitalismo, che tra disastri ecologici e guerre sanguinose sta riversando la propria crisi sulle condizioni dell'umanità e minaccia di trascinarla verso nuove catastrofi. Interrogando i cento anni che separano l'oggi dai fatti del 1917, Marco Ferrando indaga il cammino e l'evoluzione della lotta di classe, riflettendo sulle sue conquiste come sulle sue sconfitte. -
Quello che ho visto nello spazio. Psicologia e cosmo nell'esperienza del primo uomo a volare tra le stelle
L'universo è un luogo estremo per eccellenza. Un'incognita che iniziò a essere svelata soltanto a partire dal 12 aprile 1961, quando, a bordo della navicella Vostok, Yurij Gagarin avrebbe avuto la sorte di essere il primo uomo a volare nello spazio. Ma cosa sente un essere umano al cospetto di una dimensione percepita come infinita? Cosa ne è dei suoi valori, delle sue emozioni e del suo stesso legame con il mondo quando si trova immerso in un'atmosfera completamente estranea a tutto ciò che può chiamare ""casa""""? E come, in una simile situazione, vissuta in realtà soltanto da un numero minimo di persone, le percezioni possono essere alterate, le valutazioni distorte, i criteri di valutazione modificati per sempre? Dopo aver raccontato la sua vita di cosmonauta in """"Non c'è nessun dio quassù"""", Jurij Gagarin ritorna nello spazio insieme allo psicologo Vladimir Lebedev, già responsabile del suo addestramento, per raccontare ciò che davvero ha visto e sentito nel corso del più celebre di tutti i viaggi interstellari e per spostare nel cuore dell'universo la frontiera di ciò che ancora oggi può essere considerato umano."" -
L' uomo che combatté il generale Custer. Autobiografia di un guerriero Cheyenne. Come raccontato a Thomas B. Marquis. Ediz. integrale
All'alba del 25 giugno del 1876 mille e seicento nativi americani, guidati da Toro Seduto, inflissero all'esercito statunitense la sua più cocente sconfitta, annientando il Settimo Cavalleggeri, incautamente spinto all'attacco dal generale Custer. Tra i protagonisti di quella giornata anche un giovane Cheyenne di nome Wooden Leg che, quarant'anni più tardi, racconterà l'evento a Thomas B. Marquis, medico ed etnografo. Ma quello che doveva essere l'unico resoconto «dal vivo» della sanguinosa battaglia divenne un documento considerato inestimabile dagli storici, una delle poche testimonianze attendibili di come fosse la vita degli Indiani delle Pianure prima dell'arrivo degli invasori Bianchi e di come - nel giro di pochi decenni - la loro società si sia trasformata radicalmente. Wooden Leg racconta così della sua adolescenza, della vita nomade della sua tribù, dei riti di passaggio all'età adulta, dell'amore, della spiritualità, delle leggi e delle usanze che fin troppe volte sono state vittima di appropriazione culturale da parte dei Bianchi. -
Bobby Sands. Vita di un eroe
C'è una ferita nel cuore dell'Europa. Una vicenda che racconta di continui soprusi ai danni di un intero popolo. Si parla della colonizzazione britannica dell'Irlanda. Un atto violento contro cui si sono schierate intere generazioni, unite da un sogno capace di consegnare al mondo le parole: «Il nostro giorno verrà». A pronunciare un simile motto, Bobby Sands, nato nel 1954 e, appena diciottenne, già devoto alla causa dell'indipendenza irlandese. Arrestato una prima volta nel 1972, era rinchiuso nei famigerati Blocchi H quando si mise alla testa di una protesta clamorosa: uno sciopero della fame indetto per costringere le autorità inglesi a riconoscere lo status di prigionieri politici ai detenuti irlandesi. Quello sciopero venne portato avanti per 66 lunghissimi giorni e si concluse con la morte dello stesso Sands e di altri 9 compagni di lotta. «È la repressione che crea lo spirito rivoluzionario della libertà»: queste furono le parole che il ragazzo di Belfast consegnò alla storia. E questa storia è la protagonista del graphic novel con cui Gerry Hunt ricostruisce in modo fedele gli avvenimenti nordirlandesi, rendendo un tributo alla vita e alla lotta di Bobby Sands. -
Le ombre del drago. Storia critica del comunismo in Cina, dalle origini ai giorni nostri
La Lunga Marcia non fu soltanto l'epopea capace di portare l'Armata Rossa cinese dal baratro dell'annientamento alla vittoria rivoluzionaria, ma anche quella storia di lunga durata attraverso la quale, il Partito comunista, a partire da esordi caratterizzati da enormi difficoltà e terribili persecuzioni, riuscì a diventare una forza capace di estendere la sua egemonia su un territorio sterminato, a recuperare una sovranità popolare caduta nelle mani delle grandi potenze imperialiste e, al culmine di decenni di lotte sanguinose, a trasformare una regione feudale nella grande Repubblica Popolare Cinese. Al tempo stesso, fin dagli esordi, pesantemente condizionati dall'influenza dell'Unione Sovietica di Stalin, lo sviluppo del comunismo cinese fu costretto a pagare un pesante dazio a spinte capaci di contrassegnarne la futura evoluzione e che, analizzate nella situazione odierna, contribuiscono a spiegare la degenerazione di ciò che appare difficile descrivere ancora nei termini di uno «stato operaio». Nella pur vasta letteratura dedicata al gigante asiatico, quello di Aldo Bronzo si configura come l'unico tentativo sistematico di delineare un quadro organico e completo: una storia critica non soltanto degli eventi che si conclusero nel 1949 con la presa del potere dei comunisti, ma del complesso percorso che consegna ai giorni nostri i frutti di quella gigantesca esperienza di guerra, propaganda, repressione popolare e scontri spesso fratricidi che è stata e continua a essere l'esperienza del comunismo in Cina. Aldo Bronzo Nato a Napoli nel 1938. Allievo di Libero Villone, ha dedicato lunghi decenni di studio alla storia del movimento operaio e, in modo particolare, all'analisi del fenomeno staliniano. Tra le sue opere, oltre a Le ombre del drago. Storia della burocrazia in Urss (1977). -
Gli amori di Frida Kahlo
Appassionata, irruente, emotiva. Al contempo romantica e audace. Di un uomo solo - il suo Diego - eppure decisa a non rinunciare a nessun batticuore. Fortemente invalidata dai gravi incidenti che segnarono la sua vita, ma decisa a non negarsi mai la sperimentazione del piacere. Amata e amante di molti e molte, Frida Kahlo fu un personaggio rivoluzionario, tanto nello stile pittorico che nello stile di vita. E nei suoi amori. Distante dalla cultura stereotipata della famiglia, Frida Kahlo, compagna e moglie di Diego Rivera, amò politici, artiste, fotografi e modelle in piena libertà, senza sentirsi mai in dovere di mascherare quelle relazioni. E di quegli amori fece arte e perfino filosofia, trasportando emozioni e sensualità nei suoi dipinti, nella ""costruzione"""" di una nuova e più profonda idea di femminino. Questo libro ricostruisce per la prima volta tutte le passioni e le relazioni vissute dall'artista, rintracciandone detti e non-detti tra lettere, opere e memorie di amici e, appunto, amori. Un viaggio inusitato nella vita - segreta e non - di una rivoluzionaria, in lotta contro società, stereotipi, natura e, talvolta, perfino se stessa."" -
Una fame instancabile. Partigiani a Torino
Silvio Borione, il Biund, compie dieci anni pochi giorni dopo il primo bombardamento su Torino. Figlio del quartiere operaio di borgo San Paolo, divide gli anni feroci della guerra tra la sopravvivenza in una città distrutta e una spontanea lotta partigiana, tra la vita di strada e dei cortili e la costante ricerca di sbarazzarsi di quella fame che sente «fin dentro le unghie». Con una buona dose di coraggio e incoscienza, appoggia la Resistenza prendendo parte a sabotaggi, conflitti a fuoco, fughe, attacchi dinamitardi e rapine, in un gioco dove la posta è la vita stessa. Ad animare le sue gesta, sempre e comunque, una ""fame instancabile"""": il filo conduttore di un'esistenza spesa senza tregua dalla parte giusta della barricata."" -
Sulla guerra. Crisi conflitti insurrezione
"Il mondo è nuovamente in guerra. La crisi sistemica a cui è giunto il modo di produzione capitalista, per uscire dalle secche in cui è precipitato, non sembra avere altra via di uscita se non quella di una immane distruzione. Come le due guerre mondiali novecentesche sono lì a testimoniare, solo distruggendo il capitalismo può dare vita a un nuovo ciclo di accumulazione. Il ricorso alla guerra, pertanto, diventa la soluzione non solo possibile ma necessaria. Ogni guerra, però, presuppone l'esistenza di attori politici concreti e una particolare forma guerra. Ed è a partire da questa constatazione che prende le mosse il presente volume, analizzando sia i tratti che l'attuale forma guerra ha assunto, sia la """"linea di condotta"""" dei diversi attori politici in gioco. Una particolare attenzione è stata dedicata all'imperialismo fondamentalista e alla sua capacità di mobilitare intorno ai propri vessilli quote non secondarie di masse subalterne. Da qui l'individuazione delle insanabili contraddizioni che il sistema imperialista si porta appresso e le possibilità che, tutto ciò, offre in potenza al partito dell'insurrezione."""" (dall'introduzione)" -
Con le unghie e con i denti. La resistenza delle donne in Palestina
Occupazione, guerra, discriminazione. C'è tutto questo nelle vicende che hanno fatto della Palestina una patria negata per milioni di persone che continuano a lottare per realizzare un sogno d'indipendenza e di pace. Ma se il lungo corso delle battaglie combattute in questa parte del mondo ha anche contribuito a trasformare la stessa Palestina nella madre di tutte le resistenze all'oppressione, una parte enorme di un simile merito deve essere riconosciuta alle donne. Nella prima come nella seconda Intifada o nella fitta rete di associazioni dedicate all'incontro interculturale o all'emancipazione, la Resistenza delle donne in Palestina resta un punto fermo nelle agitate acque mediorientali. Miriam Marino, grazie alla sua esperienza sul campo, racconta la guerra partigiana dal punto di vista delle sue protagoniste, dando finalmente voce a una storia delle donne molto più intensa rispetto a quanto sia dato immaginare agli osservatori distratti dalla solita informazione mainstream. -
Italia Skins. Appunti e testimonianze sulla scena skinhead, dalla metà degli anni '80 al nuovo millennio
Dalla Gran Bretagna del 1969 all'Italia della metà degli anni '80, il salto è notevole. Un filo rosso, però, riesce sia a colmare le distanze che a disegnare percorsi assolutamente originali. Si può parlare di anfibi e bretelle se si resta sul terreno dello stile, del genere Oi! se si affronta l'argomento da un punto di vista musicale, ma, per affrontare il discorso in modo organico, è alla scena skinhead nel suo complesso a cui bisogna fare riferimento. Questo il presupposto che muove la scrittura di ""Italia Skins"""": un libro che, partendo dalle radici storiche del culto (non solo) giovanile meno compreso e più diffamato di tutti i tempi, concentra la sua attenzione su un periodo cruciale per l'evoluzione della scena italiana, ricostruendo storie perdute di band, crew, fanzine e concerti e, soprattutto, indagando insieme ai protagonisti alcuni nodi cruciali per l'evoluzione della scena. Dal rapporto con la politica a quello con l'alcol e con le droghe, Flavio Frezza affronta con orgoglio e senza tabù la storia delle teste rasate italiane, tracciando un percorso insidioso su cui, però, svetta un'unica sicurezza: «Non c'è niente come essere uno skin»."" -
Calciatori di sinistra. Da Sócrates a Lucarelli: quando la politica entra in campo
Il calcio è una cosa seria, molto spesso più vicina alla politica di quanto si possa pensare. Questa raccolta di storie lo conferma: in ogni epoca e luogo ci sono stati calciatori che non hanno avuto paura di svelare il proprio impegno, anche fuori dal rettangolo di gioco. Da Agustin Gómez Pagola - inviato in Unione Sovietica durante la guerra civile spagnola e poi diventato agente del Kgb - al più famoso Sócrates, colonna della nazionale brasiliana degli anni Ottanta. La politica è entrata in campo attraverso gesti coraggiosi come quello di Carlos Humberto Caszely, bomber cileno che si rifiutò di stringere la mano a Pinochet, o romantici come la fuga dal calcio di ""Javi"""" Poves, che alla notorietà ha preferito una vita in giro per il mondo; ma anche grazie a personalità insospettabili, come Vicente del Bosque, David Villa, Lilian Thuram e Vikash Dhorasoo, e tra gli italiani Cristiano Lucarelli, Damiano Tommasi, Riccardo Zampaglia, Paolo Sollier. Spaziando dal Sudamerica alla Russia, dalla Spagna all'Italia, Peinado offre una panoramica completa sui """"calciatori di sinistra"""" attraverso il racconto delle storie e dei conflitti che hanno segnato le loro vite."" -
Brindando coi demoni
Una pluridecennale carriera alle spalle e il grande merito di aver fondato la new wave italiana agli inizi degli anni Ottanta. Questa è la biografia artistica di Federico Fiumani, il leader dei Diaframma, che qui dà voce alla sua anima inquieta raccontando avventure inconfessabili, sbugiardando i potenti sacerdoti del marketing discografico e ripercorrendo una vita vissuta inseguendo il sogno e la necessità di esprimere se stesso oltre le convenzioni dell'industria culturale. Uno spaccato di verità dedicato al ""dietro le quinte"""" del mondo della musica raccontato con lo stile inconfondibile di Federico Fiumani."" -
I quattro anni che cambiarono il mondo
Ottobre 1917. Nell'immaginario di molti e molte, questa data, con la sua indiscutibile potenza evocativa, sembra racchiudere, se non concludere, l'intero campo della rivoluzione sovietica, come se l'edificazione del primo stato socialista fosse paragonabile a un fulmine che scocca nel cielo sereno o a un'azione capace di cambiare il mondo nel momento stesso in cui viene compiuta. Ma per ""cambiare il mondo"""", in realtà, dopo le gloriose giornate dell'assalto al Palazzo d'Inverno, furono necessari altri quattro lunghissimi anni di guerra dall'esito incerto: quattro anni in cui la giovane Armata Rossa seppe affrontare, e infine sconfiggere, i controrivoluzionari bianchi orfani del potere zarista. Per la prima volta in Italia, Virginia Pili raccoglie e introduce i testi scritti su questa fase della rivoluzione sovietica dei voenkory, i famosi corrispondenti di guerra, sempre in prima linea ed eternamente schierati, a rischio della vita, sull'immenso fronte della rivoluzione."" -
Alle origini dei GAP. FTP-MOI: gli immigrati comunisti nella Resistenza francese: Il sangue dello straniero-Ai miei compagni-FTP-MOI: il ruolo dei comunisti nella Resistenza europea
A cavallo fra le due guerre mondiali la Francia diventa terra d'immigrazione. Centinaia di migliaia fra italiani, polacchi, spagnoli, rumeni, cechi, slovacchi, bulgari, ungheresi e jugoslavi scelgono il Paese transalpino come rifugio. L'eco della Rivoluzione e della Comune di Parigi, insieme alla tradizione integrazionista della Francia, contribuiscono a favorire l'afflusso, ma ovviamente sono le opportunità di lavoro nelle fabbriche a determinare l'esodo imponente. Il Partito comunista francese decide già sul finire degli anni Venti di organizzare questa massa di diseredati. Crea a questo scopo prima la MOE e poi la MOI, due organizzazioni autonome ma interne al partito che devono organizzare per nazionalità i nuovi venuti. L'obiettivo è sindacalizzare gli immigrati, offrire loro sostegno culturale e materiale ma, soprattutto, creare una base di massa per il PCF, che in quel periodo attraversa una profonda crisi. Il lavoro minuzioso paga: molti degli immigrati ingrossano le fila del Partito e si organizzano sotto la sua egida. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, questi organismi collaudati forniscono le prime leve alla lotta partigiana. Sono loro i primi a prendere le armi, soprattutto nelle città, dove l'occupazione nazifascista è feroce e la Resistenza fatica a esprimere tutto il suo potenziale. Già nel 1941 arrivano le prime azioni: deragliamenti, espropri e omicidi mirati sono all'ordine del giorno. Una storia dimenticata, ricostruita fra testimonianze dirette e documenti d'archivio, del primo movimento clandestino di resistenza armata composto esclusivamente da immigrati comunisti che per primi, senza attendismi e imboscamenti, si sono gettati in una lotta senza quartiere contro il nazifascismo.