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I socialisti e il sindacato (1943-1984)
Questo volume affronta, tra storia e memoria, un tema poco trattato: i rapporti tra i socialisti e il sindacato nel secondo dopoguerra, identificandoli secondo due linee teoriche, «culture sindacali di famiglia» e «culture contigue». Le prime, di cui furono interpreti i socialisti del PSI, furono rappresentate dal revisionismo sindacale di Fernando Santi e Riccardo Lombardi, dalla sinistra ""unitaria"""" che ebbe in Morandi la sua massima espressione e dalla sinistra """"operaista"""" di Raniero Panzieri. Parte della """"famiglia socialista"""" è anche la corrente socialdemocratica della UIL, i cui esponenti confluiscono nel 1966 nel Partito socialista unificato (PSU): è questa la corrente alla quale Giorgio Benvenuto seppe dare identità sindacale e dignità culturale. Le """"culture contigue"""" alla famiglia socialista, qui identificate e studiate nelle loro diverse declinazioni, vanno dalla FIM-CISL di Pierre Carniti alle ACLI di Livio Labor."" -
L'impero di carta. Storia di una biblioteca e di un bibliotecario. (Vienna, 1575-1608)
Alla fine del XVI secolo, l’erudito olandese Hugo Blotius tentò di realizzare a Vienna il progetto di un Museo del genere umano e di una Biblioteca imperiale universale. Assumendo per un trentennio la carica di bibliotecario di corte diede invece vita al primo nucleo della biblioteca imperiale asburgica. Qui ha lasciato alla sua morte un imponente archivio, fatto di lettere, appunti, note e cataloghi. È questo insieme di carte ad accompagnare il lettore attraverso le stanze di una biblioteca in formazione, di una città e di un impero in una fase poco nota della loro storia. Come tradurre un progetto universale nella costituzione di un’istituzione imperiale ma ospitata nelle anguste stanze di un convento francescano? E come farlo in una città minacciata dall'invasione turca e dallo scoppio delle guerre di religione? Per quale tipo di pubblico concepire questa organizzazione? I dubbi e le frustrazioni del bibliotecario nel suo rapporto con la corte e l’imperatore consentono di ricomporre una fase di gestazione nella riorganizzazione del sapere europeo, ad un secolo dalla scoperta della stampa a caratteri mobili e dall'allargamento dei confini del mondo. -
«Or vos conterons d’autre matiere». Studi di filologia romanza offerti a Gabriella Ronchi
Questa raccolta di saggi di filologia romanza offerta a Gabriella Ronchi da amici e allievi contiene studi su testi e autori di cui la dedicataria della miscellanea si è occupata (il Milione, il Tristano di Béroul, volgarizzamenti, Ariosto), ma è aperta a vari generi della produzione medievale (epica, lirica, narrativa breve e allegorica), con particolare attenzione per le aree italiana e gallo-romanza. Le escursioni su temi moderni e contemporanei ampliano la visuale oltre i confini del Medioevo. -
Le commissioni ducali ai rettori d'Istria (1382-1547)
"Le commissioni ducali ai rettori d'Istria (1382-1547)"""" offre per la prima volta l'edizione di un corpus di 'formulari', in uso presso la cancelleria veneziana, per redigere le istruzioni assegnate ai rettori veneziani nei domini istriani. I 'formulari' qui raccolti sono tratti principalmente dal registro 3 e, per il resto, dai registri 6 e 7 del fondo Collegio, Formulari di commissioni, presso l'Archivio di Stato di Venezia. I documenti editi furono stilati dopo il 1382 per aggiornare, con tutta probabilità, precedenti 'formulari', non pervenuti, riforme dei più antichi superstiti nel registro 1, presentati in una precedente edizione (Le commissioni ducali ai rettori d'Istria e Dalmazia. 1289-1361). I saggi introduttivi presentano caratteri e contenuti della raccolta istriana qui edita, sia dei testi principali sia delle successive modifiche e integrazioni che si aggiunsero fino a Cinquecento inoltrato." -
La diplomazia del dialogo. Italia e URSS
Il dossier “Unione Sovietica” ha occupato la scrivania di tutti i ministri degli Esteri italiani dal dopoguerra fino al crollo dell’Urss. Quali relazioni istituire con Mosca? Pur con tutti i distinguo, ogni governo della penisola dovette elaborare strategie per contrastarne le ingerenze, difendersi dalle sue minacce o collaborare con essa, nella cornice più ampia della competizione tra blocchi. Nel decennio 1958-1968, con l’avvio della coesistenza pacifica e l’affermarsi della distensione, i governi italiani seppero portare avanti una politica estera creativa e originale, volta a collocare il paese in modo nuovo sugli scenari internazionali. Il dialogo con l’URSS fu uno degli elementi più innovativi del nuovo corso, che suscitò le attenzioni del Cremlino e diede avvio a una nuova fase dei rapporti bilaterali. Questo volume ripercorre l’intreccio delle relazioni politiche, economiche e culturali che si stabilirono tra Roma e Mosca, attraverso un’ampia documentazione, per lo più inedita, proveniente da archivi russi e italiani. -
Ritualizing the city. Collective performances as aspect
The city has always been, and remains, the ideal place of collective rituality. It is the city that has hosted, since Antiquity, collective celebrations of victory, important religious ceremonies, but also ritual consecrations of the elite. The aim of this book is to reflect on a specific issue: the interaction between ritual and city space. Our wish is to understand, in a multidisciplinary and cross-epochal approach, how a collective liturgy, civic or religious, can unfold within the public space and transform it. In addition to sacred buildings and seizures of power, the square and the streets become in this sense important identity-shaping loci. Bringing places of power to the street or the square means entering into a dialogue constructed between those who organise the ritual, those who perform it and those who witness it. It seems that it is in compromise between the different components of society that collective rituals can happen within the public space. Therefore, it is no surprise that the crucial question for this book is the way in which this same space is adapted to the requirements of the ritual, or, on the contrary, how the ritual adapts to the space. -
Beatrice Potter e il capitalismo senza civiltà. Una donna tra scienza, politica e amministrazione
Il volume ricostruisce la trasformazione del discorso politico e sociale in Gran Bretagna tra Otto e Novecento attraverso la biografia e l'opera di Beatrice Potter (1858-1943), madrina riconosciuta della sociologia britannica e prima donna a fare della società una disciplina di studio e il fulcro della propria vita politica. Grazie al suo legame con eminenti pensatori della fine dell'età vittoriana e alla posizione autonoma occupata nella Fabian Society, Potter elabora un socialismo come scienza della civiltà. Uno degli scopi di questo volume è mostrare l'originalità della sua riflessione, finora considerata come un apporto tutto sommato minore all'opera del marito Sidney Webb. La sua vicenda biografica rappresenta una parte essenziale della storia del pensiero politico inglese ed europeo e pone questioni che in forme diverse continuano a interrogare il nostro tempo: il governo della povertà, la ristrutturazione dello Stato e il significato reale della democrazia. Il rapporto con il modello sovietico di Stalin, a cui Potter si avvicina negli ultimi anni della sua carriera scientifica e politica, porta infine in superficie un più ampio dibattito sulla sovranità, sul capitalismo e su una nuova concezione di civiltà, che sia capace di amministrare la democrazia e di disciplinare il cambiamento senza abbandonare lo spirito di libertà espresso dalla cooperazione operaia. -
Prima di Amerigo. I Vespucci da Peretola a Firenze alle Americhe
Se alla fine del Quattrocento i riflettori non si fossero accesi sul navigatore Amerigo, la famiglia Vespucci, forse, avrebbe attirato solo modestamente l'interesse degli storici finendo per rimanere nascosta tra le pieghe della documentatissima storia di Firenze. D'altra parte è ragionevole supporre che, in assenza di Amerigo, l'interesse degli studiosi avrebbe finito per concentrarsi su alcuni Vespucci dal curriculum più significativo di altri nella Firenze medicea. È di questi Vespucci che non conobbero il Nuovo Mondo e che pure lasciarono il loro segno in uno dei centri più dinamici del vecchio, che si occupa questo libro: i Vespucci di cui Amerigo con la sua impresa, probabilmente, potè oscurare la fama, ma anche i soli che, forse, sarebbero stati in grado in sua assenza di assicurare alla casata una certa notorietà. Attraverso l'analisi di materiale documentario inedito il libro ricostruisce l'alveo entro cui la famiglia, inurbandosi da Peretola, gettò le basi della sua presenza a Firenze, rivelando al suo interno, oltre che una familiarità col mondo mercantile, con i commerci e con la navigazione, anche una forte predisposizione per la carriera politica. Prefazione di Luciano Formisano. -
Per Enrico Castelnuovo. Da Losanna, le vie della storia dell'arte
Enrico Castelnuovo (Roma 1929-Torino 2014) è stato uno dei più importanti storici dell'arte europei, professore nelle Università di Losanna e Torino, poi, dal 1983, alla Scuola Normale di Pisa. Questo libro nasce dalla giornata di studi organizzata per lui a Losanna il 13 maggio 2015, quando un folto gruppo di suoi allievi losannesi, torinesi e pisani e di colleghi degli anni di insegnamento in Svizzera si sono ritrovati, a quasi un anno dalla sua scomparsa, per ricordarlo, e per riflettere sul valore del suo insegnamento e della sua molteplice attività nel campo della cultura, non soltanto storico-artistica. I tanti ambiti di studio da lui aperti alla curiosità e all'interesse dei suoi allievi vengono testimoniati negli interventi di Michele Bacci, Fabrizio Crivello, Francesca Dell'Acqua, Dario Gamboni, Alessio Monciatti, Enrica Pagella, Chiara Piccinini, Michele Tornasi; e i suoi anni di giovane insegnante all'Università di Losanna, la sua capacità costruttiva ed energica di dialogare con un mondo diverso da quello nativo italiano emergono negli interventi di Nathalie Blancardi, Erica Deuber Ziegler, Jacques Gubler, Serena Romano. Completa il volume un appassionato ritratto scritto da Guido Castelnuovo. II libro vuol essere un omaggio all'ampiezza del mondo mentale e culturale di Enrico Castelnuovo, ma anche al suo particolare modo di essere ""maestro"""", un modo ironico e anche schivo, guardingo contro le emozioni ma instancabile e fertilissimo sollecitatore di curiosità e punti di vista."" -
Salire a Barbiana. Don Milani dal sessantotto a oggi
Sono passati cinquant'anni dalla morte di don Milani (1967-2017), eppure la sua figura e le sue opere continuano a suscitare un dibattito che non si è mai spento. Questo libro non vuole essere l'ennesimo profilo, ma intende osservare e interpretare questo mezzo secolo di dibattito analizzando la sua figura come uno degli indicatori possibili della storia dell'Italia di oggi. Il volume analizza quindi il ruolo che la sua Lettera a una professoressa assunse come manifesto antiautoritario nei movimenti del Sessantotto; ricostruisce le visioni contrapposte del ""profeta santo"""" e del """"cattivo prete"""" da parte del mondo cattolico (fino alla recente """"discesa a Barbiana"""" dell'elicottero di papa Francesco); si sofferma sulla sua importanza nei movimenti pacifisti del dopoguerra; ripercorre i tanti pellegrinaggi politici a Barbiana di esponenti dei partiti; riflette su come cinema, teatro e televisione abbiano interpretato il suo messaggio. Un'intervista a Tullio De Mauro, che è stato uno dei più tenaci sostenitori del pensiero di don Milani sulla scuola e sulla formazione, conclude questo itinerario dentro la biografia sommersa del nostro Paese."" -
L' ordine della città. Controllo del territorio e repressione del crimine nell'Italia comunale (secoli XIII-XIV)
La pattuglia di guardie che alla luce di una lanterna controlla di notte le strade delle città è un'immagine frequente nella novellistica del tardo Medioevo ed è stata resa mainstream da innumerevoli romanzi, film e fumetti. Essa, però, ha una data di nascita ben precisa: fu infatti tra la fine del Duecento e i primi decenni del Trecento che nei principali centri urbani italiani e europei si decise di creare vere e proprie forze di ""polizia"""" alle dipendenze delle autorità pubbliche, che affiancassero il tradizionale sistema detto dell'Accorruomo, in base al quale erano gli abitanti delle contrade e delle parrocchie a dover intervenire in caso di violenze e di furti per cercare di catturare i colpevoli e assicurarli alla giustizia. Questo libro indaga il primo costituirsi di queste forze nell'Italia comunale, sia nei rapporti, spesso conflittuali, con le organizzazioni preesistenti, sia in quelli con i nuovi poteri - popolari o signorili - che intendevano imporre alle collettività una nuova e più stringente nozione di """"ordine""""."" -
Il carisma della magnificenza. L'abate vallombrosano Biagio Milanesi e la tradizione benedettina nell'Italia del Rinascimento
L'odierna percezione della storia benedettina è fortemente condizionata dal passato medievale della medesima. Scarsa è stata l'attenzione che la ricerca ha prestato alle relazioni fra il monachesimo e la civiltà umanistica, oppure ai superiori degli Ordini contemplativi in quanto uomini di potere e protagonisti della vita politica. La vicenda di Biagio Milanesi (1444-1523), fiorentino, abate generale dell'Ordine vallombrosano, evidenzia, al contrario, come anche un personaggio proveniente da tale contesto si sia potuto connotare quale ""principe"""" del Rinascimento. Abile stratega e attento governatore, fronteggiò e per molti aspetti condizionò rilevanti dinamiche e forze disgregatrici, come le strategie beneficiali di Lorenzo de' Medici, il radicalismo del Savonarola, le pressioni del collegio cardinalizio e infine l'ostilità di papa Leone X. Il personaggio venne ritenuto dai suoi contemporanei un raffinato mecenate committente di opere d'arte e un munifico protettore di poeti e prosatori, animatore di una vera e propria """"corte"""" monastica destinata a lasciare il segno nell'Italia del Quattrocento."" -
Il mestiere di storico (2017). Vol. 1
Il Mestiere di Storico è il semestrale della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCo). Raggiunge direttamente gli oltre 700 membri dell'Associazione e ha l'obiettivo di presentare e discutere criticamente la produzione storiografica italiana e sull'Italia e di farla dialogare con la produzione storiografica internazionale. In ogni fascicolo vengono recensiti tra i 150 e i 200 volumi. La rivista ospita anche tavole rotonde su libri di particolare rilievo, recensioni di mostre, musei, film, fiction televisive, romanzi storici, memorie e documenti. Nel secondo fascicolo dell'anno pubblica anche una rassegna degli articoli comparsi sulle più rilevanti riviste italiane di storia e sulle riviste straniere che si occupano di storia italiana. La rivista è anche aperta alla pubblicazione di articoli sottoposti a peer reviewing, e copre tutte le aree della storia italiana e mondiale relativamente ai secoli XIX e XX. -
Re-thinking, re-making, re-living christian origins
If there is one constant in the history of Christianity and especially of the Western Church, it is its deep desire to be connected with its own past. From the perspective of the longue durée, it might even be possible to state that a meditation on Christian origins was a common and widespread response used throughout history in the face of each great moment of crisis within the Church. In those situations, the rhetoric produced by the Church was always aimed at emphasizing a desire to return to these mythical roots, the ideal community, a pure and radical Christianity.The question underlying this book is the way in which this desire for the past provides the occasion to re-live, re-think and re-create Christian origins. More precisely, the crux of our work is to understand how this desire can transform and rewrite the past both in materiality – with restorations of ancient monuments – and in ideas – writing history. In this book, the main focus of attention is dedicated to three key moments, corresponding more or less to three crucial episodes in the history of the Catholic Church in the modern era. The first of these three is the Reformation and subsequent Counter-Reformation, between the sixteenth and seventeenth centuries. Second comes the moment in which the Catholic Church lost its temporal power during the Unification of Italy and the “spiritual” reaction culminating with the First Vatican Council (1869-1870). Lastly is the period before and after the Second Vatican Council (1962-1965), which can be considered the most significant reaction of Catholicism towards modernity. Contributors: N. Barbolani di Montauto, X. Barral i Altet, N. Bock, V. Cantone, S. Cracolici, A. Di Croce, S. D’Ovidio, I. Foletti, J. Gebhardt, M. Gianandrea, O. Jakubec, J. Klípa, V. Lucherini, F. Malesevic, S. Pierguidi, C. Piva, S. Rosenbergová, M. Santanicchia, E. Scirocco, I. Fiumi Sermattei, A. Tranchina. -
Ascanio Filomarino. Nobiltà, chiesa e potere nell'Italia del Seicento
Aristocratico, arcivescovo e cardinale, Ascanio Filomarino è stata una delle principali figure del XVII secolo napoletano. Creatura dei Barberini, formatosi alla corte di papa Urbano VIII, diede vita a una lunga serie di contrasti con i viceré spagnoli, ma anche con il resto della nobiltà e con varie componenti politiche e sociali del regno di Napoli. Simbolo dei conflitti giurisdizionali che opposero potere civile ed ecclesiastico nell'Italia del Seicento, protagonista della cosiddetta ""rivolta di Masaniello"""", scampato alla peste del 1656, Filomarino contribuì anche all'elezione di due pontefici, Innocenzo X e Alessandro VII. Questo volume costituisce la prima biografia completa del personaggio, attraverso cui comprendere una fase assai delicata della storia dell'Italia del XVII secolo."" -
The byzantine-ottoman transition in Venetian Chronicles-La transizione bizantino-ottomana nelle cronache veneziane
Nel XIV e XV secolo, l'Impero Ottomano si andò affermando come nuova potenza egemoniale nella regione che un tempo era stata il nucleo di Bisanzio. Questa transizione interessò anche Venezia e l'elite veneziana in quanto attori politici ed economici di rilievo nell'area. Di conseguenza, i documenti veneziani sono stati spesso utilizzati per illustrare la storia di un'epoca che vide il tramonto dell'Impero bizantino e l'ascesa di quello ottomano. Eppure, le ripercussioni di queste trasformazioni sulla copiosa produzione storiografica tardo-medievale della Serenissima e, in particolare, sulle cronache veneziane spesso anonime, non erano ancora state studiate in modo sistematico. In tale contesto questo volume, frutto di un workshop internazionale, combina riflessioni metodologiche sulle caratteristiche della cronachistica veneziana e dell'uso delle informazioni in essa contenute e singoli casi di studio che riflettono fasi cruciali della transizione bizantino-ottomana. -
Il viaggio di Faust in Italia. Percorsi di ricezione di un mito moderno
La narrazione della vicenda del dottor Johann Georg Faust (1480-1540) ha innescato uno dei miti fondativi della cultura occidentale moderna. Diffuso in ogni arte e letteratura, è divenuto metafora assoluta della sete di conoscenza disposta a tutto per realizzarsi. Tra le molte versioni del mito, è quella di Goethe che giunge per prima in Italia, dando luogo a una sorta di attrazione repulsiva, come di grande opera esteticamente e moralmente inaccettabile. Si forma così nella cultura italiana del XIX secolo l’idea del capolavoro sbagliato. Tuttavia, a dispetto dell’ossimoro, si manifesta un grande successo popolare, attestato dalle molte riscritture, reintepretazioni e reinvenzioni. Il presente studio, attraverso un’analisi attenta e puntuale, offre una mappatura insolita e innovativa delle molteplici rivisitazioni dell’opera, inficiando l’idea di una scarsa affinità tra il mito di Faust e la cultura italiana. Il macrotesto faustiano che emerge dalla ricostruzione qui offerta si impone così come una delle vie maestre di lunga durata della dialettica fra tradizione e modernità nella cultura del nostro paese. -
La disfida di Barletta. Storia, fortuna, rappresentazione
13 febbraio 1503, 13 cavalieri italiani si scontrano con altrettanti francesi: è la Disfida di Barletta, un episodio delle Guerre d’Italia, nelle quali il Mezzogiorno fu campo di devastanti battaglie, ma soprattutto un eccezionale evento mito-motore. Attraverso il romanzo di Massimo d’Azeglio, le rappresentazioni cinematografiche, le strumentalizzazioni di epoca risorgimentale e fascista, essa ha contribuito a rinsaldare il senso identitario di una nazione in formazione. In questo volume, per la prima volta in maniera approfondita e precisa, della Disfida sono analizzati i contesti storici, letterari, culturali, oltre che le trasformazioni evolutive e deformanti delle sue narrazioni e raffigurazioni, che l’hanno resa un inestimabile patrimonio della memoria collettiva locale, europea e mediterranea. -
Povertà, miseria e servizio sociale. L'Inchiesta parlamentare del 1952
Questo volume - frutto di una feconda collaborazione tra storici contemporaneisti, archivisti e assistenti sociali, che hanno ricostruito il contesto nel quale operò la Commissione d'Inchiesta sulla diffusione della miseria nel Paese formata da parlamentari della prima legislatura - mostra l'Italia del 1952, nella quale erano ancora evidenti le disastrose conseguenze della guerra. Un mondo che la Repubblica appena nata si impegnò a cambiare in meglio, prima indagandolo - anche grazie al ruolo significativo degli assistenti sociali e delle loro interviste alle famiglie campionate - e poi con azioni dirette, volte a rispettare l'impegno dei Costituenti per promuovere una società democratica, dotata di un sistema di garanzie dei diritti capace di sostenere anche le persone svantaggiate. Le attuali condizioni socio-economiche dell'Italia sono indubbiamente migliori rispetto a quegli anni, ma la Società per la storia del servizio sociale ritiene doveroso ricordare l'impegno profuso allora. -
Storia di un diplomatico. Luca Pietromarchi al Regio Ministero degli Affari Esteri (1923-1945)
L’ambasciatore Luca Pietromarchi (1845-1978) è stato un protagonista della politica estera italiana durante il Ventennio: capo dello strategico Ufficio Spagna durante la guerra civile, dell’Ufficio Guerra economica allo scoppio della seconda guerra mondiale, fu anche direttore del Gabinetto Armistizio e Pace, e in quanto tale fra i principali funzionari responsabili della politica d’occupazione italiana nei Balcani. Nel 1945 fu epurato, dal momento che la sua lunga carriera suggeriva conformismo e zelante servizio al fascismo. Tuttavia, attingendo a documenti e diari inediti conservati presso la Fondazione Einaudi, questo studio getta nuova luce sull’immagine granitica dell’uomo di regime, rivelando una realtà più sfaccettata: Pietromarchi aveva ispirato e guidato la “congiura diplomatica” che impedì la consegna di migliaia di ebrei jugoslavi ai nazisti, e nell’estate del 1943 aveva preparato le trattative segrete per l’abbandono dell’Asse.