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Firenze medievale e dintorni
La storia della Firenze medievale e rinascimentale è da tempo al centro dell'interesse della storiografia internazionale, non solo per l'eccezionale fioritura della letteratura e delle arti, della cultura e del pensiero, in tutte le sue declinazioni, ma anche per lo straordinario sviluppo economico, per la partecipazione politica ampia, per le sperimentazioni in campo fiscale e finanziario. Il volume pone l'accento sulla mobilità sociale, sul radicamento della cultura mercantile e sulla proiezione esterna degli uomini d'affari, sulla forza di attrazione sulle élite dei centri minori, e ancora su aspetti delle strutture materiali e della vita privata. -
Milano allo specchio. Da Costantino al Barbarossa, l'autopercezione di una capitale
L'autoreferenzialità quale prisma attraverso cui leggere la Milano tardoantica e medievale è il filo rosso sotteso ai sette saggi che compongono questo libro. Capitale dell'impero segnata dall'episcopato di Ambrogio, metropoli ecclesiastica di prim'ordine e potente Comune, la Milano medievale ha uno sviluppo eccezionale sulla lunga durata. Solo sporadicamente, però, tale stratificazione - storica, culturale e materiale - è stata indagata in una prospettiva di autoreferenzialità, centrale invece per la mentalità medievale e soprattutto per una città come Milano, dove la tradizione diviene garante del ruolo chiave che il capoluogo lombardo intende assumere nel Medioevo. Il patrimonio immateriale e materiale della città è indagato da un punto di vista pluridisciplinare. L'analisi di storici, archeologi, storici dell'arte e filologi permette d'individuare i punti nodali di questo meccanismo, fornendo una visione a tutto tondo per molti aspetti innovativa, al fine di meglio comprendere in che modo Milano si relazioni al proprio passato e come questo passato costituisca una continuità attraverso la quale plasmare un'immagine di sé, diventando un aggregatore identitario fondamentale. -
Chiese e popoli delle Venezie nella Grande Guerra
Il lungo centenario della prima guerra mondiale, con le commemorazioni e le celebrazioni estese tra 2014 e 2018, ha inevitabilmente (e meritoriamente) prodotto anche un'ampia serie di convegni di studio, di dibattiti scientifici e di pubblicazioni. Prematuro e inutile darne qui conto. In tale contesto vanno collocate pure le iniziative promosse dall'Istituto per le ricerche di Storia di Vicenza e dalla Fondazione Mazzolari di Bozzolo, con il coinvolgimento di altri istituti, particolarmente dell'area trentina. La particolarità di queste iniziative - delle quali si raccolgono gli atti in questo consistente volume - risiede nell'aver messo a fuoco anzitutto il complesso rapporto tra la guerra e la coscienza religiosa, considerando il contesto italiano e privilegiando la prospettiva della Chiesa cattolica, pur nella consapevolezza che anche nell'Italia del 1915-1918 esistevano altre confessioni religiose, tanto di ispirazione cristiana quanto ad essa estranee, come quella ebraica. Si tratta di un oggetto pili volte affrontato e peraltro ancora bisognoso di approfondimenti e di chiarimenti, resi possibili man mano che procede l'esplorazione degli archivi vaticani e diocesani. Se da un lato, infatti, si sa da tempo che i cattolici italiani si trovarono nel 1914-1915 in una condizione di forte e problematico pluralismo, dall'altro è anche vero che non tutto è stato scritto. -
Le guerre in un mondo globale
Questo volume analizza la guerra, e con essa i concetti elaborati per definirla, collocandola nel contesto di una storia globale dell'età contemporanea. I contributi della prima parte prendono in esame i principali conflitti succedutisi dalla fine del Settecento al termine della guerra fredda: da quelli del ciclo 1792-1815 alla guerra civile americana, dai due conflitti mondiali a quelli sino-giapponesi della prima metà del Novecento, fino appunto alla guerra fredda. I saggi della seconda parte indagano invece i diversi ""volti"""" del fenomeno, così come emergono dal rapporto fra la guerra da un lato, il diritto internazionale, l'economia, la tecnologia, la propaganda e la religione dall'altro."" -
Disciplined dissent. Strategies of non-confrontational protest in Europe from the Twelfth to the early Sixteenth Century
Inspired by current debates around political confrontation and the exercise of power, Fabrizio Titone offers an interpretation based on the concept of disciplined dissent. This interpretation is centred on the notion of diffused power and is designed to transcend the binary distinction consensus/resistance. The aim is to identify the conservative process involved in mounting a critique, a protest, through which those who object may have intercepted and then deployed on their own account the cultural repertoire of those in a position of authority. This was with a view to obtaining a hearing, or even influencing the activities of the government and decentering the exercise of power. The essays collected here take as their theoretical point of departure the concept of disciplined dissent. In order to ascertain how adaptable the latter is, the decision was taken to include studies relating to wholly distinct political contexts. Contributions by scholars from different backgrounds shed light upon different circumstances prevailing in continental and non-continental medieval Europe. -
Roma seconda città dell'impero. La conquista napoleonica dell'Europa mediterranea
Nel 1809 Napoleone conquistava Roma proclamandola ""seconda città dell'Impero"""" dopo Parigi. Per un lustro, fino al crollo dell'Impero nel 1814, la """"città del papa"""" divenne così simbolo e terreno di sperimentazione delle forme imperiali generate dalla """"missione civilizzatrice"""" francese in Europa e nel Mediterraneo. La combinazione tra l'uso politico dell'idea di Roma antica e le pratiche di conquista imperiale produsse effetti significativi nell'amministrazione e nella rappresentazione dell'Urbe, anche se Napoleone non avrebbe mai messo piede nella città. Intrecciando lo sguardo dei conquistatori e dei conquistati (progetti francesi, interazioni sociali e locali, discorsi politici dei patrioti italiani), il libro mostra la molteplicità delle implicazioni - politiche, istituzionali, spaziali, culturali - del mito e della realtà di Roma nel contesto degli imperialismi e dei nazionalismi dell'età post-rivoluzionaria."" -
Meridiana (2016). Vol. 86: Profughi
Fin dall'antichità i profughi sono stati una conseguenza di guerre, cambiamenti climatici o il frutto di precise scelte geopolitiche, come il popolamento e la coltivazione di territori strategici poco abitati. Nell'età moderna si sono venute ad aggiungere altre cause, come le persecuzioni di matrice religiosa, politica o sociale. L'età contemporanea si è poi caratterizzata per le espulsioni di gruppi non rispondenti al criterio di nazionalità dello Stato di residenza. Ogni epoca ha visto progressivamente aumentare i repertori delle motivazioni all'origine del profugato. Con il Novecento l'esperienza dei profughi si è legata a un fenomeno radicalmente nuovo: l'estendersi su scala globale del controllo delle frontiere e di politiche restrittive di ingresso nei territori statali. In questo nuovo contesto si è imposto il credo umanitario dell'intervento internazionale in favore dei profughi. Senza politiche migratorie restrittive non ci sarebbe stato bisogno di strumenti culturali e giuridici per distinguere con precisione chi poteva essere definito rifugiato e chi no. Lo Stato, la sfera della cittadinanza e del welfare sono diventati elementi centrali nell'esperienza dei profughi, la cui vita è decisamente condizionata dalle pratiche di accoglienza adottate dalle società e dalle istituzioni. I singoli e i gruppi familiari in fuga devono fare i conti in primo luogo con il complesso panorama istituzionale in cui sono ora inseriti. Un'analisi dei sistemi di accoglienza dal Novecento al tempo presente non può fare a meno di interrogare il ruolo delle istituzioni pubbliche. Riconoscere il ruolo dello Stato vuol dire innanzitutto mettere in questione la macchina amministrativa e i suoi input politici, interrogarla per affinare gli strumenti con cui solitamente si guarda alle istituzioni, estendere le analisi anche ai soggetti locali e a quelli sovranazionali. -
Gli intellettuali nella crisi della Repubblica. 1968-1980
La storia politica degli intellettuali fra il 1968 e il 1980 costituisce un osservatorio privilegiato sulla crisi dell’Italia repubblicana. Gli anni Settanta furono un periodo di rinnovato “interventismo della cultura” che si manifestò attraverso la mobilitazione politica dei ceti intellettuali e il mutamento di ruolo delle loro élite. Pier Paolo Pasolini, Norberto Bobbio, Augusto Del Noce, Umberto Eco, Nicola Matteucci, Rosario Romeo e molti altri divennero editorialisti politici dei maggiori quotidiani. Nacquero nuovi giornali come «Lotta continua», «la Repubblica» e «Il Giornale» di Indro Montanelli. Riviste come «Quindici», «Il Mulino» o «aut aut» accentuarono il profilo militante. Il «Corriere della sera» e «la Repubblica» cominciarono ad affidare il commento politico anche a intellettuali francesi e inglesi. Frutto di ricerche originali e di un lungo ciclo di seminari promossi dall’Istituto Gramsci, il volume ricostruisce questa storia in cui campeggia la memoria di un tragico rifiuto di responsabilità riassunto nello slogan «né con lo Stato, né con le Br». -
Dal libertinismo ai Lumi. Roma 1690-Torino 1727
I sommari conservati presso l'Archivio del Sant'Ufficio romano permettono di ricostruire la vasta trama di idee e relazioni sviluppatasi a Roma tra docenti della Sapienza, membri del Congresso medico, nobili e bibliotecari negli anni Ottanta del secolo XVII. L'analisi della documentazione processuale rivela che, parallelamente al processo napoletano contro gli ""ateisti"""", si svolsero a Roma due processi che coinvolsero persone ben più rilevanti e numerose di quelle implicate a Napoli, giungendo a una conclusione assai più drammatica e cruenta. Antonio Oliva, Pietro Gabrielli, Filippo Alfonsi, Paolo Boselli, Sulpizio Antonio Mazzuti, Giovanni Maria Lancisi, Gian Vincenzo Gravina e, dietro di loro, le famiglie dei Colonna e dei Mancini, furono i nomi più significativi coinvolti in una vicenda che mise in allarme le congregazioni romane dell'Indice e del Sant'Ufficio. Emerge così una vicenda che segnò profondamente l'Italia del tempo e che viene qui ricostruita partendo dalle principali esperienze del """"complesso culturale"""" bianco-luminoso fino alle riforme dell'istruzione pubblica promosse a Roma e a Torino."" -
Tre anni a Buenos Aires. 1975-1978
Sulla base di suoi ricordi e di documenti conservati nel suo archivio personale, Bernardino Osio, all'epoca giovane diplomatico in servizio presso l'Ambasciata d'Italia a Buenos Aires, in un momento particolarmente tragico della storia argentina, ci descrive come visse un periodo irto di difficoltà e di grande disagio, sia all'interno dell'ambasciata che all'esterno: e l'autore non nasconde le viltà e le ottusità della vita diplomatica di quegli anni, sottolineando le colpevoli omissioni dei governi italiani dell'epoca. Nei suoi ricordi sfilano, in un insieme spesso terribile ma a volte anche grottesco, le figure ambigue del mondo politico argentino e italiano dell'epoca, assieme a quelle dolenti dei parenti italiani e italoargentini di prigionieri politici e di ""desaparecidos"""". Fanno da sfondo numerose personalità della grande cultura argentina con le quali l'autore intrattenne rapporti amichevoli, e le cui case spesso furono per lui oasi di pace nella tragica realtà di Buenos Aires."" -
A description of all Spain. De situ, longitudine, forma et divisione totius Hispaniae libellus
Agostino Vespucci’s De situ, longitudine, forma et divisione totius Hispaniae libellus represents one of the first, most thorough and lively Renaissance descriptions of Iberia. Combining the genres of chorography, travel literature and the diplomatic report, the book deals with the country’s geography, ethnography, recent history and Roman antiquities, merging the past with the present and having recourse to both literary sources and the author’s own investigations. As Vespucci’s only extant literary work, it sheds light on his humanist activity and political ideas, and it allows us to assess the influence that figures such as Poliziano and Machiavelli exercised on him. The manuscript treatise, which was dedicated and presented to Cardinal Giulio de’ Medici (later Pope Clement VII) in 1520, is edited here for the first time. -
From Byzantium to holy Russia. Nikodim Kondakov (1844-1925) and the invention of the icon
Tracing the life and work of Nikodim Kondakov, a pioneer in the field of late Antiquity and Byzantium in eastern Europe, this biography is a true tale of adventure. It follows the complicated and challenging events in Kondakov’s life before and after the Russian Revolution, from his humble beginnings to his university studies and analyzes his inspired creation of an innovative and precocious study of art history in Russia. From a brilliant and successful career to the trauma endured during the Russian Revolution, the story becomes one of wandering and dependence; nevertheless, and in spite of the shift in history and in his own life, Kondakov’s studies sketch a vast geography of Late Antique and medieval culture from the Mediterranean to the Urals. The work approaches distant horizons, giving a glimpse of the migrations from Asia and the inception of medieval Europe with its Christian values; and it travels the paths of history along trails marked by artifacts and monuments. Reconstructing the personal and existential events in Nikodim Kondakov’s life contributes to the understanding of a critical phase in the founding of art history and, more broadly, the histories of Russia and of the countries the scholar traversed during a long life filled with tribulations. -
La Società Teatrale Internazionale, 1908-1931. Archivio e storia di una grande impresa teatrale
La Società Teatrale Internazionale (STIn) rappresenta un caso di studio eccezionale nel panorama italiano. Fondata nel 1908 da un gruppo di speculatori convinti di risolvere la crisi del teatro attraverso i mezzi propri della grande industria, la STIn è nazionalizzata nel 1926 dal Governatorato fascista di Roma e liquidata nel 1931. Nei suoi 23 anni di vita la STIn gestisce i maggiori teatri italiani, dal Costanzi di Roma al Regio di Torino, stringe accordi con numerose sale internazionali e coinvolge i principali artisti, impresari e compositori della sua epoca, da Mascagni, che della società sarà azionista e direttore, all'editore Sonzogno. La complessa ed entusiasmante parabola della STIn può essere ricostruita attingendo ai numerosi fascicoli dell'archivio societario che, conservato presso l'Archivio Storico Capitolino di Roma, rappresenta uno dei pochi archivi di società teatrale giunto a noi integralmente per ampi tratti della sua storia. Dell'Archivio STIn, recentemente riordinato, questo volume pubblica l'inventario. -
Venezia nel contesto globale-Venedig im globalen Kontext
In questa raccolta, sette autrici e autori internazionali faranno luce, partendo da prospettive disciplinari diverse, sul ruolo di Venezia per e nel mondo. Nel tracciare un profilo cronologico dal Medioevo all’epoca attuale, si delineeranno la visione mondiale dell’Europa dell’età premoderna e la sua trasposizione nelle carte geografiche, nonché la posizione di Venezia nella letteratura medievale e in quanto punto nodale dell’Umanesimo. Si presenterà, inoltre, il peculiare ruolo storico svolto dal Fondaco dei Tedeschi e dal ghetto veneziano nella e per la città. Queste riflessioni saranno coronate da un contributo sociologico sulla migrazione nel bacino del Mediterraneo nel XXI secolo. Con esempi concreti, il volume mostra il modo in cui, grazie al posizionamento di Venezia in un contesto globale, gli sviluppi urbanistici poterono incidere superando la città in senso stretto – e, viceversa, come, da una prospettiva storica, tali relazioni globali ebbero influenza sulla laguna. -
Il mestiere di storico (2016). Vol. 2
Il Mestiere di Storico è il semestrale della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCo). Raggiunge direttamente gli oltre 700 membri dell'Associazione e ha l'obiettivo di presentare e discutere criticamente la produzione storiografica italiana e sull'Italia e di farla dialogare con la produzione storiografica internazionale. In ogni fascicolo vengono recensiti tra i 150 e i 200 volumi. La rivista ospita anche tavole rotonde su libri di particolare rilievo, recensioni di mostre, musei, film, fiction televisive, romanzi storici, memorie e documenti. Nel secondo fascicolo dell'anno pubblica anche una rassegna degli articoli comparsi sulle più rilevanti riviste italiane di storia e sulle riviste straniere che si occupano di storia italiana. La rivista è anche aperta alla pubblicazione di articoli sottoposti a peer reviewing, e copre tutte le aree della storia italiana e mondiale relativamente ai secoli XIX e XX. -
Cittadinanze medievali. Dinamiche di appartenenza a un corpo comunitario
Appurata l’inesistenza di un concetto univoco di cittadinanza nell’Occidente medievale, resta l’interesse per l’eccezionale sperimentazione di forme di aggregazione, funzionamento ed esclusione dei corpi comunitari in quel periodo. I saggi di questo volume, opera dei maggiori medievisti italiani e internazionali, ne approfondiscono tre aspetti: il nesso tra appartenenza alla collettività e contribuzione economica dei singoli; la coesistenza di livelli diversi di partecipazione alla vita pubblica di un corpo comunitario; e infine le forme di esclusione sociali, religiose e politiche, e le pratiche di reintegrazione parziali nel tessuto comunitario. Emergono categorie ibride di cittadinanza, caratterizzate da una distribuzione graduata dei diritti e più vicine paradossalmente alle realtà attuali dei grandi modelli teorici del secolo scorso. -
La delegittimazione politica nell'età contemporanea. Vol. 1: Nemici e avversari politici nell'Italia repubblicana.
Nonostante la sua importanza, la categoria di ""delegittimazione"""" non ha ancora ricevuto una specifica attenzione da parte della storiografia internazionale, per quanto venga sempre più spesso utilizzata dal linguaggio politico, giornalistico e talvolta anche in ambito scientifico. Ritenuta parte di processi più generali o sottomessa ad altri fenomeni, quali le crisi politiche o le transizioni di regime, la delegittimazione non ha ancora trovato uno spazio autonomo nelle ricerche degli storici. Da un punto di vista interpretativo, il nucleo concettuale del problema rimane quello affrontato da Carl Schmitt nei suoi saggi degli anni Venti. Ma Schmitt scriveva e teorizzava dopo la grande guerra, negli anni del bolscevismo e del nascente nazismo. Come è possibile che in democrazia la figura dell'avversario come hostis resti ancora centrale? Per la prima volta una serie di ricerche contribuisce a fare chiarezza su un tema centrale non solo per la comprensione della storia d'Italia nella seconda metà del Novecento, ma anche sulla crisi del modello democratico in corso nell'Unione Europea."" -
Moving around in town. Practices, pathways, and contexts of intra-urban mobility from 1600 to the present day
The object of this book is intra-urban mobility, namely the diverse forms of mobility occuring within a city: from residential mobility to daily mobility, the latter understood both as commuting and as urban travel for leisure.The specific aim of the volume is to explore mobility in the city at different times, from the XVIIth century to today, and to relate it to the respective social dynamics from different standpoints, moving back and forth from the building to the neighbourhood and the wider metropolis, from Tunis to Paris, from Naples to Barcelone, passing through Rome, Milan and Marseille. The approach adopted is strongly multidisciplinary. The authors come from different disciplines - from History to Demography, from Sociology to Geography -, which has allowed to decline the study of intra-urban mobility both through a look at individuals and their mobility practices and from a territorial and historical context. In so doing, a set of urban issues has been considered, such as social mobility, metropolization processes, migrations and inequalities, access to real estate market. -
Il controllo dello straniero. I «campi» dall'Ottocento a oggi
I fatti del nostro tempo ci hanno assuefatto all'emergenza e i campi di detenzione ne sono la prova. Predisposti in un contesto di necessità e di urgenza, presentati come dispositivi temporanei, nell'assenza di politiche virtuose di controllo degli stranieri, hanno finito col trasformarsi in luoghi/non-luoghi di margine e dis-integrazione morale, deformazioni permanenti dell'equilibrio politico, giuridico e sociale di un ordinamento. Il volume raccoglie contributi di diversi profili disciplinari, dalla storia del diritto e dell'Africa alla filosofia, all'antropologia, nello scopo condiviso di tracciare una storia del campo, individuarne peculiarità e limiti, e immaginarne un futuro, mantenendo il focus sull'Europa, sull'Italia, sul Mediterraneo e l'area maghrebina, e sulla Libia, in particolare. Contributi di Eliana Augusti, Luca Ciabarri, Pietro Costa, Costantino Di Sante, Antonio M. Morone, Luciano Nuzzo, Luigi Pannarale, Michel Péraldi, Michele Pifferi, Barbara Pinelli, Corrado Punzi. -
Lordships of Southern Italy. Rural societies, aristocratic powers and monarchy in the 12th and 13th centuries
Qual era il vero volto della signoria nel Mezzogiorno italiano? Cosa può apportare il Sud alle grandi discussioni sul feudalesimo e sui poteri aristocratici, sulla loro struttura e sulla loro evoluzione, sul loro impatto economico e sociale? Che contributo può venire dal Regno di Sicilia agli studi sulla dialettica che avveniva fra sovrani, nobiltà e società contadine? E poi, lo studio dei poteri signorili e delle società rurali può riconfigurare le classiche tematiche meridionali dell'arretratezza economica e della centralità monarchica? Questo libro costituisce la prima analisi sistematica sulla signoria nel Mezzogiorno durante l'epoca normanno-sveva e primo-angioina. Offre nuove interpretazioni sul potere della nobiltà, sulle società rurali e sulla politica monarchica. Mostra come fra re, nobili e contadini si attuò un gioco complesso, condotto attraversò le leggi e la violenza, i rapporti feudali e gli investimenti economici, le discussioni sulla libertà e la servitù, lo sfruttamento di uomini e risorse naturali. I suoi protagonisti sono mondi contadini dal dinamismo finora insospettato, re determinati a limitare il potere aristocratico, e nobili costretti ad adattare la propria signoria alla forza delle società rurali e della politica monarchica. Ne esce un Mezzogiorno finora sconosciuto, vitale e articolato, la cui lettura permette di comprendere meglio non solo le vicende del meridione, ma quelle di molte altre regioni.