Sfoglia il Catalogo feltrinelli024
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 5881-5900 di 10000 Articoli:
-
La città, i saperi, le pratiche
Il testo guarda al tema entro tre differenti angolazioni. La prima è tesa a comprendere le condizioni di possibilità di un pensiero della con-vivenza e della con-divisione e le sue conseguenze per le culture urbanistiche e del progetto urbano. La seconda propone una riflessione critica sul progetto urbanistico a partire dalle forme di produzione e trasmissione dei nostri saperi. La terza guarda alle implicazioni di questa lettura della città e dei saperi sul senso e il destino dell’insegnamento e della ricerca universitaria. La città è sempre stata luogo delle differenze. Luogo in cui i diversi coabitano, mettendo in comune regole di convivenza e dispositivi di controllo. Vivere insieme non è una scelta, ma un destino. Oggi tuttavia la città europea appare incapace di governare il pluralismo, che pure è stato tanta parte della sua storia e del suo destino, schiacciata tra il fallimento della tecno-burocrazia dell'Unione europea e i localismi populisti e regressivi, diffusi ormai in ogni angolo del continente. Come possiamo dunque pensare la città plurale nell'epoca contemporanea? In assenza di fondamenti ideologici, di una visione del mondo condivisa, di uno sfondo comune, come possono gli individui vivere e fare insieme nello spazio urbano? Il libro prende le mosse dall'urgenza di rispondere a queste domande, suggerendo di pensare prima l'essere-insieme, la relazione, poi l'individuo. Si tratta di un esercizio difficile; tuttavia, solo un approccio che sia in grado di descrivere l'individuo come effetto, e non come fondamento, ci permette di comprendere la natura profonda dello stare insieme nello spazio urbano non in chiave comunitaria, ma come disposizione e comparizione, essere-in-comune senza condivisione. -
Eredi di Mao. Economia, società, politica nella Cina di Xi Jinping
Con rigore e semplicità Ignazio Musu ripercorre la recente storia della Cinarnrn«L’intrecciarsi di aspetti positivi e negativi nello sviluppo della Cina implica la difficoltà di prevedere con sicurezza l’evoluzione che avrà il paese nei prossimi anni. Quello che è certo è che il peso e il ruolo economico ormai assunto dalla Cina sulla scena internazionale non rendono auspicabile un suo fallimento, perché questo comporterebbe conseguenze disastrose per l’intera economia mondiale».rnrnrnrnrnrnLa Cina è ormai la prima economia del mondo, scavalcando in termini di Pil perfino gli Stati Uniti. L'economia e la società cinesi continuano a trasformarsi con un'intensità e una rapidità mai sperimentate nella storia: siamo di fronte a un paese il cui ruolo internazionale sta diventando sempre più forte, sotto il profilo economico, ma anche politico. Dal 2012 la leadership è saldamente nelle mani di Xi Jinping, da più parti equiparato a Mao Zedong per influenza, carisma e potere. Pur con tutti i limiti di un approccio fortemente autoritario, non esistono oggi al mondo progetti politici in grado di comprendere non solo l'aspetto economico, ma anche istituzionale, sociale e culturale che abbiano il vasto respiro di quello attuato da Xi Jinping, soprattutto per quanto riguarda il ruolo della Cina nella realtà internazionale. Tuttavia, l'ascesa della Cina nel mondo trova ostacoli nella guerra dei dazi con gli Stati Uniti e nelle crescenti tensioni legate all'affermarsi del paese nel campo delle tecnologie digitali. In un mondo in cui sta venendo meno la coesione, e quindi la centralità, dell'Occidente, l'emergere dell'Asia, e di un ruolo prevalente della Cina nel continente, sulla scena geopolitica appare inevitabile. -
Le grandi epidemie. Come difendersi. Tutto quello che dovreste sapere sui microbi
«Questo libro nasce dal desiderio di raccontare le malattie contagiose che minacciano la nostra specie, o perché si tratta di antichi nemici che ritornano, o perché in realtà sono sempre restati fra noi, o ancora perché dal ""mondo invisibile"""" possono sempre emergere nuovi, devastanti agenti infettivi. Racconteremo come funzionano i vaccini e gli antibiotici, quali effetti collaterali possono davvero avere e come vengono """"inventati"""" dai ricercatori. Perché, contrariamente agli eserciti, i microbi non firmano armistizi o capitolazioni: con loro la guerra è sempre all'ultimo sangue». Prefazione di Piero Angela."" -
Scrivi sempre a mezzanotte. Lettere d'amore e desiderio
Due scrittrici, due donne indipendenti, un grande amore. Queste lettere raccontano una storia la cui forza risplende ancora oggi, sfidando i canoni e il conformismo.>rn«Ci narrano con arguzia, intimità, spessore e metafore fulminanti un'intesa colma di passione oltre che di tenera quotidianità amicale, dove gli sguardi possono ancorarsi a cose minute e importanti come un breakfast servito a letto, un piccolo e voluttuoso mazzo di ciclamini profumati, una partita a poker e il gusto di un buon tocco di burro» - Leonetta Bentivoglio, RobinsonrnrnVirginia Woolf ha quarant'anni. Insieme al marito Leonard dirige una casa editrice, la Hogarth Press, e il suo nome comincia a essere noto. Sta lavorando alla 'Signora Dalloway', che la consacrerà come una delle scrittrici più rivoluzionarie e apprezzate del suo tempo. Al diario confida di sentirsi vecchia, ma ha appena incontrato la donna che diventerà il suo più grande amore, l'affascinante Vita Sackville-West. Vita ha trent'anni. Anche lei scrittrice, è una giovane donna aristocratica; sposata con un diplomatico, è al centro di una fitta rete di amicizie e di amori. Viaggia molto, scrive poemi e racconti, e quando conosce Virginia è immediatamente attratta dalla sua bellezza spirituale e dal fascino della sua personalità. Poco dopo ha inizio la loro storia d'amore, che queste lettere ci raccontano. L'ampio carteggio tra le due donne andrà avanti per vent'anni: in esso le dichiarazioni appassionate si alternano a improvvise ritrosie, i rimbrotti alle ironie; Vita e Virginia adorano scherzare, prendersi in giro, punzecchiarsi, ma spesso il gioco cede il passo a slanci impetuosi e senza freni. Il volume raccoglie oltre un centinaio di lettere, le più significative, di questa storia, che culminerà per Virginia nella scrittura di Orlando: la biografia di un essere meraviglioso che vive per quattro secoli passando da un sesso all'altro, e che ha le fattezze della bella Sackville-West, è un omaggio a lei, un tentativo di rendere eterna una relazione minacciata dalle tante avventure di cui Vita non riesce a fare a meno. Con gli anni, la passione travolgente si trasforma in amicizia profonda. Vita sarà sempre l'«adorata creatura» di Virginia, l'amazzone dalle gambe lunghe e affusolate che attraversa a grandi falcate le strade del mondo. Allo stesso tempo, Vita non lascerà mai la sua amata, la riempirà di regali e attenzioni, e sarà proprio lei l'unica persona - oltre a Leonard e alla sorella Vanessa - a cui Virginia consentirà di avvicinarsi nei momenti più cupi delle sue malattie. Il loro amore, scrive Nadia Fusini nel suo saggio, «si tramuta in gelosia e in abbandono e trapassa in tradimento e in rimpianto, ma non finisce mai. Le due donne si incontrano, si separano, si scrivono, smettono di scriversi, riprendono a scriversi, e sempre la tenerezza, l'amicizia, la nostalgia riemergono, e tornano la luce e l'incanto». -
Dai fascismi ai populismi. Storia, politica e demagogia nel mondo attuale
Cos'è il fascismo? E il populismo? Che rapporto hanno dal punto di vista storico e teorico? Possiamo definire fascisti Donald Trump o Matteo Salvini, oppure bollare come populisti politici di destra o di sinistra come Hugo Chávez e Marine Le Pen? Lo storico argentino Federico Finchelstein ripercorre la vicenda di questi concetti per rispondere a interrogativi divenuti quanto mai urgenti oggi che, con l'arrivo al potere dei movimenti populisti, è diffuso il timore di una degenerazione autoritaria della democrazia. «La storia che porta dal fascismo al populismo è essenziale per comprendere i processi politici a noi più vicini», avverte Finchelstein nell'introduzione scritta appositamente per l'edizione italiana. Fascismo e populismo, infatti, pur avendo una storia comune, hanno seguito due traiettorie diverse. Il fascismo è stato una forma di dittatura politica, spesso emersa dall'interno della democrazia con l'intento di annientarla. Il populismo invece è scaturito da altre esperienze autoritarie e nella maggior parte dei casi ha alterato i sistemi democratici, senza quasi mai arrivare a distruggerli. Il populismo contemporaneo - in Europa, negli Stati Uniti e in America Latina - è dunque una forma autoritaria di democrazia, che prospera in contesti di crisi politica, reale o percepita: pone un problema al contempo di scarsa rappresentanza politica, che induce la gente a ritenere che le proprie preoccupazioni siano ignorate dai governi, e di crescente disuguaglianza economica e sociale, che fomenta posizioni politiche radicali e nazionaliste. Con un approccio che fa dialogare passato e presente, Nord e Sud del mondo, Europa e Stati Uniti, l'analisi di Finchelstein ha il merito di guardare al fenomeno populista intrecciando i piani nazionale, transnazionale e internazionale, in una prospettiva storica ma avendo come orizzonte di riferimento il presente. Prefazione di Angelo Ventrone. -
Ambasciatori. Diplomazia e politica nella Venezia del Rinascimento
Cosa fa l'ambasciatore del re di Francia nella Venezia del Cinquecento: il diplomatico, l'umanista, l'eretico, l'uomo d'affari, la spia? Grazie alla sua posizione geografica strategica e alla sua rete commerciale, Venezia fu una porta verso 1'«Altro», inteso sotto l'aspetto politico, culturale e religioso. Punto di osservazione privilegiato di questo mondo aperto fu l'ambasciata francese nella città del doge. Gli inviati francesi progettarono un'intesa politica e militare - scandalosa all'epoca - tra il re Cristianissimo e il peggior nemico della Cristianità, il sultano Solimano il Magnifico. Artefici di quell'«alleanza empia» furono perlopiù vescovi, che misero la loro cultura e il loro spirito tollerante a servizio di una politica spregiudicata. Basato su un ricco ventaglio di fonti - dalle corrispondenze private e ufficiali ai documenti inquisitoriali, dai racconti di viaggi alle cronache cittadine, dai libelli alle dediche degli umanisti -, il volume fa emergere la figura degli ambasciatori come uomini di frontiera a cavallo tra confessioni religiose e fedeltà politiche, attori di una circolazione di saperi, informazioni e libri nell'Europa del primo Cinquecento. Valenti umanisti e appassionati di antichità greco-romana, essi contribuirono infatti alla riscoperta da parte della corte di Francia dei tesori degli Antichi, dell'arte e della letteratura rinascimentale italiana. Uomini di cultura, ma anche uomini di potere, che attraverso il reclutamento di informatori e di spie, l'arruolamento di condottieri, la messa in circolazione di false notizie tentarono di condizionare l'andamento delle guerre d'Italia. Con rara ampiezza di sguardo e maestria di dettaglio, Guillaume Alon-ge ci conduce fin dentro i segreti di una delle corti più raffinate dell'Europa del Rinascimento, illuminando - come scrive Sergio Luzzatto nella sua prefazione - «il battutissimo spazio veneziano di una luce sorprendente». Prefazione di Sergio Luzzatto. -
L'acciaio in fumo. L'Ilva di Taranto dal 1945 a oggi
Per anni gli sviluppi del «caso Ilva» hanno occupato le cronache nazionali, per anni si è discusso del destino del siderurgico, costruito a Taranto nei primi anni sessanta e ancora oggi ritenuto «strategico» per il paese. Per anni la fabbrica, grande quasi quanto la città, è stata al centro di uno scontro tra proprietà, sindacati, associazioni ambientaliste, magistratura e politica. Per capire come si è giunti a una delle più gravi crisi industriali e ambientali della storia d'Italia occorre ricostruire il rapporto fra Taranto e il siderurgico partendo dalle sue origini e ripercorrendone l'evoluzione. Pensata come fattore propulsivo per lo sviluppo del paese, e del Mezzogiorno in particolare, l'acciaieria ha assunto da subito una posizione preminente nei confronti del contesto locale. Le trasformazioni innescate dal suo insediamento hanno sollecitato una dialettica intensa: l'impatto economico e ambientale della fabbrica, il modello di sviluppo ad essa legato, la stessa organizzazione del lavoro sono stati messi in discussione da ampi strati della società ionica in nome di un'industrializzazione attenta ai bisogni del territorio. In seguito, la crisi dell'impresa pubblica e la sconfitta del movimento operaio hanno trasformato Taranto in una delle punte avanzate del nuovo corso liberista. Con l'«era Riva» fra lo stabilimento e il contesto circostante si è aperta una cesura. In questo quadro è esplosa l'emergenza degli ultimi anni, che ha assunto la forma di un conflitto fra ambiente e lavoro, fra fabbrica e città. Uno stallo per il quale ancora non si intravede una via d'uscita. Con un'analisi appassionata e ben documentata, Salvatore Romeo ripercorre una vicenda in cui storia economica e storia d'impresa, storia urbana e storia ambientale, storia politica e storia sociale si intrecciano facendo emergere il racconto di una città e della sua interazione con la fabbrica. -
Weimar, cent' anni dopo. La storia e l'eredità: bilancio di un'esperienza controversa
Le ragioni che accompagnarono la nascita e determinarono la tragica fine della Repubblica di Weimar rappresentano una delle questioni cruciali della storia tedesca e ancor più della storia d'Europa. A cent'anni dall'avvio di una delle esperienze fondative del cammino democratico del nostro continente, nella sua ricchezza intellettuale e culturale ma anche nella sua estrema fragilità, Andreas Wirsching, esponente di primissimo piano della nuova generazione di storici tedeschi, traccia insieme una ricostruzione della parabola della prima Repubblica tedesca e un bilancio di quella esperienza, passando al setaccio gli assetti istituzionali e politici, l'economia, la società e la cultura dei quindici anni di vita della Repubblica, dal 1919 al 1933. L'analisi di Wirsching si concentra in particolare sugli equilibri costituzionali e sul sistema dei partiti, su quell'idea di grande coalizione che trova proprio in Weimar il suo primo esempio più significativo. La frammentazione e soprattutto l'indebolimento dei partiti conservatori e liberali condussero alla fine alla paralisi politico-istituzionale, che sfociò poi nell'inarrestabile avanzata del nazionalsocialismo. La domanda è dunque quanto le ragioni della precarietà e del fallimento di quel modello possano esserci utili oggi per capire cosa stia succedendo ai partiti tradizionali e ai loro governi, minacciati da populismi ed estremismi, in una dinamica del dibattito pubblico che riporta in auge la vecchia opposizione amico-nemico. Ci si interroga sempre più in Europa sulla tenuta delle democrazie occidentali e sul dilagare degli estremismi di destra, e Weimar, che con la sua Costituzione, considerata «la più democratica» di tutte le costituzioni democratiche, finì tuttavia nella dittatura nazista, rappresenta tuttora uno spettro difficile da allontanare. Anche se la Repubblica federale, proprio in forza dell'esperienza di Weimar e della sua funzione di monito, ha ormai consolidato una stabile democrazia pluralista, che rappresenta oggi un baluardo a livello europeo contro le spinte sovraniste e populiste. La rilettura del fallimento della prima Repubblica tedesca, nata in uno dei tornanti più drammatici della storia tedesca e della vicenda europea, si presenta dunque, a cent'anni di distanza, come un ammonimento sulla fragilità della democrazia: si trattò, come scrive Angelo Bolaffi nella sua prefazione, di «un grandioso esperimento politico e culturale terminato in una catastrofe senza precedenti. Un fallimento che ancora oggi, a distanza di un secolo, continua a inquietare la coscienza politica d'Europa». -
La parabola d'Europa. I trent'anni dopo la caduta del Muro tra conquiste e difficoltà
In un periodo quanto mai cruciale, in un anno che vede appuntamenti importanti - dal trentennale della caduta del Muro di Berlino alle elezioni europee -, l'Italia rischia di defilarsi dal grande progetto di pace e progresso cui aveva dato vita in uno dei momenti più drammatici della storia del continente. È l'intero destino dell'Europa unita, in realtà, a essere in crisi. La parabola d'Europa è chiara, e il suo declino sembra inarrestabile: in bilico tra il pericolo di implosione e la trasformazione in un'Europa delle nazioni. Ma è davvero così? Cos'è che non ha funzionato in questi decenni? E soprattutto: siamo in tempo per recuperare un'idea politica di Europa, come motore di progresso democratico e sociale? E l'Italia potrà dire ancora la sua in questo processo? Attraverso una lucida analisi dei trent'anni trascorsi dal crollo del Muro, del rapporto tra Germania e Italia nonché delle trasformazioni di Berlino e della società e della politica europee - tedesca e italiana in particolare - prima e dopo il 1989, Marco Piantini individua gli errori e i passi falsi commessi dall'Europa, ma anche le conquiste e le basi da cui ripartire. È necessario innanzitutto riconnettersi con il paese reale, che esprime scontento nei confronti dell'Europa, ma al tempo stesso ha una fortissima «aspettativa europea», che la politica non riesce a cogliere appieno. Occorre rimettere mano al cantiere dell'Europa sociale, promuovendo nuove forme di partecipazione a livello europeo: una democrazia rappresentativa che poggi anche su un maggiore coinvolgimento dei cittadini, inserendo la consultazione nell'alveo di strutture di discussione e consultazione. Far crescere insieme partiti europei e una cultura della partecipazione civica. Rafforzare il ruolo del Parlamento europeo, impedire lo svuotamento del processo di integrazione e rilanciare il riformismo: sono questioni rilevanti, che possono determinare il segno della prossima legislatura europea e rispetto alle quali l'Italia può e deve ritrovare il suo ruolo da protagonista. Prefazione di Giorgio Napolitano e Giuliano Amato. -
Tra suolo e il clima. La Terra come infrastruttura ambientale
L'Olocene, l'era geologica in cui viviamo, è stata chiamata Antropocene, a significare un mutamento radicale nella nostra storia: per la prima volta le attività umane influenzano ambiente e clima, per la prima volta la storia dell'umanità si intreccia con quella naturale. Il periodo che stiamo vivendo è pertanto decisivo: dal nostro comportamento deriverà il futuro del pianeta. I cambiamenti climatici cui stiamo assistendo si faranno sempre più estremi e richiederanno più efficaci politiche di mitigazione e di adattamento. Fondamentale è capirne l'origine e tentare di invertire la rotta. Un ruolo centrale in questo senso è svolto dal suolo: oggi sempre più degradato e sfruttato, impoverito e avvelenato, trasferisce nel clima tutti gli effetti tossici e disastrosi di ciò che subisce. Il cambiamento climatico ci costringe a guardarlo con occhi nuovi, a non considerarlo soltanto come supporto delle costruzioni e delle città, come paesaggio e patria, come risorsa per la produzione agroalimentare, ma anche come sistema ecologico complesso, come grande infrastruttura ambientale da cui dipende la vita del pianeta. Prefazione di Mario Tozzi. -
Scrivere la vita. 265 lettere e 110 schizzi originali (1872-1890)
Le lettere di Vincent van Gogh sono la più intensa e commovente testimonianza di un artista nella storia della letteratura mondiale. Oltre a essere uno dei più grandi pittori di tutti i tempi, Van Gogh era infatti uno scrittore dal talento straordinario. Le centinaia di lettere scritte al fratello Theo, agli amici artisti - come Paul Gauguin, Georges Seurat, Paul Signac o Émile Bernard - compongono un sorprendente racconto della sua vita, e insieme rappresentano uno strumento indispensabile per penetrare il suo universo artistico. La lettura di queste pagine - una generosa selezione dall'immenso corpus del carteggio, che per il rigore e l'autorevolezza che la ispirano può ritenersi definitiva - mette profondamente in discussione l'immagine del genio capriccioso e irrequieto che siamo abituati a collegare alla figura dell'artista. Van Gogh non era un depresso e un ubriacone, capace poi istintivamente di trasferire sulla tela il mondo che lo circondava. Le sue lettere non sono un insieme di esternazioni irrazionali, prive di coerenza, ma la testimonianza di un genio, di un sottile pensatore, con una precisa visione del mondo, alla costante ricerca del senso dell'esistenza. Le lettere rappresentano per l'artista un vero e proprio laboratorio, di cui egli si serve per sviluppare idee sull'arte, sulla vita, sulla pittura e sulle sue tecniche, sulla letteratura - di cui era un appassionato frequentatore - e sulla condizione umana in genere. Van Gogh scrive incessantemente del suo essere in lotta, dei suoi scarsi successi, della disperazione e della malattia. La sua prosa è affascinante e capace di arrivare dritta al cuore, «nel più puro degli stili» come ha scritto Charles Bukowski. Nelle lettere, la parola scritta e l'immagine spesso si fondono, l'una dà forza all'altra. Van Gogh scriveva e disegnava, componendo schizzi e bozzetti che avrebbero poi dato vita ai suoi capolavori. Il volume contiene, infatti, 110 schizzi originali qui pubblicati a colori e contestualmente ai testi delle lettere. Lo struggente ""document humain"""" rappresentato dal corpus di queste lettere di Van Gogh ha lo stesso fervore della sua arte, e sembra dirci con Van Gogh: «Voglio andare avanti a ogni costo - voglio essere me stesso»."" -
L' Europa. Storia di una civiltà
Che cos'è l'Europa, per Lucien Febvre? Che cosa rappresenta questo «continente» agli occhi del grande storico francese, nei mesi in cui si chiude il sipario dell'ultima e più distruttiva guerra europea? In queste pagine, nate da un corso tenuto da Febvre al Collège de France nel 1944-45, l'eco degli accadimenti nutre la rivisitazione dello storico. Il fatto è che l'idea di Europa sembra accamparsi sotto la bandiera di una inafferrabile vaghezza: «Un ideale, un sogno. Una estensione di territori estensibili a non finire». Fuori dalla storia, l'Europa, semplicemente non esiste. Ma allora, quando nasce l'Europa? Essa è figlia della disgregazione dell'unità mediterranea, ellenica e romana. Solo quando l'Impero romano crolla si danno le condizioni perché si possa cominciare ad aggregare una civiltà europea. Ma questa nuova realtà nasce da una grande mutilazione. L'Islam irrompe nel vecchio mondo greco-romano disgregandolo. Ed è contro l'Islam che nasce la costruzione carolingia, atto costitutivo dell'Europa in idea. Parte integrante di quest'idea fu, all'inizio, l'espansione di una cristianità concepita come il vero elemento unificante. Quel passaggio da un mondo mediterraneo a un mondo in cui il centro di gravità si sposta a nord ha determinato poi uno «slancio europeo» che è stato soprattutto uno slancio economico. Scorrono così sotto gli occhi dello storico le successive incarnazioni europee. Europa, equilibrio di potenze. Europa, patria delle élites intellettuali del XVIII secolo. E, dopo la Rivoluzione, Europa nemica delle nazioni. Europa, infine, rimedio disperato dopo la catastrofe della grande guerra. L'Europa, insomma, non è una cosa semplice, non si incide bell'e pronta sopra una tabula rasa. «Ciascuna parte d'Europa ha dietro di sé una terribile storia ""contro"""". Perciò l'idea di un dominatore che sottometta tutto l'Universo, è una idea vana. E, bisogna aggiungere, sanguinaria». Lo spettro del dittatore appena sconfitto domina le ultime pagine del libro. Febvre recalcitra all'idea di una unificazione europea. Non sono ancora maturi gli anni del rinnovato progetto europeista. A distanza di settant'anni, è possibile misurare la difficile strada che l'Europa storica ha compiuto, ma anche vedere la problematicità di questo progetto e i rischi che deve fronteggiare. Rileggere oggi queste lezioni - ripubblicate ora nella Piccola Biblioteca Donzelli con una prefazione di Guido Crainz - aiuta a comprendere la presente crisi europea: le parole di Febvre rimangono come un monito, sia per gli euroscettici che per gli europeisti. L'Europa può espandersi solo a patto di non prevaricare le altre civiltà: quelle che la compongono e quelle che ha di fronte."" -
La verità celata. Giorgione, la «Tempesta» e la salvezza
La ""Tempesta"""" di Giorgione ha sempre rappresentato un mistero: pur essendo uno dei quadri più noti del Rinascimento, celebrato come esempio della maestria della scuola veneziana, vivisezionato in ogni dettaglio, questo dipinto mantiene intatto il suo segreto. Chi sono le figure in primo piano e a cosa alludono? Quale relazione intercorre con lo sfondo e il cielo in tempesta? Anche se in tanti hanno provato a rispondere a questi interrogativi, una delle letture più suggestive è quella di Salvatore Settis, il quale, grazie a una felice intuizione, suppose nel 1978 che i due giovani del quadro fossero Adamo ed Eva dopo la cacciata dal Paradiso terrestre. Quell'ipotesi ora si arricchisce, attraverso un'«indagine sottile e pazientissima», come la descrive lo stesso Settis nella Prefazione al volume, di «tasselli e nuove diramazioni interpretative». Prendendo le mosse dalla scoperta di un dettaglio inedito, abilmente mimetizzato nella tela, e grazie a un capillare confronto con opere affini - riprodotte in un ricco corredo iconografico -, il dipinto acquista un significato più ampio e si colloca in un preciso contesto, che si configura come una vera e propria fucina dell'arte moderna: la chiesa dei Servi di Maria a Venezia, frequentata da studiosi, filosofi, collezionisti e mecenati, tra cui Gabriele Vendramin, il committente dell'opera. Il risultato è una migliore definizione del contenuto dell'enigmatico quadro, riletto in chiave biblica e calato in un'età e in un ambiente gravido di fermenti culturali e inquietudini religiose e politiche, sospeso tra Umanesimo e Riforma cattolica. Prefazione di Salvatore Settis."" -
Conosci quella terra ove fioriscono i cannoni? Testo tedesco a fronte
"Se avessimo vinto la Guerra mondiale allora saremmo uno stato altezzoso. E noi premeremmo finanche nel letto le mani sui fianchi dei nostri calzoni.""""" -
Le ingannevoli sirene. La sinistra tra populismi, sovranismi e partiti liquidi
«I populisti non guidano il popolo, lo trascinano. E riescono ad alimentare il suo risentimento, scuotendo nel profondo le istituzioni e screditando le forze politiche. la sinistra italiana, se non vuole rimanere disarmata, deve risalire la china che è sotto gli occhi di tutti. Ha bisogno di un partito autonomo e strutturato: non già di un partito della propaganda; piuttosto di un partito della conoscenza, della cultura e della partecipazione. E l'attenzione va rivolta soprattutto alle giovani generazioni». -
Le mille e una notte a colori. Ediz. a colori
Un capolavoro della letteratura di tutti i tempi, ""Le mille e una notte"""", e le splendide illustrazioni di un grande artista, Marc Chagall. «Imprevedibile, orientale, sospeso tra la Cina e l’Europa», così Chagall definiva il proprio impulso creativo. E quale forziere di storie e di tinte, se non quello custodito dalla voce suadente di Shahrazad, poteva stimolare al meglio un simile impulso? Dallo scrigno della fiaba d’Oriente, prototipo stesso di ogni idea di narrazione, Chagall selezionò quattro storie da accompagnare con una serie di litografie a colori, realizzate con tecniche di incisione e di stampa raffinatissime, affiancate da altrettanti disegni preparatori in bianco e nero. Il cavallo d’ebano, Julnar del Mare, Abdullah della Terra e Abdullah del Mare e Kamal al-Zaman sono storie pervase dal motivo dell’amore e della morte, in cui si mescolano la tradizione araba e quella ebraica, quella egizia e quella mesopotamica, quella indiana e quella persiana."" -
Forum sulle prospettive dell'Unione europea
L’Unione europea è a un passaggio cruciale. Alle spalle, sessant’anni del più avanzato processo di integrazione sovranazionale che il mondo abbia conosciuto, ottenendo successi che hanno cambiato la vita di milioni di europei. Davanti, nuove sfide per un’integrazione economica, sociale, politica sempre più intensa. Peraltro viviamo in uno scenario internazionale in forte movimento: le politiche dell’amministrazione Trump; il protagonismo di Cina e Russia; le instabilità del Mediterraneo; l’Africa e i flussi migratori; i rivolgimenti dell’America Latina; la globalizzazione e i suoi impatti economici, sociali e ambientali. Né meno complessa è la scena europea: la Brexit, le aspettative dei Balcani, le spinte euroscettiche dell’Est europeo, i venti populisti e nazionalisti che spirano sul continente. Tutte sfide che richiedono un salto di qualità, l’apertura di una vera e propria «terza fase costituente» dell’Unione europea, dopo i Trattati del 1957 e l’introduzione dell’euro. -
La modella senza volto. Indagine su un quadro scabroso
"L'origine del mondo"""" di Gustave Courbet è uno dei quadri più scandalosi della storia dell'arte. Esposta per la prima volta solo nel 1988 a New York, posseduta da vari collezionisti, ma sempre tenuta in qualche modo celata, di recente censurata da Facebook come materiale pornografico, la tela nasconde un mistero finora rimasto irrisolto: chi si nasconde dietro quel corpo completamente svelato di cui si omette però il volto? Sull'identità della modella si sono fatte nel tempo varie ipotesi, ma nessuna si è rivelata decisiva. Fino al giorno in cui Claude Schopp, uno dei massimi esperti di Alexandre Dumas, ha casualmente scoperto il suo nome studiando la corrispondenza inedita tra George Sand e Alexandre Dumas figlio. A partire dalla trascrizione sbagliata di una parola, da una frase all'apparenza senza senso e da un equivoco di interpretazione, l'autore arriva all'eccezionale rivelazione: la modella senza volto è Constance Quéniaux, allieva della scuola di ballo dell'Opéra, che diventerà amante del grande diplomatico e collezionista turco Khalil-Bey, personaggio vulcanico della Parigi di fine Ottocento, e poi signora rispettabile dell'alta società. Nel corso dell'indagine - impreziosita da un ricco apparato iconografico che segue le tappe della scoperta, tra lettere, foto e dipinti - prende vita il ritratto completo di Constance, che quando posa per Courbet ha 34 anni: non solo una ballerina e una cortigiana, ma una donna che ha lottato per elevarsi socialmente e per emanciparsi. Pagina dopo pagina, al mistero svelato della modella del quadro si sovrappone il ritratto di una donna del XIX secolo, e insieme a lei quello di un'intera epoca." -
Macron. Il sogno di una nuova grandeur. Tra ambiguità e speranze
Chi è veramente Emmanuel Macron? Questo libro ricostruisce la vicenda esemplare di un presidente «predestinato»: la formazione intellettuale, le precoci esperienze nel mondo degli affari, la lucida decisione di entrare in politica, la conquista di un ministero di prestigio, la speciale abilità nel percepire i tempi e i modi dello scontro, nel tessere e disfare alleanze. Fino alla decisione di giocare la propria partita da solo, contro tutti, ribaltando ogni pronostico e arrivando a farsi eleggere presidente, al secondo turno, da una larga maggioranza dei francesi. Il filo rosso di questa ascesa è costituito dalla capacità di stare sempre «sul crinale», da una voluta ambiguità nelle scelte di schieramento, sostenuta dalla forza di un modello ispiratore. È Charles de Gaulle - sostiene Coldagelli - la stella polare, il vero punto di riferimento di Macron. È lui ad avere inventato e costituzionalizzato per il presidente della Repubblica un potere «di eccezione» che il giovane emulo intende rilanciare, persino su scala europea. L'aspirazione è incarnare una nuova stagione di Grandeur. È un'ambizione grande, che vuole diventare una grande politica. Troppo grande? -
Il re del fiume d'oro
Quentin Blake illustra con i suoi acquerelli questa prima edizione a colori del classico per ragazzi di John Ruskin. Una magica fiaba senza tempo che narra del piccolo Gluck, della sua bizzarra tazza d’oro e del bisbetico Re nano pronto a dargli man forte nella sua avvincente lotta contro l’avidità e l’indifferenza verso il prossimo, in difesa delle bellezze e dell’armonia della natura.rnrn«John Ruskin scrisse la storia intitolata Il Re del Fiume d’Oro per Effie Gray, la figlia dodicenne di suoi amici, che una volta cresciuta divenne sua moglie in un breve matrimonio senza figli.rnIl libro fu pubblicato per la prima volta nel 1851, con una magnifica illustrazione al lato del frontespizio decorato e poi altre piccole illustrazioni firmate dal grande artista Richard Doyle. Era stato proprio quelrnfrontespizio, che raffigurava il Vento di Sud-ovest mentre bussava alla porta del protagonista, a spingermi ad acquistare il libro da giovane.rnSono sempre stato un grande ammiratore di Richard Doyle, e non avrei mai pensato di illustrare a mia volta quella storia. Solo di recente, riprendendo in mano la vecchia edizione, mi sono reso conto che la storia di Ruskin è piena di paesaggi montuosi e di vedute mozzafiato, e che la qualità della stampa a colori dei giorni nostri è in grado di riprodurre simili scenari in un modo impensabile un secolo e mezzo fa. Ecco perché oggi sono estremamente grato a Roger Thorp e alla casa editrice inglese Thames & Hudson del loro entusiasmo per questo libro, e sono felice di poter far scoprire a una nuova generazione di piccoli lettori la storia di Ruskin, e del suo magnifico Re del Fiume d’Oro». rnQuentin BlakernrnEtà di lettura: da 7 anni.