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Al di là del limite. Filosofia e teologia nella proposta di Emmanuel Falque
Nel 2011, presso la Pontificia Università Gregoriana, si è celebrato un Convegno, con relatori noti sul panorama filosofico italiano (C. Canullo, P. Gilbert, S. Bancalari) dal titolo Genesi di un trittico sull'opera di E. Falque. L'anno successivo l'Università La Sapienza di Roma ha dedicato alcune conferenze al pensiero di Falque. Nel 2014 l'Università San Raffaele ha tenuto una giornata di studio sul testo Passer le Rubicon e nell'estate dello stesso anno, a Parigi, si è celebrato un Convegno a cui sono intervenuti autori di rilievo della filosofia e della teologia. ""Al di là del limite"""" ha una duplice ambizione: da un lato è un breve saggio introduttivo per chi approccia un pensiero così ricco come quello di Falque. Ma non vorrebbe essere una semplice enciclopedica presentazione: non mancano, soprattutto nella parte finale, degli spunti di """"disputa"""" con l'autore, nel tentativo di recepirne il contributo in teologia."" -
Trattato della contemplazione divina
Il Trattato della contemplazione divina di Tommaso di Gesù (1564-1627), teologo carmelitano di ispirazione teresiana, è un testo molto interessante perché affronta i temi propri della mistica all'interno della tradizione carmelitana e tomista nel Seicento. Quest'edizione del Trattato della contemplazione divina, prima traduzione italiana con introduzione e note, recupera le fonti teologiche e filosofiche antiche e medievali ponendo al centro la riflessione sulla contemplazione acquisita quale momento significativo del percorso mistico. Il testo si presenta attuale poiché permette al filosofo, al teologo ma anche alla persona spirituale di incontrare il peculiare linguaggio della mistica e di essere messo a parte di un itinerario che nei suoi diversi gradi sollecita quel mistico che è nascosto in ogni uomo e che può trovare in questo testo un mezzo per essere risvegliato. -
Lettere a donne consacrate: madri, sorelle, figlie
Charles de Foucauld, nel corso della sua vita (1858-1916), ha scritto migliaia di lettere a laici, sacerdoti e religiosi. Alcune di esse sono state indirizzate a donne consacrate: monache, religiose e laiche, dal tempo della permanenza a Nazareth (1897-1900), fino al termine della sua vita. La corrispondenza con queste donne ci consegna la passione di Frère Charles per il Beneamato Gesù e per gli uomini e donne, credenti e non credenti; i principi evangelici della missione che Charles aveva a cuore; la sollecitudine nel rendere partecipi molti dell'amore di Dio. Frère Charles è, per le donne alle quali scrive, ora un padre, ora un fratello, ora un figlio nella fede. Le accompagna spiritualmente; condivide con loro i suoi progetti nel Sahara; è grato della cura che queste consacrate riservano alla sua vita, totalmente dedita al Vangelo e ai poveri. Questa pubblicazione, nell'Anno della Vita Consacrata, è rivolta in particolare alle consacrate e ai consacrati, ai presbiteri e ai fedeli tutti, che desiderano lasciarsi istruire dalla qualità spirituale di relazioni vissute nella fede. -
Salmi di tutti i miei tempi
I Salmi di tutti i miei tempi di Patrice de la Tour du Pin, ora tradotti in italiano da Gianfranco Poma, rappresentano la diuturna, colloquiale ricerca del ""Dio della gioia"""", che l'autore riconosce nel Cristo pasquale. I 90 salmi della raccolta sono un dono di """"parola"""", di rara luminosità e intensità esistenziale, offerto ai suoi """"confidenti"""", uomini e donne del XX secolo. L'autore era consapevole che il proprio battesimo non poteva non intridere la sua intelligenza della verità dell'amore, e che essa non poteva che essere al servizio dell'eucaristia. In tal senso i suoi salmi appaiono come l'inveramento di una sua convinzione, che egli, in una sua corrispondenza, così formulò: """"Ogni uomo è una storia sacra"""". La sua voce offre, per questo, un'inconfondibile prova di intimità e di universalità."" -
Celebrare per credere
Il rinnovamento dei testi e delle pratiche liturgiche è uno dei frutti più evidenti delle istanze di riforma che il Vaticano II ha accolto e incoraggiato. Il valore della liturgia non è però riducibile alle questioni rubricali; così come la verità dei sacramenti non rimane presupposta alla loro celebrazione. La ricostruzione delle fasi salienti del Movimento liturgico riveste un indubbio interesse sistematico, perché fa incontrare preoccupazioni e istanze il cui valore persino supera le traduzioni che concretamente ne sono seguite. La presentazione di alcuni autori rappresentativi del dibattito più recente - Casel, Schillebeeckx, Rahner e Chauvet - mette in luce l'importanza di una teoria del rito in grado di superare l'esteriorità tra l'agire divino e l'agire umano, facendo tesoro delle acquisizioni maturate in ambito filosofico e antropologico culturale a riguardo dell'azione rituale. -
La tecnica e il senso. Oltre l'uomo?
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno di Studio promosso dalla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale di Milano nel febbraio 2015. Le neuroscienze, la genetica, la bioingegneria dischiudono nuove possibilità tecniche che lambiscono il confine di ciò che è umano, prospettando una ridefinizione dei suoi confini e della sua responsabilità. Da qui l'interrogativo radicale: ma che cosa fa dell'uomo un uomo? E dunque: chi (e come) vogliamo essere? -
L' esperienza cristiana. Percorsi di filosofia, teologia e spiritualità
Il volume, frutto di una Giornata di Studio, torna a riflettere sul tema dell'esperienza. Un tema scottante nella cultura postmoderna dove la realtà è misurata e commisurata dal e al soggetto. Il rischio è quello di perdere, o quanto meno sminuire, l'incidenza e la forza pregnante del significato originario di ""esperienza"""" quale è stato assunto nella teologia spirituale: una riflessione a ritroso su un evento, su un fatto, su un atto, su un sentimento e cosa l'ha prodotto. Nella teologia spirituale il dibattito sulla definizione del termine esperienza è stato (ed è) quanto mai vivace, sia nell'identificazione del rapporto tra soggettività e oggettività, sia nella possibilità narrativa dell'esperienza nel momento in cui raggiunge la soglia della mistica, dove le parole si spengono, entrando, al massimo, nel linguaggio simbolico, metaforico, in grado solo di avvicinarsi a un'esperienza che mantiene un secretum meum mihi est. Il volume costituisce così quasi una """"sfida"""" nel voler tornare su un tema dibattuto e controverso con l'intento di coglierne la dinamica, oltrepassando l'ambito specifico della teologia spirituale."" -
Jacob Taubes. La fenomenologia dialettica
Il presente volume raccoglie i frutti di un Seminario di Alta Ricerca tenutosi presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale di Milano. Partendo dal celebrato capolavoro di Jacob Taubes Abendländische Eschatologie (Escatologia occidentale), ci si è confrontati attorno agli importanti sentieri teorici messi in evidenza dall'autore nel corso dell'intero percorso riflessivo praticato con gli anni. Al centro dell'attenzione si trova la domanda relativa all'assetto critico da assegnare al pensiero quando il discorso rinunci agli schemi interpretativi connessi alla dichiarazione della ""fine della filosofia"""" o della """"fine della metafisica"""". La dichiarazione, definita da Taubes """"una sorta di vacuo rumore"""", finisce in esiti che lasciano irrisolta la problematica, invero impreteribile, del compito e del profilo essenziale della filosofia, della teologia, a conti fatti del pensiero. Il pensiero arriva ad essere tale se non tralascia d'interrogare (interrogarsi) in base agli incisivi passaggi sperimentati nel tempo, la storia non rappresenta il dispositivo occasionale o accessorio per l'indagine resasi appieno attenta al messaggio apocalittico, pertanto, tramite esso, alla speciale valenza iscritta nel singolo momento o epoca volta a volta presente."" -
Lo spirito c'è. Dall'apologetica all'ontodologia in Claude Bruaire
"Lo spirito c'è"""" è un itinerario interpretativo della filosofia di Bruaire. Le sue opere offrono l'occasione di affrontare e discutere la domanda metafisica fondamentale circa l'essere. Approccio all'autore e discussione sui contenuti s'intrecciano in modo tale che non si può separare un filo dall'altro a meno di perdere il disegno complessivo. Quest'ultimo, infatti, prende il suo spunto dallo sviluppo diacronico dei testi dell'autore che esordisce nel 1964 con l'Affirmation de Dieu e si compie nel 1983 con la pubblicazione dell'Être et l'esprit. In questo lasso di tempo, il pensiero di Bruaire è cresciuto in una direzione ben precisa che è stata formalizzata come transizione dall'apologetica alla filosofia del dono. Questo passaggio, che può essere letto, a tratti come svolta, altrove come maturazione, non è una mera vicenda biografica ma appartiene a quella che si può chiamare l'esistenza filosofica di Bruaire. Il saggio tenta di descriverla in diversi modi individuandone i cammini, le progressioni, le regressioni, le contraddizioni stimolanti mantenendo, al centro dell'argomentazione, la categoria dello spirito." -
La brace, il pane e il pesce arrostito. Sprazzi e bagliori sui Vangeli della domenica
È possibile costruire con gli attuali mezzi di comunicazione una fitta rete di buoni rapporti spirituali, segnati dalla qualità dell'affetto e dalla radicalità della fede? Oppure l'esperienza di questo nostro mondo, segnato dalla facile rapidità delle mails, sms, tweets e blogs, è destinata a renderci tutti un po' più tristi, con un pugno di mosche in mano? Vittime del miraggio di un insolito benessere, quello della solitudine iperconnessa nel cuore della comunità virtuale? La pratica comunicativa di cui è protagonista Dario Cornati, autore del presente volume, si inscrive nel mondo dei social network. A darle forma e forza sono i testi evangelici della domenica mattina, che all'alba e fedelmente, si trasformano in semplici messaggi inviati a più di mille amici, con la semplice intenzione di rimanere in contatto con la loro vita e le loro passioni più vere. La caratteristica del colloquio personale che Cornati intrattiene con la sua comunità magmatica, fluida e dai contorni aperti, è indice della qualità delle relazioni che negli anni ha stabilito e della cura di Parola che da sempre assapora, lasciando trasparire la densità di una storia personale. L'originale volume rappresenta così una sorta di avvio di una discorsività aperta e insieme, per i credenti, radicata nel testo più esigente possibile. -
Gesù mio perdona le nostre colpe...
Questo libretto intende offrire qualche spunto a margine della preghiera insegnata da Maria ai pastorelli di Fatima. Si tratta senza dubbio di una delle suppliche più diffuse e recitate nell'ultimo secolo. Tra le più vibranti; capace di visitare con semplicità le sfumature tremendamente serie e rasserenanti della fede. Le parole di questa invocazione a Gesù hanno ormai quasi cento anni (1917); continuano però a stupire per la finezza, il garbo, la profondità. La concisione della preghiera ne rende facile l'apprendimento ""a memoria"""", o come direbbero francesi e inglesi, """"tramite il cuore"""" (par coeur, by heart). Possa quindi essere gentile e fedele compagna di viaggio lungo la via che siamo chiamati a percorrere."" -
Don Fortunato Benzoni. Un prete tra gli emigranti e la fondazione dell'Istituto Missioni Interne «Paradiso»
Le vicende raccontate nel volume presentano uno spaccato vivo della storia della chiesa di Bergamo nel secolo scorso. L'Istituto Missionario e seminario ""Paradiso"""" rappresentano una interessante vicenda pastorale. In un periodo storico e umano drammatico sia per il fenomeno migratorio, che aveva spinto molti bergamaschi a cercare in Francia e in altre nazioni, fonti di sostegno materiale per le proprie famiglie sia per lo scoppio del secondo conflitto mondiale, la vicenda umana e spirituale di don Fortunato Benzoni (1895-1968), forgiato nella tradizione spirituale e sacerdotale bergomense, si è intrecciata con la fase di ricostruzione, sotto la direzione di don Costantino Babini, della missione a Parigi per l'assistenza spirituale degli immigrati d'Europa."" -
«Chiamati a libertà». L'idea cristiana e le sue contraffazioni
Il volume, frutto di un corso residenziale di studio, torna a riflettere su un tema antico e prezioso, per il cristiano come per ogni uomo: la libertà. La scelta di approfondire questo tema è nata dalla constatazione che la ""libertà"""", ideale dominante dell'Occidente, è diventata oggi parola inflazionata. A ciò ha certamente contribuito la molteplicità di significati che essa è andata assumendo lungo i secoli, e che di fatto l'ha ridotta a un contenitore vuoto o a un semplice slogan destinato a suscitare consensi indistinti. È ormai generale la tendenza a ridurre la libertà a spontaneità individuale, e quindi a immunità del soggetto da ogni debito o costrizione esterna, la cui conseguenza inevitabile è il distacco del soggetto dai suoi comportamenti, riconosciuti nel loro carattere soltanto arbitrario. La libertà, entrata nella storia dell'Occidente proprio grazie al cristianesimo, ha dunque bisogno oggi di essere ripensata mettendone a fuoco il ve-ro senso. I saggi raccolti nel volume indagano i risvolti filosofici, politici e spirituali che la libertà è andata assumendo in Epoca moderna. Come anche nella tradizione biblica e in quella cristiana successiva, per concludere con una considerazione sul nesso tra libertà e tempo (Angelini), condizione impreteribile perché l'annuncio cristiano possa venire in soccorso alla crisi di libertà dell'uomo postmoderno."" -
La questione del male in Yves Labbé
Il male è il nemico della felicità a cui l'uomo naturalmente aspira. Solo a nominarlo si presenta come l'antagonista principe di ogni nostro desiderio di pienezza; non soltanto sul piano dell'esistenza concreta, ma anche a livello del pensiero. Il testo, prendendo in con-siderazione il pensiero di Yves Labbé, si confronta con la questione del male da tutte le angolazioni prospettate nella storia della filosofia. E mentre si domanda ragione del male, Dio stesso è messo in questione e provocato sul senso della sua esistenza e su quella della vita umana. Il peccato, la violenza, il dolore, la sofferenza, la malattia, la morte non si riducono a una negazione interna alla realizzazione del bene e ogni teodicea riconosce di non avere argomenti sufficienti per scagionare il divino dalle sue responsabilità, così che diventa rilevante la novità di questo percorso: la questione del male non trova in sé soluzione, ma per accedere a una via di salvezza si deve riattivare nel pensiero su Dio e sul Dio di Gesù Cristo. È Dio che nell'eccesso del suo amore vince il male e apre lo spazio alla speranza, come possibilità di una rigenerazione ultima dell'uomo. Dio è colui che non resta impotente di fronte al male, Dio non lo giustifica, ma vi si oppone, lottando contro di esso. La fonte dell'amore divino attaccherà e alla fine distruggerà la fonte della miseria umana. -
La struttura dell'esperienza religiosa. La questione metodologica nella proposta di Richard Schaeffler
Nell'epoca in cui il discorso di Dio sembra confinato nello spazio delle private beliefes oppure spogliato dalla sua pretesa veritativa la proposta di Richard Schaeffler rivendica la sua sensatezza. La sua appassionata e rigorosa ricerca sul fenomeno religioso dimostra che l'uso del vocabolo Dio non è un abuso semantico, ma designa quella condizione trascendentale da cui dipende l'esistenza dell'essere umano. II saggio cerca di ricostruire le linee generali del pensiero filosofico di Schaeffler, nel quale la questione dell'esperienza religiosa assume un ruolo decisivo. La sua lunga e variegata ricerca a proposito del confine fra filosofia e teologia offre un 'interessante elaborazione della questione di fondatezza del discorso religioso. La specifica composizione dell'approccio metodologico, elaborato da Schaeffler, permette di leggere l'esperienza del sacro. Il connubio organico tra i tre metodi (trascendentale, analitico e fenomenologico) restituisce alla conoscenza umana l'oggetto religioso nella sua datità originaria e permette di rintracciare una grammatica che struttura il campo dell'esperienza religiosa. L'indagine schaeffleriana non si chiude nella mera analisi delle strutture aprioristiche che presiedono alla conoscenza, ma si apre a ciò che proviene dal Ding an sich. Per il filosofo tedesco la possibilità di esperienza dipende dalla capacità dell'uomo di accogliere l'appello della realtà in un contesto ordinato di vissuti. Di conseguenza, anche l'esperienza religiosa deve realizzare una forma specifica in cui avviene l'incontro tra la realtà numinosa e l'uomo. L'impostazione metodologica di Schaeffier permette di far emergere il carattere dialogico tra i due poli di relazione, dimostrando come la libertà divina richieda una mediazione da parte dell'uomo per potersi manifestare. Dall'indagine religiosa di Schaeffier risulta quindi che l'uomo diventa capace di sillabare i suoi vissuti in un modo sensato quando riconosce che questa capacità è un dono conferitogli dalla bontà di Dio. La teoria dialogica dell'esperienza viene anche applicata alla lettura della tradizione ebraico-cristiana. Quest'operazione serve per verificare l'idoneità di tale teoria nel cogliere la dimensione storica della rivelazione. Il rapporto fra l'universale e il singolare costituisce, infatti, il punto nevralgico di ogni impostazione trascendentale, che spesso fatica a dare una giusta rilevanza al carattere indeducibile della persona di Gesù Cristo. L'approccio metodologico di Schaeffler offre indubbiamente un tentativo valido di risposta a tale problema. -
Jean-Luc Marion, filosofo della soglia. La vita, l'opera, il metodo, la filosofia cristiana, le fonti e il lessico filosofico
È possibile una filosofia cristiana dopo Heidegger? La fenomenologia di Jean-Luc Marion può essere una risposta a questa domanda. La fortuna di questo filosofo contemporaneo ha ampiamente valicato le Alpi. In Italia sono già apparse raccolte degne di nota sui suoi scritti e sulla sua visione filosofica. Dal filosofo parigino sono state recepite le indagini sull'indolo e l'icona, le categorie della fenomenologia della donazione, le analisi del fenomeno erotico, gli studi sui grandi nomi della fenomenologia. Sono rimasti però in sordina l'impianto generale e il punto cardinale della sua ricerca filosofica: la ricerca su Dio attraverso un radicale rinnovamento dell'apologetica. A tale compito si presta il presente volume. Esso si offre come uno strumento di equipaggiamento: non pretende di sostituire la lettura di Marion, ma vuole suscitarla, incoraggiarla e sostenerla. Presentando la sua ricerca bibliografica, la sua idea innovativa di filosofia (cristiana), il suo dialogo poliedrico con le fonti e offrendo un glossario dei termini principali, vuole aiutare ogni lettore ad attraversare la sapiente architettura della meditazione di Marion cogliendone la ricchezza e la profondità, alla scoperta di una filosofia che - meditando sulla soglia - costruisce un'apologetica volta non più a dimostrare l'esistenza di Dio ma a suscitare il grato riconoscimento della sua donazione discreta e generosa. Perché in lui tutti noi già viviamo, ci muoviamo ed esistiamo. -
Parole e parola. Letteratura e teologia
La letteratura è forse rimasta (o è ritornata ad essere) il luogo più attendibile di una fenomenologia dell'umano all'altezza della vita umana? La domanda ha una sua doppia provocazione. La prima è questa: il 'fenomeno' umano indagato e restituito alle cosiddette scienze dell'uomo, quanto è ancora 'umano'? E quanto ci possiamo riconoscere in esso? Spingendo ancora più a fondo l'interrogativo, potremmo manche estendere la domanda alle teorie del pensiero più classico, come la filosofia e la teologia: sono sempre all'altezza del principio di realtà in cui viviamo, ci muoviamo e siamo, noi umani? La seconda incalza direttamente l'ipotesi di partenza. La letteratura, per definizione, restituisce la realtà dell'esperienza attraverso la libertà dell'invenzione: la ricostruzione fantasiosa, la visione poetica, l'immaginazione drammatica, il surrealismo del fantastico. In questo modo, allarga o elude il principio di realtà? Ci sono in cielo e in terra molte più cose di quelle scritte nei libri. Per questo facciamo letteratura, per allargare l'orizzonte della realtà o per eludere l'angoscia di non poterla abbracciare? -
La forma oltre la bellezza. Indagine sulla forma dell'ethos alla luce di alcuni autori contemporanei
Contemplando il torso di Mileto al Museo del Louvre, il poeta R. M. Rilke coglie l'appello etico che si leva da quella scultura e lo esprime con il verso poetico ""Tu devi cambiare la tua vita"""". Nasce da qui la quaestio generatrice della presente ricerca: cosa consente ad un'opera d'arte di rivolgere all'uomo tale imperativo morale fondamentale? Nel contesto del dialogo tra estetica e teologia, ambito specifico del lavoro, le risposte più immediate solitamente offerte ruotano attorno alla categoria di bellezza che, però, non sembra pienamente convincente. Se la bellezza è considerata semplicemente come entità da contemplare infatti, pur rivolgendo l'appello morale e interpellando l'osservatore, essa non basta, non può salvare il mondo. Per comprendere in profondità la pertinenza etica dell'opera d'arte, è necessario dunque muoversi in un'altra direzione o forse è sufficiente correggere quella intrapresa con la prospettiva della bellezza, risalendo alla sua fonte: la forma. La presente indagine si pone l'obiettivo di verificare la plausibilità dello spostamento dell'attenzione teologica dalla categoria estetica e tradizionale di bellezza a quella, pure tradizionale ma più controversa di forma, assumendo come punto di partenza la forma artistica e il processo dinamico che la genera."" -
Veni Sancte Spiritus
La sequenza ""Veni Sancte Spiritus"""", pregata in genere sotto forma di canto, affiora da circa nove secoli dalle labbra e dal cuore dei credenti. Nella sua sobria delicatezza mette in campo tutti i doni dello Spirito, il Dono per eccellenza, l'origine stessa dei doni celesti. L'orante li chiede, non li pretende, e chiedendoli svela i bisogni e le miserie umane: domanda la rugiada, svela l'aridità, implorando la luce confessa la tenebra, invocando il calore ammette il freddo. Il tono dell'inno è dolce e deciso insieme, intarsiato di immagini bibliche e ricco di metafore, segnato da confidenza e rispetto: come si addice a chiunque solleciti il dono dell'amore di Dio."" -
Celebrare in spirito e verità. L'esperienza spirituale della liturgia
A distanza di mezzo secolo dal Concilio Vaticano II, che ha definito la liturgia prima e indispensabile sorgente della spiritualità cristiana (SC 14), come valutare il rapporto tra liturgia e vita spirituale? Uno sguardo congiunto alle diverse proposte di spiritualità e al panorama delle nostre liturgie permette di cogliere alcune questioni di sicuro interesse pastorale. La prima riguarda l'effettiva integrazione dell'esperienza liturgica nei cammini della spiritualità cristiana, tanto sul versante della riflessione quanto sul versante della pratica. Siamo eredi di una modernità che ha guardato con un certo sospetto la dimensione rituale dell'esperienza della fede, come se fosse insufficiente per un cammino di appropriazione personale che cerca le sue sorgenti e le sue vette altrove: nelle Scritture, per esempio, oppure nell'esperienza mistica, o nell'impegno di fare della vita quotidiana un culto spirituale. Se la storia della spiritualità cristiana ci consegna una serie di incontri mancati, il movimento liturgico rappresenta il primo tentativo sistematico di ripensare il rapporto connaturale che si dà tra esperienza della fede e esperienza liturgica. Nel solco di tale movimento, il corso residenziale si propone di istruire il confronto con gli esiti di una Riforma liturgica tuttora in cammino, aperta verso una nuova stagione di affinamento e approfondimento. La domanda essenziale che guiderà la riflessione è a quali condizioni la partecipazione liturgica possa costituire un'autentica e profonda esperienza del culto spirituale, in spirito e verità.