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L' estate dei dischi volanti
La comparsa di alcuni UFO, uno strano rapimento e una serie di altri avvenimenti drammatici, fanno da cornice alle prime esperienze sentimentali di alcuni ragazzi. In un clima di mistero e magia, Dario, Vivina e i loro amici, vivono il passaggio dall'infanzia all´adolescenza. Età di lettura: da 9 anni. -
Buiakesos, le guardie del giudice
Sardegna, 1127. Il giovane Gonario II di Torres è costretto all'esilio non appena designato dalla Corona de logu a governare sul Giudicato del Logudoro al posto del defunto e saggio padre Costantino I. Fugge, aiutato dal fido consigliere Ithocorr Gambella, per evitare di essere ucciso dai sicari della potente famiglia rivale degli Athen, che non accettano la sua nomina e contestano la politica delle alleanze filo-pisane. La sedizione contro il sovrano legittimo avanza in un crescendo di intrighi, colpi di scena e atti oscuri. Il rientro di Gonario, scortato da un contingente pisano, rimette in discussione tutto. Affronta la sommossa a viso aperto e comincia a governare. Ma la Sardegna non è tranquilla, le mire delle potenze pisane e genovesi si fanno pressanti, e a Gonario si oppone l'ambizioso Comita III d'Arborea. Scoppia un'altra guerra tra Stati confinanti. Ne emerge la figura del capo delle guardie palatine, il maiore de ianna Gosantine Palas, che affronta grandi traversie militari, contrasti personali e complotti inestricabili. -
Cuori rossoblù
La famiglia di Carlo è in apparenza del tutto normale: padre, madre, sorella e fratellino. Vivono nelle Marche e il loro tempo è per lo più impegnato tra lavoro, scuola e il solito tran-tran quotidiano. Tutto normale? Non proprio perché la mamma è una tifosa sfegatata del Cagliari e il suo idolo è Gigi Riva! Al babbo del calcio invece non gliene importa niente... Decisamente anomalo! Carlo e sua sorella Rossa sono incuriositi da questa strana passione della mamma e decidono di indagare: scopriranno tante cose sul calcio e che di cuori rossoblù in famiglia ce n´è più di uno... -
Il colore del perdono
I protagonisti del romanzo si muovono a Orani, nel cuore della Sardegna, dove hanno trascorso nella casa rossa gli anni fondamentali dell'infanzia e della prima giovinezza. E dove si ritrovano da adulti, dopo tanti anni trascorsi col desiderio di riabbracciarsi e il bisogno di svelare segreti mai sopiti. Segreti che hanno segnato e cambiato i destini delle loro vite. Si delinea in questo quadro una Sardegna ricca di tradizioni, profumi e un forte senso dell'orgoglio. Ma anche scorci di paesi lontani, oltremare, in cui Antonio, giornalista e fotografo, lavora, cresce, ama, vivendo esperienze e storie avvincenti, a volte anche drammatiche, costellate di dolori intensi per la perdita di persone care. Trent'anni di lontananza e voglia di perdono. -
Iskìda della terra di Nurak. Prima stagione. Vol. 1
L'arrivo dei Mercanti dalle Vele Gialle nella Terra di Nurak minaccia l'equilibrio creatosi dopo i Giorni della Caduta. I Clan convocano la Grande Assemblea a Lò, nella notte dell'Equinozio delle Nebbie. Deve essere impedita un'altra Guerra, perché con essa scomparirebbe il Popolo degli Uomini. Iskìda delle Valli di Lùn e il suo cane Ino accompagneranno Lianda, la strega del Clan del Cavallo. Ma Iskìda continua ad avere uno strano sogno... forze oscure si muovono, e le rune bisbigliano di caos e tenebre... -
L' amuleto del sonno. Iskìda della terra di Nurak. Prima stagione. Vol. 1
"Lianda stette immobile come pietrificata, gli occhi sbarrati, 'dammi il tuo medaglione'. La voce della strega fu un comando. Iskìda portò la mano al ciondolo, proteggendolo col palmo. 'Perché? Dammelo e basta'. Cosa aveva Lianda? Esitò, se lo sfilò piano dal collo. Quella lo afferrò. [...] Lianda avvicinò il talismano al bagliore del fuoco. Lo rigirò tra le mani, lo sguardo concentrato. Era un cordino di cuoio morbido a cui stava appeso un medaglione del diametro di una nespola, anch'esso di cuoio, ma cotto col fumo, con incisa sopra la tripla spirale del Kaelion. Sotto il medaglione stava una mezza luna di selce rivolta verso il basso e, ai lati, appese al cordino, due zanne canine. Iskìda cercò di ricordarsi quando l'aveva ricevuto, ma non seppe dirselo. Per quanto rovistasse indietro nei ricordi, lo aveva sempre avuto al collo.""""" -
Iskìda della terra di Nurak. Il canto di Akasha. Terza stagione
Dopo ""L'Amuleto del Sonno"""" e """"Camminatrice di Sogni"""" il destino della Terra di Nurak verrà finalmente svelato. Iskìda dovrà combattere, con l'aiuto dei suoi compagni e delle stelle, contro un nemico terribile. Ma dovrà affrontare anche l'avversario più insidioso di tutti: se stessa."" -
Angelus
I protagonisti della narrazione corale di cui è intessuto questo romanzo storico vivono il fluire della Grande Storia, generazione dopo generazione, attraversandola con una particolare sensibilità ereditata da un´antica progenitrice. Simili alla loro città che nei secoli cresce e cade per poi rigenerarsi, si tramandano un filo di sangue e passioni che traccia con realismo magico il fluire circolare del tempo, eternamente presenti nella pietra gialla delle case ove inconsapevolmente vivono i loro discendenti o sospesi nel pulviscolo di sogni e ricordi vibranti nella luce abbagliante del Golfo degli Angeli. -
All'ombra di Carlo V. Feudatari e viceré: lotte politiche e conflitti di potere nella Cagliari del Cinquecento
Attraverso la tecnica del racconto, il libro narra le vicende accadute a Cagliari dal 1535 al 1571. In questo arco di tempo - che, con riguardo ai fatti d'arme, va dalla spedizione di Tunisi alla battaglia di Lepanto - la città fu teatro di aspre lotte che videro contrapposti due personaggi di notevole levatura: Salvatore Aymerich e Sigismondo Arquer. Il primo, di stirpe nobilissima e di mirabili attitudini combattive, rappresentava gli interessi e le aspirazioni della feudalità sarda. Il secondo, nella sua veste di avvocato fiscale, l'affermazione di sovranità dello Stato moderno che passava attraverso l'opera di unificazione amministrativa e di accentramento del potere politico. La lotta sarà senza esclusione di colpi e l'Arquer finirà i suoi giorni a Toledo, sul rogo dell'Inquisizione. Il racconto, scritto con puntigliosa aderenza alle carte d'archivio, ma anche col piglio del narratore che lavora sui personaggi cercando di non imbalsamarli nella prosa, si presenta di facile lettura e di forte presa emotiva per le tematiche trattate. L'autore utilizza un linguaggio semplice e accessibile e, al tempo stesso, salvaguarda la scientificità dei contenuti e il rigore formale. -
A boghe a boghe. Ricerche sulla poesia cantata in Sardegna
Il volume raccoglie una serie di studi su diverse espressioni di poesia sarda cantata realizzati dall'Autore nell'arco di tempo che va dal 2000 al 2012. I campi e i generi indagati - con diversi metodi di indagine, livelli di approfondimento e finalità - sono vari: la poesia improvvisata dell'area campidanese, i canti per l'infanzia, i canti religiosi, il canto a chitarra, ecc. In ognuno di questi campi la cultura orale della Sardegna ha permesso la maturazione di forme di poesia e di canto di straordinaria varietà e di notevole spessore. Solo in tempi relativamente recenti tali repertori hanno attirato un'attenzione adeguata da parte degli studiosi e un approfondimento analitico, in particolare per quanto riguarda la comprensione delle forme musicali e gli usi della voce cantata. I contributi raccolti in questo volume si inseriscono in questo quadro e offrono alcuni scorci su aspetti che in varia maniera sono riconducibili al tema dell'oralità e della caratterizzazione, culturalmente definita, delle forme espressive. -
Il sardo. Una lingua «normale». Manuale per chi non ne sa nulla, non conosce la linguistica e vuole saperne di più o cambiare idea
Ma esiste la lingua sarda? Si tratta di una vera lingua o di dialetti troppo diversi tra loro? È giusto unificarla? Quanti la parlano? E come? In questo libro si propone uno sguardo nuovo, appassionato, documentato e chiaro della situazione linguistica della Sardegna. L'autore mette il lettore in condizione di farsi un'idea in merito a pregiudizi e stereotipi, spesso di origine esterna, ma introiettati e poi diffusi dalle classi dirigenti alla società, che impediscono a tutt'oggi un pieno recupero della diversità linguistica isolana. Le cosiddette verità ""scientifiche"""" dell'arcaicità del sardo, della sua presunta vicinanza al latino, della mutua incomprensibilità dei dialetti, della sua """"anomala"""" frammentazione, della divisione convenzionale e forzata in logudorese e campidanese, dell'incapacità di produrre termini astratti o tecnici moderni, della sua """"genuinità"""" popolare contrapposta all'artificiosità letteraria, dell'impossibilità di avere una letteratura e uno standard ortografico, sono analizzate e scandagliate con metodo razionale. Un lavoro che cerca di ridare al sardo la sua normalità di lingua amata e parlata dai sardi nel rispetto degli altri popoli."" -
Giusto e ingiusto. Le inchieste del commissario Mari
Il giovane funzionario della Polizia di Stato Gianni Mari nel 1969 chiede di essere trasferito in Sardegna. Viene assegnato al commissariato del quartiere di San Michele, uno dei più turbolenti di Cagliari. Sono gli anni dell'arrivo massiccio della droga e di grossi cambiamenti nell'organizzazione della criminalità urbana. La vecchia delinquenza è spazzata via e inizia una fase completamente diversa. Molte saranno le sorprese che lo attenderanno e la strada sarà tutta in salita. Imparerà che spesso il giusto è solo una maschera che copre l'ingiusto. -
Mesineddu e altri racconti. Le inchieste del commissario Mari
"I racconti di Gianni Pesce vanno letti senza avere paura. Perché nelle sue storie non c'è spazio per i fraintendimenti, le ambiguità, le ipocrisie di chi volta sempre lo sguardo altrove, pensando così di negare la realtà. I poveri sono poveri, i disgraziati non possono essere definiti in altro modo, le puttane le riconosci subito, poi ci sono i delinquenti, i giudici e i poliziotti. Anche se lui non li chiama mai così. E le storie vanno avanti. Il commissario Mari cerca la verità, e la trova sempre. Anche se scomoda, dolorosa, o in divenire: perché non sempre tutto si può capire subito, e spesso passano anni per mettere la parola fine, per chiudere il cerchio."""" (Dalla Presentazione di Vito Biolchini)." -
Pedagogia e nonviolenza
Pedagogia e nonviolenza è la sintesi del pensiero e della lezione di Elisa Nivola (1926-2008), la più importante pedagogista sarda del secondo Novecento, e una delle figure più originali germinate nel solco del magistero di Aldo Capitini e Danilo Dolci. Il volume raccoglie il meglio della sua vasta ma dispersa produzione, e permette di apprezzare l'alta testimonianza civile di una studiosa che ha apportato fondamentali contributi innovativi anche nel dibattito isolano sull'identità, sul bilinguismo e sul rapporto locale/globale. Sorretta da una scrittura brillante e da un pensiero compatto, Elisa Nivola ha affrontato importanti questioni del nostro tempo: dall'ecologia politica alla dimensione urbana, dal militarismo all'educazione nonviolenta, dalle riforme istituzionali alla ridefinizione dell'approccio con i giovani, dal ruolo dei mass media alle esperienze maieutiche. Il volume è formato da sezioni tematiche che consentono di apprezzare agevolmente i vari contributi, rigorosamente pubblicati nell'ordine cronologico. -
Individuo e cosmo. La filosofia di Antioco Zucca
In questo saggio Daniela Fiori ricostruisce con sapiente ricchezza di notizie la biografia del filosofo Antioco Zucca intrecciandone i momenti più significativi con lo sviluppo della sua riflessione filosofica. Il pensiero di Antioco Zucca viene esposto in rapporto al contesto culturale e filosofico dell'Italia e dell'Europa dei primi del Novecento, da cui emerge con chiarezza che il filosofo sardo ha dimostrato una forte originalità di pensiero nei confronti dei positivisti pur collocandosi chiaramente all'interno del loro orientamento filosofico. Il filosofo di Villaurbana è stata una presenza assai significativa nel panorama culturale della Sardegna del Novecento ma, pur avendo dato un contributo rilevante alla sprovincializzazione della cultura sarda della prima metà del Novecento, non ha avuto sinora da parte degli studiosi isolani il dovuto riconoscimento. Nella seconda parte del libro vengono riproposti la prefazione e i primi sei capitoli della sua opera più importante ""I rapporti tra l'Individuo e l'Universo""""."" -
Le identità linguistiche dei sardi
In una comunità multilingue, come quella sarda, l'impiego di una o dell'altra lingua disponibile per l'interazione linguistica non dipende dal caso, ma è frutto di una scelta non necessariamente cosciente. Adottando una lingua si adotta anche l'identità linguistica e un ruolo sociale a essa - in un modo o nell'altro - collegata. I sardi hanno a loro disposizione un repertorio linguistico che normalmente comprende varie forme dell'italiano (da quello standard a quello regionale) e varie forme del sardo, con il dialetto locale che padroneggia attivamente e le altre varietà passivamente. Linguisticamente, allora, un sardo assume l'identità che corrisponde alla lingua che usa in quella data situazione di interazione linguistica a cui partecipa. Si è linguisticamente sardi quando si usa il sardo, sia attivamente che passivamente, per comunicare. Se invece usiamo l'italiano (di Sardegna), assumiamo un'identità linguistica italiana (periferica). Non esiste quindi un'identità linguistica indipendente dalla pratica linguistica e, di conseguenza, non esiste un'unica identità, ma tutte quelle che assumiamo quando decidiamo di usare lingue differenti in interazioni differenti. -
Colpo di coda
Marta nasconde un mistero che la tiene sospesa tra passato e presente. Uno due tre, la mamma del sole c'è... È l'inizio di un viaggio, di un'avventura, che si snoda lungo un percorso scandito da un'apparente serenità, in bilico tra ironia e malinconia, inquietudine e spensieratezza. Gli avvenimenti incalzano, la suspense cresce, i colpi di scena si susseguono, la tragedia si compie. La ricerca del senso della propria esistenza condurrà la protagonista lontana dal mondo in cui si sente intrappolata. ""Colpo di coda"""" è una storia contemporanea, la cui ambientazione, allontanandosi dai confini della Sardegna, acquista respiro internazionale. L'intreccio di vicende fila via a tutta velocità e incolla il lettore alle pagine con un ritmo crescente di sequenze narrative per niente scontate. Un romanzo sul filo dell'ironia..."" -
Ampsicora. Eroe sardo
Storia e romanzo si intrecciano nel racconto di una guerra epica. È il 215 a.C. quando l'esercito sardo affronta quello romano. Il sogno di Ampsicora e del figlio Osto di liberare la Sardegna si infrange una mattina d'estate nella piana del Campidano. E Roma si impossessa definitivamente dell'isola. Età di lettura: da 7 anni. -
L' acquiescenza del padre
"L'acquiescenza del padre"""" è il ritratto impietoso di un bambino - Ido diventato uomo con l'assillo dell'identificazione nel genitore mai avuto, mai recuperato a livello introspettivo. Un personaggio alla ricerca continua di un carattere che acquisirà soltanto quando riuscirà a spostare il centro dell'attenzione dal suo dramma a quello di coloro che gli stanno attorno, moglie e figli, e in modo particolare su quello del suo primogenito. Il testo, elaboratissimo, si avvale, nel suo intreccio, del filtro di notevoli brani di opere storiche, letterarie e filosofiche che hanno costituito la cultura del secolo scorso, assumendo, in tal senso, il significato di una summa ideologica di tale periodo storico. Con un interrogativo di fondo: siamo fuori, nella dinamica esistenziale odierna, dai condizionamenti delle varie ideologie passate, o corriamo il rischio di ripetere gli errori storici di fine '800?" -
Cronache dal sottosuolo. La Barbagia
"Cronache dal sottosuolo: la Barbagia"""" è il capolavoro di Antonello Satta. Apparse nel corso degli anni '80 su L'Unione Sarda e alcune riviste, le Cronache dal sottosuolo hanno vinto due importanti premi giornalistici e si pongono come uno dei prodotti più maturi di una narrazione antropologica incentrata sull'etica del villaggio e sulla riscoperta dei codici universali incastonati nelle microstorie. Originale, provocatorio e sorretto da una brillante scrittura, Cronache dal sottosuolo è stato mirabilmente sintetizzato da Giovanni Lilliu: """"Un libro tra favola e realtà, di ironia e nostalgia, di sentimento e poesia, in pulito italiano spruzzato per dargli vigore ed estro di frasi e cadenze in sardo, una fantasmagoria di personaggi """"minori"""", """"ultimi"""", con vite, vicende e stranezze quali può produrre soltanto la """"diversità"""" d'una terra semplice e complessa insieme, cruda e misterica nello stesso tempo. Una microstoria di gente immersa per lo più nell'oralità, che non scrive ma canta le sue gesta, creativa e sentenziosa""""."