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In sequela Christi. Miscellanea in onore del Cardinale Severino Poletto Arcivescovo di Torino in occasione del suo LXX compleanno
La presente miscellanea è un omaggio della Sezione torinese della Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale (con la collaborazione anche di altri docenti) al suo moderatore, l’Arcivescovo di Torino Cardinale Severino Poletto. «In sequela Christi» è il motto episcopale del Cardinale Poletto ed è anche il titolo che si adatta meglio di altri alla qualificazione di questo libro.L’impostazione dell’opera si propone di orientare l’attenzione ai grandi motivi che ispirano l’azione pastorale del Cardinale. Nella successione dei contributi sono rinvenibili importanti tessere di un mosaico di riflessioni su fattori determinanti per quella programmazione pastorale che l’Arcivescovo Cardinale Poletto promuove fin dal suo ingresso in diocesi. Gli autori di queste pagine pongono le loro riflessioni e i loro studi a servizio di quell’impegno che, insieme al Vescovo, coinvolge tutte le componenti della vita ecclesiale. -
Nove possibilità di donna
Un libro tutto al femminile ma che sa parlare a tutti, perché ha il pregio di fare da specchio a chi legge. Per intraprendere un viaggio in profondità, alle sorgenti dell'anima, per ritrovare nuove consapevolezze della propria identità, dei misteri racchiusi nel cuore, dei miracoli di certi rapporti interpersonali. Sono pagine che si leggono come camminando sulla seta morbida e fluente perché racchiudono il messaggio che vi sono strade di speranza per tutti. -
Esercizi spirituali al clero. Meditazioni
A cura di Lucio Casto e Alberto Piola Le Istruzioni tenute dal Cafasso durante gli Esercizi spirituali al clero completano le Meditazioni già pubblicate nel primo volume. Sono orientate soprattutto a modellare la pratica dei compiti ministeriali del prete: ne delineano la vita interiore e la presenza nel mondo e danno indicazioni in particolare per la confessione e la predicazione. Presentano dei quadri interessanti e anche curiosi sulla vita quotidiana del clero torinese di metà Ottocento, all'interno di un periodo storico di grande abbondanza numerica di preti, ma in cui già si vedono i primi indizi di un certo distacco dalla pratica religiosa. Per affrontare quel periodo il Cafasso propone al sacerdote di tendere alla santità esercitando bene il proprio ministero pastorale: è questo il vero rimedio per combattere la mediocrità e la tiepidezza di un certo clero, che egli definisce «secolaresco». -
Shemà. Queste parole saranno nel tuo cuore e le ripeterai ai tuoi figli
Queste parole saranno nel tuo cuore e le ripeterai ai tuoi figliLa parola scelta per indicare la preghiera che contraddistingue, forse più di ogni altra, la fedeltà del popolo ebraico al suo Signore, è: Shemà, «Ascolta». Confrontarsi con lo Shemà significa perciò rapportarsi con l'«Ascolto d'Israele», che va compreso come una concreta disposizione da parte del popolo ebraico a udire e a mettere in pratica la parola a lui rivolta dal Signore, ma anche come un invito, indirizzato a chi non fa direttamente parte d'Israele, a porgere l'orecchio a una voce che giunge a lui perché trasmessagli dalla «stirpe di Abramo». -
San Vito a Piossasco
C'è, in questa convergenza nei secoli dei piossaschesi attorno a san Vito, qualcosa che è un segno, un destino. Un santo siciliano, martirizzato in Lucania, venerato qui in questo angolo di Piemonte, abbraccia oggi tutti, indigeni, migrati ed emigranti, come nel Medioevo accoglieva viandanti e pellegrini in transito per Piossasco. -
Dalle cose che patì (Eb 5,8). Evangelizzare con la Sindone
Il titolo di quest'opera è stato scelto perché si avvicinava, in forma descrittiva, al cuore del mistero a cui è dedicata ogni pagina del libro. Pur raccontando tante vicende e dibattendo tanti problemi, esso non si propone altro che porsi al servizio di quell'evento di amore: il passato è da ricordare per quanto insegna, il presente porta la responsabilità di una eredità ricca, che vuole evolvere in chiarezza di intenti, individuando nuovi obiettivi, in coerenza con quell'eredità. -
Epistolario e testamento
Epistolario e Testamento, per identità di persone e di ambienti, costituiscono due fonti complementari della vita del Cafasso. Scritti occasionali, sobri ed essenziali, le 118 lettere, che vanno dal 1836 al 1860, rappresentano un campione significativo della capillare rete di rapporti pastorali costruita dal santo, in particolare con il clero diocesano. Ci informano sulla sua attività e ne confermano l'eccezionale zelo pastorale, oltre che il temperamento sobrio ed essenziale. In esse si incontrano l'uomo di fede profonda e cristallina, il maestro di teologia morale, il pastore d'anime e il consigliere spirituale, dotato in sommo grado di prudenza e di equilibrio. Forse un senso di pudore trattiene l'autore dal rivelare i sentimenti personali. La reticenza su destinatari e contenuti esalta la delicata discrezione del confessore e del consigliere spirituale e pastorale, per i quali discrezione e segreto sono sacri anche nella corrispondenza epistolare. Le lettere confermano il Cafasso maestro di vita spirituale e pastorale. -
Sette donne del vangelo. Una introduzione alla preghiera
Lo scopo del testo è aiutare a pregare. La preghiera è veramente essenziale per la ""misura alta"""" della vita cristiana, e dunque per tutti i cristiani che vogliono essere anche discepoli del Signore. Le tracce qui proposte seguono la scansione classica della lectio divina, accompagnando il lettore in una introduzione alla preghiera nel confronto con alcune significative figure femminili presenti nei vangeli. """"Attraverso gli incontri di sette donne con Gesù ho voluto proporre una introduzione agli atteggiamenti o alle forme della preghiera. Sette perché è il numero che la Bibbia usa per esprimere la totalità e mi pareva che le figure prescelte fossero quelle necessarie ad esprimere le principali forme della preghiera. Donne perché penso che le donne, forse più che gli uomini, abbiano molto da insegnare a tutti sulla preghiera""""."" -
Un' aureola per due. Maria Corsini e Luigi Beltrame Quattrocchi
Quella narrata in queste pagine è la storia di una coppia che diviene famiglia, un innamoramento in cui l'amore, ben oltre l'ebbrezza della passione iniziale, è quel vincolo sacro, umano-divino, che dà stabilità alla promessa, innervandola di divino. Al di là degli aspetti particolari, che appartengono alla cultura dell'epoca, la vita di Maria e Luigi primi sposi beatificati insieme, come coppia, nel 2001 è una conferma delle ""grandi cose"""" che Dio fa con i suoi, come un riflesso puro dell'amore trinitario che si rende percepibile attraverso l'amore tra un uomo e una donna."" -
Simone Weil. Azione e contemplazione
Il pensiero e la vita di Simone Weil rappresentano ancora oggi una sfida e una provocazione che non cessano di interrogare la nostra cultura. La figura di questa donna straordinaria e ""controcorrente"""", destinata a gettare luce oltre il XX secolo, ci colpisce ancora e soprattutto in virtù della perfetta unità di pensiero, azione e contemplazione che contraddistingue il suo percorso esistenziale e spirituale. La sua inappagabile sete di verità e di giustizia la portò a condividere la sofferenza altrui e a cercare di pensare, sia in termini di etica politica che di fede, il drammatico problema della violenza, attraverso il quale si avvicinò al mistero della Croce di Gesù Cristo, che fu per lei una fonte costante e sublime di insegnamento. Proprio questa partecipazione diretta alle sofferenze degli uomini del suo tempo rappresentò il punto di partenza dell'originale itinerario mistico di Simone Weil, profondamente segnato dalla consapevolezza dell'inestricabile intreccio di bene e male, di reale e soprannaturale, di azione e contemplazione."" -
«Non disperi l'umana fragilità». Il dramma dell'uomo negli scritti di san Gregorio Magno
La tradizione cristiana, specialmente in Occidente, ha molto stimato e apprezzato i modi in cui san Gregorio Magno (540-604) ha guidato con la parola, con gli scritti e con la corrispondenza epistolare molte persone in cerca di verità. San Gregorio, essendo anima tendenzialmente contemplativa, anche se costretto suo malgrado ad occuparsi di molte cose, ha frequentato con assiduità la sacra Scrittura e volentieri ripropone nei suoi scritti indicazioni morali, ascetiche, mistiche che dischiudono l'orizzonte della salvezza e della santità. Egli non si limita a piangere sulla malizia dei tempi. Uomo di fede, non illude e non scoraggia. Non intende mai rimuovere dai sentieri dell'uomo né la fatica né la tribolazione; non si compiace mai di se stesso. È maestro nell'aiutarci a rivalutare e riconsiderare non solo la nostra speranza ma anche quella di tutti gli altri esseri umani. -
La differenza della fede. Singolarità e storicità della forma cristiana nella ricerca di Michel de Certeau
Teologo, antropologo, filosofo della cultura, storico della spiritualità, teorico della psicanalisi, de Certeau è materia vulcanica continuamente in eruzione. Difficilmente si lascia afferrare, nella sua inesauribile contaminazione, dentro la griglia epistemologica e dipartimentale delle discipline. Eppure, c'è sempre in lui - esibito o elegantemente nascosto - il tratto minuzioso dell'archeologo del pensiero: che lavora sulle tracce, sui dettagli, sulle minime increspature dei testi e dei lemmi, delle spulciature d'archivio e dei particolari minimi delle cronache. I due tratti sono in tensione fra loro, e generano supplementare difficoltà di accostamento ad un Autore virtualmente più interessante - anche per la teologia - della recezione che sino ad ora lo ha inquadrato. [...]Il merito del congegno espositivo e critico adottato dalla Quirico risiede certamente nella composizione di un racconto del modo in cui il progetto di de Certeau si è generato accessibile anche al non specialista. L'esperto riconoscerà l'interesse di questo procedimento maieutico, in termini di orientamento alla trasparente restituzione del suo nucleo fondativo. Il lettore sensibile ai percorsi di una riflessione teologica e religiosa che deve necessariamente intercettare le pieghe di un orizzonte antropologico la cui intelligenza impone il superamento delle convenzionali separazioni disciplinari, è in grado di assimilare l'avventura di un intellettuale credente che si è consegnato - tra i primi - alla passione e all'azzardo della nuova, e necessaria, navigazione. -
Guardo con ammirazione lo sposo. Il beato Giovanni Paolo II, profeta e testimone del mistero nuziale
"Giovanni Paolo II rimane una figura da tutti amata e presente nella memoria collettiva. E prima di tutto in ragione di quanto egli è stato, manifestando nella sua persona quell'unità di mente e cuore, di umano e divino, che rende l'uomo semplice e vero. Egli è stato in tutta la sua vita un testimone, cioè una persona la cui vita non parla di sé, ma da sé. La Famiglia spirituale dell'Opera Madonnina del Grappa sente un particolare legame con l'insegnamento di questo grande uomo di Dio. Da qui l'esigenza della sosta che si fa riflessione, quasi a voler prendere coscienza dei fili comuni e sottili che legano l'uno all'altra. Molti tratti sembrano unire la figura di Karol Wojtyla - poi Giovanni Paolo II - a quella di Padre Enrico Mauri, fondatore dell'Opera Madonnina del Grappa. Entrambi sono stati resi partecipi della grande intuizione del mistero nuziale di Cristo e della Chiesa, quasi come di una luce che irradiasse in dono nuovo e fecondo l'articolazione della fede, rendendola partecipe di una forza e di uno slancio vivente, tale da coinvolgere tutto l'uomo e ogni uomo e donna. È singolare validità di questo testo indicare come il mistero nuziale sia significativo non solo per i temi del matrimonio e della famiglia, con le questioni etiche e morali che implicano nella situazione presente, ma anche perché tocca l'anima di una sensibilità che integra il tema dell'affettività nella riflessione e nella vita cristiana, aspetto tutt'altro che secondario alla sensibilità dei tempi che lo Spirito sollecita."""" (Dalla Presentazione di Francesco Pilloni)" -
Teresio Olivelli. Tra storia e santità
La vita di Teresio Olivelli (1916-1945) è un percorso verso la santità, nel segno di un fortissimo impegno umano e morale. Medaglia d'oro al valore della Resistenza e Servo di Dio, per lui è in atto il processo di beatificazione. Giovane di grande intelligenza e passione umana e cristiana, formatosi nel mondo delle organizzazioni cattoliche (AC, San Vincenzo, FUCI), alunno del Collegio Ghislieri a Pavia, città dove frequentò la Facoltà di Giurisprudenza, si illuse di poter modificare il regime fascista dall'interno, dandogli un'anima di autentica giustizia umana e sociale. Durante la II guerra mondiale, volle combattere fra gli alpini sul fronte russo e visse la drammatica ritirata dell'ARMIR. Tornato in patria, chiuse i conti con il fascismo. Concepì il sogno di un'Italia «più libera, più giusta, più solidale, più ""cristiana""""» e vi si dedicò strenuamente, militando, nella Resistenza, fra le file delle Fiamme Verdi. Arrestato e deportato, morì in un lager nel gennaio del '45, a 29 anni, per le percosse ricevute da un Kapò che lo aveva sorpreso ad assistere un compagno malato."" -
Il dono di sé. Accompagnamento spirituale per separati o divorziati fedeli al sacramento
Queste pagine sono state scritte da una sola mano e da tanti cuori... sposi separati e fedeli al sacramento perché convinti che questo dono totale di sé non sia un'anacronistica imposizione della Chiesa, da accettare con rassegnata sopportazione, ma cammino di santificazione vissuto nel gioioso paradosso del Vangelo. Il libro, oltre ad offrire numerosi spunti di approfondimento e di riflessione sul tema della separazione, propone un vero e proprio cammino suddiviso in tappe per gruppi di persone che, vivendo la sofferenza della separazione dal coniuge, desiderino restare fedeli al sacramento del loro matrimonio. Tra le molte preghiere e meditazioni suggerite, una in particolare, il rito del rinnovo del sì, desta l'attenzione di molte diocesi anche al di fuori dell'Italia. -
Antropologia e grazia nel pensiero di Malebranche
"Nicolas Malebranche (1638-1715), prete dell'Oratorio francese, filosofo e teologo, appartiene al novero di quegli intellettuali credenti che, conquistati dalla novità cartesiana, tentarono di rielaborare radicalmente, a partire da essa, il pensiero cristiano. Nella sua geniale sintesi di agostinismo e cartesianesimo, le istanze teologiche, filosofiche, spirituali e scientifiche trovano una unità forse non più riscontrabile nei secoli successivi fino ad oggi. L'arditezza del legame da lui stabilito tra antropologia della coscienza e ontologia della grazia non è ancora stata colta nella sua profondità e nel suo interesse teologico tuttora di grande attualità: a questo scopo è dedicata la presente ricerca."""" (Dalla Prefazione di Pierangelo Sequeri). """"Il bel saggio di Ferruccio Ceragioli, racconta il pensiero di Malebranche con occhio attento alla storia del pensiero teologico e filosofico alla quale egli appartiene a pieno titolo. In questo studio la teologia di Malebranche viene così restituita alla coerenza della res verso la quale si impegna: questione dell'umano, della trascendenza, della libertà e degli affetti, della grazia e del legame col Figlio. L'interpretazione più diffusa di Malebranche è sempre stata quella d'un """"Malebranche schietto razionalista"""", spesso d'un razionalismo di stampo deistico o addirittura illuministico, che tutto concede alla ragione al punto che questa finirebbe di fagocitare verità di fede e Sacra Scrittura."""" (Postfazione di Amalia De Maria)" -
Storia ospedaliera antoniana. Studi e ricerche sugli antichi ospedali di Sant'Antonio Abate
Mons. Italo Ruffino offre una ricerca che scava nelle vicende di sette secoli di storia dei Canonici Regolari di sant'Antonio del Viennese. Egli infatti parte dall'Ospedale di Sant'Antonio di Ranverso (To), descrivendone la fondazione e lo sviluppo, per passare ad esaminare tutti gli Ospizi ospedalieri dell'Alta Val di Susa. Descrive poi la diffusione dell'Ordine ospedaliero di Sant'Antonio di Vienne in Francia, per illustrare in seguito le prime fondazioni ospedaliere Antoniane in Alta Italia. Torna sui Canonici Regolari di Sant'Agostino di Vienne, per passare sull'antico Ospedale di S. Antonio di Roma. È un panorama molto vasto, che il lettore percorre con estremo interesse, perché l'autore giustifica ogni sua affermazione e descrizione con riferimenti storici tratti da altrettanti innumerevoli documenti. Si giunge all'ultima pagina del volume con una profonda meraviglia per quanto è stato realizzato dalla Chiesa, dagli Ordini Religiosi, da semplici cristiani per venire in aiuto agli ammalati ed ai bisognosi. Si tocca con mano che la motivazione di fondo di tante benefiche iniziative risiedeva nella profonda fede di chi si privava anche dei propri beni per aiutare quanti soffrivano per malattia o per povertà. Le pagine che l'autore ha scritto non sono quindi solo uno studio storico, ma rappresentano un invito interiore a seguire l'esempio di chi ci ha preceduto con tanto impegno e con tanta fede concreta. -
Abbiate sale in voi stessi. Commento al vangelo dell'anno B
Consapevoli della correttezza della frase di Ferdinand Ebner: ""Un commento al Vangelo non si deve scrivere, ma vivere"""", abbiamo voluto non scrivere un libro in più, ma proporre una testimonianza di fede e di vita legata alla nostra esperienza quotidiana: di sacerdote che nel mondo della salute compromessa e della terminalità cerca di ricreare luoghi dove a tutti vengano riconosciute attenzione e dignità, e di insegnante di religione e animatore che da oltre vent'anni in contesti educativi parrocchiali e non, invita i giovani a crescere nella maturità umana e cristiana. Nella certezza che oggi sia possibile far vivere il cristianesimo delle origini, quello che aveva Gesù come unico Maestro, e il Padre come onnicomprensivo nome di Dio."" -
Terra di Cantalupa. Civiltà dei Catasti
Questo libro vuole rendere omaggio alla civiltà di Cantalupa, una Comunità del Pinerolese piemontese con documenti eloquentemente capaci di trasmettere messaggi alle future generazioni dei suoi abitanti ed a quanti interessati alle vive testimonianze della sua vitalità. Un grande contributo è offerto dai Catasti del XVIII secolo, vere e proprie fotografie del paesaggio agricolo locale dell'epoca. -
Il giusto. Vol. 1
Negli ultimi anni sono stato portato a pensare che il giuridico, appreso nei tratti del giudiziario, offrisse al filosofo l'occasione di riflettere sulla specificità del diritto, nel suo luogo proprio, a mezza strada fra la morale e la politica. Per conferire un andamento drammatico all'opposizione che faccio qui tra una filosofia politica, in cui la questione del diritto viene occultata dall'assillo della incoercibile presenza del male alla storia, e una filosofia, in cui il diritto dovrebbe essere riconosciuto nella sua specificità non violenta, propongo di dire che la guerra è il tema lancinante della filosofia politica, mentre la pace è quello della filosofia del diritto.