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Rivolgimenti
I veri rivolgimenti sono quelli che partono dall'intimo dell'uomo e magari con fatica si fanno strada, diventano gesti, opinioni, strutture, partecipazione. La stagnazione in certi modelli culturali, il restare imbrigliati dentro parametri ristretti denota l'incapacità di cogliere le immense risorse custodite in ogni essere e una fondamentale sfiducia nell'uomo stesso. Similmente lo sfumare oggi sempre più dell'identità personale di ciascuno rendendola inafferrabile e negandole la possibilità di pervenire all'intima ragione del travaglio umano nel suo tragitto storico è fiaccare l'uomo stesso, precludergli ogni possibilità di nuove soluzioni e asservirlo a meschini interessi. Il rischio che oggi si corre è che i rivolgimenti si configurano il più delle volte come tradimenti del senso più alto della vita, perdita della passione per qualcosa di alto e sublime. Il mio raccontare è un risvegliare l'attenzione per il piccolo cosmo dei nostri paesi etnei non solo inteso come apprezzamento della micro storia, per quanto si vuole interessante, ma come rilevazione e valutazione di alcuni elementi universalmente validi che permettono i cambiamenti e il sorgere di nuove aggregazioni umane. -
Il volo delle gru verso le esperidi
Chiunque abbia visitato il museo di Atene sa che sui vasi funerari appaiono labirinti, doppie spirali, uccelli palustri e svastike. Questi simboli alludono alla Danza delle Gru, che riguardava sia gli iniziati ai Misteri che coloro che varcano i cancelli dell'Ade e affrontano l'Oltretomba. Le svastike, a seconda del senso di rotazione, rappresentano l'avvolgersi della spirale e l'incontro col principio oscuro, ossia il cammino del Sole dopo il solstizio estivo, oppure il suo svolgersi, che ha termine col volo delle gru verso le Esperidi. -
Il collezionista di aurore
Nel vorticoso ritmo della vita odierna, nella quale poco spazio è concesso per fermarsi e osservare ciò che il fato o la fede ha donato a ognuno di noi, Il Collezionista di aurore ci rende partecipi di una riflessione disincantata ma, paradossalmente, passionale, utilizzando uno strumento d’eccezione: la parola letteraria. Una parola esplicitata ora da un visionario clochard, ora da un illuminato rabbi: del barbone è la violenza espressiva, la “volgarità”, la compassione per chi ha “subito” un destino di emarginato e di escluso, nonché una saggezza che sconfina nel disincanto più fragile e ingenuo. -
Lungo i sentieri del tempo
Un romanzo di analisi e ricerca interiori che non perde di vista l’intreccio: la vita , la forza e la fragilità di una donna che affronta gravi perdite di affetti e ritrova la voglia di vivere riscoprendo e facendo leva su chi le rimane al fianco nonostante tutto e sull’Amore che va oltre la morte. Una storia che fa breccia delicamente nel cuore di chi la legge, narrata in modo realistico e profondamente “umano”. -
Padre Giuseppe Cardillo. Esemplarità di una missione sacerdotale
Un affettuoso ricordo di padre Giuseppe Cardillo, parroco di Aciplatani dal 1945 al 1975, in un curato saggio biografico in cui la storia e la memoria si intrecciano in un quadro dettagliato che mette in risalto la fede e le opere di questo piccolo grande sacerdote di provincia, sempre in prima linea per vivere con piena coscienza e profondo impegno il messaggio evangelico. -
Il foglio e la penna
Una vita, i suoi incontri e il suo significato raccolti in versi. Tutti i personaggi e le vicende sono realmente esistiti. Molti sono giovani e vivono spensierati la loro giovinezza. -
Una celesta discontinuità su un fondo scuro nero compatto
Protagonista di questo libro è un commissario di polizia di una cittadina della Versilia. Ma questo libro non è un giallo, anche se c'è un ""morto ammazzato"""", non è propriamente un romanzo, anche se due donne sono presenti nella storia. Perché il commissario Solimena ha un'altra indagine di cui occuparsi: il suo pervicace malessere del quale non riesce a trovare il """"perché"""" e il """"come"""". La storia si snoda tra riflessioni e ricordi, vicende reali e quotidiane: una carrellata di personaggi e situazioni che, nella loro a volte eccessività, riflettono i malesseri della nostra contemporaneità. Con una scrittura estrosa e dinamica, che alterna il drammatico all'ironico, l'iperbolico al poetico, Giancarlo Valentini - attraverso lo sguardo del protagonista - ci conduce a riflettere su temi di più ampio respiro che coinvolgono noi tutti, abitanti di questo difficile ventunesimo secolo."" -
Ciao mortali
Valentino De Bernardis si è laureato giovanissimo in Scienze internazionali e diplomatiche presso l’Università degli studi di Bologna, sede di Forlì.Vissuto in Inghilterra e Polonia per motivi di studio e di lavoro, non ha mai abbandonato la passione per la ricerca storica.Divenuto per sei mesi addetto ad inventariare e riorganizzare le riviste del fondo documentario relativo al ventennio fascista della Biblioteca Comunale di Frosinone, ha avuto la possibilità di consultare libri, riviste e bollettini parlamentari di notevole rilevanza storica. -
La locanda di fronte al mare
Tra i successori dei poeti, architetti, collezionisti di antiquaria del secondo Settecento che hanno viaggiato in Sicilia, i geologi e i naturalisti travellers dell'inizio dell'Ottocento, fino all'unificazione geografica dell'Italia, sono del tutto trascurati dalla saggistica. Questo libro vuole colmare la lacuna. Il luogo fisico di riferimento scelto per gli scienziati itineranti è l'opposto di un'accademia, una modesta e simbolica locanda di passaggio, un'arula davanti alla quale i naturalisti esercitano un continuo riposizionamento di se stessi nei confronti dell'isola e dell'universo. Di concreto la locanda ha la vista sul mare, la porta che si apre e si chiude in continuo, un album di ricordi e di firme sul bancone, l'immobilità strutturale. La locanda nella piazza a ridosso del porto è la metafora del nostro contenitore-anima, dove i naturalisti-viaggiatori stranieri recitano il ruolo di fantasmi che evocano sensazioni e lasciano ombre del loro pensiero, prima di guadagnare il mare verso nord. Questo luogo sincretico è governato da una locandiera che raccoglie confidenze di viaggiatori in un registro immaginario. La sua figura solitaria, musa silenziosa custode dell'anti-tempio, per un'intera vita confessore segreto di debolezze, racconti e avventure, raccoglitrice di sogni, costituisce il telaio portante del racconto, quasi una favola mascherata da saggio. -
La punta del triangolo
Le brevi storie raccolte nel volume sono cucite da un sottile filo rosso: un senso di solitudine legato all'impossibilità di un'autentica comunicazione intima. Ritraggono soggetti - per lo più donne - in momenti significativi delle loro esistenze: sono affreschi sullo sfiorarsi di generazioni senza la possibilità di incontro; sul labirinto della memoria che ingabbia il percorso di crescita; sul modo di vivere il desiderio erotico a seconda delle età; sulle insidie dell'abitudine nei rapporti di coppia; sull'isolamento volontario vissuto come autentico e protettivo, o coatto che costringe alla fabbricazione di una vita fantastica; sulla percezione di cambiamento che induce la menopausa; sulla difficoltà del lavoro creativo; sull'alienazione che produce una mente visionaria. -
Storia di un comunista ingenuo
Quella di Vito Longo è la storia di un uomo del profondo sud, che riesce faticosamente a emergere dal suo humus di miseria con la forza del proprio ingegno e delle proprie idee. Il pastorello analfabeta, animato da un acceso sentimento di rivalsa, diventa progressivamente servitore, piccolo artigiano, commerciante. Coinvolto in prima persona nella vita politica del suo paese, nonostante le mortificazioni e i pericoli di quell'epoca controversa che fu il Fascismo, Vitu 'u scimunito, com'era soprannominato a Misterbianco, sopporterà le percosse, il carcere e la solitudine politica senza mai tradire il suo credo comunista. Le sue scelte, non prive di errori e di rozzezze interpretative, rivelano comunque un percorso di vita dignitoso, complicato spesso da comportamenti coraggiosi e coerenti. -
Nelle pause del vento
L'amore, i ricordi, le immagini di una vita affollano i versi di questa silloge, versi pieni di sentimento e passione. Un linguaggio semplice, essenziale, per descrivere la complessità dell'anima, una tempesta di parole animata dalla tenacia del vento, costante nella poesia di Orazio Principato. Ad esso il poeta affida il suo ""messaggio di dolore"""", ma nello stesso tempo di speranza e di vitalità. E """"nelle pause del vento"""" Principato elabora con la mente le immagini raccolte dagli occhi perché il cuore le trasformi in poesia."" -
Poemes. Ediz. catalana e italiana
"La Poesie di Carles Miralles che presentiamo in quest'edizione bilingue catalano-italiano a cura di Giuseppe Grilli ed Elena Salibra costituiscono una breve ma densa selezione della produzione pluriennale dell'autore. La prima parte è più antologica; essa, con pochi esempi, traccia una storia poetica del poeta Miralles tra l'esordio e la maturità, delineando una traiettoria di modernità e impegno. La seconda parte è un più ricco estratto del suo ultimo, in cui la voce si fa ancor più vibrante tra ritorni di epica umanità e critica dei tempi presenti.""""" -
Franz
Con Franz, l'autore ci immette nel mondo affascinante della Mitteleuropa tra la fine del XIX secolo e gli anni difficili del disfacimento dell'impero asburgico. ""C'era una volta, al centro della Boemia orientale, un minuscolo villaggio..."""". L'incipit sembra introdurci in una fiaba, ma la conclusione è la cronaca asciutta, percorsa da una profonda pietas, di un funerale in cui poche persone legate da vincoli di affetto consegnano """"alla sfera del silenzio"""" il loro figlio, fratello, amante e amico. Tra questi estremi si svolge la storia narrata: nella prima parte prende rilievo il personaggio del padre, e intorno a lui la moglie e i figli formano un coro non sempre concorde ma sempre da lui dominato. Quando poi gli eventi esterni fanno irruzione in questo mondo offrendo nuove prospettive, è il momento di Franz. Tutto per lui è difficile: il rapporto con gli amici, con le ragazze e soprattutto con se stesso. La sua tecnica difensiva è l'isolamento, l'indifferenza, ed egli si maschera di fronte agli altri e ancor più a se stesso. Sarà la malattia a indurlo ad aprirsi alla vita proprio quando gli sta sfuggendo."" -
L' uomo di scalo Galera
Un quadro animato da personaggi di un tempo atipico. Passato, presente e futuro si fondono insieme in una storia i cui eventi scorrono sul filo di un orizzonte che diventa lo scenario perfetto del teatro della vita di un'isola magica. Un uomo, la sua barca, scalo Galera: protagonisti ultimi di quella vita che concentra in sé tutte le cose, il cui fine ultimo è quell'orizzonte lontano. -
La clessidra e la rosa
"La clessidra e la rosa"""" è la conclusione di una trilogia che si è aperta con """"Le conchiglie di Ellenar"""" ed è proseguita con """"Ritorno a Ellenar"""". Anche questa volta Carmine si imbatte in personaggi reali e personaggi che provengono da altri piani della manifestazione. Roda rappresenta l'emozione che accetta di farsi coinvolgere in un gioco che può sembrare molto rischioso. Carmine è la dimensione del sovraumano che deve incontrare Thanatos per avere la certezza delle sue capacità di superare la finitudine. Armida il mondo magico celato sotto umane spoglie che si palesa e si concede solo a chi crede. Anche in questo romanzo la misteriosa donna senza nome manifesta la sua enigmatica presenza in momenti ben cadenzati del percorso." -
Ho partorito me stesso. Cresci con me
In questo libro, a metà strada tra saggio e letteratura, l'autore, analizzando e interpretando perfettamente lo spirito del nostro tempo, si rivolge a quella porzione di umanità che oggi soprattutto si pone le domande che da sempre hanno interrogato l'animo umano. Dove stiamo andando? Quanta paura abbiamo del cambiamento? Riuscirà l'Uomo a raggiungere una condizione di equilibrio? Potrà ""partorire se stesso"""" a nuova Vita? La metafora del concepimento, della generazione e del parto, che dà il titolo all'intero lavoro, intende proprio esprimere una possibile e auspicabile evoluzione dell'uomo nell'arco della sua vita."" -
Il borgo di Viscalori e la chiesa dedicata a San Biagio
Viscalori è uno dei borghi più antichi di Viagrande; la sua storia è legata alla iniziale presenza e alle successive modifiche apportate alla chiesa dedicata a S. Biagio, la quale ha rappresentato il punto di riferimento religioso e di aggregazione sociale dell'intera comunità. Gli avenimenti che hanno interssato la chiesa sono stati sintetizzati nei seguenti capitoli: dal primitivo dignitoso impianto, alla costruzione del nuovo edificio; dalla fondazione della Colleggiata, alla soppressione dei corpi morali; dalla vertenza con il Demanio, al ripristino dei beni della chiesa; dalla fine dell'800 alla nomina del primo parroco e fino ai nostri giorni. Sono stati inoltre riassunti: i rapporti tra la comunità di Viscalori e la locale autorità ecclesiastica e politico-amministrativa; le opere pubbliche realizzate dall'amministrazione e il fenomeno di urbanizzazione che ha interessato l'abitato a partire dalla fine del '900. Capitolo a parte è stato dedicato al Collegio di Maria, opera fondata dal Sovrano insieme alla Collegiata e mai messa in pieno esercizio. -
Il catanese come lingua
Il catanese non è un semplice dialetto immerso nel variegato e sterminato panorama dei tanti dialetti siciliani: il catanese è una vera e propria lingua, che per le sue risorse d'immediatezza e di aderenza espressiva si differenzia nel lessico, nei fonemi, nei morfemi, negli stilemi, nei glossemi intesi come vere e proprie unità provviste di esclusivi valori semantici, nelle regole d'uso e nell'accentazione dalle altre parlate che attorniano la città. Solo a poca distanza (Acireale, Paternò, Lentini, ecc.) la grafia si differenzia notevolmente, le parole assumono significati diversi, talora opposti, e i suoni hanno altra natura. L'opera si articola in quattro sezioni: la prima, con oltre 2700 citazioni, è dedicata alle massime, ai proverbi, ai modi di dire e agli aforismi; la seconda agli esilaranti indovinelli e miniminagghi; la terza alle note e meno note filastrocche e conte; la quarta agli imprevedibili e complicati scioglilingua; mentre un capitolo a parte è dedicato ai cosiddetti vannii o vanniàti, cioè al reclamizzare la propria mercanzia ad alta voce con appropriati vocaboli da parte dei venditori girovaghi sia per le strade della citta che nei banchi dei mercati. Infine l'opera si conclude con un nutrito glossario comprendente una notevole quantità di vocaboli in uso da parte dei catanesi, aggiungendo di conseguenza la più probabile traduzione in lingua italiana. -
Le ore di Roma e altri canti
… perché altrinon se né veda in qualeostentazione trovare l’ultimaproiezione di queste nostre parole (Il coro delle marionette).