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Ritrovarsi a Parigi
Dopo la morte della madre, Pierre Fauré lascia Parigi per trascorrere il mese d'agosto in Provenza da François, un vecchio amico ritrovato per caso. L'incontro con la foresta, i suoi sentieri, la sua luce, la sua immutabilità e il suo silenzio fa intuire a Pierre - un uomo semplice, contabile di una piccola impresa - l'esistenza di un regno insospettato dove il tempo, lo spazio e le sensazioni sembrano essersi immobilizzati in bilico fra sogno e realtà. Ma c'è un altro incontro ad attenderlo: è Marie, che un giorno appare sulla soglia della stanza che lo ospita, un ""povero animale malato"""" che François ha trovato sul ciglio della strada nell'estate del 1940 e ha salvato dall'internamento in manicomio. È lei a innescare in Pierre un moto di rivolta per l'inutilità della propria vita. Contro il parere di tutti decide di portarla con sé a Parigi, dove per mesi si ostina a cercare di far uscire la giovane donna dal limbo dell'inconsapevolezza e dell'oblio nel quale è sprofondata. Solo un miracolo potrebbe salvarla. E così accade: grazie alla dedizione e alla pazienza di Pierre, Marie riuscirà a ritrovare la sua umanità, la sua memoria, il suo passato. E a uscire dall'oblio saranno in due: Pierre scoprirà il senso della vita e deciderà di ricominciare, salvato dal suo stesso miracolo."" -
La corsa di Billy
Pubblicato per la prima volta nel 1974, La corsa di Billy è stato il primo romanzo gay a diventare subito un libro di culto, ottenendo un grandissimo successo internazionale.rnrn«La più famosa storia d’amore gay mai narrata» - rnThe New York Timesrnrn«Commovente e monumentale. In confronto Il giovane Holden e Il signore delle mosche sembrano Mary Poppins» - rnThe New York Times rnrn«Un romanzo rivoluzionario e sconvolgente» - rnSan Francisco Chroniclernrn«Ti tiene inchiodato al libro dall’inizio alla fine» - rnLos Angeles Times rnrn«Un libro che dovrebbero leggere tutti coloro che hanno una coscienza politica: un’esperienza illuminante» - rnThe Village Voice rnrnA metà degli anni Settanta, l’allenatore Harlan Brown viene cacciato dalla prestigiosa Penn State University per sospetta omosessualità. Perde tutto – famiglia, lavoro, amici –, e trova rifugio dal suo passato e da se stesso in un piccolo college di New York, dove cerca di mascherare il proprio conflitto sessuale con un’esistenza il più spartana e conformista possibile. Si è fatto una promessa che ha intenzione di mantenere: non innamorarsi mai più di un uomo. Ma la sua vita viene nuovamente sconvolta quando tre giovani atleti si presentano nel suo ufficio: l’esuberante Vince Matti, il timido Jacques LaFont e il ventiduenne Billy Sive, un potenziale grande talento per i diecimila metri. Vittime a loro volta di discriminazione sessuale, non vogliono rinunciare ai propri sogni. L’uomo è profondamente diviso: se accetterà di allenarli, alimenterà i pettegolezzi su di lui, ma i tre hanno stoffa e questa potrebbe essere la sua ultima occasione di puntare in alto. Alla fine, poste condizioni ferree, accetta di prenderli sotto la sua ala. Harlan è subito affascinato dal talento di Billy e capisce che il ragazzo ha le qualità per partecipare alle Olimpiadi di Montréal del ’76. Quando, molto presto, la sua ammirazione si trasforma in una sensazione che non provava da anni, deve fare la scelta più difficile della sua vita: combattere i propri sentimenti o uscire allo scoperto e sfidare l’ultraconservatore establishment sportivo, rischiando di far sfumare per sempre il sogno olimpico dei tre ragazzi. Amore, passione e lotta politica si fondono così in un crescendo di tensione, fino all’esplosivo finale, giocato sullo spettacolare palcoscenico olimpico. -
Io sono Kurt
Andrea Brighi, detto Kurt, in viaggio verso la Svizzera per un trasporto illegale di valuta, devia improvvisamente per Trieste in seguito all'incontro fortuito (e forse immaginario) con Stefano Zanchi, alias Diavolo Biondo, suo ex amico nonché datore di lavoro a Radio Punto Nord, più di vent'anni prima. Tornano a galla così i ricordi di un tempo in cui i due uomini passavano le giornate insieme, scambiandosi emozioni, spesso forti e all'insegna della trasgressione, progetti per il futuro, ragazze. Tra tutte, Anna, un amore mai completamente dimenticato, di cui ora riaffiorano i dettagli, le parole e il rimpianto per una storia finita troppo presto. Nella misteriosa e decadente pensione Ghega dove alloggia il protagonista, il passato tornerà a disturbare la quotidianità di Kurt, ex dj in fuga, fornendogli una chiave di lettura inedita per ripensare agli avvenimenti della giovinezza, sulla colonna sonora della musica dagli anni Novanta a oggi. Annoiato e quasi disilluso, l'uomo sarà capace di riscoprire se stesso dopo una vera e propria discesa agli inferi, tra personaggi bizzarri e spesso pericolosi, ragazze seducenti e strani figuri, in una storia trascinante di sesso, ricatti e debiti non priva di nostalgia per un periodo ormai lontano. -
Mary Lavelle
Irlanda, 1922. La giovane Mary Lavelle attraversa il mare per raggiungere Altorno, in Spagna, dove l'attende un incarico di insegnante di inglese e istitutrice presso la famiglia Areavaga. La decisione del fidanzato John di rimandare le nozze, in attesa di una più soddisfacente stabilità economica, è solo il pretesto della partenza. La verità è che Mary intende seguire, finalmente, l'impulso all'indipendenza. La Spagna risponde perfettamente al suo bisogno d'avventura: i colori sconvolgenti del paesaggio, il carattere misterioso e infuocato degli abitanti, l'eleganza e il sangue della corrida colpiscono profondamente la giovane, iniziata ai misteri dell'affascinante paese del Sud dal circolo delle ""miss"""" irlandesi che vi abitano da molti anni. Una di loro le confesserà il proprio amore, in due pagine di grande intensità che, nel 1936, costarono al libro la censura immediata. Ma Mary è destinata a ricambiare, con sfrenata passionalità, l'amore di Juanito, il figlio sposato degli Areavaga, provocando lo scandalo che segnerà la vita di tutti. Mary Lavelle è un'opera da riscoprire, uno studio intimo dell'identità e della psicologia fem¬minili in cui si fondono la passionalità ottocentesca di Cime tempestose e il femminismo novecentesco di Gertrude Stein. Dal romanzo è stato tratto il film La voce degli angeli, diretto da Nick Hamm, con Franco Nero, Vincent Perez, Polly Walker e Penèlope Cruz."" -
Lo schiavista
"So che detto da un nero è difficile da credere, ma non ho mai rubato niente. Non ho mai evaso le tasse, non ho mai barato a carte. Non sono mai entrato al cinema a scrocco, non ho mai mancato di ridare indietro il resto in eccesso a un cassiere di supermercato"""". Questo l'inizio della storia di Bonbon. Nato a Dickens - ghetto alla periferia di Los Angeles - il nostro protagonista è rassegnato al destino infame di un nero della lower-middle-class. Cresciuto da un padre single, controverso sociologo, ha trascorso l'infanzia prestandosi come soggetto per una serie di improbabili esperimenti sulla razza: studi pionieristici di portata epocale, che certamente, prima o poi, avrebbero risolto i problemi economici della famiglia. Ma quando il padre viene ucciso dalla polizia in una sparatoria, l'unico suo lascito è il conto del funerale low cost. E le umiliazioni per Bonbon non sono finite: la gentrificazione dilaga, e Dickens, fonte di grande imbarazzo per la California, viene letteralmente cancellata dalle carte geografiche. È troppo: dopo aver arruolato il più famoso residente della città - Hominy Jenkins, celebre protagonista della serie Simpatiche canaglie ormai caduto in disgrazia -, Bonbon dà inizio all'ennesimo esperimento lanciandosi nella più oltraggiosa delle azioni concepibili: ripristinare la schiavitù e la segregazione razziale nel ghetto. Idea grazie alla quale finisce davanti alla Corte Suprema." -
Johann Holtrop. Ascesa e declino
Ispirato alla storia vera del manager Thomas Middelhoff, Johann Holtrop racconta l'ascesa e la caduta dell'onnipotente amministratore delegato della Assperg spa, impero multimediale che dalla profonda provincia di una Germania appena unificata protende i suoi tentacoli nel mondo con un solo imperativo aziendale: crescere. Corteggiato dalla stampa, temuto dalla politica e venerato dal patriarca Berthold Assperg, il genio del marketing Johann Holtrop domina il mercato internazionale. Da Francoforte a Hong Kong a New York, al vertice di un'azienda con venti miliardi di fatturato annuo, negozia fusioni editoriali, progetta annessioni televisive, impone contratti pubblicitari e frequenta con disincanto i ricevimenti del Potere. Lo accompagna una suprema fiducia nella propria capacità di capire gli uomini, lusingarli, manipolarli oppure (qualora sgraditi) eliminarli dal suo percorso inarrestabile fatto di disprezzo della burocrazia, automitologia visionaria e abuso di anfetamine. Ma Holtrop non si accorge che con l'arrivo del nuovo millennio le regole stanno cambiando. I geni del marketing stanno lasciando il posto ai geni della finanza e, quando un insieme di elementi di per sé irrilevanti annuncerà l'inizio della fine, ci sarà il branco, sempre pronto ad azzannare chi cade, ad attenderlo al varco. Con la sua lingua ricercata e possente, Johann Holtrop racconta la parabola di un uomo che non coglie i segni del terremoto imminente e che - al termine di una vicenda dietro la quale vediamo il laconico sorriso della Storia - dovrà riconoscersi per ciò che non sospettava di essere: un furfante. Ma racconta anche l'abisso dei nostri anni dalla prospettiva inedita dell'alta società tedesca: quell'impero che attraversa sottopelle l'intera economia mondiale ma ha i suoi gangli vitali molto vicino a noi, nel motore trainante e cuore finanziario della giovane Unione Europea. -
Le acque torbide di Javel
Dicembre è insolitamente mite a Parigi, ma Hortense Demessy non riesce ad assaporarne la dolcezza: Paul, il suo compagno, ex senzatetto e ora operaio metalmeccanico, è scomparso all'improvviso dall'appartamento in rue de la Saïda lasciandola incinta e senza un soldo. Disperata, la donna chiede a Nestor Burma, investigatore privato e noto tombeur de femmes, di ritrovarlo, in nome dell'amicizia che li ha legati in passato. Per Burma la scomparsa di Demessy diventa subito una questione di principio, che lo porterà a vagare per l'intero quartiere, tra lo stabilimento Citroën, il Bai Nègre di rue Blumet, il café di rue Payen e il pont Mirabeau finché non troverà la chiave di questa intricata vicenda in uno squallido bar-pensione gestito da arabi con pochi scrupoli e molte cose da nascondere. Attorno alla misteriosa scomparsa di Paul ruotano tre donne: Zorga-Tinea, la sensitiva di origine maghrebina che esercita nei pressi del Vel'd'Hiv, Wanda, l'enigmatica e bellissima bionda di place de Breteuil, e Jeanne, ventenne dall'atteggiamento spregiudicato che scandalizza l'anima delle case popolari. Ognuna di loro cela un arcano e tutte e tre sono legate da un prezioso oggetto e un inebriante profumo che si confonderà con l'olezzo dei cadaveri e l'odore dei soldi. Tra atmosfere grottesche e inquietanti coincidenze che rivelano ricatti meschini e torbide dinamiche sociali si scatenerà una partita mortale che farà luce sul disagio degli ultimi e irromperà negli equilibri della tranquilla borghesia francese. -
La preghiera della letteratura. Sulla misericordia, il bene e la fede
Nell'anno in cui papa Francesco annuncia il Giubileo straordinario nel nome della misericordia, Andrea Caterini, scrittore e saggista, propone una riflessione su alcuni termini chiave della cristianità. Scandisce il suo discorso a partire da alcune parole: Pace, Sacrificio, Misericordia, Bene, Santità e Fede. Ogni parola è analizzata attraverso la lettura e l'analisi di uno o più scrittori, da Virgilio a Dostoevskij, da Anna Achmatova ad Anton Cechov. ""La preghiera della letteratura"""" non è però un libro di critica letteraria, anche se attraverso la letteratura costruisce i suoi ragionamenti filosofici, con la convinzione che essa sia ancora uno strumento privilegiato di conoscenza. In questo senso il saggio di apertura, """"In principio, una preghiera"""", che si interroga anche sull'antico significato del Giubileo, a partire dall'Antico Testamento, riflette su quanto la letteratura sia essa stessa una particolare forma di preghiera e di come poesia e testi sacri abbiano da sempre dialogato tra loro."" -
Il segreto di Lady Audley
Capolavoro di Mary Elizabeth Braddon, ""Il segreto di Lady Audley"""" uscì a puntate tra il 1861 e il 1862 sulle pagine delle riviste letterarie del tempo, riscuotendo un successo di pubblico che la consacrò come nuova stella del sensation novel e rivale di Wilkie Collins. Al talento nel tenere avvinto il lettore univa una sensibilità tutta femminile e una coscienza sociale attraverso cui sono filtrate le vicende dei suoi scritti. Sir Michael Audley, vedovo da anni, sposa la giovane e bellissima Lucy Graham, un'istitutrice dall'oscuro passato i cui capricci scatenano la gelosia di Alicia, la figlia di primo letto poco più che adolescente. Un giorno Robert Audley, lo sfaccendato nipote, avvocato a tempo perso, porta con sé in visita George Talboys, un caro amico appena tornato dall'Australia e prostrato da una recente vedovanza - o almeno così sembra -, che d'un tratto scompare misteriosamente. Facendo i conti con le menzogne, l'inganno, e anche un tentato omicidio nei suoi confronti, sarà proprio Robert, le cui doti di tenacia e intelligenza erano state finora celate da un carattere indolente, a intraprendere un'indagine dai risvolti inattesi che condurrà allo scioccante e imprevedibile colpo di scena finale."" -
Il volto ritrovato
Un intreccio di temi, motivi ricorrenti, vere ossessioni che si ripresentano nel romanzo successivo, Anima. Con una prosa travolgente, che non lascia scampo, Mouawad si spinge fin nei più remoti recessi dell’inconscio e ne ritorna con una scrittura tanto travolgente quanto inquietante.rnrn«Un autore tra i più originali del nostro tempo» - rnMelania Mazzucco, «la Repubblica»rnrnUn commando dà fuoco a un autobus, le lamiere si arroventano, la pelle dei passeggeri cola via e una donna dal volto velato e dagli arti di legno, nata da quelle fiamme, divora la testa di un ragazzino. Testimone di questa scena è Wahab, un bambino libanese che ha appena compiuto sette anni, e che di lì a poco abbandona il suo paese. Si trasferisce in «un paese lontano e piovoso», dove la vita trascorre normalmente fino al suo quattordicesimo compleanno, un giorno molto importante per lui: Wahab improvvisamente non riconosce più i volti della sorella e della madre, per lui sono due estranee. Il tempo si inceppa, entra in una linea d’ombra nella quale tutto si disgrega e si sfalda, come i corpi che da piccolo ha visto sciogliersi nell’attentato terroristico in Libano. Wahab teme d’essere impazzito e decide di scappare di casa. È l’inizio di un viaggio, di formazione e onirico insieme, durante il quale incontrerà un mendicante che gli donerà la parola “pervinca”, scoprirà che l’unica cosa che può sconfiggere una paura infantile è un’altra paura infantile e, infine, giungerà in un atelier dove, diciannovenne, attraverso la pittura cercherà di riappropriarsi del volto della madre.rnL’universo di Mouawad è già tutto in questo suo primo romanzo: il trauma della guerra, la ricerca dolorosa dell’identità, la lotta contro i fantasmi dell’infanzia, la necessità di dire l’indicibile, la sublimazione nell’arte, la parola salvifica… -
L' ultimo degli Eltysev
Tradotto in dieci paesi e finalista ai più importanti premi letterari nazionali, il romanzo ha riscontrato un grande successo di pubblico e critica. Il suo giovane autore rientra oggi nel novero delle voci più significative della letteratura russa contemporanea.rnrn«La provincia della provincia, l’esilio dell’esilio – per il romanzo duro e singolare di uno dei nuovi rappresentanti del realismo russo» - Le Mondernrn«L’ultimo degli Eltyšev è Robinson Crusoe capovolto: il deterioramento palpabile dello spirito umano che si disperde a ogni livello della vita, il fallimento di individualismo e iniziativa, la capitolazione dell’uomo di fronte alla natura… Cattura l’umore di un’epoca» - rnLev DanilkinrnrnGli Eltyšev sono una famiglia come tante, nella Russia di oggi: Nikolaj è un agente di polizia che si occupa della sorveglianza in un luogo di detenzione per alcolizzati e disturbatori della quiete pubblica, sua moglie Valentina lavora da trent’anni nella biblioteca cittadina. Hanno due figli ventenni: il maggiore è uno scansafatiche e il minore è in carcere da quando, in una rissa, ha ridotto un altro ragazzo a un vegetale. Ma poteva andare peggio, in fondo. Non vivono nel lusso, certo, ma la loro è una vita onesta e normale: un appartamento assegnato dal comune, un televisore e perfino un’auto, il simbolo del benessere per eccellenza. Tutto precipita, però, quando Nikolaj perde il lavoro a causa di una grave negligenza. La famiglia è costretta a trasferirsi in campagna, nella catapecchia di una vecchia zia. Le conseguenze sono devastanti: è l’inizio di una discesa agli inferi, un susseguirsi di fallimenti e disgrazie, scanditi da alcol, apatia e violenza, che porteranno alla lenta e inesorabile disgregazione della famiglia. Perché i legami affettivi e le buone intenzioni nulla possono di fronte alla miseria. La provincia russa di oggi è un altro mondo, in un altro tempo, e Roman Senčin, che la conosce bene, ce ne racconta il lato oscuro. -
Cieli celesti
Con ""Cieli celesti"""" Claudio Damiani ha scritto un libro in cui il suo pensiero filosofico si apre all'orizzonte della scienza. La chiarezza espressiva e la forma contemplativa dei versi, però, sono le stesse dei libri precedenti, quelle apprese dalla lezione dei latini e di Petrarca. Così come il ritmo continua a essere dialogante: il suo rivolgersi agli uomini, agli animali, alla natura, all'intera creazione come fossero tutti parte di una """"comunità"""" che poi significa capire quanto ogni cosa è indispensabile all'altra e che proprio questo è il """"miracolo"""" di cui facciamo quotidianamente esperienza. Nel tempo della nostra vita, all'interno di un universo tanto vasto e tanto misterioso da sovrastarci e spesso spaventarci, Damiani percepisce un disegno - la rivelazione di un'intelligenza universale che illumina la mente - come una linea che scorre inesorabile lungo i secoli e i millenni. Di quella linea, l'essere umano, l'individuo, non è solamente un punto tra gli infiniti altri, ma è un nucleo di energia, un """"quanto di tempo"""", scrive il poeta servendosi dei termini della fisica: è la possibilità che il disegno - un disegno che Dio, o qualcuno a cui abbiamo attribuito questo nome, ha pensato - si compia. Come l'anello infinitamente piccolo di una catena infinitamente grande, la sua stessa esistenza determina il passato, il presente e il futuro dell'universo. Allora, il tempo dell'uomo non è mai veramente finito, e pure la morte è parte del disegno."" -
Storia di Roque Rey
Storia di Roque Rey rielabora la grande tradizione sudamericana del realismo magico dando vita a un romanzo sempre in bilico tra reale e immaginifico che, sin dalle prime pagine, ci ricorda cosa significa leggere per puro piacere.rnrn«Un racconto che è classico e sconfinato al tempo stesso, che scorre con la sicurezza di una forma pura mentre dà vita a domande a cui non si può rispondere, paradossi che sembrano certezze e personaggi che crescono mano a mano che si fanno evanescenti. Un romanzo totale» – La Naciónrnrn«Un libro ambizioso dalla vocazione dickensiana. Un narratore profondo, di largo respiro» – Ñ - Revista de culturarnrn«La proliferazione di storie, la ricerca dell'amore, la fuga con le scarpe dei morti sono tratteggiate da questa voce esistenziale, quasi divina, a momenti solenne. Una voce che costruisce un universo, che lo percorre, lo interpreta» – Página 12rnrnIl giorno in cui lo zio Pedro muore, la zia Elsarnchiede a Roque, dodici anni, di indossare le suernscarpe per ammorbidirle un po’ in vista del viaggiornnell’aldilà. Così, riempite le punte con il cotone,rnil ragazzo esce di casa per fare una passeggiata.rnNon tornerà più. Camminerà perrnquarant’anni attraverso l’Argentina, senza meta,rnin una lunghissima fuga costellata di scoperte,rndi riflessioni e di una serie di incontri indimenticabili:rnUmberto, un prete epilettico parricida;rnLos Espectros, un gruppo di musicisti itinerantirnche lo ingaggia come ballerino; Marcos Vryzas,rnun bohémien alcolizzato che lo introduce allarnvita dissoluta della capitale; Natalia, una bambinarndall’intelligenza eccezionale che si innamorarndi lui e lo tenta col suo fascino ammaliatore.rnE quando Roque finirà a lavorare in un obitorio,rntolte le scarpe dello zio indosserà quelle dei morti,rnche lo condurranno nei luoghi dove sono sepoltirni loro più terribili segreti. Sullo sfondo di questornlungo viaggio, scorrono quarant’anni di storiarndell’Argentina, un paese misterioso ancora tuttornda scoprire, raccontati da chi della storia non Пrnprotagonista, ma la vive sulla propria pelle.rnRicardo Romero é uno degli autori argentinirncontemporanei più apprezzati e talentuosi. InrnStoria di Roque Rey rielabora la grande tradizionernsudamericana del realismo magico dando vitarna un romanzo sempre in bilico tra reale e immaginificornche, sin dalle prime pagine, ci ricordarncosa significa leggere per puro piacere. -
Creazione
Ciro Spitama, discendente diretto del sacerdote Zoroastro profeta dell'Unico Dio, ambasciatore del re di Persia ad Atene, ormai giunto al crepuscolo dei suoi anni detta le proprie memorie al nipote Democrito. Ecco i Grandi della storia che hanno avuto a che fare con l'anziano ambasciatore come fosse un loro pari: Serse, grande amico dai tempi della comune educazione alla corte di Susa, destinato a sedere sul trono di Persia; la regina Atossa, che ammalia con i suoi racconti, scrigno di tutti i segreti dell'Impero; Buddha, che Ciro Spitama incontra nel folto di un bosco indiano, e Confucio, conosciuto sulle sponde del Fiume Giallo in Catai. Ha viaggiato e visto, Ciro Spitama, al servizio della corte persiana, fino all'approdo ad Atene, allora al massimo del suo fulgore. Ed ecco, ad Atene, Pericle, di cui si guadagna la stima, Anassagora, compagno di desco, ed Erodoto, avversario in schermaglie polemiche. Un giovane e brillante carpentiere di nome Socrate gli ripara il muro della villa con vista sull'Acropoli, e con lui discute di filosofia. E in ogni luogo, a ogni incontro, sono sempre gli stessi interrogativi immortali, nati assieme all'uomo, che dominano la conversazione: com'è stato creato l'universo, e a quale scopo? E perché il male è stato creato insieme al bene? Vidal affronta tali temi senza che la sua sensibilità contemporanea interferisca col rigore storico, offrendoci così un efficacissimo spaccato del pensiero del tempo. Prefazione di Anthony Burgess. -
Geografia di un inferno
La decisione di dare una mano al proprio suocero nella gestione dell'impresa familiare, per l'investigatore londinese William York si trasforma in una straordinaria avventura che lo porterà, suo malgrado, a percorrere tutta la Gran Bretagna lungo la scia di un efferato serial killer che uccide le proprie vittime secondo modalità inconsuete e misteriose. Con l'aiuto del suo grande amico Marmaduke, commissario di Scotland Yard, e di un anziano studioso di letteratura italiana, York riuscirà a svelare il mistero, la cui soluzione si cela proprio tra le pagine di un antico e grande capolavoro della nostra poesia. Secondo la più nobile tradizione del poliziesco britannico, a cominciare dalla grande Agatha Christie, l'autore fornisce indizi e dati utili per trovare il bandolo della matassa: si tratta di una vera e propria sfida al lettore. Siete pronti ad accettarla? -
L' invasione degli omini in frac (e altre piccole nostalgie)
"... la voce narrante compone come un puzzle, fino a che l'ultimo pezzo, che staccato risultava come un enigma, non trovi l'armonia del disegno complessivo ... E tutto accade sempre simultaneamente ad altro: si mescolano fatti insignificanti o apparentemente tali, trame di tutti i giorni, con istanti nodali, che segnano ingresso nel mondo o congedo, svolta di vita o ritorno al punto di partenza."""" (Dalla prefazione di Alessandro Fo)." -
Fra il visibile e l'invisibile
Nella vita convulsa che spesso conduciamo, tutta ripiegata sulla gestione delle cure quotidiane, del soddisfacimento dei bisogni materiali, impregnata da quella cultura ""del fare"""" oggi tanto di moda che purtroppo dimentica la cultura """"dell'essere"""", questo libro può costituire un'ancora di salvezza, un punto cui aggrapparsi per aiutare la propria mente a respirare un'aria diversa, e concentrarsi sul senso effettivo e finale del nostro vivere, terreno e ultraterreno. Con quest'opera Giovanna Mazzuoli prosegue nella sua analitica ricerca attraverso lo spirito del tempo che l'umanità ha attraversato e quelle domande eterne che restano senza risposta solo per chi vuol rifiutarsi di aprire il proprio cuore e la propria mente che tali risposte contengono. """"Non siamo soli"""" è un antidoto contro i veleni del materialismo, come contro i falsi miti delle facili superstizioni."" -
Zero al 100%
Un uomo pedina il clone che va a letto con sua moglie, un altro chiede la mano al padre della sua bambola gonfiabile; c'è persino chi porta a spasso lucertole col collare: una tragicomica umanità alla fiera del trash apocalittico. Cinquantadue romanzi digitali interrotti da un semplice clic. Esistenze compresse in mp3, piccole storie inverosimili raccontate dietro l'anonima finzione della chat. Zero al 100% come totale. Lo zero come unica cifra di riferimento. Il nulla elevato all'ennesima potenza. Un prontuario su come sopravvivere nel postfuturo postumo che si sta lentamente avverando. -
Lasciateci vivere la nostra primavera e altre favole teatrali
In ""Lasciateci vivere la nostra primavera"""" e nelle altre favole teatrali raccolte in questo volume, Maria De Masi, pur guardando il mondo con gli occhi incantati del """"fanciullino"""" di pascoliana memoria, svolge la sua funzione educativa svelando, con l'arma della presa in giro e dell'arguzia, presunzioni, ipocrisie, egoismi, miopie delle quali troppo spesso è intessuta la società degli adulti. Quella dell'autrice è una satira benevola, ma non per questo meno efficace e costruttiva, anzi è proprio la soavità con la quale lei ce la porge a renderla più penetrante. Questo di Maria De Masi è un """"mondo salvato dai bambini"""", cioè un mondo che ha bisogno di innocenza, bontà, sincerità, ed è la forza e la dolcezza di questi valori a riempire di poesia le sue fiabe edificanti."" -
O chi l'avrebbe detto? Sonetti in vernacolo senese
"... passando con il pollicino della linea A per via Mattioli, intravidi il manifesto del Laboratorio del Sonetto organizzato dalla Nobil Contrada del Bruco in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura della Provincia di Siena e l'associazione Aresteatro. Fu una folgorazione! Appena finito il turno presi dal manifesto il numero di telefono di Vera Castellini e la chiamai per avere tutte le informazioni sul corso. Iniziò così la mia avventura al Laboratorio e grazie agli insegnamenti di Francesco Burroni, ai suoi """"O duraaaa!!!"""" e """"Tanto vòi fa' sempre come ti pare!"""" e allo stimolo dato dallo scambio di pareri con gli altri poeti del gruppo, mi sono messa a scrivere senza fermarmi più"""". Così Silvia Golini racconta il suo incontro con la poesia, un innamoramento profondo che oggi la porta ad esprimere, attraverso la pur severa struttura metrica del sonetto, con leggerezza, ironia ma anche singolare capacità di riflessione, il suo amore per la vita, la gente, Siena e il mondo."