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Per una geografia della morale. Dalla Cina all'Islam, dall'Europa all'America
Dieci studiosi del panorama culturale italiano, espongono da un punto di vista filosofico, politico e religioso i grandi temi del dibattito odierno: la guerra e la pace, la convivenza tra culture diverse, il ritorno alla ribalta delle religioni, i fondamentalismi, i nazionalismi, i localismi, l'ambiente, il mondo islamico, la Cina e altro ancora. Si tratta di problemi che attraversano e animano ogni giorno le cronache quotidiane, interrogativi etici difficili che nei dieci interventi qui proposti emergono nella loro drammatica concretezza. -
L' intelligibilità della storia. Critica della ragione dialettica. Vol. 2
Quest'opera, redatta tra gli anni 1958-1962 e rimasta incompiuta, costituisce il secondo tomo della Critica della Ragione dialettica. Il testo, interamente dedicato alla intelligibilità della Storia, teatro delle relazioni conflittuali intersoggettive e luogo del divenire dell'uomo, si rivela come uno tra i libri più suggestivi della filosofia di fine Millennio. Le analisi sartriane offrono l'occasione di riflettere sulla condizione del vivere e sul progressivo cammino dell'esperienza critica, indispensabile alla costituzione di una società libera ed autonoma. Sartre pone sul tappeto un nodo cruciale dei nostri tempi: il ""sociale"""" non è e non può essere sottoposto al """"politico"""" e la Storia è il terreno su cui si gioca questo conflitto. È nella lotta ed a causa di essa che gli uomini vivono la penuria, nel movimento stesso che tende ad oltrepassarla. L'esperienza critica, cui Sartre si appella, potrebbe essere la via per rintracciare l'intelligibilità diacronica delle trasformazioni storiche e il difficile rapporto tra la singolarità della praxis e la oggettività della Storia. Infine, e non meno importante nel giudizio complessivo di questo testo, è soprattutto l'immagine di se stesso che Sartre dona al lettore; l'immagine di un uomo drammaticamente coinvolto in prima persona in tutti gli avvenimenti della storia concreta, o delle infinite storie che contraddistinguono l'avventura umana; l'immagine di un Sartre che cerca di comprenderlo, ma che sa benissimo di non riuscire nell'intento."" -
La realtà delle immagini. Simboli elementari nelle civiltà pre-elleniche
La riflessione che l'autore conduce nel corso del volume costituisce un progressivo approfondimento delle tematiche mitiche, etnologiche e simboliche dell'universo della religiosità primitiva e matriarcale. Il quadro che ne deriva rende il libro godibile sia per lo specialista, sia per il lettore meno addentro al tema del mito e del rito, tanto che per molti versi costituisce un'introduzione al pensiero mitologico e simbolico. -
Oltre la storia dell'arte. Alois Riegl, protagonista della cultura viennese
Riegl è un importante esponente della Scuola di Vienna di storia dell'arte. Egli svolse un ruolo rivoluzionario nella rivalutazione delle arti minori (arte popolare, arte ornamentale, architettura) e delle cosidette epoche di decadenza (arte tardoromana, barocca, dell'Ottocento); nella scoperta del ruolo dell'osservatore e nella nascita dell'estetica della ricezione; nell'industria artistica, a partire dalla raccolta sull'arte applicata nel MAK viennese (Museum für Angewandte Kunst) di cui fu direttore; nei fondamenti della conservazione dei monumenti come disciplina autonoma. -
Il testo visivo. Forme e invenzioni della realtà da Cézanne a Morandi a Klee
In uno dei suoi aforismi Georg Christoph Lichtenberg afferma che allo specialista spesso sfugge il meglio. Quasi a ricordare che le cose vanno osservate dall'esterno e che solo un esercizio siffatto consente di cogliere contorni e sostanza delle cose. Francesista e teorico della letteratura, Stefano Agosti, da sempre alle prese con i meccanismi della poesia (Petrarca, Mallarmé, Zanzotto), ma anche costantemente attratto da quelli della figurazione, consegna a questo libro le sue pagine dedicate all'arte. Essendo prevalentemente dedito alla critica testuale, Agosti assume l'opera d'arte come testo e ne decifra il senso attraverso i segni, ne svela le potenzialità, ne configura regole e funzioni. I capitoli che formano il libro sono collegati attraverso una fitta rete di riferimenti letterari e culturali e mirano a proporre l'idea di un'esperienza dell'arte visiva tutta raccolta intorno ad uno spiccato rapporto di prossimità tra il soggetto e l'opera contemplata. Tale rapporto, sostanzialmente fondato sulle capacità del soggetto di penetrare nei singoli universi espressivi sottoposti alla sua attenzione, appare teso a circoscrivere le caratteristiche formali attraverso le quali si articolano le diverse visioni del mondo, esterno o interno, di cui le opere prese in esame sono depositarie. -
La filosofia, una cura per la vita. Contro il disagio dell'esistenza e i problemi dell'uomo contemporaneo
Questo libro affronta i grandi o piccoli problemi che tutti incontrano nella vita: il dolore, la malattia, la morte, la solitudine, la difficoltà nel fare le scelte appropriate. Non li tratta con consigli di carattere psicologico ma cercando di chiarirli alla luce delle risposte e delle strategie razionali dei grandi filosofi antichi e moderni, occidentali e orientali. Nel libro viene proposta un'agile lettura guidata di alcuni tra i più significativi testi classici, che intende contribuire a una cura del sé sotto la guida di questi stessi classici. -
Dasein: da-sein. Tradurre la parola del pensiero
Dasein inteso come Da-sein è, in Heidegger, il segno dell'affrancamento dalla metafisica. La parola pensa dunque in vista di un'umanità che non sia più incardinata, contro la propria indole, nell'animalità e nel mero vivere. In Italia, l'ormai consolidata interpretazione del Dasein mediante il conio ""esserci"""" è ritenuta non solo in sé consona, ma addirittura come la più felice fra quelle finora proposte nelle varie lingue. Il presente studio - il cui costante riferimento resta la sfera d'incontro fra le lingue madri italiana e tedesca - giunge a una conclusione sorprendente: l'""""esserci"""" non solo non permette di intendere, in italiano, il Dasein, ma addirittura riporta - e nel più subdolo dei modi - l'intero tentativo di Heidegger sul piano del vissuto, mostrando così una singolare capacità di infirmazione. L'""""esserci"""", insomma, impedisce che un universale seme di libertà dell'uomo, inizialmente custodito in tedesco, possa infine essere accolto anche nel terreno del pensiero italiano."" -
La liberté cartésienne. Dialogo sul libero arbitrio
"La liberté cartésienne"""" di Jean-Paul Sartre è uno scritto emblematico nella storia della filosofia del Novecento. Pubblicato nel 1946, subito dopo la conclusione della Seconda guerra mondiale, ripropone il problema del libero arbitrio a ridosso di un momento storico in cui la libertà era stata soffocata in gran parte d'Europa. Il saggio apparve nella collana """"I classici della libertà"""", fondata da un importante studioso dello """"spirito borghese"""", Bernard Groethuysen. Secondo il modello editoriale, cui partecipò anche lo storico Lucien Febvre, il saggio introduceva a un autore che documentava con i suoi scritti la continuità e la trasformazione dell'ideale """"classico"""" di libertà nella storia della coscienza europea. La nozione di libertà che Sartre delinea trae origine dal recupero del concetto di libertà, così come pensata da Cartesio, caratterizzata dalla possibilità e dall'autonomia della scelta. Al di là dei confini confessionali, il libero arbitrio è proposto come un valore """"transtorico"""", """"secolarizzato"""", oggi si direbbe dell'uomo multiculturale. Sartre considera Cartesio come il filosofo che in un'epoca """"autoritaria"""" pensa la libertà dei moderni. A lui fa risalire con la dottrina del cogito, la dottrina della democrazia. Questo testo sartriano, inedito in Italia, viene qui presentato insieme con i brani di Cartesio ai quali Sartre fa riferimento. L'edizione offre così una lettura comparata e quasi un dialogo tra due maestri del pensiero occidentale." -
La cèntina e l'arco. Pensiero, teoria, progetto in architettura. Ediz. illustrata
"Se ho imparato qualcosa dopo tanti anni dedicati a questi temi è che qualsiasi tentativo di costruzione teorica nel nostro ambito deve, fin dall'inizio, assumere un ruolo ausiliario, una condizione secondaria, subordinata alle opere, che sono le autentiche depositarie della conoscenza tanto in architettura quanto in qualsiasi altra attività artistica. Questo carattere ausiliario che attribuisco alla teoria nel campo dell'arte non diminuisce per niente la sua importanza, né nega il suo valore decisivo. È come la cèntina che rende possibile la costruzione dell'arco: una volta compiuta la sua missione, scompare e non rientra nella percezione che abbiamo dell'opera finita, ma sappiamo che è stato un passaggio obbligato e imprescindibile, un elemento necessario a erigere quello che ora vediamo e ammiriamo."""" (Carlos Martí Arís)" -
L' architettura difficile. Filosofia del costruire
Oggi l'architettura riscuote un grande successo. È persino ovvio: più essa si spettacolarizza, e più essa viene spettacolarizzata. Ma proprio questo successo potrebbe essere l'indice di una crisi di senso. E una crisi di senso si apre quando una disciplina smarrisce le cause essenziali per cui essa esiste e per cui dovrebbe agire, progettare e costruire. Guardando una parte certo non minoritaria dell'architettura contemporanea, quella più gettonata sulle riviste di ogni genere, si ha l'impressione che l'architettura si esaurisca in un gioco di forme, rese sempre più insolite e quasi impenetrabili. Se non che tutte queste forme, proprio come quelle della moda, vanno presto incontro a una certa stanchezza e inflazionandosi si svalutano rapidamente. In questa situazione sembra più che opportuna una riflessione filosofica sugli scopi e sull'essenza del costruire. Una riflessione, come quella sviluppata in questo libro, che si confronta in modo serio e rigoroso con il significato attribuito all'architettura da Platone e da molti altri pensatori e artisti, in particolare Mondrian e Joseph Beuys. Ne risulta una sorta di mappa filosofica, necessaria oltre che per capire e criticare l'attualità, anche per cercare risposte progettuali migliori, provviste di senso e valore non effimero. -
Il chiarore del nulla. Modi, forme e spirito dell'arte giapponese
Profondo conoscitore ed amante del Giappone e della sua cultura, tanto da eleggerlo quale sua seconda patria, l'autore regala in questo breve saggio una sorta di viaggio - fra tradizione, sensibilità ed emozione - in un paese tanto affascinante e misterioso quanto solo apparentemente così distante dal nostro. Il punto di partenza è proprio questo: l'influsso della cultura occidentale, già a partire dal XVI secolo, sulla concezione dell'arte - e conseguentemente della vita e del suo modo tutto particolare di concepirla - del Giappone attuale. L'autore prende per mano il lettore e lo accompagna su un sentiero lungo il quale egli apprenderà come qualsiasi attività quotidiana (musica e giardinaggio, bere il té e far la guerra) sia intesa ed amata in Giappone come una forma d'arte. -
Nietzsche e il cristianesimo
Alla vigilia della seconda guerra mondiale uno dei più grandi filosofi del Novecento. Karl Jaspers, viene cacciato dall'Università di Heidelberg. dove insegnava, poiché marito di un'ebrea. Successivamente, seppur in condizioni di libertà vigilata, egli trova il coraggiosi pronunciarsi in due pubbliche conferenze su un tema assai spinoso quale il rapporto tra Nietzsche e il cristianesimo. Jaspers, consapevole del pericolo mortale cui va incontro la civiltà tedesca assoggettata al nazismo, vede quanto l'ideologia nazista può trovare terreno fertile in Nietzsche e, in particolare, nell'interpretazione strumentale della sua teoria del Superuomo. Perciò il suo discorso si concentra preliminarmente sulla necessità di leggere Nietzsche nel contesto generale della sua opera: non si può isolare un frammento nietzschiano e attribuirgli valore assoluto. Jaspers sottolinea il punto nodale della speculazione nietzschiana. Figlio di un pastore protestante. Nietzsche non ha fede nel cristianesimo: dichiara la morte di Dio e annuncia che l'uomo europeo è ormai entrato nell'epoca del nichilismo. Jaspers non si stanca però di ammonire: tanto compiaciuta è la critica nietzschiana al cristianesimo, altrettanto preoccupato è Nietzsche circa il futuro dell'uomo europeo dopo l'avvento del nichilismo. Il Superuomo dev'essere dunque un individuo capace di rinunciare all'illusione di Dio. -
Difficoltà politiche dell'architettura in Italia 1920-1940
In un'intervista del 1980 Giulio Carlo Argan ricordava come ""durante il fascismo siamo stati indotti spesso a dare un significato politico quasi simbolico a cose e persone che originariamente non l'avevano, ma che lo acquisivano nella nostra amara coscienza"""". La testimonianza arganiana, che si riferiva all'architetto tedesco Walter Gropius e ad altre figure magistrali europee, la cui opera veniva assunta in Italia quale viatico nelle battaglie culturali contro le posizioni più reazionarie espresse dagli zelatori del regime mussoliniano e per cercare di mantenere un collegamento con l'Europa, sintetizza efficacemente la miseria morale ed il provincialismo, non tutto fascista, dell'Italia di allora. Delle """"difficoltà politiche"""" dell'architettura, arte pubblica per definizione, con accenti accorati, Giulia Veronesi, prima e primaria critica e storica dell'architettura moderna, nonché """"grande rimossa"""" della cultura italiana, ci parla in questo clamoroso libro del 1953 che adesso viene riproposto, anzi, riprodotto, essendo apparso doveroso il mantenimento delle caratteristiche grafiche (secondo un gusto ancora anni Quaranta) dell'antica ed unica edizione."" -
In cammino con Heidegger. Conversazioni con Frédéric de Towarnicki
Le ""conversazioni"""" di Jean Beaufret rappresentano una delle occasioni più limpide per ripercorrere il cammino seguito da Heidegger. Già destinatario nel 1946 della celeberrima Lettera sull'umanismo, Beaufret è stato infatti uno dei primi a misurare in tutta la sua ampiezza l'impatto della svolta rappresentata dal pensiero di Heidegger, instaurando con lui un dialogo nel quale la comune esigenza di comprensione trova suggello nell'esercizio del domandare. Divenuto nel corso di un trentennio l'interlocutore privilegiato del filosofo tedesco, Jean Beaufret ha saputo così corrispondere, nel pensiero e nella parola, nei suoi scritti e nel suo insegnamento, al compito oggi più che mai urgente di preparare la possibilità di una comprensione vera, profonda e senza equivoco possibile della filosofia heideggeriana. Questo libro, pubblicato nel 1983 a un anno dalla morte di Beaufret, può a giusto titolo essere considerato uno momento elevato di quella capacità di ascolto che ha reso possibile la nascita in Francia di una scuola di pensiero capace di mantenere viva la medesima trasparenza e fulmineità del colpo d'occhio del suo maestro."" -
L' avventura di Franco Marinotti. Impresa, finanza e politica nella vita di un capitano d'industria
Un'avventura imprenditoriale per tanti aspetti straordinaria quella di Franco Marinotti. Non solo perché egli giunse a scalare le vette del firmamento economico italiano, a capo dagli anni Trenta di uno dei principali complessi industriali come la Snia Viscosa. Ma anche perché furono i lungimiranti accordi commerciali con la Russia di Lenin da lui propiziati, oltretutto agli esordi del regime fascista, ad aprirgli le porte nel mondo degli affari. Una vicenda singolare e complessa, dunque, quella di Marinotti: sia perché segnata dai tratti distintivi di una personalità versatile e di forte temperamento, sia perché strettamente intrecciata ai mutamenti di scenario dell'Italia del suo tempo, dagli ultimi tornanti dell'età liberale al periodo fascista, dal secondo dopoguerra al culmine del ""miracolo economico"""". Questo libro è perciò la storia di una grande impresa e, insieme, una sorta di romanzo, per le molteplici e alterne esperienze del suo protagonista."" -
Pensare l'arte
Pensare l'arte come museo immaginario delle opere più amate e frequentate da Jean-Paul Sartre: dagli americani Hare e Calder, agli artisti da lui scoperti, come Wols, fino a Giacometti, Masson, Lapoujade e Rebeyrolle, ai quali era legato da profonda amicizia. Testimoni di questi rapporti restano i saggi raccolti nel presente volume, che offrono materiale indispensabile per ripercorrere le riflessioni di Sartre sull'arte figurativa, dai Mobiles di Calder, 1946, fino ai quadri di Rebeyrolle, 1970; essi inoltre sono indicatori della sua familiarità con le opere dei maggiori esponenti delle avanguardie artistiche: Picasso, Breton e il Surrealismo, senza dimenticare Klee e Van Gogh. Come suggerisce Michel Sicard, nell'introduzione, il costante riferimento a temi quali spazio, tempo e movimento, bellezza o modernità, rivelano le coordinate di un'estetica, mai scritta da Sartre. Questo volume raccoglie tutti insieme e in versione integrale, i lavori di Sartre sull'arte contemporanea. -
L' origine della cristianità
I saggi raccolti in questo volume, presentati per la prima volta al lettore italiano, sono stati scritti lungo tutto l'arco del Novecento da grandi studiosi di tre generazioni ed appartenenti a differenti ambiti di ricerca, ma ugualmente legati a dibattiti molto attuali. Tutti affrontano, da diverse angolazioni, il problema storiografico del ""distacco"""" del cristianesimo dalle strutture portanti dell'ebraismo, culla entro la quale era nato. Il volume è suddiviso in tre parti: nella prima vengono raggruppali i contributi relativi all'uomo Gesù e al contesto storico, ideologico e politico nel quale si trovò a vivere ed agire in quanto ebreo. La seconda parte raccoglie invece interventi tipicamente esegetici, dedicati alla figura e alla delicata opera missionaria di S. Paolo, primo grande diffusore, interprete e teologo del pensiero cristiano. La terza parte unisce testi dedicati alla travagliata nascita di questa nuova religione da un contesto culturale e antropologico in cui il disfacimento dell'ellenismo e l'incombenza della religione imperiale romana, da un lato, nonché l'influenza reciproca di alcune opzioni """"ereticali"""" e settarie (quali il giudeocristianesimo, lo gnosticismo e il marcionismo), dall'altro, giocarono un ruolo essenziale nello sviluppo, appunto, del cristianesimo e della prima Chiesa e di una cristologia compiutamente """"cristiana""""."" -
Promozione delle arti, critica delle forme, tutela delle opere. Scritti militanti e rari (1930-1942)
Il volume raccoglie una selezione della produzione critica di Giulio Carlo Argan degli anni Trenta e primi anni Quaranta intorno a tre nuclei tematici: gli scritti su architettura e urbanistica, gli interventi sull'arte contemporanea e la promozione degli artisti, i testi sui metodi e gli strumenti della storia dell'arte e della tutela (l'insegnamento nella scuola, l'educazione artistica, il restauro, il museo, le esposizioni). Si è voluto in questo modo evidenziare il ruolo svolto dal giovane Argan nel superamento degli stretti confini disciplinari in cui spesso si chiudevano gli storici-filologi dell'arte, intenti prevalentemente all'attribuzione e alla datazione di pitture e sculture del passato. Invece lo studioso torinese, sin dai suoi scritti d'esordio, elabora una lettura formalistica dell'architettura in contrapposizione con le analisi tecniche e tipologiche degli storici-architetti, interviene con scritti di taglio militante sulle più recenti correnti artistiche (dalla presa di posizione sul futurismo, al sostegno al gruppo dei Sei pittori di Torino e poi al gruppo di Corrente), si prodiga per la difesa del patrimonio artistico a ridosso e durante la guerra (collaborando alla stesura della legge di tutela del 1939 e disegnando il progetto fondativo dell'Istituto Centrale del Restauro). -
La voce dell'amico. Sul prodigio dell'ascolto
All'origine di questo saggio c'è un libro che, colto una lontana prima volta, non ha cessato poi di voler essere riguardato, riascoltato, lasciato penetrare fino al fondo di sé. Il libro è ""Essere e tempo"""" di Heidegger. Qui la """"voce dell'amico"""" non va confusa con l'esperienza quotidiana dei rapporti sociali, né ridotta a quella scaglia superficiale e volatile delle abituali conversazioni. Essa invece si offre come evento radicale, come ciò che, rompendo il guscio dell'ego, dispone l'apertura originaria dell'uomo al mondo. Ma si da, nell'esperienza concreta, questo genere di amicizia? Nella riflessione di Francois Fédier entra a questo punto un altro testo capitale e mostra in atto la totale e perfetta amicizia: si tratta delle pagine memorabili che Montaigne, negli """"Essais"""", dedica all'amico Etienne de La Boètie. Lo """"stato di amicizia"""", quale forma del """"reciproco beneficarsi"""", sperimentato mentre l'amico era in vita, si protrae ancora nel tempo ulteriore dopo la sua morte, prodigiosa conferma di un singolare fenomeno. Il saggio che leggiamo qui è duplice: la """"voce dell'amico"""", apparizione sorprendente in """"Essere e tempo"""", ha suggerito a Fédier un primo intervento pubblicato in tedesco. Ma, a significare una fascinazione ininterrotta, l'autore ritorna sul tema con una nuova riflessione in francese, per pensare """"meglio"""", per intendere """"di più""""."" -
Il buon abitare. Pensare le case della modernità
"Il buon abitare studia"""" le relazioni esistenti tra le diverse modalità dell'abitare, le correnti del pensiero contemporaneo, le forme della casa e i modi di progettarla. La tecnica espositiva scelta è quella della visita guidata ad un piccolo gruppo di case, reali o immaginarie, attraverso le quali restituire un panorama descrittivo di ciò che il XX secolo ci ha lasciato in eredità. Per riuscire nell'intento l'autore opera una riduzione, che consiste nel rendere visibili i vari archetipi attraverso esaltazione dei loro tratti più evidenti: come succede nelle caricature, isolando solo alcuni aspetti particolari ci si allontana dalla realtà ma si chiariscono le differenti caratteristiche peculiari. Non si tratta di un manuale di architettura domestica: il testo non vuole essere una riflessione sulle tecniche progettuali bensì sui modi di abitare, di appropriarsi dello spazio privato e, per estensione, dello spazio pubblico: una riflessione, dunque, sulla qualità dell'abitare. Per questo l'autore ha utilizzato un linguaggio non specialistico e, soprattutto, riferimenti che appartengono più alla cultura generale che all'ambito strettamente disciplinare. Di fatto il saggio scorre con ritmo rapido, nella convinzione, espressa dallo stesso autore, che i migliori libri siano quelli che possiamo fare nostri e sviluppare in direzioni imprevedibili."