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Giovanni Amendola
Attraverso una attenta ricostruzione della vita e della filosofia di Giovanni Amendola, Alfredo Capone fornisce la chiave per indagarne il pensiero politico, che assume la democrazia liberale moderna fondata sul superamento del principio individualistico del liberalismo classico e su una concezione della religione come cristianesimo filosofico e aconfessionale. La democrazia politica di Amendola trova le sue origini nel radicalismo risorgimentale, nel cui solco egli colloca il riformismo del Partito socialista al quale aderì adolescente. Attraverso l'analisi del suo pensiero e delle sue vicende politico-biografiche, come l'esperienza della guerra - che mise a nudo le sue illusioni interventiste e il suo sogno di una ""Grande politica nazionale"""" l'autore mette in luce la svolta in senso radicale della sua concezione della democrazia, che si fonda sulla presa d'atto della catastrofe irreversibile della classe dirigente italiana nel suo insieme. Giovanni Amendola segna la linea di non ritorno dell'Italia liberale e laica del Risorgimento e l'inizio dell'Italia dei partiti di massa. Deve la sua """"sfortuna"""" storiografica, secondo l'autore, alla struttura del sistema politico italiano, i cui conflitti trovano sempre una ricomposizione sulla frontiera del populismo, del consociativismo e dunque nel rifiuto della democrazia liberale europea di cui il nostro fu il massimo esponente nell'Italia contemporanea e per molti aspetti, il fondatore. Presentazione di Giorgio Napolitano."" -
Bioetica. Una rivoluzione postmoderna
La bioetica è la grande rivoluzione culturale della postmodernità. Alla confluenza di due flussi, quello umanistico e quello scientifico, mentre il progresso della medicina apre prospettive nuove e imprevedibili alla vita dell'uomo, il benessere psicofisico si è affermato come un diritto umano fondamentale. Ma si apre al tempo stesso una nuova problematica nella esigenza di conciliazione degli interessi della società con la libertà di autodeterminazione della singola persona. Di qui, una somma di domande, di ipotesi, di istanze che esigono un tentativo di messa a fuoco. -
Lectura Dantis romana. Cento canti per cento anni. Vol. 1/2: Inferno. Canti XVIII-XVIV
Compiendosi i cento anni dalla fondazione della Casa di Dante in Roma (1914-2014), il Consiglio Direttivo ha voluto solennizzare la ricorrenza offrendo una raccolta di cento Lecturae Dantis, una per ciascuno dei cento canti della Commedia, selezionate tra le migliori tenute alla Casa di Dante nel corso della sua secolare attività, caratterizzata proprio dalla consuetudine delle ""letture"""" domenicali di canti della Commedia. Perciò """"Lectura Dantis Romana. Cento canti per cento anni"""". Una scelta per altro difficile, per l'esigenza di offrire al lettore di oggi """"letture"""" non troppo datate, nella bibliografia critica oppure (o anche) dal progresso del dibattito scientifico, che ha imposto alcuni criteri oggettivi di selezione, dando la preferenza a lecturae recenti, per avere il più avanzato aggiornamento bibliografico e critico; lecturae costruite come un'indagine per quanto possibile ampia, esaustiva, del canto, idonea a offrire una panoramica compiuta dei principali problemi di ordine critico, filologico, linguistico, ermeneutico, relativi al canto stesso; lecturae che, pur nel rigore dell'analisi e nella compiutezza della documentazione esibita, garantiscano una scrittura piana e idonea alla più ampia fruizione, anche al di fuori della cerchia degli specialisti, senza, beninteso, escludere questi."" -
Trattato di scrittura. Theorica et pratica de modo scribendi (Venezia, 1514)
Pubblicata a Venezia nel 1514, la ""Theorica et pratica de modo scribendi"""" è l'opera d'esordio di un matematico ferrarese, Sigismondo Fanti, che nel 1521 era """"inzegnero general"""" della Serenissima Repubblica e che è noto al lettore di cose cinquecentesche soprattutto per le quartine oracolari del Triompho di fortuna (1527). L'opera era il punto di arrivo della prima stagione di un dibattito che nel Quattrocento aveva coinvolto artisti come Leon Battista Alberti, Mantegna e Leonardo, umanisti e antiquari come Felice Feliciano, matematici come Luca Pacioli, e a sua volta inaugurava la nuova stagione dei trattati di scrittura, destinata a lasciare tracce significative nella cultura grafica della modernità, e non solo di quella italiana. In quattro libri la Theorica offriva una trattazione sistematica della materia, che veniva presentata come un momento fondamentale nella formazione professionale e morale di ogni scrivente. Il primo libro, in particolare, ne illustrava gli aspetti tecnici, sia quelli materiali (si parlava della carta, dell'inchiostro, della penna) che quelli più propriamente teorici (a partire dalle logiche geometriche implicate, soprattutto quelle euclidee). I tre successivi si impegnavano nell'illustrazione analitica, condotta lettera per lettera, dei più importanti modelli grafici allora in corso."" -
Goethe
Massimo autore della letteratura tedesca, nonché uno dei più significativi della letteratura mondiale, Johann Wolfgang Goethe (1749-1832) è di certo uno scrittore più noto che conosciuto: identificato solitamente come l'autore del ""Werther"""" o del """"Faust"""", ricordato da alcuni come scienziato e critico d'arte, noto a pochi come collezionista di stampe e tossili. Approdato, ancora vivente, a fama europea, il suo """"Werther"""" è stato un vero best seller, anzi la prima opera della letteratura tedesca conosciuta fuori dai confini linguistici di una nazione non ancora esistente. Questo libro vuol essere un invito alla figura e alla lettura di Goethe: avvicinarsi alla sua opera rappresenta infatti un'avventura stimolante per chiunque voglia ripercorrere la vastità di un pensiero potente, capace di spaziare dalla letteratura alle arti visive, dagli studi di estetica agli scritti scientifici su piante e colori. Il particolare fascino di Goethe è dato sia da un'opera multiforme quante altre mai, sia dal modo in cui lo scrittore tedesco sottopose i suoi lavori a continui mutamenti, riscritture e ripubblicazioni, realizzando un processo ininterrotto di riflessione durato anche l'intera vita, come nel caso del """"Faust"""" o del """"Wilhelm Meister"""". A tale capacità di tornare su testi già scritti riformulando il proprio pensiero in prove d'autore e riedizioni sempre diverse, appartiene l'inclinazione collezionistica a raccogliere una quantità pressoché infinita di carte: documenti, lettere, diari, scritti e note..."" -
Gadda
La pagina dell'Ingegnere Carlo Emilio Gadda trae le sue radici da due secoli: l'Ottocento nella sua varia articolazione culturale e sociale - Manzoni, gli Scapigliati, Verga e Carducci -, e il Novecento, con la sua mescolanza di linguaggi e la sperimentazione di nuove forme di espressione e di conoscenza. Ben consapevole di essere un ""ponte"""" tra due epoche, Gadda verifica la continuità novecentesca di valori, immagini, retoriche, linguaggi nati nel secolo precedente: ed è qui che si manifesta la sua fondamentale, talora perfino ingombrante, centralità che ne fa il maggior prosatore italiano della modernità. Prosatore, non solo narratore, perché nella sua opera occupa un ruolo di rilievo il modo, spesso nevrotico, sempre geniale, di attraversare tutti i generi della scrittura - racconto, romanzo, favola, diario, teatro, poesia, saggio, recensione, pamphlet -, in ciascuno portando un'istanza di rinnovamento e di sperimentazione. Nella monografia, si ricostruisce l'intero percorso intellettuale e creativo dell'ingegnere milanese, con un'analisi puntuale delle sue opere, indagate all'interno dell'inquieto procedere dello scrittore, dei rapporti con la propria esistenza, con le trasformazioni della società, con le culture della tradizione e del rinnovamento. Intrecciando dialetticamente quadri d'insieme e anatomie di pagine esemplari, si offre una visione completa di quella che è stata un'opera di importanza fondamentale nella nostra storia letteraria."" -
Incontri (e scontri) mediterranei. Il Mediterraneo come spazio di contatto tra culture e religioni diverse
Il Mediterraneo è davvero un ""continente liquido"""", un luogo di millenari scambi, o un mare che al contrarlo tiene reciprocamente lontane le genti che su di esso si affacciano? È il mare dei confronti o il mare degli scontri di civiltà? Partendo da un esame della letteratura specialistica recente, questo libro propone alcune risposte in una direzione destinata per sua natura a rimanere aperta, in un affresco esteso dalla più remota antichità ai nostri giorni."" -
Improvvisi. Un'antica raccolta di epigrammi. Testo latino a fronte
Francesco Petrarca è non solo l'autore del Canzoniere, ma anche e soprattutto un grande scrittore in lingua latina. A questa produzione appartiene una serie di poesie latine che l'autore non si preoccupò di conservare e di ordinare. La fortuna di tali carmi fu perciò disomogenea e accidentale; soltanto in un caso essi si presentano, nella tradizione manoscritta, riuniti sotto forma di una vera e propria antologia, allestita da un anonimo compilatore, attivo tra la fine del Trecento e l'inizio del Quattrocento. Questo ignoto ammiratore di Petrarca, oltre al merito di aver salvato componimenti che si sarebbero altrimenti perduti, ha anche quello di averli dotati di un corredo didascalico in prosa che permette, almeno in parte, di ricostruirne l'occasione, il destinatario, la data. Il volume pubblica il testo criticamente ricostruito tanto dei carmi petrarcheschi quanto delle rispettive rubriche in prosa dell'anonimo compilatore. Carmi e rubriche sono seguiti dalla traduzione italiana e da un commento che illustra il contesto che ha ispirato ciascun epigramma e analizza i possibili intrecci intertestuali con scritti di altri autori e dello stesso Petrarca. L'introduzione ripercorre la genesi dell'antologia e mette a fuoco le caratteristiche complessive di questi epigrammi, che si collocano in un arco temporale decisivo nella biografia intellettuale di Petrarca e ci restituiscono i motivi ispiratori della sua lira: gnomica, sentimentale, religiosa, politica, bucolica. -
Unità. Atti del quarto colloquio internazionale di letteratura italiana (Napoli, 6-8 ottobre 2010)
Gli Atti che qui si presentano fanno parte di un ampio progetto di ricerca sulla storia delle parole nella nostra tradizione letteraria, avviato nel 2004 presso l'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. I Colloqui con la loro cadenza biennale - pongono al centro dell'attenzione un lemma particolarmente significativo trascelto nell'ampio corpus della letteratura italiana e nel corso dei lavori si provvede a tracciare la storia del valore assunto dal lemma nelle opere letterarie e nei dibattiti critico-letterari italiani dal Medioevo all'Età contemporanea. I tre precedenti appuntamenti erano dedicati a illusione, a ordine e a silenzio. Dalla terza edizione del 2008 ognuna delle sei sessioni di lavoro è stata introdotta da una relazione di ambito non letterario al fine di ampliare le conoscenze sulle accezioni e l'uso del termine, e per confrontare impostazioni e metodologie critiche differenti. Non è raro che una parola abbia mutato e accresciuto la propria area semantica attraverso l'impiego settoriale in una particolare disciplina. Il quarto Colloquio, tenuto nei giorni 6-8 ottobre 2010, è stato intitolato all'unità, in un momento simbolicamente significativo, alla vigilia delle celebrazioni per i centocinquant'anni dell'Unità d'Italia. La storia è segnata da cicliche crisi, dispersioni, cambiamenti, e l'unità come idea progettata o come sintesi o come identità del soggetto è sempre stata motivo di ricerca e di auspicio... -
Lectura Dantis romana. Cento canti per cento anni. Vol. 2/1: Purgatorio. Canti I-XVII
Compiendosi i cento anni dalla fondazione della Casa di Dante in Roma (1914-2014), il Consiglio Direttivo ha voluto solennizzare la ricorrenza offrendo una raccolta di cento Lecturae Dantis, una per ciascuno dei cento canti della Commedia, selezionate tra le migliori tenute alla Casa di Dante nel corso della sua secolare attività, caratterizzata proprio dalla consuetudine delle ""letture"""" domenicali di canti della Commedia. Perciò """"Lectura Dantis Romana. Cento canti per cento anni"""". Una scelta per altro difficile, per l'esigenza di offrire al lettore di oggi """"letture"""" non troppo datate, nella bibliografia critica oppure (o anche) dal progresso del dibattito scientifico, che ha imposto alcuni criteri oggettivi di selezione, dando la preferenza a lecturae recenti, per avere il più avanzato aggiornamento bibliografico e critico; lecturae costruite come un'indagine per quanto possibile ampia, esaustiva, del canto, idonea a offrire una panoramica compiuta dei principali problemi di ordine critico, filologico, linguistico, ermeneutico, relativi al canto stesso; lecturae che, pur nel rigore dell'analisi e nella compiutezza della documentazione esibita, garantiscano una scrittura piana e idonea alla più ampia fruizione, anche al di fuori della cerchia degli specialisti, senza, beninteso, escludere questi."" -
Lectura Dantis Romana. Cento canti per cento anni. Vol. 2/2: Purgatorio. Canti XVIII-XXXIII
Compiendosi i cento anni dalla fondazione della Casa di Dante in Roma (1914-2014), il Consiglio Direttivo ha voluto solennizzare la ricorrenza offrendo una raccolta di cento Lecturae Dantis, una per ciascuno dei cento canti della Commedia, selezionate tra le migliori tenute alla Casa di Dante nel corso della sua secolare attività, caratterizzata proprio dalla consuetudine delle ""letture"""" domenicali di canti della Commedia. Perciò """"Lectura Dantis Romana. Cento canti per cento anni"""". Una scelta per altro difficile, per l'esigenza di offrire al lettore di oggi """"letture"""" non troppo datate, nella bibliografia critica oppure (o anche) dal progresso del dibattito scientifico, che ha imposto alcuni criteri oggettivi di selezione, dando la preferenza a lecturae recenti, per avere il più avanzato aggiornamento bibliografico e critico; lecturae costruite come un'indagine per quanto possibile ampia, esaustiva, del canto, idonea a offrire una panoramica compiuta dei principali problemi di ordine critico, filologico, linguistico, ermeneutico, relativi al canto stesso; lecturae che, pur nel rigore dell'analisi e nella compiutezza della documentazione esibita, garantiscano una scrittura piana e idonea alla più ampia fruizione, anche al di fuori della cerchia degli specialisti, senza, beninteso, escludere questi."" -
Lectura Dantis Romana. Cento canti per cento anni. Vol. 3/2: Paradiso. Canti XVIII-XXXIII
Compiendosi i cento anni dalla fondazione della Casa di Dante in Roma (1914-2014), il Consiglio Direttivo ha voluto solennizzare la ricorrenza offrendo una raccolta di cento Lecturae Dantis, una per ciascuno dei cento canti della Commedia, selezionate tra le migliori tenute alla Casa di Dante nel corso della sua secolare attività: caratterizzata proprio dalla consuetudine delle ""letture"""" domenicali di canti della Commedia. Perciò: Lectura Dantis Romana. Cento canti per cento anni. Una scelta per altro difficile, per l'esigenza di offrire al lettore di oggi """"letture"""" non troppo datate, nella bibliografia critica oppure (o anche) dal progresso del dibattito scientifico, che ha imposto alcuni criteri oggettivi di selezione: dando la preferenza a lecturae recenti, per avere il più avanzato aggiornamento bibliografico e critico; lecturae costruite come un'indagine per quanto possibile ampia, esaustiva, del canto, idonea a offrire una panoramica compiuta dei principali problemi di ordine critico, filologico, linguistico, ermeneutico, relativi al canto stesso; lecturae che, pur nel rigore dell'analisi e nella compiutezza della documentazione esibita, garantiscano una scrittura piana e idonea alla più ampia fruizione, anche al di fuori della cerchia degli specialisti, senza, beninteso, escludere questi. Privilegiando le lecturae di autori viventi, invitati talvolta a tornare sul proprio testo, ove ritenuto opportuno, per adeguarlo al """"modello"""" di riferimento..."" -
Afghanistan. Il grande gioco 1914-1947
Per la sua eccezionale posizione geopolitica di crocevia dell'Asia e di ponte naturale tra Medio Oriente e Subcontinente indiano, l'Afghanistan fu sempre terra di conquista e di competizione politica. Dal 1813 al 1907 le montagne e gli aridi altopiani afghani divennero la scacchiera del Great Game, un conflitto a ""bassa intensità"""" combattuto prevalentemente con le armi dello spionaggio, dell'intrigo e della corruzione da militari e agenti segreti inviati da Londra e da San Pietroburgo, la cui posta era costituita dal possesso del """"gioiello"""" del British Empire (l'India). Il tuono dei """"cannoni d'agosto"""" del 1914 diede il via alla Grande Guerra e segnò l'inizio di una nuova versione del """"Grande Gioco"""". Negli anni Trenta del Novecento furono il Terzo Reich, l'Unione Sovietica e l'Italia fascista ad attuare una penetrazione in Afghanistan che doveva consegnare nelle mani di Hitler, Stalin e Mussolini l'avamposto da cui far partire l'avanzata delle tre dittature verso l'Asia meridionale. Dopo il decennio dell'occupazione sovietica, il regime teocratico talebano, l'invasione statunitense del 2001, la partita continua ancora oggi nell'area che è stata definita il """"Grande Scacchiere"""" dove si deciderà il conflitto per la supremazia globale."" -
Germania europea, Europa tedesca
Qual è il ruolo della Germania in Europa? Esiste davvero il rischio di una supremazia tedesca nelle scelte cruciali di politica economica del vecchio continente? La crisi di sistema in cui viviamo lascia affiorare antichi fantasmi. Eppure, mai come oggi la Germania ha fatto della propria apertura internazionale un valore irrinunciabile. L'idea di uno Stato in Europa e per l'Europa - che attraversa almeno due secoli di storia culturale tedesca sembra definitivamente prevalere sulla visione nazionalistica di una ""missione"""" egemonica."" -
Il dolce stil novo
Il concetto storiografico di Dolce stil novo risale alla ""Storia della letteratura italiana"""" di Francesco De Sanctis, che per primo lo formulò nel 1870. E tuttavia, benché accolto da molti tanto da figurare ancora nelle storie letterarie e nei manuali scolastici, esso non ha goduto e tuttora non gode di unanime consenso tra gli studiosi della poesia delle Origini. Si potrebbe dire che quel famoso verso dantesco (""""di qua dal dolce stil novo ch'i' odo""""; Purg., XXIV 57) - di lettura incerta, frutto, com'è noto, di ricostruzione congetturale - ancora diffonda non solo sull'esegesi dantesca, ma anche, e soprattutto, sulla storiografia letteraria che se ne è impossessata, le ombre del dubbio. È davvero esistito il Dolce stil novo, oppure è un fantasma storiografico generato dalla poetica dantesca? Questo volume cerca di dare una risposta, attraverso un'analisi puntuale e aggiornata dei testi e lo studio della loro tradizione manoscritta. Ne emerge che negli ultimi anni del secolo XIII si reagì nettamente, con un forte richiamo all'ordine, alla multiforme stagione poetica che caratterizza la lirica del pieno e del tardo '200 italiano. Questi nuovi poeti - pochi ma agguerriti e determinati - richiamano a un repertorio metrico chiuso, a uno stile limpido, piano e trasparente ('dolce'), a un'esclusività tematica tutta incentrata sull'amore, a un pubblico rigorosamente preselezionato non solo sul piano culturale ma anche e soprattutto sil piano etico."" -
L'animale politico. Agostino, Aristotele e altri mostri medievali
L'uomo è un animale politico ""per natura"""" - spiegava Aristotele - perché capace di amicizia, bisognoso di mettere in comune conoscenze, capacità, tecniche, lavoro. Dopo il peccato di Adamo ed Eva - sosteneva Agostino l'uomo è esposto alla """"jacquerie"""" permanente delle passioni e del disordine antisociale. E se la politica fosse proprio un rimedio alla natura ambigua dell'uomo? Un dibattito ampio, quello medievale, fatto anche di casi di studio curiosi, come quello del gigante Nembrot, o del popolo dei Pigmei, o dell'oratore sapiente che dà vita alla civiltà, o quello della città delle donne."" -
Dante e l'Oriente
La materia orientale nell'opera dantesca, dopo essere stata affrontata nei primi decenni del Novecento in maniera sommaria o sbilanciata verso la ricerca delle fonti islamiche nella Commedia, viene ora riproposta in una prospettiva più ampia e articolata. Il volume indaga il significato della geografia dantesca, la concezione dell'Est, la critica nei confronti delle crociate, il problema dibattuto della salvezza dei popoli vissuti fuori dai confini del mondo cristiano, l'importanza dei mirabilia: dall'esame attento di tutti questi aspetti emerge una visione differente del rapporto di Dante con l'Oriente. La Commedia come una nuova crociata? Un pellegrinaggio con lo scopo di salvare l'Europa? -
Gli occhi di Cesare. La biblioteca latina di Dante
Qual era il Cesare che Dante conosceva? Cosa vi ha aggiunto di suo? Come si concilia un tale impianto ideale incentrato sull'idea di impero con l'enfasi ammirativa riservata da Dante al nemico giurato di Cesare, Catone Uticense? Entrare in tale labirinto intellettuale e poetico è l'obiettivo di questo breve libro, che approda, non immotivatamente, ad una riconsiderazione del rapporto complesso e ammirativo di Dante nei confronti del mondo cosiddetto classico e soprattutto della grande cultura pagana. -
Il Rinascimento. Un'introduzione al Cinquecento letterario italiano
Incluso nel campo d'interesse di varie discipline, oggetto di molteplici letture, il Rinascimento è un concetto di larga diffusione, ma al tempo stesso di difficile definizione. Questo volume focalizza il Rinascimento come un ""movimento culturale"""" affermatosi in Italia sul finire del secolo XV, in conseguenza di una serie di profondi mutamenti di carattere storico, politico, culturale, con un arco cronologico circoscritto tra il 1494, anno della discesa di Carlo VIII in Italia, e il 1595, anno della morte di Torquato Tasso. Guerre d'Italia e Riforma protestante; diffusione del libro a stampa e tramonto del primato del latino; definizione del sistema letterario del classicismo e assunzione della """"Poetica"""" di Aristotele come base per una teoria della poesia: nel segno della crisi e dei grandi cambiamenti, gli intellettuali italiani elaborano una serie di modelli formali e concettuali che avviano l'Europa verso una svolta epocale. Nell'attraversamento di anni carichi di tensione, due o tre generazioni di letterati italiani approfondiscono il rapporto con gli antichi, in vista dell'elaborazione di nuovi classici, dalle """"Prose della volgar lingua"""" al """"Principe"""", dal """"Cortegiano"""" al """"Furioso"""": classici che, in modo indiretto e insieme molto eloquente intendevano offrire modelli moderni per la letteratura e per la storia."" -
Parini
Pochi scrittori della nostra più alta tradizione sono stati oggetto, come Giuseppe Parini (1729-1799), di valutazioni e giudizi fondati su un sistema di opposizioni in apparenza inconciliabili: tra letteratura e poesia, tra edonismo e moralismo, ragione e sensibilità, Arcadia e Illuminismo, e perfino tra riformismo e rivoluzione. Il percorso di vita del ""milanese"""" Parini dedito in gran parte al lavoro letterario, alla scuola e alla """"pubblica felicità"""" dei suoi concittadini e dunque, all'apparenza, un percorso ordinario, tutt'altro che avventuroso - viene ricostruito, in un fitto dialogo con le sue opere (in particolare il Giorno e le Odi), sullo sfondo storico-politico nel quale egli visse. Nel secondo Settecento, infatti, a Milano, dapprima sotto l'egida moderata dell'imperatrice Maria Teresa, poi sotto quella più imprevedibile ma dirigistica del figlio Giuseppe II, si assiste a un processo di profondo rinnovamento non semplicemente del quadro economico-sociale o delle istituzioni dello Stato, ma anche degli orientamenti culturali generali. In questo nuovo profilo, che fra l'altro tiene conto dell'ingente messe di edizioni e di contributi critici dedicati al Parini in questi ultimissimi decenni, si fa il punto sull'intera produzione dello scrittore, attraverso un esame attento del suo inconfondibile stile poetico e una valutazione approfondita delle sue idee e della sua posizione di letterato """"impegnato""""...""