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La morte e l'aldilà
Da sempre l'uomo si è ritrovato a riflettere sulla morte, in quanto prospettiva ineludibile, esito fatale della vita. Da sempre, dunque, ""la morte e l'aldilà"""" sono oggetto di riflessioni, meditazioni, professioni di fede, credenze e superstizioni, rivestendo un ruolo essenziale in ogni cultura e in ogni tempo. In questo agile volume, Hans-Peter Hasenfratz descrive i concetti teologici, le immagini, i rituali legati alla morte, avvalendosi di numerosi esempi tratti dalle religioni e dalle credenze popolari più diffuse (ad esempio, quelle relative ai vampiri), con particolare attenzione per alcune confessioni """"cardinali"""": ebraismo, cristianesimo, islamismo, da un lato; induismo (in senso ampio) e buddhismo dall'altro. L'autore tratteggia quindi un grande affresco, dove illustra le varie rappresentazioni dell'aldilà; i diversi modi in cui il credente si prepara alla propria esistenza dopo il """"passaggio""""; i rituali elaborati dalle varie comunità religiose per giustificare la morte e superare la sofferenza che ne deriva; i punti di contatto e le reciproche influenze. Il saggio, caratterizzato da una scrittura vivace, ricca di riferimenti storici e folclorici, affronta da una base solidamente scientifica un argomento considerato per solito """"tabù"""", scomodo e da evitare, contribuendo alla fine a esorcizzarlo e a renderlo meno imbarazzante."" -
Fenoglio
Beppe Fenoglio (1922-1963) ha ormai da tempo un posto di prima fila tra i classici del nostro Novecento. Tuttavia, nonostante l'attenzione critica e filologica che gli è stata riservata, il suo ritratto ha ancora bisogno di alcune essenziali messe a punto. È quel che si propone di fare in questo agile saggio Roberto Bigazzi, il quale intende non solo ripercorrere l'intera parabola esistenziale e artistica dello scrittore, ma soprattutto riportare in primo piano la grandiosa impresa narrativa della storia di Johnny. Dopo tante discussioni e edizioni, si continua a dimenticare l'assetto originario del capolavoro fenogliano, da cui sono nate le versioni in circolazione, ""Primavera di bellezza"""" e """"Il partigiano Johnny, ambedue variamente scorciate rispetto all'originale, che appartiene però a una diversa idea di romanzo: lo dimostra la primigenia parte finale dell'opera, il cosiddetto UrPartigiano Johnny, sottratto da troppo tempo alla lettura e qui riproposto come chiave interpretativa. Ma è tutto l'universo narrativo di Fenoglio, caratterizzato da una incessante sperimentazione, ad essere ripercorso."" -
Murat
Una biografia che ripercorre i momenti salienti della vita di Gioacchino Murat: le umili origini, la fulminante carriera militare al fianco di Napoleone, le celebri imprese in Italia, in Egitto e nella campagna di Prussia che portarono Napoleone all'apice del potere e Murat al trono del Regno di Napoli. Oltre alle vicende politiche, Renata De Lorenzo racconta la passione e il matrimonio di Gioacchino Murat e Caterina Bonaparte (sorella minore di Napoleone), la vita della corte francese a Napoli (1808-1815), il sofferto rapporto e i continui contrasti con Napoleone. Al periodo napoletano è dedicata la seconda parte del libro. Proclamato re del Regno di Napoli nel 1808, Gioacchino Murat - già detestato dal clero e dalla nobiltà che lo accusa di aver ""usurpato"""" il potere ai Borboni - deve guadagnarsi il consenso del popolo, amministrare uno Stato ormai al collasso finanziario e, soprattutto, non deve deludere Napoleone."" -
Levi
Durante la sua vita Primo Levi (1919-1987) è stato emarginato sotto l'etichetta di testimone dei Lager. Soltanto dopo la morte la critica ha riconosciuto la statura della sua opera letteraria, cercando però in essa le figure e i temi ricorrenti: una lettura di tipo sincronico, che ha impedito di comprendere lo sviluppo del suo pensiero. Questo libro propone, invece, una lettura diacronica della vita e dell'opera dello scrittore, a iniziare dalla sua preparazione scientifica e dalle sue successive letture. Dopo la riedizione di ""Se questo è un uomo"""", e parallelamente alla stesura della """"Tregua"""", Levi tentò, infatti, la strada del racconto di ispirazione scientifica. Per la prima volta, vengono qui rintracciate le fonti di molti suoi racconti - in particolare nella rivista """"Scientific American"""" - e viene ripercorsa l'evoluzione del suo pensiero, dalla crisi del determinismo all'approdo alla teoria del caos. Ma la scoperta dei buchi neri e la consapevolezza di un lato non razionale nella sua stessa persona conducono Levi a una visione del mondo pessimistica, secondo la quale l'ottusità della materia si riflette nella storia, nelle attività dell'uomo, che si scontra senza speranza con le forze dell'antimateria e dell'irrazionalità. Uno studio accurato e innovativo, questo di Enrico Mattioda, che piacevolmente ci accompagna attraverso l'evoluzione del pensiero di Primo Levi."" -
Faccia da italiano
Troppo spesso si tende a ridurre la storia dell'emigrazione italiana al periodo compreso tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento, dimenticando che non soltanto questa continua ancora oggi, ma che si è formata in secoli di espatri. Altrettanto spesso si pensa che si sia formato nell'Ottocento il pregiudizio contro i nostri emigrati. In realtà la storia della rappresentazione negativa degli Italiani all'estero è un fenomeno di lunga durata, che deve essere compreso su un arco di tempo plurisecolare. Il ibro di Matteo Sanfilippo ricostruisce la genesi e le motivazioni dei pregiudizi contro gli Italiani, stratificati nel tempo e duri a morire (anche perché tuttora nulla si fa da noi per offrire al mondo una ""faccia"""" diversa)."" -
I templari e la Sindone. Storia di un falso
Qual era il misterioso idolo che i cavalieri Templari veneravano in segreto? Era forse la Sindone di Torino posseduta dall'Ordine sin dai tempi della IV crociata? Scampata all'arresto dei Templari e alla confisca dei loro beni ordinata da Filippo il Bello nel 1307, tenuta nascosta e sopravvissuta alla dissoluzione dell'Ordine, la Sindone sarebbe poi ricomparsa qualche decennio più tardi in una piccola chiesa nella diocesi di Troyes. A sostegno o a corollario di questa tesi vengono addotti documenti di vario genere e fonti inattendibili che lasciano spazio ad approssimazioni, errori, anacronismi e dimostrazioni fallaci. Andrea Nicolotti prende in esame ciascuna delle presunte prove e le sottopone al vaglio della critica storica. La conclusione è che questa teoria, come anche tutte le altre che pretendono di attribuire alla Sindone una storia medievale anteriore alla metà del XIV secolo, è fondata su fraintendimenti e manipolazioni dei testi. Il collegamento tra la Sindone, i Templari e le Crociate risulta pertanto del tutto indimostrato. Prefazione di Malcolm Barber. -
Luxuria. Eros e violenza nel Seicento
Montorgiali, sperduto borgo maremmano, ai tempi della Controriforma e dell'Inquisizione. Un sacerdote colto e brutale, rettore della pieve per oltre un ventennio, intesse attorno a sé una rete di connivenze e omertà, condiziona l'esistenza dei parrocchiani, prevarica vite e beni. Le sue azioni ricostruite attraverso uno sconcertante documento: una cronaca giudiziaria coeva - rivelano un complesso insieme di valori e disvalori: forza virile, generosità e avarizia; fornicazione, amore coniugale e paternità; pedofilia e sodomia. La personalità del protagonista trascende fino alla patologia. Ma quali furono le risposte emozionali degli stessi abitanti? Come poterono a lungo sopportare, timorosi, le angherie di un tale ""diavolo vestito da prete""""? Le ragioni della condotta umana sono elusive e sfidano l'analisi storica. In Luxuria vengono sollevati interrogativi attingendo alle più recenti ricerche di discipline quali la neurobiologia e le scienze cognitive: l'istinto degli uomini è portato al bene o al male? E quanto devono alla cultura, quanto alla natura?"" -
Ramesse il grande
"Soltanto per pochi faraoni si riscontra un """"legame"""" così stretto con l'Italia come per Ramesse II il Grande, che regnò nella Terra del Nilo dal 1279 al 1213 a.C. Si pensi alla raffinata statua assisa in basanite dei primi anni di regno, ora al Museo Egizio di Torino (tav. 2). Sempre nello stesso museo è conservato anche il Papiro regio, un documento di estrema importanza per la storia egiziana nonostante il suo stato di conservazione. Esso risale all'epoca di Ramesse II e contiene una lista di tutti i sovrani egiziani ritenuti legittimi dalle origini fino al 1550 a.C. Questi due esempi sono sufficienti per nutrire la speranza che una biografia di Ramesse II possa riscontrare l'interesse del pubblico italiano"""". (Dalla premessa dell'autore)." -
Alfieri
Di formazione internazionale, Vittorio Alfieri fu uno dei massimi poeti e intellettuali europei della fine del XVIII secolo, e il suo valore fu ampiamente riconosciuto in Europa tra Sette e Ottocento. Goethe fece tradurre e rappresentare a due riprese il suo capolavoro: Saul (opera, scrisse Sismondi, ""completamente diversa da tutte le altre tragedie d'Alfieri""""). Puskin riecheggiò un luogo del """"Filippo"""" in una sua lirica, e citò un passo di """"Del Principe e delle Lettere"""" in una lettera scritta in difesa d'un decabrista. Byron e Landor videro in lui un modello di scrittura teatrale. """"La Vita"""", ancora apprezzata da Aldous Huxley, è la più bella autobiografia scritta in lingua italiana nel Settecento: """"piedestallo che il grande tragico predispose per farvi collocare la sua statua"""", scrisse Eugenio Montale. E un eccellente documento diaristico è il suo """"Giornale"""". La sua carriera intellettuale e artistica e inseparabile dal contesto culturale e politico europeo: la svolta post-illuminista; l'innovativo, radicale, e al suo interno variamente orientato, neoclassicismo; gli scuotimenti politici che agitarono il Vecchio continente; la formazione delle ideologie nazionaliste. Se hanno perso attualità le sue scelte politiche, i suoi atteggiamenti profetici, la sua stessa poetica, resta viva la sua non facile poesia. Gli autori tratteggiano l'opera alfieriana senza tralasciare gli scritti minori."" -
Dante e la paternità del «Fiore»
Nella storia di tutte le letterature del mondo non esiste altra opera anonima a cui, a pari del Fiore, la critica filologica abbia attribuito tanti possibili autori. Questo testo in 232 sonetti, è stato riconosciuto a Brunetto Latini, Rustico Filippi, Cecco Angiolieri, Folgore da San Gimignano, Antonio Pucci e altri. Ma è Dante che ha calamitato l'attenzione dei filologi. In questo saggio la questione del ""Fiore"""" viene affrontata nella sua complessità, alla luce di tutta la bibliografia critica prodotta dal 1881 a oggi. Il lavoro vuole dissociare definitivamente Dante dal testo del """"Fiore"""". La proposta di un altro rimatore con titoli più solidi ad accollarsene la paternità, le osservazioni critiche sulla lezione del testo vulgato e l'invito a riconsiderare l'effettiva paternità di alcune rime oggi unanimemente riconosciute all'autore della Commedia sono risultati accessori di rilievo, ma tutto sommato secondari rispetto alla finalità di liberare uno dei più grandi poeti della storia dell'umanità del peso di un'opera che attribuita a un autore di secondo piano può risultare anche interessante, ma guardata dall'altezza di Dante risulta irrimediabilmente inadeguata."" -
La Russia tra due mondi
Bisogna aver paura della Russia? È questo l'interrogativo che si pone Hélène Carrère d'Encausse dopo la fine dell'URSS. Gli avvenimenti del 2008 hanno mostrato che il mondo del dopo guerra fredda è stato rimpiazzato da un mondo post-occidentale nel quale la Russia e la Cina stanno assumendo un'importanza crescente. Questa chiave di lettura aiuta a decifrare i rapporti che la Russia ha intrattenuto con l'Europa nel corso dell'ultimo decennio, a cogliere la logica e gli strumenti della politica estera di Mosca. Il primo rilievo di questa analisi è il ritorno della Russia sulla scena internazionale: è di nuovo una potenza riconosciuta, obiettivo che ha orientato l'azione di Vladimir Putin fin dal 2000. Quale visione sottende oggi la strategia russa in politica estera? Filo-asiatica? democratica ed europeista? o punto di connessione tra i due mondi? -
Coloquio de las damas. Dialogo
Prima che l'opera omnia di Pietro Aretino venisse messa all'Indice, nella seconda metà del Cinquecento, la fama dello scrittore, ertosi a censore del mondo e difensore della verità, si diffuse in tutta Europa, come testimonia la fortuna indiscussa tanto della sua produzione ordinaria, quanto di quella erotico-pornografica e di quella religiosa. Uno dei suoi testi più letti e tradotti fu la terza giornata del ""Ragionamento"""", in cui Nanna e Antonia narrano senza veli la vita delle prostitute. In Italia essa apparve, clandestinamente, in un'edizione autonoma, sotto il titolo di """"Opera Nova"""", per la prima volta nel 1534, poi ancora nel 1535 (con due ristampe in due città diverse) e nel 1547. Fu invece ribattezzata """"Dialogo"""" in altre due cinquecentine, una delle quali, sprovvista di coordinate tipografiche, non era mai stata recensita né descritta sinora. Nel presente volume se ne propone la coeva versione castigliana, intitolata """"Coloquio de las damas"""" (Siviglia 1547), opera del canonico Fernán Xuárez. A fronte, l'originale italiano, integrato da una traduzione di servizio sia del paratesto che Xuárez aggiunse per dimostrare il valore esemplare del dialogo aretiniano, opportunamente depurato, sia dei passi interpolati più consistenti. Il """"Coloquio"""", ristampato nel 1548 e nel 1549, conobbe un immediato successo editoriale, che neanche la scure del Sant'Uffìzio riuscì a stroncare del tutto."" -
Poeti del Dolce stil novo
Nonostante il perdurare nella critica letteraria di posizioni opposte, negli ultimi anni del secolo XIII si reagì nettamente, con un forte richiamo all'ordine, alla stagione poetica multiforme, sperimentale, eterodossa, che caratterizza la lirica del pieno e tardo '200, dopo gli esordi più compatti della ""scuola siciliana"""". Questi nuovi poeti, pochi ma agguerriti e determinati, richiamano a un repertorio metrico chiuso (canzone, sonetto e ballata), a uno stile limpido, piano e trasparente ('dolce'), a un'esclusività tematica tutta incentrata sull'amore, a un pubblico rigorosamente selezionato sul piano culturale e etico. È legittimo dunque parlare di dolce stil novo, tanto più che la tradizione manoscritta conferma la novità di questa poesia. Il diamante raccoglie tutte le poesie sicure, e in alcuni casi le rime dubbie, di Guinizzelli, Cavalcanti, Lapo Gianni, Gianni Alfani, Dino Frescobaldi e Cino da Pistoia. Il volume comprende un'introduzione generale sul dolce stil novo, un'essenziale nota bibliografica e medaglioni introduttivi riservati ai poeti antologizzati. I testi pubblicati sono tratti dalle più accreditate edizioni critiche."" -
Per Giorgio Fulco in memoriam. Fascicolo speciale di «Filologia e Critica»
«Filologia e Critica» dedica il fascicolo “speciale” a un evento particolare: il ricordo di Giorgio Fulco, che della rivista è stato uno dei “padri fondatori”, nel decimo anniversario della sua scomparsa. Studioso raffinato e schivo, grande conoscitore del Seicento, instancabile esploratore di fondi archivistici dai quali sapeva estrarre documenti preziosi, Giorgio Fulco è stato uno dei più autorevoli e vivaci collaboratori di «Filologia e Critica». Per ricordarlo, la Direzione della rivista ha previsto eccezionalmente un’articolazione del presente fascicolo in due sezioni: una saggistica, di Omaggio a Giorgio Fulco, dove sono raccolti alcuni contributi dei tanti che hanno voluto dare testimonianza del non affievolito vincolo di memoria, di stima, per molti di affetto verso lo Studioso scomparso; l’altra di Contributi mariniani di Giorgio Fulco, ricavati dalle sue carte inedite, che costituiscono un archivio prezioso di quanto egli è andato accumulando nel corso degli anni e non ha avuto il tempo di portare a una matura elaborazione. Grazie alle cure di Renata D’Agostino, Carmen Reale e Emilio Russo, è stato possibile procedere a una prima ricognizione delle cartelle contenenti materiali di e su Giovan Battista Marino – tema a Fulco particolarmente caro –, che ha offerto un primo “assaggio” di ciò che da quell’ampio archivio si potrà ricavare. -
Capitoli satirici e burleschi
Sullo scorcio del Cinquecento Romano Alberti (1540 ca.-1600 ca.), pittore originario di Sansepolcro, accademico di San Luca e noto trattatista d'arte, allestiva il suo canzoniere, oggi testimoniato dal solo codice XIII D 54 della Biblioteca Nazionale "" Vittorio Emanuele III"""" di Napoli. Si tratta di una raccolta eterogenea, che allinea 162 componimenti tra sonetti (90), madrigali (49), capitoli in terza rima (15), ottave rime (3), epigrammi (3) e canzoni (2), chiaramente impostata secondo criteri metrici e tematici. Da essa, Ciro Perna ha estratto i 15 ternari, in quanto, a differenza degli altri componimenti, tutti ascrivibili al petrarchismo tardocinquecentesco, presentano una più marcata caratterizzazione e costituiscono un rilevante documento dello sviluppo del genere satirico che, dalle prove ariostesche e bernesche, aveva già percorso una complessa linea evolutiva. Pubblicati in edizione critica e corredati da apparati esegetici ed ecdotici, i capitoli ternari risultano di fondamentale importanza per la ricostruzione del percorso biografico e letterario dell'Alberti. Amicizie, amori, incontri, passioni letterarie, viaggi: l'autore instaura un fitto dialogo con i suoi corrispondenti (tra i quali figurano anche gli Accademici della Crusca), dove acquista valore la riflessione, talvolta risentita, sugli eventi e sulle difficoltà del presente, spesso supportata da efficaci apologhi o elaborata in forma di epistola in versi."" -
Adriano
Personalità esuberante e poliedrica, l'imperatore Adriano (76-138 d.C.) ha sempre intimidito gli storici al punto che pochi hanno avuto il coraggio di cimentarsi con la sua vicenda biografica. Yves Roman, storico francese, si confronta con questa sfida, ambiziosa e impegnativa, e offre alla nostra lettura un Adriano che è il contraltare storico delle ""Memorie"""", brillantemente inventate da Marguerite Yourcenar."" -
Silenzio. Atti del terzo colloquio internazionale di letteratura italiana (Napoli, 2-4 ottobre 2008)
La cultura occidentale nel corso dei secoli si è interrogata sul valore del non detto, dell'inudibile, ma anche sui significati del silenzio della natura. Nell'età contemporanea il concetto di silenzio ha assunto un rilievo crescente. Aldous Huxley, nel suo ""Il silenzio"""" del 1946, parlava di una """"età del rumore"""" e di un suo """"assalto al silenzio"""", prendendosela soprattutto con la radio. Oggi una certa sensibilità filosofica ha intercettato con angoscia quella che è stata descritta come """"perdita del silenzio"""": tipica di un paesaggio sonoro moderno dominato dalla tecnologia e caratterizzato dal frastuono. La storia della parola silenzio dal medioevo ai nostri giorni viene tracciata da studiosi di letteratura, filosofia, cinema e antropologia nel volume che raccoglie gli Atti del III Colloquio internazionale di letteratura italiana. Attraverso le accezioni che il silenzio ha assunto nei secoli con Dante, Petrarca e Boccaccio, con Ariosto e Tasso, con Bruno e Marino, con Kant e Leopardi, con Manzoni e Poe, con Hölderlin e Shelly, con Rilke e Caproni, con Antonioni e Fellini, i più autorevoli studiosi italiani documentano in maniera inedita e originale alcuni nessi e influenze tra culture differenti per epoche e luoghi, nonché legami tra discipline umanistiche e scientifiche"" -
L' Inferno di Chantilly. Cultura artistica e letteraria a Pisa nella prima metà del Trecento
Nei primi decenni del XIV secolo Pisa è un centro di intensa elaborazione culturale, caratterizzato dalla presenza carismatica dei Domenicani del Convento di Santa Caterina e dalla precoce diffusione della Commedia di Dante Alighieri. Qui, la scena artistica registra le straordinarie novità espressive di Giovanni Pisano, il cui influsso segna in modo originale la pittura e la miniatura coeve rispetto agli iniziali orientamenti verso i modelli di Duccio e di Simone Martini. Una ampia produzione di codici miniati di altissima qualità esecutiva, riconducibile alla ben documentata bottega di Francesco Traini, supplisce alla scarsità delle testimonianze pittoriche monumentali, giunteci spesso in pessimo stato di conservazione. Dal dialogo serrato tra questo assai poco indagato protagonista della pittura trecentesca e uno dei più precoci e significativi commentatori della Commedia, Guido da Pisa, nasce il ciclo illustrativo dell'Inferno di Chantilly (ms. 597 del Musée Condé), oggetto del presente studio. Si tratta di un codice lussuoso, destinato al console dei Pisani a Genova, Lucano Spinola, personaggio chiave nelle trattative di alleanza commerciale tra le due città marinare tradizionalmente avverse. Il dotto commento elaborato da Guido, precettore-consigliere spirituale del giovane Lucano, doveva costituire una fonte di insegnamenti derivati dagli Antichi, da ""trattenere nella memoria"""" per poterli utilizzare nelPagire politico."" -
Maria de' Medici
Negli ultimi anni la tradizionale immagine di Maria de' Medici veicolata dalla storiografia otto-novecentesca che la ritenne asservita alla politica spagnola e papale, succube dei suoi favoriti e incapace di realizzare l'affermazione dell'assolutismo monarchico è stata oggetto di una profonda revisione, in particolare per quello che riguarda gli aspetti artistici e culturali. La reggenza di Maria viene oggi considerata come un momento decisivo nel passaggio dalla monarchia rinascimentale alla monarchia assoluta, sia sotto il profilo strettamente politico che sotto quello culturale e intellettuale. Il volume è l'unica biografia di Maria de' Medici disponibile in lingua italiana che presenta un'aggiornata e completa riconsiderazione della vita della sovrana, qui esaminata soprattutto nella sua dimensione politica. In particolare, sono analizzati i modi in cui Maria cercò di affermare un modello di sovranità femminile e di costruire nel sistema politico francese un ruolo specifico per la regina madre. -
Nievo
Ippolito Nievo (Padova 1831-Mar Tirreno 1861) è principalmente, per la critica e per i lettori, l'autore delle ""Confessioni d'un Italiano""""; nell'immaginario nazionale è stato anche un giovane in camicia rossa, che mentre torna a casa dalla Sicilia, dove ha fatto l'Italia con Garibaldi, trova la morte naufragando in un mare in tempesta. Non per nulla la sua fortuna mosse, nel Novecento, dalla celebrazione del Poeta-Soldato: oggi, in una stagione di progressivi appannamenti della memoria, si corre il rischio di voler intendere l'opera nieviana prescindendo dal contesto che la motivò e le diede sostanza. Questo libro si propone di restituirla pienamente al Risorgimento. Varia e fluviale, quell'opera fu pressoché per intero progettata e realizzata nel decennio cruciale della """"preparazione"""" preunitaria: quasi i soli anni virili che il destino concesse allo scrittore, tra la disillusione del Quarantotto e la Spedizione dei Mille. E in ogni punto animata dal desiderio di contribuire al bene comune, alla crescita morale degli italiani, con le armi della ragione e dell'ironia, e indossando Nievo, ancor prima della divisa garibaldina, l'abito della letteratura con l'ardore di una milizia. In queste pagine la sua officina febbrile - la poesia e il teatro, le novelle e i romanzi, gli articoli di giornale e l'epistolario - è oggetto di un'indagine integrale, attenta ad ogni rapporto tra l'autore e il suo tempo...""