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Il Palazzo Silva di Domodossola. Una dimora rinascimentale nelle Alpi. Ediz. illustrata
Fiore all'occhiello dell'arte, della storia, della cultura della città e della valle, il Palazzo Silva di Domodossola ha compiuto 500 anni. Nel 1519 Paolo della Silva, capitano del re di Francia, deposte le armi dopo successi e sconfitte, dà all'antica casa di famiglia il volto di una splendida dimora rinascimentale, giudicata una delle più belle delle Alpi, con i suoi saloni, i suoi camini, i suoi portali, i suoi fastosi ornati in marmo di Crevola. Questo libro ne ricostruisce la storia, sullo sfondo di tre secoli di vita civile e politica del borgo e delle vicende della famiglia Della Silva, le ricche collezioni museali, le molte trasformazioni del suo complesso costruttivo, non senza sorprendenti scoperte che danno un nuovo volto nel tempo al cinquecentesco nobile gioiello architettonico dell'Ossola. -
Almanacco storico ossolano 2021
Contributi di: Francesco Maria Ferrari; Giulio Tonelli; Massimo Gianoglio; Giulio Frangioni Paolo Crosa Lenz; Pier Antonio Ragozza; Enrico Rizzi; Gian Vittorio Moro Massimo Palazzi; Cesare Rainoldi; Mario Pianavilla; Benito Mazzi; Gino Frisa Erica Colombo; Remigio Biancossi; Ida Braggio; Nino Bazzetta; Athosn Estella Canziani Alessandro D'Ormea -
Guglielmina dell'Alpe Serena
Un'anziana donna rievoca attraverso le pagine del romanzo di Oscar Lux i ricordi della sua vita. Delle estati in cui bambina ""inalpava"""" con il padre all'Alpe Serena, in Val Grande, ai momenti più amari e dolorosi della sua esistenza, si evince la tempra delle donne di montagna. Oscar Lux ritrae uno spaccato della vita contadina degli alpigiani del secolo scorso, di cui fu appasionato testimone. Il romanzo, rimasto per più di vent'anni inedito, viene oggi per la prima volta pubblicato. """"L'uomo non può vivere senza avere sotto gli occhi, almeno qualche volta, lo spettacolo della natura. Chi deve vivere nel chiuso delle fabbriche o degli uffici dovrebbe avere un giardinetto, anche piccolissimo, dove spiare in primavera i fiori che sbocciano in un vaso, e poi sognare di essere nella foresta"""""" -
Macugnana. Due secoli di guide alpine
Con il viaggio di Horace-Bénédict de Sassure nel 1789, iniziò per la comunità walser ai piedi del Rosa l'epopea delle guide, che avevano in quella superba pareta himalayana - la più alta delle Alpi - la loro straordinaria palestra. Questo libro ripercorre il racconto delle loro imprese, squarci di vita e testimonianze di viaggiatori illustri, sullo sfondo di due secoli di storia di Macugnaga. Edito nel 1992 (in una piccola edizione oggi introvabile) in occasione del conferimento al Corpo delle Guide di Macugnaga delle ""Insegne di San Bernardo"""", rivede la luce oggi, in veste ampliata, in occasione del millenario della nascita di San Bernardo delle Alpi, che delle guide di Macugnaga è il patrono."" -
Almanacco storico ossolano 2022
Raccolta di curiosità, aneddoti e fatti storici di vario genere. Con speciale Valle Anzasca. A cura di Massimo Gianoglio -
Alpeggi delle Alpi. Alpi e alpigiani in Val d'Ossola
Per oltre sette secoli migliaia di alpeggi hanno costellato i monti dell'Ossola, plasmando il paesaggio e la cultura degli uomini di montagna. Oggi questo mondo è completamente trasformato, ma l'alp rimane centrale per il futuro delle Alpi. Questa storia generale degli alpeggi di Ossola e Valgrande è significativa ed emblematica per tutto il mondo alpino. Il libro, risultato di quarant'anni di studi e di cammini per monti e valli, racconta storia e memoria di donne e uomini che in luoghi remoti hanno realizzato il loro destino esistenziale. Vuole anche confermare i ""valori buoni"""" che quel mondo perduto ci trasmette: la nobiltà della fatica, l'impegno comune per raggiungere una meta, una solidarietà vissuta, l'equilibrio con l'ambiente naturale. Un libro che racconta il passato, ma si interroga sule futuro delle Alpi. Il libro (416 pp) è corredato da 80 immagini d'epoca che restituiscono volti e luoghi di un mondo che non c'è più perché ha concluso il suo destino storico."" -
Sentieri dell'Ossola e Valgrande. 50 escursioni tra il lago Maggiore e le Alpi Pennine e Lepontine
50 escursioni tra il lago Maggiore e le Alpi Pennine e Lepontine; illustrato a colori con immagini e cartine. -
Il genio degli ossolani nel mondo
L'opera comprende 300 biografie (arricchite di fotografie a colori) dei principali Ossolani che nel passato, percorrendo le strade del mondo, hanno lasciato tracce della loro opera: alti prelati, statisti e diplomatici, letterati e giuristi, medici e artisti, scienziati e scopritori, avventurieri e condottieri... Testimonianze di ingegno e di arte di cui gran parte si è persa la consapevolezza. -
Almanacco storico ossolano 2023
Testi di: Giacomo Bonzani, Ida Braggio Del Longo, Lino Cerutti, Giuseppe Chiovenda, Paolo Crosa Lenz, Raffaele Fattalini, Francesco Maria Ferrari, Adolfo Sebastiano Ferraris, Giulio Frangioni, Mariavittoria Gennari, Massimo Gianoglio, Benito Mazzi, Gian Vittorio Moro, Massimo Palazzi, Antonio Prevosti, Pier Antonio Ragozza, Enrico Rizzi, Giulio Tonelli, Alberto Zorloni, Alessandro Zucca. -
I Walser e le Alpi. Ultimi studi
Il libro raccoglie gli ultimi studi dell'autore, specialista di storia dei Walser, alla quale ha dedicato in quarant'anni 175 saggi. In particolare un approfondimento, dagli esiti sorprendenti, della teoria che fa discendere questo affascinante popolo di colonizzatori dell'alta montagna, non da tribù alemanne, come si era sempre creduto, ma da gruppi venuti da ben più lontano, dalle terre estreme del Nord, dalla Sassonia o dalla Scandinavia, e dai loro ""vasti paesaggi irti di foreste secolari, spazi difficili e immensi dove nemmeno i lupi hanno vita facile"""". Inoltre le ricerche di questi anni sulla antica casa dei coloni e nuove ipotesi su presenze qua e là sulle Alpi, dove i Walser hanno spinto di valle in valle, in condizioni estreme, la loro straordinaria impresa e avventura di sopravvivenza sugli ultimi pascoli alle falde dei ghiacciai. Infine una storia assolutamente inedita di Livigno, il """"Tibet delle Alpi"""", come archetipo di insediamento colonico walser."" -
Hagakure. All'ombra delle foglie. Il coraggio e l'onore dei samurai
L.Hagakure, considerato un classico del Bushido, è un manuale per i guerrieri (Bushi) composto da 1300 brevi aneddoti e riflessioni di diverso carattere. La famosa la frase ""Ho capito che la via del samurai è la morte"""", tratta dal Hagakure di Yamamoto Tsunetomo, spesso interpretata parzialmente o addirittura in modo fazioso, condusse talvolta al fanatismo estremo. Emblematico fu a questo proposito il suicidio di Yukio Mishima secondo il rituale del seppuku, il sacrificio di giovani militari giapponesi indotti alla cieca obbedienza per l'imperatore. Tuttavia, dietro al facile fraintendimento che l'assunto genera, si cela un pensiero diverso; paradossalmente è un invito alla vita, a viverla in ogni suo istante al meglio, ricordando che l'uomo, come ogni altro essere vivente, è destinato a morire. In questo libro sono stati tradotti gli aneddoti più significativi, quelli che più si accordano al Giappone di oggi, riassumendone gli aspetti sostanziali. In appendice, """"L'ultimo samurai"""" e """"Lo stoicismo e lo zen"""", i due saggi della traduttrice Francesca Meddi."" -
La verità sugli uomini e sulle cose del regno d'Italia. Rivelazioni di J. A. Antico agente secreto del conte Cavour
Queste straordinarie rivelazioni, che immancabilmente gettano una luce nuova sugli avvenimenti e sugli uomini che hanno costruito la storia del Risorgimento, ci mostrano finalmente il processo che portò all.unificazione italiana per quello che veramente fu, dopo che per decenni una certa storiografia di parte ce lo aveva venduto come l'intoccabile e indiscutibile azione eroica di valenti personaggi che si fecero portavoce di un fantomatico popolo oppresso. Nella sua qualità di agente, Curletti venne messo al corrente dei numerosi segreti e complotti alla base degli avvenimenti sfociati nell'unificazione della penisola italiana e nella vittoria definitiva dei liberali contro il legittimismo e l'assolutismo. Tali segreti lasciano emergere finalmente come il Risorgimento, ben lungi dal poter essere definito un movimento popolare, voluto dalla gente e realizzato infine da eroi disposti a sacrificarsi in nome della libertà, fu invece in realtà un'azione lungamente programmata e pianificata da alcune élites borghesi che machiavellicamente non esitarono ad adottare stratagemmi tutt'altro che onesti o eticamente ortodossi per giungere allo scopo. -
Favole di Natale
Non c'è stato movimento letterario che D'Annunzio non abbia toccato o precorso, a cominciare dal verismo per finire con la prosa d'arte. E non si può neppure trascurare ciò che di romantico in senso nazional-popolare persiste in lui. Il contatto con le tradizioni popolari e con la poesia dialettale, maestro Cesare De Titta, segna in modo indelebile gli esordi del D'Annunzio narratore, come testimoniano ""Terra Vergine"""" e le """"Novelle della Pescara"""", dove, al di là dell'impianto naturalistico, l'autore solidarizza intimamente con quell'immaginario collettivo svelato da Antonio De Nino e Gennaro Finamore nelle sue """"Tradizioni popolari abruzzesi"""". Rare volte questo D'Annunzio ha toccato le corde del fantastico o, per meglio dire, del meraviglioso puro, e perciò queste """"Favole di Natale"""", tratte da """"Parabole e novelle"""", edite nel 1916 dall'editore Bideri di Napoli, rappresentano un unicum nella sua produzione. Se si fa eccezione per """"Un albero in Russia"""", tutte le """"favole"""" della raccolta attingono a quel patrimonio di fiabe popolari che dopo tanti anni e in un clima letterario tanto mutato furono sottratte all'oblio da Italo Calvino. Si tratta, in particolare, di leggende popolari abruzzesi o rielaborate in terra d'Abruzzi, alcune delle quali conosciute di prima mano. Ma la trascrizione che ne fa D'Annunzio è una ri-creazione. Le sue """"favole"""" recepiscono pienamente la vaghezza della fonte (orale) e sono nello stesso tempo inconfondibilmente dannunziane."" -
Non dire niente
Protagonista di questo romanzo, ambientato in una Calabria insieme magica e reale, cruda e poetica, è una ragazza, Nicla, che, vittima di un padre perverso, trova la forza di reagire alla violenza e riconquistare la propria dignità. Intorno a Nicla ruota tutta una serie di personaggi, coinvolti per una ragione o per l'altra nella vicenda. Tra di essi svolge un ruolo fondamentale Clara, alter ego dell'autrice, che nel desiderio di andare oltre la superficie dei fatti si dedica ad un'indagine tutta personale, riuscendo a trascinare anche Piero, il magistrato inquirente. Così, quello che era un caso giudiziario si trasforma in un'inchiesta giornalistica sui generis, e il ""non dire niente"""" diventa l'emblema di un mondo dominato dalla paura e dall'omertà. Per la prima volta, però, nel buio dell'indifferenza o della rassegnazione sembra aprirsi uno spiraglio. La ribellione di Nicla non è più isolata. Altre donne umiliate hanno deciso di parlare mettendo a nudo quella mentalità e quel costume che seguitano a rendere possibili, e impuniti, certi misfatti consumati nel silenzio."" -
Cantastorie della rivoluzione. Nâzim Hikmet, Joyce Lussu, Velso Mucci
Questo saggio vuole essere un omaggio a tre voci libere che il caso ha fatto incontrare nel turbinio degli eventi tragici del ""secolo più terribile della storia occidentale"""" (Isaiah Berlin). Non ha la pretesa di arricchire di nuovi elementi vicende già appassionatamente narrate da altri (a cominciare da Joyce Lussu per finire con Barbara La Rosa), ma divulgarli in un esercizio di memoria. Il suo fine è principalmente quello di denunciare il silenzio critico calato in Italia su Nâzim Hikmet, già anticipato anni fa dalla Lussu, nonostante il favore continuo dei lettori, che con straordinaria assiduità acquistano le tante ristampe delle sue liriche d'amore. Ma Hikmet non è l'Ovidio dell'Ars amatoria, né il Catullo di Lesbia, e nemmeno un imitatore del d'Annunzio alcionico se mai lo ha letto. Il suo sentimento dell'amore è talmente esteso alle donne amate, ai figli, alla patria, alla Russia (""""paese dei miei sogni""""), al popolo turco e alla sua lingua, a tutti i popoli della terra, ai suoi ideali di libertà, da non poter essere circoscritto o rimpicciolito in una parola ambiguamente polivalente."" -
Piccola storia del Libano. Dal mandato francese all'indipendenza
Il territorio libanese, insanguinato da decenni di guerra civile, ancora oggi vive una situazione di estrema instabilità. Il Libano contemporaneo nacque dopo la prima guerra mondiale quando la Francia, potenza mandataria della zona, diede risposta alle legittime richieste di indipendenza da parte delle popolazioni cristiano-maronite che rivendicavano il diritto di uno stato proprio, distinto e separato dalla Siria a maggioranza arabo-islamica. Ma i confini del paese vennero ampliati a spese della Siria: l'annessione al territorio maronita di vaste zone abitate in prevalenza da musulmani fu decisione giacobina che portò instabilità e creò le premesse per i futuri conflitti. L'ostilità dei musulmani nei confronti dei maroniti costituisce la causa remota del fallimento del modello libanese e sottolinea ancora una volta la difficoltà della convivenza fra cristiani e islamici. Il conseguimento dell'indipendenza nel 1946, fu accompagnato da un equilibrio precario, frutto di difficili compromessi fra le componenti etniche e religiose del paese, ma generò anche un livello di benessere diffuso, impensabile per i paesi islamici vicini. -
Il senso della sociologia e altri saggi
I quattro brevi saggi che compongono questo volume risalgono agli anni Sessanta e rappresentano un documento di grande valore per la ricerca sociologica in Italia. L'autore li definisce con affettuosa ironia ""piccoli cadaveri"""", ma in realtà ancora oggi si rivelano strumento prezioso per comprendere il """"senso della sociologia"""" e per l'analisi del profondo mutamento socio-culturale intervenuto nell'arco di quarant'anni della nostra storia di cui siamo stati testimoni, spesso disattenti. Ferrarotti, con la consueta prosa graffiante e incisiva, oppone il proprio assunto critico alle interpretazioni dei """"maggiordomi zelanti e dei vati dell'ovvio, aiutati dalle reti della comunicazione elettronicamente assistita, che li coccolano come cuccioli prediletti"""" in un'epoca come quella attuale che, osserva non senza amarezza, """"ha gli studiosi conformisti, i giornalisti-ippopotami e gli sprezzanti editorialisti che si merita""""."" -
1968. Le origini della contestazione globale
Il Sessantotto (autunno 1967 - primavera 1968) visto da destra. Con le sue luci e le sue ombre. Dopo quarant'anni si discute ancora di questa parentesi storica mai dimenticata che ha segnato per motivi diversi sia la sinistra sia la destra del nostro Paese (quest'ultima, a causa della ""contestazione globale"""" soffre oggi di un senso di colpa in più). Un Sessantotto preceduto da eventi storici di enorme portata: la guerra nel Vietnam, la rivoluzione cubana, la rivoluzione culturale in Cina e poi ancora la decolonizzazione, il golpe militare in Grecia e la morte di Che Guevara in Bolivia. In questo libro vengono comparate due diverse letture del Sessantotto: quella del Sessantotto """"di lungo periodo"""" che considera gli eventi principali verificatisi lungo l'intero arco degli anni Sessanta e l'altra che guarda ai problemi del mondo universitario italiano come cause dirette delle rivolte studentesche dell'anno accademico 1967-68."" -
Maestro Domenico
Vivere il Risorgimento non giorno per giorno, abituandosi alle novità, ma tutto d'un colpo, addormentandosi nel sereno Granducato di Toscana e risvegliandosi nel massonico Regno d'Italia, alla vigilia della presa di Roma. Questo capita al buon Maestro Domenico: e l'onesto falegname, da buon cattolico, non può che rimanerne sconvolto. La Rivoluzione può non essere interamente sanguinaria: spesso riesce a raggiungere il proprio scopo attraverso una serie di piccoli atti, eventualmente supportati da qualche grande evento violento e sanguinario. Ciò è accaduto con la rivoluzione dei costumi (il '68) e con la Rivoluzione italiana, più conosciuta come Risorgimento: l'atto violento (l'invasione garibaldina e la conseguente discesa dell'esercito piemontese) era stato preceduto, fu accompagnato e sarebbe stato seguito da una serie di azioni, di prese di posizione culturali, di mode, di battage propagandistico, di leggi che aveva contribuito a cambiare la mentalità della popolazione e che permise di far percepire una guerra di aggressione come una lotta popolare di liberazione. -
La statua di marmo
Durante un viaggio in Italia il giovane poeta Florio conosce il cantante Fortunato e il mefistofelico cavaliere Donati. Una notte Florio si reca nel giardino della sua dimora e scopre una statua marmorea di Venere, che lo affascina fortemente. Durante una festa mascherata Fortunato gli presenta la giovane Bianka, che porta la maschera di Venere. Ma qui incontra anche la sosia di quella Venere del giardino a cui va tutta la sua passione e che gli fa dimenticare Bianka. Allettato da Donati, Florio arriva nel palazzo della sconosciuta e solo il canto di Fortunato, che risuona in lontananza, lo distoglie appena in tempo dalla malia demoniaca. Il pio canto di Fortunato quale forza esorcizzante trasforma l'immagine di Venere di nuovo in pietra senza vita e spiega contemporaneamente a Florio gli avvenimenti della notte. Svegliato dalla sua incoscienza da sonnambulo, Florio si appresta a continuare il suo viaggio in compagnia di Bianka.