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Goethe collezionista e il disegno veneto del Settecento. Capolavori delle raccolte di Weimar. Catalogo della mostra. Ediz. italiana e tedesca
Il volume è il catalogo della mostra di Milano (Castello sforzesco, 13 marzo-26 aprile 2009). Durante il suo lungo soggiorno presso la corte di Weimar lo scrittore e poeta ebbe l'incarico di conservatore delle raccolte artistiche e per conto dei Granduchi svolse sopralluoghi in Italia e in Europa con lo scopo di incrementate la loro collezione e, talvolta, anche la propria. L'esposizione del Castello Sforzesco presenta un nucleo di una cinquantina di disegni, quasi tutti inediti in Italia, in parte selezionati dallo stesso Goethe, in parte da coloro che proseguirono la sua attività di conservatore, ben rappresentativi della pittura e del disegno del Settecento. -
Gatti di biblioteca
Sotto la penna di Michèle Saquin, conservatrice alla Bibliothèque nationale de France, scopriamo che i ""gatti di biblioteca"""" passeggiano a centinaia sulle pagine dei libri, si rincorrono sui margini dei manoscritti medievali, si accucciano tra l'Adamo ed Eva di Dürer o fanno capolino dalla miniatura dell'arca di Noè. Selvatici o domestici che siano finiscono tutti nelle classificazioni di naturalisti come Buffon, che li detesta, o glorificati nei trattati di Moncrif e Champfleury, che li adorano. Candidi o lascivi posano per Callot, Hiroshige, Utamaro, Steinlen o Manet, Bonnard, Dufy, Picasso. Incarnano ogni sorta di ambiguità semantica grazie a Boucher, Toulouse-Lautrec, Foujita o Jules Chéret, e i loro """"occhi belli misti d'agata e metallo"""", celebrati da Baudelaire, si fissano per l'eternità nell'obiettivo dei fotografi. Sorridenti secondo Grandville, o con gli stivali per Gustave Doré, spesso caustici e quasi mai innocenti, i gatti popolano le favole: da Esopo ai cantastorie persiani, da La Fontaine a Collodi, fino a guadagnarsi un posto nel panteon delle muse, condividendo l'intimità di poeti e scrittori come Montaigne, Hoffmann, Carroll, Hugo, Lear, Colette, Eliot, Kipling, Neruda... Prefazione di Pierre Rosenberg."" -
Méroè. Un empire sur le Nil
Una mostra e un libro consacrati esclusivamente a Meroe, regno dell'antico Sudan noto per la sua leggendaria capitale e famoso per le piramidi della necropoli reale, permettono di conoscere questa civiltà maestosa ed enigmatica sviluppatasi sulle sponde del Nilo tra il 270 a.C. e il 350 d.C. Erede culturale dell'Egitto faraonico, e al crocevia dei canali di scambio del Mediterraneo orientale, questo regno, pur conservando la sua identità africana, è un esempio di amalgama culturale riuscito. La mostra presenta oltre 200 pezzi: insieme a veri e propri tesori conservati al Louvre e in altri musei di fama internazionale, si potranno ammirare ben 100 oggetti provenienti dal Museo Nazionale del Sudan a Khartoum, restaurati per l'occasione. Tale esposizione è stata resa possibile grazie ai progressi nella comprensione di questo regno ottenuti in seguito ai recenti scavi condotti dal Louvre in Sudan. Il catalogo che accompagna la mostra, con contributi dei principali specialisti e riccamente illustrato con foto degli scavi e dei monumenti oltre che degli oggetti esposti, costituisce un'opera di riferiferimento esaustiva sull'argomento. -
La grande cuisine arabe du Moyen Age
La grande cuisine arabe du Moyen Âge, pubblicata nel 2004 in Italia col titolo L'islam a tavola dal medioevo a oggi per l'editore Laterza, è la storia di un incontro e di una nascita: l'incontro tra le cucine dei popoli conquistati dall'islam, e la nascita di una cucina, tutta ricerca e creatività, stimolata dalla vivacità di una società medievale multiculturale. Questo libro offre un racconto storico documentato ricco di aneddoti e citazioni letterarie, risalendo alle tavolette culinarie babilonesi, si scoprono quelli che sembrano essere gli antenati delle ricette arabe medievali. Si passa poi alla pratica con una selezione di 145 ricette medievali tradotte dall'arabo (inedite in francese) e seguite da commenti; infine, una trentina di ricette contemporanee rievocano lo spirito dei sapori medievali. -
Racconti del Cadore
Cadorina d'adozione, come lei stessa si presenta nella quarta di copertina delle sue opere, Giovanna Zangrandi nasce in realtà in provincia di Bologna e si trasferisce a Cortina nei primi anni Trenta. La scelta della montagna costituisce per lei una nuova nascita, simbolicamente rappresentata dall'abbandono del nome di origine (Alma Bevilacqua) e dalla decisione di interrompere una promettente carriera universitaria in ambito scientifico per intraprendere quella più incerta di scrittrice. L'amore per il Cadore è, quindi, in Zangrandi, non pura ammirazione delle bellezze paesaggistiche ma radicato bisogno di un luogo in cui sentirsi pienamente se stessa e fondersi con l'elemento naturale. La montagna assurge così a luogo tematico ricorrente non solo in ogni sua opera edita - da quella d'esordio, Leggende delle dolomiti, ai romanzi, al diario di militanza partigiana (I giorni veri), alla cronaca del Campo rosso -, ma anche nei suoi numerosi racconti (circa quattrocento) pubblicati, lungo tutto l'arco della sua esistenza, in giornali e riviste nazionali di rilievo e conservati nel suo archivio personale. Racconti del Cadore presenta al lettore, per la prima volta, una selezione di quarantanove testi, permettendo di scoprire l'eccezionalità di questa figura intellettuale, capace di offrire brani in cui la soggettività e la memoria si fondono con il racconto dell'esperienza di vita in montagna e il ritratto dei suoi abitanti. -
Matilde e Orso. Ediz. illustrata
Età di lettura: da 5 anni. -
Storia del ritratto in cera
Questo saggio costituisce il testo fondante sul tema fascinoso, ma fino al 1911 praticamente ignorato dalla critica d'arte, del ritratto in cera. Schlosser dispiega la sua erudizione in un excursus che spazia dalle maschere funebri romane ai riti bizantini, dai boti in cera della Firenze medicea alle figure di Madame Tussaud, non trascurando i funerali reali in effigie. Il volume, comprensivo delle tavole in bicromia che lo illustravano nello «Jahrbuch» del Kunsthistorisches Museum di Vienna, è corredato da note che aggiornano e ampliano il testo originale. Al saggio di Schlosser fa seguito un atlante a colori delle figure in cera conservate in Europa, che fornisce la prima e più completa panoramica di quanto resta di questa produzione. In conclusione la prima bibliografia ragionata sulla ceroplastica, che include, oltre alla ritrattistica, le cere anatomiche, votive, botaniche e altro. -
L' Arioste et les arts
L'Orlando furioso non è solo uno dei capolavori della letteratura rinascimentale italiana, ma è anche un'opera che nel corso dei secoli ha ispirato generazioni di autori in tutti gli ambiti artistici: dalla pittura alla scultura, dall'opera all'arte dei giardini, dal balletto alle arti decorative o ancora alla cultura popolare. Sembra dunque quasi paradossale l'affermazione di un pittore come Delacroix, che pure aveva in più d'una occasione tratto ispirazione dall'Orlando furioso, che l'Ariosto usava a tal punto i mezzi espressivi della letteratura da rendere il suo testo sostanzialmente intraducibile per un pittore. Ecco una delle contraddizioni con cui il volume intende confrontarsi: la questione delle influenze reciproche fra i diversi domini artistici, che parrebbero impermeabili fra loro, e che viceversa intessono relazioni complesse, tanto da stimolarsi spesso a vicenda. Intorno a questo nodo problematico, il volume - riccamente illustrato - raccoglie venti saggi scritti da altrettanti specialisti di fama internazionale, che prendono in considerazione il poema nel contesto politico e culturale della Ferrara estense, i ritratti dell'Ariosto nella letteratura e nella pittura, la presenza delle arti figurative nell'Orlando furioso, le modalità e le forme di migrazione dal testo alle immagini, infine la feconda fortuna dell'Ariosto nelle altre arti. -
Francesco De Tatti e altre storie. Ediz. illustrata
Il volume raduna per la prima volta tutti i documenti noti sul più importante pittore rinascimentale varesino, Francesco De Tatti (documentato dal 1512 al 1527). Ad aprire il volume è una prefazione di uno dei maggiori studiosi di arte lombarda rinascimentale, Gianni Romano, che è stato fra i pionieri della riscoperta del De Tatti. Segue una premessa scritta dai curatori della mostra tenuta alla Pinacoteca Züst di Rancate (in contemporanea all'esposizione alla Sala Veratti di Varese di due opere del De Tatti) ""Il Rinascimento nelle terre ticinesi. Da Bramantino a Bernardino Luini"""". Il testo, oltre a essere una breve ricognizione sulla pittura rinascimentale nel territorio varesino, propone nuove attribuzioni per il De Tatti, come la decorazione della maestosa cupola del Santuario di Santa Maria di Piazza a Busto Arsizio, seguendo una malintesa fonte seicentesca, e fornisce spunti di riflessione per artisti vicini al pittore varesino, come il suo probabile maestro, Bernardo Zenale. La trascrizione documentaria e il saggio sul pittore sono a cura di Carlo Cairati."" -
Animali reali. Lo zoo di Luigi XIV nei dipinti di Pieter Boel
Leopardi, fenicotteri, dromedari e gru, zibetti e marmotte sono questi alcuni dei protagonisti delle 86 tele che Pieter Boel (Anversa, 1622 - Parigi, 1674) dipinge tra 1668 e 1671, quando il genere della ""natura morta"""", specialmente fiamminga è molto in voga, ma nessuno ancora e soprattutto mai con altrettanto talento e spirito di osservazione, si è occupato della """"natura viva"""". I dipinti di Boel nascono come studi preparatori per il ciclo di arazzi dei """"Mesi o Residenze reali"""", commissionato da Luigi XIV e intessuto dalla manifattura dei Gobelins sotto la direzione di Charles Le Brun. Non si tratta di animali qualunque bensì degli ospiti della neonata Ménagerie di Versailles, un vero e proprio zoo d'avanguardia progettato da Louis Le Vau con sette recinti denominati secondo il principale animale in esse ospitato. Per questo gioiello Luigi XIV non lesina denari e non stupisce dunque che venga esibito al pari degli altri suoi tesori. Ma è la capacità di Boel di ritrarre gli animali dal vivo e di coglierne, insieme alle fattezze le attitudini la novità per l'epoca. Il presente volume offre, in quaranta grandi tavole, disposte secondo l'ordine dei recinti dello zoo di Luigi XIV e accompagnate dalla descrizione coeva di Claude Denis, una selezione dei dipinti accompagnati da alcuni tra le centinaia di disegni tracciati dalla mano svelta di Boel affacciato sulla Ménagerie di Versailles."" -
Il Santuario della Beata Vergine Addolorata di Rho. Guida storico artistica
La realizzazione di una nuova guida storico artistica sul Santuario della Beata Vergine Addolorata di Rho accompagna un processo, in atto ormai da alcuni anni, indirizzato al recupero conservativo dell'intero complesso e alla sua valorizzazione e fruizione pubblica. Il testo, che vuole fornire una svelta ed esauriente panoramica sul Santuario e le opere d'arte tra tardo Manierismo e fine Ottocento in esso custodite, presenta alcuni aggiornamenti frutto di una rilettura dei numerosi documenti dell'archivio del Collegio degli Oblati, che potranno essere punto di partenza per nuovi studi e approfondimenti su aspetti ancora poco conosciuti di questo straordinario monumento di arte e fede. -
Coppola e Toppo. Maestri del bijou
Questo volume è un omaggio al talento di Lyda Coppola in Toppo (Venezia, 1915 - Milano, 1986), la disegnatrice e fondatrice, insieme al fratello, della Coppola e Toppo, un'azienda di gioielli per la moda attiva a Milano dal 1948 al 1986. Sono proprio i complementi creati da Lyda a dare il tocco finale a molte delle mises proposte dagli stilisti che hanno segnato la Haute Couture francese della fine degli anni '40 e dagli stilisti della moda boutique italiana degli anni '50, '60 e '70. A partire dal 1948, i bijoux di Coppola e Toppo diventano famosi prima a Parigi e poi negli Stati Uniti, dove si riversa la maggior parte della loro produzione. La stampa, da ""Vogue"""" Francia a """"Vogue"""" America, e con i redazionali su """"Harper's Bazaar"""", """"Women's Wear Daily"""", """"The New York Times"""", accompagna la presentazione delle due collezioni annuali di Coppola e Toppo, accrescendone il successo commerciale. Dai primi anni '50, Lyda Coppola crea i gioielli per Emilio Pucci e per la gran parte degli stilisti della moda italiana. La storia di Coppola e Toppo si dipana in contemporanea alla crescita e affermazione del Made in Italy. Oggi i loro bijoux sono tra i più ambiti dai collezionisti."" -
Avere una bella cera. Le figure in cera a Venezia e in Italia. Catalogo della mostra (Venezia, 10 maggio-25 giugno 2012). Ediz. illustrata
La mostra e il catalogo analizzano un campo poco indagato della storia dell'arte, quello delle figure in cera a grandezza naturale, soggetto affascinante, ma al quale non è mai stata dedicata un'esposizione tematica prima d'ora. La mostra, organizzata dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, riunisce le opere esistenti in Italia prendendo l'avvio dal tema del calco e della maschera funebre, rappresentati da alcuni esemplari in cera di dogi veneziani del XVIII secolo, testimonianza unica dell'utilizzo di ""doppi"""" in cera nelle cerimonie funebri. Seguono i volti dei santi e dei criminali, due temi ricorrenti nella tradizione ceroplastica. I primi rappresentati dalla serie di dodici busti di santi francescani (provenienti dalla chiesa del Redentore, Venezia) databili al XVIII secolo, in cera con occhi di vetro e capelli veri, opere che costituiscono un unicum nell'iconografia religiosa. A questi sono contrapposti una serie di teste in cera di criminali realizzate alla fine dell'Ottocento dall'allievo di Cesare Lombroso, Lorenzo Tenchini. Cinque volti in cera raffiguranti """"un caucasico, un giapponese, un mongolo, un etiopico ed un beduino"""", sono invece opera del ceroplasta modenese Remigio Lei nella seconda metà del XIX secolo per la collezione etnografica-antropologica di Modena. La sezione centrale è introdotta da due ritratti a figura intera, a grandezza naturale e corredati dalle vesti d'epoca, di bambini veneziani del Settecento."" -
Vale a dire, la strada
Un libro dedicato alla strada come strada, vale a dire oggetto, progetto, presenza, paesaggio. La letteratura su alcune grandi strade come il corridoio della Statale 12 Brennero-Modena-Appennino; la statale 45 della Val Trebbia nei versi di Caproni; il Sempione; le luci ""di strada"""", cioè le insegne pubblicitarie, le stazioni di servizio, le luci delle città ai bordi della strada; la strada in costruzione e la strada in disuso. Con le foto di alcuni grandi archivi quali: Bruno Stefani, Studio Vasari, Publifoto."" -
Il pollaio
Un gruppo di giovani in cerca di destino durante gli anni Cinquanta, sullo sfondo di una città emiliana in riva al Po. ""Il pollaio"""" (1954) è l'unico romanzo di Nello Bagarotti, giornalista e critico d'arte (Piacenza, 1926 1986). Caratterizzato da una prosa agile e pungente, costituisce un vivace documento sugli anni della ricostruzione, dall'angolo di visuale della provincia profonda. Con una testimonianza di Vito Neri, giornalista e amico dell'autore, che racconta dei giorni in cui questo libro nacque e perché prima d'ora - non vide mai la luce."" -
L' eredità dispersa. Saggi e conferenze, 1967-2007
Una raccolta di scritti di Stefano Mistura, psichiatra e intellettuale a tutto tondo, che ha attraversato da protagonista i grandi cambiamenti avvenuti nella psichiatria italiana durante gli ultimi decenni: dalla distruzione degli Ospedali Psichiatrici alla creazione dei Dipartimenti di Salute Mentale e delle affrontano di volta in volta tematiche di natura clinica e psicopatologica, psicoanalitica e istituzionale, accanto a questioni di tipo filosofico, teologico, estetico e sociologico. Per Mistura, percorrere campi diversi del sapere corrisponde a un genuino spirito enciclopedico che tende a gettare ponti tra le varie scienze. Vengono in tal modo affrontati i principali nodi teorici delle scienze umane, rintracciandone lo sviluppo nelle singole idee e nelle passioni civili che l'hanno accompagnata. -
Sindaci senza partito. Vita politica e amministrativa a Piacenza dopo la svolta del 1994
Il volume illustra come è cambiata la vita politica e amministrativa in una città tra Emilia e Lombardia dopo la svolta del 1994: che cosa hanno realizzato le amministrazioni comunali elette con la nuova legge elettorale; quanto contano i nuovi sindaci ""senza partito"""" e in che misura le loro scelte sono condizionate da altri protagonisti della vita pubblica, come i funzionari comunali, gli esponenti dei grandi interessi economici, la stampa."" -
Studi piacentini. Vol. 38
Il volume si apre con un profilo dei deputati piacentini all'assemblea costituente; prosegue con un'analisi della scuola elementare fascista e con un inedito epistolario dalla guerra d'Etiopia. Nella sezione ""culture militanti"""", un saggio di Diego Giachetti sui movimenti del '77. Chiude il volume la sezione """"Studi sulla deportazione""""."" -
Perché New York?
New York teatro universale in un libro che racconta le storie invisibili della città. ""Tra quelli che sostengono l'unicità di New York molti sono, ovviamente, americani. Dico americani, ma non nel senso che lo sono """"tipicamente"""", cioè che lo siano in tutto e per tutto, ma nel senso che hanno, ognuno, qualche cosa (un tratto) per cui non si può dire che dirli americani sia fuorviante. Forse si può aggiungere questo: che artisti, poeti, musicisti, maghi, navigatori, santi e delinquenti si nasce, americani si diventa. Lo diventa anche chi ci è nato, nel senso che non basta nascerci per esserlo e, soprattutto, per sapere di esserlo."""" (Dalla prefazione di Luigi Ballerini)."" -
Costituzione e domanda di cittadinanza
Gli esiti di un corso di formazione sulle origini, la natura e i contenuti giuridici e politici della Costituzione italiana, con interventi di Paolo Pombeni, Nicola Antonetti, Mirco Dondi, Domenico Gallo, Fiorenza Tarozzi, Maurizio Fioravanti. Comprende il testo completo e aggiornato della Costituzione.