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L'anno magico. Il secondo scudetto della Roma nelle parole dei protagonisti
Erano gli anni dei collant colorati, dei pantaloni di pelle, dei jeans strappati e delle giacche luccicanti, dei capelli cotonati all’inverosimile, di Pac-Man e dei film di Spielberg. L’Italia del calcio era appena uscita dal Bernabéu con un’incredibile Coppa del Mondo tra le mani, e anche sulla sponda giallorossa del Tevere si sognava in grande. Sogni che divennero realtà quell’8 maggio 1983, quando l’Ingegner Viola, dopo quattro stagioni, riuscì a completare il progetto e portare la Roma sul tetto del calcio grazie a Mister Liedholm e una squadra composta da uomini e campioni straordinari: da Falcão a Nela, da Ancelotti a Pruzzo, da Conti a Di Bartolomei, da Prohaska a Vierchowod, e si potrebbe continuare. Oggi, a quarant’anni esatti di distanza, sono loro, insieme a tifosi eccellenti e addetti ai lavori, a raccontarci le storie di una stagione eccezionale e a farci rivivere l’impresa di un gruppo che riuscì a scrivere una pagina indimenticabile della storia sportiva della Capitale e del calcio italiano. -
26 maggio. Tutta la storia del derby dei derby
Il libro ufficiale della S.S. Lazio che racconta il derby del 26 maggio 2013, il più importante nella storia delle stracittadine di Roma, l’unico disputato con un trofeo in palio, la Coppa Italia, in quasi un secolo di sfide. La città paralizzata per giorni, lo stadio diviso in due, dentro e fuori. Una partita forse più dolorosa da perdere che bella da vincere. All’ingresso in campo la scenografia della Curva Nord è di quelle significative ancor prima che spettacolari: un bandierone mostra un tifoso, un calciatore e un antico romano. Hic manebimus optime si legge nello striscione sottostante: “Qui staremo benissimo”, una frase che, secondo Tito Livio, all’epoca del Sacco di Roma a opera dei Galli un centurione avrebbe pronunciato come esortazione ai propri compagni, influendo sulla decisione del Senato di non abbandonare l’Urbe. Segna Lulic al 71’. La città biancoceleste è salva. -
Date al Milan ciò che è del Milan. Vittorie perdute e vittorie negate nella storia rossonera
Il Milan poteva vincere di più? E se sì, perché non c’è riuscito? Il quesito comporta una risposta molto articolata, che prende le mosse almeno dal 1963, quando il Santos rapinò i rossoneri del titolo mondiale. Sei anni dopo, la stessa squadra fu vittima di un altro piano criminale, ordito da una banda di malviventi in casacca da gioco. Basterebbero questi due episodi per comprendere quanto sia anomala l’epopea della prima società calcistica di Milano. In seguito, pur senza giungere più a quegli eccessi, il Milan ha comunque subìto i colpi del destino come nessuna altra squadra. Ha vinto molto, ma anche perso molto, e spesso in circostanze romanzesche: basti ricordare la famigerata finale di Champions League a Istanbul nel 2005. Questo libro si incarica di narrare i fatti e, con orgogliosa modestia, di rendere giustizia. Una requisitoria leggera, tutto sommato innocua. Niente di offensivo o di querelabile. Si raccontano avvenimenti, si espongono teorie confutabili. Chi non è milanista può separare i fatti dalle opinioni, ma deve sapere che non si tratta di leggende o delle visioni di un fanatico. Leggere per credere. -
Il calcio come esperienza religiosa. 19 aprile 1989 il giorno che ha cambiato la storia del calcio italiano
Il 19 aprile 1989, il giorno delle semifinali di ritorno Sampdoria-Malines 3-0 in Coppa delle Coppe, Bayern Monaco-Napoli 2-2 in Coppa Uefa e Milan-Real Madrid 5-0 in Coppa dei Campioni, è considerato da tutti gli addetti ai lavori lo snodo cruciale che ha dato al nostro calcio la consapevolezza di poter primeggiare in campo internazionale, il preludio a un’epopea durata un decennio che ha visto sette squadre ottenere almeno una vittoria europea. Solo per la sconfitta in finale della grande Samp di Vialli e Mancini a opera del Barcellona, infatti, le italiane non riuscirono a completare già quell’anno un clamoroso en plein, ma si dovette attendere ben poco: nella stagione successiva, con la conquista contemporanea di tutti e tre i trofei, l’Italia conseguirà un record ineguagliato e di fatto ineguagliabile, visto che la Coppa delle Coppe non esiste più. Presentendo l’eccezionalità del momento, Andrea Novelli, all’epoca giovane arbitro dell’AIA, decise di assistere alle partite di Marassi e di San Siro, seguendo alla radio la contemporanea sfida di Monaco. Oggi ci regala un affresco vivido di quella giornata straordinaria, restituendoci la bellezza di un rito a cui ha partecipato con la lucida adesione dell’appassionato non tifoso. Perché, se è vero che, come scriveva Pasolini, il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo, di certo quel 19 aprile 1989 andò in scena uno degli spettacoli più emozionanti di sempre, non solo per i sostenitori delle squadre coinvolte, ma per un’intera collettività. Un’emozione che è bello rivivere e difficile non rimpiangere. -
Quindici. Le storie dei campioni che hanno dipinto il rugby italiano
Negli anni Novanta, quando a rugby si giocava solo per passione, l'Italia ha vissuto un paradosso sportivo: i più grandi al mondo venivano a farlo proprio qui da noi. Certo, lo facevano tra una stagione e l'altra del rugby australe, in cui i campionati si disputavano a tempi invertiti rispetto all'Europa, ma lo facevano. Così Rovigo ha conosciuto l'epopea dei sudafricani, capitanati da Naas Botha, forse il più intelligente mediano di apertura mai visto in un campo di rugby. A Roma hanno accolto Wayne Shelford, il leggendario numero otto degli All Blacks campioni del mondo nel 1987, quello della battaglia di Nantes e del testicolo lasciato sul campo. A San Donà hanno inseguito, corteggiato e amato Joel Stransky, il dieci che ha fatto piangere di gioia Nelson Mandela quando l'apartheid non c'era più e in Sudafrica bianchi e neri potevano sedersi vicini anche allo stadio. A Colleferro, con la squadra che lottava nel sottobosco della Serie B, hanno conosciuto Jeff Miller, due volte campione del mondo con l'Australia, da giocatore e da allenatore. A Milano per un po' ha respirato rugby anche Silvio Berlusconi, e i rossoneri hanno fatto incetta di scudetti con ""The Genius"""" Mark Ella e David Campese, che diedero il loro solidissimo contributo per consolidare le basi di una squadra che condurrà l'Italia al Sei Nazioni. Per la prima volta vengono raccontate tutte insieme le storie degli straordinari campioni che in quel decennio irripetibile hanno colorato il rugby italiano con tinte mai viste prima a queste latitudini."" -
Kvara. Il ragazzo magico
L’epifania di Khvicha Kvaratskhelia nel cielo di Napoli non poteva essere taciuta. Nel deserto di una squadra-città senza più punti di riferimento dopo il mercato estivo, sin dalla prima giornata di campionato questo ragazzo georgiano alto e secco con la faccia di chi non fa domande ha portato una nuova luce. Dopo non più di una decina di minuti i napoletani hanno iniziato ad amarlo e così è cominciato il viaggio, che presto si è trasformato in un sogno. Il libro di Jvan Sica è un reportage poetico sull’impatto di un calciatore che ha ancora tanto, forse tutto da dire nella città che è stata (e che sempre sarà) di Maradona. Un proverbio georgiano recita: “Sono i tempi che regnano, non i re”. Non sappiamo ancora se Kvara diventerà mai un re del calcio, ma questo è il suo tempo, ed è giusto e bello raccontarlo. -
La recluta Francesco Lupini e il morto del Molise
Il lago di Lerino, in Molise, è un bacino artificiale creato sui resti del vecchio paese omonimo. Ogni due anni, per motivi di manutenzione, viene completamente svuotato, e riaffiorano così i resti delle case di quello che un tempo era un luogo vissuto. Ma questa volta, insieme ai tetti, ai ricordi e agli amori, dall’acqua riemerge anche un morto. Chi meglio della recluta Francesco Lupini può risolvere questo caso? La risposta è scontata: chiunque. Lupini non è esattamente il prototipo dell’eroe, ma adesso il mondo non ha bisogno di eroi, ha bisogno di lui. Anche se è impacciato, timido e terrorizzato dalla vista del sangue. Capitato per sbaglio in Molise, una terra a lui del tutto aliena, si innamorerà della sua cultura, della sua cucina e naturalmente delle donne che la abitano. In particolare di una. Un giallo divertente e avvincente, pieno di personaggi che restano nel cuore, di luoghi sconosciuti quanto meravigliosi e di tanto, tanto cibo. Ma proprio tanto, eh. -
Una vita da Lazio
Un favoloso dietro le quinte del calcio degli anni Settanta e Ottanta, scritto forse già negli spogliatoi. Commovente, spiritoso e pieno di umanità, Una vita da Lazio racconta la giovinezza del difensore Arcadio Spinozzi e la sua grande storia d'amore con i biancocelesti: gli scherzi tra calciatori, i presidenti che non pagavano gli stipendi, gli allenatori che non avevano carattere, i giovani emergenti e le vecchie glorie. Pezzi di vita che si incastrano con i momenti più caldi della cronaca di quegli anni, vissuti e raccontati in prima persona, come il drammatico incidente ferroviario sulla tratta Bologna-Firenze del 1978 o il rapimento di Emanuela Orlandi, in cui Arcadio è stato incredibilmente coinvolto. Sei anni di vita da calciatore, tra allenatori grotteschi (Lorenzo: irripetibile), compagni di squadra innamorati delle donne e del pallone (D'Amico), presidenti cialtroni (Chinaglia), manager rudi (Moggi, detto ""Barabba""""), calciatori-macchietta (Garlaschelli), autogollisti implacabili (Miele)."" -
Mamma mi sono rotto il naso. Un viaggio sentimentale nella boxe di provincia
Questo è un viaggio fra sentimenti e ossa rotte, un itinerario romantico dritto al midollo dello scenario pugilistico italiano, un report dal territorio di guerra della boxe di provincia. Dodici round, dodici volti di giovani pugili pronti a tutto pur di infilarsi un paio di guantoni e salire su un ring, anche a sacrificare la propria vita. Storie di carne e ossa, di strappi sulla pelle e lividi sotto agli occhi, frasi che si aggiungono al grande libro di uno sport antico e nobile che non lascia spazio alle mezze misure. Un ritratto dal vero del pugilato italiano più autentico, in cui ogni figura, ogni luogo visitato richiama altrettanti personaggi e vicende del passato, che si sovrappongono a quelle dei pugili come se fossero sullo stesso piano: ed è così che tradizione, passione e storia si mescolano in un unico match, combattuto rigorosamente a cuore aperto. -
Tenerife. Istruzioni per l'uso
Per gli antichi pagani, le Isole Canarie erano la sede del Paradiso. I Romani le chiamavano le Isole Fortunate. Gli appassionati di Atlantide sono convinti che siano ciò che resta del mitico regno di cui parlava Platone. Per tutti, sono il luogo dell’eterna primavera, un pezzettino di Europa giusto accanto al continente africano. E infatti ogni anno aumenta il numero degli italiani che vi si stabiliscono: siamo arrivati a cinquantamila, di cui più della metà nella sola Tenerife. Per non parlare, ovviamente, delle centinaia di migliaia di nostri connazionali che scelgono questa meta per le proprie vacanze. Ma com’è realmente la vita per gli abitanti nella maggiore isola dell’arcipelago? Milla Grampa, che vi risiede da anni, ci offre una descrizione sincera e non idealizzata, tra luci e ombre, della realtà attuale di Tenerife, oltre a una serie di utilissimi consigli pratici per chi pensa di trasferirsi qui, comprarsi una seconda casa o semplicemente passarci una settimana “da sogno”. Se vi interessa Tenerife (e ne avete tutte le ragioni), non partite senza aver letto questo libro! -
La metafisica del ping-pong. Il tennistavolo come viaggio alla scoperta di sé
Quando si impugna per la prima volta la racchetta non si sa dove può portare la passione per questo sport – magari addirittura in Cina, a sfidare i campioni locali –, ma soprattutto non si sa di avere appena intrapreso una sorta di percorso iniziatico alla scoperta di sé e dei princìpi che governano la realtà. Lungo questo viaggio di perfezionamento sportivo, individuale e metafisico, Guido Mina di Sospiro non ha solo affrontato avversari di ogni tipo, affinato tecnica, tattica e strategia e appreso l’importanza di lasciarsi guidare da un maestro: grazie al ping-pong ha incontrato e visto in azione, nel vivo del gioco, la geometria non euclidea e la logica non lineare; ha riscoperto Carl Gustav Jung e interrogato l’I Ching, colto la potenza del mito platonico della caverna e dei princìpi della filosofia taoista. E naturalmente, inseguendo il suo stato di grazia mistico-sportivo, si è anche divertito, e continua a divertirsi moltissimo. -
AZ 1358. Racconti
Bruno è sull'aereo, quando si rende conto che qualcosa non va: riesce a vedere se stesso e la gente intorno, come uno spettatore, ma lui non può rimanere lì, deve dire ad Annalisa una cosa importante. Pietro non può muoversi, lui è nel proprio corpo e di ogni segno che porta ne ricorda la storia. E poi c'è l'amicizia di Mara e Alberto, al contempo zattera e catena. I protagonisti di queste istantanee vivono storie e decisioni differenti, legate da un filo conduttore potente, che tende alla vita. In AZ 1358 - Racconti, Adriana Aromolo affronta e approfondisce il momento della scelta, quando una vita intera viene messa in gioco. -
Romantica fenice
"Romantica fenice"""" è una silloge in cui l'autrice attinge direttamente alle esperienze di vita, ai legami affettivi più importanti, mettendo al centro delle sue intime riflessioni anche le piccole cose quotidiane, apparentemente poco importanti ma che illuminano le emozioni e i sentimenti autentici che danno senso alla nostra esistenza. Si delinea così un percorso personale della poetessa dentro di sé, per ritrovare ogni volta la poetica conferma alla sua umanità colma di speranza per un avvenire migliore." -
Come l'orchidea nel cemento. Sopravvivere in un mondo che vuole cambiarti
Come l'orchidea nel cemento è il viaggio interiore dell'autrice verso la più profonda autoconsapevolezza, un percorso compiuto per se stessa, da condividere con gli altri. Attraverso le pagine di un diario e differenti tipologie di linguaggio, Annalisa Anastasi racconta di forza interiore e resilienza, di come una persona possa sbocciare al meglio anche grazie alla propria fragilità?. -
Fluenti spire. Riflessioni, esperienze e testimonianze sul disagio nel contesto scolastico
Quello trascorso tra i banchi di scuola è un periodo straordinario della vita dei nostri ragazzi. È il tempo della ribellione primaria e della curiosità, della disobbedienza e del conflitto. Il libro rappresenta un affascinante viaggio alla scoperta delle fonti di disagio, suggerendo come riconoscerlo e promuovendone il contenimento. Nella sua praticità e concretezza presenta alcuni filoni di analisi secondo quattro diverse prospettive disciplinari: pedagogia, psicologia, sociologia e didattica. -
Il balcone in pietra
Quella della ragazza dai due nomi è una storia fuori dal tempo, sospesa tra la Polonia e l'Italia. Attraverso gli occhi di narratori particolari si snoda la vita di questa giovane speciale che, muovendosi avanti e indietro in viaggi reali e dell'anima, dovrà accogliere dentro di sé il peso e la meraviglia di una doppia identità, testimone e custode di tradizioni antiche e nuove scoperte. Un'avventura del cuore che esplora la profondità dei legami attraverso le verità e le distanze, ""Il balcone in pietra"""" è il punto di partenza per ogni ricordo felice."" -
Alan Wilson. Canta i battiti del tuo cuore
In un mondo pregno d'odio, violenza e superficialità, l'amore, ritenuto ormai una falsa credenza, è diventato la più grande convinzione limitante dell'essere umano. Nonostante per i buoni sentimenti il quadro non sia idilliaco, un ragazzo di nome Alan Wilson continua a credere di poter amare, in controtendenza con ciò che lo circonda. Il protagonista tenta di ritagliarsi uno spazio in cui le sue fantasie possano essere comprese, anche a costo di sentirsi svalutato e solo, sia nell'orbita familiare che scolastica, in apnea nel percorso tra le difficoltà adolescenziali e i primi passi nel mondo degli adulti.In un'impari e disperata lotta contro il male, dove gli eventi della vita sembrano infliggere colpi sempre più duri, esistono due possibilità: lasciare che il mondo ti cambi o riuscire a cambiare il mondo da solo. -
Il bel giorno che conobbi Nelson
Momo è un ragazzino di prima media, arrivato nella provincia di Bergamo dal Senegal; il suo idolo è il papà, che ha attraversato il mare e i suoi pericoli con i migranti pur di garantire al figlio la possibilità di realizzare i suoi sogni, in Italia. Il buon carattere di Momo, però, si scontra fin da subito con cose per lui nuove: in classe, il pregiudizio è dietro l'angolo e una partita di calcetto apre le ostilità con Marco, il leader della scuola. Quella di Momo è una sfida che si presenta più grande di lui: è possibile farsi conoscere quando tutti sembrano odiare il colore della sua pelle? Fortunatamente, dalla sua trova il sostegno di un grande uomo, un vero e proprio supereroe: Nelson Mandela. -
Non ho più paura del buio
La vita di Ilaria è sempre stata segnata da un profondo senso di inadeguatezza. Desiderosa dell'affetto dei genitori e dell'accettazione da parte di chi le stava attorno, ha affrontato il vortice dell'adolescenza aprendo le porte a una malattia infida e debilitante come l'anoressia. Non ho paura del buio parla di una lotta coraggiosa e cosciente contro mostri interiori pericolosi, che minano la percezione di noi stessi e degli altri. È un invito alla speranza e all'unione, un richiamo alla comprensione e alla gentilezza verso chi, ogni giorno, rivendica con i propri sforzi il diritto di esistere. -
Attraverso la parete
Ci sono alcuni strappi che non possono essere ricuciti, mancanze che si avvertono nel profondo dell'animo e che fanno sentire soli in maniera inconfondibile. Lo sa bene Sofia, giovane musicista di Roma, sempre alla ricerca di quello che manca senza mai diventare protagonista delle proprie giornate. La distanza emotiva della giovane donna sembra quasi trovare conferma nella sua decisione di passare qualche tempo, da sola, nella casa al lago della propria famiglia. Tuttavia, è proprio nella solitudine autoimposta che Sofia si troverà faccia a faccia con i propri demoni interiori e le proprie paure, per non perdere una felicità che ora, finalmente, può percepire come autentica.