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Il sublime e la speranza. I tre Mondiali di Roberto Baggio
Roberto Baggio è tuttora uno dei calciatori più ammirati anche da chi non ha potuto vederlo dal vivo, ma chi ha avuto la fortuna di esserci, in quegli anni Novanta in cui tutto sembrava ancora una volta nuovo, non può disgiungere il ricordo di quel decennio dalla bellezza espressa sul campo dal Divin Codino. È questa la cifra del libro di Jvan Sica, che nel raccontare la tormentata epopea nazionale di Baggio non ci parla solo della sua classe e della sua luce, ma anche della fine della Prima Repubblica, dell’arrivo di Internet, della guerra nei Balcani e della musica, tanta musica, che si ascoltava ovunque, anche (incredibilmente) nei juke-box. Anni che ci hanno consegnato il mondo e il Paese che viviamo oggi, con i suoi baratri e le sue meraviglie. Perché dal 1990 al 1998 Roberto Baggio, per noi e per il mondo, è stato l’Italia. -
ATP Finals. Da Tokyo a Torino, tutta la storia del torneo dei maestri
Nate come esibizione e spesso criticate per la loro formula originale (il girone all’italiana, da alcuni considerato poco adatto al tennis), le ATP Finals hanno ormai superato il mezzo secolo di vita e godono di ottima salute. Quello che un tempo veniva chiamato il “torneo dei maestri“ chiude ogni anno la stagione agonistica mettendo a confronto i migliori giocatori del momento, e nel suo lungo viaggio ha fatto tappa in quattordici città e in quattro continenti. Tutti i più grandi campioni dell’Era Open l’hanno giocato, e solo alcuni di loro sono riusciti a vincerlo. Ora che sono approdate per la prima volta in Italia e fino al 2025 saranno ospitate a Torino, è venuto davvero il momento di dedicare alle Finals una monografia esaustiva. È ciò che fa Remo Borgatti in questo volume, ripercorrendo le vicende e le curiosità delle cinquantadue edizioni (a partire da quella di Tokyo, fortemente voluta dal genio organizzativo di Jack Kramer) e affiancando alla cronaca una dettagliata sezione statistica, a uso e consumo dei fan più esigenti. Un racconto di un torneo unico, che ha contribuito certamente a scrivere la storia dei tennis, affascinando nel corso del tempo milioni di tifosi e appassionati. -
Di carta e d'inchiostro. Eroine che hanno scritto la storia
Aveva poco più di vent’anni, Nellie Bly quando, per un’inchiesta sulle condizioni nel reparto femminile dell’ospedale psichiatrico di New York, decise di fingersi pazza e farsi internare. Dimessa dopo dieci giorni grazie all’intervento del suo giornale, documentò, in modo puntuale e crudo, senza infingimenti, le condizioni terribili nelle quali erano costrette a vivere le pazienti. Nellie Bly è una delle grandi giornaliste e fotoreporter, pioniere dell’informazione, che hanno contribuito a scrivere la storia. Così anche Margaret Bourke-White, ribattezzata dai colleghi di «Life» “Maggie l’indistruttibile”, tra le principali esponenti del fotogiornalismo: era l’unica fotografa americana in Russia, quando fu invasa dai tedeschi, è stata la prima donna accreditata dall’esercito Usa sui teatri di guerra e pure tra i primi a entrare a Buchenwald, il giorno dopo la liberazione. E Clare Hollingworth, che ha dato, per prima, la notizia dell’invasione della Polonia. Tra i nomi italiani, spicca quello di Matilde Serao per il caso di Italia Donati, insegnante che, in seguito a pesanti diffamazioni, decise di suicidarsi. A seguito della tragedia, la giornalista avviò un’inchiesta, denunciando la terribile situazione delle maestre di scuola. E così via. In un ambiente ritenuto tradizionalmente maschile, alcune figure femminili hanno saputo farsi strada, offrendo anche nuovi sguardi sulla storia. Non solo. Sfidando le consuetudini e andando oltre i limiti imposti, hanno contribuito a cambiare la vita delle donne. -
Un'ora d'aria
Le storie del gruppo di amici già protagonisti di “Pesche sciroppate” si intrecciano ancora, questa volta sullo sfondo di una Sardegna da cartolina, nella torrida estate del 2021. Un contesto rilassato e patinato in cui i personaggi condividono la voglia di evasione e leggerezza e ciascuno spera di trovare rifugio dai fantasmi di un recentissimo passato fatto di zone rosse e restrizioni, separazioni, silenzi, paure e solitudini. Mentre Ellis è divisa tra Riccardo e Carlo, prigioniera del triangolo sentimentale nel quale l’abbiamo lasciata, Marco deve fare i conti con la rabbia e la sensazione di impotenza che gli suscita l’avere tra le mani la prova del fatto che sua moglie sembra aver voltato pagina dopo solo pochi mesi dalla loro separazione. Danilo, da tempo oppresso da una sensazione di inquietudine, si interroga sulle radici del suo disagio tra le braccia di una misteriosa ragazza dai capelli rossi e al tempo stesso si ritrova a conoscere scomode verità, dovendo decidere come districarsi. E quando le acque sembrano essersi finalmente calmate, nuovi colpi di scena fanno da preludio a un epilogo inatteso. -
Camp Out. Storia di Max, il boschettiere
Devonshire, 2020. Un bambino decide di trascorrere un anno intero nella tenda che il suo migliore amico, un vicino settantaquattrenne, gli ha regalato prima di morire, facendogli promettere che con quella tenda avrebbe vissuto un’avventura. La pandemia lo costringe nel giardino di casa, dove allestisce un camp out a chilometro zero, l’unica avventura possibile. Così Max Woosey, a soli dieci anni, ha progettato e compiuto una vera impresa, raccogliendo denaro a favore del North Devon Hospice, associazione che assiste i malati terminali nel Regno Unito. All’inizio di aprile rilascia il suo primo podcast: «Sono in campeggio dal 29 marzo 2020 e proverò a restarci un anno. Il mio amico Rick mi ha regalato la sua tenda prima di morire e mi ha fatto promettere di vivere un’avventura. È quello che sto facendo». Stretto nel suo sacco a pelo, Max ha combattuto contro formiche, zanzare, freddo, solitudine, paura. Ma soprattutto ha tenuto fede a una promessa. Una cosa da uomo, fatta da un bambino, in un mondo popolato da adulti che non sanno più come si fa. -
Hooligan. Storia violenta del tifo inglese
L’hooliganismo è stato indubbiamente il fenomeno sociale più forte ed estremo fra quelli prodotti dal calcio, e in particolare dal calcio inglese. Il documentatissimo saggio di Indro Pajaro ne descrive l’evoluzione, contestualizzandone storicamente le origini, il suo impatto sull’industria calcistica, le risposte governative per arginarlo e l’avvento delle sottoculture nell’Inghilterra post-bellica, che si rivelarono essenziali nel plasmare e definire i nuovi orizzonti del tifo violento. Ad agevolarne la diffusione, però, furono soprattutto i media, che amplificarono involontariamente i suoi effetti, diffondendo un immotivato panico morale. Ma a funestare il football furono anche impianti fatiscenti, club e istituzioni disinteressate a garantire adeguate condizioni di sicurezza e una pessima gestione dell’ordine pubblico. Il terribile mix di questi elementi risultò letale negli anni Ottanta, decennio chiave nel quale avvennero le più terribili tragedie negli stadi. Se quella dell’Heysel nel 1985 fece da spartiacque nella storia dell’hooliganismo, quella di Hillsborough del 1989 segnò il punto di non ritorno. Bisognava riformare tutto, e a fornire il manuale delle istruzioni ci pensò l’indagine del giudice Taylor, vero e proprio salvagente in grado di dare nuova vita a un movimento al collasso. La combinazione di leggi punitive e controllo, la trasformazione degli impianti, la responsabilizzazione delle società e un’alterazione culturale dei tifosi permisero a quello che fino ai primi anni Novanta era il più disastrato movimento calcistico europeo di diventare uno spettacolo, dentro e fuori dal campo. Non perché l’abbia voluto, ma perché è stato costretto. -
Calcio di Stato. Il Mondiale in Qatar e non solo: come lo sportwashing sta cambiando la geopolitica del pallone
Sportwashing. Dai primi mesi del 2015 questa parola inizia a comparire sui giornali britannici e americani. Viene usata per indicare un fenomeno in espansione: sfruttare lo sport per ripulire l’immagine e la reputazione di un Paese agli occhi del mondo. A coniarla è un gruppo di attivisti per i diritti umani, in occasione degli European Games in Azerbaigian. Già da anni questa tendenza aveva preso piede anche altrove, in particolar modo nel Golfo Persico, come strategico esercizio di soft power. L’esempio più eclatante è rappresentato da Qatar 2022, il primo Mondiale invernale, organizzato dall’emirato nel raggio di settanta chilometri, tra stadi avveniristici e aride dune del deserto. Al termine di un controverso processo di assegnazione e di un decennio caratterizzato dalle migliaia di morti sul lavoro nella costruzione degli impianti, si celebrerà l’evento più atteso da una nazione che nel frattempo, a Parigi, ha dato vita alla squadra dei sogni a suon di acquisti milionari. Il PSG qatariota è la risposta al Manchester City e all’opulenza calcistica degli Emirati Arabi, un testa a testa osservato dall’Arabia Saudita di Mohammed bin Salman con l’ambizione di colmare il divario rispetto ai rivali regionali e seguendo lo stesso spartito: grandi eventi, academy in patria e acquisizioni di società sportive in Europa, come accaduto con il Newcastle. In questo scenario cangiante una cosa è certa: il calcio e tutto il mondo dello sport stanno virando verso un nuovo epicentro, tra sconfinate risorse economiche e delicati equilibri geopolitici. -
Groupie per sempre
Se vivete nel quinto secolo avanti Cristo e per un malaugurato incidente siete diventate immortali a vostra insaputa, a quarant’anni ne dimostrate ancora venti e tutti iniziano a guardarvi con sospetto, cosa potete fare? Scappare, cambiare vita, identità e affetti, e poi continuare a farlo. Una fanciulla immortale attraversa i secoli corteggiando e conquistando i potenti per capire i loro segreti. Si muove con la smania giocosa tipica di una groupie, ma una groupie speciale, che insegue il rock della Conoscenza. Da Cicerone a Gesù di Nazareth, dall’Augusta Elena a Paolo di Egina, da Carlo Magno a Fibonacci, da Boccaccio a Jacob Fugger, dallo zar Pietro il Grande a Napoleone, da Marlon Brando a Madame Claude: Talia scrive le memorie dei suoi incontri più illustri con pennellate veloci, ironiche e talvolta ciniche. Un’avventura lunga venticinque secoli anni attraverso i cambiamenti della moralità pubblica, con il lecito e il proibito che si alternano e mutano. -
Teen series. Fenomenologia di un guilty pleasure
Nell’attuale panorama culturale, le piattaforme streaming occupano uno spazio che solo un decennio fa era impensabile, dando adito a un’ulteriore rivalutazione dei prodotti seriali. Accolte agli esordi con ostilità, rivalutate dai television studies anche grazie al favore del pubblico, le serie sono state riconosciute nel tempo come opere di qualità, offrendo un’ampia gamma di scelta e una ricercatezza tecnico-stilistica sempre più nitida. Oggi l’attaccamento ossessivo degli spettatori, in continuo aumento, si configura spesso come una vera e propria dipendenza. Tuttavia, quando si parla più specificatamente di serie per adolescenti, che paradossalmente sono i veri artefici della nascita di una serialità di qualità e i primi fruitori di questi show, si sprofonda ancora nel pregiudizio. Si tratta davvero di prodotti scadenti? Da “Beverly Hills 90210” a “Buffy”, da “Freaks and Geeks” a “Sex Education”, passando per “Skins”, “Euphoria”, “Big Mouth” e tante altre, questo libro offre uno sguardo critico sui titoli e sullo sviluppo di un genere entrato nell’immaginario collettivo di una nuova generazione. -
Sulle tracce di orti e giardini. Viaggio alla scoperta dei più bei parchi d'Italia
Immersi nella natura, tra piante anche esotiche, a pochi chilometri da casa. Tra orti botanici e giardini, sono veri e propri tesori “verdi” a guidare il passo dei viaggiatori, italiani e stranieri, alla ricerca di mete inusitate. Non rimane che scegliere il paesaggio. Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1997, l’orto botanico di Padova è il più antico del mondo ad aver conservato il suo assetto originario. A Verbania, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, a conquistare gli sguardi sono i colori e le “forme” dei Giardini Botanici di Villa Taranto, nati negli anni Trenta del Novecento, per volere del capitano scozzese Neil McEacharn, appassionato botanico e grande viaggiatore – si dice abbia fatto il giro del mondo sette volte – sempre alla ricerca di nuove piante da studiare e coltivare. Flora e fauna guidano il passo a Parco Pallavicino, a Stresa. E ancora, il giardino giapponese a Roma, le Stanze in fiore di Canalicchio a Catania e molte altre mete. Ogni giardino ha un suo stile. E ogni epoca ha il suo giardino. Andare alla ricerca delle meraviglie verdi del nostro Paese diventa così anche un modo per fare un viaggio nel tempo, dall’antichità a oggi, attraversando momenti, visioni, concezioni. E tendenze, perfino moda. -
Berrettini. La forza del pensiero
Giocare la finale di Wimbledon è il sogno di ogni tennista, quello che da bambino ti spinge a rincorrere ogni pallina immaginando di calpestare l’erba immacolata del Centre Court londinese. Un sogno che nessun tennista italiano era riuscito a trasformare in realtà fino all’edizione 2021 dei Championships, quando Matteo Berrettini è riuscito ad approdare all’atto decisivo del più importante torneo del mondo. Un’impresa unica resa possibile dall’unicità di Berrettini, un tennista diverso da tutto ciò che la scuola italiana aveva prodotto sinora. Per la prima volta, un libro racconta il giocatore e l’uomo capace di infrangere barriere storiche per il nostro tennis, soffermandosi sugli aspetti umani, tecnici e agonistici che l’hanno portato a eccellere. È la storia di un ragazzo profondo e maturo, che da giovanissimo ha cavalcato la propria passione superando importanti problemi fisici senza mai mollare o smettere di crederci, ma anche di un uomo dall’immagine dirompente, manifesto dell’italiano “bello e vincente”, che sa attirare gli sguardi dai quattro angoli del mondo. Raccogliendo le testimonianze e i pareri di ex giocatori, allenatori e giornalisti, Valentina Clemente e Marco Mazzoni raccontano la crescita che ha portato Matteo nel gotha dei migliori giocatori del mondo e approfondiscono le caratteristiche peculiari del suo gioco, a partire dal suo super servizio, colpo decisivo nell’economia del suo tennis. Un tennis ricco di adrenalina, offensivo, potente, spettacolare, che ha conquistato gli appassionati di tutto il mondo, e li ammalierà ancora per molto. Prefazione di Stefano Meloccaro. -
Figlio del grande fiume. La mia avventura dall’Amazzonia alla serie A
Jedaias Capucho Neves, per tutti Jeda, ha militato in molte squadre di serie A e B, solcando i campi di Vicenza, Siena, Palermo, Piacenza, Catania, Crotone, Rimini, Cagliari, Lecce e Novara. La sua storia, però, non è quella frequente e un po’ stereotipata del brasiliano cresciuto nelle scuole calcio del Flamengo o del São Paulo e poi selezionato dai procuratori per tentare la fortuna in Europa. È la favola di un bimbo che da piccolo pescatore “getta reti” nel Rio delle Amazzoni si trasforma in grande attaccante “realizza reti” nelle porte della massima serie italiana. La sua è stata una scommessa con la vita, il viaggio di riscatto e di rivincita di un ragazzo che da un paesino disperso dell’Amazzonia arriva in bus fino ai grattacieli di San Paolo e da lì spicca il volo verso l’Italia, l’Eldorado di tutti i calciatori stranieri in quei primi anni Duemila. In questo libro Jeda si racconta a 360 gradi, partendo dai campi impolverati e dai palloni di stracci della sua infanzia, vissuta nel cuore della foresta più grande e magica del mondo tra piranha, anaconda e coccodrilli, fino a svelarci retroscena, aneddoti, slanci e delusioni, gioie e sconfitte della sua esperienza nel nostro calcio. In ogni piazza in cui è passato Jeda ha lasciato un bel ricordo. Tifosi, fan, ex compagni di squadra, giornalisti e addetti ai lavori lo ricordano ancora con stima e affetto. Perché se si vuole essere grandi con scarpette e pantaloncini bisogna avere innanzitutto un grande cuore. Grande e profondo come un fiume. -
Lost in transition. Piccolo glossario cestistico dell'intraducibile
Per chi ha giocato a pallacanestro, a qualsiasi livello, la transizione è un concetto piuttosto familiare. Si tratta di una fase di gioco, dalla difesa all’attacco e viceversa, caratterizzata da tratti indistinti, un momento di passaggio che porta con sé la vaghezza fumosa di tutte le condizioni di cambiamento. Nella transizione, anche al di fuori di un campo di basket, siamo un po’ tutti persi e spaesati, e ci troviamo di fronte a situazioni di mutamento nei momenti in cui la complessità della società contemporanea si fa più esplicita. Così infatti sono le culture, le lingue e anche certi termini impossibili da tradurre, se non utilizzando lunghe perifrasi e accostamenti incompleti e stentati. Questo libro parte proprio dai punti non definiti che si trovano nell’intraducibile e nella vaghezza di certe istanze, cestistiche e linguistiche. Sono le scelte apparentemente controcorrente e dirette verso l’ignoto di Larry Sanders e Desmond Mason, il battito del cuore di Bison Dele, la serendipità che lega due fratelli protagonisti di un caso di cronaca nera americana a Mark Jackson, i momenti “in the zone” di Tracy McGrady, la nostalgia della “Linsanity” di Jeremy Lin, la sofferenza di Shaun Livingston, le sbandate di Darius Miles, lo sbeffeggio di Dwayne Wade e LeBron James nei confronti di Dirk Nowitzki e, infine, la sensazione di imbarazzo provata per Ricky Davis. Ognuna di queste storie può condensarsi in un termine che, passando da una lingua all’altra, ne arricchisce il senso assumendo contorni fuzzy e ambigui, esattamente come avviene nella quotidianità di tutti noi. -
Proust prê-à-porter. Citazioni proustiane per ogni occasione
Adulterio. Bellezza. Follia. Seduzione. Sogni. Marcel Proust, nei sette volumi di “Alla ricerca del tempo perduto”, racchiude massime di vita, passi che consentono di andare alla scoperta dell’animo umano, riflessioni che aiutano a conoscersi meglio, a volte a riconoscersi. Perdersi la “Recherche” non è solo un peccato letterario, ma una piccola grande riduzione dell’esistenza. Proust vive ogni singolo aspetto del suo essere umano, splendido o sordido che sia, senza sconti e senza scorciatoie. È lì la sua grandezza. Affrontare migliaia di pagine, però, non è impresa facile per nessuno. Ci viene in aiuto questa guida, un vero e proprio abbecedario della mente proustiana, composto con tanti frammenti irrinunciabili della gigantesca opera riuniti sotto voci distinte, a proporne anche una lettura tematica. Un Proust pronto all’uso è utile in ogni momento, per parlare o scrivere a qualcuno, o magari meditare sulle proprie giornate. Da “Abitudine” a “Volontà”, qui Proust è a portata di mano, pronto per essere ritrovato al momento opportuno, tra meditazioni profonde per la propria crescita personale e aforismi utili per sorprendere gli ascoltatori e animare la conversazione. A ognuno il suo passo. -
Piccola enciclopedia degli ultracorpi. Vol. 3: I B-movies inglesi degli anni Cinquanta e Sessanta
Se negli Stati Uniti gli anni Cinquanta segnarono l’avvento dei B-movies di fantascienza, spesso ispirati dalla metafora invasione aliena/pericolo comunista, in Inghilterra, con l’avvicendamento tra il governo laburista e quello conservatore e la salita al trono di Elisabetta II, nonostante il raggiungimento di una stabilità economica maggiore si assistette a una diserzione delle sale cinematografiche. Forse la colpa era della televisione, o magari gli inglesi erano più votati al risparmio rispetto agli americani, fatto sta che la crisi del cinema proseguì, fino all’avvento di una novità risolutiva. La svolta si ebbe con la casa di produzione Hammer, che portò sullo schermo classici dell’orrore sanguinolenti ma con un tocco di sensualità, grazie alla presenza di procaci fanciulle. La critica impallidì e lanciò accuse di sadismo gratuito, ma il pubblico ne fu entusiasta. Adorava le storie di tenebrosi e crudeli gentiluomini come Dracula o il Barone Frankenstein, interpretati da Christopher Lee e Peter Cushing. Fu un’efficace risposta ai film horror americani, che avevano come protagonisti Vincent Price e ancor prima Bela Lugosi. La Hammer non si accontentò di riportare in sala il brivido ma si cimentò anche con la fantascienza, e centrò definitivamente il successo con la serie del Dottor Quatermass. Con un’accorta politica di contenimento dei costi, sfornò pellicole a ripetizione e portò a termine una piccola rivoluzione nell’industria cinematografica inglese con film che oggi sono consacrati al culto. Un capitolo della grande storia dei B-movies non poteva che essere dedicato a loro. -
Regine d'Europa. Vincitori e vinti nella storia della Champions League
Da quando è nata nel 1956, la Champions League ha visto crescere anno dopo anno il proprio valore e il proprio prestigio, evolvendosi da torneo dedicato alle vincitrici dei campionati nazionali a lungo e articolato confronto fra i titani del calcio continentale. Una storia segnata sin da subito dalle tinte candide del Real Madrid, capace di aprire la strada con cinque vittorie consecutive e di conquistare ben quattordici volte il trofeo, ma anche dalle strisce verticali di Milan, Inter e Juventus, che in dodici occasioni hanno portato nel nostro Paese la coppa dalle grandi orecchie, nonché dai colori sorprendenti del Nottingham Forest, della Steaua Bucarest, del Psv Eindhoven e di tante altre mitiche squadre che, spesso contro ogni pronostico, si sono issate sul tetto d’Europa. La Coppa dei Campioni fino al 1991 e poi la Champions League sono state, sono e saranno il palco principale per le imprese di campioni immortali: da Alfredo Di Stéfano a Cristiano Ronaldo, da Ferenc Puskás a Lionel Messi, da Paolo Maldini a Javier Zanetti. Una teoria di gesti sublimi ed epiche battaglie, trionfi clamorosi e drammatiche sconfitte che viene ripercorsa in questo libro poderoso, un viaggio straordinario nella storia del torneo che regala il più alto livello di emozione agli appassionati dello sport più bello del mondo. -
The Culture. Uomini e imprese della storia dei Miami Heat
Lavorare duramente, ogni giorno, ogni partita, ogni possesso, senza permettere mai al proprio ego di ostacolare lo spirito di gruppo e gli obiettivi della squadra. A Miami si respira una cultura cestistica differente, impregnata di sacrificio, sangue e sudore. Non importa chi sei stato in passato, non importano gli errori che hai commesso. Tutto ciò che un giocatore ha vissuto, sia in positivo che in negativo, qui assume nuovi significati. Durezza mentale, consapevolezza e redenzione. Non si tratta solamente di vincere, perché tutti vogliono farlo, ma di come vincere. Perché giocare negli Heat vuol dire abbracciare totalmente un modo di interpretare la pallacanestro che non ha eguali nella NBA, una filosofia forgiata dalla mente illuminata di Pat Riley e trasmessa con orgoglio e autenticità ai suoi giocatori, coloro che hanno reso leggendaria la storia della franchigia della Florida e hanno permesso alla Culture di cambiare lo sport americano. Uomini veri, prima che atleti, che hanno sacrificato tutto per un’idea, per un sogno. Da Alonzo Mourning e Tim Hardaway, i giocatori da cui tutto ebbe inizio, passando per Udonis Haslem, Shaquille O’Neal e i 15 Strong campioni NBA nel 2006. Dal mito di Dwyane Wade, il più forte Heat di tutti i tempi, a quello di coach Erik Spoelstra, passato dal ruolo di video coordinator alla conquista di due titoli come allenatore dei celebri Big Three con LeBron James e Chris Bosh, fino alla nuova era griffata Jimmy Butler. Una storia lunga e appassionante, incardinata su un assunto indiscutibile: la Heat Culture non è per tutti. -
Parole di mamma. Storia di un amore per la vita
“Parole di mamma” nasce da note sul cellulare scritte per caso, quelle che rileggi tra te e te ogni tanto, senza pensare che possano portare da qualche parte. E invece questa volta hanno iniziato a prendere forma e colore, fino a diventare un libro. Un libro che racconta la storia di Riccardo, vista dagli occhi della sua mamma. Sonia non era preparata a tutto ciò che la vita aveva in serbo per il suo piccolo, perché nessuno nasce predisposto ad affrontare la disabilità, però era pronta all’amore, quello che ha provato quando per la prima volta ha stretto tra le braccia il suo bambino. È questo amore che governa ogni capitolo, guidandoci in un viaggio di introspezione e di crescita di una ragazza che giorno dopo giorno è diventata donna grazie alla nascita di suo figlio. Riccardo è un “bimbo raro”, con una sindrome genetica che colpisce meno di un soggetto su un milione: la Sindrome di Kleefstra. Ed è proprio questa rarità, a volte, a far sentire soli. Sonia allora ha scritto le parole che tante volte avrebbe voluto sentirsi dire, parole che portano emozioni senza filtri: vere, sincere, a volte dolci, a volte difficili. Parole che dicono che alla fine dei conti ce la si fa, nonostante tutto. -
Il destino delle rose. Lady Oscar e la rivoluzione al femminile
È il 21 maggio 1972. Lady Oscar “debutta” nel mondo dei manga ed è subito successo. Più ancora: una vera rivoluzione. A livello internazionale. Sono passati cinquant’anni dall’ideazione dell’eroina, primo grande personaggio femminile dell’epica manga, e ne sono trascorsi quaranta dalla prima messa in onda italiana della serie animata. La figura della protagonista, cresciuta dal padre come un uomo, ha fatto discutere al momento del suo esordio su carta, ma ha anche alimentato l’immaginario femminile, alla ricerca di nuove prospettive, “spazi”, occasioni di confronto. E di un modo alternativo di raccontare e percepire l’immagine della donna. Al personaggio, tra storia e obiettivi, l’autrice ha dedicato il volume Lady Oscar – L’eroina rivoluzionaria di Riyoko Ikeda, di cui questo libro è un aggiornamento. I cinquant’anni dall’uscita del manga si fanno occasione per rileggere storia e filosofia di un’icona dell’animazione. Lady Oscar, di decennio in decennio, è stata eletta a modello da più generazioni di donne, per la forza del personaggio, la sua capacità di imporsi in un ambito maschile, seppure in abiti da uomo, e soprattutto di offrire nuove prospettive alle più giovani. Non è un caso che il manga di cui è protagonista e la successiva serie animata siano considerati un importante contributo all’affermazione di una nuova condizione della donna. Il messaggio è rimasto attuale nei decenni. Così anche il suo fascino. Tra racconto, aneddoti e indagine critica, un viaggio alla scoperta di Lady Oscar, del suo mondo e delle sue “battaglie”, alcune vinte, altre ancora da combattere. -
C'è tempo
Cadenze e consonanze fra musica e sport. Storie che si leggono a più velocità e a volte si scrivono da sole, scappano via che nemmeno te ne accorgi. Racconti scritti in linguaggi diversi e con diversi obiettivi, tutti accomunati da un elemento: il tempo. Il ritmo profondo, scomposto o lineare, che guida gli atleti e i musicisti con un rintocco poetico. Il cuore che pulsa, battendo diversi colpi al minuto, nella letteratura del suono e del movimento. In ognuna di queste brevi storie, il tempo della musica e quello dello sport, per strade misteriose, finiscono per unirsi. Spesso non si capisce più dove cominci il primo e finisca il secondo. Tra flussi di coscienza, conversazioni unidirezionali, reportage e interviste, fra realtà e immaginazione, fiction e dura verità, per bocca di personaggi autentici e creature della fantasia, viaggiando tra Penny Lane e una pedana del salto in alto, si parte con un’andatura a caccia di record e si arriva cantando una canzone. Lo stadio in cui risuonano queste note è la vita.