Sfoglia il Catalogo feltrinelli034
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 3141-3160 di 10000 Articoli:
-
Arte e scienza lungo la via Emilia. Storia naturale, illustrazioni e collezioni nell'età moderna
In numerose, memorabili occasioni (saggi, mostre, lezioni universitarie) lo storico dell'arte Francesco Arcangeli ha illustrato quel «rapporto radicale con il mondo della natura» che, secondo lui, dal tardo medioevo e con esiti sino ai suoi giorni, aveva fortemente e indelebilmente caratterizzato l'arte di Bologna e più in generale della pianura padana. È stato anche partendo da queste suggestioni ricevute già in giovinezza nell'aula universitaria e divenute radicate convinzioni (poi rafforzatesi attraverso lo stretto rapporto stabilitosi con Paolo Prodi e la lettura dei suoi fondamentali studi sul cardinale Gabriele Paleotti dai quali emergeva pure l'importanza della figura del naturalista Ulisse Aldrovandi), che l'autore ha dedicato buona parte della sua attività di ricerca - uscendo, almeno in parte, dallo specifico campo della storia dell'arte - alle modalità con le quali si è svolto lo studio della natura nell'area emiliano-romagnola nel corso dell'età moderna. I saggi raccolti nel presente volume, pur se scritti per occasioni e in tempi diversi, rientrano in questo filone di ricerca e, più in particolare, hanno cercato di illustrare i due strumenti fondamentali che hanno consentito agli studiosi dell'epoca di progredire nel campo della storia naturale: la collezione e la raffigurazione di animali, piante e minerali. -
Patrimonio industriale del ventesimo secolo. Fragilità, risorsa, progetto, messa in valore alla luce del PNRR
L’industria è stata il motore primo e il privilegiato luogo di sperimentazione del Moderno sulla spinta delle innovazioni che venivano dal nuovo mondo dell’ingegneria. Il riflesso di tre secoli di conquiste scientifiche, innovazioni tecnologiche, introduzione di materiali sperimentali è ben presente nei luoghi della produzione che spesso per primi videro adottare, con schiettezza e audacia, nuovi modelli tipologici (funzionali ai processi produttivi), nuove discipline per la comprensione delle strutture (la scienza delle costruzioni) e i nuovi materiali (innanzitutto la ghisa, l’acciaio, il vetro e il cemento armato). Oggi, tra dismissioni e aggiornamenti, il patrimonio industriale urbano e territoriale, è uno degli asset principali al centro della auspicata ripresa. Proprio dalla pratica con la visione olistica della conoscenza e del progetto viene la proposta AIPAI per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: affrontare la rigenerazione sulle solide basi della confidenza con i valori sottesi al patrimonio, con l’ascolto e il dialogo verso le comunità coinvolte. Alla luce dei continui avanzamenti e delle istanze poste PNRR si propone un aggiornamento della riflessione secondo lo schema sperimentato nel primo volume, ben funzionale alle riflessioni corali. Quattro nuove parole chiave sono alla base della riflessione: «fragilità», «risorsa», «progetto» e «messa in valore». Il libro contiene i contributi di: Angela Baila, Sergio Barile, Andrea Billi, Luisa Bocchietto, Antonio Calabrò, Annalisa Capuano, Ugo Carughi, Carlo Cellamare, Alessandra Cozzolino, Edoardo Currà, Alessandro Depaoli, Nicola Farronato, Giovanni Luigi Fontana, Simone Gibellato, Luca Molinari, Cristina Natoli, Marco Pironti, Massimo Preite, Manuel Ramello, Elisabetta Reale, Andrea Rolando, Veronica Scuotto, Luca Tricarico, Marco Trisciuoglio, Pietro Vito. -
Giovanni Raspini. Il giro del mondo in ottanta gioielli. Ediz. illustrata
Ottanta meravigliose creazioni prendono forma dalla mente visionaria di Giovanni Raspini per dar vita a una mostra unica nel suo genere: il Giro del Mondo in Ottanta Gioielli. Un viaggio affascinante alla ricerca della bellezza senza confini dal quale sono nate decine di vere e proprie opere d'arte orafa, straordinaria testimonianza, ancora una volta, di un'eccezionale capacità artigianale. Un fantastico viaggio attraverso cinque continenti. Il visitatore sarà accompagnato intorno al mondo attraverso manufatti unici, irripetibili come la Collana Antartide, con il cristallo di rocca a rappresentare le creste di ghiaccio e, attorno, piccoli pinguini in argento e smalto nero; oppure la delicata Collana Giappone con il bambù, fiori di ciliegio e le due pagode perfettamente simmetriche. Approderà poi in Brasile, dove l'effervescenza gioiosa del carnevale di Rio e la selva amazzonica plasmano una parure che è un'esplosione di colori, con tormaline e quarzo e piume colorate; mentre alcune scimmiette in argento giocano con gli zirconi verdi sulla splendida collana dedicata allo Sri Lanka, sullo sfondo dei tradizionali templi buddisti. Così, tra un continente e l'altro, l'occhio e il cuore si riempiono di emozioni. Scriveva Nicolas Bouvier ""in viaggio la cosa migliore è perdersi. Con lo smarrimento nasce la meraviglia, e solo allora il viaggio comincia davvero"""". Il Giro del Mondo in ottanta gioielli prende vita dallo stesso sentire, dal medesimo desiderio di infrangere ogni muro e confine per partecipare completamente, senza pregiudizi o paure, alla bellezza del mondo. In attesa di nuove avventure. Con una introduzione dello storico Franco Cardini. Testo in italiano ed inglese."" -
Firenze, città e commercio. Negozi storici e attività tradizionali
Il presente volume di Stefano Bertocci e Federico Cioli indaga il complesso sistema di relazioni che si instaura tra la città e le attività commerciali. interpretando l'ambiente urbano e rilevandone criticamente lo stato di fatto. Attraverso un inquadramento teorico e un aggiornamento dello stato dell'arte, necessari a comprendere la situazione sul panorama nazionale e internazionale, la parte I del libro mette in evidenza l'importanza del commercio locale e le problematiche legate alla documentazione e alla salvaguardia delle attività storiche in diversi contesti urbani. Questa premessa serve come base per l'approfondimento metodologico del caso studio di Firenze. inquadrato nella parte II attraverso una ricostruzione della sua evoluzione storica in rapporto al commercio, che dal Medioevo arriva fino ai giorni nostri, evidenziando alcuni degli elementi chiave che rendono la città unica nel suo genere e che le è valso nel 1982 il riconoscimento di Patrimonio Mondiale UNESCO. La parte III infine definisce le fasi tecniche e metodologiche del progetto di ricerca che ha portato al censimento e alla documentazione di oltre 400 attività commerciali storiche e tradizionali all'interno del perimetro comunale, i cui risultati vengono presentati nella parte IV. Presentazione di Dario Nardella. Prefazione di Marco Bini. -
La croce dipinta di Simone Martini a San Casciano Val di Pesa. Studi, indagini e restauro
In questo volume si presenta un’opera oggi concordemente attribuita al pittore senese Simone Martini, in occasione del suo recente restauro ad opera dell’Opificio delle Pietre dure e Laboratori di restauro di Firenze. Il percorso di restauro, iniziato nel 2011 e concluso con la riconsegna nel maggio 2019, recupera lo splendore dell’opera dopo il precedente restauro degli anni Trenta del XX secolo. I diversi contributi presenti nel volume si dividono in “studi storico-artistici”, nei quali si disaminano molteplici aspetti quali l’attribuzione dell’opera, le ragioni del restauro e la sua locazione, vale a dire la Chiesa di Santa Maria al Prato in San Casciano Val di Pesa, e “studi tecnici”, dove si analizzano la tecnica esecutiva, lo stato di conservazione e il supporto ligneo con moderni strumenti diagnostici, e i relativi aspetti del restauro. A corredare il tutto vi sono una sezione di tavole e un approfondimento tecnico sulle indagini radiografiche condotte. -
La condizione ecologica
Sesta estinzione di massa, riscaldamento globale, impoverimento dei suoli, acidificazione degli oceani, migrazioni climatiche, deforestazioni, coronavirus. Le tracce della crisi ecologica globale sono ovunque, anche nel pensiero. La scomoda verità della ‘nuova’ condizione ecologica è parte del nostro presente e futuro. E domanda nuove chiavi di lettura. Félix Guattari, Bruno Latour, Donna Haraway, Isabelle Stengers, Maria Puig de La Bellacasa, Dimitris Papadopoulos e altre compagne di pensiero ci accompagnano in questo tentativo di intravvedere il farsi strada di una prospettiva più-che-umana all’ecologia politica. In questo vagare il libro ruota attorno a due assi portanti: l’emergere di un nuovo materialismo ecologico e le pratiche quotidiane di transizione socio-ecologica. Movimenti contadini, pratiche agroecologiche e beni comuni emergenti costituiscono tre assi privilegiati per esplorare possibilità e limiti della riparazione ecologica. -
1972. Michelucci, Moore e Michelangelo. La vitalità del marmo. Ediz. illustrata
A quattro anni dall'apertura, il CARMI ospita un'esposizione dedicata al Memoriale in onore di Michelangelo (1475-1564). Rievocazione antiretorica del rapporto del maestro con Carrara, il progetto è stato elaborato fra il 1972 e il 1975 dall'architetto Giovanni Michelucci. La proposta progettuale si sarebbe dovuta arricchire con il contributo dello scultore Henry Moore, accogliendo anche un osservatorio astronomico grazie alla collaborazione con lo scienziato Guglielmo Righini. Raccontare un'idea grandiosa, un sogno ambizioso e immaginifico, che nasce dal poliedrico contesto culturale di Carrara degli anni Sessanta-Settanta, permette di far conoscere una straordinaria impresa per la città e il suo territorio. A completamento dell'esposizione, all'interno del percorso museale permanente del CARMI, viene presentata una serie di opere (XVI-XIX), con l'intento di esemplificare l'immensa fortuna del Buonarroti, fonte inesauribile di idee e soluzioni formali, nonché modello per gli alti valori morali che ha incarnato. -
Architettura e nomadismo
Architettura evoca concretezza, muri, coperture, un rifugio, una protezione. Qualcosa che impegna tutte le capacità positive dell’uomo, dal pensiero espresso sulla carta nel progettare, alla fatica del costruire, dell’edificare e anche dopo nel conservare, nel preservare l’opera dal trascorrere corrodente del tempo. Apparentemente legare questo termine al fenomeno del nomadismo può sembrare insolito ed allora qual è la ragione per indagare questo connubio tra architettura e nomadismo. Gli avvenimenti di questi ultimi mesi, per non dire anni, hanno fatto crescere esponenzialmente in ognuno di noi la voglia di viaggiare, di muoversi, di ridefinire e di reinventare ogni tipo di spazio, da quello abitativo a quello lavorativo, ma ci sono anche altre motivazioni nello spostarsi legate alla necessità, alle costrizioni, la fuga da luoghi ostili, da guerre, calamità naturali, dalla povertà. L’architettura può fare molto per migliorare il rapporto fisico e concettuale con lo spazio e con i nuovi stili di vita e c’è un termine che accompagna bene questa idea diffusa e condivisa da tante culture, il neonomadismo. -
Bruci la città. Generi, transfemminismi e spazio urbano
Il volume propone un compendio delle riflessioni sulla città transfemminista, tema che sta guadagnando visibilità sempre maggiore nel dibattito pubblico contemporaneo sull’urbano. Ha carattere scientifico, in quanto esito di ricerche accademiche sulla questione, ma anche politico, essendo tali ricerche informate dalla relazione costante con i movimenti che a livello nazionale si stanno interrogando su tali temi, e divulgativo, mirando all’allargamento della platea di soggetti che sempre più cercano un avvicinamento ai principi e le esperienze transfemministe. Strutturato in quattro parti, raccoglie i contributi che movimenti e ricercatrici hanno prodotto sullo spazio pubblico, sugli spazi femministi, sulla relazione con le istituzioni e sulle pratiche del quotidiano, nel tentativo di permettere un affondo sui diversi ambiti e allo stesso tempo di tracciare il fil rouge - profondamente politico - che li intesse. Ogni capitolo raccoglie i tre diversi sguardi disciplinari propri di ogni autrice: sociologico (Bonu), filosofico (Castelli) e architettonico-urbanistico (Olcuire). Il volume assume la prospettiva intersezionale propria del transfemminismo, sostenendo come questa possa essere utile a uno sguardo sull’urbano nella sua interezza: non è più possibile osservare le diverse categorie di abitanti (e i relativi assi di oppressione che intersecano le loro vite) singolarmente, così come è urgente riconoscere le alleanze esistenti (e tracciarne di nuove) tra le istanze transfemministe e le altre lotte che ogni giorno attraversano le città. Infine, propone un continuo alternarsi di riflessioni teoriche e di pratiche sperimentali, approfondendo alcuni dei casi più conosciuti dalle autrici e riportandone altri tra i numerosi che costellano il territorio nazionale, nel tentativo di restituire una geografia di esperienze che possa servire a sottolinearne l’estensione e il portato e, al tempo stesso, a suggerirne la capacità conflittuale, istituente e normo-generatrice. -
Memorie in movimento a Tor Bella Monaca. Un approccio per ricercare il senso dei luoghi
Il libro affronta una riflessione sul tema della memoria, come dispositivo di rappresentazione e riappropriazione dell’identità di un luogo. La riflessione mira ad approfondire il concetto di Memoria, accanto a quello di Storia, proprio nel modo in cui la memoria si genera e viene elaborata a partire da determinati eventi storici. In tal senso risulta interessante indagare le dinamiche di elaborazione della memoria all’interno di un processo di difficile e delicata ricostruzione che può portare a memorie individuali o a memorie collettive, soprattutto nei casi in cui la storia è stata “alterata” da altri eventi storici o addirittura “denigrata” dai mutamenti sociali e culturali. L’interrogativo di fondo è quello di capire se esiste una memoria collettiva e se essa possa rappresentare un immaginario condiviso, oppure se l’elaborazione della memoria è filtrata dal punto di vista con cui si osserva l’evento storico. Nel progetto Me.Mo. si è deciso di rievocare le lotte popolari per i servizi, portate avanti dagli abitanti del quartiere nei primi anni della sua realizzazione. Attraverso tali lotte, avvenute in forma organizzata e collettiva, si sono potuti conquistare molti dei servizi locali presenti nel territorio ed esse vengono spesso rievocate in chiave positiva, quasi a generare una memoria collettiva. Eppure, oggi, a Tor Bella Monaca, è più faticoso sentirsi parte di una comunità anche perché molti abitanti pian piano si sono allontanati da quelle esperienze e la partecipazione civica si è ridotta ai minimi termini, quasi come se accanto alla memoria collettiva, letta in termini positivi, si sia generata un altro tipo di memoria individuale con un immaginario diverso. Su questa doppia lettura si basa l’analisi che il volume intende restituire. -
A question of style: graffiti writing between art/theory and practice
Il primo libro della collana è A Question of Style: Graffiti Writing Between Theory and Practice in Rome, a cura di Ilaria Hoppe e Egidio Emiliano Bianco. Il libro prende forma dal bisogno di introdurre il campo della ricerca sul Graffiti Writing nel contesto accademico italiano, nel quale sembra non abbia incontrato sinora un riconoscimento completo. Il tema centrale è lo stile, un concetto controverso nel writing, venerato e rigettato allo stesso tempo. L’idea e la narrazione dello stile nel Graffiti Writing (o appunto style writing) ha molti elementi in comune con la tradizionale nozione di stile nella storia dell’arte. Quali sono i punti di contatto in questo senso? Il tema viene esplorato con metodi di analisi della cultura visuale attraverso libri e pubblicazioni fotografiche, che da sempre hanno costituito una fonte visiva fondamentale per il writing, orientando attraverso le proprie selezioni il gusto e le scelte dei writers. Il writing è da molti anni una forma di creatività internazionale che, nell’ambito dei propri fenomeni estetici, negozia locale e globale come sfere di influenza. Questo ulteriore aspetto viene affrontato dal libro attraverso l’analisi di differenti estetiche globali e locali, con un occhio di riguardo allo stile dei graffiti a Roma. Il libro presenta saggi di studiosi internazionali e writers locali che propongono il loro contributo tra teoria e pratica, locale e globale, arte e narrazione dello stile, in un inedito confronto tra storia dell’arte e mondo del Writing. -
Firenze 1911-1922. La pittura italiana del Sei e Settecento in mostra
Il 1922 è l'anno in cui Ugo Ojetti apriva al pubblico di Palazzo Pitti la mastodontica ""Mostra della pittura italiana del Sei e Settecento"""", di cui è ricorso il centenario nel 2022. L'esposizione di Ojetti diede vita a un modello scientifico e operativo. A Firenze, per la prima volta nel Novecento, gli esperti — tra cui un Roberto Longhi allora trentaduenne — raccontarono delle 'storie artistiche' regionali, così come si era iniziato a fare, nel 1911, con la """"Mostra del Ritratto Italiano""""."" -
Restauro in accademia. Vol. 7: Bologna.
L'Accademia di Belle Arti di Bologna prosegue la pubblicazione dei quaderni di Restauro in Accademia dedicati alle migliori tesi di laurea, facendosi così interprete capofila delle frequenti sollecitazioni riguardanti la necessità di rendere pubblici i risultati della didattica, emersi più volte nelle periodiche riunioni del Tavolo Tecnico sul Restauro presso il MIUR. «Ogni anno, all'uscita di questo volumetto dedicato alle migliori tesi di diploma selezionate dalla commissione preposta a definire la ""dignità di stampa"""", nella lettura si aggiunge, alla conoscenza degli importanti progetti realizzati dalla Scuola di restauro, l'acquisizione di notizie e informazioni storico-artistiche che offrono al fruitore un valore che va oltre alla presentazione dell'intervento pratico sull'opera. Questa collana, infatti, permette di mettere in evidenza come ogni azione sia preceduta da approfondite analisi sui materiali, sulle tecniche e come queste ricerche, oltre a essere fondamentali per il restauro, arricchiscano di conoscenze il patrimonio, trasmettendo informazioni storico-artistiche che spesso mancano ai manufatti presi in esame. I testi raccolti nella collana Restauro in accademia svelano quindi la visione di un processo che altrimenti può sfuggire nella sua interezza, proponendo un percorso didattico che, oltre a presentare un risultato ottenuto, diventa un punto di partenza per nuove ricerche e progetti. Le informazioni trasmesse in queste pagine diventano anche fondamentali per quelle attività definite """"cantieri scuola"""", un vero modello didattico virtuoso della Scuola di restauro, che si espandono sul territorio, ampliando l'esperienza formativa delle studentesse e degli studenti ma anche fornendo notizie e aspetti conoscitivi del nostro patrimonio utili anche per la loro manutenzione.» (dalla Premessa di Cristina Francucci, Direttrice dell'Accademia di Bologna)"" -
Uno stemma in Comune. L'insegna della comunità di Barberino Tavarnelle (secoli XIII-XXI)
Il volume, frutto della collaborazione di esperti di diversi settori quali la storia moderna (Giulio Cretti), la storia dell'arte (Elisa Paoli) e la medievistica (Paolo Pirillo), ricostruisce le vicende di uno stemma leonino di origine medievale e legato al territorio del Comune di Barberino Tavarnelle, in provincia di Firenze. La ricerca presentata in questo volume è stata fortemente propugnata dal sindaco del recentemente riunificato Comune di Barberino Tavernelle, David Baroncelli, che ne spiega la connotazione e il fine di natura politica oltre che il valore scientifico-storico: «ricostruire e rifondare l'identità di comunità partendo dalla verità storica e dalla condivisione della conoscenza e dei simboli attraverso un'indagine documentaria condotta in maniera scientifica sul piano metodologico e lontana da proposte fantasiose e prive di qualsiasi fondamento e spessore storico». La certezza della «longeva unità territoriale» del comune riunificato si staglia come sfondo di questo lavoro, che prende come punto di riferimento e di partenza la versione quattrocentesca dello stemma ad opera di Benozzo Gozzoli e bottega sul cosiddetto Tabernacolo dei Giustiziati del palazzo vicariale di Certaldo e prosegue esaminando un'ampia mole di materiali documentari dei secoli successivi. Presentazione di David Baroncelli. -
Nino Tirinnanzi. Tante vite e infine una. Ediz. illustrata
«Venti anni parrebbero un tempo adeguatamente lungo per assistere all'attesa chiarificazione esegetica, almeno nelle sue linee principali, dell'opera di un artista. Evidentemente, però, per un autore controverso quanto geniale, quale Nino Tirinnanzi, tale scadenza necessita di ulteriori dilazioni, che ci auguriamo, già in coincidenza di questa mostra antologica, possano favorire le dovute riflessioni e qualche sostanziale — e ormai improcrastinabile — ravvedimento. Al netto di pregiudizi stantii e stucchevoli fraintendimenti, l'intero percorso creativo di questo eccellente pittore appare contraddistinto da una ricerca incessante, estranea a ogni forma di appagamento, sia nel versante della tecnica che in quello espressivo (mai disgiunto, quest'ultimo, da una vocazione narrativa continuamente costellata da esiti sorprendenti)». (Giovanni Faccenda) -
Microstorie
Gli autori dei racconti che presentiamo sono un gruppo di amici, legati per molti anni da una frequentazione assai significativa. Si tratta di colleghi con i quali si sono condivise esperienze accademiche e professionali, ma anche di ex-allievi e infine di persone che hanno avuto numerose occasioni di incontro, di scambio di opinioni, così come, in molti casi, di diretta partecipazione ad eventi di tipo comunitario, politici, sociali. L’idea di fondo per realizzare il nostro lavoro è quella che ogni autore racconti storie di tipo personale, familiare, di gruppo, di comunità, di luoghi. Un carattere che accomuna le “microstorie” è la loro connessione con una dimensione “macro”, più o meno ampia e articolata, in funzione della natura del racconto e che si esprime a differenti scale di generalizzazione e in modi differenti. Il libro si presenta come un repertorio molto ampio e variegato di temi, di interessi, di testimonianze: un mosaico di microstorie offerto alla curiosità del lettore. Scritti di S. Ashiku; G. Ausiello; G. Carrara; M. Ciammitti; D. Coppo; E. Dassori; A. Fischetti; L. Francisconi; L. Margani; L. Martelli; F. Nuti; G.L. Pietra; E. Piroddi; P. Taccheo; G. Tondelli; M. Vagnetti; A. Valori. -
Oltre la monocoltura del turismo. Per un atlante delle resistenze e delle contro-progettualità
Questo libro risponde alla necessità di nominare un pericolo e anche, forse, ciò che salva. Il pericolo è lo stravolgimento mercificante che città e territori conoscono per effetto di una violenta colonizzazione turistica. Sappiamo che il turismo, specie nella sua pervasività monoculturale, produce impatti ed esternalità negative: al pari di una vera e propria politica industriale orienta scelte infrastrutturali, generando uno sfruttamento intensivo di risorse patrimoniali e ambientali: mina il diritto all'abitare e le tutele dei lavoratori; riduce le possibilità d'uso dello spazio pubblico. Ciò che salva è invece la capacità di resistenza che i nostri territori riescono a esprimere: una capacità che è insieme conflitto e contro-progettualità. La mappatura contenuta in questo Atlante costituisce un primo ritratto nazionale di questo potenziale salvifico. Si tratta di una partitura di frammenti indiziari, territorialmente ancorati, che tracciano possibili fuoriuscite dal paradigma estrattivo di tipo turistico. Un modo per mettere in discussione quelle logiche di reificazione territoriale per cui il consumo, la produzione e circolazione di merci costituisce l'unico orizzonte di senso che obbliga il presente a pensarsi senza alternative. -
Nel teatro del gran mondo. Opera lirica a Firenze dai Granduchi al Maggio Musicale
"Nel teatro del gran mondo"""". La citazione rossiniana, dal signor Bruschino, la cavatina di Gaudenzio, era d'obbligo, vuoi perché il libro si apre con tre saggi su altrettante opere del pesarese, vuoi perché «l'amor mio resta Rossini» dice l'autore Giovanni Vitali. D'altra parte il gioco di parole calza perfettamente ai contenuti del volume: nei saggi si parla infatti di quel gran mondo che fu il teatro d'opera fra il Settecento e i primi del Novecento, ma anche di quel teatro che fu il gran mondo della Firenze granducale, poi capitale del regno e quindi della cultura, con i caffè e le riviste letterarie, lo stadio di Luigi Nervi e la stazione di Giovanni Michelucci, la mostra dell'artigianato e il maggio musicale fiorentino." -
Osservanza e partita doppia. La contabilità della Badia fiorentina nel primo Rinascimento
L’abbazia di S. Maria di Firenze, nota come Badia fiorentina, è uno dei monasteri più antichi e forse il più illustre della città gigliata. Le sue origini risalgono agli ultimi decenni del X secolo. Ricordata da Dante nel canto XV del Paradiso per la sua funzione di ‘orologio pubblico’ nella Firenze «sobria» e «pudica» della prima età comunale, la Badia fu coinvolta nelle principali trasformazioni architettoniche e urbanistiche a cui la città andò incontro nei secoli bassomedievali, anche per i vasti patrimoni immobiliari di cui disponeva negli spazi urbani e suburbani. Nei primi decenni del Quattrocento, essa fu uno dei luoghi privilegiati per la diffusione in Toscana dell’Osservanza monastica, grazie al lungo abbaziato di don Gomes Eanes, religioso portoghese formatosi spiritualmente negli ambienti veneti che promosse l’erezione e la decorazione di un nuovo sontuoso chiostro monastico. Al rilievo spirituale, culturale e patrimoniale del cenobio va aggiunta una peculiarità solo apparentemente minore: la Badia fu il più precoce tra i monasteri e i conventi fiorentini ad adottare la ragioneria in partita doppia per esigenze amministrative e gestionali. La disponibilità di ampia documentazione contabile prodotta subito a ridosso delle riforme di don Gomes permette di stabilire un nesso tra i principi di rigore e di ordine espressi dall’Osservanza e la trasposizione in ambienti religiosi di metodi amministrativi originatisi nel mondo dell’impresa, particolarmente vivace in una città dalla forte vocazione commerciale e manifatturiera quale era all’epoca Firenze. Questo volume si pone dunque all’incrocio di due culture: quella aziendale e quella monastica. Le soluzioni adottate dalla Badia e a seguire da altri luoghi pii fiorentini forniscono prospettive inconsuete per valutare ruolo e peso dei saperi tecnici nelle società di antico regime. -
Parigi 1900- 1906. Il primo Soffici. Ediz. illustrata
Il volume è il Catalogo della mostra ""Parigi 1900-1906. Il primo Soffici"""" organizzata dal Museo Soffici e del 900 Italiano di Poggio a Caiano. «Abbiamo ora dedicato una manifestazione, Parigi 1900-1906, al primo Soffici, con circa ottanta opere fra disegni, incisioni, dipinti, pagine a stampa, e qualche lavoro a riscontro di altri artisti, Costetti, De Groux, Forain, Toulouse-Lautrec, Willette, Gosé Rovira. È l'omaggio al promotore del Museo, Luigi Corsetti, scomparso nel 2019. Egli ebbe passione di studioso e di collezionista per ciò che Soffici aveva prodotto in quel tempo, collaborazioni con vignette alle pubblicazioni parigine, sia umoristiche, L'Assiette au Beurre, Le Rire, Sans-Gene, Gil Blas, ecc., sia culturali, La Plume, L'Europe Artiste, che avevano prestigiosi collaboratori. Un capitolo che attende ancora una sistemazione storico-critica. Con la collaborazione di Oretta Nicolini.""