Sfoglia il Catalogo feltrinelli034
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 3101-3120 di 10000 Articoli:
-
Restauro in accademia. Vol. 5
«Quinto appuntamento con la collana di quaderni ""Restauro in Accademia"""", una pubblicazione fortemente voluta dalla nostra Accademia e dall'intero gruppo di docenti che danno vita al quinquennio a ciclo unico in Restauro. Uno strumento che negli anni ha confermato la propria necessità in quanto raccolta delle più significative e meglio realizzate tesi discusse e selezionate dalle commissioni d'esame finale. Non solo un modo per gratificare e dare visibilità a questi meritevoli progetti di restauro, ma soprattutto una rassegna di contributi che serviranno da impulso anche per gli studenti, e gli studiosi, che vorranno documentarsi nell'ambito del restauro lapideo, pittorico e su supporto cartaceo e filmico, i tre profili formativi attivi nel nostro Corso. Quelli documentati in questo numero della rivista ne testimoniano non solo la varietà ma anche la complessità di approccio e intervento, frutto di una lenta maturazione e di un impegno commisurati al dovere di intervenire su pezzi storici, tutelati, da conservare nonché restaurare. Su un progetto però vorrei soffermarmi, un intervento che in realtà non fa parte delle tesi in sommario, ma che ha rappresentato un'esperienza fondamentale per il gruppo di giovani restauratori in formazione, per i loro docenti, che hanno coordinato e supervisionato il team, per la nostra Accademia e per la città di Bologna, che con l'Istituzione Bologna Musei sta custodendo nel Museo per la Memoria di Ustica, il relitto abbattuto a Ustica il 27 giugno 1980. L'emblema di una tragedia nazionale, quasi sacralizzata dalla suggestiva ed emozionante istallazione di Christian Boltanski, diventato oggetto di un """"cantiere scuola"""" che in due periodi ha condotto un'operazione di ripulitura e rigenerazione della polverosa carcassa; intervento che, anche simbolicamente, ha saputo rinnovare la memoria di quell'evento oltre che fornire agli studenti del corso l'occasione di una riflessione su quanto accadde in quella tragica sera di quarant'anni fa.» (Enrico Fornaroli)"" -
Roberto Salvini, la storia dell'arte, l'Europa. Ediz. illustrata
"Era tempo che una tale personalità di spicco nella storiografia e nella critica d’arte, oltre che nella museologia, venisse presa in considerazione nella complessità e ricchezza della sua azione e della sua testimonianza, anche a vantaggio di giovani che l’hanno conosciuto solo attraverso la sua vastissima bibliografia. […] Il numero e la qualità dei contributi sono tali da toccare molte delle aree tematiche frequentate da Roberto Salvini, che spaziano dalla critica – particolarmente segnata dal purovisibilismo e dall’estetica crociana – allo studio dei grandi dell’arte italiana quali Giotto, Ghiberti, Botticelli, Michelangelo, all’attenzione per i fenomeni artistici internazionali d’Oltralpe. […] Un omaggio anche a Salvini direttore degli Uffizi, artefice della risistemazione della Galleria dopo i terribili anni della guerra. Tra le sue molte efficaci decisioni, ho sempre considerato magistrale la creazione di una illuminante contiguità fra il Trittico Portinari e le tavole di Botticelli e Ghirlandaio. Scoccava in quella sala, sotto gli occhi di tutti, il corto circuito fra il dipinto fiammingo giunto a Firenze nel 1483 e i pittori fiorentini d’allora, affascinati da quella pittura esatta, immersa in una luce tersa come cristallo. Quell’assetto museografico attraversò indenne gli anni dopo il direttorato di Salvini, rispettato da soprintendenti e direttori pur in mezzo alla trasformazione degli Uffizi in Nuovi Uffizi. A mia volta, con Antonio Natali, lo mantenni come cardine espositivo e insieme chiave di lettura per una piena comprensione del tardo Quattrocento fiorentino.” (Dalla Presentazione di Cristina Acidini.)" -
Michelangelo Buonarroti il giovane (1568-1647). Il culto della memoria. Ediz. illustrata
Nato a Firenze da Leonardo di Buonarroto, nipote di Michelangelo, nel 1568, quattro anni dopo la morte del prozio, Michelangelo il Giovane fu, degli immediati successori, l'unico a raccoglierne la prestigiosa eredità artistica e culturale. E lo fece in quanto personaggio di primo piano nella Firenze della prima metà del Seicento, ben introdotto a corte perché favorito della Granduchessa madre Cristina di Lorena e amico personale del Granduca Cosimo II de' Medici. A lui si deve, com'è noto, la costruzione del palazzo di Via Ghibellina, attuale sede della Fondazione Casa Buonarroti, e la realizzazione delle sale monumentali che nella Galleria hanno il luogo deputato alla celebrazione dell'illustre antenato attraverso un ciclo pittorico e scultoreo che vide, fra il 1613 e il 1635, il concorso dei maggiori artisti allora attivi in Firenze e nel Granducato nella prima metà del Seicento. Gli altri ambienti, del pari sontuosamente decorati, sono dedicati ai personaggi più importanti della famiglia, di nobili origini, alla chiesa fiorentina nell'ambiente adibito a cappella e ai fiorentini illustri distintisi nei vari rami del sapere, raffigurati sulle pareti dello Studio. Il volume, pubblicato in occasione dell'omonima mostra di Casa Buonarroti, permette di stabilire una relazione fra l'ideazione delle opere d'arte, testimoniata dai fogli esposti in mostra qui pubblicati e la realizzazione delle opere di pittura e scultura del piano nobile. Il volume presenta inoltre un atlante fotografico inedito e completo delle decorazioni delle sale secentesche di Casa Buonarroti. -
Raffaello e il ritorno del papa Medici: restauri e scoperte sul ritratto di Leone X con i due cardinali
«Nella storia artistica di Firenze la produzione di magnifiche opere d'arte e la loro conservazione sono sempre state strettamente collegate. Per amore dell'arte i Medici crearono una propria manifattura nel 1588 e quasi contemporaneamente iniziò la raccolta di capolavori per quella strepitosa raccolta che oggi costituisce la ricchezza dei musei statali fiorentini ed in particolare per le Gallerie degli Uffizi. La necessità di mantenere e trasmettere al futuro questo patrimonio artistico portò anche a creare una figura di pittore-restauratore che si prendesse cura dei preziosi dipinti. L'Opificio delle Pietre Dure è oggi l'erede di questa doppia tradizione artistica: la produzione della manifattura, riconvertita verso il restauro già a fine Ottocento, e i restauratori ""di Galleria"""" organizzati da Ugo Procacci negli anni Trenta del Novecento come un moderno laboratorio di restauro. Queste due anime dell'esposizione e della conservazione hanno quindi sempre collaborato nella storia e si sono sostenute e stimolate l'una con l'altra e nei tempi moderni, dopo la nascita dell'attuale Opificio nel 1975, questa collaborazione è sempre proseguita. Con la recente riforma che ha interessato le Gallerie degli Uffizi il contatto si è intensificato quasi ritornando all'originario stretto rapporto con una ottimale sinergia ed una ottimizzazione nell'impiego delle forze umane e delle risorse dei due Istituti. Le Gallerie degli Uffizi e l'Opificio delle Pietre Dure oggi credono che la conservazione e la trasmissione alle future generazioni dello straordinario patrimonio d'arte di cui siamo eredi non possa più essere attuato solo con sporadici, sia pur necessari, interventi di restauro. Tale scopo può essere conseguito solo con una azione costante nel tempo che accompagni la vita delle opere d'arte. La collaborazione esistente, infatti, opera quotidianamente sui tre livelli: la conservazione preventiva, con verifiche e controlli, la manutenzione e, quando necessario, con il restauro. Per rendere possibile tutto ciò si è quindi stabilito un accordo tra i due istituti che sta conseguendo ottimi risultati a tutti questi livelli. Quello che oggi qui presentiamo rappresenta un ottimo esempio di questa felice e storica collaborazione tra le Gallerie degli Uffizi e l'Opificio delle Pietre Dure, con un nuovo importante risultato: il restauro del Ritratto di papa Leone X con i due cugini cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi di Raffaello, completato subito prima del lockdown, ha arricchito la straordinaria mostra presso le Scuderie del Quirinale dedicata dalla Repubblica Italiana al grande pittore urbinate in occasione dei cinquecento anni dalla sua morte. Adesso, dopo la sua conclusione, il dipinto è tornato a Firenze e abbiamo insieme voluto sottolineare con questa iniziativa il risultato ottenuto dal restauro. Profondo è stato il rapporto dell'O.P.D. con le opere di Raffaello delle Gallerie degli Uffizi, per rimanere solo ai tempi più recenti, in occasione delle iniziative di conservazione promosse per i due centenari: quello della nascita, con la grande e bellissima mostra del 1984 """"Raffaello a Firenze. Dipinti e disegni delle collezioni fiorentine"""", e quello della morte """"Raffaello 1520 - 1483"""". Ancora più significativo è stato il contributo, ai fini della conservazione e dell'incremento delle nostre conoscenze sul... -
Raffaello e Firenze-Raphael and Florence
«Una mostra d'arte di questi tempi potrebbe apparire un azzardo ma per noi è stata invece una sfida avvincente. Pensare e realizzare cultura in un momento di forte criticità per tutto il mondo è veramente uno sforzo eccezionale, ma Firenze non poteva trascurare un artista formidabile che proprio nella nostra città trasse ispirazione ed ebbe modo di affinare il suo stile. Raffaello, come ci racconta Vasari, arrivò a Firenze per formarsi e tanto ebbe influenza su di lui il trovarsi a fianco di maestri come Leonardo e Michelangelo e molti altri, che, quando ripartì, la sua pittura era completamente trasformata. Con questa esposizione, organizzata dal Comune di Firenze e MUS.E, con il sostegno del Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio e in collaborazione con il Palais de Beaux-Arts de Lille, a cura di Valentina Zucchi e Sergio Risaliti, scopriamo le origini e le trasformazioni dell'arte di Raffaello e del grande ruolo della nostra città nella sua formazione. Firenze, in chiusura delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte, esplora questo lato della figura dell'artista e ci consegna una esposizione fortemente evocativa e suggestiva, resa unica dal prestito dalla Francia di un disegno risalente proprio agli anni fiorentini. Una mostra tra il materiale e il multimediale, innovativa, che ci indica anche una possibile via per la ripartenza e la rigenerazione della fruizione culturale dopo la pandemia: conservare e valorizzare senza dimenticare la tradizione, nel senso etimologico del termine, quello della trasmissione alle future generazioni, anche grazie alle nuove opportunità offerte dalla transizione digitale.» (Dario Nardella) -
Rinascimento prezioso. Gemme e gioielli nei dipinti di Raffello. Ediz. illustrata
Il testo si compone di due capitoli. Nel primo capitolo, a guisa di introduzione, è stata tracciata una panoramica sulla vita e sulle opere di Raffaello, soffermandosi maggiormente sui principali dipinti realizzati dal maestro urbinate. Il secondo e principale capitolo, corredato da immagini ad alta definizione, prende invece in esame i gioielli e le pietre preziose rappresentate nei dipinti di Raffaello. Attraverso l'analisi approfondita di queste opere e dei preziosi in esse raffigurati, è stata descritta la storia del gioiello e delle pietre preziose durante il Rinascimento. -
Il quartiere della Mattonaia a Firenze: dagli antichi orti alla città giardino ottocentesca
«Nel gennaio del 2016 fu presentato il primo Quaderno della Fondazione Ambron Castiglioni, Matite razziste. L'antisemitismo nell'illustrazione del periodo fascista, a cura di Giovanna Lambroni e Dora Liscia Bemporad, che raccoglieva i saggi scaturiti dalla giornata di studi promossa in occasione del 'Giorno della Memoria' del 2014 dalla Fondazione, con la collaborazione della Biblioteca Marucelliana e dell'Archivio di Stato di Firenze. Il successo di quella iniziativa si deve soprattutto alla mostra che l'accompagnava: A lezione di razzismo. Scuola e libri durante la persecuzione antisemita (1938-1943), allestita per la prima volta presso l'Archivio di Stato di Firenze. Lesposizione, corredata da un piccolo catalogo, fu poi richiesta da vari istituti in tutta Italia e riallestita in svariate occasioni fino a tempi recenti. Proprio quel successo ci aveva convinto ad iniziare una collana di studi e ricerche, i nostri ""Quaderni"""", appunto, che illustrassero le attività promosse e portate avanti dalla Fondazione. Con cadenza annuale abbiamo quindi presentato contributi scientifici di vario genere: il secondo Quaderno proponeva la ricerca di Lionella Viterbo sulle Ketubbòt, i contratti matrimoniali della Famiglia Ambron come mezzo per la ricostruzione di una storia della Comunità e delle famiglie ebraiche fiorentine degli ultimi due secoli e il terzo era invece dedicato a Lo Zodiaco di Emanuele Luzzati, straordinaria opera dell'artista ebreo genovese per decorare il soffitto dipinto del Centro Bibliografico dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane a Roma analizzata in tutte le sue sfaccettature da Valentina Filice. Il Qua derno del 2018, L'arte dell'eternità, sempre a cura di Dora Liscia Bemporad e Giovanna Lambroni, si è invece occupato dei cimiteri ebraici dell'Emancipazione attraverso una serie di saggi che ne illustrano l'arte, l'iconografia e la storia, mentre quello successivo è dedicato allo scultore ebreo Dario Viterbo, un artista tra Firenze, Parigi e New York, che ha costituito anche il catalogo per la mostra Dario Viterbo e l'arte del cesello a cura di Giovanna Lambroni e Lucia Mannini, organizzata dalla Fondazione Ambron Castiglioni con la Biblioteca Marucelliana e co-finanziata dalla Fondazione CR Firenze. Il volume contiene anche l'inventario del preziosissimo fondo documentario conservato nella biblioteca fiorentina e ora a disposizione degli studiosi. Spaziando quindi tra arte, architettura e storia locale siamo adesso arrivati al sesto Quaderno, che esce puntualmente alla fine di questo burrascoso 2020 grazie anche all'incessante lavoro delle due curatrici della collana Dora Liscia Bemporad e Giovanna Lambroni. L'interessante e puntuale saggio di Claudio Paolini sul quartiere della Mattonaia, oltre ad offrire un importante spaccato di storia della città e dell'urbanistica di fine Ottocento, costituisce anche un prezioso tassello in più sulla presenza e le attività della Comunità ebraica fiorentina nel periodo dell'Emancipazione. Un tema che la Fondazione ha particolarmente a cuore e a cui ha sempre guardato con particolare attenzione, in virtù del ruolo che anche la famiglia di Leone Ambron, cui dobbiamo la nostra esistenza, ha svolto in quel periodo.» (Dall'Introduzione di Alberto Boralevi)"" -
Paesaggi abitati: dalla percezione al sistema complesso
La presente raccolta di scritti, utile per divulgare alcuni studi sulla multidimensionalità del tema, mosaico di fattori naturali, antropici e delle reciproche relazioni, approfondisce le vulnerabilità dei paesaggi abitati (siano essi naturali o artificiali) e la consistenza dei loro valori identitari. Uno spettro di osservazione multidisciplinare è stato adottato per definire gli ambienti naturali che si evolvono secondo equilibri dinamici, tematizzare accessi socialmente disomogenei al capitale culturale, sociale ed economico rappresentato dal paesaggio, mettere a fuoco le relazioni anche percettive tra abitanti e paesaggi urbani. -
Giunta Pisano e la tecnica pittorica del Duecento
Il tema della ricezione della pittura bizantina a Pisa nel Duecento attraverso Giunta Pisano, nel contesto più ampio dell'enorme interesse suscitato dalle icone durante il Medioevo in Italia e nell'Europa occidentale, viene affrontato in questo volume da un punto di vista forse finora un po' trascurato. Esso consiste nell'ipotesi che la reinterpretazione di queste autorevoli immagini comprenda anche l'appropriazione dei loro mezzi più specificamente tecnici e dei possibili significati che tale recupero comportava, nel senso della ricerca di una maggiore verità nella rappresentazione della fisicità dei personaggi sacri. Il recente restauro della croce firmata detta di San Ranierino, ha rappresentato un'occasione per approfondire la conoscenza tecnica del manufatto e uno stimolo per un'ulteriore riconsiderazione sull'artista. Si presentano i risultati di questo lavoro, nel proposito di offrire alcuni spunti di riflessione su un aspetto importante della storia dell'arte italiana – e mediterranea – nel Medioevo. -
Le dimensioni dell'abitare la lezione fiorentina (1948-1968)
L'architettura residenziale, nelle sue diverse e molteplici declinazioni, sebbene non solo rappresenti lo spazio esistenziale primo, quello che più intimamente investe la dimensione umana, ma allo stesso tempo costituisca gran parte della trama e del disegno urbano di ogni città, viene sempre più spesso ""snobbata"""" dall'architetto -impegnato"""" che, il più delle volte, si concentra su temi monumentali, di grande impatto, edifici pubblici e di rappresentanza, iconici segni urbani, spesso soltanto gigantesche esercitazioni stilistiche. Un tema, quello dell'abitare, che trova a Firenze, proprio nel ventennio che va dal 1948 al 1968, una stagione estremamente prolifica, con molti episodi significativi, """"genuina"""" e fortemente innovativa, tanto da portare con sé, anche se legate al territorio e alla -cultura"""" fiorentina, un tesoro di esperienze dal valore universale, a-temporale e tutt'oggi ancora ricche di contenuti informativi. Una stagione in cui il concetto del """"costruire"""" è sinonimo di professionalità. Un professionismo colto, costantemente vigile nei confronti delle capacità espressive della materia, attento alla definizione del dettaglio e al -buon costruire"""", capace di generare architettura di alto livello, in grado di qualificare il tessuto urbano creando quella """"qualità diffusa- che caratterizza l'ambiente come sistema di luoghi significativi. Lezione quindi, non solo di pochi """"maestri"""", ma anche di molti architetti e ingegneri che hanno esercitato la professione con estrema dedizione, impegno ed etica."" -
La vetrata artistica a Firenze. Dal Trecento al Novecento. Ediz. italiana e inglese
Considerevole è il numero di vetrate presenti a Firenze, tale da comprendere un articolato ventaglio tematico e da abbracciare un ampio arco cronologico, in un percorso che si intreccia con le vicende storiche, religiose e artistiche connesse al tessuto cittadino o, per i secoli più recenti, con quanto espresso dal panorama internazionale. Esito di costante dialogo tra gli aspetti ideativi e creativi e quelli dovuti alla sapienza artigiana dei maestri vetrai o alla loro attitudine alla sperimentazione tecnica, le vetrate sono spesso oggetti difficili da apprezzare e comprendere pienamente da lontano. Le belle riproduzioni fotografiche selezionate per questo volume consentiranno di cogliere la qualità dei materiali e taluni dettagli, invitando dove possibile a sperimentare dal vivo, nei luoghi proposti, l'effetto luminoso e suggestivo delle vetrate fiorentine. -
Longhi e Pellicioli. Lettere sull'arte e il restauro (1929-1968)
Il volume rende noto il ricco carteggio intercorso per circa quarant'anni tra Roberto Longhi e l'amico restauratore Mauro Pellicioli, con il corredo di altri documenti dei principali protagonisti della storia del restauro pittorico del primo Novecento, come nel caso di Cesare Brandi, Giulio Carlo Argan, Ettore Modigliani, Fernanda Wittgens, Renato Mancia, inserendo in tale contesto anche le testimonianze di Giuliano Briganti, Federico Zeri, Antonio Fornari, Rodolfo Pallucchini. Il carteggio è introdotto da un commento articolato per fasce decennali (anni Trenta, Quaranta, Cinquanta, Sessanta), con uno sguardo volto a evidenziare i legami tra i protagonisti delle vicende che si snodano nel corso del quarantennio in esame, ma al tempo stesso sottolineandone le dissonanze e le contraddizioni, al fine di far emergere le diverse concezioni che non di rado si fronteggiano, e giungendo così a delineare un panorama assai articolato e complesso. Il precedente studio sull'autobiografia del restauratore ""Memorie al magnetofono. Mauro Pellicioli si racconta a Roberto Longhi (2014)"""", in questa collana, rappresenta un ideale pendant del presente volume."" -
Scienza per la conservazione del patrimonio culturale a rischio
Oggi il patrimonio culturale di moltissimi Paesi corre gravi rischi, per incuria, per rischi ambientali, per catastrofi naturali, per azioni di guerra o di terrorismo. L'Università di Bologna e l'Accademia delle Scienze dell'Istituto di Bologna hanno, su questi temi, organizzato nel 2018 un convegno internazionale di studi, ""Science for preservation of cultural heritage at risk"""", i cui atti sono pubblicati in questo volume. Gli autori dei saggi, studiosi di prestigio internazionale, affrontano argomenti che spaziano dalla prevenzione del rischio, alla gestione della sicurezza, alla distruzione dei siti archeologici in Siria ed Iraq, al terrorismo e al dialogo interculturale. Questo volume presenta quindi linee guida e suggerimenti per le azioni preventive volte a mitigare le operazioni da effettuare in tempo di crisi e quelle relative alla gestione della situazione post-emergenza."" -
Montieri e il suo patrimonio storico artistico. Gli argenti. Ediz. illustrata
Assieme al professor Paolo Torriti, docente di Storia dell'Arte moderna e direttore del Laboratorio di Storia e Tecnica dell’Oreficeria dell’Università di Siena, l'amministrazione comunale di Montieri ha provveduto ad organizzare e finanziare lo studio delle opere d'arte appartenenti alle chiese del territorio di Montieri, nell’intento di permettere ai concittadini di conoscere l'interessante patrimonio artistico e il suo valore storico. Risultato di tale ricerca è questo volume che presenta il catalogo delle manifatture religiose presenti nel comune di Montieri, opere raffinate soprattutto di argenteria, risalenti ai secoli XVII e XVIII, che rivelano la cura che i nostri avi hanno avuto verso la liturgia e particolarmente verso l'Eucaristia. Un patrimonio importante sia dal punto di vista artistico che di fede. Presentazioni di Roberto Campiotti, Orazio Ciampoli, Franco Cencioni e Nicola Verruzzi. -
L'età dell'oro. Un'infanzia
«Non ho scritto della mia infanzia con le sue storie grandi e piccole, liete e tristi, bensì di come in quegli anni io abbia incontrato il duraturo – ossia ciò che può sempre tornare e non passa, e come questo mi abbia dischiuso il mondo». Hans Sedlmayr (Hornstein 1896-Salisburgo 1984) è stato uno dei maggiori storici dell'arte del Novecento. Ne ""L'età dell'oro"""" delinea un ritratto penetrante e commosso della propria infanzia, trascorsa ai confini dell'impero asburgico, che si fa immagine archetipica del mondo infantile e prefigurazione della sua futura personalità di studioso."" -
Gonfienti. L'insediamento etrusco e romano. Lo scavo. Ediz. illustrata
Questo volume presenta un accurato studio scientifico dedicato agli scavi svolti negli ultimi venti anni nell'area archeologica di Gonfienti. Alla confluenza tra il torrente Marinella e il Bisenzio, nella parte Est di Prato, è situato il borgo medievale duecentesco di Gonfienti (lat. confluentes = confluenza dei due fiumi) dove è stata ritrovata nel 1997 una città etrusca di grandi dimensioni, che costituiva il baricentro dell'importante via di comunicazione tra l'Etruria centrale e l'Etruria padana. Risalente alla fine del VII secolo a.C, è riconosciuta come una delle principali città etrusche dell'epoca arcaica. Qui è stata trovata una Domus di straordinarie dimensioni (circa 1460 mq), la più grande domus etrusca conosciuta sinora, al cui interno sono venuti alla luce preziosi reperti: le antefisse in terracotta di produzione locale che ornavano il tetto della Domus, buccheri di pregevole fattura, ceramica attica e il più importante reperto sino ad ora scoperto ""la coppa, o kylix di Douris"""" famoso artista greco di quel periodo, della cui opera abbiamo attestati pochissimi reperti. Gli scavi hanno portato alla creazione di un Museo archeologico e di un centro presso il Mulino di Gonfienti per la diagnostica, il restauro, lo studio, la documentazione e valorizzazione del sito e del territorio circostante."" -
L'arte non è pura né applicata. Scritti offerti a Dora Liscia Bemporad
"Professore associato di Storia delle Arti Applicate e dell’Oreficeria presso il Dipartimento SAGAS dell’Università di Firenze, fondatrice e curatrice del Museo Ebraico di Firenze, membro del Comitato scientifico della Fondazione Ambron e Castiglioni, Dora Liscia Bemporad ha fatto parte di innumerevoli organizzazioni culturali e associazioni di settore e curato mostre, convegni, libri… il cui numero è impossibile condensare in poche righe. Questo volume, con la sua pluralità di voci e di materie, di approcci e di percorsi, tocca buona parte degli ambiti di ricerca che ha coltivato. Crediamo che, meglio di quanto avrebbe potuto fare un pur dettagliato elenco di pubblicazioni, possa offrire la testimonianza più diretta ed esaustiva dei suoi studi. È inoltre per noi, tutte accomunate dall’essere state sue allieve all’università, sentito e doveroso omaggio alla maestra e all’amica, guida sicura, osservatrice severa e confidente affettuosa."""" Le autrici." -
Wiślica project. Contemporary musealisation of three archaeological areas in Wiślica. Poland
In una piccola cittadina nel sud della Polonia, che è recentemente assurta al ruolo di città, tre aree archeologiche ricche di tracce di significati storici, urbani e paesaggistici, così come una storia del luogo composta da tappe importanti nell’evoluzione della Polonia, sono gli ingredienti dello studio progettuale presentato in questo libro. Questa ricerca è il frutto del rapporto di collaborazione internazionale tra il DIDADipartimento di Architettura dell’Università di Firenze e la Facoltà di Architettura dell’Università di Tecnologia di Cracovia. Il libro presenta tre proposte di musealizzazione sviluppate per tre differenti luoghi simbolo di questa città, grazie ai quali memoria e contemporaneità si fondono, dando vita a riflessioni sul significato dell’archeologia, la sua conservazione e la sua comunicazione. Volume in lingua inglese, con contributi di Lorenzo Burberi, Andrzej Kadłuczka, Maria Cecilia Roberta Luschi, Andrea Ricci, Klaudia Stala, Guido Vannini. -
L'arte indifesa: il destino di artisti e collezioni dopo l'emanazione delle leggi razziali
Il volume, che raccoglie gli atti del convegno internazionale di Studi ""L'arte indifesa: il destino di artisti e collezioni dopo l'emanazione delle leggi razziali"""", indaga da un punto di vista interdisciplinare la dispersione dell'eredità ebraica attraverso le dinamiche di mercato e la vita di artisti e collezionisti. Articolato in due sezioni, rispettivamente di carattere storico artistico e legislativo, il testo tratta del gusto, della formazione e della musealizzazione di collezioni private, tracciando linee di studio sulla dispersione, sulla ricontestualizzazione e sulle possibilità offerte dalle restituzioni dell'eredità israelitica."" -
«Animi conscentia et fiducia fati» Cosimo I de' Medici. Vicenda politica, familiare e artistica
Il periodo dell’ascesa al potere di Cosimo I de’ Medici coincise con un’epoca di enormi mutamenti storici e sociali che trasformarono in breve tempo una città borghese, artigiana e mercantile, ancora governata da istituzioni di stampo repubblicano, in uno stato assoluto, entro il quale ogni attività, politica ed economica, venne ad essere rigorosamente controllata dal Duca e dai membri della compatta oligarchia terriera e cortigiana a lui fedele. Per quanto sul piano politico la crisi della Repubblica fiorentina fosse già iniziata all’epoca della “criptosignoria” medicea, quando Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico, usando il prestigio e la ricchezza acquisiti, vennero regolarmente determinando, da Palazzo Medici, le scelte delle istituzioni cittadine, fu unicamente con Cosimo I che tale processo giunse a perfetto compimento. Ciò che ne derivò fu, sul piano della committenza artistica, il fiorire di un’arte propagandistica funzionale a promuovere il prestigio del Principe, mentre su quello istituzionale e politico, il prodursi di una virata antidemocratica e assolutistica, conclusasi con l’acquisizione da parte di questi del titolo Granducale.