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La Germania: il problema d'Europa? Deutschland, as ever
Fu lo storico Ludwig Dehio, dopo l'unificazione tedesca nel 1870, a coniare il famoso dilemma: che la Germania non fosse abbastanza potente per imporsi al continente ma abbastanza per incutere timore. Il duro diktat imposto alla Grecia alla fine della trattativa in cui la Germania ha allineato la grande maggioranza dei paesi dell'Eurogruppo, rimette in discussione oltre che il paradosso, anche la tesi della famosa conferenza di Thomas Mann del 1953, costruire una ""Germania europea e non un'Europa germanica"""". Nel 2010, la scelta delle élites europee di accelerare sulle politiche di austerità, e sulle connesse riforme - consistenti nella riduzione della capacità contrattuali dei lavoratori e dello stato sociale - avevano visto la destra europea compatta nella scelta, ma anche l'emersione della leadership tedesca nella determinazione e nella durezza nell'imporla ai paesi in difficoltà. Qualcuno ha ricordato che Churchill disse che ogni venticinque anni siamo costretti ad affrontare uno scoppio di vitalità tedesca. Sono passati venticinque anni dalla riunificazione tedesca. L'Europa ha di nuovo un problema tedesco?"" -
Pandora, amore mio. La trasgressione intellettuale è ciò che ci rende umani, è la radice profonda della scienza
"Tecnologia e scienza si sovrappongono. Un eccesso di tecnologia potrebbe farci dimenticare perché si tenta di perseguire la conoscenza. Questo saggio esprime dubbi e certezze al riguardo. Una lunga pratica di genetica molecolare mi ha rese chiare le difficoltà nel comprendere la natura più nascosta della vita; e, messe a fuoco in questo quadro generale, le difficoltà che si hanno quando ci si domanda: cosa ci rende davvero umani? Per delineare alcune risposte, ho fatto ricorso al mio interesse per il pensiero antico e ad alcune nozioni di genetica e di fisica contemporanea. Il discorso si rivolge a Pandora, a colei che, aprendo il Vaso, ha lasciato sfuggire le nostre domande. E a quei ricercatori che non si accontentano mai completamente dei risultati dei loro esperimenti e dei loro calcoli.""""" -
Monte Athos. Il punto più alto della terra
Il bisogno di verità e di autenticità poggia su tre piedi: sul ricordo dettagliato del passato, sullo sguardo nostalgico e non critico rivolto al presente e, soprattutto, sulla ricerca della Montagna che si nasconde dietro a quanto il passato mostra e si perde in quanto il presente manifesta. È la Montagna che trascende la storia, le immagini, le impressioni, le misure e i criteri umani. È ciò che senti ma fai fatica a esprimere, percepisci ma non comprendi. È la Montagna che devi tuttavia salire. È la Montagna ""in cui Dio si è compiaciuto di abitare"""", la Montagna """"in cui il Signore dimorerà per sempre"""" (Sal 67,16)."" -
Pandore mon amour. La transgression intellectuelle est ce qui nous rend humains, la racine profonde de la science
"Tecnologia e scienza si sovrappongono. Un eccesso di tecnologia potrebbe farci dimenticare perché si tenta di perseguire la conoscenza. Questo saggio esprime dubbi e certezze al riguardo. Una lunga pratica di genetica molecolare mi ha rese chiare le difficoltà nel comprendere la natura più nascosta della vita; e, messe a fuoco in questo quadro generale, le difficoltà che si hanno quando ci si domanda: cosa ci rende davvero umani? Per delineare alcune risposte, ho fatto ricorso al mio interesse per il pensiero antico e ad alcune nozioni di genetica e di fisica contemporanea. Il discorso si rivolge a Pandora, a colei che, aprendo il Vaso, ha lasciato sfuggire le nostre domande. E a quei ricercatori che non si accontentano mai completamente dei risultati dei loro esperimenti e dei loro calcoli.""""" -
Un mondo in tempesta. Coming soon, la prossima crisi. L'economia della transizione. Come sopravvivere in tempi di caos
Come sarà il nuovo contesto generale, il new normal? Siamo di fronte a un bivio e non lo sappiamo. Due opzioni si manifestano davanti a noi nei prossimi tempi: uscita dalla peggiore crisi dopo la Grande depressione del '29 o un colpo di coda della Grande recessione del 2007, causata questa volta dagli squilibri dei mercati emergenti? Forse riusciremo ad evitare un nuovo shock, ma questo libro tenta di illustrare ciò che nessuno vi ha detto finora con chiarezza: siamo finiti in un campo minato, il new normal economico, un cocktail micidiale fatto di crescita debole, disoccupazione elevata, deflazione persistente e bolle di maxi debiti in dollari (l'ultima in lista d'attesa quella delle società private dei paesi emergenti) sempre in agguato. Bolle causate dalle politiche monetarie espansive che non sempre si traducono in finanziamenti all'economia reale: il frutto avvelenato di politiche neoliberiste che idolatrano l'austerità, i conti pubblici in pareggio, aumentano le diseguaglianze sociali minando la coesione sociale e la ripresa dei consumi, unico volano, insieme agli investimenti, di crescita solida e duratura. -
Il divenire madre. L'inatteso e il vissuto
"La maternità è un'esperienza radicale dell'attesa perché mostra come l'attesa non sia mai padrona di ciò che attende. Ogni vera attesa è, infatti, attraversata da un'incognita: non si sa mai cosa o chi si attende, non si sa mai come sarà il tempo della fine dell'attesa. ...il desiderio della madre non può essere ridotto al 'voler avere un figlio'; non è ricerca spasmodicamente attiva del figlio, ma disposizione all'attesa."""" (Massimo Recalcati)" -
Il regime del salario. Smart working, smart profit... Smart strike?
Avete bisogno di un convivente che vi aiuti a pagare affitti e bollette? Fra poco non sarà più un problema. È in arrivo lo smart working, il lavoro agile che permetterà allo sfruttamento di entrare nelle case di lavoratori e lavoratrici in salute e in malattia, 365 giorni l'anno finché licenziamento non li separi. Pensate che esista ancora uno scarto tra pubblico e privato e che solo le donne abbiano il privilegio di lavorare tra le mura domestiche senza limiti alla giornata lavorativa? No, roba vecchia, lo smart working sarà per tutti, maschi e femmine, dipendenti pubblici e privati. Avete paura di non essere abbastanza flessibili? Lo yoga non serve. Ora potrete essere sempre al lavoro, flessibilissimi e produrre, produrre come non avete mai fatto prima, senza limiti di orario e all'ora che preferite, in altre parole: sempre! Always! Immer! Produttività continua e azzeramento dei costi di gestione: un toccasana per le aziende che, già rinvigorite dal Jobs Act, possono tirare l'ennesimo sospiro di sollievo. Lo scopo del lavoro agile, secondo l'articolo 1 del ddl non ancora approvato, è ""incrementare la produttività e la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro"""", ossia riconciliare il lavoratore con l'idea che i tempi di lavoro hanno occupato tutta la vita. Prefazione di Ferruccio Gambino."" -
Geopolitica del caos. Verso una civiltà del caos?
Perché ristampare un testo ""vecchio"""" di diciannove anni? Paradossalmente l'interesse di questo libro risiede proprio in questo: si tratta di un testo che analizza la situazione del mondo in un momento storico, la fine del XX secolo, con le nostre stesse caratteristiche sociali ed economiche ma con il vantaggio di essere antecedente all'attacco alle Torri Gemelle avvenuto l'undici settembre del 2001. La sua visione è certamente più lucida e più """"fredda"""" perché libera del """"velo"""" del terrorismo di matrice islamica che sembra coprire qualunque riflessione dei nostri giorni, soprattutto dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015. Ramonet compie in questo lavoro una revisione dei concetti fondamentali, economici, politici e sociali, per interpretare il punto di confusione in cui si trovava (e si trova) il mondo. Una """"geopolitica del caos"""" che quasi due decenni dopo non ha preso una ruga, una grinza e che, al contrario, sembra più che mai efficace proprio perché molti degli aspetti evocati in questo lavoro, sono ancora validissimi oggi. La forma del """"potere"""" era già mutata alla fine del XX secolo e ancora oggi possiamo porci la domanda che si poneva Ramonet nel 1997: chi governa il mondo oggi? Tutti guardavano agli USA come i nuovi """"padroni"""", la nuova potenza. Ma da lì a poco si scopriva che gli USA erano meno pronti di quanto non si credesse a fare da leader al mondo. Prefazione di Giuseppe Bettoni."" -
Contro la trojka. Crisi e austerità nell'eurozona
Questo scorrevole saggio fornisce un'alternativa all'ortodossia neoliberista che ha dominato il dibattito economico in anni recenti e il suo principale contributo risiede nella sua capacità di farci riesaminare alcune delle tesi più diffuse sulle cause dell'attuale crisi dell'Eurozona e sui modi in cui è possibile superarla. Una panoramica nuova e ricca di spunti sulla crisi, che contribuisce fortemente al dibattito rilevante, particolarmente utile nel definire le basi dei programmi economici proposti dai partiti di sinistra che hanno cominciato a far sentire la loro voce in tutta l'Europa, a cominciare da Syriza. Prefazione di Oskar Lafontaine. Introduzione di Paul Mason. Postfazione di Alberto Garzòn Espinosa. -
La dura prova delle resistenza. Grecia, eurozona e crisi globale
La versione inglese di ""La dura prova della Resistenza"""" è stata portata a termine nella primavera del 2013. Da allora, le sue valutazioni circa il corso degli eventi, purtroppo per il popolo greco, sono state confermate persino nei dettagli. Nonostante quanto molti dell'establishment, greco e internazionale, continuino a sostenere, la situazione in Grecia ha portato ad un vero e proprio disastro sociale ed economico. Scrivevamo, quattro anni fa, cercando di chiarire quello che ci accadeva: «Agli inizi del 2010, in quei giorni agitati in Grecia che precedettero il memorandum, la sinistra sollevava, tra le altre, le questioni seguenti. In primo luogo: la politica allora preannunciata non concerneva la maniera di affrontare il debito pubblico, ma la liquidazione della classe operaia, con l'imposizione di misure che la borghesia greca perseguiva da decenni. In secondo luogo: il fallimento sarebbe sopravvenuto proprio in ragione dell'applicazione delle misure, che avrebbero portato l'economia greca, con esattezza matematica, in un vortice recessivo mortale. In terzo luogo: il governo aveva consapevolmente coinvolto il popolo greco in un'avventura distruttiva offrendo con grande solerzia al capitale europeo la possibilità di avere una cavia ideale, che apriva dovunque in Europa la strada all'imposizione delle politiche di classe più selvagge che un intero secolo abbia mai conosciuto. In quarto luogo: la grecizzazione dei problemi, nel momento in cui chiaramente ci troviamo all'interno di una crisi mondiale del capitalismo che si rivelerà - è molto probabile - di importanza storica per il cammino dell'umanità, li rendeva assolutamente irrisolvibili». Il corso degli eventi ha dimostrato che la sinistra aveva ragione nelle sue valutazioni iniziali. E diceva ancora poco, potremmo aggiungere oggi."" -
Brevi scritti sulla fine dell'uomo. Testo tedesco a fronte
In questi brevi frammenti con testo originale a fronte, Günther Anders riflette con un tono a metà tra la gaiezza e il pessimismo sul futuro destino dell'uomo e dell'umanità, a partire dalla loro odierna condizione morale ed emozionale. In essi giungono a massima espressione tanto il suo profondo acume filosofico quanto la sua notevole virtù letteraria che avevano indotto Cesare Cases a parlare di Anders come dell'""unico sopravvissuto di quella generazione di ottimi fabbri tedeschi del parlar materno che va da Simmel a Bloch"""". Prefazione di Michele Sisto."" -
Simone Weil. L'attenzione al reale
Morta all'età di 34 anni nel 1943, Simone Weil ha dimostrato, nella sua vita e nel suo pensiero, una tale responsabilità al tempo stesso intellettuale, morale e politica, da conferire alla sua opera un'esigenza di coerenza, pur senza diventare mai una specie di sistema. Da un punto di vista filosofico, è difficile classificare la sua dottrina. Da una parte, afferma che ai suoi occhi ""nulla supera Platone"""". Il posto riservato a Platone e alla Grecia nell'interpretazione del suo pensiero, non deve tuttavia far dimenticare ciò che ella scriveva, sin dal 1934, nelle """"Riflessioni sulle cause della libertà e dell'oppressione"""": """"La nozione di lavoro considerato come un valore umano è di sicuro l'unica conquista spirituale che il pensiero umano abbia fatto dopo il miracolo greco; era forse questa l'unica lacuna di quell'ideale di vita umana che la Grecia aveva elaborato"""". Weil ritorna sull'argomento nel 1943, affermando che """"la nostra epoca ha come propria missione, per vocazione, la costituzione di una civilizzazione fondata sulla spiritualità del lavoro"""", dato che i pensieri relativi al """"presentimento di questa vocazione"""" erano i soli """"che non siano stati presi in prestito dai greci""""."" -
Esistenza e storia in Simone Weil
"Ho dei progetti personali che non mi lasciano tempo, e ai quali nessuna considerazione potrebbe farmi rinunciare. In due parole (lo tenga per lei fino a nuovo ordine), ecco di che cosa si tratta: forse, potrò finalmente lavorare in fabbrica come sogno di fare da almeno dieci anni. Se tutto si arrangia, comincerò alla fine di agosto, e sarà a Parigi o in periferia. Forse può capire ciò che mi aspetto da questa esperienza e quale importanza abbia per me. Sarebbe difficile spiegarlo per scritto. Tutto quello che posso dire, è che non riesco a pensarci senza sentire una gioia profonda"""" (Lettera di Simone Weil a Marcel Martinet, probabilmente del luglio 1934, inedita, Fondo SW Bnf.)." -
Lettere dal Sud. Ricordare per esserci
Usiamo spesso categorie spaziali per collocare pensieri, opinioni, e anche giudizi e pregiudizi. Così il Sud diventa un contenitore indifferenziato nel quale, come accade nel nostro Paese, mettere molte cose e molte cianfrusaglie. Il Sud sfuma nelle ambiguità dei significati, non solo perché il sud è di per sé indefinito, ma perché raccoglie anche umori e malumori del Nord, anch'esso egualmente indefinito. Il testo porta il Sud al suo umanesimo di base, ai suoi drammi, alle sue avventure e disavventure personali, sociali, istituzionali. Un certo Sud, prevalentemente quello della Lucania. Una regione studiata dagli antropologi, celebrata per alcuni luoghi speciali come i Sassi di Matera, visitata per i suoi due mari di Maratea e di Metaponto, dotata di paesaggi ancora non contaminati, costellata di villaggi montani in declino, chiusa tra regioni forti come la Campania, la Puglia e la Calabria. Patria di Orazio, è una regione dopotutto ancora remota in un Meridione che conserva un suo mistero e sintomi di alterità storica. Carlo Levi passò in Lucania gli anni del suo confino, della Lucania scrisse nel suo ""Cristo si è fermato ad Eboli"""", dipinse volti rudi e scavati in uno scenario di miseria e sofferenza. Oggi la Lucania propone alle cronache la contraddizione del petrolio. La scrittura in formato di lettera è aspra e lieve nello stesso tempo; e non rinuncia all'allegoria, all'ironia e al sarcasmo, come anche al paradosso e alla parodia."" -
Biogea. Il racconto della terra
La nuova abitazione. Se noi, locatari, dobbiamo assumere il carico di prendersi cura di un habitat solamente temporaneo, bene comune a tutti nello spazio e nel tempo, per poterlo lasciare ai successori così bello ed abitabile quanto lo abbiamo trovato, senza, per appropriarcene, sporcarlo di sangue e di altre contaminazioni, noi viviamo, in un certo senso, insieme qua e là, tra qui ed altrove, all'aperto tra due mondi, ma allo stesso tempo di lato, nel simbolico e nel concreto, con il secondo che riceve il suo senso dal primo. In mancanza di questa locazione temporanea, una terza morte apparirebbe al nostro orizzonte: l'eradicazione della nostra specie, la sparizione dell'essere umano. Ecco un inferno limite la cui pregnanza attuale ci induce a temere un altrove. Ecco dunque come e dove abitare. Ecco lo statuto della Biogea. La storia delle lingue, delle religioni, del diritto e della politica si ricongiunge, qui, in maniera urgente per la nostra sopravvivenza, alle nostre più recenti conoscenze. Le scienze della vita e della Terra, ormai al centro dei nostri pensieri, designano, tra questi due regni, lo stesso luogo esplicito dal quale dovranno rinascere le scienze umane. -
La responsabilità sociale del filosofo
"La responsabilità sociale del filosofo"""" è un abbozzo dell'etica che Lukács non arrivò mai a scrivere. Questo saggio fu pubblicato per la prima volta dopo la morte del filosofo, e non si ha completa certezza riguardo al momento in cui fu composto, probabilmente dovrebbe essere datato agli anni Cinquanta. Non esiste un'etica marxista e Lukács continua ad essere l'unico filosofo di orientamento marxista che abbia tentato una definizione di questa sfera del pensiero umano. L'etica marxista dovrebbe prestare maggiore attenzione al punto di vista hegeliano, e comprendere che, quando l'uomo agisce, necessariamente abbandona l'ambito dell'etica ed entra in quello della vita quotidiana. Engels fu anche il primo a formulare il problema della responsabilità storico-sociale, sostenendo che l'uomo agisce a partire dalle proprie condizioni sociali. Ogni comportamento etico è soggettivo, nella misura in cui parte dalle convinzioni e intenzioni dell'autore e delle circostanze sotto le quali costui agisce. Solo successivamente questa azione entra in relazione con altri esseri umani, o con altre azioni soggettive di altri esseri umani, e arriva a costituire una universalità." -
La fine del capitalismo. Dieci scenari
Può essere irrazionale il sociale rispetto all'economico? Questo è, alla fin fine, il problema che richiede una soluzione per chiudere la parentesi neoliberale della storia recente del capitalismo. Ma sembra irrisolvibile, nonostante i funambolismi che denunciano la gravità della situazione senza riuscire a porvi rimedio. Si apre così lo spazio per la negazione del capitalismo, non in prospettive utopiche, ma come conclusione di ragionamenti paradigmatici coerenti, relativi alla sua evoluzione storica, e alla dinamica del capitale quando viene considerato come suo motore. Un tempo, per molti, la classe operaia era il soggetto storico che avrebbe dovuto traghettare la società oltre il capitalismo. Il verso della lotta di classe però è cambiato; ora trova impulso dall'alto, e sposta ricchezza verso i vertici della piramide sociale. Tuttavia Marx è più vivo che mai per chi, con le sue lenti, non rinuncia alla lotta e guarda alla fine del capitalismo per riscattare il sociale. -
La soluzione inattesa. Un'interpretazione del totalitarismo
Dopo l'espulsione di Dio dal mondo. La novità del totalitarismo, che secondo la Arendt ""non ha precedenti"""", rimanda in prima istanza alla novità della crisi di senso diffusa nella società di massa del Novecento; è una novità, che pretende di essere un convincente superamento di quella crisi di senso, restituendo alla politica il compito elevato di risolvere i problemi dell'esistenza umana, in precedenza affidati alla pratica religiosa. All'ipotesi sulla difficoltà dell'uomo di esperire il mondo senza una causa e un progetto definiti, e dunque di rispondere alla domanda fatidica sui motivi del vivere, il totalitarismo risponde trasformando la politica in religione e dunque declinando la militanza politica in pratica dai contorni religiosi -, e conferendo agli individui, organizzati in masse, il compito di realizzarne gli ideali supremi (la Nazione, la Razza, la Classe). La religione diviene in questo modo un affare mondano che ha registrato la precedente espulsione di Dio dal mondo."" -
Il coniglio di Alja
Per la piccola Kati è il primo giorno di scuola materna dopo le vacanze estive. La grande novità per lei e i suoi compagni è la nuova bambina, Alja. Lei non è come loro, non può camminare, non sente e non vede, ma grazie al lavoro della maestra in poco tempo Alja diventerà una vera compagna. La maestra con molta naturalezza spiega quali sono i bisogni speciali di Alja e aiuta i bambini a trovare il modo per farla partecipare ai loro giochi e attività: la portano al parco, in piscina e alla festa di carnevale. Per il compleanno di Alja tutti i bambini sono invitati a casa sua a mangiare la torta. E lì scoprono che lei ha qualcosa che tutti vorrebbero avere: un coniglietto vero, tutto morbido e bianco, che le fa compagnia quando loro non ci sono. Kati è contenta perché ci può giocare anche lei. Il testo è in stampatello, le illustrazioni hanno colori caldi e sono molto chiare. Il libro con l'aiuto di un adulto avvicina i piccoli lettori alle situazioni che non tutti conoscono, insegna l'accettazione e l'integrazione delle persone diverse. Perché da lì a trovare i punti in comune è un gioco da ragazzi. Età di lettura: da 4 anni. -
Com'è verde il mondo senza le bombe della guerra
Il paese delle bombe è enorme, tutto grigio e freddo. Le case sono a forma di bombe e i grattacieli sono dei veri missili mortali, pronti a colpire. I bambini qui giocano solo con fucili, carri armati e bombe di ogni tipo, e a scuola imparano solo come usare le armi sempre nuove. Sono felici di giocare alla guerra dalla mattina alla sera. Ma la notte, stanchi, appena chiudono gli occhi, i venti del sud riempiono i loro sogni di immagini colorate di ampi prati verdi e fioriti pieni di bambini allegri che giocano e rincorrono farfalle e uccelli. Questi sogni li confondono e li disturbano a tal punto che decidono di andare in cerca di questo paese colorato per distruggerlo e per cacciar via i bambini che rincorrono le farfalle. Armati fino ai denti si mettono in marcia. Passano i giorni, i carri armati si bloccano nel fango, i fucili arrugginiscono, i bambini sono sempre più stanchi. Finalmente arrivati nel paese dei prati, scalzi e disarmati, scoprono la morbidezza e il profumo dell'erba, la freschezza del ruscello e l'allegria del rincorrersi. Mai più torneranno nel paese delle bombe. Chi sa perché. Età di lettura: da 9 anni.