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La casa di Abramo
Durante un viaggio diplomatico al sito archeologico di Ur, a sud di Baghdad, il professor Ibrahim Santiago, docente di Storia all'Università di Betlemme, rinviene un misterioso mattone contenente tre tavolette all'interno di quella che risulta essere la dimora del profeta Abramo. Convinto che le tre tavolette, effigiate con tre differenti scritture antiche, contengano un messaggio divino di fondamentale importanza per il futuro dell'umanità. Ibrahim chiede l'aiuto di Alkel Selach, amico di vecchia data e direttore della biblioteca di Amsterdam, per decifrare le iscrizioni. I due professori, insieme alla Loggia dei Mastri Bibliotecari, un'organizzazione massonica che ha il compito di proteggere e diffondere la cultura e il sapere, affronteranno attentati, tradimenti e catastrofi naturali, per rivelare al mondo la profezia di Abramo e salvare l'umanità dalla fine dei tempi. -
Mio padre Enzo. Dialoghi su un grande italiano del Novecento
Nel 2017 compirà 70 anni una grande Signora, che non dimostra affatto la sua età e resta pienamente l’icona della genialità e dello stile italiani nel mondo. È la Ferrari. Era il 1947 quando a Maranello aprì l’Auto Costruzioni Ferrari, dando ufficialmente inizio alla storia della casa costruttrice leader mondiale sia nelle corse che nelle vetture sportive. L’artefice di tutto, il padre di questo miracolo italiano è Enzo Ferrari, il Drake. In questo anniversario ecco ""Mio padre Enzo"""": il libro-biografia di Piero Ferrari, figlio del Drake, scritto con Leo Turrini. Forse nessun altro volume è mai andato così a fondo nel raccontare il grande Enzo. Un uomo difficile, scontroso, implacabile, ma capace di veri slanci; un gigante solitario, costretto a scontare la sua grandezza e la sua visionarietà con la solitudine delle sue scelte."" -
Inciampando nei 30. Trent'anni di me
Quando una donna compie trent’anni, qualcosa di importante e di difficilmente esprimibile accade in lei. Va a comprare la prima crema anti-rughe. Le commesse iniziano a chiamarla “Signora”… Nuovi sentimenti bussano alla porta dell’anima. Nuove nostalgie. Una nuova Io. Deve imparare a convivere con una particolare malinconia. Diventare consapevole che il tempo non va sprecato, perché la sabbiolina nella clessidra, grano per grano, scende giù segnando istanti che non tornano. Deve imparare a sorridere in maniera nuova, a ridere della vita e con la vita. Di tutto ciò parla questo libro: bizzarro, un po’ folle, tremendamente sincero. Il diario più intimo possibile di una trentenne di oggi. -
Barzellette sul Po. Come ridevamo quando eravamo povera gente
I più bei detti, i motti di spirito più arguti, le barzellette più divertenti che si raccontano da secoli i popoli del Grande Fiume, la gente del Po che vive nelle province rivierasche fra l’Emilia e la Lombardia. Quattro uomini in barca passano una giornata a rievocare i proverbi sul tempo, quelli sulle donne, i detti sull’amicizia, sull’amore, sul denaro, sulle buone e cattive virtù. Condiscono il tutto con battute e storielle da sganasciarsi di risate – qualcuna anche un po’ “spinta”, com’è nello spirito di questi luoghi. Un viaggio sul Po all’insegna del buonumore, della risata, della gioia di vivere, che di questi tempi incerti e grigi – la và mèl e po’ la crès, direbbero i nostri padri – è meglio di una medicina. -
La favola è in tavola
"La favola è in tavola"""" è un libro di ricette molto particolare. Dalle sue pagine spuntano curiosi personaggi: uno scoiattolo di nome Krik, un Maialetto rosa, due mattacchioni detti Fungo e Funga, e molti altri protagonisti di straordinarie avventure. Attraverso le loro storie, i giovanissimi lettori di questo volumetto possono apprendere molte cose sulla natura e sui prodotti sani e buoni, che diventano sani e buoni piatti da mangiare. Le 100 ricette proposte dal libro sono infatti basate su pochi, genuini ingredienti, scelti con cura e preparati secondo la tradizione, cioè con l’amore per i sapori e i profumi naturali. E, per essere davvero gradite ai più piccoli, non si limitano ai primi e ai secondi: ma contengono un’ampia scelta di spuntini, merende, focacce, torte facili da fare a casa. Magari con l’aiuto di due manine pasticcione e curiose, sotto l’abile regìa di una mamma consapevole e modernamente attenta alla salute alimentare dei propri bambini. Con immagini da colorare." -
Vittorio Sgarbi spiegato a mio figlio
Una lettera ad un figlio su Vittorio Sgarbi. Per quale motivo? Perché Vittorio Sgarbi è certamente una figura controversa, odiato da molti e amato da altrettanti. Ma è un gigante mediatico, una specie di icona dei nostri tempi. Probabilmente l’unico personaggio della cultura che i giovani conoscono, anche se superficialmente. Luca Nannipieri, critico d’arte e giornalista, mette a confronto la figura poliedrica e popolare di Sgarbi con quella di altre personalità che, nella storia, hanno salvato l’arte e la classicità da un mondo che voleva distruggerle o ignorarle. Perché Sgarbi è forse l’unica persona in Italia che può essere al tempo stesso sindaco di un Comune sciolto per mafia e l’autore di citazioni presenti negli esami di maturità nelle scuole, l’unico a riempire le sale in ogni città dove tiene conferenze parlando d’arte, l’unico ad avere tanti teatri che ospitano i suoi spettacoli e le sue lezioni sulla salvaguardia del bello e del vero patrimonio italiano, l’arte. Se crediamo che la battaglia per la bellezza salverà il mondo, certamente Sgarbi è un generale in campo di questo esercito. -
Il bambino dalle ali di cristallo
«Sono un privilegiato. Uno di quelli che si sposta utilizzando quattro rotelle, due piccole e due grandi. Rimango seduto tutto il giorno e questo è un privilegio non da poco. Certo, c'è questo fastidio di non potersi muovere agevolmente e di non poter andare in molti luoghi da soli, d'altra parte nemmeno la regina Elisabetta fa la spesa quando e come vuole. Si è anche guardati in modo ossessivo, solamente perché si è sciancati fisicamente. Quando si fa parte di una categoria protetta è normale essere osservati e studiati, anche i panda sono sotto osservazione. Qualche mese fa ho pensato: siccome amo viaggiare, perché non utilizzo i miei privilegi per fare un bel viaggio in tutta Italia?» In queste parole c'è tutto Fabrizio Marta, una persona davvero speciale che questo libro vi farà conoscere. Ironico e autoironico, sempre positivo e propositivo; instancabile, testardo, capace di non arrendersi mai, davanti alle piccole come alle grandi difficoltà. Questo è Rotex, il protagonista della storia vera raccontata in questo volume. In carrozzina sin dall'infanzia per una malattia ossea, l'osteogenesi imperfetta, che lo ha reso un bambino di cristallo, Fabrizio ha combattuto da subito la sua battaglia a viso aperto e senza paura. Così, quando ha scoperto di avere una grande passione per il viaggio, è diventato un ""viaggiatore rotante"""". Da anni racconta nel web (sul sito di «Vanity Fair Italia», fra gli altri) i suoi viaggi in lungo e in targo per il globo - Australia, Stati Uniti, Europa, Sudafrica. La sua sfida è chiara: sensibilizzare all'abbattimento delle barriere, quelle architettoniche e quelle culturali. E incentivare chi ha problemi di mobilità a viaggiare. Nel maggio 2012, insieme al fotografo Vito Raho, Fabrizio ha rotellato per oltre 8500 km lungo tutta l'Italia. Ne è uscito un reportage sul viaggio dal punto di vista del rotellato. Un'esperienza faticosa ed esaltante, ricca di emozione e di umanità."" -
Notturni inquieti. L'insonnia della ragione genera manager
Un importante manager fa un sogno: il suo ultimo giorno di lavoro. Dopo più di quarant’anni di azienda non è una sensazione piacevole. Nel sogno è tutto un viavai di gente che viene a salutare, chi rattristato, chi portando un ricordo, chi incerto se esprimere un augurio o far finta di niente. La verità è che il manager può liberarsi degli uomini di tutti i suoi anni di lavoro, ma delle loro storie no. È necessario, per lui, raccontarle. Cominciano così a sfilare le storie, sogni dentro un sogno, passioni, stranezze e orrori di un mondo che non sarebbe stato possibile ripulire per sempre senza fare gli ultimi conti, saldare dei debiti, sorridere delle meschinità e delle glorie precarie. Dare a ognuno l’ultima possibilità di recuperare dignità, o di perderla per sempre. -
Brugola. Vite d'artisti
Ventinove grammi di acciaio al carbonio, una qualità che non ha mai conosciuto compromessi. Un piccolo, perfetto cuore d’acciaio. Il suo nome è brugola. Scritto con la minuscola, è una vite che ha rivoluzionato il mondo della tecnologia. Con la maiuscola, è il nome di una famiglia: il capostipite Egidio, poi Giannantonio e oggi un altro Egidio, detto Jody. Novantuno anni di vita di un’impresa italiana, orgogliosa di avere sempre lavorato nel suo paese e per il suo paese. -
La Genovese. Una storia di amore e di rabbia
Frank ha un nome straniero, ma è italianissimo, un figlio del sud. Da subito capisci che è un fuoriposto, uno che naviga proprio male nelle acque del mondo di oggi. Giornalista da una vita, è da sempre costretto a raccontare i personaggi della ridicola commedia italiana. Quelli che affollavano il mondo dorato della sua ""direttora"""", grandissima animatrice dei salotti dove si decidono fortune e carriere, e che il potente segretario del partito aveva voluto al comando della sgangherata nave del giornale. Oppure Pellegrino Diotallevi, in arte Pel. Un pezzo di malacarne che aveva fatto i soldi con le macchine usate a Durazzo e con la monnezza che importava dall'Italia, ed era riuscito in un'impresa unica: fregare ai poveri la loro fame e trasformarla in un business. Frank, divorato dalla raggia - la rabbia, nel suo dialetto - è stato sempre un uomo contro. Perché il suo mondo era un altro. Quello di Peppino Matarazzo, di mestiere edicolante, che gli insegnò ad amare i giornali e da morto volle che lo scemo del paese gli cantasse in chiesa """"Bella ciao"""". Il suo mondo era quel vecchio professore di violino incontrato sulle rive di un fiume a Prizren, in Kosovo. Il maestro elementare di quel piccolo borgo sullo Jonio che spendeva i pochi soldi dello stipendio per i libri e per alimentare la sua idea di comunismo. Oppure Peppino Gagliardi, che non vinse un Festival di Sanremo per colpa di una censura scandalizzata. Insomma, gli sconfitti pieni di dignità e umanità che aveva incontrato nella sua vita. Romanzo fatto di personaggi e luoghi, """"La Genovese"""" ha per vero co-protagonista un sud più immaginario che reale. Cambiano le epoche, i tempi della vita e della storia si sovrappongono fino a mescolarsi, sempre accompagnati da suoni, odori e sensazioni precise ed evocative. Come il sapore di quella Genovese che dà il titolo al libro."" -
Poveri ma... rally. Il rally dell'Appennino Reggiano. Una storia 1985
Ricordate il Rally dell’Appennino Reggiano del 1985? Io sì, perché l’ho vinto, e poi … Sono Giuliano Maioli, e ho fatto per diversi anni il pilota di rally. In questo libro ho deciso di raccontare in modo preciso l’atmosfera, unica e irripetibile, che si respirava nel Team Lupo che di quella gara è stato figlio naturale e protagonista. Le interminabili notti passate a preparare la macchina; l’attesa della partenza; le prove speciali; la vicenda un po’ paradossale del risultato finale. C’è tanta vita, dentro questa storia. Tanti amici, tanta passione, tanto cuore. Quel rombo di motore che si avvicina nella notte. Quei fari che spuntano come occhi di lupo nel buio. Quella curva presa così. Quel maledetto cronometro che ti inchioda alla vittoria o alla sconfitta. Chi ha vissuto quei giorni, non riesce a dimenticarli. Perché dovrebbe? In fondo, sono stati i più bei giorni della nostra vita. -
Leadership in azione. Colloqui al vertice
Questo volume è il risultato di un lavoro a duemani, cominciato almeno trent’anni fa. I due autori, Edoardo Cesarini e Pier Luigi Celli, lavoravano entrambi all’ENI: il primo agli esordi della sua carriera, il secondo già avanti nella sua esperienza di aziende. “La passione per i temi della formazione delle carriere e le caratteristiche dei manager” spiegano i due “è stata, fin da allora, il filo ricorrente del nostro rapporto, seguendoci e inseguendoci negli anni, talvolta lavorando insieme, talvolta con Edoardo nella funzione di consulente e Piero a ricoprire responsabilità manageriali via via più impegnative”. “Era da tempo che avremmo voluto scrivere insieme qualcosa che avesse a che fare con la nostra esperienza manageriale”. Oggi è arrivato il momento opportuno, “quello che porta in dote la soluzione dei vari intrecci tentati lungo i percorsi professionali, così da rendere evidente che… sì c’era forse qualcosa di interessante da narrare, offrendo ad altri storie, conquiste e anche sconfitte di alcuni dei grandi capi delle aziende del Paese”. -
Elogio dell'accoglienza
Questo libro è un manifesto. Un manifesto elegante, come nello stile del suo autore, Arrigo Cipriani. Ma non per questo meno battagliero di come un manifesto deve essere. Cipriani è uno degli italiani più conosciuti nel mondo. Non è solo il 'patron dell'Harry's Bar di Venezia, ma un vero ambasciatore dell'accoglienza Italian Style ai quattro angoli del pianeta, con le sue 27 attività aperte in sessantanni di lavoro (negli ultimi tempi affiancato dal figlio Giuseppe) e i suoi 3000 e più collaboratori. Il messaggio di questo manifesto è chiaro. Il turismo - che in Italia vale non meno di 70 miliardi di euro l'anno e che rappresenta con il suo indotto quasi il 12% dell'intero PIL — è accoglienza. Non sfruttamento del cliente, come troppo spesso facciamo nel nostro Paese. «Per sessant'anni l'attività principale del mio lavoro è stata la ristorazione» esordisce Cipriani nel suo libro. «Un'attività essenzialmente di servizio. Tratterò l'argomento servizio legato al turismo inteso come offerta e non come fruizione di un terzo». L'accoglienza è un talento, una virtù, oltre che una cultura. Un talento che noi italiani storicamente possedevamo in misura maggiore rispetto a qualsiasi altro Paese del mondo, e che progressivamente abbiamo smarrito. Questo è l'ammonimento di Arrigo Cipriani, che resta fedele a poche fondamentali regole. La prima, quella di mettere al centro il cliente. Vuol dire trattarlo, più che come semplice turista (parola ormai ambigua e a rischio di negative declinazioni) come ospite. Rispetto, quindi, prima di tutto, e cura dell'ospite che arriva sul nostro territorio. Tradotto in termini pratici, significa proporre un servizio, in qualsiasi situazione o luogo, che sia professionale da una parte, ma non privo di calore umano. Questo assunto fondamentale riguarda tutto il Belpaese, da nord a sud. E prima di tutto Venezia, che con i mali e le degenerazioni del turismo di massa si sta confrontando da decenni ed è ormai giunta al redde rationem finale. -
Moratti Inter. Album di famiglia. Ediz. illustrata
La storia della famiglia Moratti è anche la storia della Milano del dopoguerra. La città ferita dalla guerra civile, risollevata dal miracolo economico; piegata dagli anni di piombo; esaltata quanto, sorseggiando un aperitivo, la si chiama ""Milano da bere"""": una sbornia, naturalmente; poi Tangentopoli, i processi, la giustizia, giustizialismo e populismo. Oggi la rinascita. Ogni passo, ogni evento vissuto da una famiglia impegnata in una grande impresa. Ogni stagione segnata dalle partite – vinte o perdute – dall'Inter Football Club nel nome di Angelo Moratti e della sua famiglia che l'hanno guidata per oltre trent'anni. Prefazione di Massimo Moratti."" -
Come sei bella. Viaggio poetico in Italia
Camillo Langone ha chiesto a 104 poeti di raccontare in versi il luogo italiano più amato. Ne è uscito un viaggio fatto solo di poesia. ""Leggevo Italia di Charles Wright, il libro che raccoglie le poesie dedicate dal poeta americano alla nostra nazione nel corso della sua lunga carriera, e ho avuto un’illuminazione: perché un viaggio in Italia non lo facciamo scrivere ai poeti italiani? Non che Wright non sia bravo, anzi, ma fatalmente ricorda l’Italia del tempo che fu. Poi Wright è uno solo e le città italiane sono cento, minimo, e per non escluderne nessuna di poeti ce ne vuole gran copia. Bisogna estrarli dal loro solipsismo, mi sono detto, strapparli ai loro festivalini, alle loro recensioncine, al loro piccolo mondo di piccoli premi e prefazioni. “Tutto ciò che serve solo all’autore non vale nulla”: forte di questo pensiero pascaliano ho chiesto ai migliori poeti disponibili a un viaggio letterario di mettersi al servizio di un luogo amato, scrivendone appositamente. Quando ci si mette da parte, ecco che si parte""""."" -
Chiedi chi erano gli hippies. Ediz. illustrata
Un fantastico viaggio nel mondo degli hippies. Un racconto in 18 illustrazioni da esplorare, colorare e appendere. Età di lettura: da 6 anni. -
3000 chicchi di riso
Il vero, universale alimento dell'umanità non è, come si potrebbe credere, il pane. È il riso. Si stima che le prime tracce di questo cereale, meraviglioso dono della natura, risalgano addirittura a 12.000 anni fa, nell'Asia preistorica. Da allora, il riso di strada ne ha fatta tanta diffondendosi in tutti i continenti del nostro pianeta e in tutte le civiltà e tutte le culture alimentari. Questo libro è un giro del mondo in 200 ricette basate sul riso. Comincia con l'Estremo Oriente asiatico, percorre il Medio Oriente, arriva in Europa, poi in Africa, nelle Americhe, sino all'Oceania. Se è vero che non c'è un paese al mondo che non abbia una ricetta a base di riso, questo libro le raccoglie praticamente tutte, dalle più famose e ormai conosciute anche nelle nostre tavole, come il Nasi Goreng, a quelle dai nomi più esotici e invitanti (chi conosce lo Tsa Bi Whun o la Mashkurda?). -
La quinta stagione
"La quinta stagione"""" per Cosimo Damiano Damato è incendio delle altre quattro. È l’amore di un barbaro che prova lo sgomento di farsi gentile. L’amore al suo sprigionamento procura il ripudio di se stessi, l’identità acquisita nel monolocale. Anche un castello è tale, se abitato da solo. L’amore qui sbaraglia, spoglia e non assomiglia a niente prima. I versi sono salmoni che cercano di risalire una rapida, in obbedienza a un ordine di arrembaggio. Il vocabolario qui è trattato da energia rinnovabile."""" (Erri De Luca)" -
Romanzo italiano
Riccardo Manzoni, architetto milanese cinquantenne di buon aspetto e cultura, estrae un tubo di plastica dal bagagliaio della sua Audi, lo infila nella marmitta, e prova a farla finita nei pressi del casello di Melegnano. Contemporaneamente, a Torre Annunziata, Antonio Esposito, figlio del boss Salvatore Esposito, e il cugino Totò, per dimostrare il loro ruolo di giovani duri della camorra debbono ammazzare Luigi Caruso, detto “Giggino Bocca Aperta”. Le loro vite così apparentemente lontane si intrecceranno, in un grottesco noir ricco di colpi di scena e con un finale eticamente e politicamente scorretto. Romanzo italiano ha la veste di un racconto immaginifico e surreale: ma poiché ormai la realtà – soprattutto quella italiana - supera la fantasia, Villani mette in scena un Paese tremendamente reale: un’Italia in cui la Milano “bene” e la Napoli “male” giocano a scambiarsi i ruoli, tra rapine rocambolesche, sontuose feste gay, vecchi boss affetti da nevrosi, giornalisti coraggiosi, e perfidi usurai griffati ed eleganti. Ogni riferimento a fatti veramente accaduti non sarà certamente casuale. -
Romanzo selvaggio
Oltre ""Trainspotting"""", dopo """"Breaking Bad"""" e """"Smetto quando voglio"""" c'è """"Romanzo selvaggio"""". Una storia vera, una discesa agli inferi in una Milano ipertecnologica e schizzata, raccontata da un collettivo che si definisce Macello, il Caronte perfetto per traghettarvi in questo incubo metropolitano. Questo romanzo picaresco, feroce e tenerissimo, è un baedeker tossico sulla nostra società di rovine. Quattro cavalieri del nulla, ALT, CANC, CTRL, ESC, studenti di facoltà sgangherate e pornografi che, create al solo fine di produrre nuovi disoccupati, creano una start-up iperdigitale per lo spaccio, conversano amabilmente di questioni teologiche con un angelo, gestiscono affari con i clan calabroalbanesi e cercano un’impossibile redenzione in ogni possibile droga. Su di loro incombe e veglia la città di Milano, leviatano di periferie sgarrupate e bar cinesi, salotti in boschi verticali e crack house verso l’aeroporto, dove vige una sola legge: quella del denaro. E accumulando e bruciando denaro, inseguendolo e perdendolo, i nostri quattro eroi ci rivelano tutta l’insensata crudeltà che viviamo e che non vogliamo vedere, la crudeltà di essere schiavi volontari. Un libro avventuroso e folle, ricco di invenzioni linguistiche e di una narrazione a colpi di scena serrati, che ne fanno una sorta di videogame letterario, rapido e imprevedibile.""