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E fu il giorno in cui abbaiarono rose al tuo sguardo
Una raccolta in tre tempi, dispari come un anno cui manchi l'estate. Potrebbe già bastare questo a descrivere la poesia di Giorgio Podestà, intrisa di un senso di perdita, di un «non più» carico in qualche modo d'ingiustizia. In essa, immagini naturali ricorrenti (l'albero, il cielo, gli uccelli, la luce, l'acqua) vengono tagliate longitudinalmente all'improvviso - in un verso, due al massimo - dall'elemento umano, emotivo, vivo, che ne rende a quel punto evidente il valore di scenario metaforico e al contempo acuisce la sensazione di freddezza, immobilità che se ne riceve. Nel cui nucleo sembra nascondersi il desiderio di decodificare fino in fondo un messaggio, una verità che pare fatta di terra, di sassi, più che di parole. prefazione di Luisa Sparavier. -
Baldovino IV di Gerusalemme. Il re lebbroso
Conosciuto come il Re lebbroso, Baldovino IV fu il giovane re di Gerusalemme che, pur se affetto da una gravissima malattia, difese le terre conquistate dai cristiani affrontando le armate del suo grande rivale Saladino. Figlio di Amalric e Agnese di Courtenay, Baldovino divenne re ad appena tredici anni nel 1174, per decisione della corte, accettato dai capi dei crociati che lo ritenevano debole a causa di una forma devastante di lebbra che si era manifestata sin dalla fanciullezza. Un re che non sarebbe dovuto durare e che non avrebbe dovuto avere alcun peso nella feroce guerra tra le fazioni politiche per il controllo della Terra Santa. La storia di Baldovino IV fu invece sorprendente: un giovane cavaliere crociato che vide la sua giovinezza e la sua forza divorate dalla lebbra e che tuttavia mai si arrese al male, che prese su di sé come una croce da portare in battaglia. Invece di chiudersi nella difesa di Gerusalemme, Baldovino decise di attaccare, invece di essere docile strumento nelle mani di duchi e conti, tenne loro testa; malato e ormai in punto di morte si pose alla testa del suo esercito nella battaglia di Montgisard. Vinse issando la reliquia della Vera Croce. Il re lebbroso si spense il 16 maggio 1185 a soli ventiquattro anni e riposa nel Santo Sepolcro di Gerusalemme. -
Cachi, il frutto misterioso. Storia, ricette e curiosità
Cachi, il frutto misterioso non è un opuscolo di curiosità sui cachi, ma un vero e proprio saggio sull'argomento che soddisfa la curiosità degli amanti del frutto sotto innumerevoli aspetti: gli autori descrivono le diverse specie, illustrano con dovizia di fonti la storia della pianta, ricordano le menzioni in letteratura. Quindi raccolgono racconti di natura diversa, tutti che hanno l'albero come coprotagonista. Completano il volume numerose e affidabili ricette, non facili da trovare. Infine, il lettore può dilettarsi a risolvere gli appassionanti giochi di enigmistica preparati sul tema. -
L' arte di fare il cattivo. Ovvero origine, epifanie e metamorfosi dell'Orco
Ognuno di noi almeno una volta ha ascoltato, da bambino, fiabe che parlassero dell'Orco e qualche volta addirittura la minaccia che costui fosse pronto a venirci a prendere, se non facevamo i bravi. Ognuno se lo è dipinto a immagine delle proprie paure, attingendo però, senza rendersene conto, a quello che è un bagaglio di cultura popolare profondo e antichissimo: dai miti greci del mondo degli inferi, al folklore contadino ricco di personificazioni della natura (il vento, la tempesta, il terremoto) ed elementi magici e pagani, la figura di questo personaggio dalla gran bocca cannibale e dal fiuto sopraffino ha attraversato molte varianti di forma e di nome, delle quali l'autore ci dà conto in modo esaustivo e piacevole in questo piccolo saggio. -
In preghiera con Maria, Madre e Decoro del Carmelo
La devozione alla Madonna del Carmine è «universale», come diceva papa Paolo vi. In questo libro si presentano preghiere in onore della Madonna del Carmine. Sono presenti le seguenti preghiere: novena, celebrazione eucaristica, lodi, vespri, rito di imposizione dello scapolare, supplica e altre preghiere della tradizione carmelitana, rosario, litanie e allegrezze. Il libro si conclude con un'appendice nella quale si approfondiscono alcuni temi (novena, triduo, rosario, scapolare...). -
L' uomo, l'animale, la natura. Questioni di etica
Se gli animali non umani possano essere considerati soggetti di diritto è una questione a cui la filosofia ha fornito differenti soluzioni, a partire dalla discussione sul significato dei termini ""animale"""" e """"diritto"""". Il problema è stato più volte collocato entro un'ottica più vasta, riconducendo l'analisi alla dicotomia tra essere umano e animale non umano, i cui poli sono intesi come categorie contrapposte e, dunque, inconciliabili. I due lavori raccolti in questo volume presentano riflessioni mirate, con l'intenzione di offrire un contributo al dibattito che ruota intorno al tema della soggettività morale degli animali. Yuri Conti ricostruisce la genealogia della dicotomia natura vs. cultura - intesa come prodromo dell'opposizione tra umani e animali - della cosmologia occidentale e della sua fallacia costitutiva - la fallacia naturalistica. Il saggio di Sofia Righetti affronta, invece, il tema dei diritti animali a partire da John Rawls e dalla sua proposta contrattualista. L'idea di fondo, comune ad entrambi gli autori, è quella di restituire all'animale la sua dignità di soggetto morale: riconoscerlo, in altre parole, come possessore di diritti e dunque individuo a cui l'etica si può rivolgere. Postfazione di Domenica Bruni."" -
L' uomo e l'ecosistema:?dal centro urbano alla sfida del rewilding
I saggi raccolti in questo volume intendono proporre delle riflessioni intorno al cruciale e delicato rapporto che intratteniamo con il mondo naturale. Quando si discute di ""crisi ecologica"""" non ci si riferisce solo a fenomeni immediatamente noti come l'antropizzazione, la desertificazione e la deforestazione, ma anche a problemi solo apparentemente di minore gravità - ad esempio l'introduzione in un determinato ambiente di specie alloctone animali o vegetali. Il recupero di una relazione sana con il mondo naturale, possibile solo mediante approcci che superino l'antropocentrismo, appare oggi urgente e necessaria. Sulla scia di quest'emergenza, il saggio di Eleonora Vecchi discute la pratica ecologica di conservazione degli ecosistemi nota come rewilding. Miriam Falco, invece, analizza le implicazioni e gli effetti benefici dell'esposizione al verde nei centri urbani, da cui consegue l'importanza di una maggiore integrazione degli elementi naturali nei contesti antropici. Il volume ospita anche un'intervista al filosofo Mario De Caro, curata da Gianluca Herold, dedicata al tema dell'altruismo. Postfazione di Matteo Andreozzi."" -
Attila l'Unno. L'arco e la spada
Attila, l'uomo che fece tremare l'Impero di Roma, è una figura misteriosa, sia per le sue origini, che per la morte inaspettata. Sappiamo quello che storia e tradizione ci hanno tramandato: guerriero spietato, razziatore implacabile e strumento scelto da Dio per punire gli uomini dai loro peccati. Tuttavia non conosciamo la vera natura del condottiero, né gli eventi che lo hanno posto alla testa delle orde unne che attraversano l'Europa gettando numerosi popoli nel terrore più assoluto. Come sconosciute sono le ragioni che permettono al generale romano Ezio di opporsi alla sua avanzata e di riuscire persino a sconfiggerlo nella furiosa battaglia dei Campi Catalaunici. Ripercorrendo quanto gli scrittori antichi hanno lasciato su di lui, Mirko Rizzotto analizza le vicende del Flagello di Dio, cercando di comprenderne i segreti delle tattiche militari e delle manovre politiche che tanto misero in crisi l'Impero romano già in evidente declino. -
Zombi, strane storie di santi
Con una scrittura vivace e moderna, pone a confronto questi aneddoti devozionali con elementi della cultura non strettamente religiosa e non ci nega ipotesi sulle situazioni di vita concreta che possano aver suscitato alcune leggende poi assorbite nei testi sacri.rn«Un libro che esplora le radici cristiane del pulp» – Il VenerdìrnrnAvevate mai considerato che la tradizione cristiana pullula di quelli che oggi, con un linguaggio cinematografico, chiameremmo «morti viventi»? Senza rischio di apparire blasfemi, possiamo dire che Gesù è il più celebre dei risorti dalla tomba e una lunga lista di santi e miracolati gli fa corona. Certo, sul piano religioso tutto ciò si lega al concetto della sconfitta della morte e del male, ma si incrocia anche con credenze popolari e bagagli culturali di provenienza differente. La questione è davvero complessa in termini storico-antropologici, filosofici e narrativi: proprio su quest'ultimo aspetto insiste l'autore di questo saggio, andando a scovare nelle Scritture riferimenti ad apparizioni, corpi redivivi e incorrotti, descrizioni disturbanti (che Casali definisce, a ragione, «agiografia splatter»). -
Il giorno di Natale
Lo spirito natalizio può assumere le forme più diverse, nel tempo e nello spazio, e rispondere a differenti nomi. In questo volumetto ne sono accostate non a caso differenti interpretazioni lontane cronologicamente (quella di Luigi Pirandello risalente agli sgoccioli dell'Ottocento, quella contemporanea di Laura Bonelli, le quattro Cantilene di Emilio De Marchi dal sapore antico) ma accomunate da un'idea del Natale molto umana: c'è l'amore per la tradizione della festa e il desiderio segreto di distaccarsene, ci sono aspirazioni profane e ravvedimento spirituale, c'è un tocco di furbizia popolare, ma soprattutto aleggia un senso di calore semplice, che non richiede spiegazione, come quello che emana da un presepe di quartiere con il cielo di cartapesta. -
Il presepe nel bosco. Ediz. a colori
Luigino, un bambino di quelli che definiremmo «fortunati», è abituato ad avere il meglio: i genitori sono convinti che allenarlo al lusso e circondarlo di amici di un certo ceto sociale lo favorirà nel suo futuro. Né Luigino ha occasione di riflettere su tutto ciò, fino a quando trova in una stalla abbandonata, accanto alle statuine del presepe, il diario di Rosina, sua coetanea vissuta molti anni prima. Lei racconta della vita semplice e povera della campagna e delle privazioni che comportava, accanto alle gioie genuine. Questa scoperta apre gli occhi al piccolo protagonista, portando lui e poi a sua famiglia sulla via dell'altruismo e della condivisione. Con la consueta grazia, Alessandro Petruccelli riesce a condurre il lettore in un mondo un po' antico abitato da sentimenti però senza tempo. Età di lettura: da 4 anni. -
Gesù bambino nasce. Poesia popolare del Natale
I canti e le filastrocche di Natale che gli adulti di oggi ricordano dall'infanzia e che persino le ultime generazioni continuano a imparare hanno radici sorprendentemente antiche: come spesso accade per il canto rituale, elementi primordiali e pagani si celano camuffati dentro le storie della Natività e dell'Epifania, e altrettanto potente vi resiste attraverso i secoli il lato umano (Giuseppe preoccupato per il viaggio, Maria che lava i panni del figlio, il suonatore che, allora come oggi, non possiede tesori oltre la sua arte...). Le profonde conoscenze dell'autore ci aiutano a collocare in un contesto culturale e di significato queste poesie popolari, mentre le partiture raccolte e commentate da Alberto Nocentini ci permettono di risalire a come alcuni di questi componimenti «suonavano», e riconoscerli. -
Il pane carasau. Storie e ricette di un'antica tradizione isolana. Nuova ediz.
C'era un dolce tepore in quella cucina, tutto era armonia, e continuavamo a bisbigliare come se ci fosse stato qualcuno da non svegliare, da non disturbare. È nostro desiderio parlarvi di un antico pane tipico sardo, composto da semplici e pochi ingredienti quali una manciata di farina lavorata senza l'utilizzo del lievito di cui abitualmente facciamo uso, e schiacciata a lungo per ottenere uno spessore incredibilmente sottile; attualmente accompagna cibi, stuzzichini e salse anche nella penisola e risulta essere molto apprezzato dai «continentali»: si tratta del pane carasau, conosciuto anche con il nome di carta da musica - nome non attribuitogli dai sardi - per via delle sue sottilissime sfoglie e del suono che producono grazie alla loro tipica croccantezza. «Su pani fattu in domu», «il pane fatto in casa», quello che racconta storie infinite, che nasce in seno a una famiglia e che vaga di casa in casa, dentro bisacce o sull'altare del parroco, che richiede un intero corredo di canestri e di preziosi teli di lino bianco, che sopravvive a più di una stagione, e che prima ancora d'esistere è parte di un'idea che nasce coltivando, trebbiando, setacciando. -
Dulce Lopes Pontes di Salvador. L'angelo della Bahia
«La carità non può avere le mani legate»: all'insegna di questo slogan suor Dulce (1914-1992), la suora simbolo del Brasile, soprannominata «l'angelo buono della Bahia», dedicò la sua attività instancabile all'apostolato sociale nei quartieri poveri di Salvador di Bahia. Anziani, poveri delle favelas, ammalati, operai, meninos de rua furono i soggetti ai quali suor Dulce cercò di dare assistenza e aiuto. Con la fondazione delle Opere Sociali suor Dulce, che portano avanti il suo ideale di Amare e Servire il prossimo, ha lasciato in eredità il più grande complesso ospedaliero della Bahia, che eroga ogni assistenza gratuita attraverso venti nuclei operativi per patologie cliniche e chirurgiche con un migliaio di posti letto, e un Centro di recupero per ragazzi e adolescenti in situazioni di vulnerabilità sociale con l'avvio allo studio e ai mestieri. Suor Dulce sarà canonizzata a ottobre 2019 da papa Francesco a San Pietro. -
Conto i giorni felici. Cercando la felicità (e altre cose venute dopo)
Farsi delle domande sulla felicità potrebbe sembrare pretenzioso, eppure non è forse vero che tutti ce le poniamo? Non è detto, però, che ciascuno di noi sia in grado di darsi risposte con la profondità riflessiva e l'arguzia narrativa che si deve riconoscere all'autrice di questo volume. In un flusso nel quale si mescolano armoniosamente esperienze personali, riflessioni spontanee e ricerca quasi scientifica, si indaga su dove si trovi la felicità (nel denaro, nel sesso? Nell'amore e nei progetti di famiglia?), se mai sia possibile conseguirla e, soprattutto, ci si chiede se per una donna di oggi tutto ciò debba avvenire in una chiave differente e particolare. -
Breve storia del segnalibro
Da sant'Agostino, che teneva il segno con il dito, al Manzoni, passando per l'Arcimboldi, fino ai nostri giorni con gli eBook: la storia e le curiosità di un oggetto caro a chi ama leggere. Cosa usate per tenere il segno, quando momentaneamente interrompete la lettura di un libro? Avete mai prestato davvero attenzione a quell'oggetto (biglietto del tram, fiore essiccato, laccetto di seta...) che vi permette di ritrovare il punto in cui vi eravate fermati? Fra il segnalibro d'emergenza (come la classica e vituperata ""orecchia"""") e quelli pregiati, pensati come elementi da collezione, passa un mondo che non merita soltanto curiosità classificatoria, ma una considerazione che non è troppo definire filosofica; proprio con questo termine, infatti, l'autore - esperto degli aspetti paratestuali del libro - descrive il segnalibro come «un elemento filosofico prima ancora che materiale». Oltre alla puntualità della prospettiva storica, un ricco apparato di note e una nutrita bibliografia rendono questo saggio limpido e prezioso, mai pedante e tra i rarissimi contributi dedicati all'argomento. Con segnalibro abbinato."" -
Le ore in testa
Le poesie qui raccolte tradiscono, nel parlare a partire dalla vita - non di essa, solo su suo spunto - una identità definita, un verso dal contorno forte, forse, ma non senza sforzo, che osserva la realtà e, in modo particolare, il tempo: le ore, appunto. Un tempo che non sembra seguire una linea morbida, bensì contrarsi a scatti e muoversi in direzioni diverse a seconda dell'occhio che lo guarda, della stagione, in base all'impazienza del ritmo. Prefazione di Marta Mauro. -
Potere e conflitto religioso nel nord dell'Africa. Quodvultdeus di Cartagine e i vandali
Da Vittore di Vita sappiamo che Quodvultdeus occupava la cattedra episcopale di Cartagine (sede primaziale dell'Africa) quando i vandali conquistarono la città nel 439. Non ci sono dubbi che succedette al vescovo Capreolo nel governo della sede metropolitana fino a quando, dopo la morte in esilio, nel 454 venne eletto come suo successore Deogratias. Sebbene l'invasione vandala del nord Africa assorbisse gran parte del suo impegno pastorale, non per questo nei suoi sermoni smise di prestare attenzione ai diversi pericoli interni che, secondo lui, minacciavano la sua comunità, come la rilassatezza dei costumi, la contaminazione giudaica nella pratica religiosa e le deviazioni eretiche che, a quanto sembra, costituivano pericolo costante per i suoi fedeli. L'arrivo dei barbari scosse profondamente la Chiesa cattolica, istituzione che godeva di grande ricchezza e prosperità, soprattutto dopo essere diventata più forte con la definitiva vittoria ottenuta sul donatismo. Una volta installati, i vandali imposero un regime di stampo anticattolico, i cui effetti si notarono non solo nella massiccia confisca dei beni della Chiesa cattolica a beneficio di quella ariana, ma anche in un'attiva e violenta campagna di conversioni forzate tra la popolazione nordafricana. Il vescovo di Cartagine, insieme a tutto il suo clero, oppose una strenua resistenza facendo ricorso a una predicazione aggressiva. Quest'atteggiamento di ribellione provocò l'adozione di misure drastiche da parte delle autorità barbare, tra cui spiccava l'assoluto divieto di qualunque manifestazione «propagandistica» del dogma niceno e, alla fine, l'esilio del clero cattolico, in primis, naturalmente, di Quodvultdeus di Cartagine, massima autorità. Il vescovo esiliato morirà poi in Campania prima del 454, non prima di aver prestato aiuto al vescovo napoletano Nostriano nella lotta contro l'eresia pelagiana e aver scritto la sua opera più importante: il Liber promissionum et praedictorum Dei. In essa includeva, ancora una volta, frequenti attacchi contro i vandali ariani (dolorosa evocazione dell'oppressione che, dal suo punto di vista, stava vivendo la propria terra natale) ed esprimeva in forma più elaborata la propria interpretazione provvidenzialista e millenarista della storia, motivata, senza dubbio, da un amaro vissuto personale. -
Il volo dell'ape
La storia di un ragazzo umbro che, tra studio e innamoramenti, semplici avventure e tragedie sfiorate, cresce e trova il proprio posto nella vita. Michele Panelli cresce fra le api, creature misteriose la cui organizzazione si basa su ruoli e comportamenti definiti. Questo non è però un romanzo che parla di api, ma di persone: esseri umani che nascono senza sapere se diverranno operaie o nutrici, ceraiole o fuchi destinati a un veloce sacrificio; che devono, quindi, cercare il proprio destino e costruire il proprio posto nel mondo. Succederà anche al protagonista: nel ragazzo impacciato e immaturo scoprirà pian piano nascosta l'ape bottinatrice, quella che viaggia lontano lungo una mappa che nemmeno sapeva di conoscere, e che riporta poi sempre a casa. Michele, fra semplici avventure e tragedie sfiorate, incontrerà la sua regina e con lei costruirà un alveare della sua esatta misura. -
Goffredo di Buglione
Goffredo di Buglione (1060 circa-1100), duca di Bassa Lotaringia, è il protagonista assoluto della Prima crociata (1096-1099), straordinaria epopea che oltre a restituire alla cristianità il venerato Sepolcro di Cristo dopo secoli di dominazione musulmana, ha, per le conseguenze che ne sono derivate, fortemente contribuito alla definizione dell'identità Europea. Discendente di Carlo Magno, figlio di illustri personaggi del tempo Eustachio II di Boulogne, protagonista nella battaglia di Hastings e Ida di Lorena, nipote di Matilde di Canossa. La ricca produzione cronachistica, le chansons de geste e la storiografia restituiscono di Goffredo il ritratto di un uomo di raro spessore umano, pietà religiosa, valore e perizia militare. Eletto dei suoi compagni d'armi, primo sovrano latino di Gerusalemme, adotta anche il titolo di advocatus sancti sepulchri. La storia di questo grande feudale, complice la propaganda della Chiesa romana che lo ha rappresentato quale modello di perfezione della Cavalleria Cristiana, ha rapidamente alimentato un processo di mitizzazione. Colpito prematuramente da un morbo misterioso, prima di entrare nella leggenda, Goffredo getta le fondamenta territoriali ed istituzionali di un Regno che con alterne vicende sarebbe durato fino al 1291 con la conquista musulmana di San Giovanni d'Acri, ultima postazione crociata in Palestina.