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Erano lacrime mie
L'irruzione di un verso nel mio cuore e sulle dita che scrivono su un qualunque foglio di carta, il primo che trovo, talvolta anche uno scontrino che ho in tasca, è per me sempre un mistero, come mistero sono le cose più importanti della vita: la nascita, l'amore, l'amicizia, la morte, Dio. E anzi, forse la poesia mette per iscritto questo mistero non per darne una definizione, ma per aprirvi uno squarcio che permetta di vedere attraverso le cose la realtà vera. Così può capitare di pensare che piova mentre ci si accorge di stare piangendo. È, a me pare, l'esperienza cantata da Fernando Pessoa: Fingere è proprio del poeta. Lui finge in una maniera così completa fino a fingere che si tratti del dolore il dolore che lui sente veramente. Le poesie contenute in questo libro abbracciano una produzione decennale, una cernita, un distillato che ne raccoglie le più suggestive, quelle che sono sgorgate da un cuore che ora le offre ad altri cuori perché, come recita un graffito di Ivan Tresoldi: «Poeta sei tu che leggi». -
Il piccolo capraio
Il giovane Mario dopo la scuola deve badare ogni giorno alle sue capre, per dare una mano al padre. Per ingannare il tempo, si esercita intanto a lanciare sassi sempre più lontano... Non immagina quanto lontano lo porterà questa sua abilità, che finirà per garantirgli un futuro e addirittura per salvare il suo villaggio dall'abbandono e dalla miseria. Dopo La mucca Sposella, L'uomo solo e la formica e L'asino Giacchino Petruccelli torna a regalarci un racconto delicato e piacevole, arricchito dall'atmosfera autentica delle vere storie di paese e dal linguaggio curato, con una patina sognante e un po' d'altri tempi. Età di lettura: da 7 anni. -
La dispensa delle spezie e delle erbe. Prontuario per cucinare con le spezie e le erbe aromatiche
Una guida semplice e chiara all'uso delle spezie in cucina. E diverse ricette a base di spezie. -
Compito per domani
1940: a Poiana, piccolo villaggio romeno, i soldati di Stalin fanno irruzione e arrestano il giovane insegnante Mihai, spedendolo in Siberia. Maria, alunna segretamente innamorata di lui, si mette sulle sue tracce. Dopo tredici anni Mihai, testimone di tante brutture, farà ritorno a Poiana portando con sé un nuovo motivo di speranza. La vita continua, malgrado l'intromissione delle forze del male. Un'intensa storia d'amore tra gli orrori del gulag. -
Ogni favola è un sogno. Ediz. illustrata
Daria è una ranocchietta invisibile: solo i suoi genitori riescono a vederla, perché Daria è un desiderio... finché un'amica raganella dona un uovo che trasformerà questo desiderio in una figlia vera. Un dono misterioso permette a mamma Saura e papà Sauro di conoscere il loro piccolo tanto atteso. Zoe vende semi, ma uno di essi ha bisogno di una terra diversa e di un laboratorio speciale per poter germogliare. Ci sono api, anatre, fate, ma ci sono anche bambini in queste storie: bambini veri, verissimi, che si fanno domande grandi cui i grandi cercano di dare risposte semplici e sincere, tutte accomunate dall'idea che determinazione, speranza e coraggio (e un piccolo aiuto dalla scienza) a volte sono indispensabili per dare forma a un desiderio profondo. Età di lettura: da 5 anni. -
Terroristi nella storia antica. Atti di terrorismo nell'antichità romana
La parola terrorismo ha origine dal termine latino terror che significa alicui terrorem ferre, propriamente «portare terrore a qualcuno» ma anche «terrorizzare qualcuno». Per parlare di terrorismo servono alcuni presupposti: manifestazioni in atti violenti di distruzione destinate a intimidire e terrorizzare la popolazione, provocando perdite umane e danni materiali; chi agisce - singoli o organizzazioni - non lo fa per interesse personale (vendetta, arricchimento o follia); i membri di un'organizzazione criminale cercano di commettere atti violenti senza essere identificati; l'atto terrorista è, seppur sui generis, di carattere politico dal momento che l'organizzazione pretende di distruggere l'ordine sociale e politico esistente o obbligare il potere a cambiare una decisione presa. È possibile supporre l'esistenza di forme e/o atti di terrorismo in epoca antica? Sì, senza dubbio. Tuttavia si deve evitare di confondere le epoche e di cadere nell'errore di applicare aspetti e caratteri di questioni contemporanee alla storia antica. Nel corso della storia romana annoveriamo vari episodi che possono essere considerati come «atti terroristici». La storiografia, fino a ora, li ha valutati meri «atti di guerra», ma una rilettura è necessaria. -
Emozioni di Natale
Natale è tempo di emozioni, che ogni persona vive in maniera diversa. Ne ""L'eroe dell'officina"""" la scrittrice Cordelia racconta di come, proprio a Natale, i dissapori radicati tra famiglie si possano appianare: basta semplicemente che qualcuno abbia il coraggio di compiere il primo passo. Piergiorgio Pulixi ne """"La lettera"""" tratteggia le confessioni di tante donne e uomini che stanno attraversando delle situazioni personali difficili. Grazie alle lettere, le loro vite si intrecciano indissolubilmente, modificandosi. Un racconto sul coraggio necessario per scegliere la felicità o ritrovarla, che saprà scaldare il cuore di lettrici e lettori. Una nostalgica poesia di Sebastiano Satta introduce i due testi."" -
Nelle terre dei (sette) dormienti. Sopralluoghi, appunti, spunti
La leggenda dei «Sette Dormienti di Efeso», insieme con le amplissime tematiche che a essa afferiscono, è notoriamente diffusa sia nel mondo cristiano sia in quello musulmano. La presente opera non costituisce una ripresa della problematica inerente la leggenda, neanche nel suo motivo antropologico di fondo. Aspetti, questi, affrontati a dovere negli studi, fondamentali, di Louis Massignon, prezioso complemento a quanto fornito dalla ricca letteratura esistente in proposito. Si tenta qui semplicemente di individuare alcuni elementi per lo più trascurati, o non adeguatamente segnalati, concernenti aspetti e momenti della vicenda. Formatosi dalla raccolta di appunti occorsi nel tempo, soprattutto nell'occasione di quelli che vengono definiti «Sopralluoghi» dell'autore in alcuni fra i numerosi siti di ambo i mondi - che ogni tradizione e devozione religiosa vuole, e quasi rivendica, sede per eccellenza dei Dormienti - il presente lavoro diviene, pur ben lungi dall'esaurire le molteplici fattispecie della leggenda, testimonianza della complessa trama intessuta da culture ed esperienze, forse solo in apparenza, distanti tra loro. -
La visita di Giovanni Mele ai paesi arbëreshë di Calabria e Lucania nel 1918
La visita apostolica di don Giovanni Mele ai paesi di origine albanese (arbëreshë) di tradizione liturgica bizantina della Calabria e della Lucania è senza dubbio da annoverare tra i documenti importanti per servire alla storia dell'Arbëria. È una testimonianza della situazione storica, cultuale, culturale e antropologica di queste comunità nel secolo scorso. I paesi descritti andarono a formare la prima diocesi di tradizione bizantina in Italia e l'estensore divenne il suo primo vescovo. Il testo della Visita è preceduto dalla relazione (Ponenza) tenuta dal card. Niccolò Marini all'Assemblea Plenaria dei cardinali il 19 novembre 1917 «intorno ai provvedimenti da adottarsi per l'amministrazione spirituale dei fedeli Albanesi di rito greco di Sicilia e Calabria», perché costituisce un'introduzione completa ed esauriente alla problematica che riguardava quei determinati paesi. Un documento ufficiale da cui si ricavano gli antefatti, le proposte, le posizioni e le decisioni, che inquadrano e chiariscono in modo inequivocabile l'origine della Visita. È seguito dalla relazione (Ponenza) del card. Aidan Gasquet su La visita alle colonie greche della Calabria e sulla nomina del primo Vescovo Ordinario per le medesime alla Plenaria del 10 febbraio 1919, in modo da conoscere come è stata recepita e quali conseguenze ha avuto. Queste due relazioni costituiscono una preziosa cornice all'edizione della Visita, che permettono di recepire senza intermediazioni sia le motivazioni che portarono alla nascita della diocesi bizantina della Calabria, sia l'origine e lo sviluppo della candidatura di Mele, sia anche la consapevolezza di quale fosse l'ambiente religioso, culturale e morale in cui si stava operando. -
Vita di santa Marina, la monaca vestita da uomo
Esistono due modelli agiografici orientali di santa Marina: quello della monaca travestita da uomo e quello della martire. Spesso le sante omonime sono soggette a sovrapposizioni e variamente localizzate. Il motivo del travestimento della donna in abiti monastici maschili è ricco di valenze antropologiche e religiose con l'unico obiettivo di votarsi unicamente al Signore e far perdere le proprie tracce andando a vivere in un monastero maschile. Dalla protocristiana Tecla, discepola dell'apostolo Paolo, a Marina e fino alla Francia del secolo xv con Giovanna d'Arco, la pulzella d'Orléans, l'agiografia si è notevolmente arricchita di donne che hanno fatto ricorso all'escamotage del travestimento da uomini per accedere a ciò che, proprio in quanto donne, non avrebbe potuto accoglierle: dalla preghiera allo studio e alla battaglia. In tal modo univano le loro esigenze sacre a quelle profane per avere un minimo di libertà individuale, fedeli al precetto del Vangelo apocrifo di Tommaso che dice: Se una donna vuole servire Cristo e tralasciare il mondo materiale, dovrà smettere di essere donna. Allora sarà considerata come un uomo. -
La vecchia dei camini. Vita pubblica e segreta della Befana
Chi è la Befana? Tutti sapremmo rispondere a questa domanda, ma nel farlo ci renderemmo conto di quanto la questione sia in realtà complessa. Carlo Lapucci si fa carico di dare tutte le spiegazioni: da dove arriva questa figura tradizionale, composta di tratti pagani e cristiani, mescolata con il culto dei defunti e la celebrazione delle stagioni, espressione di figure bibliche come di forze simboliche ancestrali? Quali sono, nelle varie versioni della leggenda, le sue caratteristiche, le sue abitudini, com'è fatta la sua casa, chi sono i suoi aiutanti? Con attenzione antropologica ma andamento leggero, questo piccolo saggio esamina e racconta ogni segreto sulla Vecchia dei camini. -
Voi siete «figli dei santi». Paolo VI ai carmelitani
Paolo VI è stato un «grande Papa», un «coraggioso cristiano», un «instancabile apostolo», il «timoniere del Concilio», per usare le parole del suo successore Francesco. La dirompente attenzione mediatica che ha accompagnato e caratterizzato i più recenti papati ha certamente contribuito a velare l'immagine di un uomo mite quale fu papa Paolo, riservato, dotato di vasto sapere e nello stesso tempo profondamente legato a un'intensa vita spirituale. Il tempo non ha sbiadito il suo magistero che è ancora attuale e pieno di novità. E anche i suoi «discorsi» al Carmelo valgono nell'oggi della Chiesa come sprone e illuminazione. -
I due che salvarono il Natale
Nel sud della Toscana, ai piedi di un antico vulcano, sorge un paese i cui abitanti lavorano quasi tutti in una grande miniera. Il lavoro è duro e procede incessante. Ma ogni anno il trambusto si ferma alla vigilia di Natale: la sera delle Fiaccole. L'usanza vuole che per quella magica notte siano erette alte pire di legna che quasi arrivano ai comignoli dei tetti e che verranno poi incendiate, riscaldando la Notte Santa. Ce n'è una per ogni via e tutti gli abitanti si prodigano nella loro preparazione. Non sanno da quanto tempo si facciano, ma chiunque - dal più giovane al più anziano - giurerebbe di averle sempre viste fare. Ma che succede se qualcuno, in nome di interessi molto più materiali, vuol far lavorare gli uomini anche durante il Natale? È proprio il tentativo di ignorare questa usanza ad accendere la miccia della storia, che si dipana tra lotte operaie, padroni che al posto del cuore hanno un portafogli, bambini che sanno come creare il giusto scompiglio per rimettere tutto a posto e adulti che per una causa - dalla più pura e delicata alla più illecita - possono rischiare la propria vita. -
Enrico Dandolo. La spietata logica del mercato
Enrico Dandolo (1107-1205) fu l'artefice del «dirottamento» da Gerusalemme a Bisanzio della quarta crociata (1202-1204) che portò alla definitiva caduta di Costantinopoli. Personaggio controverso e discusso, in età avanzata e con salute malferma giunse a ricoprire la carica di doge veneziano incarnando non solo il ruolo di abile stratega e diplomatico, ma rappresentando, altresì, anche un prototipo di riscatto moderno in una temperie di pieno Medioevo, in cui la caducità del fisico denotava scadimento morale con conseguente emarginazione sociale. L'attualità di Dandolo, per la contemporaneità odierna, è piuttosto inverata dall'opposizione crescente, nel corso del Medioevo, fra Occidente e Oriente che si esplicita nella diaspora cruenta e vessata da conflitti economici tra Venezia, signora del ponente Mediterraneo, e Bisanzio, egemone centro dello specchio d'acqua del bacino di levante. La vicenda di Dandolo e la conseguente caduta di Costantinopoli, pertanto, si compenetrano e si esplicitano nel quadro dei secolari rapporti tra Oriente e Occidente; rapporti condizionati da una magnetica e reciproca attrazione, a cui, quasi da contrappasso, si è affiancato un lento e inesorabile processo di separazione e mutua incomprensione. -
Breve storia della letteratura gialla
Chi fu il primo giallista della storia? C'è stato prima Sherlock Holmes o Hercule Poirot? Ci siamo persi qualcosa che dovremmo assolutamente leggere? Il giallo può davvero essere considerato un genere letterario, con tanto di sottocategorie? E soprattutto, perché ci piace tanto, da così tanto tempo? Eleonora Carta mette passione, brillantezza e competenza al servizio di chi si pone queste domande, alle quali dà risposte convincenti e interessanti. Un saggio agile e ricco di spunti dedicato a chi è già «solutore abilissimo» di enigmi e a chi invece è curioso di avvicinarsi per la prima volta a quest'area ampia e variegata della letteratura. -
Umani, prede e predatori
Un seme per il futuro è un'idea coraggiosa che, al di là del suolo a volte gerbido a volte fertile, deve essere gettata in un mondo non ancora in grado di comprendere il valore dei possibili frutti venturi. Così, il seme-idea si fa segno per un mondo a venire, testimone presente di quel che potrebbe essere, ente costitutivamente moderno poiché in anticipo sui tempi della percezione comune. In questo primo ritaglio di futuro vi è uno sguardo al passato volto a ridefinire in senso critico i ruoli di preda e predatore troppo sovente cristallizzati in una narrazione schiettamente antropocentrica. Natan Feltrin rompe, con toni eretici, la tradizionale prospettiva dell'uomo come indiscusso predatore alpha puntando dritto al cuore degli effetti socio-culturali che sono emersi dai meccanismi antipredatori di Homo sapiens. Federica Lovato porta il lettore in un viaggio genealogico dell'attitudine venatoria onde scalfirne i presupposti di naturalità e moralità. Al termine di questo volume chi sia preda, chi predatore e cosa comporti pensare l'altro in termini di «bottino» sono tutte questioni spalancate verso un orizzonte di rinnovamento etico. Introduzione di Nicola Zengiaro. Postfazione di Leonardo Caffo. -
Il mondo dell'animalità: dalla biologia alla metafisica
Esiste una realtà oggettiva? Che cos'è l'ambiente mentale? In che modo e in che senso specie diverse interpretano il mondo in cui vivono? Abbiamo la possibilità di superare il limite incarnato di una visione antropocentrata della realtà, unicamente fissata entro i parametri percettivi della nostra specie? Queste domande costituiscono il filo rosso che accomuna e unisce i lavori raccolti in questo volume. Due riflessioni: quella di Daniele Palmieri si rivolge alla relazione mondo-animale a partire da Jakob von Uexküll e dal concetto di Umwelt; quella di Nicola Zengiaro cerca soluzione ai due «dogmi» dell'antropocentrismo, ovvero che non sia possibile evadere dall'antropocentrismo e che questo stesso tentativo di fuga sia a sua volta antropocentrico. Il percorso tracciato contamina ora gli spazi dell'ontologia, ora quelli della metafisica. In comune, sullo sfondo, la necessità di ridefinire la nostra idea di relazione, sia essa tra individuo e individuo o tra individuo e mondo-ambiente. Introduzione di Natan Feltrin. Postfazine di Roberto Marchesini. -
Lady Peg. Vita di una cagnolina prodigio
Questa è la biografia di una barboncina vissuta in provincia di Brescia negli anni Cinquanta del XX secolo. Peg, così si chiamava, era in grado di fare ciò che un cane generalmente non fa: manifestare un'intelligenza e un comportamento umano. Oltre a eseguire le quattro operazioni aritmetiche, risolvere le radici quadrate nonché leggere e «scrivere», Peg rispondeva a domande di varia natura, esprimendo pensieri autonomi, manifestando una rudimentale, seppur spiccata, volontà. Di lei si sono occupati veterinari, medici, psicologi, studiosi di vario genere; la stampa italiana e internazionale ha riversato fiumi di inchiostro sulla cosiddetta cagnolina sapiente; penne autorevoli come Elisabeth Mann Borgese, figlia di Thomas Mann, e Dino Buzzati l'hanno intervistata. -
I due volti dell'anima. Maschile e femminile
In molte tradizioni religiose l'Anima è vista come l'Uno che contiene una dualità: sono i due Volti dell'Anima, noti anche come energia maschile ed energia femminile. Sulla Terra la necessità che questi due aspetti entrino in relazione viene resa e oggettivata da un corpo fisico ben preciso e la grande attrazione sessuale che esiste fra uomini e donne è l'espressione più concreta della forza che lega le due energie. Tuttavia, affinché avvenga il passaggio creativo, è necessario che le profonde differenze di genere siano riconosciute. Se non avviene nella realtà un profondo amore tra gli uomini e le donne, vuol dire che l'Anima è ancora oscura a se stessa. -
Elisa Miceli di Longobardi. L'intrepida
Nella Calabria di inizio Novecento, terra di padroni e contadini, di palazzi e catapecchie, martoriata dalla miseria e dall'emigrazione, fiorisce a Longobardi, tra Paola e Amantea, in provincia di Cosenza, Elisa Miceli. Nata nel 1904 da una famiglia di notabili, educata a Roma ma con un forte richiamo ai bisogni umani, sociali e religiosi della sua gente, donna Lisetta si connota per una forte personalità, sintesi di differenti carismi. Coadiuvata nell'opera di apostolato dal fratello sacerdote don Francesco (don Ciccio), fondò le Catechiste rurali e fu promotrice dei circoli di Azione Cattolica e della Settimana campestre. Amante dell'arte e, a suo modo, artista, seppe coniugare l'amore per il Creatore con quello per le creature puntando sì su azioni concrete, ispirate alla pietas cristiana, ma anche sulla forza emancipatrice, derivante da percorsi di formazione che liberano da situazioni di subalternità. L'incisiva azione nel tessuto sociale e umano di una parte della Calabria marginale e l'attività pionieristica in ambito politico e sociale (fu eletta vice-sindaco nel 1946, quando ancora alle donne erano riservati i soliti e tradizionali spazi e compiti familiari) la rendono esempio di dedizione e voce autorevole nel difficile dopoguerra. Per la sua forza morale e religiosa fu soprannominata «l'intrepida». Personaggio affascinante e moderno, vissuto in un'epoca che stentava ancora a trovare il giusto equilibrio tra tradizione e cambiamento.