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Elogio alla normalità
Le poesie di Benedetta Germolè potrebbero essere paragonate alla forza di una radice che, senza alcun rumore, lontano dagli occhi e dalle attenzioni degli uomini, riesce a sollevare terreni, radicarsi nelle profondità della terra e dare la vita alle piante da lei sorrette e sostentate. Questa raccolta, piccola, breve, sussurrata, ha la forza di un fiume in piena perché, dietro a una scelta lessicale e tematica prevalentemente dedita ai piccoli sommovimenti del cuore, si cela la forza impetuosa delle passioni. -
Memorandum di un uomo invisibile
Sì, forse era invisibile, quando era ancora un ragazzino. Capita a tante persone. Quando quelli meno timidi cominciano a darsi i primi baci alle scuole medie... quando qualcuno fa il gioco della bottiglia... anche più avanti, quando i contatti fisici diventano sempre meno casti... ecco, se immaginate una foto di quei momenti, c'è sempre uno che guarda, in un angolo, con un'espressione in faccia che significa ""Quando toccherà anche a me?"""". Se, però, parliamo di queste pagine, allora parliamo dell'uomo, non del ragazzo. E quell'uomo, a rimanere fedeli ai fatti, non è affatto invisibile. Al massimo, può mantenere un profilo basso nella vita di tutti i giorni, ma quando le tende si chiudono, il mondo dell'erotismo gli spalanca le porte, con tanto di tappeto rosso. Rosso come la passione, come il sangue, come il vino più pregiato. Pagine certamente sconsigliate ai minori..."" -
Il colore del bene e del male
Patricia è una bellissima ladra, affascinante e sensuale. William, un avventuriero gentiluomo, con il pallino della scrittura. Irlios, un esule miracolosamente salvato dalla sensibilità di William. I tre si incontrano per caso, se di caso si può parlare in un contesto dove il soprannaturale è protagonista indiscusso. Molto presto, verrà in superficie la vera natura dei tre viaggiatori: eroi, guerrieri che il destino ha riunito per portare a termine una missione estrema. Armati di coraggio, senso di giustizia e di onore, con un grande dolore segreto che ciascuno dei tre si porta dentro, questi giovani uniscono le loro strade verso la meta comune, in un'alleanza inespugnabile. Amicizia, lealtà, incantesimi, esseri malvagi e creature purissime, avventure, battaglie e grandi sentimenti, tutto perfettamente dosato nel più squisito genere fantasy. -
Pensieri in poesia
In ""Pensieri in poesia"""" si parla principalmente d'amore, di legami umani, di incontri del passato che si sono rivelati fecondi nel presente. Di donne, di negazione dei loro diritti, di giovinezza e ricordi dell'infanzia. La """"leggerezza"""" con cui l'autore riesce a far riaffiorare questi ricordi, il loro srotolarsi sulle pagine con ironia e levità danno un imprinting ben preciso a questo libro che usa la poesia per raccontare il quotidiano."" -
La naja che non volevo
La naja, un tempo esperienza obbligatoria per tutti i giovani italiani, segnava il definitivo passaggio all'età adulta. In quei mesi si era lontani da casa - per alcuni era la prima volta in assoluto -, e si entrava in contatto con giovani provenienti da tutta Italia, e come in ogni caserma si instauravano rapporti di amicizia o di conflittualità. Ma la naja era soprattutto orari rigidi, disciplina severa, turni di guardia massacranti, punizioni e nonnismo. Eppure in questo racconto a trecentosessanta gradi della vita militare, Renato Romano coglie tutte le sfaccettature, anche le più insolite, restituendo un quadro di un mondo che per molti aspetti aveva un ruolo positivo nella formazione delle nuove generazioni. -
Gesù è più forte della camorra. Dalla Campania alle Scampia d'Italia
"Gesù è più forte della camorra"""" è il coinvolgente racconto di vita di don Manganiello, un coraggioso prete di frontiera che si batte da oltre vent'anni per sconfiggere la camorra e a favore dei più deboli. Senza reticenze né ipocrisie. In modo radicale e spesso critico anche nei confronti di molte istituzioni che ancora oggi risultano assenti in molti territori """"caldi"""" del Paese. Una figura esemplare sempre al fianco delle persone bisognose, che si mischia tra gli ultimi e si impegna con quotidiana perseveranza nella difesa della giustizia, ma anche nella ricerca di redenzione e dialogo con i camorristi di cui denuncia, al tempo stesso e senza indugio, l'azione criminale. Una figura quindi scomoda e spesso malvista in più contesti, senza escludere alcuni ambienti ecclesiastici. Questo diario raccoglie la testimonianza della sua intera missione che a partire dalle strade di Scampia (a Napoli) raggiunge attualmente gran parte del territorio nazionale tramite l'associazione """"Ultimi contro le mafie e per la legalità"""" con l'intenzione di sottrarre soprattutto i giovani al sistema della criminalità organizzata, portando nelle strade più povere d'Italia la misericordia e la speranza in un futuro migliore." -
Il manoscritto di Scipione. Carthago delenda est
Il romanzo di Ivan Filigheddu è un accostamento improbabile, eppure perfettamente equilibrato tra la storia di Roma e i suoi eroi, l'antica Grecia e i suoi miti leggendari, storie di uomini e storie di Dei e, perché no, un pizzico di sapore fantasy. Vicende millenarie realmente accadute, riportate con l'accuratezza di chi sa di cosa sta parlando, si contrappongono ad elementi di pura fantasia che, rincorrendosi e amalgamandosi, creano un intreccio vivace e accattivante. Il ritrovamento di una grotta che nasconde inimmaginabili segreti, trappole e insidie, un antico manoscritto, profezie, grandi amori, gloriose gesta sono solo alcuni degli elementi che l'autore ha usato per imbastire la sua trama, sapientemente orchestrata tra passato e presente. -
Viaggio nella poesia alla ricerca del suo incanto
È bastata una parola - tesoro - per scatenare la fantasia dei miei piccoli poeti che è elemento fondamentale per conoscere e trovare la poesia. Pronunciare ad alta voce le parole, produrre libere associazioni, ecco che la loro fantasia ha iniziato a spaziare... e come dice José Saramago ""rivelare le parole che stavano nascoste perché le parole vanno catturate, non lasciate scappare"""". Nel corso di questo viaggio i bambini hanno incontrato García Lorca, Alda Merini, Vladimir Majakovskij, Raymond Queneau, Emily Dickinson, Walter de la Mare, Aleksandr Blok, e scoperto che Klee non è stato solo un pittore ma anche un poeta che diceva: """"disegnare è come portare a spasso una linea"""". Età di lettura: da 10 anni."" -
Erea
Al di fuori di qualunque genere e di qualunque definizione, il libro di Khrystyna Gryshko non può essere rinchiuso in nessuna categoria. Fantasy, fiaba, romanzo d'amore, d'avventura e d'amicizia, adatto ai bambini, perfetto per gli adulti, ricco di sentimenti, velato di soprannaturale e di spiritualità. Una miriade di personaggi, umani e non, popolano questa lunga narrazione che si srotola lungo il proprio tempo per generazioni, lasciando cadere qua e là vaghi riferimenti a testi sacri del passato. Un romanzo che ci trasporta in un mondo magico e incantato dove troviamo, tra gli altri, la bella Elisabeth con i suoi disegni molto speciali, Dodo e le sue lacrime magiche, Wolfy il lupo e Susy la volpe con un rapporto tutto loro... e ancora re e regine, l'acqua della vita e lo spirito creatore... elementi grandiosi che non permetteranno di staccarsi dalle pagine e di abbandonare il fantastico regno di Erea. -
Sappilo dire
Condensa nei suoi versi Iuliana Madalina Stan tutta la forza e l'urgenza della sua scrittura, una scrittura densa, essenziale, che va diritta al punto, come quando denuncia la violenza sulle donne. Nell'uso della parola, nelle ritmiche serrate, nell'abbondante e attentamente celato uso degli strumenti retorici, la presente è una poesia estremamente complessa, che ha però la grazia di apparire semplice. Sarà per le scelte semantiche che attingono dal quotidiano, sarà per le costruzioni lineari, la sua poesia sembra posarsi sulla pagina come un gesto istintivo. Ma è evidente dalla lettura approfondita dei testi, che questa semplicità è merito di un labor limae che non lascia spazio al dilettantismo della parola. Prefazione di Flavia Weisghizzi. -
Fiori d'arancio (quasi un sogno)
"Grazie amore mio, per avermi dato prova ancora una volta di quanto sia grande il tuo cuore e di quanto io sia fortunato ad abitarci dentro, ma... vieni, anch'io avrei qualche cosa da mostrarti o meglio da farti ascoltare e avere così una tua opinione. Dalla cabina del mio camion prendo la fida e vecchia chitarra che ho portato con me per l'occasione, dopo aver sfiorato le labbra di Regina con un timido e tenero bacio, guardandola negli occhi le mie mani cominciano ad arpeggiare sul primo accordo...""""" -
Dumià
In ebraico ci sono due parole per dire ""silenzio"""": """"sheket"""" è l'assenza di rumore, """"dumià"""" è il silenzio interiore. Dumià, a Neve Shalom, è diventato il nome per chiamare la casa di preghiera dove i fedeli di tutte le religioni possono meditare e pregare Dio. Un luogo che va oltre i pregiudizi e le guerre, un luogo dove le persone si uniscono. Dumià è anche il senso che l'autrice ha voluto dare alla sua vita. Origini antiche, un padre assente ma molto ingombrante, la ricerca continua di se stessi e della propria religiosità, girando il mondo ma vivendo in un Paese pieno di contraddizioni, la lotta per i diritti umani, la profonda fiducia nel genere umano e la speranza nel suo tikkun, il miglioramento. Se credete che le persone """"normali"""" abbiano una vita necessariamente """"normale"""" vi sbagliate di grosso. Ecco la storia di una donna che ha vissuto ogni minuto della propria vita nella sua pienezza, tra scelte difficili, drammi, guerre, amori, avventure, delusioni e scoperte, sempre vivendo in maniera completa alla ricerca di se stessa, per trovare la vera felicità."" -
Giornalisti all'inferno
Carlo è un giornalista cinquantenne, con una vita sofferta, un'ex moglie cui è ancora molto legato e un dissidio interiore, affrontato lungamente in analisi, che emerge di frequente nei suoi rapporti conflittuali con la professione e il potere. Si ritrova all'improvviso accusato di un omicidio avvenuto diversi anni prima, probabilmente legato a un oscuro evento del suo passato tormentato. Nella sua vita tutto assume sfumature incerte e inquietanti, intorno a un'umanità disperata e irredimibile, segnandolo ancora di più come un antieroe inconsolabile, imploso in una cosmica solitudine e in un'abissale irresolutezza. -
Giglio. 32
Toscana, 2015. Il piccolo borgo di Errio è una comunità tranquilla, dove si conoscono tutti. La vita scorre normalmente, giorno dopo giorno, fino al momento in cui la monotonia viene spezzata da un evento terribile: Leo Balsi, un contadino di cinquant'anni, viene assassinato in maniera raccapricciante. Quando la polizia giunge sul ruolo del delitto, ciò che trova è riconducibile ad un vero e proprio rituale. Oltre alle varie sevizie inflitte al cadavere, è stato lasciato un messaggio firmato ""Giglio. 32"""". Gli indizi non sono sufficienti neanche per formulare qualche ipotesi o per sospettare di qualcuno. Leo, però, sarà soltanto il primo di una serie di orrendi delitti che porteranno l'intero paese a sprofondare nel terrore. La firma è sempre la stessa, così come il modus operandi. I delitti sembrano riconducibili ad una sorta di fanatismo religioso, ma il colpevole si mostrerà una mente acuta e colta, mentre la sua scia di sangue diventerà sempre più lunga."" -
Gi e la magia. Nelle terre dell'infinito
La piccola Gi, intraprendente e vagabonda, insieme a un improbabile e coloratissimo gruppo di amici, ci porta in viaggio per le Terre dell'Infinito. Curiosa e testarda, coinvolge tutti in situazioni pericolose quanto divertenti, fino a quando Luce scompare. Gi scoprirà, allora, che quel mondo non è come le è sempre apparso, è fatto di Magia. Intraprenderà un viaggio a ritroso nella storia di Luce, visiterà luoghi sconosciuti, incontrerà personaggi assurdi e strampalati e troverà nuovi amici. Cosa riusciranno a combinare un burbero Gufo, una Lucciola petulante e un tenero e insicuro Bruco di fronte ad uno Stregone ansioso, alle instancabili e confusionarie Barba e Dola e ad un Cacciatore con la passione per i peperoncini? Gi affronterà ansie e paure dei compagni, che le resteranno accanto durante tutto il viaggio, aiutando lei e Luce ad affrontare la malvagia Strega Zini. Con coraggio, amore e intraprendenza, accompagnerà i bambini in un viaggio fantastico in queste terre magiche. La storia, pregna di magia, genuinità e spensieratezza, tratta il tema dell'amicizia e dell'altruismo, della lealtà e del discernimento fra bene e male, dosando elementi fantastici e bizzarri, mostrando come si possa sorridere di ogni fragilità e paura che precede il cambiamento e guidando il lettore in un'avventura divertente, che fa crescere senza appesantire. -
Partirò per il viaggio ai fiordi norvegesi?
Un ricordo di sé e del proprio coraggio nell'affrontare la sfida più terribile. Anna Pelizzari ha scritto questo libro negli ultimi mesi della sua malattia, un cancro che nonostante tutti gli interventi medici e le chemio l'ha vista alla fine soccombere. Ma questo scritto in forma di diario, giorno per giorno, dedicato alla propria famiglia e agli amici più stretti, non racconta solo l'esperienza sempre più debilitante e tortuosa della malattia, tra ospedali, visite, e ansia per i risultati, ma anche la forza di andare avanti, di godere delle cose semplici e belle nel periodo peggiore della propria esistenza. Un desiderio, quello della pubblicazione di questo libro, che Anna Pelizzari è riuscita infine a realizzare... -
Un uomo solo al comando. Piccola guida per rispettare l'ordine emanato da una sentenza
Sì! Dopo lunghi anni di attesa giustizia è fatta. Con roboanti e tronfie frasi essa scende in prima linea. Non più Tocchi e Toghe, non più sorde aule, non più rassicuranti messaggi come ""La legge è uguale per tutti"""" ma due avvocati uno trionfante per aver vinto, l'altro livoroso in quanto ha perso. Molto spesso non si tratta di una decisione giusta ma deve essere eseguita. I nostri padri latini affermavano: Summum ius, summa iniuria. È una locuzione latina il cui significato letterale è """"somma giustizia, somma ingiustizia"""", oppure """"il massimo del diritto, il massimo dell'ingiustizia"""". Cicerone (De officiis, I, 10, 33) la cita come espressione proverbiale. Una espressione analoga si trova infatti già in Terenzio (Heautontimorumenos, IV, 5): Ius summum saepe summa est malitia """"somma giustizia equivale spesso a somma malizia"""". Affermazione che io ho sempre condiviso in quanto a prescindere dal caso concreto, che può essere stato giustamente valutato, il fatto che la decisione arrivi dopo un numero di anni eccessivo, produce """"ingiustizia"""" e sicuramente anche la """"malizia"""" ha contribuito alla dilatazione dei tempi."" -
Semplicemente una storia dalla Sicilia aspra dell'entroterra
Il protagonista ed ""io narrante"""" di questo libro nasce da una """"fuitina"""" tipicamente siciliana, nel cuore dell'entroterra isolano, a Giuliana, nella suggestiva zona del corleonese. Francesco Audenzio Quartararo è, negli anni giovanili, il tipico ragazzo impegnato in mille attività, salvo quella più appropriata dello studio. È lui ad aprire la Camera del Lavoro del suo Paese, dando così inizio ad un impegno sindacale che lo accompagnerà per tutto il corso della vita. Diviene quindi, responsabile della Camera del Lavoro del Corleonese e assume poi l'incarico di segretario della Federbraccianti CGIL palermitana: in questi anni, alle lotte sindacali si affiancano quelle politiche che lo vedono in prima fila nel territorio quale sindaco per ben tre mandati. La tensione civile e l'impegno per i diritti collettivi trovano, però, la loro massima espressione nella vita del protagonista con l'ingresso nella UIL e nella UIL Pensionati di Palermo e Sicilia in particolare."" -
Dal cortile
"Nei miei anni di attività politica, ho maturato la convinzione che questo modello sia il migliore possibile, fintanto che riesce a rimanere in un perfetto equilibrio fra passato, presente e futuro; nel momento in cui l'attenzione ad uno di questi tre elementi dovesse prevalere sugli altri, questa perfetta arte (come io considero la politica) smette di essere tale. Se la classe dirigente dà troppa attenzione al passato, ecco che si scade nella visione nostalgica, conservatrice di un tempo che non può tornare; se l'attenzione al presente diventa centrale, il rischio di cadere nelle trappole opportunistiche e clientelari diventa troppo forte, quasi impossibile da schivare; se ci affidiamo troppo alle visioni del futuro, rischiamo di chiuderci in un'utopia, bellissima e sognante, ma fumosa, e probabilmente mai realizzabile. La piccola comunità, il territorio circoscritto, rappresentano forse la fucina più efficace per forgiare questo perfetto equilibrio, poiché il cortile, come amo definirlo, tende sempre a far valere i processi che nascono dalle sue peculiarità, a dar loro importanza e metterli al centro: contribuisce sempre a individuare nuove tendenze positive, o a invertire quelle negative; operazioni che, in una fase tanto delicata e importante per la democrazia, caratterizzata da enormi cambiamenti e spostamenti di asse di valori, si rivelano fondamentali per la riscoperta della centralità della politica nello sviluppo sociale.""""" -
Le righe storte
Giovanni Lombardo, di origini siciliane, nasce a Tunisi il 29 novembre 1958. Figlio di una coppia di immigrati italiani che dalla Tunisia è costretta a tornare in Italia, trascorre una giovinezza burrascosa nel piccolo centro di Aprilia (Latina). Giovanni conosce la delinquenza e la violenza di un paese di provincia negli anni Settanta. Dopo un'esperienza in carcere e un doloroso lutto, intraprende un lungo e complesso percorso di Fede che lo porta a cambiare totalmente vita. Finirà per tirare su e gestire, da laico e in completa autonomia, un centro d'accoglienza Caritas fino a renderlo, in pochi anni, la struttura per i senzatetto più efficiente del territorio. Fare del bene al prossimo diventerà la missione di Giovanni, il suo riscatto. La sua seconda possibilità sarà dare una seconda possibilità. Ringraziando quel Dio che sa scrivere dritto anche sulle righe storte.