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Zero. Nuova ediz.
Che cosa può spingere un critico d'arte contemporanea a scrivere la biografia del «suo» mito che lo ha accompagnato dall'adolescenza all'età matura? Prima di tutto la Zerofollia, credo assoluto al di là delle mode e del tempo. Così Luca Beatrice ripercorre la storia del grande Renato dagli esordi, il primo singolo è del 1967, a oggi, leggendo con passione e rigore filologico la sua carriera e i suoi successi. La vicenda del funambolico cantante romano si intreccia così con quella della canzone italiana, ma anche della cultura in generale, in un'analisi che coinvolge l'arte e il teatro, la performance e la televisione. Ancora oggi Renato Zero canta e balla negli stadi, nei teatri e nei palasport davanti a nonne e mamme, quarantenni e ragazzini, rocchettari e teledipendenti. Perché? Forse è inspiegabile, eppure disco dopo disco, generazione dopo , generazione, non c'è in Italia un solo artista capace meglio di lui di interpretare i sentimenti più autentici. Ogni nota racchiude quelle tracce indelebili di un romanzo umano e creativo condiviso da milioni di persone. Canta direttamente al cuore, diventando così la colonna sonora dei migliori anni della nostra vita. Prefazione di Marco Travaglio. -
Casa è in cima a una cuccia
Questa edizione da collezione ricrea perfettamente l'aspetto originario dei libri dei Peanuts più amati: è il modo migliore per rivivere le emozioni di Snoopy & Co. In una confezione pregiata che mantiene il fascino incantato e il calore che solo il mondo dei Peanuts sa regalare, su ogni pagina potrete apprezzare, insieme al tratto inconfondibile di Schulz, anche le perle di saggezza di ciascun membro del gruppo: da Snoopy a Charlie Brown, da Linus a Lucy. -
Un amore fra le stelle
La favola natalizia di Catena Fiorello, con le illustrazioni di Maria Cristina Costa.rnUna Befana che rivendica la sua indipendenza di donnarnrn«Da soli possiamo fare molto, ma in due rnè tutta un’altra storia.»rnrnChi sono il re e la regina della feste? Babbo Natale e la Befana, ma certo! Lui sulla sua slitta trainata da renne, lei con il sacco a cavallo della sua scopa distribuiscono regali a grandi e piccini. Un rapporto idilliaco? Una collaborazione fortunata? Non proprio. Anzi, l’avreste mai detto che tra i due non corre buon sangue? Pensateci bene: li avete mai visti insieme? E quando la sera dell’antivigilia, nel pieno dello stress prenatalizio di una grande città il nostro Babbo un po’ misantropo e pieno di acciacchi si scontra con la Signora della Notte, avvolta nel suo classico scialle, succede il patatrac. I due saranno costretti a parlarsi, a raccontarsi, e anche a passare un po’ di tempo sotto lo stesso tetto… Sarebbe davvero un peccato sprecare energie a litigare, quando il mondo là fuori aspetta solo gioia e serenità. Non sarebbe più opportuno seppellire l’ascia di guerra e collaborare? Da soli si sta bene ma in due è tutta un’altra storia! -
VacciNazione. Oltre ignoranza e pregiudizi, tutto quello che davvero non sappiamo sui vaccini in Italia
8 luglio 2017, 15.000 persone a Pesaro: militanti del movimento NO-VAX, ma anche famiglie con bambini, medici e semplici cittadini, tutti lì a manifestare contro il decreto in discussione in Parlamento. Mi aspetto che una partecipazione così massiccia finisca sulle prime pagine di tutti i quotidiani e in apertura di tutti i tg. Invece nulla. Silenzio. Perché tutta questa reticenza? Decido di indagare. La mia inchiesta parte da qui. Ma questa storia parte dal 2014, quando l'Italia è diventata la nazione capofila a livello mondiale delle strategie vaccinali. Per quale motivo si è passati da 4 a 10 vaccini obbligatori, quando metà dei paesi europei ha zero vaccini obbligatori? Lo si è fatto sulla base di una vera emergenza? Quali sono i dati medici ufficiali sulle reazioni avverse? (...) Le persone che hanno adottato il piano vaccinale erano libere da conflitti d'interesse? In un'inchiesta sulla notizia che ha occupato le cronache durante l'ultima estate e di cui si discuterà ancora di più nei prossimi mesi, Giulia Innocenzi affianca medici, scienziati, politici, esperti di diritto e semplici padri e madri di famiglia per cercare di dare risposte attendibili e serie a questi e a tanti altri quesiti. Perché è sempre il momento giusto per porsi delle domande sulla nostra salute e su quella dei nostri figli, ed è obbligatorio scavare sotto la superficie della notizia senza pregiudizi. Perché solo una maggiore consapevolezza può salvare la nostra vita. E il nostro futuro. -
A chi appartiene la notte
Fogli scrive il suo romanzo più convinto e convincente, con quel nero che è il colore degli incubi, ma è anche il sordo rumore della verità, il primo da imparare a distinguere.rnrnIrene Fontana è una giornalista d’inchiesta, messa fuori gioco dalla sua ostinazione a svelare corruzioni e tutelare i diritti dei cittadini. La Contessa è la casa di sua nonna, la casa delle sue vacanze di bambina. Due piani in sasso e una mansarda, in cima a una delle colline dell’Appennino reggiano. Su tre lati, ettari di campi a coltivazione. Sul quarto, il bosco, l’unica terra che non le appartiene. È tornata a vivere lì. Tutto il suo mondo era crollato in meno di un mese e in quello che restava non c’era nulla che le interessasse. Così, ha ricominciato dall’inizio. Filippo cade dalla Pietra di Bismantova una notte d’estate. Irene è lì, per puro caso, il giorno dopo, quando rimuovono il suo corpo. La madre del ragazzo non crede al suicidio e chiede aiuto a Irene. Lei parte dalla vita di Filippo, dai suoi amici, dalle sue frequentazioni. Scopre un locale, lo Snoopy, dove nel giorno di chiusura si organizzano festini piuttosto estremi. Incontra un uomo, il Pittore, un artista che vive isolato in una casa museo, in compagnia della sue sculture da incubo. Questa è, in verità, solo una parte di un quadro ben più complesso che parte da lontano. Un patto fondato nel dopoguerra per garantire prosperità. Cinque famiglie, in cinque frazioni diverse dell’Appennino, giovani vite in cambio di un futuro più saldo. «Uno per generazione, perché il patto si trasmette e si eredita. Una vita per la vita di tutti. Bisogna prenderli giovani, quando hanno tutta la vita davanti, il potenziale integro.»Inseguire la vita di Filippo si trasforma in una discesa all’inferno. Ma ciò che appartiene alla notte, appartiene alla notte, le illusioni durano un istante e quando se ne vanno non sono mai esistite. Come i sogni, i miraggi, i miracoli, i demoni. -
Il caso Kellan
Franco Vanni inventa un linguaggio affabile, morbido, insinuante che fa sentire uno scarto rispetto alla narrativa di genere, mette a fuoco un protagonista sensibile all’alcol e alle donne e lo circonda di comprimari memorabili, rivelando un vivo gusto del ritratto, della psicologia, dell’introspezione.rnrn«Da lettore appassionato di gialli, volevo che il testo rispettasse tutte le regole di genere. Sulla base rigorosa dello schema del giallo, ho poi messo in scena molto della città che conosco. Dalle indagini coordinate a Palazzo di Giustizia (di cui mi occupo ogni giorno come giornalista) alla gioventù annoiata delle scuole del centro. Dalla vita di redazione in un giornale, alle notti in discoteca che non finiscono mai.»rnrnrnSteno Molteni, giornalista di ventisei anni, scrive per il settimanale di cronaca nera «La Notte». Vive a Milano nella stanza 301 dell’Albergo Villa Garibaldi, dove la sera lavora come barista. Guida una vecchia Maserati. L’amico Scimmia, poliziotto alla Squadra Mobile, gli fa sapere che Kellan Armstrong, figlio diciannovenne del console americano, è stato ucciso in circostanze misteriose. La scena del delitto è quella dell’ambiente gay. Steno indaga e si mette sulle tracce degli Spazzini, banda di giovani omofobici che «vogliono fare pulizia» aggredendo gli omosessuali sorpresi nei luoghi deputati agli incontri casuali. Chi ha ucciso Kellan? Perché intorno alla sua morte si accumula un ingombrante silenzio? Steno e Scimmia si muovono parallelamente al padre di Kellan e all’amico Han, un cuoco vietnamita che lavora per la Cia: due piste, due bisogni di verità. Sullo sfondo, una Milano invernale, e una grande nevicata che sembra coprire tutto: prove, percorsi, pensieri. C’è anche la Milano dei salotti, del benessere e delle apparenze da salvare. Nella sua ricerca, Steno vive il dramma di ogni giornalista: la differenza fra la verità dei fatti, che spesso si riesce solo a intuire, e la verità che invece si è in grado di raccontare.rnFranco Vanni inventa un linguaggio affabile, morbido, insinuante che fa sentire uno scarto rispetto alla narrativa di genere, mette a fuoco un protagonista sensibile all’alcol e alle donne e lo circonda di comprimari memorabili, rivelando un vivo gusto del ritratto, della psicologia, dell’introspezione. -
L' ultima notte di Antonio Canova
Nel suo lungo e appassionato racconto, Canova rivela al fratello la miccia che ha incendiato e distrutto le loro vite. E trova, nella compassione dell’ascolto e nel conforto del sogno, il vero seme della sua discendenza.rnrn«Di quanta bellezza era stato dunque padre traendola dal marmo, fertile come nessun altro prima e nessun altro mai in seguito.»rnrnVenezia, ottobre 1822. Al secondo piano di Palazzo Francesconi, un uomo è steso nel suo letto di morte. Si chiama Antonio Canova ed è il più grande artista del mondo. Al suo fianco è seduto il fratellastro Giovan Battista Sartori, che prova per lui un immenso amore. Ma ora ad Antonio non importa più essere confortato. Vuole rendere un’ultima confessione prima di andarsene.rnÈ così che torniamo al 1810, quando lo scultore è a corte dell’altro uomo del secolo, Napoleone Bonaparte. Diversissimi, eppure accomunati dal destino di essere rimasti ben presto orfani di padre e di non aver saputo essere padri a loro volta. Tra di loro, nucleo incandescente, Maria Luisa: imperatrice poco più che bambina, pendolo segreto in movimento tra la seduzione del potere e la difesa di una purezza impossibile.rnNel suo lungo e appassionato racconto, Canova rivela al fratello la miccia che ha incendiato e distrutto le loro vite. E trova, nella compassione dell’ascolto e nel conforto del sogno, il vero seme della sua discendenza. -
Ne vale sempre la pena. Il Dottor Sorriso, i suoi pazienti e il vero valore della vita
Scoprire che il proprio figlio ha la leucemia, vuol dire capire che la vita non è nostra, è fragile e aleatoria. E quando capiamo che la vita non è quello che credevamo, come cambia a quel punto il suo senso per noi? Solo chi vive nella frontiera fra vita e morte può rispondere. Per quarantanni il dottor Momcilo Jankovic ha curato i bambini leucemici nel reparto di Emato-oncologia pediatrica dell'ospedale San Gerardo di Monza, centro d'eccellenza nazionale. Ha fatto dell'ascolto e della terapia del dolore la sua missione, nella convinzione che se la medicina non può guarire tutti, ha il dovere di offrire una qualità di vita alta anche per chi è destinato a morire. La sua generosità ed empatia con ogni paziente lo hanno fatto amare e reso noto, tanto che i media lo hanno soprannominato il «Dottor sorriso». Questa è la sua storia, e dei suoi «ragazzi». Di chi gli ha insegnato che la nostra vita non è mai solo nostra, o come accettare il momento del commiato; di chi ha capito che nella resilienza al dolore produciamo tanta bellezza, come il mollusco fa con la madreperla; e di chi gli ha aperto gli occhi sul peccato più insidioso, l'abitudine alla vita. Storie di desideri realizzati - quelli dei suoi pazienti a cui Jankovic fa incontrare le loro star preferite (da George Clooney a Jovanotti, da Vasco Rossi a Ligabue); storie di un miracolo più grande della guarigione, quel contagio dell'altruismo che abbraccia migliaia di persone. È questo calore umano il dono che vuole trasmettere il libro, quel calore che tutti riconosciamo, come la luce del sole negli occhi chiusi. È una forma di amore che ci spinge oltre noi stessi, e sa svelarci quanto la vita valga sempre la pena viverla. -
Partire. Un'odissea clandestina
La storia di Mahmoud Traoré è quella di migliaia di giovani africani che, attratti dal mondo globalizzato, si lanciano sulle strade dell’esilio a piedi o a bordo di taxi-collettivi, camion da bestiame, piroghe, lasciandosi alle spalle il Sahel, il Sahara, la Libia e il Maghreb.rnrn«Mangiando una paella con Bruno Le Dantec in una taverna popolare di Marsiglia ho capito di colpo che ero stufo di Parigi. Il mondo nuovo era lì, sul Mediterraneo. Quell’uomo e quel luogo erano perfetti per narrarlo.» - Paolo Rumizrnrn«A poco a poco, riesci a indovinare le intenzioni delle persone fin dai loro primi gesti. Se lo sguardo è sfuggente, o se gesticolano troppo quando ti vengono incontro, è meglio diffidare. Se invece portano una mano all’altezza del cuore puoi provare a fidarti. La maggior parte delle volte, chi ti saluta con quel gesto ti invita poco dopo a sederti di fronte a lui per chiacchierare e ti offre volentieri il suo pane e i suoi fichi secchi.»rnrnrnMahmoud ha impiegato tre anni e mezzo per percorrere la distanza che separa Dakar da Siviglia, mentre a un turista europeo sarebbero bastate poco più di tre ore di volo. E a Ceuta lo attende l’assalto alle «barriere di sicurezza»: nella notte fra il 28 e il 29 settembre 2005 centinaia di migranti irregolari si gettano sulle recinzioni e i fili spinati che li separano dall’Europa. La polizia apre il fuoco e lascia a terra molti morti, che sono morti senza volto, senza nome, senza identità. Ci sono sopravvissuti che provano a raccontare, ma ne escono solo frammenti di verità al servizio dei media. E così la loro testimonianza, velocemente, si affievolisce.rnIn cammino verso l’eldorado europeo dopo aver abbandonato l’idea di raggiungere la Costa d’Avorio, devastata all’epoca da una guerra civile, Mahmoud si imbatte in ogni sorta di sfruttatori: doganieri, guide, cacciatori di clienti, affittacamere, poliziotti corrotti, trasportatori, e, seguendo il ritmo intermittente del suo periplo – a ogni tappa, Mahmoud deve trovarsi un lavoro per poter proseguire il viaggio – si scopre una fiorente economia che specula sulle spalle dei più poveri fra i poveri. -
Le perle di Perla
Un libro-bijoux che raccoglie le frasi più divertenti e memorabili di Perla Ricasoli, l'amatissimo personaggio interpretato da Chiara Francini.rn rnPerla ha un'opinione sagace e puntuale più o meno su tutti i grandi temi della vita: uomini, denaro, sesso... e alcol.rn rn""Non c'è dolore che un Martini e una Chanel nuova non possano curare.""""rnrnrnUn manuale di savoir-faire senza fronzoli, una scatola piena di suggerimenti in cui i fogli vanno intesi come messaggi, come post-it da lasciare in caso di bisogno, come mantra da ricordare nei giorni di routine in cui, come per i personaggi della fiction, si ha voglia di chiedere un consiglio a Perla o semplicemente di alleggerirsi un po' il cuore prima di scolarsi un altro Martini. Le perle parlano di noi: donne, uomini, nani (come Perla chiama affettuosamente i bambini), amicizia, tradimento, amori e vita... Un libro che nasce per far luce una volta per tutte sui luoghi comuni che soprattutto le donne amano raccontarsi. Insomma prima c'era «la vicina di casa divertente» di una serie televisiva, poi è arrivata Perla."" -
Prometto di perderti. Io, Dj Fabo, e la vita più bella del mondo
Questo libro nasce da una promessa: raccontare che la morte non può spezzare la vita più bella del mondo.rnrn«""Prometto di perderti"""" è il racconto di una storia d'amore che non è finita con la morte di Fabo, di una storia d'amore che adesso appartiene a tutti e di cui tutti possiamo fare tesoro. [...] Questo è un libro onesto che non ha conosciuto la censura più odiosa che è quella che si applica ai propri ricordi.» - la Repubblicarnrn«La fidanzata Valeria Imbrogno racconta in un libro chi era Fabiano. Dai viaggi in India fino al giorno in cui le ha detto: """"Mi stai liberando un'altra volta"""".» - Vanity Fairrnrn«Avevo una vita bellissima, la più bella del mondo», ha cominciato a spiegare a Cappato, «la più bella che potessi desiderare. Fino all’incidente. Ora ho dolori insopportabili e sono immobile e, siccome io la vita la misuro in qualità e non in quantità, ho deciso che così non voglio più viverla». rnrnMa chi è Fabiano Antoniani? E chi è Valeria Imbrogno, la sua compagna? Quella di Fabiano e Valeria è una storia d’amore molto particolare. Si innamorano al liceo e stanno assieme per venticinque anni. Fra alti e bassi, litigate e brevi separazioni, il loro amore sembra avere quella rara alchimia che si traduce in compatibilità perfetta. Eppure sono così diversi: lei un fuscello che diventa campionessa di kickboxing e di pugilato. Lui, animo ribelle, si destreggia fra mille lavori finché non incontra la musica.rnSapevano di essere felici, di avere una vita bellissima. Finché un incidente d’auto condanna Fabiano alla tetraplegia, resa ancora più crudele da un cecità totale. L’amore resiste, si evolve, Valeria si prende cura di Fabiano ogni giorno della loro vita. Ma non basta: lui non riesce più a vivere in quella condizione impotente e chiede a Valeria di accompagnarlo alla fine. La prova d’amore più grande è rispettare la volontà di chi si ama, anche se questo vuol significa perderlo."" -
L' origine del mio mondo. Madre mia
Una storia d'amore, dedizione, sofferenze e grandi gioie che si intreccia con quella degli ultimi novant'anni del nostro Paese.rnrn«Sono sempre stato affascinato dalla vita di mia madre. La sua esistenza sembra una di quelle storie che si narravano una volta davanti al tepore del camino acceso in inverno oppure di fronte al mare, a quell'andirivieni di onde vecchie quanto il mondo...». Così Al Bano inizia a raccontare la straordinaria vicenda umana della madre Jolanda. «Attraverso i suoi ricordi e quelli che mi faceva mio padre, ho ricostruito la sua vita e assomiglia veramente a un romanzo. Nata subito dopo la fine della prima guerra mondiale, in un mondo contadino quasi del tutto scomparso, rimase prestissimo orfana della mamma. La vita l'ha messa subito alla prova, portandole via la mamma che era ancora piccola. Subì le angherie della matrigna, crebbe imparando a fare la sarta, si innamorò di mio padre e, contravvenendo alle regole di famiglia che la volevano maritata dopo le sorelle, fuggì con lui per costruire il proprio destino. Poi le privazioni durante la seconda guerra mondiale, quando il marito era prigioniero in Germania, gli scontri con un figlio che voleva conquistare il mondo cantando, i viaggi attorno al mondo, l'orgoglio per i miei successi, le sofferenze che hanno segnato la nostra famiglia e che lei ha affrontato con silenzio e dignità inaudite. Sempre usando i valori come armi per difendere il bene.» Una storia d'amore, dedizione, sofferenze e grandi gioie che si intreccia con quella degli ultimi novant'anni del nostro Paese. -
L' uovo di Salaì
«Coniugi che da anni condividono successi letterari, Rita (Monaldi) e Francesco (Sorti) ci offrono il secondo capitolo di una trilogia di thriller storici originalissima, perché scritta con i toni della satira. Il protagonista? È il figlio adottivo di Leonardo da Vinci» - Robinson, La Repubblica. Roma, 1508. Il giovane Salaì, apprendista pittore e figlio adottivo di Leonardo da Vinci, è appena giunto da Firenze nella Città Eterna su incarico del suo celebre patrigno. Deve trovare a tutti i costi un libro appena stampato nella lontana Alsazia, in cui è contenuta la prima carta geografica dell'America. Ma nessuno lo deve sapere. Leonardo infatti, invidiosissimo di Colombo, Vespucci e degli altri grandi esploratori, vuole plagiare la carta dell'America e darla alle stampe a suo nome, per fare bella figura con gli amici fiorentini. La missione si rivela subito piena di pericoli. Salaì riceve prima oscure minacce di morte, e poi viene rapito da un commando di agitatori politici, che possiedono una copia del prezioso libro, ma sono convinti che faccia parte di una colossale congiura. Il figlioccio di Leonardo dovrà usare tutto il suo straordinario acume per districarsi tra librai traditori, feroci usurai, prostitute d'alto bordo e spericolati sovversivi. In più il bel Salaì, gran sciupafemmine, dovrà fare i conti, con i suoi antichi amori, che hanno lasciato alcuni strascichi inattesi. Come in ogni buon intrigo, alla fine verrà incastrato e finirà in catene davanti a un giudice, e solo all'ultima pagina sapremo se riuscirà a scampare alla forca. -
La vita finora
Finalista Premio letterario LA PROVINCIA IN GIALLO - ottava edizione Torna Raul Montanari con una storia di bullismo, manipolazione e cyberbullismo all'interno di una scuola di periferia, La vita finora. Al centro della vicenda, Marco Laurenti, un giovane professore delle medie convinto di essere un cattivo insegnante ma che di fronte al Male...rn«Montanari entra nell’animo umano e ci si fa largo, fotografando quello che vede.» - Valeria Parrella rn«La paura che provo di fronte al mutamento antropologico delle nuove generazioni, alla loro anaffettività e anestesia sociale, di cui vedo tracce sia nei ragazzi che conosco personalmente sia nelle cronache dei giornali, mi ha suggerito il personaggio di Rudi, il sedicenne geniale e sociopatico in cui Marco cercherà fino all’ultimo un’umanità che nonostante tutto gli sembra di intravedere.» - Raul Montanari rnÈ l’autunno del 2016. Marco Laurenti, trentacinquenne professore delle medie con un passato di sofferenze famigliari e un presente di precariato sconfortante, parte da Milano per un incarico in un piccolo paese, in cima a una valle isolata dove la natura è prepotente e gli uomini ancora di più. rntMarco sospetta di essere un cattivo insegnante e un’anima piena di ombre. Ma quando arriva il momento sa battersi come un eroe contro il Male nella sua incarnazione più spaventosa: un allievo, figlio dei nostri tempi devastati dall’idiozia tecnologica, che manipola compagni e adulti, plagia due ragazzine fino a ridurle a schiave sessuali, bullizza e cyberbullizza, usa i social per realizzare una supremazia fredda, terribile, disumana. Di fronte a lui perfino il Male tradizionale, che nella storia ha il volto di un ex criminale di guerra, sembra un retaggio del passato, più doloroso che minaccioso. rntQuesto drammatico scontro fra generazioni, combattuto sull’orlo di una frattura che percorre tutta la realtà in cui viviamo oggi, non potrà non contare le sue vittime e molti nodi rimarranno irrisolti. Per ricordarci che, in battaglie come quella raccontata in queste pagine, perfino la vittoria non sempre lascia in bocca il sapore rassicurante dell’happy end. -
I rintocchi della Marangona
«La vera protagonista de I rintocchi della Marangona è Venezia, la città svenduta e ferita, eppure un trionfo di bellezza.» - Simonetta Fiori - Robinson, la RepubblicarnVenezia. Su uno dei ponti del sestiere di Cannaregio due ragazzine si scontrano: hanno entrambe un appuntamento da rispettare, sono di corsa, ma l'incontro diventa subito un'occasione per essere curiose l'una dell'altra, per scambiarsi opinioni, per raccontarsi chi sono. Eppure c'è qualcosa che le rende molto particolari. Sì, perché Mirtilla e Nina appartengono a due «tempi» diversi: Nina è nostra contemporanea, Mirtilla viene dalla seconda metà del Cinquecento ed è arrivata nella Venezia di oggi grazie a una piega dello spazio-tempo. Il colloquio è fitto: si parla di medicina, di relatività, di mostri, di uomini grandi e piccoli; si parla anche di moda (cosa sono quegli stivali colorati che porta Nina?), di cibo e naturalmente del presente e del futuro della città (non sa forse Mirtilla che sta nascendo un'opera faraonica pensata per difendere Venezia dall'acqua alta? No che non lo sa. Anche se non si stupisce affatto, visto che nel suo Cinquecento era stato ventilato un progetto per chiuderla dentro un giro di mura merlate). E che cos'è quell'enciclopedia «so tutto io» in cui Nina si specchia continuamente per avere informazioni? Ma Mirtilla deve andarsene, perché c'è qualcuno di là che è molto malato e se ne deve occupare. Nina a casa ha una scatola di antibiotici (potrà passare quella scatola la barriera del tempo?). Ai rintocchi di mezzanotte della campana di San Marco - la Marangona - si dovranno salutare (sanno che appartengono alla stessa città ma a mondi diversi) e sono tanto impazienti di reincontrarsi quanto rassegnate a perdersi per sempre. Che cosa riserva il destino alla loro amicizia? -
Scomparsi
Audra Kinney sta attraversando gli Stati Uniti a bordo della sua auto per fuggire da un marito violento e da un passato di dipendenza da droghe e alcol. Con lei i figli Sean e Louise, di dieci e sei anni. Lungo una strada desolata dell'Arizona, un banale controllo da parte dello sceriffo locale, Ronald Whiteside, prende ben presto una brutta piega: tra i bagagli viene trovato un sacchetto di marijuana. La donna viene arrestata, mentre Sean e Louise sono affidati alla vice di Whiteside. Una volta in cella, Audra scopre che la sua difficile situazione è destinata a trasformarsi nel peggior incubo di un genitore: quando chiede dei suoi figli, lo sceriffo nega di averli visti sull'auto. Ben presto giungono sul posto sia l'FBI sia i media, convinti che lei li abbia uccisi. Nessuno crede alla sua innocenza, tranne Danny Lee, un sinoamericano di San Francisco che apprende della vicenda dalla televisione. L'uomo si imbarca su un volo per l'Arizona per aiutare Audra e, soprattutto, per fare chiarezza sulla scomparsa di sua figlia, avvenuta cinque anni prima in circostanze analoghe. Nonostante il suo passato violento, Danny Lee rappresenta per Audra l'unica speranza di scoprire la verità e ritrovare Sean e Louise prima che sia troppo tardi. -
Troverai il tesoro che dorme in te
A Cluny, sede della celebre abbazia, strade, negozi e sale da tè sono piene di turisti e clienti. Nella chiesa parrocchiale, invece, le funzioni religiose vengono tristemente disertate e padre Jérémie, il giovane sacerdote a cui è stata affidata la vita spirituale degli abitanti della bella cittadina, è sconfortato. A ogni messa è in grado di contare il numero di fedeli partecipanti: dodici. Per alleviare il suo scoramento, si confida con Alice, un’amica di vecchia data, ex compagna di scuola che ora vive a Parigi dove lavora per una grande società di comunicazione. Alice, totalmente atea ma sinceramente affezionata a Jérémie, si offre di aiutarlo a riportare la gente in chiesa attuando una nuova strategia: applicare al cristianesimo i princìpi del marketing. Per fare ciò, tuttavia, ha bisogno di documentarsi e così si immerge nella lettura del Vangeli. Al primo impatto, le parole di Gesù la fanno sorridere. Però non si scoraggia e, anche grazie a qualche suggerimento dei colleghi, scopre che le filosofie orientali come il taoismo, l’induismo, il buddismo, hanno numerosi punti in comune con il messaggio cristiano. Nel frattempo, consiglia a Jérémie diversi cambiamenti da apportare in parrocchia, dal rituale della messa alla confessione, all’omelia della domenica, consigliandogli di adottare anche le tecniche di sviluppo personale di un guru della comunicazione, Toby Collins. E la nuova strategia funziona, perché i fedeli, grazie a queste iniziative poco ortodosse, cominciano a tornare in chiesa. Ma come spesso accade, qualcuno non è d’accordo, e metterà a padre Jérémie i bastoni tra le ruote, allertando il vescovo. Intanto, il percorso spirituale di Alice prosegue: la scoperta di numerosi punti in comune tra le parole di Gesù e le meditazioni di Lao Tse la portano a sperimentare in prima persona alcuni messaggi contenuti nei Vangeli: in particolare, la rinuncia alle cose materiali, mettendo da parte l’ego per cercare una vera comunione con Dio. Gli sforzi di Alice e Jérémie continuano a produrre ottimi risultati a Cluny, ma la reazione della curia non tarderà ad arrivare. Ma nemmeno il vescovo riuscirà a fermare le conseguenze del più grande messaggio cristiano: l’amore. -
La timidezza delle rose
Diana è una bella ragazza poco più che ventenne. Tutto per lei sembra scorrere normalmente - amici, amori, studio - fino a quando una lettera sconvolge ogni cosa. La madre, infatti, prima di morire le ha scritto, rivelandole l'esistenza di una sorella gemella, Mary, che il padre, lasciandola, aveva portato via con sé. Inizialmente Diana non ha voglia di cercarla, presa com'è dalla sua vita. Succedono però alcune cose che le fanno cambiare idea: le parole di un misterioso cartomante che la inducono a riflettere sul suo destino (Diana sogna da tempo di diventare scrittrice, ma è avviata a una brillante carriera di avvocato) e il ritrovamento delle lettere spedite da Mary alla madre, lettere che parlano di un «giardino delle rose» a Istanbul e di una certa Zeynep Hanim, che le avrebbe insegnato a capire il linguaggio di questi meravigliosi fiori. La ricerca di Mary si rivelerà per Diana qualcosa di molto più profondo: un viaggio alla scoperta di sé e dei sogni accantonati. Perché tutto può accadere, persino udire la voce delle rose. -
Rivista Linus. Maggio 2018
A maggio Linus ritorna bambino!rnrnLinus torna in edicola con un nuovo direttore, una nuova veste grafica, un nuovo concetto editoriale, ma soprattutto con un nuovo spirito.rnUn ritorno alle origini e nello stesso tempo un viaggio nel presente per scoprire il futuro.rnLa copertina di questo nuovo corso è un’opera inedita di Art Spiegelman, l’autore dell’immortale Maus, uno dei più apprezzati e prestigiosi fumettisti viventi.rnSi inaugura dunque sotto i migliori auspici una stretta e felice collaborazione dell’artista americano con linus, che porterà alla pubblicazione, nei prossimi numeri, di altre opere inedite di Spiegelman. Alcuni suoi lavori sono presenti anche nell’inserto upside-down,Resist! Uscito in America dopo l’elezione di Trump – sotto la direzione di Françoise Moulye Nadja Spiegelman – la rivista contiene i lavori delle più grandi fumettiste e illustratrici mondiali – con l’apporto di alcuni artisti uomini che hanno prestato le loro opere a una giusta causa – e si può considerare il precursore del movimento Me Too, schierandosi sin da allora contro tutti i tipi di molestie e una visione rapace della sessualità.rnLa scelta di inserire Resist! in questo primo volume ha il chiaro obiettivo di trasmettere fin da subito anche l’anima civile e politica del nuovo linus, sottolineando la vicinanza della rivista a temi fondamentali per la nostra civiltà.rnrnLa parte letteraria di questo nuovo numero è affidata alla prestigiosa penna di Michel Houellebecq, con un originale abbecedario inedito, a conferma della sua verve eclettica e sorprendente. Il ritratto dell’autore francese che accompagna l’articolo è di uno dei maestri del fumetto italiano, Giorgio Carpinteri, mentre il testo di Houellebecq è impreziosito dalle illustrazioni di Lorenzo Mó.rnA seguire il sociologo Sergio Brancato racconta con un taglio innovativo il ritorno della fantascienza filosofica come chiave d’interpretazione del presente, indagandone l’immaginario dalla letteratura alle serie tv.rnrnUn ritorno alle origini non poteva non rendere omaggio agli amati Peanuts, a cominciare dalla riproposizione della primissima striscia pubblicata nel 1950, per regalare a tutti il piacere di leggere com’è nato il mondo geniale e rivoluzionario di Charles M. Schulz.rnUn altro ritorno d’eccezione è Calvin & Hobbes per la gioia di tutti i fan di Bill Watterson, presentando al lettore italiano le prime strisce del 1985.rnLo sguardo al passato prevede anche la riproposizione di classici del fumetto, ormai dimenticati come Kin-der-Kids di Lyonel Feininger, maestro indiscusso della Bauhaus, oCheech Wizard opera del geniale e folle nume tutelare della corrente underground degli anni 70, Vaughn Bodé, molto amato da Oreste del Buono.rnrnUn altro gioiello di questo nuovo numero è rappresento dalla pubblicazione in esclusiva mondiale, per la prima volta su una rivista, del capolavoro del Salinger del fumetto:Nejishiki di Tsuge Yoshiharu, un’opera visionaria che ha rivoluzionato il fumetto giapponese. Questo sarà inoltre anche il primo manga in assoluto ad essere ospitato sulle pagine di linus.rnrnLa cifra che ha contraddistinto linus fin dagli albori è stata anche e soprattutto la valorizzazione dei talenti italiani e stranieri, e la ricerca di nuove voci. Ci sarà Davide Toffolo, tra i più apprezzati fumettisti italiani, con tavole inedite dedicate alla sua altra grande... -
Rivista Linus. Giugno 2018
L’inedito letterario di questo numero è un’autentica gemma preziosa: un racconto del padre del giallo italiano, Giorgio Scerbanenco, con le illustrazione di Manuele Fior.rnrnTrent’anni fa, il 16 giugno del 1988, moriva Andrea Pazienza. A lui e alla sua eredità è dedicato questo numero di linus, a partire dalla copertina, dove campeggia un meraviglioso ritratto di Paz, disegnato da Paolo Bacilieri.rnDi Pazienza riproponiamo una storia lirica e nuda del 1987, Sogno, certi che l’aspetto più delicato del grande Paz possa contagiarci tutti, ora che l’estate è alle porte. In questo numero, dunque, gli tributiamo un sentito omaggio con un contributo di Massimo Zamboni, chitarra del punk emiliano, che ci racconta la Bologna di quegli anni, culla di molte storie memorabili. Hanno inoltre sfoderato i loro pennelli alcuni tra i più grandi autori della scena contemporanea, da Davide Toffolo al già citato Paolo Bacilieri, passando per Tuono Pettinato e, grazie a un fortunoso ritrovamento – una sceneggiatura inedita, disegnata da Giuseppe Palumbo – oggi possiamo leggere Il mare d’inverno, storiella improvvisata durante una lezione alla scuola di fumetto Zio Feininger dove Pazienza insegnava (grazie a Nino Pellacani, campione di basket e al tempo studente della scuola). Ivan Carozzi ha invece scritto un’introduzione alle storie in tributo al genio di Andrea.rn rnL’inedito letterario di questo numero è un’autentica gemma preziosa: un racconto del padre del giallo italiano, Giorgio Scerbanenco, con le illustrazione di Manuele Fior.rn rnSalutiamo con molto orgoglio anche il ritorno di Art Spiegelman con le pagine scansionate direttamente dal suo block notes (è ben visibile la quadrettatura). Spiegelman disegna su un quaderno che si porta dietro come la coperta di Linus. È una modalità intima e privata che gli consente di meditare disegnando sull’origine stessa del fumetto. La sua essenza “comic”, come ci racconta nel bellissimo scritto introduttivo.rnrnPoi, una primizia: le strisce de Il mondo di Niger di Leila Marzocchi, premiata all’ultimo festival di Lucca proprio per la saga edita da Coconino, un lavoro portato avanti per ben 10 anni. Conosciamo, da questo numero, la lumaca sonnambula, il compare, il sulfureo nonno e Gualtiero, lo scoiattolo Eugenio e tutta la famiglia di animaletti senzienti di questo mondo irresistibile.rnE poi Toffolo, che continua il suo peregrinare sudamericano sulle piste dell’amata Cumbia con pagine curatissime e spassose che lo incoronano per sempre come degno rappresentante dell’Istituto Italiano di Cumbia.rnrnOltre agli immancabili Peanuts delle origini, ci sono anche Calvin & Hobbes di Bill Watterson. A grande richiesta torna Perle ai porci di Stephan Pastis, una delle strip più divertenti di sempre. Fanno il loro ingresso anche I quaderni di Esther di Riad Sattouf, autore prolifico che che si è fatto amare dai lettori di linus quanto Doonesbury di Garry B. Trudeau, che ci regala una storia memorabile e di grande attualità. E ritorna anche l’adorato Feininger, pioniere del fumetto e maestro del Bauhaus, con la sua classe immarcescibile.rnrnMolte serie sono state confermate, anche se non le vedete ancora, e altre nuove sono in cantiere. Poi le rubriche, da questo numero tante. Veloci e, speriamo,...