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Musica & figura (2020). Vol. 7
«Musica & Figura», pubblicata con il contributo del Dipartimento dei Beni Culturali dell'Università di Padova e della Fondazione Ugo e Olga Levi di Venezia, propone studi di storia dell'arte e di storia della musica. La rivista, pur accogliendo contributi specifici dell'uno e dell'altro campo, intende, ove possibile, valorizzare le relazioni e i nessi che intercorrono tra le due discipline, che emergono dallo studio dei comuni modelli storiografici, dalla ricognizione di ambiti di committenza e condizioni sociali favorevoli, dall'analisi dei rispettivi linguaggi, il cui confronto ha prodotto nel tempo importanti modelli di riflessione metodologica. Tale vocazione multi- e interdisciplinare si riflette anche nella direzione scientifica a quattro mani. -
Reaction. Strategie e progetti di welfare locale e innovazione sociale
Reaction è un programma dedicato alla rigenerazione di quartieri di edilizia residenziale pubblica (ERP) della città di Milano attraverso progetti di welfare collaborativo e di animazione socioculturale degli spazi comuni tra i condomini. Il racconto delle esperienze condotte nei quartieri Gallaratese, Lorenteggio e Gorla mostra il tentativo di sperimentare prototipi di natura incrementale per ridisegnare una città a partire dalle sue relazioni sociali di prossimità. Le progettualità si misurano con problematiche emergenti in contesti colpiti dalla pandemia attraverso promozione della salute pubblica, potenziamento di competenze professionali e capacitazione civica. L’innovazione sociale è il filo conduttore di Reaction, come azione concreta sperimentata nei quartieri attivando processi generativi e coinvolgendo gli abitanti in percorsi di trasformazione basati su una loro consapevole e collettiva responsabilizzazione. I progetti parte del programma mirano a sviluppare modelli di governance condivisi tra le diverse parti in gioco, con uno specifico riferimento alla pubblica amministrazione e al Terzo settore verso nuove alleanze e forme di efficace collaborazione. -
Carbone. Storia di un'anima errante
Peter è ancora un bambino quando una terribile tragedia cambia il corso della sua vita: la perdita, il vuoto e lo sradicamento trovano espressione nel movimento, nel vagabondare da un luogo all'altro, alla ricerca di qualcosa o qualcuno da poter chiamare casa, di un rimedio a quegli incubi che infestano le sue notti, oscure presenze che lo lasciano inerme e indifeso. Bologna, Berlino, Colonia, Padova e le montagne della Valsugana si alternano componendo la trama di una vita difficile, porti sicuri per un'anima errante che nell'amore per Elisabetta e nell'amicizia per Francesco troverà momentanei attimi di conforto e felicità, in una realtà quotidiana dove la speranza di un futuro diverso sembra essere l'unico motivo per resistere a un destino altrimenti ineludibile. Il racconto di un'esistenza ""normale"""" - fatta di momenti gioiosi, piccole e grandi tragedie, come ci fa notare Patrizio Martinelli nell'introduzione - che si snoda nel tempo e nello spazio. E proprio lo spazio, tra grandi città e luoghi del privato, diventa a sua volta protagonista del romanzo, palcoscenico di una vita, di quell'infraordinario caro a Perec in grado di rappresentare l'esistenza di ciascuno di noi."" -
La Siria ritrovata negli studi di Adriano Alpago-Novello
«Chiunque si affezionerebbe a quella terra vasta, senza alberi, ma piena di luce», scriveva della Siria la viaggiatrice Freya Stark. E proprio a quella terra lo storico dell'architettura Adriano Alpago-Novello decise di dedicare i suoi studi. Giunto inizialmente nel paese alla ricerca dei monumenti armeni che tanto amava, dedicherà al patrimonio artistico della regione mediorientale le ricerche di una vita. A seguito di un viaggio compiuto nei primi anni Ottanta del Novecento nacque in lui l'idea di pubblicare un volume sui battisteri paleocristiani delle regioni settentrionali, che prevedeva la collaborazione di noti studiosi quali Pasquale Castellana, Romualdo Fernández Ferreira e Ignacio Peña. La pubblicazione non vide mai la luce e i materiali preparatori si sono conservati negli archivi: appunti, note, schizzi, planimetrie, estratti di studi sull'argomento. In questo volume l'Autrice restituisce il profilo accademico e professionale di Alpago-Novello e ripercorre, sulle tracce di quel progetto iniziato dallo studioso, il patrimonio architettonico della Siria del Nord relativo ai battisteri paleocristiani, in un'operazione di approfondimento e riordino del suo archivio. -
La strada che va alle vigne. Edilizia minore nel quartiere romano di Monteverde
La strada che va alle vigne, che attraversava l'antico quartiere romano di Monteverde, richiama quelle che erano le caratteristiche principali di un'area a vocazione agricola. Caratteristiche che riecheggiano nelle parole che Pasolini usò per descrivere questa borgata sorta «al termine / della città, sull'ondulata pianura / che si apre sul mare». Un angolo di Roma dove la storia pare stratificarsi: infrastrutture civili e architetture religiose, edilizia residenziale e villini quali Borzi, Anzino e Bartoli. E ancora l'architettura minore, le Edicole sacre, la Colonna crucifera e le sculture di Lorenzo Ferri. Un luogo da scoprire anche attraverso le vicende di personaggi famosi che qui hanno deciso di trascorrere parte della loro vita, come il pittore russo Gregory Maltzeff, il politico Giorgio La Pira, lo scultore Arrigo Minerbi, il celebre scrittore Carlo Emilio Gadda. Con questo volume Giada Carboni offre una panoramica del quartiere di Monteverde dalle origini preistoriche fino allo sviluppo urbanistico che ha caratterizzato quest'area della capitale, per fornire una guida utile a chiunque voglia apprezzare il patrimonio culturale dell'immenso quartiere romano. -
Storie di fili. Claudia Losi, Paola Mattioli, Sissi. Ediz. illustrata
Storie di fili, storie di un patrimonio complesso, luoghi del passato e del presente collegati al concetto di abito inteso come oggetto e come progetto. Lo CSAC - Centro Studi e Archivio dell'Università di Parma ha invitato le artiste Claudia Losi, Paola Mattioli e Sissi a realizzare una nuova creazione, di cui questo volume è testimonianza. Un progetto nato attraverso la ricerca d'archivio e uno sguardo volto al passato, senza dimenticare la costante tendenza all'innovazione; tre modi di declinare un tema, specchio della sensibilità di ciascun'artista. Dagli abiti scultura e dai bozzetti di Sissi, alla collezione ""Pelle di bosco"""" di Claudia Losi, opere che, partendo dall'osservazione dell'ambiente, indagano le relazioni tra narrazione collettiva e immaginario attraverso progetti di collaborazione con giovani studenti. Infine le fotografie di Paola Mattioli, che catturano le """"storie di fili"""" che scorrono tra i diversi patrimoni dello CSAC e le istituzioni partner: dal filo reale al filo figurato, linea di collegamento tra i tesori custoditi negli archivi e nei musei. Tre artiste che fanno della multidisciplinarietà lo strumento per interrogarsi sul passato e sul futuro."" -
Libia
Azioni militari, giochi di potere e momenti di quotidianità strappati dagli eventi dello scacchiere internazionale si susseguono dall’Italia alla Libia, da Malta alla Svizzera. Un viaggio al seguito di personaggi diversi eppure gravitanti attorno a un medesimo avvenimento, una rivoluzione politica sulla scia dei fatti che hanno contraddistinto la società europea degli ultimi decenni. Un quadro dipinto attraverso gli occhi dei protagonisti del cambiamento e sullo sfondo un mondo che potrebbe essere il nostro, un tempo che potrebbe essere il presente. Intrecciando storia, politica e contemporaneità, Vincenzo Faggiano in questo romanzo immagina i possibili esiti di un colpo di Stato nel bacino del Mediterraneo, un piano politico che mira a costruire un’alleanza tra Libia, Malta e Italia e una società basata sul codice di un ordine militare, portando il lettore a seguire le azioni degli attori di questa rivoluzione, in un quadro dove verità e menzogna, giusto e sbagliato si affiancano fino a sfumare l’uno nell’altro, dove sorgono inevitabili interrogativi nel confronto con il presente e con un passato – i cambiamenti che hanno segnato il Novecento – non troppo lontano. -
Marcello D'Olivo e l'architettura topologica. La geometria come dominante
Marcello D’Olivo, laureatosi in Architettura a Venezia, svolge la sua attività professionale tra Udine, Trieste, Milano e Roma, affermandosi quale professionista appartato rispetto a ogni cifra stilistica. Nel secondo dopoguerra la disciplina architettonica diventa un poliedrico strumento di conoscenza, che sintetizza le tecniche di analisi per un’esaustiva comprensione del territorio, arrivando a elaborare il piano della città. In questo contesto Marcello D’Olivo si distingue quale interprete originale della disciplina, elaborando un peculiare linguaggio figurativo. Il volume conferisce nuova attualità ai principi compositivi che ne caratterizzano l’opera, mediante la vocazione critica del ridisegno e dello smontaggio linguistico-espressivo e costruttivo. La dialettica compositiva emerge attraverso l’uso della geometria come unico linguaggio capace di legare in rapporto sinergico il gesto espressivo e le scienze esatte. La poliedricità dell’architetto porta a una naturale inclinazione verso gli approfondimenti multidisciplinari, che consentono di aprire un orizzonte fino ad ora limitato e di restituire una nitida rilettura attraverso la contaminazione tra arti e scienze. -
Gino Malacarne. Architetture. Ediz. illustrata
Gino Malacarne si inserisce nel panorama architettonico contemporaneo conducendo una personale ricerca sulle forme dell'architettura, per identificare nel progetto una risposta civile ai problemi della città contemporanea e offrendo un'alternativa al suo sviluppo al di fuori dei burocratici modelli urbani e al riparo dalle mode. L'obiettivo che accompagna la ricerca e che diventa comune denominatore dei progetti è sempre lo stesso: rispondere alle necessità, perseguendo la costruzione di una bellezza utile. Sostiene e persegue una dimensione civile dell'architettura, dove la forma urbana è riflesso di un'esperienza collettiva. Il volume propone una selezione di progetti di Gino Malacarne che bene rappresentano il suo modo di intendere l'architettura e la città. Da questi appare evidente come la ricerca di Malacarne sia sempre stata la città e come abbia sempre cercato di costruirne frammenti attraverso architetture che vogliono contribuire alla realizzazione dei luoghi della vita dell'uomo. Progetti razionali che aspirano a costruire e inventare luoghi in cui una comunità possa riconoscersi, dove anche il ritrovarsi, il favorire l'incontro rappresentino finalità da prevedere. -
Chioggia. Rivista di studi e ricerche (2022). Vol. 60
Un numero europeo quello che viene presentato. La pubblicazione di una lettera in francese e di più voci nella stessa lingua riprese dall'edizione di Padova dell'Encyclopédie Méthodique caratterizza il fascicolo. Per il suo ruolo culturale e per il contributo fornito dall'intellettualità chioggiotta, all'Encyclopédie Méthodique è dedicato l'articolo di apertura. A rafforzare la caratteristica europea di questo numero la tesi di laurea Ocean literacy e la sua realizzazione didattica in una scuola della città di Chioggia. Altri articoli contribuiscono a dare una visione ampia della realtà culturale cittadina: quello dedicato alle lettere di alcuni scienziati e filosofi; un altro dedicato a spazio, tempo e misurazione, dove si dà conto di una mostra organizzata a seguito del primo libro pubblicato dal fisico Carlo Rovelli. Suggestiva la proposta del fascicolo iconografico, dedicato alle Meridiane disegnate dall'artista Renzo Nordio. Ne risulta un percorso fascinoso per la bellezza della produzione artistica, per il valore della massima che accompagna ogni meridiana, per il meccanismo di costruzione della meridiana stessa. Il numero si chiude segnalando iniziative e pubblicazioni. -
Progetto Patto Educativo
Qual è il ruolo dell'educazione all'interno di una comunità? Quali sono i fattori che possono aiutare bambini e ragazzi a integrarsi e a ritagliarsi uno spazio e un ruolo nella società? Attraverso questa pubblicazione l'Amministrazione del Comune di Torreglia (Padova) registra gli esiti di un progetto pluriennale che si è posto l'obiettivo di rispondere a tali interrogativi, un processo che coinvolgendo tutti gli attori del percorso formativo - genitori, educatori, specialisti, associazioni, per arrivare, infine, all'intera collettività - mira a evidenziare il ruolo di una comunità nello sviluppo del singolo individuo, dove ogni adulto concorre, attraverso il modello che rappresenta, alla crescita dei più giovani. Uno spazio ""aperto"""", di dialogo e di confronto, un percorso in divenire dove l'educazione e le connessioni tra le persone risultano essere elementi imprescindibili nella formazione dei cittadini di domani."" -
Paradosso. Rivista di filosofia (2021). Vol. 2: sfide del perdono, Le.
«Il perdono eccede ogni possibile logica economica di scambio ed esige, da chi perdona, un sacrificio coraggioso»: in questi termini si esprime Vladimir Jankélévitch nel sostenere che perdonare significa scardinare ogni rapporto tra colpa e punizione. Dopo le catastrofi storiche e umane del XX secolo, il tema del perdono si inserisce nella riflessione filosofica in maniera cogente mettendo in evidenza i limiti e le responsabilità del pensiero occidentale per il suo coinvolgimento in quel capitolo di storia. Oggi la questione riemerge in tutta la sua urgenza. In questo momento storico i morti - per guerre, indifferenza, pandemia, pena di morte perfino - non cessano, nel loro silenzio, di rivolgere un appello alla coscienza dell'Occidente e alle coscienze di noi tutti; eppure, attraverso questo stesso silenzio essi non smettono di accordarci ""qualche cosa"""" di molto simile al perdono. Sulle tracce di Dostoevskij e dei grandi filosofi del Novecento, che forse più di altri, per necessità storiche, si sono interrogati sulle sfide, sui paradossi, sulle ambiguità del perdono, si cerca qui di coglierne filosoficamente il senso o il non-senso o, meglio ancora, la pluralità di senso."" -
La facoltà di lettere e filosofia. Duecento anni di studi umanistici all'università di Padova
Il volume ricostruisce la storia della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Padova, al compiersi del suo ottocentesimo anno dalla fondazione, dagli anni in cui le riforme napoleoniche, e poi la dominazione austriaca, hanno riorganizzato l’Ateneo superando l’antico assetto dello Studium in cui i docenti e gli studenti si riconoscevano nelle due universitates di origine medievale dei “legisti” e degli “artisti”. Nascono in quel giro d’anni, tra fine Settecento e inizio Ottocento, le Facoltà come strutture dell’Ateneo, con la funzione che esse hanno avuto per i due secoli successivi, sviluppando una storia durata all’incirca duecento anni, seppur con grandi trasformazioni a diversi livelli nell’avvicendarsi delle stagioni politiche e culturali attraversate, fino alla loro soppressione con la legge n. 240/2010, la cosiddetta Legge Gelmini. Nei saggi qui raccolti si è cercato di evidenziare il contributo che i docenti che hanno insegnato nella Facoltà patavina hanno dato agli studi umanistici nel corso di due secoli, l’Ottocento e il Novecento, ripercorrendo le vicende “interne” alle molte e diverse discipline durante quei duecento anni. -
Gino Fogolari. Una vita in difesa del patrimonio artistico
Gino Fogolari fu un protagonista del dibattito intellettuale e artistico nell'Italia del Novecento. Formatosi sotto Francesco Novati all'Accademia scientifico-letteraria di Milano e alla Scuola di Perfezionamento di Adolfo Venturi a Roma, fu incaricato del riordinamento della Pinacoteca napoletana e della direzione del Museo di Cividale, per approdare infine alle Gallerie dell'Accademia di Venezia assumendo anche la nomina di Direttore e di Soprintendente del Veneto. Il volume ripercorre la vita e la carriera di Fogolari, con un focus sul periodo trascorso alla guida delle Gallerie di Venezia, caratterizzato da un'intensa attività museale. Come Soprintendente si è concentrato sulla difesa del patrimonio durante la Grande Guerra e sulla restituzione delle opere d'arte italiane. Infine, l'analisi dell'attività matura ha permesso di illuminare le possibili motivazioni del trasferimento ""forzato"""" alla Soprintendenza siciliana e l'agognato rientro in laguna. Ne emerge il ritratto di un tenace protettore del patrimonio storico-artistico, studioso e critico militante, che seppe far convivere il ruolo istituzionale con quello di animatore della scena artistica e politica del XX secolo."" -
La via d'uscita
Quali possibilità vi sono che tra due coniugi, pur legati, si risolva un’aspra contrapposizione? Possono le rispettive pretese trovare un equilibrato punto d’incontro? Esiste un compromesso possibile quando il conflitto nasce da una diversa visione della vita che li attende insieme? Virgilio Bocca, architetto alla soglia della pensione, vive diviso tra i ricordi del passato – un’esistenza trascorsa tra storiche amicizie d’infanzia e un’intensa vita sociale – e il nuovo presente sconvolto dall’arrivo improvviso, e inaspettato alla sua età, dell’amore per una donna che in breve tempo diventerà sua moglie. Questa nuova vita lo porrà di fronte a scelte e compromessi, dibattuto tra il desiderio di un’esistenza tranquilla, in un mondo creato a propria misura dalla moglie, e il richiamo forte delle origini, del suo passato, il richiamo del mare. -
Giudecca
Così vicina e così lontana da Venezia: la storia della Giudecca riflette questa duplice natura. Fin dai tempi più antichi scelta come sede di attività produttive pericolose e allo stesso tempo luogo ideale, dove edificare ville e conventi che poi Napoleone distrusse o trasformò in caserme e nelle nuove carceri. Con l’inizio della rivoluzione industriale in laguna, l’isola cambia veste: quegli stessi spazi divennero preziosissimi per la costruzione delle fabbriche e la mole del mulino Stucky cambiò definitivamente il paesaggio. L’istituzione di orfanatrofi, case famiglia, istituti per l’infanzia abbandonata o tubercolosa ne rimarcò nuovamente il destino di luogo di emarginazione. Poco più di un secolo dopo, l’irreversibile crisi costrinse alla chiusura di tutti gli opifici e così anche alla Giudecca, alla fine del Novecento, l’“industria del forestiero” divenne pressoché l’unica attività produttiva dell’isola. Al posto di ciminiere, capannoni e istituti religiosi o laici sorsero così abitazioni di lusso, sempre più spesso acquistate da stranieri che volevano possedere una casa che fosse vicina a Venezia, ma, nello stesso tempo, distante dagli itinerari dei tour organizzati. -
I disegni del Principe. La collezione di Alberico XII Barbiano di Belgioioso al Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco
Discendente di una nobile famiglia milanese, uomo di cultura, collezionista eclettico, attraverso numerosi incarichi diplomatici presso i maggiori centri europei il principe Alberico XII Barbiano di Belgioioso d’Este ha dato vita entro i primi anni Novanta del Settecento a una formidabile raccolta di opere grafiche, che con oltre novemila fogli tra stampe e disegni è ricordata dai suoi contemporanei tra le maggiori presenti a Milano a quel tempo. Grazie all’inventario post mortem dei beni di Alberico XII stilato dal pittore Giuseppe Bossi nel 1813, si è potuta ora restituire una completa fisionomia della raccolta, di cui circa un terzo è giunto fino a noi e si conserva nelle collezioni civiche del Castello Sforzesco. Questo ingente patrimonio è oggi diviso tra il Gabinetto dei Disegni e la Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli”. Il presente volume ne ricostruisce la parte a disegno, mentre il catalogo online della Raccolta Bertarelli ci racconta in parallelo una passione per il segno stampato all’insegna di un’altissima qualità, evidenziando, nell’insieme, una peculiare cifra collezionistica e l’ambizione del principe a emulare i maggiori esempi europei. -
Chioggia. Rivista di studi e ricerche (2022). Vol. 61
Un corposo e approfondito articolo sulla nobiltà chioggiotta apre il numero. Vengono proposti due articoli su Salvatore Todaro, del quale nel 2022 è ricorso l’ottantesimo della morte: uno, quello della sezione didattica, è stato svolto dagli alunni della scuola elementare a lui intitolata; l’altro, d’impronta filosofica, ricostruisce il suo pensiero proponendone un’analisi. La sezione iconografica presenta delle immagini pittoriche sia di Chioggia che della foce del Po. Altri articoli arricchiscono il numero: su Felice Zennaro, pittore e patriota di Pellestrina; su Natale Schiavoni: viene proposta l’ipotesi che il San Cristoforo con il Bambino di San Francesco Vecchio sia un suo inedito. Attraverso il “Segnalibro” si dà conoscenza di alcune recenti pubblicazioni. Nella parte finale si segnalano alcune iniziative svoltesi nel territorio di Chioggia. Gli indici dal primo numero (1988) al n. 60 (2022) chiudono il fascicolo. A leggerli si vede il cammino fatto. Essi rappresentano un importante strumento per gli studiosi che vogliono conoscere la rivista “Chioggia” e per coloro che intendano avviare delle ricerche su Chioggia e il suo territorio. -
Storia dell'arte in Europa
A distanza di trent’anni dalla sua stesura viene pubblicata una inedita e lungimirante storia dell’arte in Europa raccontata, con sensibilità non usuale al tempo in cui fu scritta, da Decio Gioseffi, storico dell’arte specialista soprattutto di prospettiva. Dalle grotte di Altamira al Rinascimento maturo, si raccolgono e si amplificano nel testo classi di problemi che permettono all’autore – a partire dal rapporto con l’eredità dell’Antico, che è sempre vivo e amatissimo – di occuparsi dell’intera filiera dell’arte occidentale. I passaggi dedicati a collocare la produzione artistica nella società e nella storia sono cruciali. L’opera di Gioseffi si dispiega in un ampio tessuto connettivo fatto di bellissime pagine che parlano anche di moda, letteratura, ingegneria e tecnologia, strategia militare, storia delle lingue. -
Giancarlo De Carlo. Ritorno a Venezia
Un rapporto di lunga data lega Giancarlo De Carlo allo Iuav, dove insegna dal 1955, chiamatovi da Giuseppe Samonà, al 1983, quando lascia Venezia per Genova. De Carlo arriva a Venezia quando Samonà stava chiamando ad insegnarvi gli architetti, gli urbanisti e gli storici della disciplina più impegnati nella battaglia per l’architettura moderna e più convinti della necessità di mettere il paese al passo con la cultura internazionale. Nel clima vibrante di quegli anni De Carlo è protagonista di innovative avventure culturali, alimentate dalle fruttuose e stimolanti frequentazioni internazionali e dalle iniziative che incessantemente avvia: come quella dell’ILAUD, Laboratorio Internazionale di Architettura e Urbanistica (1997-2003). Dopo il trasferimento a Genova, De Carlo torna allo Iuav nel 1997 e vi resta fino al 2003 quando decide che anche quella straordinaria avventura è giunta al termine. Lascia tuttavia a Venezia e ai suoi allievi di ogni parte del mondo – e ai suoi collaboratori, autori di alcuni dei saggi compresi in questo libro – i risultati di straordinarie introspezioni sulla città e di coraggiose sfide progettuali per il suo futuro.